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20. Al mare: Fabrizio & Samuele (5° Parte)


di trombamico74
01.01.2021    |    7.498    |    3 9.0
"E così, perso nei suoi pensieri gli capitava di ripensare a Samuele il figlio del sindaco con il suo amante moro che non era riuscito a identificare e..."
Passarono due giorni da quel lunedì mattina in cui Fabrizio era andato al capanno del nonno e tranne per i momenti pomeridiani post pranzo in cui guardando godere sua zia, poteva esplodere il suo piacere imbiancando per l’ennesima volta il tronco dell’ibiscus, per il resto non vi era nulla di rilievo che non rientrasse nella comune vita di un adolescente in vacanza.

La zia dal canto suo sempre più lasciva nei suoi spogliarelli davanti allo specchio e nel profondere attenzioni ai suoi orifizi, ben gradiva gli assalti del marito che da contorno al suo piacere si aggiungevano a ciò che lei per conto suo iniziava e inevitabilmente per conto suo finiva, mentre il marito avendo recitato la sua parte di copione si addormentava accanto a lei.
Fabrizio al contrario, premuroso e attento non la lasciava mai godere da sola e così ogni volta arrivava all’apice insieme a lei, spremendo l’ultima goccia insieme alla sua ultima contrazione pelvica, anche se la zia nella solitudine del suo piacere non poteva sapere che lui era lì con lei, lì per lei.

Le mattine per motivi vari, venuti meno i momenti tra le due sorelle, Fabrizio spesso eccitato senza la possibilità di esplodere perché privato dell’apporto visivo che gli sarebbe servito per lasciarsi andare, si ritrovava da solo a pensare a tutto ciò che stava accadendo attorno a lui.

E così, perso nei suoi pensieri gli capitava di ripensare a Samuele il figlio del sindaco con il suo amante moro che non era riuscito a identificare e rivedendo mentalmente sprazzi delle scene del loro amplesso, l’eccitazione montava con la stessa velocità del tuorlo d’uovo sbattuto con la frusta mentre aumenta di volume diventando spuma; eccitazione che poi trattenuta per tutta la mattina inevitabilmente sarebbe esplosa guardando sua zia darsi piacere.

Di tutte le scene che ripercorreva con la mente, una più ricorrente delle altre lo eccitava terribilmente e così non si contavano più le volte che si ritrovava a rivedere Samuele seduto sul suo amante con il membro di quest’ultimo piantato nel sedere mentre come se fosse un film a rallentatore le immagini fluivano, facendogli rivivere ogni singolo particolare zoomando su di esse e così, Samuele piegato all’indietro con le braccia contratte per potersi tenere in equilibrio, quasi a voler distendere la schiena per far arrivare il membro sempre più in profondità, danzava sullo stesso sorretto e aiutato dalle mani del suo amante poggiate sul suo sedere, mentre il suo cazzo in erezione svettando danzava a destra e a sinistra, in avanti e in dietro, schiaffeggiando la pancia e l’ombelico.
Al culmine poi, vederlo schizzare verso di lui era stato qualcosa di profondamente eccitante, che non aveva pari con tutto quello che finora aveva visto e le goccioline di sperma arrivate sul suo viso erano state un ulteriore regalo a sugello di quel momento indimenticabile e nel leccarle ed assaggiarle si era sentito in profonda gratitudine verso il suo amico per il dono ricevuto, anche se il tutto era avvenuto in maniera fortuita e Samuele non sapeva che lui fosse lì.

In quei giorni, Samuele completamente assente in spiaggia e nei soliti ritrovi, non si era visto e non aveva dato notizie di sé a nessuno, al punto che qualcuno dei ragazzi vociferava che sicuramente aveva combinato qualcosa di grosso se il padre per punizione lo aveva recluso in casa, ma Fabrizio che al contrario degli altri lo aveva visto nel capanno, sapeva che la sua assenza aveva altre motivazioni e con il passare dei giorni iniziava a spazientirsi, dato che se Samuele in spiaggia era ancora latitante sicuramente stava continuando a frequentare il capanno per le sue cavalcate e questo avrebbe reso difficile ogni possibile accordo di organizzarsi e dividersi il covo per i loro svaghi di piacere.

