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Gay & Bisex

21. Al mare: Fabrizio & Samuele (6° Parte)


di trombamico74
23.01.2021    |    7.466    |    11 9.2
"La mattina, pertanto, trascorse con pensieri altalenanti, in cui il suo mattarello duro per quasi tutto il tempo cercava di convincerlo ad andare, mentre..."
Tornando verso casa in bici, Fabrizio continuava a pensare alla proposta di Samuele, che per certi versi lo stuzzicava ed eccitava, ma il rischio che quell’incontro non fosse un episodio isolato e che Samuele volesse qualcosa di più era tangibile e lui non voleva imbastire una nuova relazione, dato che tra qualche giorno arrivate le ragazze avrebbe avuto il suo bel da fare per sodisfarle e non ci sarebbe stato spazio per altre distrazioni di quel tipo, anche se quando sembrava essersi convinto a rifiutare, la sua mente lo riportava a ricordare le scene di Samuele con il ragazzo moro e tutto tornava in discussione facendolo tornare nell’incertezza del da farsi.

Sicuramente l’astinenza degli ultimi giorni non lo aiutava ad essere lucido e se le ragazze fossero state lì con lui non ci avrebbe nemmeno pensato un secondo a rifiutare, ma loro non c’erano e le tentazioni continuavano a friggere dentro i suoi testicoli al punto di rendere la pedalata difficoltosa, con il membro che perennemente barzotto per tutto il tempo strusciava sulla gamba ad ogni giro dei pedali.

Arrivato a casa quasi a ora di cena, non ci fu nemmeno il tempo di fare una doccia ristoratrice che potesse lavare i pensieri che affollavano la sua mente, perché la zia vedendolo reclamò subito la sua attenzione chiedendogli di aiutarla ad apparecchiare visto che sua mamma non era ancora rientrata e lei doveva fare tutto da sola.

La mamma di Fabrizio che forse si sentiva a disagio verso il cognato e la sorella, in quei giorni per pranzo rimaneva in spiaggia e non saliva adducendo la poca fame e la voglia di rimanere a prendere il sole, lasciando che a rincasare fossero solo Fabrizio e gli zii.
Del resto, dopo tanti anni di frequentazione dello stesso bagno avendo ormai fatto conoscenza con tutti i vacanzieri abituali, non era mai completamente sola e per qualunque necessità poteva trovare sempre qualcuno a cui rivolgersi, facendo felice più di qualche maschietto che sfruttando l’occasione di un suo cenno poteva aver la scusa per avvicinarsi ed attaccare bottone.

Di solito raggiunta dagli zii nel pomeriggio rincasava con loro; mentre quel giorno dato che lo zio aveva delle faccende da sbrigare, la zia non volendo andare in spiaggia da sola a piedi era rimasta in casa e di conseguenza la sorella sentendosi libera di godersi fino all’ultimo raggio di sole si stava trattenendo più del solito.

A pochi centimetri dal corpo della zia, Fabrizio non può non notare le sue tette esuberanti che con fare impertinente, mentre la zia gli porge i piatti e tutto il necessario da portare in tavola, danzano sotto i suoi occhi mostrandosi di tanto in tanto da sotto il vestitino a fiori che a fatica le riesce a contenere.
Durante gli spogliarelli davanti allo specchio o nuda sul letto il corpo della zia si è ampiamente mostrato agli occhi di Fabrizio, ma lì in quel vedo non vedo, quei centimetri di pelle rubata al tessuto che dovrebbe nasconderli gli suscitano un’eccitazione che lo attrae e lo rapisce al punto di non riuscire a distogliere lo sguardo.

