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26. Al mare: Il capanno 2 (11° Parte)


di trombamico74
24.07.2021    |    5.205    |    2 9.8
"In quella posizione con le due ragazze al centro girate su un fianco intente a baciarsi e scambiare gli umori e i sapori intrisi sulle loro lingue e i due..."
In quella posizione con le due ragazze al centro girate su un fianco intente a baciarsi e scambiare gli umori e i sapori intrisi sulle loro lingue e i due maschietti dietro di loro visivamente eccitati e vogliosi di stuzzicare, era facile desumere che quanto fin ora accaduto era solo un piccolo accenno atto a smorzare le esitazioni e le agitazioni che ognuno durante la pedalata fino al capanno aveva portato nel cuore.

E così, mentre le ragazze lasciavano scivolare le loro mani e le loro dita verso il sesso dell’amica; Samuele e Fabrizio approfittando della loro posizione insinuando una mano tra i glutei della fanciulla davanti a loro, si dedicavano tra una carezza e l’altra a stuzzicare sotto i loro polpastrelli la rosellina, rimasta fino a quel momento ancora chiusa e inesplorata.

Se per i sessi delle ragazze, già ampiamente caldi, bagnati ed eccitati, non fu difficile schiudersi e lasciarsi penetrare da quelle dita curiose, per le roselline pulsanti ma reticenti, lasciarsi invadere fu meno agevole, al punto che per poterle convincere fu necessario dar vita a un andirivieni di dita che dalla bocca raccoglievano e portavano dosi di saliva da spalmare e distribuire.

(Valentina) “E no carini, troppo facile… Prima tocca a voi”

Erica e Valentina coinvolte nel loro momento saffico, distratte da ciò che avveniva alle loro spalle, con un colpo d’occhio erano arrivate alla stessa decisione e all’unisono, sfilandosi improvvisamente dal mezzo e rigirando i due maschietti a pancia sotto, inginocchiandosi a cavalcioni sulle spalle dei due per bloccarli in quella posizione, con il viso rivolto verso i loro glutei adesso potevano ricambiare il loro gioco e restituire a quelle roselline maschili apparentemente pudiche e riservate lo stesso trattamento.

Mentre le dita divaricate e arcuate, partendo dai polpacci, risalendo, facevano sentire lo scorrere leggero delle unghie sulla pelle, le lingue giocavano con le schiene, disegnando dei percorsi casuali, scendendo pian piano verso i glutei.
Le mani prendendone possesso allargavano le due rotondità e la lingua arrivata alla sua meta cessava il suo pellegrinare, per concentrarsi in quel luogo di piacere che ancora timido, di lì a poco, avrebbe mostrato il suo lato sfacciato e lascivo.

Gli sguardi complici d’intesa e un sorriso appena accennato ai lati di quelle bocche aperte intente a leccare, lasciavano trasparire con quanta eccitazione e complicità entrambe godendo di quel momento di possesso e dominazione tacitamente si incitavano ad osare di più.
Da quando erano in vacanza non si erano più potute regalare nessun momento intimo tutto per loro, la voglia di sentirsi desiderate e possedute da un maschio era tanta e prima di partire avevano fantasticato molto su tutte le cose che avrebbero potuto fare con Fabrizio, ma quella interferenza a un momento saffico tutto loro, dopo che entrambe si erano prodigate per far godere i due maschietti andava sicuramente punita.

Le dita inizialmente impegnate a divaricare i glutei, adesso spingendo verso il centro della rosellina cercavano di far penetrare la saliva che la lingua sapientemente aveva depositato, addentrandosi di volta in volta sempre più in profondità, fino a lasciare che un intero polpastrello scomparisse dentro.
Fabrizio che ormai si era abituato alle loro incursioni sapeva cedere velocemente alla curiosità delle loro dita, ma al contrario delle loro aspettative inaspettatamente fu Samuele il primo a lasciarsi profanare liberandosi in un lungo gemito, seguito dopo qualche istante dall’amico, allorché raggiunse il medesimo piacere.

Sentire gemere i due maschietti in quel dentro fuori di dita, inframmezzati dalla lingua che leccando tutto intorno ammorbidiva le pieghe della rosellina, era terribilmente eccitante, al punto che le loro ostriche ormai grondanti di umori, lasciavano colare la loro bava sulla schiena dei due ragazzi, troppo distratti da altro per rendersene conto.

