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Gay & Bisex

14 Si ricomincia


di iside59
19.09.2023    |    7.411    |    8 8.2
"Io non mi eccito guardando due uomini che scopano, viceversa sarebbe stato se questi omaccioni fossero stati dei bei trans, allora mi sarei attizzato non..."
Prima uscita dopo la fine della Covid finalmente, meta sarà l’ultima e unica sala cinematografica ancora aperta in Lombardia (almeno che io conosca) che si ostina per fortuna a proiettare i miei filmetti preferiti e a creare un ambiente favorevole ai giochetti che mi piacciono tanto.
Sono tre gli anni di astinenza e francamente non so come reagirò nelle situazioni che mi si presenteranno.
Guido quasi tre quarti d’ora, non è proprio girato l’angolo, la sala apre alle tre del pomeriggio, tra viaggio di andata, visione del film (visione?) e viaggio di ritorno bisogna mettere in conto di avere a disposizione tutto il pomeriggio.
Oggi fa un caldo, è venerdì pomeriggio assolato e decido di impiegarlo per riscendere in campo dopo tre anni di isolamento sessuale.
Arrivo ben attrezzato e motivato, ho con me i miei preservativi “confort XL”, che vanno bene per tutte le misure e sono molto pratici da infilare senza rischiare che ti si rompano nelle mani, ma soprattutto ho il mio tubetto di lubrificante, che se adeguatamente spalmato nella dose giusta fa diventare un qualsiasi pertugio un’autostrada dove scivolerebbero dentro qualsiasi cosa e di qualsiasi forma.
Entro, pago, il solito ometto di tre anni fa alla cassa, nulla è cambiato!
Entro in sala, è buio pesto, lo sbalzo tra il sole che splende all’esterno e l’oscurità all’interno ti rende praticamente un non vedente per un po’ di minuti, fino a che la vista si abitua e cominci a scrutare i movimenti intorno a te, nel frattempo puoi vedere solo i mega cazzi e le fiche sfondate che appaiono sullo schermo o sentire gente che ti passa vicino allungare le mani per palparti.
Ci sono abbastanza personaggi che si muovono in continuazione ma non riesco a distinguerli, molti hanno una certa età, non che io sia giovanissimo, ma mi piace sentirmi tale, mi piace sentirmi un giovinotto impaurito in balia di un branco di ipotetici maniaci sessuali.
Non mi resta che aspettare di capire di chi sarò la preda ambita, decido di andare nei bagni per darmi una preparata preventiva.
I bagni sono abbastanza puliti come al solito, entro in uno dei due, chiudo a chiave, qui fortunatamente le serrature sono funzionanti, mi abbasso i praticissimi pantaloncini corti (siamo in piena estate), metto un po’ di lubrificante sull’indice e me lo spalmo sul buchetto, mi penetro, poi ancora abbondo, ma questa volta su tre dita ravvicinate a mo’ di spatola e me li schiaffo dentro con maggior decisione allargandomelo bene e preparandolo all’imponderabile.
Mi pulisco le mani, esco dal bagno e torno in sala, mi appoggio di schiena al fondo del locale restando in attesa del primo buontempone che non tarderà certo a farsi avanti.
Qualche minuto ancora e finalmente comincio a distinguere bene le persone che si muovono intorno a me.
Eccone uno si avvicina di gran carriera, oltre i quaranta, senza capelli, il “Bruce Willis” della sala, mi si pone davanti e comincia a toccarmi il cazzo; lo lascio fare poi inizio a contraccambiare, anche lui indossa dei pantaloni corti e tirarglielo fuori è un attimo, lo sento nelle mani: “Minchia che nespola!”
Bello largo e di lunghezza discreta, con la mano non riesco a cingerlo completamente per la notevole circonferenza, sto giusto pensando se sia proprio il caso di ricominciare con una verga di queste dimensioni.
Lo scappello al massimo, lui si infoia, mi prende la testa e cerca di infilarmi la lingua bocca.
Lo respingo con decisione, gli mollo il cazzo e tutta l’atmosfera si guasta, lui rinfodera la poderosa nerchia e se ne va borbottando.
Beh, un cazzo così non avrei dovuto farmelo scappare, ma la sua irruenza mi indispone e nella bocca, invece della lingua avrei preferito ricevere altro, c’è ancora tempo per rimediare.
Faccio un giro nella saletta secondaria, qui proiettano film solo con uomini protagonisti, una lunga sfilza di uomini palestrati che si inchiappettano e se lo succhiano alla grande.
Io non mi eccito guardando due uomini che scopano, viceversa sarebbe stato se questi omaccioni fossero stati dei bei trans, allora mi sarei attizzato non poco a vedere delle belle puttanone brasiliane con la pelle ambrata schiaffarsi nel culo a vicenda, quelle grosse banane che hanno in dotazione fra le gambe, ma purtroppo e non so perché, in questo locale questi film non li hanno mai proiettati.
