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Storia della mia vita 5


di Moltoesigente1
19.11.2023    |    1.617    |    2 9.4
"Eleonora prese un cuscino e lo mise a terra davanti al divano..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 4

CAPITOLO 5. UNA PRIMA VOLTA SCONVOLGENTE

Erano passati venti giorni e nonostante mi fossi masturbato numerose volte, non resistevo più. Dovevo assolutamente tornare in quella casa.

Mi misi ancora i pantaloncini corti leggeri e sotto un perizoma nero che avevo rubato a mia madre. Davanti c’era il pizzo e il mio cazzo era un po’ ridicolo seminascosto ma visibilissimo attraverso la trama.

Arrivai alla casa e, in preda a una incontenibile eccitazione che mi faceva superare qualsiasi remora e timidezza, suonai alla porta.

L’uscio si aprì e comparve Eleonora.

“Ma guarda chi c’è! Il nostro piccolo e tenero amico! Ma che piacere vederti! Sei qui per noi? Sono proprio contenta che ci sei venuto a trovare!”

Non mi aspettavo una accoglienza così calorosa e la cosa mi confortò tantissimo.

“Vuoi entrare? Prego, seguimi! Siamo tutte in casa.” Salii le scale dietro a lei con il cuore che sembrava letteralmente impazzito. Oltretutto Eleonora, che indossava un paio di mini short bianchi con un top rosso molto corto, mi sculettava vistosamente davanti. Le sue natiche ben poco nascoste e la sua schiena quasi completamente nuda mi stavano facendo andare fuori di testa.

Eppure non avevo ancora visto il meglio. “Scusa,” disse Eleonora prima di entrare nel salotto “ma…. sai, c’è caldo… non aspettavamo visite e…. siamo tutte un po’ discinte. Ecco: ti presento Manola, mentre Ramona la conosci già.”

Ramona indossava solo un paio di slip neri e una corta maglietta senza maniche. Su un paio di zoccoli a tacco rialzato le sue gambe lunghissime, bronzee e splendidamente lisce la rendevano davvero una dea. Il suo culo ben sporgente e rotondo e i seni prorompenti sotto la maglietta completavano l’immagine di un essere che potevo solo umilmente venerare. Ero profondamente attratto e affascinato da lei e frenai l’impulso di gettarmi in ginocchio ai suoi piedi per adorarla e mostrarle tutta la mia devozione.

Anche Manola era molto arrapante. Un po’ più bassa di Ramona, aveva un viso più aggraziato e una struttura ugualmente ben proporzionata. Le labbra carnose e sensuali lasciavano intuire intensi godimenti raggiungibili facendo l’amore con la sua bocca. Un paio di seni piccoli ma alti e rotondi e gambe perfette la rendevano davvero bella. Anche lei aveva uno splendido culo, scarsamente coperto da una minigonna leggera che sottolineava le curve del corpo ad ogni suo movimento.

Era chiaro che Ramona era la leader e anche che era la più attiva delle tre. Manola, molto femminile, era certamente più passiva e Eleonora, ostentatamente lussuriosa nel suo travestitismo, si immedesimava in pieno nel ruolo di femmina vogliosa e libidinosa.

Ero completamente paralizzato. L’eccitazione era al massimo, il respiro affannoso, le mani tutte sudate.

Manola, dopo essere stata presentata, si avvicinò per stringermi la mano: come un formale saluto fra due persone che facevano la prima conoscenza. Mentre come un automa le porgevo la mano, cercavo di nascondere lo sguardo oscenamente voglioso rivolto verso le sue gambe, la sua bocca e il suo corpo.

Mi accolsero con cortesia e cordialità, soprattutto Eleonora. Mi fece accomodare e mi offrì da bere un succo di frutta.

Manola era più contenuta, certamente per suo aspetto caratteriale, mentre Ramona, pur sorridente e condiscendente, incuteva soggezione e induceva sudditanza. Il mio interesse, comunque, era assolutamente polarizzato su Ramona. Le sue gambe nude e i suoi slip neri mi impedivano di concentrarmi su qualunque altra cosa.

