Racconti Erotici > trans > I miei anni universitari - Parte Terza
trans

I miei anni universitari - Parte Terza


di dolcementemotivo
13.10.2023    |    1.949    |    5 9.8
"E perché non sta definitivamente con quella che si tromba qua?-… rispose l’altro: -..."
Questa è una storia che racconta una parte di vita veramente vissuta, scritta con eleganza erotica, senza pornografia esplicita o termini volgari
Se pensate sia il solito racconto per cui vorreste eccitarvi e per/o masturbarvi,

NON LEGGETELO: NON FA PER VOI!

-Assolutamente non è il tipico racconto a carattere pornografico-
Soffrirete, piangerete, griderete, esulterete con me...
Non sono propensa a scrivere un racconto di vita vera inserendovi forzatamente storie di solo sesso in maniera esplicita e volgare, quindi se cercate racconti di questo tipo, vi prego di andare oltre.
Chi invece vorrà “vedere” uno scorcio della mia vita, accomodatevi e buona lettura.
Grazie

Per motivi di privacy i nomi sono di fantasia e sono diversi dalla realtà

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

I miei anni universitari

=== Parte Terza ===

La relazione con Fabio durava ormai da quasi un anno e appena aveva dei giorni liberi mi avvisava con grande anticipo sui tempi per poi venire a casa mia.
Capitava spesso che uscissimo per fare una passeggiata la sera e dopo mille baci finivamo sempre per fare l’amore. Io a tutti gli effetti ero la sua “donna” e il mio ruolo era esclusivamente passivo, ma non mi dispiaceva affatto, anzi lo trovai consono alla mia indole e diversamente non avrei desiderato fare altro.
La mia vita era tutta incentrata esclusivamente sul mio amante e i miei studi, tralasciando per un po' Enrico e gli altri miei amici che comunque erano presi come me dal frequentare i corsi universitari. La mia vita forse appariva povera agli occhi di qualcuno, ma io provavo forti passioni, grande felicità e gioie indescrivibili.
Il mosaico della mia vita era formato come da tante tessere composte dai miei studi universitari, dal mio sentirmi donna, dal far l’amore col mio vigoroso amante e sembrava vi fosse rimasto poco spazio per le mie amicizie, cosa che volli recuperare poiché le avevo trascurate per troppo tempo.
Decisi di ricontattare Enrico incontrandolo in facoltà e gli chiesi, scusandomi per aver trascurato lui e gli altri amici, di poter uscire insieme una sera appena fossimo stati tutti disponibili.
Il mio amico sorrise e mi rassicurò che non avevo nulla da farmi perdonare e che stavo vivendo l’amore nella sua pienezza notando la gioia sui miei occhi. Mi fece trasalire di stupore e sorrisi dolcemente a Enrico confermandogli che era tutto vero quel che diceva.
Il mio amico mi disse che sicuramente andava benissimo sotto le lenzuola, io ancor più sorridente e stupita di come capisse i miei stati d’animo, arrossii facilmente, ma trovai un po' di fiato per dirgli quanto fossi incredula che l’intesa fisica con un uomo potesse arrivare ad essere così intensa e bella.
Mi fece i complimenti e mi rappresentò un’allegoria su una giostra di specchi e luci e finché questa girava e mi trovavo lì sopra, era giusto trarne tutta la felicità possibile.
Enrico era un perfetto organizzatore e ci incontrammo tutti in un locale per andare a ballare, sito tra la zona del castello Ursino e quella del Duomo, dove ci saremmo sicuramente divertiti.
Io mi presentai truccatissima, con capelli ormai divenuti lunghissimi, un mini abito aderentissimo, calze in pizzo e scarpe in vernice nera con tacchi alti. Le mie amiche Katia e Liliana mi fecero i complimenti dandomi della vamp, ma anche loro non scherzavano affatto, confermandogli che anche loro erano delle autentiche bellezze di pura femminilità.