“Tesoro se continui a guardarle così me le consumi” “Ma non ti imbarazzare, succede perché ormai sei un ometto, tranquillo siamo soli, quello che fai rimane tra noi”

La zia dopo avergli fatto l’occhiolino, si allungò a dargli un bacio, che malgrado volesse essere sulla guancia, leggermente sfiorò la piega delle labbra, suscitando in Fabrizio che non si aspettava quelle frasi e quel gesto un maggiore turbamento.
Fabrizio incoraggiato dal “rimane tra noi” avrebbe voluto prenderle tra le mani fino a farle schizzare fuori dal vestito per poi fiondarsi con la bocca e leccarle e succhiarle fino a sentire i capezzoli indurirsi sotto la sua lingua, ma non essendo così sfacciato come i suoi pensieri si limitò a dire un semplice e sibillino “scusa” distogliendo lo sguardo.

“Non ti devi scusare, con tante ragazzine con le tette sode e i corpi perfetti che ti ronzano intorno, vedere che guardi le mie è per me un complimento che mi lusinga molto”
“Ma adesso sbrighiamoci che tra un po' arrivano gli altri e non possiamo raccontare come mai ci siamo distratti e abbiamo fatto tardi”

E nel dire quello sorridendo gli rifece l’occhiolino allontanandosi sgambettando come una giovinetta lasciandolo ad ammirare il suo sedere sodo che solo qualche ora prima come lui ben sapeva, si era aperto per accogliere il paletto del marito.
Fabrizio che sentiva nuovamente il suo pene indurirsi nelle mutande, pensando a quanto desiderio gli istigava sua zia con il suo corpo e le sue movenze, dimenticò completamente ogni pensiero su Samuele e continuando ad apparecchiare la tavola, sentendo gli odori di prelibatezze che in lontananza arrivavano dalla cucina, decise di fare un gesto carino per le donne di casa ed andando in veranda raccolse due fiori che poi sistemò sul tovagliolo poggiato sui piatti davanti ai loro posti.

Rientrati mamma e zio, dato che forse si erano incontrati per strada, finalmente si accomodarono tutti per la cena.
La mamma vedendo il fiore come segnaposto per lei e la zia si emozionò e con gli occhi lucidi avvicinandosi a Fabrizio, lo baciò a stampo sulle labbra sussurrandogli un “grazie tesoro”, la zia non volendo essere da meno, imitò la sorella facendo uguale con Fabrizio che imbarazzato, completamente rosso in faccia non sapeva come divincolarsi da quella situazione, fortuna che a quel punto vedendolo imbarazzato, intervenne in suo soccorso lo zio che sdrammatizzando commentò che a lui non aveva messo il fiore, altrimenti gli sarebbe toccato ricevere pure il suo di bacio sulle labbra.

Risero tutti insieme e per la prima volta sembrò quasi che l’atmosfera un po' pesante delle ultime sere fosse leggermente svanita e che fossero tornati tutti allegri e sorridenti.
Dopo cena, dopo la solita telefonata di tre minuti con il marito, fatta di monosillabi sempre uguali, sua mamma si rintanò in veranda con la scusa di leggere un libro per combattere con i suoi pensieri, fino a quando non venne raggiunta dalla sorella che prima di andare a letto visto che quel giorno erano state tutto il tempo distanti voleva stare un po' con lei.
Rimasero lì a parlottare sottovoce, mentre Fabrizio distante da loro messaggiava con le ragazze per informarle che finalmente aveva trovato un posticino tranquillo dove potersi appartare; distratto dai messaggi non si curava molto di quello che dicevano, tranne per un momento in cui sua zia sfogandosi con la sorella si lagnava del marito che invece la mattina di lasciarle tranquille aveva preso l’abitudine di girare a vuoto per casa.