Con lo scorrere della settimana, giunti ormai a pochi giorni dall’arrivo delle ragazze non potendo deludere le loro aspettative, non poteva più temporeggiare e doveva cercare in qualche modo di incontrarlo per parlare con lui.
Non gli restava che tornare al capanno e trovato il momento opportuno in cui affrontarlo a viso aperto facendo affidamento nella loro amicizia e sul diritto di proprietà di quel posto, ottenere risoluto di poter disporre del capanno di suo nonno.
Ormai deciso ad andare, trascorse la giornata con quel pensiero che frullava nella testa, facendogli formulare varie opzioni su come si sarebbe dovuto comportare per raggiungere il suo scopo.

Arrivato al capanno nel tardo pomeriggio, con forse il destino benevolo che lo stava aiutando, trovò che nascosta al solito posto c’era solo la bici di Samuele ad indicare che sicuramente lui era dentro, ma che forse oltre lui non c’era nessun’altro; questa scoperta tolse immediatamente un po' di pressione, ma dovendosi giocare bene le sue carte, nel dubbio che ci potessero essere dei risvolti inaspettati, Fabrizio decise che prima di affrontare l’amico gli conveniva controllare dalla botola della scorsa volta cosa stesse facendo e se fosse realmente solo, per cui calatosi lungo la scarpata, si portò sotto la piattaforma del capanno arrampicandosi sulla scaletta che culminava con quest’ultima, dove alzando il coperchio il necessario per sbirciare, trovò Samuele seduto sul pavimento senza calzoni e mutande, intento a masturbarsi mentre stava guardando un giornalino.

La buona creanza e la discrezione avrebbe voluto che Fabrizio lasciasse l’amico indisturbato a godere, ma lui che era lì per rivendicare il possesso del capanno, decise che anzi, interromperlo in quel momento era proprio l’occasione adatta per poter essere psicologicamente in una situazione di vantaggio, per cui facendosi forza con le mani sulla scala salì ulteriormente spingendo con la testa il coperchio della botola che aperto di scatto finì per ruotare all’indietro sbattendo sul pavimento.
Samuele sorpreso dal botto improvviso e visibilmente imbarazzato istintivamente cercò di coprirsi portando la rivista sul suo membro nudo, ma così facendo mostrò la copertina dove se non bastassero i due maschioni palestrati nudi una vistosa scritta “Gay Pleasure” in giallo chiariva molto quali fossero gli argomenti che lo stavano eccitando.

Normalmente Fabrizio anche se era un suo amico non avrebbe affrontato a cuor leggero un ragazzo fisicamente ben messo di tre anni più grande di lui, ma in quella situazione si sentì particolarmente a suo agio mostrando più sicurezza di quella che durante il tragitto in bici pensava potesse avere ed uscendo dalla botola, in piedi davanti all’amico che rimaneva ancora seduto a terra coperto dalla rivista lo affrontò in maniera decisa.

“Ciao Samuele, è un po' che ti tengo d’occhio e osservo i tuoi movimenti qui nel capanno di mio nonno; per adesso ho fatto finta di nulla e ti ho lasciato fare, ma dalla prossima settimana il capanno mi serve per delle cose mie, per cui dovrai trovarti un altro posto per vederti con i tuoi amichetti e qui non potrai più stare!!!”

Samuele che in un primo momento sembrava confuso e imbarazzato, all’idea di dover lasciare il capanno per sempre ebbe un sussulto d’orgoglio e alzandosi in piedi con il cazzo a penzoloni, guardando l’amico negli occhi, recriminò tutto il tempo e i lavori che aveva fatto per rimettere in sesto quel posto, dicendo che da lì non sarebbe mai andato via.
Ognuno di loro ne rivendicava la proprietà e tutto lasciava presupporre che di lì a poco ci sarebbe stata una fragorosa scazzottata, ma l’amicizia tra i due ebbe il sopravvento portando i due amici ad imbastire una trattativa.