Ci scatenammo in pista al ritmo di musica tribale e molto movimentata. Ragazzi di altri gruppi che vedevano ballare tre belle ragazze tra loro ne furono facilmente attratti e avrebbero voluto fare la nostra conoscenza, ma fortunatamente i nostri amici e accompagnatori ci stavano vicino: Enrico non mi mollava un attimo facendo capire a quei bellimbusti come se fosse il mio fidanzato.
Dopo aver bevuto qualche analcolico venne il momento di andare in bagno insieme alle mie amiche, uscimmo chiacchierando tra noi, quando con la coda dell’occhio, vidi qualcuno che conoscevo, volevo soffermarmi, ma le mie amiche vollero ritornare in pista, quindi dissi loro di andare avanti e che le avrei raggiunte poco dopo.
Avevo adocchiato i commilitoni di Fabio e stavano parlando proprio di lui.
Presi un bicchiere vuoto lì vicino come fossi intenta a sorseggiare qualcosa per origliare alle loro spalle. Uno di loro stava parlando a voce alta: -...ti dico che Fabio ha un’amante qua a Catania che se la tromba ogni volta che vuole, mentre si tiene stretta la fidanzata che abita in un’altra città e che non gliela vuole dare, per cui scopa con una e si pavoneggia con l’altra!-...
Quelle frasi mi rimbombavano in testa continuamente…
Mi sentii morire a sentire su quel che dicevano di noi, quando un’altro domandò: -...e perché non sta definitivamente con quella che si tromba qua?-… rispose l’altro: -...perché a quanto pare la sua fidanzata è più bella, inoltre ha la famiglia ricca e piena di proprietà! Che faresti al suo posto?! Trombi con quella disponibile, ma ti sposi con l’altra!!-… tutti ridevano a crepapelle acclamando le scelte del “mio” Fabio.
Mi sentivo come uno straccio e un senso di vergogna mi scuoteva la coscienza: che stupida fui a credere in un amore sincero! Ero solamente una travestita! cosa potevo pretendere d’altronde?
Ad uno degli specchi del locale vedevo il mio riflesso, del resto forse avevano ragione quei ragazzi.
Sono una bella bambolina, ma il mio corpo, sebbene androgino e abbia molte fattezze femminili, rimaneva sempre quello di un maschio tra le mie gambe, ma questo lo sapeva solamente Fabio e i miei amici.
Cercai di non cadere preda nella facile disperazione come mi era solito fare… ma diamine! Io amo Fabio!… e perché mi ha fatto questo? Non l’ho meritavo! O comunque forse dovevo cominciare a rassegnarmi di prendere per buono solo quel che potevo realmente ottenere.
Tornai tra i miei amici e vidi Katia e Liliana ballare allegramente, per un attimo fui invidiosa di loro, perché forse erano capaci di avere un vero futuro con un uomo alla luce del sole, senza doversi nascondere da nessuno… io invece non avrei mai potuto avere tutto ciò.
Enrico mi venne vicino chiedendomi se fosse tutto a posto, sorrisi e gli dissi di sì. Cercai di non pensarci oltre e di buttarmi in quella serata organizzata solo per svagarsi e divertirsi, anche se avevo il dolore nel mio cuore e la mia anima ammalata. Dovevo vincere quel sentimento di mortificazione e solitudine che stavo provando, ribellandomi e fregandomene come se non mi importasse più nulla.
La serata passò allegramente e ballavamo come forsennati in preda all’ultimo ritmo, trascinando le nostre anime e i nostri corpi in un vortice di allegria e spensieratezza.
Quando uscimmo dal locale mi coprii col mio cappotto per contrastare il freddo micidiale della notte, entrammo nell’autovettura di Enrico che accompagnò tutti quanti, lasciandomi per ultima.