Eleonora mi chiese se volevo rinfrescarmi e mettermi un po’ in libertà. Si era accorta che indossavo il perizoma e quello era un invito neanche tanto velato a mettermi in mostra. Acconsentii e andai nel bagno che già conoscevo. Prima di entrare, Eleonora mi allungò furtivamente un altro perizoma nero dicendomi sotto voce di provarlo; immaginava infatti che quello che avevo era inadatto.

Mi lavai rapidamente e mi misi l’indumento dandomi un rapido sguardo allo specchio di schiena. Ero veramente arrapantissimo. Il mio culetto ammiccava richiamando sesso come non mai.

Rientrai assumendo un atteggiamento fintamente vergognoso sculettando lievemente per non scadere nella volgarità. Ripiegai i pantaloncini con molta calma e li depositai su una sedia voltando le spalle alle tre signore.

Eleonora era seduta su una sedia accanto al sofà, mentre Ramona e Manola si erano accomodate alle due estremità del divano. Immaginavo l’effetto che stava provocando il mio di dietro. Era il culo di un ragazzo giovane, decisamente bellino, molto voglioso ed eccitato come certamente dovevo sembrare in quel momento.

Quando guardai verso di loro rimasi senza fiato: Ramona era immobile, ma i suoi slip stavano esplodendo, tesi all’inverosimile in un enorme rigonfiamento. Cominciai a fissare senza più alcun ritegno quella splendida erezione, alimentata ancora dalla vista del mio corpo riflesso su un grosso specchio a muro che avevo dietro le spalle.

Rimasi inerte, lo sguardo incapace di staccarsi da lì. Intanto il cuore aveva ricominciato a battere forte e il respiro era diventato più ansimante. Eleonora mi disse qualcosa, ma io non la sentii neppure continuando a guardare intensamente il davanti di Ramona. Ne ero così irresistibilmente attratto che il mondo intorno a me non esisteva più.

Non so quanto tempo rimasi così rapito da quella vista, ma poi Eleonora si alzò dalla sedia, si avvicinò e mi prese per mano conducendomi davanti a Ramona che rimaneva seduta.

“Siccome so che sei ancora inesperto, ti insegnerò qualcosa io” disse Eleonora visibilmente eccitata anche lei, al punto che il suo cazzo rischiava di fuoriuscire dai pantaloncini.

“Per prima cosa ti devi inginocchiare. Devi farlo con grazia, con mosse flessuose. Ogni tuo gesto deve essere studiato per dare piacere alla persona che hai davanti e che in quel momento è la tua padrona. E il tuo corpo e tutto ciò che fai deve avere come unico scopo quello di compiacerla.”

Mi inginocchiai, cercando di eseguire al meglio ciò che Eleonora mi stava dicendo. Ramona aveva allargato le gambe sedendosi più avanti sul divano e io mi ero accucciato proprio in mezzo.

“Ora devi accarezzare le cosce risalendo dolcemente verso gli inguini. Ecco, così.” Sentivo la pelle liscia di Ramona sotto le dita mentre gli occhi rimanevano sempre fissi sul suo enorme bastone che il tessuto ormai non riusciva più a contenere.

“Poi, con le dita, risali lungo gli slip, accarezzando l’asta che senti sotto.” Lo feci ed ebbi un brivido lungo la schiena. Era la prima vola che toccavo un cazzo. E lo facevo con uno proprio grosso e molto duro.

“Ora, con l’indice, tocca delicatamente con un movimento circolare l’estremità.” Ramona ebbe un leggero trasalimento mentre lo facevo e temetti di non essere stato abbastanza delicato. Ma poi capii che era un moto di piacere da parte sua.

Sentii che gli slip erano completamente umidi in quel punto, segno che Ramona si era bagnata molto. “Ecco, ora è il momento di sfilare le mutandine. Fallo lentamente e senza fretta.” Mentre eseguivo, si liberò davanti al mio viso un cazzo stupendo, maestoso, ritto come un obelisco. Neppure su internet avevo mai visto un cazzo così sconvolgente. Le erezioni dei transessuali che fino ad allora mi avevano eccitato nel web non erano mai così potenti e naturali come quella che Ramona stava avendo in quel momento.

Il cazzo era molto scuro con le vene grosse sotto la pelle che lo rendevano quasi nodoso. Alla base i peli del pube erano neri e crespi, confinati in un triangolo stretto, perché, evidentemente, Ramona si depilava, anche se non completamente - diversamente da come facevano molte altre trans -, per non lasciare fuoriuscire la peluria da sotto gli slip.

I testicoli erano grandi e pieni. La circonferenza era considerevole: a malapena riuscivo, con la mia piccola mano, ad abbracciare tutta l’asta. L’erezione aveva quasi completamente scoperto il glande, liscio, arrotondato e imperioso. Avevo la sensazione di una cosa viva, molto esigente, che imponeva sottomissione e richiedeva di essere soddisfatta pienamente, pena punizioni severe.

Ero completamente rapito dalla vista di quel magnifico cazzo che mi svettava davanti. La mia eccitazione era oltre ogni limite perché anche il mio pene, uscito tutto dal perizoma, quasi mi faceva male tanto era ritto e duro.

Ramona si sollevò per togliere completamente gli slip, poi si sedette di nuovo con i testicoli e il cazzo a pochi centimetri dal mio viso. Ero completamente estasiato e non avrei saputo cosa fare se non ci fosse stata l’esperta maestra Eleonora.

“Ora, infila le dita della mano sinistra sotto lo scroto e accarezzalo delicatamente. Fai la stessa cosa con i testicoli, da sotto. Devi soprattutto massaggiare con i polpastrelli il punto fra l’attaccatura del pene e l’ano. Tocca anche con la punta del dito l’orifizio anale e accarezzalo. Fallo lentamente.

Con la mano destra, invece, afferra completamente il fusto. Ecco, così. Ora avvicinati e annusa. Sentirai che l’odore del cazzo e dei peli alla base è molto eccitante. Anche se Ramona è sempre molto pulita, il profumo del suo sesso è inebriante. Si, bravo. Vedo che ti piace molto. Ancora una annusatina.

Bene. Ora, però, basta. Ora, lecca. Devi leccarlo tutto con la parte più larga della lingua. Non aver paura di mostrare con la tua espressione che stai leccando proprio con gusto. Fai vedere quanto ti piace.

Quando sei sul glande, invece, devi cambiare completamente. Devi essere delicatissimo con la lingua intorno alla base del glande scoperto dal prepuzio. Molto delicato…. Così…. All’attaccatura del prepuzio c’è il frenulo, che è la parte più sensibile. Devi appena appena sfiorarlo con la punta della lingua.”

Di nuovo Ramona trasalì ed emise un sospiro mentre sfioravo con la lingua il punto che mi aveva indicato Eleonora. Lo feci alcune volte e sentii che Ramona gradiva molto quel contatto.

“Dopo questa lunga preparazione puoi finalmente fare la cosa più importante. Prendilo in bocca. Attento, devi aprire bene la bocca, perché il cazzo di Ramona è grosso e devi stare attentissimo a non toccarlo con i denti. Il cazzo deve solo sentire il tenero delle tue guance interne, le rughe cedevoli del palato e la morbidezza ruvida della lingua. Ecco. Dentro.

Prendilo più profondamente che puoi, ma senza arrivare al punto che ti dà fastidio, altrimenti cala la libidine.”

Ora mi riempiva completamente la bocca, che avevo aperto quasi al massimo. Era proprio grosso. Non come il grosso cazzo di gomma che avevo a casa, ma era senz’altro più duro e caldo. Lo sentivo anche pulsare. Le mie labbra stringevano con forza il fusto, mentre la mia lingua era schiacciata verso il basso dalla potenza di quel bastone durissimo.

“Adesso devi imparare a fare bene il pompino. La mano destra deve stringere il cazzo e andare in su e in giù come se tu stessi masturbando Ramona. Contemporaneamente e in modo, mi raccomando, perfettamente coordinato, devi andare su e giù con la testa stringendo le labbra intorno all’asta e al glande. Mentre fai il movimento in su devi anche succhiare. Succhia forte e ritmicamente.

Ecco. Così: giù; e poi ora su e succhia. Bravo. Stai imparando benissimo. Se ti viene da mugolare, mugola senza trattenerti. Si deve capire che stai godendo come una cagnetta in calore mentre stai succhiando il cazzo facendo il pompino.”

Stavo letteralmente impazzendo. Se Eleonora mi avesse anche solo sfiorato il membro avrei avuto un orgasmo quasi violento. Il grosso pene duro di Ramona nella mia bocca mi dava sensazioni prepotenti, perché finalmente ero in ginocchio ai piedi di una dea che mi penetrava e mi usava per il suo piacere.

Anche l’odore di sesso che avevo gustato annusando il cazzo mi riempiva ancora le narici e contribuiva ad accrescere la lussuria. Seguendo le esortazioni di Eleonora, cominciai a gemere mentre mi godevo quello sconvolgente pompino.

Cercavo di succhiare forte andando avanti e indietro con la bocca e scorrendo le labbra lungo il fusto, con il glande che sfregava contro la mia lingua morbida ad ogni movimento. Quella cosa mi piaceva in un modo così travolgente che non avrei mai immaginato di godere così, anche senza toccarmi. Ero sicuro che, continuando in quel modo per poco tempo ancora, avrei raggiunto un intenso orgasmo spontaneo.

Per Ramona, la vista di un bel ragazzino mugolante in ginocchio ai suoi piedi con la bocca piena del suo cazzo e, riflesso nello specchio, anche il suo tenero culo esposto, non le permise di resistere a lungo. Eleonora si accorse subito dello stato della compagna e mise la sua mano intorno alla mia guidandomi nell’accelerazione del movimento ritmico in su e in giù. Ramona mi afferrò per i capelli e mi costrinse ad aumentare anche il movimento alternato della bocca, mentre Eleonora mi incitava a succhiare più forte.

Sentii un fiume caldo che mi riempì completamente la bocca e la gola, mentre Ramona gridava per il godimento e gli spasmi del suo pene mi facevano vibrare la lingua e il palato. Quell’orgasmo emozionante durò a lungo.

Alla fine, rimasi fermo ancora con il cazzo dentro, anche se tutta quella quantità di sperma che mi colmava anche la gola mi spingeva a ingoiare. Quando Ramona decise, mi sfilò lentamente il cazzo dalle labbra e io potei deglutire.

Ero straordinariamente felice. Ero riuscito a far godere Ramona, almeno con la bocca. Ed era anche il mio primo pompino. E, sotto la guida sapiente di Eleonora, mi sembrava anche di averlo fatto molto bene. Mi sentivo in paradiso.

“Non credere sia tutto finito, perché ora devi pulire bene il cazzo.” Disse Eleonora con un tono quasi severo. “Riprendilo in bocca e con la lingua lavalo tutto intorno. Poi, con le labbra, succhia delicatamente il glande per estrarre lo sperma che è rimasto dentro. Ecco, così. Dopo l’orgasmo, devi toccare in modo molto lieve il cazzo che ha goduto nella tua bocca.

Bene. Stai diventando proprio bravo. Succhia un altro po’. Senti che ce n’era ancora? Molto bene. E’ molto buono, vero?”
Lo sperma che avevo bevuto era veramente tanto. Non so quanto Ramona ne avesse eiaculato, ma mi sembrava una quantità esagerata, quasi fosse un intero bicchiere. E Eleonora aveva ragione. Lo sperma di Ramona era buono, aveva un vago sapore di anice e si gustava davvero.

