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Il dono della vita


di iltiralatte
23.08.2022    |    14.401    |    7 7.1
"PREMESSA: Tutte le mie storie sono frutto di fantasia: inventate di sana pianta, e questa non fa eccezione..."
PREMESSA: Tutte le mie storie sono frutto di fantasia: inventate di sana pianta, e questa non fa eccezione. Tuttavia i vostri commenti mi hanno spesso accusato di irrealtà o di chiaro favoleggiamento, per cui ho deciso di inventare una storia che può sembrare vera, Ci sono riuscito? Questi spetta a voi dirlo a me


Potrebbe essere mia figlia
25 anni, bionda, 1,69 di altezza 102/70/80; insomma una strafiga pazzesca
Potrebbe essere mia figlia
Vivace, tenera, sempre pronta a battersi per una causa che ritiene giusta
Potrebbe essere mia figlia e invece è mia moglie
Potrebbe essere mia figlia, e invece sarà la mia assassina
So che vuole la mia morte, ma non ho la forza morale per sottrarmi all’arma con cui decreterà la mia fine
Veleno? No non è tanto stupida. Sa che se lo usasse verrebbe scoperta al 100%. No, lei è molto più sottile.
Almeno una volta al giorno io mi riprometto di mettermi in salvo, ma poi arriva lei.
Comincia a strusciarsi un po’, mi bacia, mi mordicchia un orecchio, mi sfrega quelle meravigliose tette sul viso togliendole dalla camicetta ed invitandomi a succhiarle ed infine si toglie le mutandine.
Mette così in mostra la sua arma, quella bellissima fighetta, ed io perdo ogni volontà di sopravvivenza.
Non so assolutamente rinunciare a lei.
Credo proprio che lei mi ami veramente, solo non si rende conto della differenza di forze dovuta alla differenza d’età ma, in questo modo, mi succhia la vita una goccia alla volta traferendola dal mio pene alla sua vagina
Uno di questi giorni succederà: già mi immagino la scena
- Siamo a letto impegnati nel coito ed io, sopra di lei, sono giunto al punto in cui scarico in lei tutto il mio piacere. Lei mugola soddisfatta e come sempre mi attira a se. Io ho una scarica, due, la cosa è eccezionale arrivo a 3. Poi il cuore mi cede e mi appoggio aderendo a quel bellissimo corpo, Le sue tette contro il mio petto sono l’ultima cosa che avverto. Mi rilasso completamente ed … è finita. Lei avverte il mio pene afflosciarsi come sarebbe giusto comunque, e come sempre sa che amo restare un po’ dentro di lei per consentirle di soddisfare le sue pareti vaginali che, come al solito iniziano a contrarsi e rilassarsi mentre io riposo su di lei. Per un attimo mi abbraccia come fa sempre “Togliti ora tesoro” e muoverà leggermente il bacino sotto di me. Io naturalmente col membro esangue e piccolissimo scivolerò fuori ma non mi muoverò ulteriormente. Lei mi prende la testa tra le mani che docilmente segue i suoi movimenti ma che, non appena la lascia ricade sul cuscino evitando per un pelo il so viso. Lei si rende conto di cosa è successo e strilla togliendosi a fatica da sotto il mio corpo. La sua missione è compiuta, è riuscita nel suo intento succhiando da me l’ultima stilla di vita. Dicono che per un uomo questo sia il miglior modo di morire. Ma per la donna? Anche per lei questo è il più piacevole modo per diventare vedova? Me la immagino, passato lo shock in gramaglie, coi vicini che vengono a porle le condoglianze ma lei, veramente innamorata di me, si rende conto di quello che ha fatto e medita di raggiungermi …
No, non posso permetter una cosa simile,. La amo troppo per consentire che accada,. Devo assolutamente sventare il suo piano.
Mentre stiamo facendo l’amore comincio a tastare il terreno
“Amore mi stai facendo morire”
“Anche tu stai facendo morire me” chioccia felice
“Parlo sul serio” le rispondo “La differenza d’età sta presentando il suo conto. Tu hai l’energia per due mariti, uno solo lo consumi”
“Allora lo consumerò tutto “ ribatte” poi lo assorbirò dentro di me e lo partorirò di nuovo, così da averti sempre fresco tutto per me” e rise
Terminammo con una risata comune.
