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Prime Esperienze

La Sacristia di Don Giuseppe


di Flamingo
17.06.2023    |    19.440    |    11 9.0
"Don Giuseppe gridò fortissimo, ma non si tirò indietro, io continuai a scoparlo e pompare, finche le sue urla di dolore diventarono di piacere..."
Fin da quando ho memoria, i sabati pomeriggio dopo scuola, erano accompagnati da momenti di allegria con gli amici, si pensava solo a correre in mezzo ai prati, arrampicarsi sugli alberi e giocare a nascondino ecc ecc. Tutto questo però fino alle 17.00 dove, ricordo molto bene, ci si radunava tutti alla piazza del paese, perchè bisognava andare a confessarsi.
Tutto questo non è cambiato nemmeno ora che siamo ragazzi adulti, con la differenza che il sabato pomeriggio, invece di giocare a nascondino, preferiamo correre con le moto o semplicemente trovarsi al bar per 4 chiacchere e due drink. Ma alle 17.00, scoccava l'ora.

Era un sabato pomeriggio di fine novembre, a quest'ora ormai era buio, c'era un vento freddo che proveniva da est, e mi incamminai per andare in piazza. Arrivato in piazza ero tutto infreddolito e la sfortuna volle, che iniziò pure a piovere, ma ormai ero lì e mi misi a correre, finchè entrai in chiesa sperando di sbrigarmela velocemente, ma c'era già molta gente prima di me e il parroco del paese non era ancora arrivato.

Ero pieno di freddo, e bagnato come un pulcino, cambiai idea e volli tornare a casa, feci dietro front e per uscire dalla chiesa passai davanti alla sacristia, lì sentii una voce tuonante che mi intimò: "Ehi! Dove vai?"

Mi girai di scatto ed era lui, don Giuseppe, era appena arrivato e si stava cambiando per
le confessioni.
Don Giuseppe era il parroco del paese, un omone alto quasi 1.90 m, senza nè baffi nè barba, con due occhioni neri e profondi, un naso grande, ma sottile e pronunciato, tanti capelli bianchi come il platino, che portava pettinati a lato, formando un onda sulla fronte, come quelle del mare e aveva delle labbra fine che gli facevano una bocca spesso seria, ma allo stesso tempo importante e tenera, il mento aveva una graziosa fossetta nel mezzo, teneva due braccione pelose che uscivano dalle maniche, un petto bello pronunciato che spingeva nella tonaca, accompagnato da un bella pancia soda.
Insomma, non vi nego che fin da bambino, ero affascinato dal nostro prete, autoritario, deciso, e quasi militare.

"Buonasera don Giuseppe!" dissi, "mi scusi ma ho preso tanta di quella pioggia e ho molto freddo, non riesco a rimanere in chiesa ad aspettare il mio turno, c'è molta gente ho visto!"

Lui, alzò le sue grosse sopracciglia bianche che sembravano due spazzolini da denti, bianche e folte, e mi disse:
"Dai corri qua, vai un attimo di sopra, nel bagno è acceso il riscaldamento, ti asciughi un
pochino, io confesso tutti gli altri e intanto aspetti il tuo turno.Tranquillo vengo a chiamarti io!"

Così accettai, entrai in sacristia e salì al piano superiore, li c'erano altre 4 stanze.
Due erano in disuso, qualche mobile vecchio ma niente di più, in una stanza invece c'era un crocefisso, un divano pieno di buchi, e due belle librerie, che erano talmente vecchie che sembravano uscite da un film del signore degli anelli. Nell' ultima stanza c'era il bagno, nel quale entrai.

Era tutto bello caldo, pulito e profumato. Probabilmente don Giuseppe era appena stato, perchè c'era il profumo della sua colonia.
Chiusi la porta a chiave, mi spogliai e misi tutti i vestiti sui due termosifoni bollenti, e mi ranicchiai, aspettando di scaldarmi e stare un po meglio.