Enrico mi guardava e sembrava avesse notato qualcosa nei miei atteggiamenti come se fosse cambiato qualcosa. Sapeva leggere nei miei occhi, per lui sono sempre stata un libro aperto, non mi domandò nulla, ma era chiaro che avesse ormai intuito che qualcosa non andava, così gli dissi che un giorno gli avrei parlato di una cosa e lui mi domandò se riguardasse Fabio: touché!
Gli confermai che lui aveva un’altra da tempo e che la cosa non mi andava giù…
Enrico allora mi disse che non dovevo parlare con lui, ma con Fabio, per chiarire il tutto.
Lo salutai ringraziandolo per tutto e salii a casa.
La mia tenera Molly mi venne incontro miagolando gentilmente, la presi in braccio, la coccolai e le diedi un po' di cibo aggiungendo anche dell’acqua nella sua ciotola.
Riflettei su quel che mi disse Enrico dandogli ragione ed era proprio quello che avrei fatto appena io e Fabio ci saremmo rincontrati nuovamente.
Aspettai una delle sere convenute, come facevamo di solito, l’arrivo di Fabio a casa mia.
Quella sera non tardò affatto ad arrivare che sentii squillare il dolce campanello della mia porta.
Mi salutò come si fa con la propria amante abbracciandomi e baciandomi con passione… dovevo riconoscerlo che sapeva baciare veramente bene e non sapeva fare bene solo quello.
Ci accomodammo nel mio minuscolo soggiorno dove avevo anche il mio letto, lui prese a spogliarsi e non sapevo se fare l’amore con lui o affrontarlo subito… in un attimo fu nudo davanti a me e ricominciò a baciarmi, volli resistergli ma mi venne voglia di lui, in men che non si dica mi spogliai per balzargli in braccio. Fabio mi penetrò immediatamente così in quella posizione, mentre reclinavo la testa all’indietro facendo scendere i lunghissimi capelli lungo la mia schiena, godendo con gemiti e grida di goduria. Posatami sul letto, prese a penetrarmi profondamente, quando volle cambiare posizione, prese quindi a penetrarmi e sbattermi violentemente facendomi accovacciare a pancia in giù, inarcando la schiena verso Fabio che mi sconquassava completamente, per poi rigirarmi e guardandolo nuovamente in viso, con decisione mi allargò le mie lunghe gambe, riprendendo a penetrarmi vigorosamente come se non ci fosse un domani.
Fabio, ansimando vivacemente, estrasse il suo pene e compresi che fosse ormai prossimo ad eiaculare. Immediatamente mi inginocchiai e presi il suo pene in bocca succhiandolo avidamente, quando percepii che stava per pulsare e in un attimo mi inondò la bocca del suo liquido seminale che ingoiai compiaciuta.
Andammo insieme a fare la doccia, come eravamo soliti fare, ma anche lì Fabio sembrava non ne avesse avuto abbastanza di me, riprendendo a scoparmi con una foga incredibile e sembrando non venisse mai. Stanca e distrutta, proprio quando pensavo di arrendermi, schizzò il suo sperma sul mio petto… completamente esausta, mi adagiai sulla vasca nonostante sentissi il freddo del rivestimento in porcellana respirando con affanno… Fabio guardandomi in quello stato, cominciò a ridere, contagiandomi in una risata istericamente allegra.
Dovevo riconoscerlo che con lui avevo un’intesa sessuale molto affine e così elevata che difficilmente avrei potuto trovarla in un altro uomo.
Lentamente ci lavammo, tra baci e morsi, una sculacciata sul mio culo, una strizzata ai miei capezzoli, ero divertita come una matta che non voleva assolutamente andarsene dal quel bagno.
Presi ad asciugarmi i capelli, mentre Fabio mi aspettava nel mio letto sotto le coperte mentre guardava fuori dai vetri delle finestre.
Calzai ai miei piedi le solite ballerine, misi dei collant velati e scuri, indossai una giacca sagomata di maglia nera traforata, con i miei capelli lunghissimi e lisci a fare da cornice alla mia immagine. Raggiunsi il mio pensieroso amante ancora assorto nei suoi misteriosi pensieri e senza indugi gli accennai direttamente se stesse pensando a Lei.
