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Felicemente cornuto 2


di iltiralatte
09.08.2023    |    1.339    |    0 9.0
"Il prete aveva appena terminato la cerimonia colle parole classiche “Ora puoi baciare la sposa” quando Nadia, approfittando di quel momento di vicinanza, mi..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

-Per me è un rischio. (mi disse Nadia) Lo capisci? Io ti amo, certo, ma seriamente rischierei di perdere il mio vero unico conforto disinteressato.
-Mettimi alla prova, amore! (sicuro dei miei sentimenti) Vedrai che non ti deluderò. Di certo mi avrai sempre al tuo fianco. Solo ti prego di essere sincera: ogni volta che avvertirai la necessità di un altro uomo avvisami, te lo ripeto. Oramai mi hai raccontato di tante di quelle scopate che non dovresti proprio avere il timore che una o cento in più possano mettere in forse i miei sentimenti per te.
-Cosa proponi allora Elia?
-Cominciamo con l’andare a coabitare. Se dovremo sposarci mi sembra sia una cosa naturale che due coniugi abitino assieme.
-Certo che non te ne pentirai?
Osai baciarla: era il nostro primo bacio e lei immediatamente rispose con passione. Il patto era concluso: ora iniziava la nostra vita comune.
Era bello avere una donna in casa anche se si doveva rinunciare alla completa autonomia dei servizi,
Si poteva dividere tutto, dallo specchio davanti all’acquaio, ai miei maglioni, che inevitabilmente lei indossava quando non sapeva cosa mettersi per casa.
Io la guardavo e sorridevo felice: mi piaceva vederla così agghindata e priva di indumenti sotto i miei: toglierglieli era più facile e, una volta spogliatala, far l’amore come logica conseguenza.
-Ti amo. (le dicevo per ringraziarla dell’amplesso)
-Anch’io ti amo tanto (e mi stingeva al suo corpo nudo)
Già coabitavamo da una settimana quando una mattina, dopo aver fatto l’amore, al mio: “Ti amo” rispose:
-Ti amo tantissimo Elia, ma stasera non aspettarmi alzato. Ho conosciuto un uomo bellissimo e già mi sono accordata per andarci a letto- Credo che rientrerò molto tardi.
La guardai con occhi addolorati.
-Vuoi forse domandarmi di rinunciarci? (chiese) Eppure sai tutto della mia malattia ed eri stato preavvertito che avrebbe potuto succedere.
-Hai ragione Nadia, lo sapevo e lo ho accettato. Solo ero abituato a sapere delle tue copule dopo e mai in anticipo. Comunque recapita un mio messaggio al tuo nuovo amico: “Digli che se non vedrò tornare soddisfatta la mia ragazza farà i conti con me!”
Con un sorriso mi baciò felice e si recò al lavoro.
Io feci lo stesso ed, al temine della giornata, passai una triste cena solitaria.
Seguendo i consigli di Nadia avrei dovuto, a questo punto, coricarmi ma, sapèndo che lei stava scopando con un altro, non sarei certo riuscito ad addormentarmi, per cui accesi la televisione e mi guardai tutti i programmi notturni trasmessi.
Erano circa le 2 quando sentii la chiave girare nella toppa.
Con un balzo fui in piedi e giunsi davanti all’uscio prima ancora che fosse riuscita ad aprirlo completamente e, non appena apparve la sua figura completa l’abbracciai strettamente
-Lasciami respirare, lo so che mi vuoi bene (sorridendo)
-Mi sei mancata ogni momento amore. Ti ho aspettato (ed intanto chiudevo con un calcio la porta) ed aspettato ancora (e cominciavo a spogliarla iniziando a cercare la sua bocca)
A questo punto lei reagì: prese l’iniziativa. Pur con la vagina già piena del seme di un altro maschio iniziò a spogliarmi spingendomi nel contempo verso il letto.
Fu la notte in cui il nostro amore fu più bello e completo del solito. Quella notte non dormimmo proprio. Solo un’oretta prima di doverci rivestire per il lavoro mi tolsi da quella stupenda vulva.
-Grazie amore per essermiti donata, immagino sarai stata pure stanca!
-Grazie a te amore, con Graziano è stato solo sesso, ma il sesso, seguito a breve dall’amore, quello vero, è una emozione unica che non avevo mai provato.
Questo divenne quindi il nostro menage. La notte puntualmente scopavamo, non ci trattenevamo certo, ma, quel paio di volte alla settimana in cui lei cadeva in preda all’estro, io l’attendevo alzato ed al suo rientro FACEVAMO L’AMORE.
La nostra unione, nonostante i suoi tradimenti, si cementava quindi sempre di più finché non giunse alla sua fatale conclusione.
