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La casa in Liguria - 3


di Ubbidiente_69
31.08.2022    |    901    |    10 9.1
"Sento i passi, torno alla mia immobilità..."
E così eccomi in una calda serata ligure legata, in ginocchio, lorda di piscio in balìa di un muratore che alcuni giorni fa manco conoscevo. Ma il mio Padrone così mi ha ordinato. E io eseguo.
I gomiti legati dietro la schiena iniziano a farmi sentire dolore alle scapole, i granelli di ghiaia mi stanno massacrando le ginocchia e gli occhi mi bruciano per il piscio. Non pago del mio stato, l'uomo prende un bastone e me lo fissa tra le ginocchia. Questo sortisce il doppio effetto di costringermi a stare a gambe larghe e mi impedisce di alzarmi in piedi. Quando finisce di armeggiare sparisce per alcuni minuti. Il dolore alle ginocchia inizia a farsi sentire forte; finché non è in vista, cerco di muovermi un po' per lenire il dolore dato dall'immobilità e anche per cercare di spostare le pietruzze più aguzze che mi stanno seviziando le carni. Sento i passi, torno alla mia immobilità.
Ha con sé 3 corde, ciascuna con un cappio. Le fa passare sul trave della veranda, i 3 cappi penzolano davanti a me. Non soddisfatto della mia posizione, mi solleva per le ascelle e mi trascina in avanti; le ginocchia mi mandano una scarica dolorosa quando vengono sollevate, quando vengo trascinata e poi quando vengo riappoggiata a terra. Respiro affannoso... Prende un cappio, quello più a destra e ci fa entrare la mammella; poi tira con forza per assicurare la presa. Poi quello di sinistra, stessa cosa sulla seconda mammella. Il cappio centrale è fatto da una corda più spessa, è evidente cosa voglia fare... uno sguardo di supplica... in risposta un ghigno sadico ed il cappio è attorno al mio collo.
Si porta dietro di me e tende le 2 corde che assicura poi con dei nodi, i seni si sollevano. Per la terza corda quella del collo, c'è un'attenziona particolare... la sistema bene in modo che il nodo scorsoio sia proprio sulla nuca e poi tende anche quella. La corda preme sul collo e mi rende il respiro difficile, la testa è reclinata in avanti. Tiro fuori la lingua per facilitare il passaggio dell'aria... Se resto con i muscoli tesi riesco a respirare abbastanza, ma appena mi rilasso manca l'aria. Mi benda... quiete, nessun rumore... sento i suoi passi allontanarsi, il cancello sbattere, l'auto partire... La prima reazione è puro panico. E adesso che cazzo faccio??? grido aiuto? e chi mi sente? riesco a malapena a respirare, ma ci provo. Esce un urlo strozzato, un rantolo che ha il solo effetto di farmi consumare energie e aumentare la mia disperazione. Non ti preoccupare Patti, mi dico, tornerà tra poco, non può abbandonarmi qui tutta notte. Mi faccio forza e cerco di calmarmi.
La campana del paese rintocca e mi dà il senso del tempo che passa. Ormai sono lì da più di un'ora. Stare a bocca aperta è necessario; all'inizio cercavo di resistere, come per darmi un contegno e dignità. Alla fine ho la lingua penzoloni come una cagna e ho anche finito le bave che mi hanno bagnato... Un rumore, il cancello si apre! Dei passi, qualcuno si avvicina. Non so chi sia, non il muratore, ha un incedere diverso... farfuglio "Vi prego, liberatemi. Non resisto più, sto soffocando". In risposta la corda al collo viene strattonata e tesa, toglie il respiro, soffoco... devo essere paonazza, sento il sangue pulsare, urlo, rantolo. La paura mi fa dimenare, con l'unico effetto di peggiorare la mia situazione. La presa viene infine lasciata e la corda leggermente allentata, respiro un po' meglio, sono sfinita, il peso del mio corpo grava sulle mammelle con i due cappi che si stringono. Mi sto riprendendo, pian piano il respiro torna più regolare, quando arriva un altro strattone, la corda è sollevata con maggior forza... impreco cose incomprensibili, vorrei implorare pietà... l'aria manca per un tempo che mi sembra interminabile, le idee si annebbiano... la presa si allenta... Tossisco, ho dei conati; sento un cazzo strofinarsi sul viso, ha un odore famigliare... si, lo riconosco, è il mio Padrone.
"Ho invitato alcuni amici per usarti. Sii servizievole". Dei passi, delle voci... sono arrivati. Il Padrone invita uno ad aiutarlo; sento le sue mani appoggiate sulle spalle che mi spingono e mi costringono a chinarmi, un plug si appoggia al buco del culo e viene spinto con forza dentro. Poi una cosa mi accarezza prima e seni poi la faccia. E' fredda, metallica... la voce del Padrone mi sussurra "riconosci la tua amichetta preferita, la pera vaginale?". Urlo "No, la prego Signore, Padrone, la pera no!"... In realtà emetto dei versi incomprensibili, che fanno ridere sguaiatamente i miei stupratori. Delle mani esperte inseriscono la pera in fica, senza alcuna lubrificazione... solo quello è uno strazio... la vite senza fine viene girata, sento i petali della pera che si aprono e iniziano a dilatare la mia povera figa... Dopo parecchi giri, quando il dolore della divaricazione è ormai intenso, l'aguzzino muove con forza la pera per verificare che sia ben salda dentro di me. Sento le viscere sconquassarsi, è come se la pera sbattesse contro il plug squartandomi.
"Bene amici" è il Padrone che parla "la vacca è vostra. Potete usarla in bocca come sborratoio e pisciatoio. Quando avete finito, se non siete soddisfatti del servizio, basta un cenno del capo e la puttana sarà punita. Dieci secondi di scossa nel culo e uno scatto di pera. Come d'accordo, potete usarla fino a 5 volte, a vostra discrezione".
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