Fabrizio che sapeva cosa accadeva lì nel capanno ma che non voleva usare il ricatto come arma per far leva, pur parlando del ragazzo moro e di quello che aveva visto, non fece nessuna minaccia, quanto a Samuele, mentre raccontava che il ragazzo moro era stata solo una parentesi con un vacanziere che adesso era ripartito, malgrado al momento non avesse chi portare, voleva comunque avere la possibilità di starsene lì a viversi la sua intimità.

Abbassati i toni e giunti a un accordo che permetteva ad entrambi di poter usare a turno il capanno per i loro divertimenti, si diedero la mano per sancire il patto stipulato, ma durante la stretta di mano e la rispettiva pacca sulla spalla, qualcos’altro decise di voler partecipare e Fabrizio si ritrovò con il cazzo di Samuele che gli sbatteva sulla coscia, visto che in tutto questo tempo era rimasto senza mutande.
Fabrizio turbato per quel contatto, fece un passo in dietro, mentre Samuele che nel frattempo con quel contatto si ritrovava il cazzo barzotto, con una luce negli occhi e un’espressione maliziosa in viso, recuperata grinta e vigore decise di rilanciare.

“Fabri dopo quello che hai visto mi potresti sputtanare in giro raccontando i fatti miei, se veramente vogliamo essere complici e mantenere il segreto di quello che accade qui, ci vuole altro che una stretta di mano per suggellare il patto”
“Da quello che ho visto guardandoti in costume non sei messo male lì sotto, se vogliamo essere complici fino in fondo dovrai tirartelo fuori e fartelo succhiare”

Il suo amico con un colpo di coda finale nella trattativa era stato più bravo di lui e mentre Fabrizio che si sentiva alle strette avrebbe voluto trovare un modo di divincolarsi e rifiutare senza invalidare il patto, una parte di lui ascoltando quella proposta crebbe a dismisura aumentando la pressione dentro i suoi pantaloni.

“Bene, da quello che vedo, la mia proposta di un pompino non ti dispiace per nulla”

Fabrizio non aveva ancora risposto, che Samuele notando la vistosa sporgenza dei suoi pantaloni, con un sorriso compiaciuto si inginocchiò davanti a lui, sbottonandoli e tirandoli giù, per poi soffermarsi ad ammirare la vistosa erezione che risaltava dalle mutande e che al suo apice culminava con un alone di bagnato che man mano si ingrandiva a dimostrazione che anche Fabrizio pur stando in silenzio in qualche modo lo incoraggiava a proseguire.

Nel tirare giù, con le due mani arpionate all’elastico delle mutande all’altezza dei fianchi, il cazzo di Fabrizio, di colpo libero ebbe uno scatto improvviso in avanti portandosi a poca distanza dalla bocca di Samuele, che bel lieto lo accolse tra le sue labbra.
Fabrizio era la prima volta che si lasciava avvicinare dalle labbra maschili di un ragazzo, ma in quel momento con gli occhi chiusi, mentre si gustava la lingua contro il suo frenulo e sentiva crescere l’eccitazione, aveva poca importanza chi fosse a fargli provare quel turbamento e pertanto lo lasciò fare gustandosi le sensazioni che ad ogni colpo di lingua lo investivano sempre più, dato che in fin dei conti il suo cazzo abituato a godere più volte durante la giornata, da cinque giorni tolta la sega pomeridiana guardando gli zii, non riceveva le attenzioni di nessuno.

