Racconti Erotici > trans > La Festa di Carnevale
trans

La Festa di Carnevale


di dolcementemotivo
05.10.2023    |    1.597    |    15 9.8
"Guardandomi negli occhi e con la sua voce calda e profonda mi disse che mi avrebbe accompagnata al bancone del bar per dissetarmi di qualsiasi cosa avessi..."
Questa è una storia che racconta una parte di vita veramente vissuta, scritta con eleganza erotica, senza pornografia esplicita o termini volgari
Se pensate sia il solito racconto per cui vorreste eccitarvi e per/o masturbarvi,

NON LEGGETELO: NON FA PER VOI!

-Assolutamente non è il tipico racconto a carattere pornografico-
Soffrirete, piangerete, griderete, esulterete con me...
Non sono propensa a scrivere un racconto di vita vera inserendovi forzatamente storie di solo sesso in maniera esplicita e volgare, quindi se cercate racconti di questo tipo, vi prego di andare oltre.
Chi invece vorrà “vedere” uno scorcio della mia vita, accomodatevi e buona lettura.
Grazie

Per motivi di privacy i nomi sono di fantasia e sono diversi dalla realtà

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

La Festa di Carnevale

L’esperienza delle scuole superiori fu per me molto traumatica.
Fortunatamente al di fuori dell’ambito scolastico, avevo una vita quotidiana felicemente alimentata da vera amicizia.
Ebbi la fortuna di conoscerli tramite mio fratello gemello per un caso fortuito, da lì scaturì la mia felicità di avere quattro veri amici, più grandi di me, che mi rispettavano e mi volevano veramente bene.
Non sapevano delle mie inclinazioni, delle mie disgrazie a scuola e nemmeno cosa mi piacesse o facessi realmente, del resto a loro andavo bene così come ero.
I miei amici lavoravano tutti molto sodo, uno lavorava presso un meccanico, un’altro come cameriere in un ristorante, l’altro in un supermercato e l’ultimo in una sala di barberia.
Sul tardo pomeriggio, dopo aver finito, io di studiare e loro di lavorare, eravamo tutti in libertà per incontrarci e uscire tutti insieme.
Non pensai che un giorno potesse succedermi un evento che mi avrebbe sconvolta e cambiato per sempre e definitivamente la mia vita.
Era vicino il periodo del carnevale e non avrei mai immaginato che i miei amici mi avrebbero convinta a partecipare ad una festa in maschera.
All’indomani della festa, poiché sarebbe cominciata di sera e finita molto tardi, avevamo la fortuna di approfittare di un’altro giorno di vacanza e avrei potuto dormire a casa di uno dei miei amici col benestare dei miei genitori.
Si erano procurati dei biglietti, ma con la condizione di presentarci tutti mascherati.
Ero contenta di potervi partecipare, ma non immaginavo minimamente con quale costume e aspetto! si erano fissati con l’idea che dovevamo travestirci tutti da donne! mi tremavano le gambe solo a pensarci! io, vestita come una donna?
Già ero presa in giro a scuola, cosa sarebbe successo durante, ma soprattutto, dopo la festa?
Sarebbe stata la mia fine? Mi vedevo già costretta a sparire o a trasferirmi in un’altra città.
Ero veramente imbarazzata e spaventata dall’idea di travestirmi, che all’insaputa dei miei amici, decisi di non partecipare dandomi per malata all’ultimo minuto! del resto anche se mi sarei presentata con il normale aspetto di tutti i giorni non avrebbe cambiato granché.
Presa dallo sconforto, decisi di parlarne all’unica amica donna che conoscevo grazie a mia madre per quelle volte che l’accompagnavo per le sue acconciature e per curare al meglio i miei lunghi capelli.
Fu grazie a lei che convinse mia madre a non farmeli accorciare e fu così che da allora diventammo amici.
Lei era più grande di me, era un po' robusta, gran fumatrice, sapevo che era lesbica ma non dichiarata, mi ero accorta che gli piacevano le donne, quindi eravamo quasi uguali per ciò che eravamo dentro: due persone di sessualità ambigua.
Del resto a me piaceva qualsiasi cosa e lei era vagamente a conoscenza delle mie inclinazioni sessuali.
Andai da lei, quasi tralasciando un particolare importante e che inizialmente avevo sottovalutato: era anche una estetista molto brava.
