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Gay & Bisex

01 Seconde esperienze


di iside59
08.09.2023    |    7.344    |    8 8.1
"Salì sul terrapieno senza paura di sporcarsi le scarpe lucide ed eleganti e scomparve tra gli arbusti, lo persi di vista e quindi decisi di scendere ed andare..."
Anche se mie finanze non me lo avrebbero sicuramente permesso, ero ansioso di andare a conoscere il posticino sulla Milano-Lecco di cui il signore distinto incontrato al cinema mi aveva rivelato l’esistenza qualche tempo prima.
Quindi una sera d’autunno, quando già la foschia sembrava quasi anticipare le nebbie stagionali, feci rotta per l’ignoto.
Guidai sulla superstrada Milano-Lecco, ad Annone, forse un po’ troppo in là, invertii la marcia tornando verso il capoluogo lombardo; procedevo abbastanza lentamente in quanto l’oscurità poteva farmi passare via l’obbiettivo senza che io me ne potessi accorgere.
Le luci delle auto che mi sfilavano mi stavano innervosendo non poco, quando ecco un posto che poteva essere quello descrittomi
C’è spazio per parcheggiare in fila indiana, poi bisogna risalire quello che sembra un argine (ma di corsi d’acqua non ce n’erano) dove sopra un boschetto di piccoli alberi costeggia praticamente la strada.
Di giorno non sarebbe un posto completamente celato alle auto di passaggio, ma col buio ci poteva stare, di illuminazione stradale non ve n’era e qualche vettura era già li posteggiata.
Mi fermai e rimasi un poco in macchina per studiare il movimento, non che vi fosse tanta gente, qualcuno rallentava e poi ripartiva via subito.
Anche le auto parcheggiate una dopo l’altra se ne andarono, pensai di aver fatto il classico buco nell’acqua a recarmi alla ricerca di quel posto, quando vidi le luci di una vettura che rallentava e si fermava; era una Lancia Thema, allora macchina da signori, scese un uomo alto il giusto e abbastanza longilineo, con gli occhiali e molto stempiato, giacca e cravatta, sembrava un dottore o comunque una persona distinta.
Passò di fianco alla portiera della mia auto guardandoci dentro, non so se mi riconobbe ma era proprio il tipo che al cinema mi aveva pubblicizzato questo posto.
Salì sul terrapieno senza paura di sporcarsi le scarpe lucide ed eleganti e scomparve tra gli arbusti, lo persi di vista e quindi decisi di scendere ed andare ad incontrarlo.
Anch’io risalii nel boschetto e mi incamminai costeggiando la strada protetto da alberi che mi nascondevano alle luci delle vetture che sfrecciavano verso Milano.
Ad un certo punto vidi qualcuno venire nel senso opposto al mio, non poteva essere che lui, di auto nel parcheggio c’erano solo le nostre.
Ci trovammo l’uno di fronte all’altro, nessuno dei due aprii bocca, lui mi guardò per qualche minuto poi si avvicinò abbastanza velocemente e mi cacciò la lingua in bocca tenendomi la testa; io non ero molto per queste cose e cercai di divincolarmi girandomi di spalle, ma lui mi cinse la vita e cominciò a premere col suo membro già super eccitato contro le mie terga.
Poi con le mani mi massaggiò freneticamente le tette mentre mi riempiva di succhiotti il collo, era scatenato.
Passò un altro visitatore, il passaggio non era largo, quindi ci passò molto vicino e nel farlo allungò una mano in mezzo alle mie gambe, ma il mio partner occasionale lo fulminò con lo sguardo e gli fece segno di proseguire, questi obbedì e si fermò qualche metro più avanti, si apri i pantaloni e cominciò a masturbarsi guardando nel buio per cercare di scorgere fino a che punto ci saremmo spinti.
Mi abbassò i Jeans e le mutande, sentire l’umidità della sera sulle mie parti intime mi eccitò non poco, lui non disse nulla, non capii quali fossero le sue reali intenzioni fino a quando non lo vidi scendersi i pantaloni e l’intimo, segarsi e incappucciarsi il membro con un preservativo.
Fu molto determinato e io come al solito caddi sua vittima, mi piegò in avanti mettendomi la mano sulla testa e cominciò a cercare il pertugio da violare.
Era molto infoiato, si vedeva che gli piacevano i culetti giovani.