Lo zio, infatti, dando la colpa al caldo aveva anticipato l’orario e ridotto la durata delle sue corse mattutine, per cui quasi sempre la mattina quando gli altri erano intenti a prepararsi, ciondolava per casa aspettando un cenno per poter andare tutti al mare come se non vedesse l’ora di essere in spiaggia, ma appena arrivato, con la scusante del caffè e dei tornei di beach tennis, scompariva passando il tempo con gli amici, tra il chiosco e i campetti alla fine dell’arenile.
Anche l’indomani mattina quindi mentre lo zio girava per casa e la zia continuava a dargli delle cose da fare per toglierselo tra i piedi, Fabrizio ancora una volta deluso dalle due sorelle che non si erano regalate nessun momento saffico che gli potesse far liberare parte dell’eccitazione che si portava accumulata dalla sera prima, tornò con il pensiero a Samuele e alla proposta che se pur intrigante poteva metterlo nei guai.

In realtà non era il rapporto completo con un ragazzo a preoccuparlo, anzi la volta precedente aveva ben compreso che si poteva tranquillamente spingere oltre, ma il mettersi in una situazione in cui più avanti se si fosse rifiutato di avere altri incontri poteva essere ricattabile da Samuele che pur non raccontando nulla in giro poteva comunque parlare con le ragazze, mettendolo in cattiva luce.
La mattina, pertanto, trascorse con pensieri altalenanti, in cui il suo mattarello duro per quasi tutto il tempo cercava di convincerlo ad andare, mentre la mente al contrario cercava di dissuaderlo a non fare quello che sicuramente sarebbe stata una cavolata.

Giunto al momento in cui gli zii normalmente dopo pranzo si danno piacere, probabilmente liberandosi di parte dell’eccitazione sarebbe riuscito ad aver la meglio sulla tentazione che ostinatamente lo voleva convincere ad andare, ma quel pomeriggio lo zio uscì subito dopo aver mangiato per vedersi con dei suoi amici, lasciando la zia da sola in casa, visto che la sorella era rimasta in spiaggia.
Per Fabrizio fu la goccia che fece traboccare il vaso, non poteva restare con i testicoli pieni a friggere nelle mutande, aveva una sola alternativa, sarebbe andato al capanno da Samuele.

Raggiunto il capanno al contrario di quello che pensava non trovò nessuno, non avendo le chiavi del lucchetto che chiudeva il cancello ancora una volta decise di passare dalla botola ed entrato mentre si guardava intorno, trovò la collezione di riviste che Samuele teneva lì per non lasciarle a casa col rischio che qualcuno le scoprisse.
Curioso iniziò a sfogliarle e ben presto si ritrovò senza pantaloni e senza mutande seduto su un materassino gonfiabile che probabilmente Samuele aveva portato quella mattina stessa, a segarsi mentre le immagini di maschi impegnati a possedersi scorrevano una dietro l’altra; distratto non si accorse dell’arrivo di Samuele che aprendo la porta lo trovò con la mano sul suo membro completamente eccitato.

“Sei bellissimo con quell’affare in mano, lasciamelo succhiare”

Fabrizio che si era preparato un discorso da fare, avrebbe voluto specificare che quello sarebbe stato un episodio isolato senza altri proseguo ed ecc. ecc., ma la bocca di Samuele sul suo membro, lo distrasse da quello che durante il tragitto si era preparato a dire e rimasto senza parole, chiudendo gli occhi si limitò a godersi lo splendido pompino.
Samuele che leccava, succhiava, spogliava, non ci mise molto a ottenere che entrambi fossero completamente nudi, sodisfatto dopo averlo fatto sdraiare, prese a baciare Fabrizio su ogni centimetro del suo petto e dei suoi addominali, per poi tornare al suo paletto che chiedeva solo di essere ingoiato fino in fondo.

Con naturalezza prendendo la mano di Fabrizio come aveva fatto l’altra volta la portò sul suo membro perché lo segasse e dopo che gli diede il tempo di prendere confidenza con il suo arnese, muovendosi sopra di lui non ci mise molto perché il suo sesso fosse in corrispondenza della bocca di Fabrizio.
Continuò a succhiargli il membro che ormai completamente eccitato faceva bella mostra delle sue vene a rilievo, rincorrendone il percorso con la punta della lingua, quando per la gioia del suo pene, sentì che ad una mano pian piano si stava timidamente aggiungendo una bocca, dedicandosi ad esplorare la cappella, per poi dopo un po' iniziare a spingersi oltre, fino ad ingoiarlo tutto, succiandolo avidamente.