Qualcuno sgrana gli occhi davanti ad immagini che non avrebbe mai pensato di vedere in un cinema, mentre nel frattempo qualcuno si impossessa dei loro cazzi e comincia a succhiarli.
In un angolo c’è un uomo distinto che se ne sta in disparte, come fosse per lui la prima volta in un posto così equivoco, mi metto vicino e dopo un po’ di minuti allungo la mano toccandolo sopra i pantaloni; gli slaccio la patta e gli libero l’arnese, non male direi, lungo è lungo, ma un po’ meno largo di quello di prima, potrebbe essere l’ideale per ricominciare.
Lo masturbo lentamente, lui mi dice, quasi intimorito dal fatto che questa situazione gli potesse piacere, se glielo potevo succhiare dopo avergli messo il preservativo, passandomene uno; gli risposi che lo avrei succhiato volentieri se poi lui mi avesse scopato.
Quasi impaurito scuote la testa e anche questa occasione malauguratamente sfuma, ma che sfiga!
Torno nella sala principale e mi siedo a seguire il film, niente di straordinario anche se, quando vedo la scena di una donna che prende nel culo un cazzo di notevoli dimensioni urlare di piacere, mi immedesimo in lei e comincio a masturbarmi da seduto.
Passata una mezzora, mi alzo e rifaccio un giro della sala posizionandomi ancora sul fondo della stessa appoggiato al muro.
C’è un uomo che non avevo notato prima, molto alto e magro, dinoccolato, coi capelli bianchi ma non perché fosse vecchio, è probabilmente albino, ha sicuramente più di cinquant’anni, sembra un tedesco o un montanaro sceso a valle, nella cittadina dove è collocata la sala cinematografica tutte e due le ipotesi potrebbero essere plausibili.
Lo osservo, è impassibile, non si muove, sembra di ghiaccio; mi avvicino, gli do le spalle, metto la mano dietro e gli tasto il cavallo dei pantaloni; lui lascia fare rimanendo sempre irreprensibile, tasto a destra e a manca, questa è la gamba, ma dove ce l’ha il cazzo il tizio.
Mio dio, ma non è la gamba, è il randello, incredibile sono di fronte ad un fenomeno della natura; lo libero subito, risultato è che venti centimetri ci sono tutti, ma anche tosto in larghezza e con un cappellone spropositato.
“Ma puttana troia!” Possibile che queste lunghe e grosse occasioni mi capitino proprio il giorno in cui devo riprendere a praticare? Questo se gli do il culo me lo distrugge!
Me lo spupazzo un po’ come fosse qualcosa di prezioso e raro tenendolo sempre alle mie spalle, ad un certo punto da sopra i calzoncini lui con il dito mi fa pressione sul buco del culetto e capisco che questa è una chiara richiesta di potermelo profanare.
Non me la sento di darglielo, ma il tipo è simpatico e voglio farlo divertire un po’, mi abbasso i calzoncini e mi lascio andare indietro fino ad appoggiami a lui per sentirlo tutto nella sua lunghezza e nella sua larghezza in mezzo alle chiappe.
Al mio fianco, dall’’altra parte, c’è un tipo coi baffetti, quarant’anni, ricciolino, che ci osserva, sgrana gli occhi e lo sfodera in preda all’eccitazione cominciando a segarselo.
Comincio a ruotare il bacino a mo’ di danza del ventre mentre lui spinge, facendomi sentire questo grosso e duro cazzo, premere in mezzo alle chiappe e scorrere su e giù tra le due natiche.
Poi lui si abbassa leggermente alla ricerca del bramato foro, per un attimo riesce a puntarlo, ma quando cerca di far pressione per far entrare il cappellone, scivola via.
Riprendo a danzargli col culo sul cazzo, poi mi struscio su e giù, lo sento eccitato, sembra ancora più grosso, praticamente gli sto facendo la classica spagnola utilizzando le chiappe.
Il tipo, malgrado il suo aspetto rude, è molto delicato, non si lascia mai andare a gesti nervosi, sono certo che mi avrebbe inculato delicatamente senza farmi sentire dolore malgrado le dimensioni, ma non me la sento di rischiare, però merita qualcosa in più, sa benissimo anche lui che non tutti sono attrezzati per gustarsi in culo un tale mattarello per cui decido che è il caso di farlo sborrare almeno con la bocca.
Mi chino e gli prendo fra le labbra la cappella, poi cerco di andare su e giù per il cazzo fino a dove posso, ho la bocca piena di saliva, fatico un po’, ma mi sembra giusto nei confronti del mio simpatico amico.
Intanto colui che si stava trastullando a fianco a me, si ritrova mio il culo a disposizione, non poteva sembrargli vero e allungando la mano mi palpeggia mentre sono impegnato in questo fantastica succhiata di cazzo.
Il tipo coi baffetti non si ferma e mi infila nel culo un dito, si accorge che la strada è molto aperta e preparata per una bella scopata; mi si accoda e mentre io continuo a succhiare il cazzo fuori norma del mio amico come un forsennato, mi si appoggia dietro e con una lieve pressione scivola dentro tutto fino alle palle.