Dopo qualche tentativo fallito, qualche suo nervoso movimento per trovare senza successo il pertugio, senti finalmente la sua cappella centrare finalmente il mio buco del culo, rimasi fermo per non fargli perdere la punta, mi afferrai le natiche divaricandomele e rilassai il buco cercando di aprirlo il più possibile per facilitargli il compito, lui cominciò a spingere entrando piano piano, centimetro dopo centimetro inesorabilmente.
Non aveva un cazzo enorme, lungo il giusto ma non troppo largo, cominciò a muoversi sempre più velocemente dentro di me, fino ad emulare il coito del coniglio.
Una persona probabilmente con un ruolo di rilievo nella società, ridotto a libidinoso maiale a cui piace sodomizzatore giovani ragazzotti in un ambiguo boschetto di periferia, ma si sa, al cazzo non si comanda.
Il dentro e fuori mi piacque un sacco, non sentii neppure un po’ di dolore: constatai che la Maria, il trans che mi tolse la verginità, aveva fatto proprio un bel lavoretto aprendomelo bene e senza traumi particolari, mi aveva sverginato bene il buco del culo e fu proprio grazie alla sua opera d’arte che potei godere a pieno di questo amplesso successivo.
Mi sbatteva velocemente, nell’oscurità e nel silenzio della sera si sentivano solo i colpi sulle mie chiappe e i grugniti che accompagnavano le sue spinte ed io godetti come una vacca impalata dal suo toro.
Ogni tanto qualcuno passava vicino ed andava oltre; uno si fermò e si abbassò addirittura con la testa molto vicino al mio buco del culo, per guardare bene il pistone entrare ed uscire, ma ancora una volta il mio partner sbracciando nervosamente lo allontanò.
Il coniglio raggiunse l’orgasmo, sborrò copiosamente, sfilò il cazzo dal mio culo, tolse il preservativo, si ricompose e se ne andò con la sua giacca e la sua cravatta, senza neppure salutare.
Mi ricomposi anche io, ma nel frattempo, l’uomo che ci stava spiando nelle tenebre sin dall’inizio non se ne era ancora andato, si avvicinò col membro in mano elemosinando un pompino da parte mia.
Era un uomo sui sessanta, con i capelli disordinati e la barba quasi bianca, mi fece una gran pena, mi fece cenno di succhiarglielo, ed io, che non ero ancora avvezzo a questa pratica, mi inginocchiai e lo accontentai.
Il sapore non era certo dei migliori, non fu una cosa lunga, eiaculò dopo un paio di minuti e mi trovai la gola inondata del suo seme, sputai schifato e lo mandai educatamente a quel paese.
Lui si mise a ridere e mi disse che ero una puttanella e che non sapeva fare i pompini, anche se però ero molto bravo a prenderlo nel culo, mi disse che voleva provarlo anche lui cercando di afferrarmi per un braccio.
Mi divincolai e questa volta lo insultai pesantemente, ma mentre lo stavo mandando a fanculo, qualcuno da dietro mi afferrò e mi spinse violentemente verso di lui, mi ritrovai così volente o nolente tra le sue braccia; mi girai per vedere chi mi avesse spinto e vidi un uomo corpulento e senza capelli, con una panza prominente, con i pantaloni e le mutande già calate, che reclamava la sua parte di divertimento.
Il cazzo gli penzolava tra le gambe, un cazzo ad immagine e somiglianza del suo proprietario, non particolarmente lungo ma piuttosto tozzo, bello liscio e rotondo.
Il sessantenne mi trattene per le braccia, cercai di fuggire ma coi pantaloni ancora calati non andai molto lontano, caddi prono in avanti servendo il culo in bella mostra ai miei due aguzzini.
Il nuovo venuto mi saltò subito addosso immobilizzandomi a terra a pancia in giù, mentre il tipo che non era stato molto contento del pompino, mi prese da sotto la pancia e mi sollevò il culo, mettendolo in posa per una nuova cavalcata.
I due ridevano, probabilmente si conoscevano, mi dissero che ora si sarebbero divertiti un poco a mie spese, poi sarebbe dipeso da me se divertirmi a mia volta o subire negativamente la situazione.
Pensai subito che sarebbe stato meglio assecondarli, vista la presenza di altre persone a fare da spettatori che non sembravano affatto prendere le mie difese, anzi erano in attesa col cazzo fuori che lo spettacolo avesse inizio.
Pensai che fosse meglio godere tutti insieme piuttosto che solo loro, no?
L’uomo con la barba bianca se lo segò con furia per farselo tornare duro alla svelta, si inginocchiò alle mie spalle, purtroppo mi ero rassegnato all’idea che per evitare ulteriori danni, sarebbe stato meglio lasciarli fare.
Non aveva un cazzo grosso, non lo avevo neppure sentito entrare, era un sacrificio fattibile, quello che però mi scocciava molto era che mi stava penetrando senza protezione alcuna.
Per fortuna, come già successo durante il pompino, l’amico non ebbe una grande resistenza, dopo due minuti scarsi estrasse il cazzo dal buco del mio culo sborrandomi tutto sulle chiappe e strusciandovi più volte la cappella per ripulirsela bene
Era il turno ora dell’altro tipo, questo era pericoloso, le sue dimensioni, specie in larghezza mi preoccupavano non poco.
Si accucciò anche lui dietro di me, non c’era ovviamente più bisogno di qualcuno che mi trattenesse, mi trattenevo volentieri da solo, mi sputò più volte sul culo, non mi piaceva molto la cosa ma non ero nelle situazione migliore per dettare delle condizioni.
Fece più fatica dell’altro a penetrarmi, ma alla fine anche lui fu tutto dentro, prima la cappella poi tutto il resto, lui mi fece sentire ulteriormente allargato, i colpi che mi inferse furono più brevi e violenti, ad ogni colpo io mi sentii sempre più largo, ma anche sempre più vacca!
Poco prima di venire lo sfilò e rivolse la sua turgida cappella sul mio viso, con un gridolino stridulo cominciò a spruzzare il frutto del suo godimento su di me, mentre io cercavo di intercettare con la bocca tutti i fiotti di sperma per evitare che mi sporcassero i vestiti; era la prima volta che qualcuno mi sborrava così direttamente in bocca ed io senza battere ciglio inghiottii tutto come la più sgamata succhiacazzi del pianeta.
Mi pulii velocemente e mi allacciai la cinta dei pantaloni con l’intenzione di andarmene via velocemente prima che qualche altro squilibrato, di quelli che avevano assistito senza partecipare, pretendesse qualche altro servizio da me.
Mi incamminai, ma qualcuno mi trattenne per un braccio e in men che non si dica mi ritrovai nuovamente accucciato davanti ad un cazzo che non aspettava altro che di essere succhiato. poi i cazzi divennero due, poi tre, poi non so quanti mi stavano tutti intorno, succhiai un po’ uno, poi l’altro poi quello di lato, mi abbandonai e venni travolto dagli eventi perdendo qualsiasi contatto con la realtà.
Non riuscii neppure a preservare integro il mio abbigliamento in quanto la sborra pioveva da ogni parte e sebbene cercassi con la bocca di non perdere nemmeno una goccia di tutto quel ben di dio, le sborrate simultanee non furono prevedibili e alla fine mi ritrovai solo, in ginocchio, imbrattato da capo a piedi di sborra, privo di volontà e in uno stato di semi incoscienza.
Mi ridestai d’improvviso quando sentii un getto di liquido caldo irrorami la faccia, era l’amico sessantenne che già avevo mandato a fanculo precedentemente che non aveva trovato di meglio da fare che svuotarsi la vescica su di me.
Se la rideva, mi apostrofò più volte col nomignolo di puttanella, mi sentii ormai privo di volontà e soprattutto di dignità, non mi spostai e rimasi fermo, questa volta però con la bocca chiusa, ad aspettare che finisse di orinarmi addosso, mentre intorno tutti gli altri ridevano e si divertivano, pensai che quella situazione dopotutto me l’ero andata a cercare e quindi me lo ero meritato, fosse andata diversamente ne sarei forse rimasto deluso?
Quando finii se lo sgrullò e se lo rinfoderò nei pantaloni con aria soddisfatta ed irridente, mi alzai e mi allontanai finalmente da quel gruppo di maniaci, prima che qualche altro squinternato lo imitasse, ero pieno di vergogna e non mi ero mai sentito così umiliato.
Mentre camminavo verso l’auto conciato veramente da schifo, avevo ancora davanti l’espressione del volto del pirla mentre mi riempiva di piscio, mi faceva sentire soddisfatto e appagato, forse dopotutto avevo trovato ciò che andavo cercando?
Avrei dovuto sentirmi fiero di aver fatto godere più uomini e aver fatto felici i loro cazzi, avrei dovuto sentirmi soddisfatto di tutto questo?
Sì o no?
Mi sa comunque che questo posto lo depennerò dalla lista dei miei preferiti, la cosa avrebbe anche potuto finire molto peggio, troppo pericoloso, essere in balia di un gruppo di infoiati di quel tipo non era stata certo una bella sensazione, bisogna mantenere il classico sangue freddo, ma bocca e culo sempre caldi!
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