Che fantastico pompino, durante quel sessantanove, Fabrizio sembrava non volesse essere da meno rispetto a ciò che gli stava facendo Samuele, succhiandolo avidamente e facendo schioccare le labbra, ogni qual volta che tornando indietro arrivava alla cappella; l’eccitazione cresceva velocemente e presto i due amici sentendo reciprocamente i loro membri pulsare, furono pronti per venire e così esplosero insieme l’uno nella bocca dell’altro.
Ingoiarono tutto, non lasciandosi sfuggire una singola goccia, fino a ripulire per bene il sesso che gli aveva donato tanta delizia; Samuele in un momento di somma riconoscenza per quei momenti, avrebbe voluto baciare l’amico per ringraziarlo di quel momento, ma Fabrizio più accondiscendente verso il suo sesso che verso le sue labbra non era molto d’accordo, per cui ritornando con le labbra verso il suo petto riprese a baciarlo lungo tutto il corpo.

Tornato sul suo sesso che man mano riacquistava vigore, Samuele si concentrò sulle pieghe che la pelle dei testicoli portava a testimonianza di quanto si erano appena spremuti contraendosi, per poi scendendo più in basso, verso il perineo soffermarsi sulla rosellina di Fabrizio che aprendosi facilmente testimoniava di gradire quel trattamento.
Non sembrava un buchetto vergine, ma al contrario, per come si apriva facilmente si dimostrava ben allenato a prendere grossi calibri, Samuele ne era eccitato e allo stesso tempo perplesso, ancora di più perché al contrario di quando aveva cercato di baciarlo, adesso invece Fabrizio lo lasciava fare, godendosi mugolando di piacere ogni centimetro di lingua che leccandolo si addentrava dentro di lui.

Il pene di Fabrizio ad ogni colpo di lingua rispondeva recuperando velocemente turgore, al punto che Samuele in breve alzando lo sguardo si ritrovò un paletto completamente eccitato che reclamava le attenzioni della sua bocca.
Ma non fece in tempo a riprenderlo in bocca, che Fabrizio scattato, con una mossa da lottatore greco romano, prendendolo sotto le braccia lo atterrò a pancia sotto sul materassino, per poi senza tanti preliminari portarsi sul suo sedere, allargandolo e iniziandolo a scopare con la lingua, che come un piccolo pene cercava di spingere per entrare.

Alla lingua ben presto si aggiunsero le dita, prima uno, poi due e infine tre, che in breve entravano e uscivano senza nessun fastidio, facendosi spazio aiutati dalla saliva che dalla lingua colava scomparendo dentro di esso.
Quando entrando velocemente fino in fondo, Samuele istintivamente contraeva il sedere, spesso veniva punito con una manata su un gluteo, mentre quando si rilassava, il gluteo arrossato veniva omaggiato di una carezza; questo alternarsi di brutalità e dolcezza mandava Samuele fuori giri, portandolo a gemere e lamentarsi, per poi incitarlo a continuare, ma Fabrizio sembrava non l’ascoltasse nemmeno e dopo avergli aperto e lubrificato con la saliva il sedere, senza nessun preavviso lo penetrò con una sola spinta, facendolo arrivare fino in fondo.

Rimase così completamente adagiato sull’amico, immobile, aspettando che il sedere contratto si abituasse, per poi tirandosi sulle ginocchia, tirando a sé l’amico con le due mani dal bacino, ritrovarsi inginocchiato con Samuele a pecora davanti a lui.
Fabrizio non gli diede molto tempo per capire cosa stesse per accadere e continuando a tenersi ai fianchi di Samuele in un avanti dietro battente che si interrompeva solo per assestare qualche manata sul sedere nel tempo di prendere fiato e ripartire, lo scopò come se fosse l’ultima cosa che faceva nella vita.