Parlai apertamente alla mia amica, rivelandogli apertamente della mia natura ambigua e bisessuale, di ciò che mi piaceva, dei miei continui guai a scuola, della festa a cui venni invitata, ma nulla di ciò che mi capitò nel boschetto {vedi racconto precedente – la giovane vita di un omosessuale}.
La mia amica dopo avermi attentamente ascoltata mi disse che mi avrebbe aiutata e mi convinse che non solo avrei potevo partecipare a quella festa, ma avrebbe fatto di tutto affinché nessuno mi avrebbe riconosciuta! Nemmeno i miei genitori, figurarsi i miei amici!
Ero molto titubante, ma rassicurata dalle affermazioni della mia amica, da farmi sentire protetta da quel decantato anonimato che non solo mi garantiva la totale incolumità alla mia persona, ma mi infondeva anche quella fiducia e serenità di cui avevo maledettamente bisogno.
Non potei non ringraziarla e abbracciarla, commuovendomi.
Sbalordita della mia reazione emotiva, mi chiese se tutto andasse bene. Stoicamente annuii.
Della cosa mi confidai col mio fratello gemello che rimase a guardarmi attonito e incredulo.
In realtà era spaventato da una reale catastrofe incombente e mi chiese se volessi essere accompagnata.
Gli risposi sorridendogli genuinamente che andavo con i miei amici e rassicurandolo che non mi sarei cacciata nei guai.
Mi abbracciò e mi disse di stare attenta: Amo mio fratello! È una persona stupenda, se non fosse mio fratello lo avrei sposato.
Il giorno della festa, nel primo pomeriggio, mi recai molto timorosa, nello studio della mia amica.
Mi fece spogliare completamente nuda e con mio grande disagio, cominciammo con una dolorosa ceretta integrale e dopo molti pianti e lamenti di dolore, ammirai tutta la mia pelle completamente depilata, proprio come quando ero un tenero bimbo.
Mi spalmò una crema idratante e lenitiva per calmarmi arrossamenti e piccoli ponfi, dovuti agli strappi della depilazione, segni che dopo qualche minuto scomparvero, nonostante la mia preoccupazione.
Adesso iniziava la seconda fase… cominciò a vestirmi facendomi indossare lunghe calze autoreggenti scure in nylon, mi diede uno slip contenitivo e strettissimo che fece appiattire il mio sesso fino a farlo scomparire, poi mi diede da indossare un reggiseno push-up molto imbottito, ed infine un piccolo bustino anche esso nero in pizzo per diminuire ulteriormente il giro-vita.
Tutti questi indumenti erano in elegante pizzo di colore nero. Per completare la parte più sexy del vestiario mi fece calzare delle scarpe modello décolleté a vernice nera dai tacchi alti… Era già una grande trasformazione! Indossare tutto questo mi procurò un’emozione talmente forte da farmi battere il cuore a mille!
Quando mi fece indossare una minigonna scura e una camicetta vellutata color ocra scuro, mi sentii il respiro più affannoso, tanto che la mia amica, avvertendo il mio stato d’animo, mi chiese se stessi bene.
Annuendo, sorrisi e gli dissi con la mia vocina trepidante che potevamo continuare e che fossi solamente molto emozionata per la trasformazione… Mi cominciò a truccare con un lungo lavoro di make-up e nonostante il tempo impiegato di diverse ore, rimanevo affascinata dai cambiamenti del mio aspetto.
Mi applicò delle unghie finte molto lunghe di colore rosso scuro e lucido come il rossetto, mi fece indossare una parrucca a capelli lunghi folti e scuri, mi fissò le ciglia finte, mi mise perfino le lentine cosmetiche colorando i miei occhi di un bellissimo azzurro cielo! mi avvicinai ad uno specchio, e fui presa di stupore vedendomi per la prima volta con un aspetto finalmente come avevo sempre desiderato: quello di una vera DONNA!
Apparivo come una vera ragazza con un aspetto così carino e delicato che con tenerezza e occhi socchiusi, baciai sensualmente la mia immagine riflessa allo specchio.
Perfino la mia amica, non aspettandosi tale risultato, esclamò estasiata: - Sei un dolcissimo angelo!-…
sentii una serenità nel mio animo che sorrisi per sentirmelo dire.
Mai prima come questo momento, non avrei mai potuto nemmeno immaginare di essere ciò che ammiravo allo specchio!
