Racconti Erotici > Gay & Bisex > 07 Una serata al parco
Gay & Bisex

07 Una serata al parco


di iside59
10.11.2022    |    1.872    |    1 8.9
"Gli dissi che in quella afosa serata di Luglio, era difficile andare a letto presto e quindi avevo deciso di fare quattro passi nel parco alla ricerca di un..."
Una sera, passando per caso davanti al cimitero di Bruzzano, notai un esagerato carosello di auto sul piazzale e subito pensai che tanto via vai non potesse essere collegato semplicemente alla visita ai defunti, visto tra l'altro a quell'ora il cimitero era sicuramente chiuso.
Mi ripromisi di verificare la situazione nei giorni a venire quando avessi avuto a disposizione più tempo.
Detto fatto, una delle sere successive feci il mio sopralluogo e realizzai che i miei sospetti erano profondamente giustificati.
Il via vai era però esagerato e non mi gustava, troppo casino e così decisi di fare due passi nel parco di fronte che si estendeva fino alla piccola chiesetta di Bruzzano nel cui piazzale lasciai l'auto.
Mi addentrai nei bui viali del parco e già qualcosa si avvertiva, movimenti tra il fogliame, più avanti i gemiti di qualcuno accompagnati da un uh! uh! di qualcuno che ci stava dando dentro di brutto.
Attraversai tutto il parco fino ad arrivare alla parte che fronteggiava il cimitero, accompagnato da un tizio sui 70 anni in canottiera, calzoncini corti e calzini, sopra una
bicicletta nera da uomo numero 28, col manubrio stile anni 50 che andava avanti indietro quasi stesse facendo una competizione ciclistica.
Stavo per tornare un po' deluso alla mia auto quanto il mio amico "Gino Bartali" rallentò, mi affiancò e mi chiese senza mezzi termini cosa stessi cercando.
Gli dissi che in quella afosa serata di Luglio, era difficile andare a letto presto e quindi avevo deciso di fare quattro passi nel parco alla ricerca di un po' di refrigerio.
L'amico, che nel frattempo aveva fatto spuntare dalla gamba del pantaloncino corto molto sgambato, una notevole capocchia che doveva essere di un cazzo niente male per l' età, tagliò corto: "Se vieni dietro a quegli alberi ci divertiamo e se hai i preservativi te lo posso mettere anche nel culo"
Visto il cazzo che mi aveva appena fatto intravedere ne valeva sicuramente la pena e quindi accettai senza indugio.
Lui ripartì con la bici, io mi diressi fra gli alberi che mi aveva indicato e aspettai lì.
Mentre lo aspettavo cominciai a calarmi i calzoncini e a segarmi lentamente.
Lo vidi arrivare, si fermò, appoggiò la bici ad un albero e si avvicinò deciso.
Mi toccò l'uccello, poi passò alle chiappe, si sfilò completamente i calzoncini presentando alla mia vista una gran bella fava, magari non rigidissima ma veramente imponente e io non vedevo l'ora di essere impalato da cotanto ben di dio.
Mi mise una mano sulla testa spingendo la mia bocca verso la sua nerchia, io non ero bravissimo a fare i pompini, ma la leccata di rito per portarlo alla massima durezza
era dovuta.
Succhiai il suo cazzo "nature" e devo dire che il profumo non era proprio gradevole.
Quando vidi che si agitava mimando la chiavata col bacino, mi staccai, gli passai il preservativo e mi chinai a novanta aggrappandomi ad un albero ed aprendomi completamente ed oscenamente alla sua intrusione, rilassando la mia fica per agevolare al massimo la sua penetrazione.
Speriamo che il preservativo lo abbia infilato bene, lo punta, spinge, il suo serpente si fa strada nelle mie budella, mi sento come un Hot dog, farcito, impalato e gli esprimo tutta la mia soddisfazione sussurrandogli: "inculami, inchiappettami, chiavami, sono la tua vacca, spaccami il culo porcone"
Cominciò il suo avanti indietro piuttosto ampio, lo sentii strusciare sulle mie labbra anali quasi come se gli stessi facendo una pompa col culo.
Mentre mi sbatteva "boffonchiava" delle volgarità incomprensibili e dopo un buon quarto d'ora in cui le gambe stentavano a sorreggermi e sentivo praticamente il culo slabbrarsi, esplose rabbiosamente riempiendo il preservativo.
Si ritrasse lasciandomi una sensazione di vuoto che non avevo mai provato fino ad allora, si sfilò il preservativo pieno di sborra e un po' maleducatamente lo buttò a terra nel parco.
Ma come spesso capita, mi accorsi che non eravamo poi proprio soli, due arzilli vecchietti con la lingua fuori assistettero allo spettacolo e si fecero avanti con i loro cazzi in mano reclamando la loro parte.