Un po’ avevo ancora timore ma la mia assassina si era dimostrata, come al solito devota ed io l’amavo ogni istante di più: avesse davvero preteso la mia vita l’avrei immolata senza esitare.
Passò qualche giorno, poi qualche settimana, poi qualche mese.
Lei continuava a succhiarmi la vita una goccia alla volta quando giunse il periodo delle vacanze e potemmo partire per il mare.
Mi era sempre piaciuta la vita da spiaggia, sole, bagni lunghe passeggiate sulla spiaggia. Un paradiso ma di solito in spiaggia si è seminudi, al massimo indossando un costume.
Potevo serenamente ammirare il corpo perfetto della mia assassina coperto da un semplice ma ridottissimo bikini.
Senza farmi problemi la invitai a tuffarsi tra le onde con me avevo proprio voglia di una nuotata ma lei rifiutò, preferiva restare sul lettino a prendere il sole
Tornai dopo una mezz’oretta e trovai il mio posto occupato da tre mosconi: come naturale il miele li aveva attirati-
Mi guardarono appena ed evidentemente mi presero per il padre, per cui mi salutarono educatamente e continuarono a corteggiarla come se fosse la cosa più naturale del mondo
Mia moglie stava allo scherzo, solo quando uno di loro la invitò per la sera, con un sorriso smagliante rifiutò esattamente come diede un bel 2 di picche agli altri 2 ed ai tre pivelli non rimase che andarsene scornati.
“Hai visto come li ho sistemati?” rise cristallina
“Non avevo dubbi amore, oramai ti conosco bene” e mi stesi al suo fianco a prendere il sole
Mentre fingevo di essere assopito pensavo e ripensavo alla scena che avevo appena visto
Tutti e tre i ragazzi avevano un’età certo più adatta della mia per stare al suo fianco . Certo volevano solo divertirsi ma avevano trovato pane per i loro denti ed avevano rinunciato: le prede non mancavano di certo ed era inutile faticare per rischiare un fallimento. Ma cosa sarebbe successo se uno di loro avesse intuito il vero potenziale della donna che aveva di fronte? Chi mai avrebbe garantito che la mia sposa sarebbe rimasta con me?
Nessuno!
Io avevo la massima fiducia in lei che certo avrebbe rispedito al mittente quelle cattive impressioni ma …. E se si fosse lasciata tentare? Alla fin fine avrebbe potuto andare via con uno di loro, la natura ha le sue leggi e non fa sconti, Io che tanto ero innamorato di lei, dovevo trovare il modo di impedire a tutti i costi questa eventualità.
Il tarlo ormai era istallato
Ci furono altri giorni, altri mosconi altri 2 di picche. Vedevo le prove continue della sua fedeltà, ma non riuscivo a pensare ad altro. Quelle ferie per me si trasformarono in un supplizio anche se, praticamente tutte le sere, le donavo una goccia della mia vita
Finalmente anche questo supplizio terminò e tornammo a casa, alla normalità
A questo punto la tragedia. Mia cognata, malata da tempo, morì lasciando solo mio fratello, maggiore di me di due anni, che si trovò sperduto in quella casa in cui aveva convissuto colla sua compagna.
Dopo una rapida consultazione con mia moglie l’offerta
“Vieni ad abitare con noi. Anche noi abbiamo un’abitazione spaziosa: starai comodo ed in compagnia”
Esitò parecchio, avrebbe dovuto abbandonare le abitudini ed i ricordi di una vita, ma presto la ragione ebbe il sopravvento ed accettò.
La vita riprese a scorrere normalmente e quasi non mi accorgevo di averlo per casa se non quando, dopo una qualche notte particolarmente infuocata (praticamente tutte) veniva a lamentarsene la mattina dopo a colazione “Stanotte non mi avete fatto dormire” una grassa risata da parte di tutti e l’incidente era chiuso
Oramai eravamo nella normalità quando una notte, mentre davo una mano alla mia assassina ad uccidermi, giunsi al momento in cui potevo scaricare il mio amore dentro di lei.
In quel momento felice la vista mi si annebbiò e persi le forze.