La mia amica, guardandomi con soddisfazione per il suo lavoro svolto, esclamò con i suoi grandi occhi: - Ti bacerei sulle tue labbra se non sapessi chi e cosa sei veramente! Sei bellissima!-
Era l’incoraggiamento migliore che avessi potuto ricevere.
Del resto come estetista trattava molte donne ed il suo giudizio era veramente molto importante.
Presi i soldi dal mio portafogli per pagare il suo lavoro, ma la mia amica non solo non si fece pagare nulla, ma mi suggerì che quel portafogli non avrei più dovuto usarlo da adesso, ma, bensì al suo posto, un borsellino largo e piatto, sicuramente più consono per una donna.
Sorridendo insistetti per darle il dovuto, ma lei rispose sorniona che un giorno l’avrei saputa ricambiare… anche se ingenuamente non immaginavo neppure come.
Mi diede qualche altro accessorio, mi mise degli orecchini a vite, un braccialetto, una collanina dorata, una borsetta e un bel cappottino corto a pellicciotto che mi lasciava scoperte le mie belle gambe.
Mi diede delle indicazioni su come pensa una donna e come averne gli atteggiamenti, su comportarmi da tale, inoltre mi fece scuola su come dovevo camminare sui tacchi: Imparai e appresi tutto così velocemente, che sembrava fossi nata donna dalla nascita!
Chissà, magari in una vita precedente fui una donna che sapeva usare molto bene tutto il suo sexy appeal! E non solo quello!
Prima di salutare la mia amica mi consigliò di pensare al mio nuovo nome da donna.
Ci avevo riflettuto da molto tempo e già lo immaginavo da tempo: Ginevra!
Finito tutto mi accompagnò sull’uscio e il cuore mi balzò in gola per l’emozione. La mia amica mi abbracciò come solitamente fanno due amiche per la pelle.
La salutai e mi incamminai verso l’ascensore.
Presa dal mio nuovo aspetto, mi distrassi e mi venne un colpo al cuore quando un signore mi si avvicinò da dietro e vi entrò con me.
- Signorina scende al piano terra? -… mi sentii dire “signorina” e ciò mi convinse sul mio aspetto che fossi veramente credibile! annuii con qualche cenno veloce del mio capo e sorrisi ormai rilassata.
Una volta scesa giù, mi trovai fuori dal portone e avvertii un po’ di freddo, ma grazie al cappottino di peluche nera, datomi in prestito, ero abbastanza riparata!
Cominciai ad incamminarmi sulla strada, con passo veloce su quelle meravigliose e altissime décolleté a vernice nera, ancheggiando sulle mie lunghe gambe eleganti e raggiungendo il luogo non lontano, dove avevo l’appuntamento con i miei amici.
Vidi la loro automobile parcheggiata poco vicina a me e con cui saremmo andati tutti alla festa.
Con passo più lento mi avvicinai verso di loro.
Stavano guardando tutt’attorno per cercarmi, domandandosi se avrei ritardato o meno.
Loro erano delle figure caricaturali vagamente femminili, molto goffe, gutturali e abbastanza rozze, ma molto divertenti nell’insieme.
Sebbene fossi ormai vicino a loro, non solo non mi riconobbero, ma anzi mi lanciavano delle occhiate morbose, molto compiacenti di vedere una bella ragazza! riuscivo a leggere il loro labiale che complimentavano il mio aspetto da gran figona chiedendosi tra loro se mi avessero mai vista prima! Ormai giunta accanto a loro, gli chiesi, inchinandomi appena e dondolandomi con gran sensualità, se avessero avuto l’intenzione di farmi salire in macchina o di farmi morire di freddo!
Non dimenticherò mai i loro occhi sgranati di fronte al mio aspetto e le loro mascelle divaricate in una espressione di totale meraviglia. Scesero tutti e quattro dalla loro auto e mi accolsero palpandomi e abbracciandomi come fossi una vera ragazza!
Io sorridevo teneramente, mi dissero che non ero io, ma sicuramente la bella sorella gemella che mai feci conoscere loro… erano dei burloni, ma dei bravissimi ragazzi, con mio stupore mi si appoggiarono dietro le mie spalle, proprio sulle mie natiche, piegandomi sul cofano per mimare un atto sessuale. Finita la calorosa accoglienza, mi fecero accomodare nella loro automobile, seduta al centro del sedile posteriore, fecero a gara nel palparmi le cosce… io morta dalle risate, li sentivo dire che invece di andare alla festa, mi avrebbero portata a casa loro per “Farmi” la festa. Divertita e ridendo a crepapelle, mi atteggiavo da gran donna nel dirgli più volte di smetterla e che sarei arrivata tutta sconciata, stropicciata e con le calze tutte rotte se ancora avessero continuato a palparmi e non avevo nessuna intenzione di fare brutte figure.
Eravamo allegri e sorridenti, quando arrivammo al locale della festa.
Scesi dall’auto, i miei amici cambiarono leggermente il loro tono, rendendosi più seri, per raccomandarmi di restare al loro fianco, e che per nessun motivo mi sarei mai allontanata da loro.
Sono talmente di buon carattere e troppo mite, che qualche buontempone, se mi avrebbe trovata isolata e si sarebbe accorto, oltrepassato un certo limite, della mia vera natura, mi avrebbe fatto sicuramente qualcosa di poco piacevole.
Quindi per non cacciarmi nei guai, sarei stata accanto ai miei amici: mi avrebbero guardato loro da tutti i guai e pericoli!
Al guardaroba delle belle ed eleganti signore mi chiesero: - signorina? vuole posare il suo cappotto al guardaroba?- … non credevo alle mie orecchie! Ero veramente felice di sentirmi riconoscere che ero una ragazza! Ero quindi irriconoscibile! Mi diedero la ricevuta che feci conservare ad uno dei miei amici e con fare aggraziato mi diressi con loro alla pista da ballo.
Era tutto bellissimo! Il locale era molto lussuoso con marmi, enormi tappeti e grandi lampadari in cristallo. La sala da ballo era ben dotata di luci, fari laser, effetti phantom, con un deejay che metteva musica ritmicamente travolgente: ero in estasi! Quando mi sedetti per riposarmi notai parecchi miei compagni di scuola, proprio i miei bulli che mi torturavano quotidianamente!
Mi assalì il panico, perché mi fissavano morbosamente di continuo, temendo che mi avrebbero riconosciuta da lì a poco, dovetti invece tranquillizzarmi subito.
Mi guardavano sbavando come cani in calore, erano vistosamente eccitati a giudicare dai rigonfiamenti sotto i loro pantaloni! Non solo non mi avevano riconosciuta, ma mi spogliavano con i loro occhi! Le ragazze che conoscevo a scuola, proprio coloro che mi snobbavano e mi davano sgradevoli commenti sul mio quotidiano aspetto, adesso le vedevo gelosissime di me, poiché rubavo loro la scena e l’attenzione dei loro fidanzati. Quest’ultimi focalizzavano le loro effusioni ormonali proprio su di me! Ero veramente considerata così attraente e carismaticamente molto bella?! Mi trovai compiaciuta della situazione, assaporandola come un sentimento di dolce vendetta.
Ancora non credevo a ciò che stava succedendo che da lì a poco mi capitò ciò che cambiò per sempre la mia vita.
Stavo andando in bagno, e stavo per tradirmi recandomi verso quello per gli uomini, fortunatamente mi corressi e scoprii che non ero l’unica! Ero divertita, allegra e felice, ma quando uscii per raggiungere i miei amici, mi trovai proprio faccia a faccia, davanti a me, la persona più spregevole e odiosa che mai avrei voluto incontrare.
Era un mio compagno di classe, proprio lui, il mio “fidanzatino” Pierino, proprio colui che mi obbligò con la forza ad un rapporto orale e che mi rendeva difficile la vita durante l’orario scolastico. ...dalla sua bocca sentii la sue parole: - Tu!… Sì!...Tu sei...- non fece in tempo a finire di parlare, che presa dallo spavento, convinta che tutto potesse finire malissimo, mi allontanai velocemente, correndo come una matta, perdendomi tra la folla di persone, allontanandomi purtroppo anche dai miei amici, ma non ebbi altra scelta se volevo evitare un linciaggio davanti a tutti da parte di quei bruti seduti lì vicino!
A rischio di cadere, nonostante corressi sui tacchi agevolmente, riuscii ad intrufolarmi in un’altra sala lontana dalla principale, ma più buia e con musiche più calme e dolci, usualmente definite “lenti”, i così detti balli di coppia.
Ero maledettamente affannata per il bustino che mi stringeva e mi impediva di respirare correttamente nella repentina corsa di scappare via dall’unica persona che mi avrebbe rovinato la serata, spaventata a morte dalla possibilità di finire derisa e trattata malamente in pubblico.
Mi sembrava un incubo in cui avrei voluto soltanto piangere, ma quella volta presi stranamente coraggio, mi guardai ad un enorme specchio lì vicino e mi concentrai che avrei potuto divertirmi e che me lo meritavo almeno questa volta! Presa di grinta mi girai veloce e decisa, senza rendermi conto che maldestramente urtai uno sconosciuto, rovesciandogli a terra il contenuto del suo bicchiere che stava reggendo in mano.
Imbarazzata e mortificata, mi scusai vivamente più volte accusandomi la colpa di ciò che era successo con quella persona.
Questi mi guardò stranito! Ebbi paura di quella reazione! Con i miei occhi tristi e preoccupati, gli chiesi se potevo fare qualcosa, quando lui mi sorrise e mi disse che era la prima volta che vedeva una bella ragazza scusarsi educatamente.
Ebbi paura di una sua reazione, ma del resto apparivo a lui come una ragazza e non avrei dovuto temere nulla… almeno sperai e così fu!
Gentilmente mi rassicurò che non era successo nulla di grave e si presentò. Lui si chiamava Roberto.
Era un bel ragazzone tutto solo che mi superava vistosamente in altezza, nonostante io fossi già abbastanza alta e portassi pure i tacchi.
Era dotato di un fisico fortemente palestrato e nonostante i suoi abiti molto eleganti, si notava la sua grande fisicità di una stazza molto possente.
Aveva spalle larghe, grandi braccia e gambe che ricordavano quelli degli eroi più famosi dei fumetti.
Da lì a poco, mi sentii sfiorare una spalla.
Mi trovò il mio “fidanzatino” e si trovava davanti a me sorridente e beffardo. Indietreggiai disperata e spaventata, pregandolo di sparire e andare via. Quando mi afferrò per i fianchi volendomi avvicinare a lui… ero vistosamente terrorizzata e pronta ad arrendermi in una smorfia di pianto e dolore.
Mi apparve subito chiaro che la consapevolezza della mia imminente triste sconfitta, avrebbe cambiato in quel preciso istante la mia vita per sempre, sopraggiungendo tragicamente dietro una mia smorfia di disapprovazione e dolore, pronta ad essere derisa, maltrattata e stuprata per sempre da tutti e chiunque.
Non credetti ai miei occhi, quando vidi Roberto intervenire in mio favore, prendendo con le sue mani quel farabutto, sollevandolo da terra e cacciarlo via minacciandolo di sparire all’istante!
La mia nemesi fuggì via, io ancora incredula lo ringraziai e gli dissi ingenuamente che non sapevo come mi sarei potuta sdebitare, ma lo scoprii subito dopo.
Non lontano gli amici di Roberto si allontanarono comprendendo che era con me e gli fecero un pollice in su come un segno di augurio.
Mi prese per mano invitandomi a ballare in un’altra sala dove la musica era frenetica e molto ritmata.
Io sorridendogli ingenuamente gli venni dietro, guardandolo dritto negli occhi senza staccarglieli di dosso, ancheggiavo elegantemente sui miei tacchi, senza scadere in volgarità e nell’intento di volermi divertire. Ballammo un bel po’ ed io ero molto divertita, sorridente come non mai, quando notai con mia grande meraviglia, che per molti presenti, apparivo loro in maniera maledettamente sensuale, quasi tutti i ragazzi presenti in sala mi guardavano con ammirazione, invidiando la compagnia femminile che quel Roberto aveva tutta per se.
Il deejay dopo vari pezzi di successo molto ballabili, annunciò una pausa e mise quei balli lenti che tutte le coppie solitamente ballano stringendosi con passione… Mi sentii ingenuamente in imbarazzo e abbassai lo sguardo con pudore, ma gentilmente lui mi sollevò delicatamente il mio mento con le sue forti dita, guardandomi nei miei occhi languidi mi disse che non dovevo sentirmi obbligata.
Se avessi voluto, mi sarei potuta sedere interrompendo quella strana situazione di stallo.
Non so perché, ma sentivo il bisogno di volermi riscattare ed emergere quella sera.
Avevo passato troppo tempo a commiserarmi piangendo negli angoli bui di casa, troppi pestaggi, molestie, angherie, stupri, troppe le fughe da teppisti boriosi e violenti… avevo subito troppe sofferenze e adesso volevo solamente godermi questo momento fino alla fine!