E così anche se quel pomeriggio, solo qualche ora prima aveva già goduto insieme alla zia non c’è da stupirsi se sentendo il contatto di una bocca calda che famelicamente gli succhiava il cazzo scorrendo per tutta la sua lunghezza, quest’ultimo, eccitato cresceva a dismisura reclamando di tornare a godere, dato che Samuele, infatti per nulla intimorito dei diciannove centimetri e del diametro importante del membro, con il suo andirivieni lo ingoiava tutto andando ben oltre le tonsille, succhiando e leccando come se fosse il desiderio di tutta una vita.

E fu così che Fabrizio volendo rincuorare l’amico del bel lavoro che stava facendo, senza rendersene conto portò le mani tra i ricci di Samuele, che gradendo quel gesto aumentò l’intensità riempendo la stanza dei rumori dello sciabordio della sua bocca inframmezzato dagli schiocchi delle sue labbra sulla cappella, che in risposta diventava sempre più larga e rossa.

Quei rumori, ovattati dal legno della stanza con in sottofondo lo scorrere dell’acqua del fiume, riportarono Fabrizio con la mente a ciò che aveva visto sempre in quel posto due giorni prima e per un attimo fu come se fossero magicamente in tre, con Samuele che mentre era lì inginocchiato, si lasciava infilzare dal ragazzo moro disteso sotto di lui.
Rivedendo con gli occhi chiusi l’immagini nella sua mente, l’eccitazione crebbe velocemente e malgrado normalmente avrebbe impiegato ancora parecchio tempo per venire, invece di colpo, sentì l’orgasmo montare e pulsare per esplodere con tutta l’intensità di quel momento.

“Vienimi in faccia ti prego, imbrattami con la tua sborra, guardami mentre lo fai”

Samuele, che per tutto il tempo aveva lasciato che Fabrizio se ne restasse con gli occhi chiusi, sentendo il suo membro ingrossarsi e pulsare, comprendendo che l’amico stava per venire, indietreggiando con la testa dal suo membro, reclamò la sua attenzione perché l’amico lo guardasse mentre gli schizzava sulla faccia e così mentre Fabrizio ormai presa la via del non ritorno richiamato all’attenzione aprì gli occhi, i primi schizzi arrivarono sulla faccia di Samuele.
Ai primi ne seguirono degli altri, che uno dopo l’altro si depositarono sulle labbra, sulle guance e sulla lingua, che poi lui aiutandosi con le dita recuperò per non sprecare nemmeno una goccia.

“Mmmmmmm, ha un buon sapore somiglia alla mia”

Fabrizio che la volta precedente aveva assaggiato quella dell’amico sentendo quella frase avrebbe voluto confermare, ma non volendo svelare troppo rimase in silenzio cercando di recupere le mutande.

“Aspetta che ti pulisco” “Non ho ancora finito, non penserai che sono così sgarbato”

Samuele al settimo cielo per i risvolti inattesi di quel pomeriggio non era del tutto appagato, ma non volendo strafare cercava di interpretare i pensieri di Fabrizio che dal canto suo era taciturno più del solito, quindi mentre lo riprese in bocca e con la lingua lo ripulì di ogni traccia di sperma, con la mano libera impugnando il suo membro che nel frattempo era rimasto tra il barzotto e l’eccitato filando il suo liquido trasparente, iniziò a segarsi per restituirgli le attenzioni che gli erano state sottratte.

“Adesso finalmente il patto è siglato e siamo complici, ma sappi che da parte tua non è stato carino interrompere la mia sega”
“Anzi, visto che è colpa tua se mi sono dovuto stoppare, potresti guardarti la rivista insieme a me e farmi compagnia mentre finisco quello che avevo iniziato”

Fabrizio, vedendo l’amico già intento a segarsi, non volendolo dispiacere e per di più curioso di vedere le immagini della rivista, accettò di buon grado e togliendosi del tutto le mutande che insieme ai pantaloni erano rimaste all’altezza delle caviglie tipo pastoie, si sedette di fianco a lui con la rivista aperta a terra davanti a loro.