I due, con il volto girato l’uno verso l’altro, guardandosi negli occhi, osservando l’espressione del viso avevano condiviso ogni momento, ogni bacio ricevuto, ogni carezza sul loro corpo.
La pressione di ogni dito, ogni gemito, ogni godimento, ogni labbro morso per il troppo piacere, nulla era passato inosservato e senza i loro corpi bloccati dal peso delle due fanciulle sarebbe stato spontaneo avvicinarsi in un lungo bacio a smorzare e soffocare dentro le loro bocche ogni momento di piacere.
Ma anche così, a pochi centimetri di distanza, in ognuno di loro c’era completa condivisione di ciò che sentivano e stavano provando.

Benché tutti e quattro lì insieme divisi a coppie, ogni ragazza con il proprio ragazzo, il piacere aveva intrapreso sfumature inattese e inaspettate formando coppie diverse da quelle intimamente connesse e così se da un lato il piacere scaturiva dal momento di dominazione delle due amazzoni a cavalcioni dei loro puledri, inermi e alla loro mercè, in una sfida dal sapore antico che fa rivivere le gesta di Ippolita e Pentesilea, dall’altro lato il piacere sgorgava dal momento di asservimento e sottomissione dei due maschietti che dismessi i panni del cacciatore li faceva essere preda e godere del trattamento comune che stavano ricevendo.

Non ci volle molto perché nel sedere di Samuele, potessero entrare agevolmente tre dita, ma Valentina non era ancora pienamente sodisfatta e non vista dai maschietti allungandosi verso lo zaino di Erica recuperò il dildo rosa che qualche giorno prima proprio in quel capanno l’aveva posseduta insieme a Fabrizio e ingoiandolo fino in fondo perché fosse completamente bagnato della sua saliva, lasciò che si sostituisse alle dita entrando completamente dentro Samuele, iniziando un dentro fuori che amplificò di molto il susseguirsi dei suoi gemiti e che curiosamente ne addolcì il timbro della voce.

Ma disponendo di un solo dildo, come se improvvisamente ci fosse stato il permesso di sparigliare seguendo le proprie voglie; Erica assecondando un suo desiderio, spostandosi e facendo girare Fabrizio e fiondandosi sul suo membro in erezione poté godere di tutto il liquido filante che copiosamente spontaneamente veniva fuori, mentre al contempo ripreso ciò che stava facendo, continuava a penetrarlo con le dita stimolando internamente ad ogni affondo con i polpastrelli una parte ruvida che gradendo il contatto sembrava pulsare.

Sentire i due maschietti godere era tremendamente eccitante, ma la voglia ormai era talmente tanta che ad Erica con un lago tra le gambe, non bastò più succhiare quel palo di carne caldo e pulsante, lo desiderava altrove, a calmare quel fuoco che sentiva farle contrarre tutti i muscoli del basso ventre e scivolando su di lui lasciò che il membro di Fabrizio si addentrasse nella sua calda e umida fessura, come un coltello caldo che affonda nel burro lasciando disegnata la sua sagoma.
Ogni muscolo della sua figa pulsando e contraendosi iniziò a spremere il membro di Fabrizio, come se lo volesse mungere e succhiare; si lo stava facendo, lo stava spompinando con la figa, meglio di come riusciva a fare con la bocca, dato che con quella cappella grossa faceva fatica a ingoiarlo tutto, ed ad ogni contrazione, partiva un gemito e una scossa per tutto il corpo.

Anche Valentina sentendo l’amica non seppe più resistere al desiderio e rigirando Samuele con il dildo ancora piantato nel suo sedere, lasciò scivolare il suo membro dentro, muovendosi per goderne ogni centimetro a contatto con le pareti della sua intimità.
Partì un galoppo lento e cadenzato, che oltre a farle sentire il membro fino in fondo, lasciava strusciare il clitoride sui peli pubici bagnati di Samuele, che insieme all’osso pubico sottostante le davano delle scosse di piacere.

(Fabrizio) “AHHHHHHH, OHHHHHHHH, OHHHH”
(Samuele) “Siiiiiiiiii, Vengooooo”

Colmi di eccitazione, non ci volle molto per sentire i due maschietti esplodere dentro, fiotto dopo fiotto il loro caldo e cremoso desiderio, che inevitabilmente finì per mescolarsi con il loro succo di passione, come in un sapiente cocktail che di lì a poco qualche bocca e qualche lingua avrebbe sicuramente assaggiato.
Anche l’orgasmo delle ragazze non era stato meno forte e intenso aveva scosso i loro corpi fino all’ultimo muscolo, lasciandole senza forze pervase da mille brividi.

Il caldo agostano misto al calore dei loro corpi li aveva sfiniti, lasciandoli accasciati l’uno dentro l’altro, a recuperare un minimo di energie per proseguire quel lungo pomeriggio di passione, ma beata la gioventù, non ci volle molto perché si riprendessero da quel temporaneo momento di torpore.

Libera dal membro che sgonfio mesto si era ritratto lasciando la sua intimità beante e colante, Erica portando il suo sesso alla bocca di Fabrizio perché ne gustasse il contenuto si dedicava al contempo a ripulirlo dei suoi umori, raggiunta da Valentina che aiutandola non disdegnava di incrociare sodisfatta la sua lingua per ringraziarla di esserle stata al fianco e sua complice fino in fondo.

Forse, il dildo rosa ancora piantato nel sedere di Samuele, sollecitando la prostata, impediva il completo rilassamento del membro, pertanto, ancora adeso alle pareti del sesso di Valentina a far tappo agli umori che per gravità volevano raggiungere l’esterno, permetteva a quest’ultima piegata di lato, di aiutare l’amica a prendersi cura del sesso di Fabrizio, tenendo in serbo dentro di lei il resto per un secondo momento.

Candidamente pulita nella sua intimità, dalla bravura della lingua di Fabrizio, dopo aver ricambiato quest’ultimo insieme a Valentina, adesso toccava a Erica sdebitarsi con l’amica dell’aiuto ricevuto.
Davanti a lei, inginocchiata in ammirazione del suo sesso rosato e frastagliato, con la lingua pronta a recuperare ogni goccia che mentre l’amica si sollevava dal palo dentro di lei, man mano fuoriusciva furtivo, godette di quella visione fino a quando il pene di Samuele finalmente libero si adagiò sulla pancia riverso di lato, abbandonando quel turgore che faceva bella mostra di sé.

(“Che differenza da quello di Fabrizio, così sottile e con la pelle fino a sopra a nasconderne la cappella”)

Erica con il pene di Samuele davanti agli occhi non poté far a meno di confrontarlo mentalmente con quello che fino a pochi secondi prima aveva avuto tra le labbra e anche se questo era ancora barzotto, mentre il primo completamente molle e rilassato, ancora una volta Fabrizio ne era uscito vincente e lei desiderosa di tornare da lui, ma al contempo volendo aiutare l’amica, dirottò le sue attenzioni sul pezzo di gomma rosa che spuntava dal suo sedere addentando con la bocca il dildo per sfilarlo lentamente in maniera da liberarlo da quel duro fardello, mentre Valentina indietreggiando portava la sua intimità alla bocca di Samuele, raggiunto in quel momento da Fabrizio.

Quello che accadde dopo è difficile da descrivere: a metà strada tra una estrema lussuria e una profonda dolcezza intrisa di un amore romantico, mal si presta ad essere raccontato; consapevole malgrado gli sforzi di una puntigliosa descrizione di tralasciare lungo il racconto delle sfumature che solo chi ha vissuto una cosa simile può cogliere nei minimi particolari.
E volendo mettere a fuoco la mia difficoltà, posso solo dire che malgrado tutto avvenisse contemporaneamente, era come se vi fossero due scene ben distinte e per certi versi molto diverse, che però avevano come fulcro gli stessi corpi e le stesse persone.

Da una parte le due fanciulle con le loro bocche vogliose e mai sazie di reciproci baci che dovevano accontentarsi di sortite fugaci per dedicarsi al sedere di Samuele ancora aperto e maltrattato, desideroso dopo i vari assalti di ricevere le amorevoli cure che si era guadagnato e il suo sesso bagnato e bianchiccio adesso a riposo, ma ancora filante a testimonianza di quanto il piacere lo aveva profondamente invaso.
Dal lato opposto i due maschietti alle prese con il sesso gocciolante di Valentina che Samuele aveva copiosamente contribuito a riempire e che con le loro lingue cercavano di dividerne amichevolmente il contenuto.

Non visti dalle ragazze quella situazione fu l’occasione per scambiarsi finalmente quel bacio che entrambi avevano desiderato per tutto il tempo in cui venivano sodomizzati, ma non bastando un sol bacio a attenuare la voglia, si profusero in un lento e profondo gioco di lingue che mescolando le loro salive e il sapore dei loro baci, poi completarono con lo sperma misto agli umori di Valentina che colando reclamava la loro attenzione.

Più libero nei movimenti; Fabrizio, avvicinandosi al sesso di Valentina leccando e succhiando per raccoglierne il contenuto si riempiva la bocca di quel nettare che poi abbassandosi divideva con l’altro lasciando che bacio dopo bacio colasse sulla sua lingua, mentre Samuele da sotto con le mani protese allargava le grandi labbra dell’ostrica per rendere la prima parte più agevole all’amico.
Ma ormai pulita di ogni traccia di piacere, volendo ancora prolungare quel momento di complicità, mentre Samuele penetrando con le dita l’ostrica ancora aperta ne succhiava il clitoride, Fabrizio aiutandosi con le dita spostando la testa più in alto per far posto all’amico, si dedicò a leccare la rosellina che timidamente fino a quel momento aveva schivato ogni assalto.