Il sedere di Samuele che non era abituato a tanta foga, ben presto si trovò sopraffatto dalle sensazioni che riceveva, godendo come non mai al punto di sentire i brividi che dal suo retto si diradavano per tutto il corpo, facendogli perdere ogni controllo della ragione.
Ma Fabrizio non era ancora sodisfatto e spostando il corpo dell’amico perché fosse difronte allo specchio che Samuele aveva portato, tirandolo su, perché anche lui fosse sulle ginocchia, continuando a scoparlo da dietro, lo prese a segare, osservando insieme all’amico la scena allo specchio e le smorfie di piacere che si delineavano sul suo viso.
Quella scena di una bellezza unica, li portò presto a raggiungere il piacere e così mentre Samuele schizzava imbrattando la sua immagine sullo specchio, Fabrizio scaricava tutto il suo piacere dentro di lui.

Dopo avergli ordinato di leccare e pulire lo specchio, tirando fuori il suo cazzo dal sedere, lo diede all’amico per pulirlo, per poi rimetterlo dentro e ridarlo all’amico, fino a quando riuscendo dal sedere, ripulito anche quest’ultimo non aveva più tracce di sperma.
Solo a quel punto, inginocchiandosi davanti a Samuele ricambiò la pulizia, leccando dal suo membro le poche gocce di sperma rimaste.

(Samuele) “Mi hai aperto in due” “mi hai prosciugato” “sono senza forze”
(Fabrizio) “E No Bellino!!!” “Questo è solo per prendere confidenza, ieri mi hai fatto una promessa, per cui sarà il caso che adesso la mantieni”

Samuele, perplesso cercò di ricercare nella sua mente l’immagine a cui si riferiva l’amico e ricordandola, ebbe un sussulto pensando dopo tutto quello che aveva appena subito cosa l’amico gli stava ancora chiedendo, ma non volendo ritrattare, gli rispose che se gli avesse dato il tempo si recuperare sarebbe stato felice di mantenere quanto promesso.

Per recuperare le forze, si misero a sfogliare le riviste che Samuele custodiva con tanta cura, commentando insieme le varie scene, fino a quando, parlando di determinati argomenti il membro di Fabrizio non tornò a riprendere vita; Samuele che non perdeva di vista il corpo nudo dell’amico, si precipitò a riprenderlo in bocca, per succhiarlo e aumentarne la consistenza, fino a quando sentendolo tornare duro come il marmo, non decise di appoggiare la cappella al sedere e fatto scivolare dentro lasciarsi impalare fino in fondo.

“Ahhhhhhhhh Mi è arrivato alla bocca dello stomacoooo”

Rimase un po' ad ondeggiare per abituarsi a sentirne il diametro che cresceva ad ogni contrazione che involontariamente i muscoli facevano intorno, come a volerlo mungere, ma la voglia di cavalcarlo era tantissima, per cui sollevandosi, facendo forza sulle gambe e sulle mani, Samuele iniziò un dentro fuori, fino alla cappella per poi ricadendo lasciarlo scorrere tutto dentro.

Ad ogni affondo sembrava sempre più grande e la cappella sempre più larga, ma Samuele, ormai eccitato da ciò che vedeva allo specchio, consapevole che aveva replicato esattamente l’immagine della rivista che tanto aveva fatto eccitare Fabrizio, voleva solo spompare l’amico, regalandogli l’orgasmo più bello di tutta quella giornata.
Lo cavalcò ad un ritmo forsennato per un bel po', fino a quando sentì le mani di Fabrizio sul sedere che bloccandolo sospeso interruppero la sua discesa lasciandolo in bilico a mezz’aria con la cappella dentro tenendolo lì sospeso; passarono dei secondi interminabili, quando ad un tratto togliendo le mani, improvvisamente Samuele scivolò giù, infilzandosi completamente.