Buio. Mi trovavo da qualche parte immerso nel buio più totale
Silenzio neppure un suono riusciva a raggiungere le mie orecchie, strano perché di solito la via era abbastanza rumorosa
Stanchezza: i muscoli pesavano e non potevo controllarli più
Dolore, forte e costante al petto che man mano si attenuava
Esisteva solo quel mondo ovattato e scuro. Ed io stavo adattandomici
In un ultimo barlume di lucidità compresi “La mia assassina ha raggiunto il suo scopo” poi mi abbandonai a quel nulla così invitante e mi addormentai.
Mi svegliai a disagio, qualche cosa non andava, capivo che quello non era il mio letto
Aprii a fatica un occhio e la classica camera di un ospedale rispose al mio sguardo
Mia moglie era li, accanto al mio letto, coi lacrimoni agli occhi che reggeva la mia mano:
Si accorse immediatamente del mio risveglio e subito chiamò ad alta voce “ Infermiera, infermiera” per poi chinarsi su di me e baciarmi la fronte
“Che spavento ci hai fatto prendere” disse “Hai avuto un infarto, Ti hanno trattenuto qui per i capelli! T’an proprii ciapàa per un’ungia” e nuovamente mi baciò: questa volta la mano
Dovetti fare un po’ di convalescenza all’ospedale prima che mi dimettessero con una scorta limitata di medicine e con l’istruzione di fare molto moto
“Mi raccomando” disse il medico nel congedarmi “ Il moto fa bene. Quanto all’amore fa bene pure quello, quindi lo faccia ma con moderazione. Da quello che mi ha detto sua moglie eravate abituati a continue maratone erotiche, lo ho già detto pure a lei: MODERAZIONE” e mi consentì di tornare nell’alveo della mia famiglia
Tornai a casa e mi sistemai nell’ultima stanza libera che avevamo: per qualche tempo sarebbe stato meglio evitare le tentazioni.
Intercettai mio fratello. Aveva una faccia da funerale
“Devo confessarti una cosa” mi disse “ Una brutta cosa. Durante il tuo ricovero eravamo tutti preoccupati. Non potendo stare sempre in ospedale io e tua moglie cercavamo di consolarci a vicenda. Non so come sia successo, ma ci siamo ritrovati sul divano a fare l’amore. Se vuoi sono disposto ad abbandonare immediatamente la casa: hai tutte le ragioni per essere furioso con me”
La soluzione delle mie paure era affiorata da sola. Mio fratello era anziano quanto me ed avrebbe potuto supplire alla mia ormai assodata, parziale mancanza di forze. Abitava assieme a me e non mi avrebbe portato via la moglie ma, se avesse tentato, almeno avrei potuto competere alla pari
“Non sono adirato con te” dissi “ma domani è il compleanno di quella splendida figliola che ho sposato e tu dovrai aiutarmi a farle il regalo”
Mi guardò stupito ed assentì ed io andai in camera mia a riposare.
La mattina mi alzai e la prima persona che vidi fu mia moglie: anche lei con un faccia da funerale.
“Non ho dormito questa notte”, mi confessò “Mi sono girata e rigirata nel letto. Un po’ perché tu non c’eri “ed intanto la lacrime aumentavano “e molto perché la coscienza mi rimordeva”
La guardai con aria interrogativa
“Non posso tacere “continuò “Tu eri ammalato ed in casa eravamo preoccupati” la stessa versione di mio fratello”Cercavamo di consolarci a vicenda e, non so come, ci siamo ritrovati a far l’amore. Sono una donnaccia, non sono degna di te!”
L’abbracciai teneramente “Non sei una donnaccia, sei la mia splendida moglie, ed ora via queste lacrime” e la baciai sugli occhi
Poi feci un fischio e mio fratello fece il suo ingresso reggendo, con evidente fatica, un pacco all’altezza del suo pube.
“Questo è il mio regalo per il tuo compleanno” le dissi “Aprilo subito”
Lei prese un paio di forbici e, mentre mio fratello lo reggeva tagliò i nastri che chiudevano il pacco
Dentro c’era un uccello già in tiro con un biglietto
“Un marito lo hai già quasi consumato, vediamo se ci riesci anche con 2. Ti amo”
Le lacrime finalmente scomparvero ed io sapevo di aver trovato la corretta soluzione ai miei problemi.

FINE
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