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Prime Esperienze

Un sogno che si avvera


di Flamingo
23.05.2023    |    16.982    |    10 9.2
"La serata passò fra barzellette sporche, boccali di birra, ordini di griglie e patatine, e ogni tanto qualche occhiatina furba..."
Quando il telefono squillò, non ebbi il tempo di capire che ora fosse. Appena uscito dal lavoro, dovevo tornare a casa, lavarmi e prepararmi, per poi andare immediatamente alla piazza del mio paese natio, dove come ogni estate, iniziava la sagra paesana.

"Si pronto!" risposi, era una delle mie amiche: "Ciao! Riesci a venire in piazza un pò prima stasera? Hanno bisogno di te in cucina!" Io preso dalla preoccupazione e che ero già tardi, risposi: "Ok ok va bene! Vedrò di fare il possibile! Ma perchè? Cosa succede?"
Lei si dilungò a raccontarmi tutto ciò che successe nel pomeriggio, ma alla fine mi spiegò che purtoppo, Marcello il cuoco era rimasto da solo e non c'era nessuno a dargli una mano alla prima serata di sagra.

Io sussultai leggermente, quasi in automatico da quello che stavo sentendo, nella mia testa c'era già il pensiero di passare tutta una sera, in compagnia dell'uomo che fin da piccolo, ha destato in me molta ammirazione ma pure eccitazione... Era l'uomo che ci allenava da ragazzini nella squadra di calcio del paese, era l'uomo che a fine allenamento veniva a farsi la doccia con noi, era il primo uomo maturo nudo che io vidi, fin dalla tenera età adolescenziale, con me era paterno, amico, era pure il papà di uno dei miei compagni di squadra, mi ha visto crescere, eppure io tremavo quando era vicino a me. Ricordavo i tempi in cui eravamo tutti quanti sotto la doccia, dopo allenamento, e io gli spiavo tutto quel pelo che aveva nel petto, quel pisello magnifico che da moscio, per me che ero piccolo, sembrava enooooorme, e che penzolava da matti, appoggiato su quello scroto gonfio e pasciuto.
Ricordo l'odore del suo bagnoschiuma, ricordo i suoi baffoni pieni di sapone che gocciolavano mentra era intento ad insaponarsi il corpo, insomma, per me era una meraviglia di madre natura.

Cambiato e docciato, arrivai in piazza, salutai tutti, ed andai verso la cucina. Aprii la porta, una folata di caldo e odore di griglia mi entrò nelle narici, e lui era già li.
Era ovviamente invecchiato rispetto la descrizione di quando ero ragazzino, all'epoca del racconto aveva circa 62 anni, ma per me, era come se vedessi un angelo.

Era in pantaloncini corti, completamente a petto nudo, tutto però coperto da un grembiule da cuoco, di quelli che si legano al collo e alla cinta, quindi si intravedevano solo le braccia e la completa schiena nuda.

"Finalmente sei arrivato!" mi disse in dialetto, "E' un ora che ti aspetto!" continuò ridendo e
sghignazzando, "guarda che hai già il rimorchio sul tuo posto!" Si riferiva ad un boccale di birra che lui gentilmente, aveva preparato per il mio arrivo. Iniziamo bene pensai, e così indossando il mio grembiule, mi misi a dargli man forte nel cucinare.

La serata passò fra barzellette sporche, boccali di birra, ordini di griglie e patatine, e ogni tanto qualche occhiatina furba. Mi raccontò di quando giocava a calcio da giovane, e se mi ricordavo di quando mi allenava da ragazzino, man mano che l'alcool e le birre salivano, i racconti si facevano piu "strani", mi raccontava delle sue scappatelle, cosa combinava da militare, come ha conosciuto sua moglie e ci ritrovammo alle 23.30 passate, che finalmente stavamo pulendo, stanchi, sereni, ma ubriachi marci (almeno io), e come ben si sa, quando si è stanchi e ubriachi, le inibizioni si fanno da parte...

I nostri colleghi della sagra passavano uno alla volta a salutarci perchè andavano a dormire, e qualcuno chiedeva se volevamo una mano, ma rifiutammo sempre, anche perchè avevamo quasi finito (non era vero), finchè poco dopo la mezzanotte ci ritrovammo da soli.
Ero intento a pulire una delle griglie quando il cuoco, (ormai lo chiamerò così), mi disse: "Hai chiuso tutto? o faccio io il giro? Così chiudiamo anche qua la cucina, mettiamo apposto e poi andiamo a nanna".
Gli risposi che sì, era già chiuso tutto.

"OOOH!! Finalmente! CHE CALDOO!" disse;
E tutto ad un tratto, si tolse il grembiule in senso liberatorio, e rimase a petto nudo e in pantaloncini, sentivo l'odore del suo sudore, mentre era intento ad asciugarsi come poteva, ma io non riuscivo a spostare lo sguardo, ebbi un erezione, che cercai di nascondere girandomi di spalle e continuando a pulire la griglia.

Mi sforzavo di non guardarlo più, il suo silenzio mi insospettiva non poco, ad un tratto sentii vicino all'orecchio la sua voce in dialetto che sussurrava: "Piccolo, pensi che non me ne sia mai accorto di come mi guardi? Guarda che non sono diventato vecchio per niente..."

Io iniziai a tremare, restai sempre girato di spalle, tremavo per l'eccitazione, il respiro mi si faceva affannoso, e quando il cuoco finì di dirmi quelle parole, sentì i suoi baffi scendere sul mio collo ed iniziare dolcemente a baciarmelo.

"Posso?" continuò sussurrando,
Io rimasi in silenzio, mi prese una mano e piano piano mi girò verso di lui.

"Di che cosa ti vergogni? Siamo fra uomini" disse mentre mi girava, e quando fui voltato,
vidi lo spettacolo piu bello della mia vita.

Si era spogliato completamente, era come mamma l'ha fatto, un fisico maturo, peloso, brizzolato e stupendo, con un pò di pancia pelosa e sotto, il suo cazzo non era più come lo ricordavo, ma molto meglio...
Era in tiro, più grosso e pasciuto, duro, e pulsava verso l'alto, la sua cappella che mi guardava dritto era già gocciolante e chiedeva desiderio, il suo scroto era gonfio come un krafen, e peloso come la lana.

Lo guardai di nuovo negli occhi, era eccitatissimo, con un sorrisone tenero ma deciso mi prese la testa e mi baciò, la sua lingua era amara e il suo odore da maschio maturo, fece esplodere il mio cazzo nelle mutande, i suoi baffoni profumavano di birra, ero in paradiso e ringraziavo di quel momento.

Si staccò, mi tolse la maglia e di peso mi alzò per mettermi disteso sopra il congelatore, mi tolse i pantaloni e iniziò a leccarmi dappertutto. Dopo di chè, girò la mia testa sul congelatore e mi porse il suo gioiello gocciolante che aveva fra le gambe.

Iniziai ad ingozzarmi di quel meraviglioso cazzo, e di tanto in tanto uscivo per leccargli bene le palle e annusargli il pube, mentre con la lingua continuavo a leccargli la cappella, per poi continuare a spompinarlo come meritava.
Lo segavo e lo spompinavo, mi stavo gustando una prelibatezza divina, che solo un miracolo che si avvera potrebbe spiegare ciò che stavo provando.

Sentivo che godeva, ansimava, mi sudava addosso, e la sua voce mi faceva impegnare ancora di più per soddisfare quel vecchio toro. Si leccò le dita ed iniziò a sditalinarmi il buco del culo, ansimando in dialetto mi disse:
"Piccolo, è da anni che sogno di sistemarti per bene, trombandoti come non mai, così forse la smetterai di guardarmi in quel modo fin da giovane!! Cosa credi?? è da tanto tempo che ho capito che mi desideri in questo modo, ora non ti lascio scappare! Adesso mi sfogo!!"

Io annuii e risposi con un
mugolio tappato, perchè avevo la bocca piena del suo cazzo, e me la stava scopando fino in gola senza fermarsi.
Ad un tratto mi prese di peso e alzò le mie gambe fino alla sua faccia. "hai anche un bel pisello giovanotto complimenti!!" disse sempre in dialetto, e continuò: "Ma io invece desidero tanto quest'altro!"
Aprì i mie glutei e facendosi strada con il naso e i baffoni, si infilò nel mio culo con la lingua, inizò a mangiarmelo come se stesse leccando un cono gelato.

Sentivo i suoi baffi che grattavano sulle mie palle e poi sparivano sotto il mio culo, mentre stava iniziando a scoparmi con la lingua.

Gettai un urlo di piacere, non riuscii a controllarlo, di istinto il cuoco, mi mise una mano in faccia per tapparmi la bocca, ma continuò con il suo lavoro di lingua, fino a farmi diventare il buco come un anello di burro.