Tutti mi consideravano una “femminuccia”, anche quelle deliziose ragazze che ogni giorno a scuola mi deridevano, ma che stasera erano talmente infastidite e si mostravano acide, con smorfie che le rendevano simili ad arpie, inoltre le vidi dare vistosi calci ai loro sciocchi fidanzati, poiché questi avevano occhi solo per me.
Lui mi circondò i miei fianchi con le sue grandi mani. Io posai le mie braccia sulle sue spalle fino a cingergli il collo e accarezzargli la nuca.
Un senso di sicurezza mi pervase facendomi finalmente rilassare totalmente da quella tensione che mi assillava quotidianamente.
Ci guardammo negli occhi e mi disse che non aveva mai incontrato prima d’ora una ragazza così garbata, educata, con un animo genuinamente dolce e gentile e al contempo anche molto bella, dotata di una femminilità genuina e innata, al contrario delle classiche oche presuntuose che amavano darsi le arie dettando legge e la sala ne era piena, indicandole col suo sguardo.
Io percepivo dal suo grande petto, grande come una portaerei americana, emanare un calore che mi rassicurava, aveva un buon odore e mi faceva stare bene, protetta e sicura. Almeno fino a quando ero Ginevra… cosa sarebbe successo quando sarei ritornata ad essere quella patetica figura omosessuale di tutti i giorni, l’essere più insignificante della città o probabilmente del mondo intero, che tutti deridevano, picchiavano e maltrattavano. Ma al momento non volevo minimamente pensarci: Volevo solamente andare avanti e godermi tutte quelle paradisiache sensazioni!
L’abbraccio di Roberto mi faceva sentire benissimo e sembrava che avessi bisogno solamente di quello.
Mi chiese se avessi sete, io praticamente non avevo bevuto nulla e dopo quella fuga rocambolesca, quei balli in sala senza sosta e poi quel meraviglioso ballo lento, in cui stavo percependo tra noi un’intimità profonda, volevo godermi ancora il suo abbraccio da cui non avrei mai voluto smettere di staccarmi: per me era il culmine dell’estasi.
Ma i miei bisogni si fecero sentire e percepii la mia bocca asciutta, mi vergognavo a confermarlo che arrossivo e sorridevo vistosamente, tanto da abbassare lo sguardo e nascondermi la bocca con una mano nella convinzione che avrei celato il mio imbarazzo.
Roberto, accortosi di ciò, pose la sua mano ancora una volta sotto il mio mento sollevandomi delicatamente il capo, sorrise e guardandomi dall’alto mi sembrò un dio da seguire la cui religione apparteneva già alla mia anima.
Guardandomi negli occhi e con la sua voce calda e profonda mi disse che mi avrebbe accompagnata al bancone del bar per dissetarmi di qualsiasi cosa avessi desiderato. Mi prese per mano, io ero incantata da lui e lo guardavo con i miei occhi ancora increduli da quanto fascino emanasse… e le sue mani! notai quanto fossero grandi rispetto alle mie. Gli sorrisi con dolcezza e annuendogli lo seguii senza battere ciglio.
Al bancone, Roberto si rivolse al barista dicendogli di mettersi a mia disposizione.
Ero imbarazzata quando mi chiese come mi chiamassi, mi scusai con futile ilarità perché non mi fossi ancora presentata e gli dissi subito il mio nome: Ginevra.
Mi era sempre piaciuto quel nome. Ispirato ai mitici racconti della Tavola Rotonda, del re Artù, della famosa regina Ginevra ed il suo amante segreto Lancillotto…
Scelsi una bibita analcolica, poiché ero astemia e non volevo perdere coscienza per colpa degli effetti dell’alcol, sorseggiai lentamente la mia bibita mentre parlavo col mio bel cavaliere, ma forse per stanchezza, o per mancanza d’ossigeno e aria fresca, mi sentii quasi svenire sulle sue braccia.
Roberto, quasi si aspettasse questo mio cedere, mi indicò di andare sulla grande balconata per prendere un po’ d’aria fresca, effettivamente ne sentivo il bisogno e mi avrebbe fatto sicuramente bene.
Ma ad uno sguardo attento vidi che era abbastanza buia, con molte coppie appartate, somigliando più ad un refugium peccatorum senza opportunità di salvezza che ad un luogo fresco per riprendere fiato, ma cosa poteva affermare il contrario? Acconsentii, ormai decisa di andare fino in fondo, percorrendo il mio destino verso un futuro che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.
Ero sulla buia balconata molto grande e ampia, piena di grandi vasi e piante rigogliose.
Sopra di me il cielo blu della notte ed un tetto di stelle che ancora ricordo. Sparse e appartate, diverse coppie si lasciavano andare in effusioni lascive e passioni roventi.
Roberto mi trascinò delicatamente dietro una siepe, mi abbracciò con le sue grandi braccia e mentre ci guardavamo negli occhi, si avvicinò lentamente sul mio viso. Io raccolsi le mie mani dietro la sua nuca e mi inclinai verso di lui socchiudendo gli occhi e schiusi appena la mia bocca, quando sentii le sue labbra posarsi sulle mie e l’umido schiocco di un tenero bacio. Continuai a baciarlo e incalzò la passione, accarezzandogli la sua lingua con la mia, in un gioco d’amore a chi dava di più dove ci avvinghiavamo, mentre gli carezzavo la nuca con le dita delle mie mani.
Ero estasiata e rapita da ciò che mi stava succedendo, ero eccitata e appagata, ma volevo di più… eravamo in piedi, sollevai la mia coscia verso di lui che la carezzò dolcemente con le sue grandi e calde mani, raggiungendo le mie natiche, facendomi ansimare e gemere: stavo bruciando di passione… gli avrei dato senza esitazioni qualsiasi cosa avesse voluto da me e non mi sarei fermata.
Sentivo il suo sesso di grandi proporzioni duro ed eretto, premere sulla mia carne e desiderarlo dentro la mia bocca!
Eravamo molto appartati e nessuno faceva caso a noi.
Solitamente sono stata sempre insicura ma stavolta procedetti stranamente con un modo di fare molto sicuro per l’occasione.
Mi misi in ginocchio e guardandolo nei suoi occhi increduli, gli dissi con sfrontatezza di lasciarmi fare: gli slacciai la cintura per abbassargli la cerniera e cercare nei suoi indumenti intimi quel biscione di carne che avevo precedentemente sentito.
Glielo tirai fuori e glielo leccai voracemente con la mia lingua fin poi per ingoiarlo e succhiarlo con vigore. Era così bello e virile che lo spompinai per bene fino a farlo venire sempre più duro nella mia bocca.
All’apice del piacere sentii i rantoli di godimento di Roberto, mentre io, avida, ingoiai tutto il suo seme.
Mi alzai in piedi con le labbra ancora bagnate di sperma e mi passai la lingua per pulirmi aiutandomi con un fazzoletto.
Lui era lì di fronte a me, seminudo, mi guardava con soddisfazione mentre gli sorridevo, quando senza che me lo aspettassi, mi baciò sulle mie labbra ripetutamente e con tenerezza.
Non credevo mi avesse baciata sulla mia bocca dove ancora sentivo il sapore del suo seme, sentendo dei rumori e passi veloci lo aiutai a rivestirlo, mentre ridevo sommessamente di gusto e chiedendomi allegramente cosa avevo appena fatto.
Mi sentivo soddisfatta, appagata e felice, ci abbracciammo romanticamente, quando un feroce mal di testa, forse per la stanchezza di una notte insonne e movimentata, mi stava sopraggiungendo inesorabilmente.
Ero talmente eccitata che pensai se avessimo riposato un po’ in quella alcova, potevamo anche fare l’amore, proprio dove eravamo… se non fosse stato per l’intervento immediato dei miei amici che ci braccarono abbracciati l’uno con l’altra!
- Lascia stare mia cugina! Come ti permetti? è ancora minorenne!- esclamò uno di loro…
Roberto, preso alla sprovvista e sorpreso in una situazione non del tutto lecita, mi lasciò andare via, ormai rapita dai miei goffi “salvatori” che mi trascinarono velocemente via.
Ancora mi girava la testa e l’attraversare quelle sale piene di gente, musica e frastuono, mi fecero sentire sempre più confusa da non comprendere che da lì a poco, mi trovai fuori sulla strada vicino al parcheggio.
Improvvisamente mi venne nuovamente un capogiro e mi accasciai a terra a pancia in giù, trovandomi incredula col viso rivolto verso il pavimento stradale. In un attimo senza che riuscissi ad avvertirne in tempo la sensazione, vomitai violentemente fin quasi a svenire.
I miei amici mi ressero il capo e mi rassicurarono.
Mi sentivo debole e stanchissima. Fortunatamente non mi sporcai il vestito, mi ripresi un poco e mi aiutarono ad alzarmi in piedi.
Avevo un forte dolore allo stomaco e ancora un gran senso di nausea da piegarmi riversa nuovamente a terra, i miei amici si guardarono tra loro come se avessero inteso cosa stava accadendo e in un attimo mi rimisero a testa in giù infilandomi in gola un loro dito per procurarmi nuovamente il vomito, cosa che ripeterono più volte, malgrado i miei deboli dissensi.
Ormai esausta e senza riuscire a potermi mettere in piedi, mi pulirono la bocca con un fazzoletto e mi presero in braccio per sollevarmi da terra e pian piano mi fecero prendere una buona boccata d’aria.
Mi sentivo decisamente meglio, mi ripulirono con un po’ di acqua e qualche fazzoletto, tremai come un pulcino intirizzita dal freddo della notte, quindi mi misero addosso il cappottino di peluche e delicatamente mi infilarono in auto per andare tutti via.
Ma non finì lì! Era il tempo di sentirsi un bel rimbrotto da parte dei miei amici:
- Ti sei reso conto di cosa è successo e che siamo stati in pensiero per te?-.
- Di quel che ti piaccia non ci riguarda, sei una bravissima persona, ma perché volevi cacciarti nei guai?- ...esclamò severo uno dei miei amici.
Piagnucolai e mi scusai chiedendo loro di perdonarmi per il mio strano comportamento non riuscendo a guardarli negli occhi, mal sopportavo il loro rimprovero anche se era fatto a fin di bene: il mio!
- Lo capisci che se quello avrebbe capito chi fossi stata veramente ti sarebbe finita molto male e che tutti noi non avremmo potuto salvarti da quel Golia?-
Avevano ragione, sarei finita sicuramente all’ospedale. Ero in lacrime, singhiozzando chiesi con la voce rotta ancora umilmente perdono ai miei amici.
- E sappi che il bell’imbusto ti avrà messo qualcosa nel tuo bicchiere per renderti più docile ed euforicamente disinibita, sì, sei stata drogata!- ...sollevai il mio capo, sconvolta da ciò che sentii.
- Sei andata in confusione e nemmeno tu ti sei resa conto di ciò che eri e che cosa stessi facendo!-
Ero stordita, nemmeno comprendevo quando mi parlavano se mi si riferivano al femminile come fossi veramente una ragazza o perché fossi vestita da tale, poiché perfino io stessa percepivo il mio animo femminile come mai prima d’ora.
Ero confusa, ma sicuramente era proprio come mi dicevano, magari sotto l’effetto di qualcosa mi sono sentita disinibita, ma veramente andarono le cose in quel modo? Oppure desiderai veramente ciò che successe?
Ero veramente padrona di me? Ho desiderato veramente quell’uomo di nome Roberto? Erano tutte domande dalle difficili risposte.
Giunta a casa di uno dei miei amici dove avevamo concordato che andassi a dormire, con calma mi struccai come mi aveva insegnato la mia amica, riposi gli abiti, gli accessori e tutti gli indumenti in uno zaino capiente, dopo essermi pulita dal make-up, finalmente mi feci una doccia calda per poi andare a dormire sola in una piccola stanza, su un piccolo divano letto.
Il mio amico mi salutò augurandomi la buonanotte, io lo ricambiai sorridendogli, mentre andava a dormire in un’altra stanza.
Sotto le coperte sentivo ancora il tiepido tepore del mio corpo riscaldato da una rilassante doccia calda, convincendomi a dormire completamente nuda.
Fu una festa incredibile che mi fece scoprire un altro prezioso lato della mia sessualità ancora inesplorata fino a ieri.
Chi Ero Veramente?
Cosa Volevo?...
...o cosa avrei voluto Essere?
Troppe domande senza facili risposte... ero troppo stanca per rimuginarci sopra…
Non avrei potuto scoprirlo meglio se non vivendo altre esperienze simili, ma...
...adesso ero troppo stanca da voler solamente chiudere gli occhi per riaprirli in un’altro domani...
...nel nuovo inizio di un futuro ancora inesplorato, in cui una donna di nome Ginevra sarebbe stata l’unica protagonista.

… to be continued…………………………………………………
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La Festa di Carnevale:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni