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Storia della mia vita 6 - 7


di Moltoesigente1
30.11.2023    |    4.086    |    4 9.6
"L’inculare un giovane ragazzo che lo prendeva solo per la seconda volta la mandava in visibilio e andò completamente fuori di testa..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 5

CAPITOLO 6. L'ATTESA

Trascorsi le settimane di assenza delle mie nuove amiche contando i giorni che mancavano al loro rientro. Ma ne approfittai per continuare con gli esercizi di penetrazione con il cazzo grosso.

Ora potevo farlo con calma, perché avevo davanti molti giorni e non ero più ansioso di fare in fretta nell’allargare il mio culetto a sufficienza per poter prendere un cazzo vero.

Me ne servii quasi tutte le sere, spingendo il cazzo ben lubrificato contro l’orifizio anale fino alla penetrazione del buchetto.

Dopo alcuni giorni riuscivo a farlo abbastanza bene e a spingerlo anche piuttosto dentro senza che mi facesse troppo male. Molto spesso il cazzo mi diventava veramente duro per il godimento che mi provocava il sentirmi inculato ed ero costretto a masturbarmi. Purtroppo, la tensione erotica scendeva quando mi masturbavo, proprio come mi aveva anticipato Ramona, e mi veniva da dormire invece di continuare gli esercizi.

A un certo punto, pensando di non riuscire a progredire abbastanza, decisi di non masturbarmi più quando mi inculavo, anche se l’eccitazione era forte. In questo modo riuscii anche, una notte, a tenere dentro il cazzo fino alla mattina dopo, senza riuscire però a dormire. All’alba, comunque, mi dovetti masturbare ed ebbi un orgasmo veramente esplosivo.

Ormai mi sentivo pronto. Ramona avrebbe senz’altro potuto entrare nel mio culo senza eccessiva fatica. L’ano era diventato morbido ed elastico a sufficienza per aprirsi anche al suo grosso cazzo.

A quel punto, però, mi sorse un dubbio che mi lasciò pieno di angoscia. Penetrarmi sarebbe stato ormai sicuramente possibile per lei, ma il suo cazzo non era soltanto grosso, ma anche lungo! E io ero molto più piccolo di lei! Mi stavo amaramente convincendo che non sarebbe stato possibile per lei incularmi fino in fondo, facendo entrare tutto il cazzo fino alla base. E contro questo non potevo fare nulla: non ci sarebbero stati esercizi adatti a correggere questo stato. Se il mio retto fosse stato troppo corto per lei, mai si sarebbe potuta soddisfare provando la sensazione di avere il suo membro completamente dentro il mio corpo! Fu una dolorosa presa di coscienza di una situazione irrimediabile.

Ormai il dubbio era diventato assillante e continuava a rodermi dentro. Non vedevo l’ora che Ramona tornasse, mi prendesse e finalmente mi stuprasse per la prima volta. Ma l’idea che non potesse entrare completamente tutta dentro mi rendeva triste e infelice. Man mano che si avvicinava il loro ritorno, però, prevaleva sempre di più l’eccitazione provocata dall’attesa del mio prossimo incontro con lei.

Naturalmente, il trascorrere del tempo sotto un sole caldo ma reso gradevole dalle brezze marine, la rilassatezza della vacanza, le nudità della spiaggia e l’accendersi dei desideri sessuali indotti da tutto questo non potevano certo frenare le mie nuove amiche dalle tipiche avventure d’agosto.

E Ramona, che delle tre era la più vistosa e procace, oltre che la più decisa e sicura di sé, si era certamente divertita quanto voleva, giocando con gli inevitabili spasimanti e possedendo chi le piaceva di più.

Probabilmente, oltre a godersi qualche avventura erotica, si era anche gustata una relazione fissa come quelle che si vivono al mare d’estate.

Ovviamente, non seppi mai nulla di tutto ciò e nessuno si preoccupò certo di farmene cenno. Comunque, ero troppo preso dalla spasmodica attesa del suo ritorno ed ero ancora troppo ingenuo per pensare che durante quella vacanza non accadessero le cose che accadono normalmente in quelle situazioni. D’altra parte, neppure potevo vantare nulla che giustificasse il mio essere geloso.

CAPITOLO 7 - L'INIZIAZIONE

Il gran giorno era arrivato.

Tuttavia, morsi il freno per altri due giorni, perché sicuramente dovevano rimettere a posto tutte le loro cose e non potevo piombare lì mentre erano impegnate in altro. E poi non volevo dare l’impressione di non riuscire a controllarmi nelle mie smanie.

Mi preparai con cura quel pomeriggio in cui decisi di andare a trovarle. Avevo continuato fino alla sera prima a esercitare il mio buchetto ad allargarsi il più possibile. Mi sentivo abbastanza pronto, ma l’ansia di non aver fatto a sufficienza per essere posseduto senza difficoltà non mi abbandonava mai.

Mi recai da loro con una grande eccitazione in corpo. Indossai di nuovo le cose più sexy che avevo: i pantaloncini e un slip sgambato che era quasi un perizoma.

Mi aprì Eleonora, come sempre. E mi fece grandi feste. Mi abbracciò e mi baciò. Poi mi palpò il culetto e fece un “mmmhhh… “ con tono molto voglioso, ridendo divertita.

In casa fui accolto con baci e abbracci sia da Manola che da Ramona. Ramona era assolutamente un essere meraviglioso senza paragoni.

Abbronzata, statuaria, indossava una camicetta bianca che faceva risaltare al massimo l’abbronzatura e una minigonna da capogiro. Era una dea da adorare senza limiti.

Non riuscivo a fare a meno di guardarla. Il mio desiderio era ai massimi. Cercai di assumere qualche atteggiamento vagamente provocante, ma senza esagerare, perché avevo molta paura di scadere nel ridicolo. Mi muovevo sculettando e tenevo le gambe unite stando seduto, in modo da dare risalto alle cosce nude e mantenere una posa che fosse più femminile che maschile.

Conversammo per un po’ di tempo; soprattutto ascoltai i loro racconti delle vacanze. Io, comunque, ero eccitatissimo da Ramona, che si era messa a sedere mostrando quasi tutte le sue lunghissime cosce, mentre i seni facevano fatica a rimanere dentro la camicetta.

Eleonora fu, come al solito, la prima a rompere gli indugi.

“Ma da quanto tempo non fai l’amore, piccolo? Si vede che sei incredibilmente arrapato. Rimanere così potrebbe farti male, se non ti sfoghi…” Rideva sorniona nel fare le sue allusioni.

“Potresti, intanto, farci vedere qualcosa di te.” Non me lo feci ripetere due volte. Mi alzai, tirai ancora più su i pantaloncini per scoprire il più possibile del mio di dietro e sculettai un po’ davanti allo specchio che mi consentiva di vedere, dietro di me, le tre donne.

Ero travolto dalla libidine, perché avevo già visto il grosso gonfiore sul davanti della minigonna di Ramona e i pantaloncini di Eleonora prossimi a scoppiare. Anche gli shorts di Manola, quella un po’ più algida delle tre, tradivano la sua erezione.

“Sei davvero un fanciullo straordinariamente bello e anche molto provocante.” Disse Eleonora. “Scommetto che faresti carte false perché Ramona fosse la prima….”.

Mi voltai e fissai Ramona davvero infoiato. Ramona sorrise e scosse la testa. Poi con tono indulgente, disse: “Lo sai, piccolo, che è molto difficile. Addirittura, poi, se sei vergine, è impossibile.”

Protestai con tono infantile: “Ma io ho usato tutti i cazzi che mi hai dato quando voi eravate via. Sono riuscito alla fine anche a tenere quello più grosso durante tutta la notte. Mi sono allargato tanto.” Mi guardava scettica. “Ti prego…” Implorai.

Essere supplicata da un giovane e bellissimo ragazzo vergine di incularlo per la prima volta avrebbe fatto capitolare una santa. E Ramona non solo non era una santa, ma si era già goduta un bel numero di culi di tutti i tipi. E forse le mancava ancora quello di un giovinetto vergine e arrapato.

“Prima voglio verificare.” Disse Ramona. “Andiamo tutti di là.”

In camera da letto c’erano due lettoni e vari specchi. Ci si poteva vedere da tutti i lati. Eleonora si spogliò per prima e poi mi tolse la maglietta e i pantaloncini.

Io intanto guardavo fisso Ramona. Era la prima volta che la vedevo completamente nuda e mi sembrava un sogno.

Quando Eleonora mi tolse anche il perizoma, il mio cazzo, liberato dallo slip, scattò ritto e rigido verso l’alto. Anche il cazzo di Eleonora era turgido ed eretto e così anche quello di Manola, ma io ero rimasto affascinato dallo splendido cazzo di Ramona, veramente magnifico, erto e prepotente. Ero davvero infoiato, circondato dai cazzi eretti di tre bellissime donne, mentre riflessi negli specchi ne vedevo anche i culi.

“Mettiti sul letto alla pecorina.” Mi ordinò Ramona. Lo feci subito. Era la posizione che desideravo.

Eleonora mi allargò le natiche. Ramona si avvicinò per osservare da vicino il mio buchetto del culo, morbido e glabro.

“Beh, sembra che effettivamente il tuo culetto sia un po’ più accessibile.” Ramona si chinò dietro di me, tenne larghe le natiche con le mani e cominciò a farmi una cosa da impazzire. Con la lingua percorse tutto il tratto dallo scroto al buchetto e poi con la punta mi titillò a lungo tutto l’intorno dell’ano, umettando bene l’orifizio.

La lingua di Ramona penetrò dentro al mio culetto e io non potei fare a meno di mugolare e ansimare come una cagnetta in calore, con il viso affondato contro il lenzuolo e gli occhi chiusi. Era una sensazione completamente nuova che mi prendeva fino al cervello e mi mandava letteralmente fuori di testa.

Nonostante fossi concentrato sulla libidine che mi procurava la lingua di Ramona dentro al mio culo, sentii Eleonora che prendeva un lubrificante e cospargeva abbondantemente il cazzo di Ramona, approfittandone anche per masturbarla un po’, in modo da renderlo ancora più duro.

Ramona si sollevò e puntò il suo membro contro il mio buchetto, mentre Eleonora mi teneva allargate le natiche. Ramona esercitò una lieve pressione e il cazzo, grazie al lubrificante, allargò leggermente lo sfintere.

Ma io ero tesissimo e Ramona non spinse di più. Allora cercai di rilassarmi il più possibile, come avevo imparato esercitandomi con il cazzo grosso. Avevo tanto atteso quel momento e mi ero preparato con tanta cura. Ora non volevo assolutamente che lei rinunciasse, ritenendomi non ancora pronto a prendere nel culo il suo grosso membro.

Respirai profondamente e cercai di rilasciare tutti i muscoli; poi spinsi io stesso il mio culo verso il cazzo di Ramona per farlo entrare.

E riuscii. Mi fece piuttosto male, ma finalmente il cazzo oltrepassò l’anello dello sfintere ed entrò.

Eleonora e Manola applaudirono. “Bravo! Sei un ragazzino tutto da adorare!” Esclamò Eleonora, ridendo.

Provavo dolore, ma non volli farlo capire a Ramona. Piano piano il dolore lasciò il posto a sensazioni mai provate: non era come quando mi penetravo con i cazzi finti. Questo era un cazzo vero, caldo, vivo, palpitante e anche parecchio duro.

Ramona si muoveva con molta lentezza. Sentiva che io ero ancora troppo stretto e il suo cazzo era preso con forza dai muscoli del mio ano. Tuttavia, questa sensazione, insieme all’idea della mia verginità violata, le rendeva il cazzo ancora più duro e aumentava la sua eccitazione.

Non riuscì a trattenersi. Mi afferrò forte per i fianchi e cominciò a sbattermi con maggiore vigore, anche se sempre molto controllata. Mi faceva parecchio male, ma per fortuna l’essere così stretto stimolò il suo cazzo al punto da farle raggiungere rapidamente un orgasmo molto intenso, lungo e appagante.

Nonostante il dolore, sentii tutto lo sperma che mi inondava il retto e anche quella fu una sensazione nuova che accrebbe la mia bramosia sessuale.