Incredulo dalla facilità con cui ha fatto breccia comincia a muoversi avanti e indietro con la facilità che un coltello entra nel burro, mi stantuffa con un ritmo abbastanza lento e profondo per poi aumentare la frequenza col salire della sua eccitazione.
Ad un certo punto, il montanaro arriva al culmine sotto i colpi della mia lingua, si ritrae e spruzza in aria tutta la sua sborra che finisce sul pavimento senza emettere alcun suono, che sia muto?
Peccato che per un suo eccesso di delicatezza non abbia potuto provare la sensazione di sentire tutta la sua sborra nella mia gola, facendomi inondare dal grande quantitativo di sperma che aveva sprigionato, non ho potuto provare la probabile sensazione di annegamento nel suo sem.
Ho dovuto rinunciare a gustarmi, quello che una nerchia di quelle dimensioni avrebbe potuto farmi provare sia in bocca che in culo, probabilmente non mi capiterà più una occasione così nella vita.
Il montanaro superdotato si ripulisce e rinfodera il bastone allontanandosi a grandi passi, come uno stambecco sulle cime di una montagna, senza dire una sola parola.
Intanto le mie gambe fuori allenamento cominciano a tremare e fatico a rimanere a novanta gradi senza un appoggio; faccio cenno al mio scopatore di fermarsi, lui mi guarda incredulo e si domanda il perché; gli faccio segno di non metterlo via e che a breve avrebbe potuto riprendere quello che gli avevo dovuto far interrompere bruscamente.
Mi avvicino all’ultima fila delle poltroncine, appoggio i gomiti sugli schienali, inarco la schiena e gli metto in mostra il mio accogliente ed impaziente antro, apro le chiappe al massimo supplicandolo come una cagna in calore di riprendere a cavalcarmi.
Non se lo fa ripetere due volte, mi viene dietro e, complice ancora l’abbondante lubrificazione, la sua mazza viene quasi risucchiata dentro e con un solo affondo ha ancora le palle che quasi sbattono contro le mie, riprendendo il ritmo che aveva dovuto precedentemente interrompere.
Qui siamo un po’ più visibili, anche se io mi sento più comodo, in breve quasi tutti coloro che sono in sala si alzano e vengono a vedere a turno cosa sta succedendo alle loro spalle.
Adoro farmi guardare quando lo prendo nel culo, mi sento una cagna inculata per strada, mi sento umiliato e allo stesso tempo super eccitata, mi sento quasi una porno star come quelle sullo schermo.
Qualcuno passa schifandosi, facendo finta di non aspettarsi uno spettacolo così spinto, altri si fermano a guardare, qualcuno non disdegna neanche di tirar fuori il cazzo, menarselo e ostentarlo ai miei occhi, quasi a proporsi per un secondo round.
Il ritmo della chiavata si fa sempre più intenso fino a che, dopo un ulteriore affondo, il mio scopatore si ferma in profondità ed emette un urletto inequivocabile, sento chiaramente il suo membro spruzzarmi dentro come un idrante litri di sperma, praticamente un clistere di sborra mi inonda l’intestino.
Quando si ritrae, complice la lubrificazione abbondante, io non riesco a stringere bene lo sfintere e a trattenere tutto lo sperma che mi è stato riversato dentro e dalla mia rosellina dilatata trabocca la sborrata esagerata.
Rivoli di sperma defluiscono dal mio buchetto lascivamente aperto, scendendo sulle gambe fino ad arrivare ai piedi; rimango a novanta gradi cercando di estrarre dalle tasche dei pantaloncini, che ormai sono quasi alle caviglie, dei fazzolettini di carta per asciugarmi; nel frattempo qualcuno si china, addirittura arrivando col naso fino al mio culo, per osservare bene da vicino lo spettacolo del cratere che riversare il liquido biancastro, poi addirittura qualcuno si posiziona dietro e cerca senza mezzi termini di infilarmelo ancora nel culo.
Lo allontano malamente, alzo i calzoncini e fuggo nei bagni con mezza sala cinematografica che mi insegue col cazzo di fuori desiderosa di incularmi; mi chiudo al loro interno e per un cinque minuti a turno, vedo la maniglia muoversi nel tentativo inutile di aprire, anche in maniera molto violenta quasi a voler buttare giù la porta, i tentativi degli infoiati che mi hanno seguito fino dentro ai bagni si susseguono per qualche minuto, come fossero un branco di cani affamati che si è visto sottrarre l’osso.
Mi ricompongo, mi ripulisco come posso, dopo un buon quarto d’ora apro ed esco; mi faccio largo tra coloro che ancora attendevano la mia uscita sperando di poter approfittare di me, hanno ancora i cazzi nelle mani, passo in mezzo a loro per guadagnare l’uscita, si strusciano, allungano le mani, mi toccano dappertutto, cercano di trattenermi, qualcuno cerca di bloccarmi con la forza, ma stavolta sono abbastanza deciso, come inizio ne ho già avuto abbastanza, mi divincolo e fuggo fuori dalla sala.
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