Fabio si girò di scatto e mi guardò sorpreso, dispiaciuto e pieno di colpevolezza.
Avevo immaginato di aggredirlo verbalmente e di fargli una scenata, ma non sarei stata me stessa, così presi a parlargli con estrema tranquillità: -“So tutto! So che hai un’altra donna ad aspettarti in un’altra città, però io ti piaccio e non mi hai mai mollata, anche se alla fine lo farai! ...dopotutto la nostra è una relazione clandestina ed io non sono una vera donna, ma quest’ultimo particolare lo sappiamo solo noi!”-...
Fabio cercò di replicare, ma balbettò senza potersi esprimere, lo tacitai sorridendogli dolcemente e poggiandogli il mio indice sulla sua bocca mentre gli sussurravo di fare il silenzio.
Avevo una serenità ed una tranquillità che sorprendevo persino me stessa, ma la realtà accettabile era solo questa e non poteva essere cambiata.
Gli dissi che avrei voluto sbatterlo fuori non appena si fosse presentato, ciò nonostante, avrei perso tutto lo stesso e nella mia condizione non volevo e non potevo permettermelo.
Sono come un demone che si nasconde dalla luce del sole perché non potrei essere accettata da tutti, quindi mi stava bene anche così.
Fabio era sconvolto e a disagio per quello che aveva appena sentito, un’altra lo avrebbe trattato in malo modo, ma non lo feci, mantenni una invidiabile calma così disarmante che gli chiesi che intenzioni avesse per il futuro.
Fabio ancora emozionato, mi disse: -“Lei non sa nulla di te, ma…”-...
...con un nodo alla gola continuò con tre parole: -”...non voglio perderti!...”-.
Lo fissai col mio sguardo dritto negli occhi e gli replicai: -”...nemmeno io...”-.
La relazione con Fabio durò un’altro anno, anche quando finì il servizio militare, ci vedevamo ugualmente anche se più di rado, uscivamo insieme, ma soprattutto in lui non era mai scemata la voglia di portarmi a letto, cosa che gradivo moltissimo.
Sapevamo entrambi che, prima o poi, sarebbe finita la nostra storia, ma finché Fabio si presentava a casa mia, pensavo unicamente a godere il più possibile di tutti quegli intensi momenti che ci regalava la nostra relazione segreta.
Sembrava il tempo fosse imprigionato come se si stesse camminando all’interno di un anello, quando una sera ci incontrammo sul lungomare, sullo stesso luogo dove ci eravamo dati appuntamento per la prima volta. Ma questa volta l’atmosfera non era idilliaca, ma tesa e Fabio era più serio del solito. Eravamo rimasti in piedi ambedue, Fabio mi pose uno sguardo glaciale sui miei occhi, come non aveva mai fatto. Schiettamente e con poche parole, mi disse che doveva sposarsi ed era meglio che non ci saremmo più rivisti… per sempre!
Acconsentii serenamente come se non ci fosse nient’altro da fare, accettando di buon grado la fine della nostra storia e lo salutai come si fa solitamente con un vecchio amico, quindi, da sola, me ne andai a piedi verso la strada di casa.
Fabio restò, come fosse una statua di pietra, fermo, in piedi sul marciapiede continuando a fissarmi mentre mi allontanavo, forse speranzoso di un mio ripensamento, mentre io non mi girai affatto.
Ero abbastanza lontana da lui, ormai intenta unicamente nel voler ritornare a casa, quando sentii un nodo in gola e poi, come un tonfo al cuore, mi mancò per un attimo il respiro e dopo un singhiozzo, cominciai a piangere...
Continuai a camminare, incurante in quel momento di una lieve pioggerellina che lavava il mio viso, confondendo le mie lacrime nella pioggia.


...to be continued...


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per I miei anni universitari - Parte Terza:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni