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Gay & Bisex

Giorgio e il centro massaggi


di Berto747
12.05.2021    |    3.959    |    0 9.8
"Abbiamo altre cose da farti provare”..."
Sono in giro per la città, era estate, un pomeriggio particolarmente caldo e afoso, quando noto un nuovo negozio, l’insegna dice semplicemente massaggi. Sulla porta un ragazzo dai lineamenti asiatici, non molto alto, ma muscoloso. Devo dire che era anche un bel ragazzo.
Mi ferma passandomi un volantino e mi dice “abbiamo appena aperto, e stiamo facendo promozione per farci conoscere meglio. Facciamo il primo massaggio gratis e se vuoi puoi provare anche subito.” Ho pensato che non era male l’idea e poi In fondo era gratis. Entro, bell’ambiente. Mi fece accomodare in una stanzina in cui c’era un lettino, e mi fece distendere a pancia in giù e, dopo avermi passato una sorta di spugna imbevuta di non so cosa per detergermi dal sudore, iniziò il massaggio. Notai subito che il ragazzo, che si chiamava Giorgio, si era cambiato, e indossava solo uno slip molto succinto, da mettere in risalto il suo bel fisico. Lo sentì salire anche lui sul lettino e mettersi a cavallo dietro di me. Lentamente iniziò a toccarmi le spalle, per poi scendere verso il basso e poi risalire. Fece questo movimento più volte. Aveva un tocco leggero e le sue mani, piccole ma forti, le avrei volentieri volute sentire intorno al mio pisello che iniziava a reclamare attenzione. Eh sì… perché le sue mani che si muovevano lungo la mia schiena, facendosi talvolta strada lungo le mie gambe zona quadricipite e lui a cavallo su di me con le sue cosce contro le mie, avevano svegliato l’inquilino del piano di sotto! Situazione quasi di imbarazzo. Mi sarebbe piaciuto girarmi in quel momento così l’erezione che era soffocata dalla posizione supina del sottoscritto, sarebbe stata evidente, e così vedevo la reazione. Con grande soddisfazione, mentre facevo tutti quei pensieri, mi fece girare per continuare davanti. Il bozzo nei boxer era evidente e dopo un breve massaggio frontale nella parte alta del petto, che spesso e volentieri terminava all’interno delle mie gambe, aumentando così la mia eccitazione, mi disse: “Spero ti sia piaciuto e sia stato rilassante!”
“In effetti è stato bello, ma non credo facciano per me queste cose. Tu sei stato molto bravo, ma credo di essere allergico alle creme ed ai massaggi. Come vedi nella zona bassa, sotto i boxer, mi è subito venuto un bozzo… uno sfogo!” Risposi sorridendo cercando di tastare il terreno.
“Non ti preoccupare, è una reazione normalissima. Non mi sento offeso. Anzi! Facciamo così: io ti lascio il mio biglietto da visita, torna a trovarci quando vuoi. Oltre ai massaggi, offriamo anche altri servizi”. E nel dire quelle parole, anzi quella parola, “servizi”, poggiò per un paio di secondi una mano sopra il mio pisello in erezione come se fosse la cosa più naturale del mondo. Poi uscì dalla stanza senza aggiungere altro. Lasciandomi lí, con le mie palle gonfie e l’indecisione su cosa fare. Mi aveva fatto venire una gran voglia di fare sesso insieme a lui. E se fosse stato solamente “gentile” per quell’occasione? Ma allora cosa voleva dire “altri servizi”? Decisi di non approfondire ma dovevo assolutamente svuotare le palle che aveva contribuito a gonfiare. Mi tolsi gli slip, la mia asta spuntò fuori come se fosse stata caricata a molla, presi il mio pisello in mano ed iniziai a farmi una sega. Ero talmente eccitato che dopo pochi su e giú sul mio cazzo ormai al limite, feci una lunghissima sborrata. Prima un lungo interminabile schizzo in aria che finí la sua corsa sul mio petto, a seguire altre sborrate che presero direzioni sparse. Per fortuna che c’era un rotolo di carta, con cui mi tolsi tutta quella sborra, mi ricomposi, uscii e presi la direzione di casa. Mi aveva colpito. Non solo era una bellezza particolare, ma sembrava prendere sul serio il suo “lavoro”. Pensai a lungo a quella giornata, a quell’incontro. La sera, prima di addormentarmi, guardavo il suo biglietto da visita, riflettendo se comporre quel numero o no. Nella mia testa poi, si rifecero vivi i discorsi fatti mesi prima con alcuni amici davanti ad una birra. Si parlava appunto di questi centri estetici che, per qualche Euro in più, effettuavano prestazioni extra. Alla fine vinse la curiosità. Dopo meno di una settimana, tornai al centro. Varcai la porta e alla reception notai due ragazzi sempre con lineamenti asiatici. Mi accolsero subito come un vecchio cliente chiedendomi come potevano aiutarmi. Chiesi di Giorgio, ma non feci in tempo a finire la domanda, che lo vidi spuntare da una stanza adiacente al bancone informazioni. “Ci penso io, è un mio vecchio cliente” Disse guardandomi con un sorriso. Mi fece entrare nella stessa stanza dell’altra volta, mi chiese se volevo provare uno dei loro massaggi speciali. Di nuovo parole ambigue: prima “servizi” ora “speciali”. Mi stava davvero incuriosendo, ancora non avevamo fatto nulla, non sapevo nemmeno di cosa stava parlando e già sentivo il mio pisello crescere negli slip.
“Sono qui per questo. Facciamolo!” Risposi io. Mise subito le cose in chiaro: i loro servizi erano costosi, ma come contro partita, io come nessun altro prima, sarei mai uscito da quel centro non soddisfatto. Regola numero due, qualunque cosa fosse accaduta in quella stanza, era assolutamente vietato toccare chi effettuava il lavoro. Ora si che ero davvero curioso ed eccitato. Accettai giustamente i loro regolamenti, a condizione che il massaggio fosse effettuato da lui e non da altri. Non fece obiezioni e mi chiese di tornare nel tardo pomeriggio perché la lista appuntamenti era piena. Quando tornai la sera, trovai Giorgio ad accogliermi. Mi chiese se ricordavo le regole e mi disse che il pagamento per la prestazione era anticipato! Terminata la parte “fiscale”, mi fece accomodare in una stanza. Mi chiese di togliermi tutti i vestiti e disse che sarebbe tornato dopo dieci minuti. Per evitare incomprensioni, chiesi subito:-“Completamente nudo?”. Rispose di si. È così che si fanno i massaggi e le saune. Mi disse che una volta che mi fossi spogliato, dovevo sdraiarmi sul lettino al centro della stanza e coprirmi solo le parti intime con un piccolo asciugamano. Poco dopo tornò, diciamo… in divisa da lavoro! Con un accappatoio e delle ciabatte tipo quelle da piscina. Prima di avvicinarsi a me spense tutte le luci, lasciandone solo una che emanava un colore sul rosso, quasi fosse un prive. Successivamente accese un piccolo impianto stereo che diffondeva una musica da camera, molto soft e rilassante. Infine si tolse l’accappatoio….. era nudo, bellissimo. Lo spettacolo aveva inizio! Si mise al mio fianco ed iniziò a toccarmi un pò ovunque. Inizialmente si limitò a toccarmi quasi a caso in ogni zona del mio corpo, poi si concentrò sulle mie gambe. Partiva con entrambe le mani unite dalla pianta dei miei piedi, fino a salire sulla coscia, per fermarsi a pochi millimetri dal mio pisello. Poi passò al mio petto, dei brevi movimenti e poi giú fino ai fianchi. Successivamente fece delle pressioni sugli addominali, le sue mani calde si muovevano lentamente in tutta quella zona. Per qualche secondo mi sembrò che le stesse infilando sotto l’asciugamano. Le sentivo vicinissime al mio pisello. Ma non lo fece. Il mio cuore però iniziava a pompare sangue verso il mio uccello, che sembrava reagire a quello che invece che essere un semplice massaggio, aveva le sembianze di una vera e propria masturbazione. Mi fece girare per mettermi a pancia sotto quando il mio cazzo iniziava a crescere. Una volta assunta la nuova posizione, si mise davanti alla mia testa e rimase immobile per qualche secondo. Ora potevo osservarlo nel suo splendore. Era fantastico, aveva un uccello bello, grande, depilato e luminoso. Forse si era messo una qualche crema per renderlo così. Alzando un po’ di più lo sguardo notai i suoi addominali e pettorali, belli sodi e tonificati. Rimase fermo per diversi minuti, il tempo di farmi ammirare il suo fisico e di farmelo drizzare. Poi prese posizione dietro di me ed iniziò nuovamente a massaggiarmi le gambe, stavolta nella parte posteriore. Stesso sistema di prima a mani unite, per entrambe le gambe. Ma questa volta con una variante, una volta che arrivò vicino al mio culo, lo strinse con forza e tolse l’asciugamano. Iniziò a toccarlo e palpeggiarlo come io farei con una che ha la quarta di seno. Il mio pisello era ormai duro e spingeva con forza contro il lettino, tanto forte che l’attrito fece scivolare la pelle giù per mostrare solo la cappella in mezzo al mio sedere. Giorgio la toccò con un dito e lo strusciava delicatamente in modo circolare. Poi mise una mano sulla mia schiena mentre camminava per posizionarsi nuovamente davanti a me. Lo guardai di nuovo, quanto avrei voluto sentirlo dentro per farmi riempire di sborra. Si mise di fianco e mi fece cenno di girarmi. Finalmente il mio pisello poteva respirare. Schiena sul lettino, viso verso il soffitto ed ovviamente cazzo dritto! Lo sfiorò delicatamente e si concentrò sui mie pettorali. Ma tornò quasi subito sul mio cazzo dritto, con una sola mano lo afferrò e stuzzicò con il pollice il frenulo. Non fece altri movimenti, niente gesti su e giù tipici di una sega, semplicemente afferrò con vigore il mio pisello facendo movimenti circolari sulla mia cappella con il pollice. Sentivo lo sperma salire lungo l’asta. Si fermò dopi pochi secondi, quasi avesse paura che venissi. Si diresse verso un bancone pieno di creme e se ne versò un flacone sulle mani. Si avvicinò nuovamente al mio pisello ormai in perenne erezione e me la spalmò. Inizialmente con un singolo movimento di entrambe le mani dall’alto verso il basso. Afferrava il mio cazzo e poi giù verso le palle. Finiva con una mano ed iniziava con l’altra. Stringeva l’asta e scendeva sbattendo sui testicoli. Più volte. Poi fece l’esatto contrario. Dal basso verso l’alto. Questa volta con una sola mano, con l’altra aveva preso le mie palle e le teneva strette come in una morsa. Le aveva prese con forza e le teneva tirate verso il basso, mentre con la mano destra afferrò completamente il mio pisello per poi salire verso l’alto. Con quel sistema mi teneva la sborra imprigionata nelle palle, ma allo stesso tempo permetteva ad esse di produrre altro sperma. Lo sentivo. Sentivo lo sperma salire lungo l’asta, specialmente quando con la mano arrivava in cima alla cappella e la chiudeva quasi per strizzarla. Ora le palle iniziavano a farmi anche male, le sentivo gonfie e forse era il caso di svuotarle. Ma Giorgio sembrava non volesse fermarsi. Mi lasciò diversi minuti a cazzo dritto senza toccarmi, quasi volesse farmi respirare… farlo respirare! Mi ronzava intorno, lasciava che l’ammirassi, che mi eccitassi sempre di più. Qualche volta dava un colpetto sul mio cazzo, lo prendeva in mano e mi faceva una breve sega a stantuffo per pochi secondi, ma niente di più. Voleva che mantenessi l’erezione, ma non voleva ancora che sborrassi! Tornò di nuovo vicino al bancone e prese quella che sembrava una catena rigida composta da piccoli pallini. Tanti piccoli pallini, una dietro l’altra su una piccolissima asta flessibile. Prese di nuovo un flacone di crema e si diresse nuovamente verso il mio pisello. Questa volta me la spalmò solo sopra la mia cappella e con un dito cercò di infilarne qualche goccia dentro il buco del mio pisello. Poi ne mise altra lungo tutta la “catenina di pallini” e fece quella che potrei definire un’operazione chirurgica: lentamente, molto lentamente, infilò l’asta con i pallini nel buco della mia cappella. Ricordo che appena mi mise dentro il primo, emisi un suono che era a cavallo tra dolore e godimento. Lui mi guardò e disse di non muovermi. Era facile per lui. Questa era la prima volta che qualcosa entrava nel buco del mio cazzo, anzichè uscire. Comunque era davvero bravo, il mio pisello era dritto e sembrava accogliere tranquillamente quegli oggetti estranei. Li sentivo scivolare dentro lentamente, forse anche merito dello sperma che si era incanalato lungo l’asta che rendevano la discesa piú facile, o forse era merito di Giorgio. La sensazione di quella catenella che scendeva lungo il corridoio del mio cazzo, mi era nuova. Ma mi piaceva. Avvertivo ogni tanto come un bruciore, ma immaginavo che quello fosse dovuto al fatto che quel canale era destinato ad espellere sborra ed altri liquidi corporei e non sfere d’acciaio. Ricordo che quell’operazione durò parecchi minuti, anche perchè se Giorgio non prestava attenzione a quello che faceva, rischiava di crearmi qualche ferita interna. Ogni tanto si fermava per spalmare la crema lungo il mio pisello, o forse si assicurava semplicemente che non perdessi l’erezione. Ma non correvo quel rischio, ero talmente eccitato e stimolato in tutti i modi, che ricordo perfettamente che da quando aveva iniziato a masturbarmi, non l’avevo mai persa! Anzi, più passava il tempo, più le mie palle si gonfiavano. E di tempo ne stava passando dall’inizio di quella sega elaborata. Finalmente quell’asta lunga non so quanto, era tutta dentro il mio cazzo. Successivamente iniziò con sublime maestria a muovere i pallini all’interno del canale, sentivo salire la sborra dalle mie palle, da un momento all’altro sarei venuto, non riuscivo più a resistere. Giorgio se ne accorse dai primi spasmi del mio pisello, aveva capito che il vulcano stava per esplodere. Cosí smise di masturbarmi con quella cosa dentro il mio cazzo. Fece un giro intorno al lettino per darmi nuovamente un po’ di tregua, sfiorandomi ovunque e riprese la posizione dalla quale era partita. Mise le sue mani sulle mie gambe, altezza ginocchio, pollici verso l’interno coscia ed iniziò lentamente a salire verso le mie palle. Contemporaneamente avvicinò il suo viso alla mia cappella gonfia e rossa, cercando di afferrare con i denti la catenina. Accadde tutto in pochi istanti: i suoi pollici arrivati poco sotto le mie palle, spinsero con forza quello che doveva essere il “corridoio” che portava lo sperma lungo il mio cazzo! Nello stesso momento tirò fuori velocemente l’ astina con la bocca. Non potevo trattenermi oltre. Appena la sfilò, una lunga intensa sborrata venne fuori dal buco della mia cappella! Una interminabile schizzata che finì dritta sul suo petto! Ero un fiume in piena, un vulcano da troppo tempo soffocato. Giorgio tolse le mani dal mio uccello, ma ormai la stimolazione non serviva più, avevo le palle davvero piene ed il mio pisello dritto andava in completa autonomia. Una seconda ondata di sborra uscì dal mio cazzo diretta verso il suo viso, ma si girò di scatto per evitare di essere preso in pieno. Lo schizzo gli arrivò quindi sul collo e prima che una terza sborrata uscisse dal mio cazzo, Giorgio prese con la mano destra il mio pisello stringendolo con forza, mise il pollice sul frenulo proprio sotto la mia cappella gonfia e fece una forte pressione su di esso! Con l’indice della sinistra invece spinse un punto tra le mie palle e l’asta del mio cazzo. Aveva bloccato ogni via d’uscita per lo sperma. Sentivo il mio pisello pulsare, ma di ulteriori schizzate nemmeno l’ombra. La sborra rimase “intrappolata” nelle mie palle. Quando alla fine Giorgio sentì che il mio pisello smise di agitarsi, mollò la presa, si diresse verso il bancone, prese una scatola di fazzoletti e tornò da me.-“Puliscimi!” Disse. “Come?” Domandai io. “Ho detto puliscimi! Prendi questi fazzoletti e dammi una pulita!” Continuò indicando la sborra che gli avevo schizzato. “Ma… Ma avevi detto che non dovevo toccare per nessuna ragione .” Risposi.-“Non ti ho detto di toccarmi, ti ho detto di pulire dove hai sporcato” Concluse Giorgio. Così presi i fazzoletti da quella scatola ed iniziai a togliere lo sperma che io stesso gli avevo spruzzato. Sentivo la sua pelle, ancora il caldo della mia stessa sborra, e provai a fare il furbo. Cercando di pulirlo come lui aveva ordinato, mi avvicinai al suo cazzo, tentando di mettere la mano fuori dal fazzoletto di carta. Mi bloccò immediatamente: “Qui la tua sborra non è arrivata!” e si allontanò da me. Rimase per qualche minuto in lontananza e poco dopo, avvicinandosi al lettino sul quale ero sdraiato, ci salì sopra. Ora era in piedi su me… davanti a me, a gambe divaricate! Potevo ammirarlo dal basso, riuscivo solo a vedere le sue palle. Sembravano grosse e gonfie. “Ci siamo!” Pensai, “Adesso parte un 69”. Ma mi sbagliavo. L’idea di farsi fare il pieno di sborra non era nei suoi piani. Si mise in ginocchio sui miei addominali. Sentivo lo spacco del suo culo, sul mio cazzo. Si piegò verso di me ed avvicinò il suo viso al mio orecchio, sussurrandomi: “Preparati ad una grande sborrata, voglio che ti svuoti completamente”. E nel dire quelle parole riprese la sua posizione, scusate il gioco di parole, eretta. Era di nuovo a cavallo sopra di me, a gambe divaricate, lasciandomi di nuovo la visione della uccello e delle palle dal basso. Da quella posizione sembrava anche piú alto, le sue gambe lisce erano lunghissime. Spostò il piede destro sotto le mie palle ed iniziò a giocarci, a fare dei palleggi con il pollice come si farebbe con una pallone per il calcio. Due… Tre… Quattro botte verso l’alto, quasi a voler spingere lo sperma dentro le mie palle fuori. E funzionava, sentivo la sborra salire. Il colpo finale, che mi fece schizzare come un’inondazione fuori controllo, fu quando mi toccò con il pollice tra le palle e l’ano! Un po’ come quando strozziamo un tubo per innaffiare il giardino con i piedi, appena lo togliamo, l’acqua bloccata esce di getto e con prepotenza. Così accadde per la mia sborra da troppo tempo soffocata. Giorgio sollevò il piede, sfiorò dal basso verso l’alto tutta l’asta del mio pisello provocando la prima schizzata… una lunga e decisa sborrata! Un lungo getto che finì sulle sue gambe. Ma era solo l’inizio. Spinsi con forza il mio bacino verso l’alto, volevo che la sborra raggiungesse il suo culetto. Ebbi successo! La seconda schizzata lo prese in pieno ano! Così per la terza sborrata, la quarta… e la quinta… getti di sborra che lo colpirono più volte in mezzo alle gambe, tra le natiche, ovunque! Ero venuto così tante volte che persi il conto delle sborrate! Ma vedere lo sperma colare verso il basso lungo le sue gambe, vedere le gocce di crema calda scivolare lungo lo spacco del suo culo sodo, mi fecero rendere conto del grosso carico di sborra che avevo dentro le mie palle! Finalmente mi ero svuotato, o quasi. Quando Giorgio scese dal tavolo, si avvicinò a me, afferrò un’ultima volta il mio pisello in erezione e quasi sorridendo tirò su la pelle della cappella facendo uscire le ultime gocce di sperma. Lo aveva strizzato per bene, e allontanandosi mi diceva che l’ora del massaggio era finita. Indossò l’accappatoio, si avvicinò nuovamente a me e mi disse un’ultima cosa: “Spero ti siano piaciuti i nostri servizi, torna quando vuoi. Abbiamo altre cose da farti provare”. E nel dire quelle parole, fece come la prima volta, sfiorò un’ultima volta il mio pisello e poi uscì dalla stanza. Mi sono domandato se era valsa la pena spendere denaro per una sega. Non saprei, ma non ho avuto rimpianti, Giorgio ci sapeva fare. Mi aveva tenuto per un’ora il cazzo in erezione, fatto cose che non credevo fossero possibili, come quella catenina inserita nel mio pisello. Non pensavo nemmeno si potesse trattenere la sborra per tutto quel tempo. Non mi sono più fatto masturbare a pagamento, soprattutto se poi non avevo la certezza che dopo si facesse sesso. Con Giorgio infatti non andò così, il suo fisico me lo aveva fatto assaporare, vedere, desiderare.
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