Il mio amico "ciclista" si rivolse a me con tono rassicurante: "stai tranquillo sono miei amici" e come il capobranco lascia gli avanzi agli altri componenti del gruppo di predatori i due vecchietti pretesero di pasteggiare col mio culo.
Per non essere scortese tirai fuori altri due preservativi e li invitai a vestire i loro cazzi che non erano però certamente all'altezza del precedente.
Mi chinai nuovamente a novanta gradi svogliatamente e lasciai loro sfogarsi nel mio culo fino alla sborrata, uno dopo l'altro.
Non sentii una grande soddisfazione da queste due cavalcate aggiuntive a causa della poca consistenza dei loro cazzi, soprattutto dopo aver assaggiato il pezzo forte all'inizio, il mio culo era ancora abbondantemente dilatato e le mie labbra anali pulsanti non trassero particolare godimento dalle loro penetrazione.
Io comunque ero eccitato ma sembrava che nessuno volesse occuparsi di me; uno dei due che aveva compreso il mio disappunto mi suggerì che su una panchina del viale vicino alla chiesetta, un suo coetaneo portava la sua "vecchia" a fare pompini e non se ne tornava a casa fino a quando non avesse succhiato i cazzi di tutti quelli che giravano per il parco; li avrei potuto a detta di loro, svuotarmi sicuramente le palle.
Diedi retta ai "compagni di merende", tanto l'occasione stava di strada sulla via del ritorno, con gli uomini ero certamente passivo ma questo non voleva dire che io disdegni le donne e la fica, con le quali ero felicemente attivo.
Mi incamminai e mi avvicinai alla panchina dove probabilmente avvenivano le "fellazio gratuite", erano seduti in tre, due erano sicuramente uomini, l'ultima figura a sinistra non era identificabile in quanto coperta alla mia vista dall'uomo che gli stava in piedi davanti e che chiaramente stava approfittando dei suoi servizi.
Un capannello di curiosi stava in fila in attesa del proprio turno; l'uomo in piedi godette in bocca alla persona seduta e se ne andò appagato.
Si! Si! E' una donna, 55/60 anni, capelli chiari, un po' biondi e un po' bianchi, signora distinta a fine ciclo, che per soddisfare la sua voglia di cazzo è costretta ad abbassarsi a
fare la cagna nel parco.
E' l'uomo al suo fianco, presumibilmente il marito, che sceglieva chi doveva farsi avanti per usufruire del servizio offerto e la mia paura era quella che dovessi aspettare troppo tempo e che si facesse troppo tardi.
Un altro finì, rinfoderò il cazzo e se ne andò, il marito scorreva con lo sguardo tutti gli avventori, si fermò su di me e con un cenno mi fece segno di farmi avanti.
Avanzai e mi posizionai davanti alla moglie bocchinara, lo tirai fuori e lo offrii come dono alla succhiatrice seriale; fu molto delicata, il suo pompino non era quello di una troia invasata ma quello di una raffinata signora, con modi aristocratici, teneva il gambo con due dita ed accoglieva nella bocca il glande andando avanti ed indietro con la testa fino a farlo scomparire tutto, frullando con la lingua tutto intorno, sembrava tenere in mano un fiore non una verga,
Avrei voluto insultarla, apostrofarla con brutte parole, ma mi fece tenerezza, una povera ragazza che il marito adoperava come "sborratoio" dei frequentatori del parco, oppure era stata lei stessa ad offrirsi a questo sacrificio, responsabile di aver creato poi le condizioni per cui non si sarebbe più potuta tirare indietro, lavarsi la coscienza e non sentirsi responsabile del suo libertinaggio, un pò come accadeva spesso al sottoscritto; qualche anno prima, alla ricerca disperata di qualcuno che mi facesse perdere la verginità senza che io potessi sentirmi poi responsabile dell'accaduto o provare particolari sensi di colpa.
Non durai molto, ero vicino alla sborrata, non sapevo cosa fare, ma da persona educata gli sussurrai: "Vengo! Vengo!"
Ebbe un attimo di incertezza, ma il marito immediatamente con la mano gli prese la testa e la premette contro il mio bacino, il mio cazzo era completamente scomparso nelle sue fauci e quando sborrai copiosamente, gli allagai la bocca; ma lei non perse il suo "aplomb" aristocratico ed ingoiò tutto senza sprecare una sola goccia.
Non ebbe persino bisogno di asciugarsi le labbra, nulla andò perduto ed era già pronta per il cazzo successivo.
Mi risistemai e la ringraziai. Me ne andai con le palle svuotate dopo una serata dove anche il mio culo aveva avuto la sua giusta soddisfazione, la sua bella razione di cazzi che ormai era diventata un'esigenza quasi giornaliera.


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per 07 Una serata al parco:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni