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Prime Esperienze

10. Erica & Fabrizio (3° Parte)


di trombamico74
20.09.2020    |    13.057    |    2 9.5
"In verità, all’emozione per la sua prima volta, erano subentrati i pensieri che adesso avrebbe dovuto lasciare che Fabrizio facesse l’amore con la sua amica,..."
I pomeriggi al parco vicino al laghetto si susseguirono e con essi gli assalti al sederino, che di volta in volta ringraziò mostrandosi più aperto ed accogliente.
Anche il loro modo di amarsi, inizialmente incerto e insicuro, divenne via via più ricercato, man mano che entrambi conoscevano i loro corpi ed i piaceri dell’altro.
Erica mantenendo fede alla promessa iniziale, non faceva mai mancare di prenderlo in bocca e succhiarglielo, anche se quasi sempre l’esplosione finale di Fabrizio avveniva nel sederino, tranne le volte che completamente eccitata lo aveva voluto subito dentro, per poi dopo essere venuta, ultimare prendendolo in bocca, ingoiando insieme a lui fino all’ultima goccia.

I loro orgasmi erano sempre più lunghi e intensi, ma in tutto questo mancava ancora qualcosa, restava da spezzare quel velo che avrebbe trasformato Erica ancora in parte bambina in una donna, che può disporre completamente del proprio corpo.
Più volte in questi pomeriggi Erica avrebbe voluto saltare il fosso, ma il pensiero che perdendo la sua verginità, avrebbe poi dovuto cedere Fabrizio alla sua amica ogni volta l’aveva fatta desistere, con somma gioia del suo sederino che aveva potuto ancora una volta godere degli affondi di quel bastone di carne.

Il passare dei giorni, se da un lato aumenta la loro complicità, rende sempre più difficile gestire Valentina e il separarsi da Fabrizio, per cui Erica assorta nei suoi pensieri, comprese che era venuto il momento di far godere finalmente la sua patatina.
Quel pomeriggio, quando si sarebbero visti per andare al parco finalmente sarebbe accaduto, avrebbe avuto la sua prima volta in quel luogo, con il ragazzo che amava.

Ad un tratto, un pensiero la rese nervosa.
E se dopo di lei, Fabrizio avesse portato anche Valentina lì nel parco, sotto la loro pianta?
E se anche lei avesse perso la sua verginità lì nello stesso posto?
Passi lo stesso ragazzo, ma almeno il luogo e il modo doveva essere speciale, unico, qualcosa che nessuna le avrebbe potuto mai copiare, qualcosa da custodire dentro per sempre.
Di colpo decise, oggi sarebbero rimasti a casa, lì nella sua stanza, sul suo letto, così come è stata la sua prima volta con Valentina.
Guardando la spazzola poggiata sul comodino sorrise, oggi sarai solo spettatrice, più avanti chissà!!!

Dai racconti di qualche amica più grande aveva saputo che la prima volta può capitare di sporcare di sangue dove si è sdraiati, ma per lei, lì in camera, sarebbe stato come mettere un cartello davanti la porta che sua madre avrebbe sicuramente visto; doveva inventarsi qualcosa che evitasse di lasciare tracce.
Decisa andò in cantina dove sapeva che avrebbe trovato quello che stava cercando. Aprì una scatola ed ecco le lenzuola che portavano ancora i segni delle sue prime mestruazioni. Ricordava ancora quella notte in cui si svegliò avvolta da dolori lancinanti al basso ventre e controllando per capire cosa stesse accadendo, si era ritrovata che aveva sporcato tutte le lenzuola di sangue. Sua mamma rifatto il letto prese le lenzuola per buttarle via, ma Erica l’aveva supplicata di lasciargliele lavare e conservare ed ecco adesso avrebbe aggiunto qualche nuovo alone rossastro a testimoniare il suo passaggio da adolescente a donna.

Preparò tutto e dopo aver fatto la doccia aspettò in accappatoio lo squillo del campanello.

“Ciao Amore, sono in ritardo, Sali pure”

Quando Fabrizio arrivò si fece trovare come se fosse appena uscita dalla doccia.

“Mi sono addormentata e ho fatto tardi, ho appena finito la doccia, se mi fai compagnia in camera mi preparo e andiamo”

Arrivata in camera fece cadere sapientemente l’accappatoio e abbassandosi iniziò a spalmare la crema idratante sulle gambe, mostrando con ingenuità il sedere e la patatina a Fabrizio che seduto sul letto se li trovava ad altezza occhi.
Nella sua testa contava, dieci, nove, otto… Sarebbe dovuta arrivare a zero, ma al cinque aveva già Fabrizio inginocchiato dietro di lei con la faccia sul suo sesso e la lingua che affondava nella sua ostrica.

Era quello che sperava, lo lasciò fare fino a quando non si sentì completamente bagnata e lubrificata.
Lo interruppe per poterlo spogliare e dopo averlo spinto sul letto, gli saltò sopra atterrando con la bocca direttamente sul suo cazzo in erezione.
Essere lì per la prima volta insieme, li eccitava entrambi più del solito, ma questo per lei non era positivo, visto che il palo di carne di Fabrizio doveva entrare dentro di lei e durare per un po', ma continuando così, non solo cresceva a dismisura, ma probabilmente sarebbe anche venuto subito.

“Sei troppo eccitato, se ti avvicini mi ingravidi, sarà il caso che corriamo ai ripari”

Aprendo un cassetto del comodino, recuperò un profilattico che passò a Fabrizio, lui la guardò perplesso, visto che fin ora non li avevano mai usati, ma dopo un attimo capì il messaggio e con qualche incertezza si accinse a indossarlo.

Guardando Fabrizio armeggiare ebbe il dubbio che il profilattico preso da quelli che il padre teneva nel comodino fosse troppo piccolo o lui particolarmente impacciato, ma dopo un po' finalmente ci riuscì avendo anche controllato che fosse uscita tutta l’aria.
Erica spostò le coperte dal letto e si sdraiò, sentiva l’agitazione crescere dentro, sperava solo che accadesse tutto in fretta, ma guardando Fabrizio lo vide esitare, in un misto di eccitazione e paura.

Allungò le mani e lo attirò a sé, quando lui le fu sopra, abbracciandolo e avvicinando la bocca al suo orecchio gli sussurrò:

“Possiamo stare qui abbracciati se vuoi e baciarci, ma so che tu come me vuoi entrarmi dentro, per cui quando ti senti pronto fallo, e se dovessi urlare, tappami la bocca con il migliore dei tuoi baci”

Fabrizio ascoltando quelle parole la baciò in un lungo bacio, mentre come ad aver inteso anche il lui più in basso, il membro di Fabrizio posizionò la cappella all’imbocco dell’apertura, aspettando un cenno per entrare.
L’eccitazione e l’apprensione cresceva ad ogni bacio, tenendoli in quel limbo di piacere e soggezione, fino a quando Fabrizio sentendo le unghie di Erica sulla sua schiena, capì che era arrivato il momento e con un colpo di reni spinse il suo cazzo dentro.

“AHHHHHHHHHH”
“Piano Amore, ho male”

Ma Fabrizio, fermatosi un attimo tornò leggermente indietro per poi affondare fino in fondo.

“UHHHHHHHHHH”
“E troppo grosso, mi stai facendo male, ma non ti rischiare a toglierlo!!!”

Fabrizio rimase fermo, fino a quando la “sua pompinara” come a volte chiamava scherzosamente Erica, non iniziò a succhiargli il cazzo muovendo i muscoli dentro la fighetta ormai squarciata.

Era una sensazione bellissima, niente a che vedere con la sensazione che aveva standole dentro il culetto, un caldo avvolgente gli succhiava il cazzo, come a volerlo mungere e lui non poteva far altro che muoversi e spingere sempre di più.

“Bastardo!!! Mi hai fatto dimenticare il male e adesso mi sta facendo impazzireee”
“Si, così ti vogliooo tuttoooo dentrooo”

Fabrizio incitato aumentò il ritmo, sentendo l’orgasmo crescere montare dentro di lui, accompagnato dagli incitamenti un po' sboccati di Erica, che per la prima volta persa ogni soggezione gli chiedeva di sfondargli la figa.

Inizialmente sdraiata con le gambe leggermente divaricate, adesso Erica le aveva alzate e portate vicino le spalle di Fabrizio alzando in quel modo leggermente il bacino.
Il cazzo di Fabrizio in quella postura ne aveva approfittato per arrivarle sempre più in fondo e mentre le palle durante i movimenti andavano a sbattere contro il bordo della rosellina aperto, le ossa del pube andavano a strusciarsi e premere contro il clitoride, anch’esso eccitato e duro.

Ogni volta che il cazzo di Fabrizio affondava fino al collo dell’utero, le pareti della figa di Erica dopo le iniziali vibrazioni scomposte, di colpo si contraevano, stringendolo e trattenendolo per impedirgli di uscire, come farebbero se fosse possibile usare una similitudine, le mani di un vigoroso marinaio, strette e contratte sulla cima che tende le vele, mentre si oppongono, combattendo con il vento che spinge nella direzione contraria.
Ad ogni contrazione i muscoli spremevano le loro secrezioni, rendendo tutto più scivoloso e più difficile da trattenere e quindi di conseguenza ad ogni affondo il cazzo scivolava dentro sempre più agile e più i muscoli si dovevano contrarre sempre di più per trattenerlo, in un parossismo di piacere crescente che nessuno dei due amanti avevano mai provato fino a quel momento.

Allenati dai loro frequenti incontri pomeridiani, andarono avanti per un bel po', fino a portare il loro piacere crescente ad un punto di non ritorno.

“AHHHHHHHHH” “VENGOOOOOO” “TE LO STO ANNAFFIAAANDOOOO”
“MAMMMMA MIAAAA SENTO I TUOI SCHIZIIIIII”

Vennero insieme, tra gli urli di godimento di Erica e i grugniti di lui, mentre cercava con la mano di tapparle la bocca.

Spossati, rimasero così per un po', fino a quando rialzandosi Fabrizio vide il volto di Erica con le gote bagnate di lacrime.
Fabrizio, si ritrasse e uscendo da Erica tolse il profilattico che ancora portava con sé qualche traccia di sangue e annodandolo verificò che fosse ancora integro.
Era tutto a posto, eppure Erica stava piangendo, spaventato che fosse colpa sua, che avesse sbagliato qualcosa, le chiese cosa fosse successo, ma lei lo tranquillizzò dicendo che erano lacrime di gioia perché era stato bellissimo.

In verità, all’emozione per la sua prima volta, erano subentrati i pensieri che adesso avrebbe dovuto lasciare che Fabrizio facesse l’amore con la sua amica, ma questo a lui non poteva dirglielo e la paura di perderlo proprio adesso che l’aveva trovato cresceva dentro di lei, bagnando la sua faccia.
Avrebbe voluto congelare il tempo e rimanere lì con lui dentro di lei, ma non poteva, perché ogni istante passato lì così, l’avrebbe fatta soffrire un po' di più e volendo troncare senza dare spiegazioni, usò la frase che in quella situazione avrebbe spaventato qualunque ragazzo.

“E meglio che ci vestiamo e vai via, si è fatto tardi e potrebbero rincasare i miei genitori e io devo mettere a posto qui prima che tornano.”

Sentite le parole “tornano i genitori” Fabrizio in cinque minuti era vestito e pronto ad andare.

Mentre rifaceva il letto Erica nascondendo le lenzuola che poi avrebbe lavato e riportato in cantina, riguardando le macchie di sangue che si erano aggiunte, ripensò alle promesse affrettate che aveva fatto con la sua amica, che oggi le pesavano come un macigno.
Non si sentiva pronta per dire all’amica di averlo fatto, per cui le avrebbe nascosto la verità, per poter rifare ancora una volta l’amore con il suo tesoro.

In verità le volte in cui fecero l’amore furono più di una, ogni volta con una crescente passione, ormai i loro giochi che comprendevano bocche, mani e i vari orifizi disponibili erano sempre più affiatati e in Erica cresceva il pensiero o la speranza che forse Fabrizio non avrebbe accettato di finire tra le braccia di Valentina.
Ma per esserne sicura doveva confessare all’amica di non essere più vergine e poi insieme a lei organizzare un’uscita a tre e vedere da lì cosa sarebbe successo.
Un pomeriggio dopo che Fabrizio andò via, mandò le foto delle lenzuola con le tracce di sangue che aveva fatto qualche giorno prima, seguite da un messaggio: “Adesso tocca a te”.

L’indomani mattina quando si videro, pianificarono che per poter far avvicinare Fabrizio e Valentina, quel pomeriggio avrebbero fatto in modo che Fabrizio arrivando le trovasse lì entrambe a prendere il sole e che dopo aver trascorso il pomeriggio lì insieme, andando via Valentina avrebbe approfittato di lui per chiedergli un passaggio e andare via insieme.
A quel punto Valentina avrebbe dovuto giocare le sue carte per riuscire a far breccia e convincerlo a vedersi da solo con lei.

Erica era nervosissima, adesso avrebbe finalmente scoperto i sentimenti di Fabrizio per lei e la fedeltà del suo cazzo verso la sua fighetta e il suo sederino. Era sicurissima che Fabrizio ha sempre provato attrazione per Valentina, adesso una volta per tutte avrebbe verificato se quell’attrazione andava oltre la passione e il desiderio che fino a quel momento avevano provato insieme.
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