Godevo da matti ormai non capivo più niente, finalmente si staccò, aveva le labbra rosse a forza di mangiarmi il culo, mi tirò per le gambe verso di lui e mi disse: "Ecco qui, il tuo desiderio è diventato realtà", e con un colpo dolce ma deciso, mi penetrò da dietro fino alle sue palle e iniziò a scoparmi a ritmo, sempre pù veloce, sempre più veloce, finchè sentivo il suo scroto che scandiva il ritmo, schioccandolo contro i miei glutei sudati ad ogni pompata che mi dava.

Io godevo da matti, mi girava il mondo, non capivo piu nulla, ormai ero inerme fra le sue braccia, riniziai per sbaglio a mugolare troppo forte, ma stavola per non farmi urlare troppo, mentre mi scopava mi diede uno schiaffo d'stinto, e poi, si mise a baciarmi con quei baffoni che sapevano dei miei umori, e la sua lingua calda che coccolava la mia.

Godeva da matti, mi pompava come un toro, solo a ripensarci adesso, ho un erezione mostruosa, non ricordo per quanto tempo andò avanti ma io non resistetti, iniziai a godere sempre di più, sempre di più, gli dissi: "Cuoco! Sto per venire non resisto! Oddio!" , lui tutto sudato ed eccitato mi fece il suo solito sorriso dolce, e mi disse: "E allora esplodi cucciolo!" E iniziò a scoparmi ancora piu forte e veloce......
Io sborrai.
Esplosi come un vulcano e lo pregavo di continuare perchè ero in un'altra
dimensione. Lui alla vista di me che eiaculavo, con un dito raccolse un pò di sborra, la annusò, e poi se la gustò come un leccalecca, e mi disse sempre in dialetto: "Eccomi! Eccomi! il tuo sogno si è avverato! Prendilo tutto!! Godo!! Eccomi!!", tirò fuori il suo cazzo meraviglioso e pulsante dal mio culo e alzandomi
di scatto me lo infilò in bocca.
Fu un esplosione di piacere,il cuoco cominciò a sborrare e a godere talmente tanto, che non riuscivo a contenere tutto il suo miele in bocca, il suo cazzo pulsava nella mia bocca e spruzzava una confettura caldissima e dolcissima, deglutivo meglio che potevo, ma il resto, mi uscii in giro per la faccia, e sul mento e sul mio petto. Vederlo in viso come godeva, e sentire la sua voce che tremava mentre mi sborrava tutto in bocca, era splendido, bellissimo.

La quiete che ne scaturì dopo, fu strana, ma ovviamente capii che ognuno avrebbe dovuto tornare alle proprie vite.
"Non mi dici niente?" mi disse mentre mentre mi aiutava a pulirmi da tutto quel ben di dio che mi fu regalato.
"Io non ho parole," gli risposi, "se non ringraziarti cuoco. E' da una vita che desideravo di averti, anche solo per un minuto nudo per me, e tu mi hai invece regalato una serata di passione". "Non so come tu l'abbia capito, ma te ne sono grato. Spero potremmo rivederci magar............." ma mi zittì tappandomi la bocca con un dito e disse sottovoce: "Guarda che i sogni non si avverano sempre, non fare l'ingordo! I sogni son desideri, e tali devono rimanere, sennò senza desiderio, stasera non avrebbe potuto aver luogo niente".

Mi diete un bel bacio in bocca a stampo, sentii per l'ultima volta i suoi baffoni solleticarmi il naso, e dopo esserci rivestiti mi diete una pacchetta sul sedere dicendo: "Via a nanna adesso, ci vediamo domani! Notte piccolo!" io approfittai per dargli l'ultima palpata a quel pacco meraviglioso che aveva e gli diedi un bacione sulla guancia.

Fuori dalla cucina, ci salutammo così, come due amici, compaesani, ognuno per la sua strada, la cosa li per li mi sembrò triste, ma in realtà, tutto va come deve andare.

La sera dopo, ci salutammo come ci salutiamo da 30 anni a sta parte, ma in cucina tornò l'aiuto cuoco della sagra e la ragazza che lavorava alle griglie, quindi io ritornai al mio ruolo nel chiosco della birra.
Non fu più toccato l'argomento anche nei mesi a seguire, e attualmente, non ho nemmeno più avuto modo di stare in situazioni da solo con lui.
Quando ci si vede ci si saluta, con i classici convenevoli da compaesani, come niente fosse, ma con lo sguardo pieno di complicità e qualche occhiolino di troppo, ma che scalda il cuore.
Non dimenticherò mai quella notte di mezza estate.
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