Ero incredibilmente felice. Avevo fatto godere Ramona con il mio culo!

Ma non feci a tempo a gustare quel momento perché Eleonora, che fino a quel momento aveva dovuto reprimere a forza la sua lussuria, mi afferrò con vigore e mi rigirò sul letto alzandomi le gambe in alto sopra le sue spalle.

Eleonora non aveva i seni come Ramona o Manola e l’essere più un travestito che un transessuale non cancellava certi suoi tratti maschili, soprattutto nella pelle, che non era liscia e senza peli come quella delle altre due. Soprattutto nel pube e intorno al cazzo la peluria era folta e crespa, mentre il basso ventre e il solco delle natiche era depilato a fatica.

Fortunatamente, come le altre due, non aveva neppure un’ombra di barba sul viso. Non fosse stato così, mi avrebbe suscitato un po’ di disgusto.

D’altra parte, io stesso avevo per natura una pelle del viso morbida e liscia.

Facilitata dall’essere stata preceduta dal cazzo di Ramona, un po’ più grosso, Eleonora mi penetrò senza alcuna resistenza, spingendo quasi fino in fondo. Non fu altrettanto attenta a non farmi male come Ramona e mi sbattè vigorosamente andando avanti e indietro dentro al mio culo tenendomi stretto con le braccia.

L’inculare un giovane ragazzo che lo prendeva solo per la seconda volta la mandava in visibilio e andò completamente fuori di testa. Anche lei durò pochissimo, perché l’eccitazione indotta da quella situazione e l’aversi dovuto trattenere fino ad allora, la fecero esplodere in un orgasmo animale, sbattendomi e menandomi come una cagnetta riempita di liquido seminale da un molosso infoiato.

Il mio culo era veramente dolorante e traboccante di sperma.

Ed era la volta di Manola. Lei però non volle il mio culo, ma la mia bocca.

Si sedette sul letto e mi costrinse a inginocchiarmi di fianco a lei.

Poi, facendomi appoggiare i gomiti su un cuscino, mi fece afferrare il suo cazzo con le due mani e prenderlo in bocca.

Cominciai a farle un pompino con energia, perché anche lei era eccitatissima e il suo cazzo molto duro. Succhiai forte mentre la masturbavo. Dopo poco mi afferrò la testa e mi impose un ritmo sempre più veloce finché anche lei si scaricò dentro di me riempiendomi tutto.

Ero praticamente alla loro mercè, il loro oggetto sessuale. Mi prendevano come volevano e mi usavano.

Era una situazione che mi piaceva davvero da morire e mi mandava al settimo cielo della dissolutezza.

Poi Ramona mi prese e mi mise sulle sue ginocchia. Cominciò a masturbarmi mentre mi baciava.

Io avevo ancora in bocca lo sperma di Manola che non avevo ingoiato completamente, ma Ramona mi mise la lingua dentro e lo assaporò anche lei mentre giocava con la mia lingua.

L’essere baciato e masturbato seduto sulle sue ginocchia mi mandò al settimo cielo; anche nel mio caso non fu necessario molto tempo: a Ramona bastarono pochissimi movimenti su e giù della mano stringendo saldamente il mio cazzo. Venni con un orgasmo fortissimo, mai provato prima, inondando di sperma le mie cosce e la stessa mano di Ramona, mentre la testa mi girava.

Mi stesi sul letto, assolutamente esausto, con il culo dolorante.

Le tre donne ridevano e facevano considerazioni sul mio corpo provocante, sulla mia lascivia e voluttuosità, ma anche sulla mia morbidezza e su quanto ero carino e desiderabile.

Mi permisero di fare una doccia prima di andare via. Salutandomi, Eleonora mi disse: “La domenica pomeriggio siamo sempre qui che ci riposiamo e ci rilassiamo. Se vuoi venire, domenica prossima, ci possiamo divertire tanto tutti insieme, anche per tutto il pomeriggio.”

Era un invito che non potevo rifiutare e ci lasciammo dandoci appuntamento per quel giorno.

Seguirà: CAPITOLO 8 - LE MIE NUOVE AMICHE

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 8

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