Sfogliando le pagine della rivista iniziarono a segarsi insieme, ognuno con il proprio membro tra le mani; Fabrizio non pensava che la vista di tanti maschi intenti ad amoreggiare tra loro lo potessero eccitare così tanto, ma il suo palo duro malgrado fosse venuto da qualche minuto gli dimostrava che l’eccitazione non aveva impiegato molto a ricaricare le pile e che forse la sua mentalità era più aperta di quello che lui stesso pensava.

Arrivati alla foto di due maschioni impegnati a spompinarsi in un bellissimo sessantanove, Samuele guardando Fabrizio, pensando che fare la stessa cosa sarebbe stato bellissimo ma volendo andare per gradi, propose di segarsi a vicenda.

“Fabri, abbiamo tutta la vita per menarci il nostro pisello, che ne dici se ci scambiamo, così almeno possiamo toccare qualcosa di diverso”

Era la prima volta che Fabrizio si ritrovava a toccare un pisello che non fosse il suo e volendolo fare al meglio, seguendo l’esempio del suo amico, portando la mano alla bocca per riempirla di saliva, massaggiandolo lo rese lucido e super lubrificato in maniera che la mano potesse scorrere liberamente sulla pelle che piano piano lasciava scoperta la cappella.
Vedendo che in risposta alle sue attenzioni, un liquido trasparente e filante aveva iniziato a colargli sulla mano, la tentazione di avvicinarsi ed assaggiarlo, fu molto forte, ma per farlo avrebbe dovuto prenderlo in bocca e spompinare l’uccello dell’amico, cosa che sa da una parte lo eccitava, da una parte avrebbe complicato la situazione, per cui decise di desistere.

Arrivati in fondo alla rivista e ancora non pronti a venire, Samuele gli chiese di tornare indietro e mettere l’immagine che gli era piaciuta di più; Fabrizio che aveva ben nitida la scena che aveva acceso la sua eccitazione, tornando a metà rivista riprese l’immagine che riempiva ben due pagine dove un maschio esile e dai lineamenti effemminati, con una mano intento a masturbarsi, in posizione precaria reggendosi con i talloni e l’altra mano al materasso si lasciava infilzare da un altro maschio muscoloso e palestrato sotto di lui mentre reggendolo con le mani sul sedere affondava il suo sesso sfruttando la gravità.
Anche se la posa immortalata dalla foto era statica, la contrazione dei muscoli, l’espressione dei loro visi, la posizione dei loro corpi, li rendeva mobili al punto che sembrava che fossero lì a farlo davanti a loro.

Fabrizio, tra la vista della foto e il ricordo di Samuele sopra il ragazzo moro nella stessa posizione, eccitato come non mai, sentendo il suo orgasmo montare, aumentò la pressione e la velocità sul cazzo dell’amico, portandolo a venire nello stesso momento che venne anche lui, in un’esplosione di schizzi che inesorabilmente finirono la loro corsa sul pavimento.

Ripresosi dall’orgasmo, Samuele dopo aver ripulito la sua mano e quella dell’amico si dedicò per l’ultima volta al cazzo di Fabrizio con la sua lingua che non ne aveva mai abbastanza, per poi guardare per l’ultima volta l’amico sodisfatto della complicità raggiunta.

“I primi cinque minuti quando entrando hai interrotto la mia sega ti ho odiato, ma oggi sono stato bene con te e mi sono divertito”
“Da come mi stringevi l’uccello ho sentito quanto ti sei eccitato per la scena della rivista, Io domani pomeriggio sono qui”
“Sappi, che se mi verrai a trovare potremmo metterla in pratica, ma non voglio una risposta adesso, la tua risposta affermativa sarà la tua presenza qui domani”

Fabrizio preso in contro piede non sapendo cosa dire si limitò a rispondere che forse per il giorno dopo aveva un impegno con sua mamma e i suoi zii e rivestitosi salutò Samuele ricordandogli che adesso avevano un accordo e dei segreti da custodire.
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