"TOC! TOC!"
Sobbalzai, e dissi: "Si?? Arrivo arrivo!" Era passato parecchio tempo e non me ne accorsi.
Fuori dalla porta don Giuseppe mi disse che se volevo, potevo scendere per confessarmi che era arrivato il mio turno.

Io ero ancora li tutto nudo e crudo, ed esclamai: "Mi dia un attimo per favore, stavo asciugando i vestiti bagnati! Scendo immediatamente!" lui ribattè:
"Fai con calma tranquillo!"
E nel mentre mi rivestivo, ebbi una sensazione molto strana, un brivido mi scese giù per la schiena, mentre ero intendo a vestirmi, girari la testa e mi venne d'istinto di guardare verso il buco della chiave della porta, li, c'era un brilluccichio strano, come se ci fosse un occhio che fa riflesso con la luce della stanza. Mi tolsi dalla testa subito quel pensiero, finì di vestirmi e mi precipitai alla porta, la aprii per scendere, e non c'era nessuno, "era solo la mia immaginazione" dissi a me stesso, e scesi le scale, arrivai in sacristia e li c'era don Giuseppe ad attendermi, mi disse:
"Vado un attimo in bagno, tu intanto vai pure al confessionale!" io annuì con la testa, e feci per recarmi all' uscita.

D'istinto mi bloccai... Rimasi 2 secondi a fissare il vuoto, nel mentre sentivo don Giuseppe salire le scale di legno, nella mia mente pensai: "Ma si perchè no? Solo una volta, e poi mai più..." Ripensai al brilluccichio della porta, allora mi girai e quatto quatto, lesto e silenzioso, mi recai su per le scale, in punta di piedi arrivai al piano di sopra, passai tutto il corridoio, arrivai al bagno...

Stavo iniziando a sudare, il cuore mi batteva forte. Mi abbassai leeeentamente, avvicinai il viso al buco della chiave, e trattenendo il respiro, iniziai a guardare e spiare...

"HAI DIMENTICATO QUALCOSA?!?!?!" sentii tuonare alle mie spalle.
Era don Giuseppe che mi beccò in flagrante, mentre cercavo di spiarlo dal buco della porta del bagno.

"Ecco io ... .... le chiedo scusa. Non è come sembra... La prego.." iniziai a piangere dalla vergogna.
Lui rimase li, in piedi con il muso serio, le sopracciglia che gli coprivano gli occhi, e in silenzio tombale a fissarmi. Io piangendo caddi seduto sul posto e rimasi col culo per terra a singhiozzare e chiedergli scusa.

"Penso che per oggi possa bastare..." mi disse con un tono più tranquillo ma deciso, si avvicinò mi prese per le braccia e mi alzò in piedi.

"Ora fila a casa, IMMEDIATAMENTE! faccio a finta che non sia successo niente!"

Io annuì con la testa e subito tentai di fuggire da quella situazione, ma passando di fianco a lui, mi bloccò con l'altro braccio, mi cinse il petto e mi diede un abbraccio stritolante.

Sentivo il profumo della sua colonia, il suo respiro profondo e basso, avevo la testa sul suo petto dal quale spuntavano fuori pochi peli bianchi dal colletto, che mi solleticavano il naso,
si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: "Però prima, devi espiare i tuoi peccati..."

Il suo alito sapeva di menta, il suo calore era avvolgente, non mi controllai ed ebbi un erezione...
"Vieni con don Giuseppe", sussurrò nuovamente, tenendomi con un braccio, mi prese di peso con l'altro e come per istinto, mi aggrappai al suo collo.
Mi portò nella stanza affianco, dove c'era il divano, io tentai di dire qualcosa, ma ogni volta lui mi zittiva in maniera religiosa, ma militare e diligente. Avevo il cuore che batteva a mille...

"Ora devi confessarti. Giusto?" , io annuì.
"Cosa stavi cercando prima, al dilà del bagno?" io rimasi in silenzio.
"Ti ho chiesto cosa stavi cercando al dilà del bagno?" io ancora in silenzio.
Mi strinse piu forte a lui e mi guardò dritto negli occhi e ripetè:
"Te lo chiedo per l'ultima volta, poi sappi che non tornerò mai più su questo discorso vita naturaldurante, pensaci bene, perchè significa che sarà la tua unica occasione......."

"CHE COSA STAVI CERCANDO PRIMA, AL DILA' DEL BAGNO!!????"

Io: "Lei don Giuseppe!! Lei!! Speravo di vederla in un momento suo personale, e le chiedo scusa per questo!!"
Lui fece un sorriso solare e stupendo, mi prese la testa e mi baciò.
Mi baciava in un modo sublime e tenace, il suo bacio al gusto di menta era stupendo, la sua lingua gustava la mia come stesse mangiando un cono gelato.
Si staccò e mi disse:
"E tu, da nudo sei la cosa più bella che io abbia mai visto caro mio..." e iniziò a togliermi la maglia.

Subito capii che in realtà, lui mi stava spiando veramente dal buco della porta quando ero intento ad asciugarmi. Lo guardai attonito, quasi offeso, ma ero eccitatissimo, avevo il cuore a mille e quel prete che io ho sempre adorato, era li con me e per me, e mi desiderava...

Io gli tolsi la camicia e nel momento in cui lo feci, il prete sfoggiò un petto stupendo, pelosissimo e tutto bianco.
Un bel pelo fitto e morbido, che lasciava intravedere solo due splendidi capezzoli rosa.
Una pancia soda e stupenda, io non resistetti e iniziai a leccarlo avidamente in mezzo quel petto.
Mi stavo gustando quei stupendi capezzoli. La sua colonia lì, era mista all odore del suo sudore, e piano piano scesi sempre di più.
Lo distesi nel divano e presi le redini della situazione. Iniziai a slacciargli i pantaloni glieli tolsi velocemente. Aveva delle mutande bianche, di quelle di una volta, con la tasca davanti, e si intravedeva un erezione spaventosa sulla cima della quale, una macchiolina faceva capire che il prete era eccitatissimo.

Gliele sfilai con supremazia, lentamente e con desiderio. Rimbalzò fuori un cazzo durissimo, piccolo ma molto grosso, con una cappella lucida e tutta bagnata che pulsava e continuava ad emettere forti umori di liquido, le palle erano grandi quanto il cazzo, enormi, tutto immerso in un stupendo giardino di peli bianchi, come la neve, e cosparsi della sua eccitazione.

L'odore di urina era forte, probabilmente era stato in bagno poco prima veramente, ma si sentivano forte anche l'odore dei suoi umori, e quel cazzo continuava a pulsare come un matto, come chiedesse di essere mangiato.

Il prete mi lasciò fare, iniziai a gustarmi quel piccolo ma grosso pasticcino, gli leccavo le palle, glielo annusavo e poi tornavo a spompinarlo come se dovessi staccarglielo.

Era buonissimo sapeva veramente di maschio, era il mio prete, era il mio parroco e questa idea, mi faceva scoppiare il cazzo nelle mutande.
Don Giuseppe iniziava a godere, però capii solamente dopo che cosa voleva, mi prese la testa e alzando le gambe come la ruota di un pavone, mi infilo la testa fra le sue natiche.

"Se vuoi che ti perdono, fammi tuo ragazzo........." disse con voce tremolante e godereccia. Non ci pensai due volte, infilai naso e l'intera faccia in mezzo quel culo pelosissimo e bianco, il sudore anche li era intriso dai suoi umori anali, la prostata gli stava producendo una quantità enorme di lubrificante.

Iniziai a leccarlo, a mangiarlo, ad allargarlo con la lingua. Era buonissimo......
Lui godeva come non mai e mi pregò di non fermarmi. Io non resistessi calai i pantaloni e tirai fuori il mio cazzo che era durissimo ormai. Lui quando lo vide esclamò: "Eccolo lì lo scettro del potere caro mio, avevo intuito che eri attratto da me, ma non pensavo così tanto! Oggi ne ho avuto la conferma! O adesso o mai più caro il mio ragazzo! Aproffitta e fa contento questo vecchio!"

Glielo infilai dentro con forza con un unico colpo. Don Giuseppe gridò fortissimo, ma non si tirò indietro, io continuai a scoparlo e pompare, finche le sue urla di dolore diventarono di piacere.

Il suo culo era talmente umido e lubrificato dalla sua eccitazione, che ormai lo scopavo a ritmo elevato, le mie palle sudate schioccavano sul suo culo, e mentre gli davo dentro come non mai, iniziai a baciarlo e poi, a leccargli capezzolo per capezzolo, in mezzo ai peli da una parte all'altra, il tutto mentre segavo quel piccolo, ma grosso cazzo come un tappo di damigiana.

Ero al culmine, non ce la facevo più. Lui pregava di continuare, ma io non ce la facevo.
"CONTINUA CONTINUA!" mi urlava, e io gli risposi: "MI PERDONI PADRE NON CE LA
FACCIO PIU DEVO SBORRARE!"
E al secondo colpo, iniziai a sborrargli nel culo tutto il mio piacere e il mio miele. Lui sentii la mia sborra calda che gli entrava, il mio cazzo che pulsava, mi guardo fisso negli occhi e mi intimò:
"CHE SPLENDORE!!! COME GODO..... RAGAZZO MI FAI SCOPPIARE!!" "AAHHHH!!"
"AHHHHH!" urlò e gemette;

E dal suo cazzo iniziarono a partire dei getti di sborra, ma così tanti, che gli innondarono il petto e i primi due mi arrivarono in faccia.
Velocemente cercai di non sprecare quel ben di dio e glielo presi in bocca, bevendo piu che potevo e pulendolo a dovere. Lui continuava a godere con un espressione di pace e rassegnazione, io stremato ma contento, ripiombai giù e mi distesi sopra di lui, tutto sudato e in mezzo a quei peli, e al caldo del suo corpo, trovai un giaciglio in cui rilassarmi e chiudere gli occhi per un attimo.

Rimanemmo così per una mezz'ora, in silenzio.
il suo respiro mi faceva salire e scendere come su un altalena, esclamò in tono rilassato e stanco: "Io ti assolvo dai tuoi peccati cucciolo....Grazie.."

Non risposi nulla.
Nel frattempo fuori aveva smesso di piovere, andammo in bagno per darci una ripulita e ne
approfittai ancora per gustarmi la vista di don Giuseppe completamente nudo.
Il piccolo pisellino era diventato quasi invisibile, ma rimaneva sempre grosso come il polso di una mano. Gli diedi un bacio sulla guancia, lui mi guardò e sorrise.

"Ci vediamo domani mattina alla messa!" Disse, io annuì. Rivestiti e asciutti uscimmo dalla chiesa, ormai era buio pesto, dovevo tornare a casa e mi chiese se volevo un passaggio.

Rifiutai l'offerta e mi incamminai nel buio della sera.
Dopo quel giorno, non tornai più in chiesa al mio paesello, mai più. Non so se per vergogna, per pudore o paura. Forse per rispetto verso di lui, il quale non avendomi più cercato a sua volta, mi fece capire che fu la scelta giusta.

Ma resta il fatto che don Giuseppe, non lo vidi mai più, sentii anni dopo che era andato in pensione, o che forse gli avevano dato un'altra parrocchia.
L'idea mi fece salire un pò la tristezza, ma quel che è certo, è che un uomo così meraviglioso, non lo dimenticherò mai.
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