-Nadia sposiamoci! (le proposi un giorno) Oramai dovresti aver capito che non ti abbandonerò mai. Sopporterò la tua malattia e tutte le conseguenze che ne sortiranno, ma voglio essere tuo marito non solo nel nostro letto ma anche davanti alla legge ed a tutti gli uomini
-In effetti non mi hai mai deluso, Elia. Hai sopportato con amore le mie trasgressioni: ti sei meritato di essere il mio uomo. Ora sono proprio certa che da te non sarò mai disingannata, per cui, se vuoi sposarmi, ti rispondo di si. Però non vorrei un rito unicamente civile. Sono una donna e, come tutte le donne, mi sogno l’abito bianco e la cerimonia in chiesa circondata dagli amici.
-Tutto quello che vuoi amore!
Quel giorno stesso corremmo a fare le pubblicazioni e cominciammo ad organizzare lo sposalizio,
Qualche difficoltà la avemmo con la scelta degli invitati. Nadia avrebbe preferito che tra essi non ci fosse nessuno dei suoi precedenti amanti, ma la cosa non era facilmente realizzabile: lei aveva già provato praticamente tutti.
Risolvemmo scegliendo solo coloro che avevano dato un qualche segno di discrezione e d’amicizia. Magari qualcuno di loro avrebbe cercato di ripassarsi la sposa ma se non avesse sbandierato troppo la cosa e la faccenda a Nadia e me andava benissimo.
Giunse il giorno del matrimonio. Accompagnato dai miei testimoni attesi la sposa ai piedi dell’altare.
Nadia. puntualissima, apparve, scintillante nel suo abito bianco accompagnata dal padre (tuttora vivente).
La coppia mi raggiunse e l’uomo pose la mano della figlia sul mio braccio dicendomi:
-Te la consegno: abbine cura,
Quindi si ritirò all’interno dalla massa degli invitati confondendosi, ai miei occhi, con loro.
Il prete aveva appena terminato la cerimonia colle parole classiche “Ora puoi baciare la sposa” quando Nadia, approfittando di quel momento di vicinanza, mi domandò a voce bassissima:
-Hai visto come è giovane il prete?
Io annuii.
-Come regalo di nozze non gli domanderesti di scoparmi? Magari in sacrestia, con addosso ancora l’abito bianco?
-Vedrò cosa posso fare (le risposi)
Così, non appena in sacrestia ebbimo firmato le carte che ci dichiaravano moglie e marito anche davanti allo stato, invitai i testimoni a raggiungere il resto degli invitati sul sagrato della chiesa, chiusi la porta e restai solo col prete e mia moglie.
-Padre (gli dissi) colei che ora lei ha congiunto a me in matrimonio, è originaria di una regione del Caucaso.
-A me sembra proprio una donna assolutamente bianca!
-E lo è. Solo che in quelle terre vige ancora la legge del sangue. Legga “Il milione” e se ne renderà conto. “Ogni notte una fanciulla, sempre diversa, ci veniva offerta perché noi potessimo allietare le nostre ore notturne”.
-Si lo so, (rispose il sacerdote) fin quando uno straniero non avesse fatto versare loro il sangue del primo rapporto, quelle anime semplici credevano che quel sangue avrebbe rappresentato la loro maledizione. Meglio quindi che esso finisse addosso ad uno straniero che, andandosene avrebbe portato via la maledizione con se.
Il sacerdote ci guardò alternativamente: ne io ne Nadia stavamo proferendo parola.
-Non ho risposto esattamente?
Silenzio
-Noo, non potete domandarmelo.
Silenzio assoluto.
-Va bene, sono un prete ma sono anche un uomo: posseggo l’attrezzatura necessaria. Inaugurerò la sposa e spero che Dio mi perdoni.
Senza parlare tolsi le mutandine a Nadia facendola distendere a gambe aperte su un tappeto dopo averle sollevato la gonna sul torace,
Le toccai la vagina: era fradicia.
“Sposa bagnata etc” pensai e feci cenno al prete che, messo in mostra un bel pacco (veramente ammirabile) inaugurò (così pensava lui) la sposina per la sua futura vita sessuale.
Per tutto il tempo necessario io tenni la mano di Nadia, facendole sentire la mia vicinanza.
Non appena però io prete ebbe eiaculato nel ventre di mia moglie sfilandosi:
-Ora la maledizione non c’è più (dissi) e aperto il mio pacco scopai, seduta stante lì, in sacrestia quella che era ormai diventata la mia compagna per la vita mentre il prete non la smetteva di benedirci.
Solo quando fummo ambedue soddisfatti io e Nadia ci ricomponemmo per raggiungere gli amici.

Fine?

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi)
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