“Ahhhhhhhhh Mi hai aperto in due” “Non mi potrò sedere per una settimana”

Non ci fu muscolo del corpo di Samuele che non iniziò a tremare contraendosi ripetutamente, come se fosse attraversato dalla corrente, recuperato il controllo dei muscoli, si risollevò e Fabrizio dopo qualche su e giù, ancora una volta lo bloccò ripetendo la scena.

Samuele, che cavalcando non poteva prevedere quando l’amico l’avrebbe bloccato sospeso e quando poi avrebbe tolto le mani, era al culmine dell’eccitazione, al punto di sentire delle cose che prima di quel momento non aveva mai percepito; i muscoli del suo retto continuavano a vibrare e contrarsi, dandogli delle scosse che si estendevano per tutta la schiena, era qualcosa di bellissimo.
Le sensazioni non erano più anali, anzi sembrava che improvvisamente avesse una vagina e che quello che sentiva fossero degli orgasmi vaginali a ripetizione; completamente eccitato, approfittando delle mani di Fabrizio che in parte reggevano il peso, portò una mano sul membro che continuava a rilasciare liquido filante e dopo averne spalmato un po' sulla cappella e sul resto prese a menarselo lasciando che la pelle ben lubrificata scivolasse facilmente.

Era come se le contrazioni di godimento del suo sedere si prolungassero in egual misura su entrambi i cazzi; tramite i legamenti dei testicoli a quello che stava segando stringendolo tra le dita e tramite i muscoli che lo avvolgevano mungendolo a quello piantato nel suo sedere, per cui non c’è da stupirsi se entrambi stimolati e succhiati, in egual misura, arrivarono al piacere nello stesso momento schizzando il loro succo caldo riempendo il sedere in un caso e lo specchio davanti a loro e il pavimento nell’altro.
Sfinito Samuele si accasciò sul corpo dell’amico, per poi scivolando su un fianco ritrovarsi adagiato sul pavimento con le gambe raccolte un po' piegate quasi in posizione fetale, con Fabrizio ancora dentro di lui, che seguendo il suo stesso movimento gli stava dietro abbracciandolo.

Rimasero così in silenzio a cucchiaio l’uno dentro l’altro, fino a quando il membro di Fabrizio perdendo del tutto consistenza scivolò fuori, liberando così come se di colpo si fosse tolto un tappo, tutta la crema che aveva depositato, lasciandola scorrere dal gluteo fino al pavimento.
Stanchi e appagati, forse si addormentarono anche per qualche minuto, ma quando si ripresero si sentivano contenti ma anche un po' in imbarazzo, visto che per entrambi quello che avevano provato andava oltre ciò che si aspettavano e di questo ne erano un po' turbati.

Samuele sentiva che quello che aveva provato non era stato qualcosa di esclusivamente fisico come con gli altri ragazzi, ma qualcosa di brutale e dolce allo stesso modo, che gli aveva procurato un trasporto e delle emozioni che non si aspettava, mentre Fabrizio, andato lì per svuotare i testicoli dentro un corpo compiacente pensando a qualcosa in più di una sega, di colpo si era trovato a godere completamente preso e coinvolto, come le volte con le ragazze in cui si sentiva amato e desiderato e voglioso di ricambiare.

Turbati e con molto a cui pensare si rivestirono accordandosi che da quel sabato nei pomeriggi il capanno sarebbe stato tutto a disposizione di Fabrizio, mentre le mattine sarebbe stato a disposizione di Samuele e che per qualunque cambiamento ne avrebbero parlato prima senza sorprese improvvise.
Era il momento di andare e prendendo una copia delle chiavi del cancellino che Samuele gli aveva preparato, Fabrizio si incamminò verso casa.
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