Qualche centimetro più in là, Valentina piegata in avanti sul sesso di Samuele, lo ripuliva di ogni traccia di piacere, mentre Erica distribuendo la sua saliva con la punta della lingua si dedicava ad attenuare gli effetti che il dentro fuori del dildo aveva lasciato sulle pieghe arrossate della rosellina.
Di tanto in tanto interrompendo ciò che stavano facendo, si scambiavano dei profondi baci di desiderio reciproco, ma quello che accadeva dall’altro lato, oltre a intensificare i gemiti di Valentina inevitabilmente la obbligava a ingoiare il sesso di Samuele con sempre maggiore veemenza, obbligando quest’ultimo a riprendere vita crescendo a ogni succhiata ben assestata.

Guardando l’amica gemere e spompinare, in Erica cresceva sempre più la voglia del cazzo di Fabrizio da succhiare e non potendo più resistere, lasciando la rosellina di Samuele e scivolando come un felino sotto Fabrizio, non ci mise molto a impossessarsi del suo arnese, succhiandolo avidamente con tutto il desiderio che aveva in corpo.
Ebbene sì, il membro di Fabrizio con le sue vene a rilievo e il suo diametro che con difficoltà la sua bocca riusciva a contenere e quella cappella gonfia staccata dal resto con un solco ben delineato che lei adorava percorrere con la punta della lingua, sembrava la stesse aspettando e più succhiava, leccava, più lui in risposta si ingrossava e più lei lo vedeva magnifico accrescendo il desiderio.

(Erica) “Datevi da fare… Adesso tocca a noi”

Dopo un ultimo sciocco con le labbra sulla cappella, Erica riprendendo una frase di Valentina, aveva deciso cosa sarebbe successo di lì a poco ed a rafforzare il concetto, mettendosi a carponi con le ginocchia sul materassino offrì il sedere a Fabrizio.
Anche Valentina ascoltata l’amica seguì il suo esempio e imitandone la posizione, con gli occhi colmi di gratitudine per aver saputo cogliere le sue voglie, dopo gli assalti di Fabrizio alla sua rosellina, la bacio con profonda dolcezza e Amore.

Samuele dopo il lavoro preparatorio di Fabrizio, trovando il sedere di Valentina già aperto e bagnato entrò senza nessuna difficoltà, mentre Erica al contrario dovendo ancora rilassare la rosellina fin tanto che Fabrizio non si faceva largo con le dita, lo accolse nella sua più arrendevole fessura, gustandosi una doppia penetrazione che la mandò velocemente in ebollizione.
Il suono dei colpi di bacino sui glutei, inframmezzato dai gemiti e dai sospiri delle ragazze contribuiva a rendere tutto più eccitante; le ragazze in pieno parossismo dei sensi iniziarono a incitare i loro amanti perché non risparmiassero nessun colpo ed i ragazzi seguendo i loro incitamenti non si risparmiavano continuando a martellare colpi su colpi.

Fabrizio passato al buco più stretto ad ogni “Ancoraaa” “Ancoraaa” pompava con maggiore veemenza, mentre Erica con le sue dita, masturbandosi e penetrandosi contribuiva a portarsi verso il piacere di un orgasmo che dalle prime avvisaglie si annunciava sconquassante.
Apparentemente per caso, trovandosi il dildo sul materassino che a ogni colpo sobbalzava insieme a lei, Valentina, per tranquillizzarlo dal suo saltare, lo aveva inserito nella sua figa fino in fondo, gustandosi una doppia penetrazione che sembrava non avere fine.

Quel piacere a momenti impetuoso come un ruscello che si divincola tra le rocce e nei momenti in cui era necessario prendere fiato, calmo come un fiume che scorre sicuro, sembrò lunghissimo e senza fine.
Samuele con minor resistenza degli altri, arrivò primo al traguardo, seguito da Valentina che persa ogni forza nelle gambe perché tremolanti lo fece franare sopra di lei.
Fabrizio ed Erica invece andarono avanti ancora per un po’, sotto lo sguardo di ammirazione degli altri due che abbracciati ancora l’uno dentro l’altra li guardavano con gli occhi lucidi di emozione.

Ci misero un po’ a recuperare le energie e ricomporsi per andare via e quando uscirono il pomeriggio era quasi finito.

Pedalando verso casa i pensieri, le preoccupazioni, le ansie dell’andata erano un ricordo lontano, ma anche se non se lo dissero ognuno di loro in quel pedalare sentendo male a ogni sobbalzo del sellino, capì che sicuramente quel pomeriggio non lo avrebbe dimenticato presto.
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