Concentrato esclusivamente sul pompino a Ramona non mi ero neppure accorto che Manola non era più seduta, ma, dopo essersi tolta la minigonna, si era inginocchiata sul divano e si stava masturbando guardando la scena. Anche lei aveva un bel cazzo, ma di dimensioni più contenute di quello di Ramona.

L’eccitazione di Eleonora, di Manola e mia era veramente al massimo. Eleonora prese un cuscino e lo mise a terra davanti al divano. Poi mi prese dolcemente per un braccio, mi sfilò rapidamente il perizoma e mi guidò fino a farmi sedere sopra al cuscino.

Mi appoggiai con la schiena contro il sedile. Avevo alla mia sinistra la coscia di Ramona che era rimasta seduta a riposo e contemplava la scena. Eleonora si mise alla pecorina sul tappeto con il viso davanti al mio cazzo e si tirò giù a metà coscia i pantaloncini lasciando esposto bene in alto il suo culo.

Manola intanto, quasi per una intesa tacita con Eleonora, si era spalmata il lubrificante sul glande e si era poi inginocchiata anche lei sul tappeto dietro a Eleonora.

Quando Manola, allargando con una mano le natiche della compagna, penetrò piano piano nel culo di Eleonora con il suo cazzo, lei, che intanto aveva cominciato a leccarmi il pene e me lo stava prendendo in bocca, emise un gemito di piacere.

Rimase per alcuni istanti ad occhi chiusi emettendo lievi “aaahhh…. aaahhh” e godendosi la penetrazione del membro di Manola fino a prenderlo praticamente tutto. Poi iniziò a succhiare avidamente il mio cazzo come solo lei sapeva fare.

Dopo tutto quello che era successo non si poteva pretendere che resistessi per molto. Il sapore persistente dello sperma di Ramona nella mia bocca, il vedere come Eleonora si godeva voluttuosamente due cazzi, la vista nello specchio sulla parete di fondo dell’arrapantissimo sedere di Manola che andava avanti e indietro mentre inculava Eleonora e le morbidissime labbra di quest’ultima che sembrava mi stessero letteralmente mangiando, mi fecero esplodere dopo pochi secondi dentro la bocca della mia maestra di sesso.

Eleonora e Manola continuarono ancora per poco perché anche loro erano eccitatissime. Manola accelerò il movimento dentro e fuori il culo di Eleonora con colpi sempre più rapidi tenendola per i fianchi ed eiaculò in profondità nel suo corpo emettendo gridolini di piacere.

Poi Manola, rimanendo dentro il culo di Eleonora, cominciò a masturbarla da dietro, mentre il bel travestito succhiava le ultime gocce di sperma dal mio cazzo ormai detumescente. Anche per lei non ci volle molto e dopo un paio di minuti di impegno della mano di Manola, Eleonora ebbe un lungo orgasmo liberatorio sul tappeto emettendo versi rauchi e soffocati.

Era stato un pomeriggio indimenticabile.

Purtroppo, le tre signore partirono due giorni dopo per le vacanze al mare e io rimasi in città perché, ovviamente, la mia mamma ed io non ci potevamo permettere vacanze.

Prima di partire, però, le andai a salutare e Ramona mi baciò appassionatamente bocca a bocca, di nuovo gustandomi lascivamente con la sua grande lingua.

Eleonora e Manola, invece, si limitarono a baci sulle guance. Ormai era palese che io ero una proprietà di Ramona e le altre due avrebbero potuto godermi solo con il suo permesso.

E questa consapevolezza mi regalava una sensazione molto eccitante. Si stava realizzando un sogno che aveva spesso riempito i miei dormiveglia e che mi procurava orgasmi molto intensi: appartenere a una bella transessuale molto arrapante che facesse di me ciò che voleva.

Seguirà: CAPITOLO 6 - L'ATTESA

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 6
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