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Gay & Bisex

Il regalo di Cristina


di Berto747
22.12.2020    |    1.840    |    0 8.0
"‘Va bene verrò con te giusto il tempo di vestirmi..."
Da quando ho sentito per la prima volta il cazzo, non ne ho più potuto fare a meno. Mi piace troppo, e tutte le volte che posso ne godo il piacere che mi procura.
Sono una gran puttana, e mi piace.
Ero solo in casa.
Il suono del campanello mi sorprende mentre gioco con un bel cazzo in gomma. Sorpreso mi giro istintivamente verso la porta della camera da letto. Non avevo la minima voglia di alzarmi e interrompere tutto per vedere chi fosse. Anche perché avrei dovuto correre a vestirmi per non presentarmi nudo e col cazzo ben in tiro. Continuo quindi il mio ondeggiare su e giù sul mio lungo e gommoso amico. Suonano ancora, ma lo ignoro nuovamente. Sempre più preso non mi accorgo del rumore della porta che piano piano si apre per poi richiudersi.
Improvvisamente un uomo si affaccia alla porta della stanza. Mi scappa un urlo, chi è, come è entrato?
‘Stà tranquilla troia! Mi manda Cristina, le chiavi me le ha date lei’.
Cristina, una mia cara amica, con cui condivido molte mie passioni, era l’unica oltre a me a possedere le chiavi di casa, in modo da potermi venire a trovare quando voleva e senza preavviso.
‘Cosa vuoi? Perché ti ha mandato da me?’
‘E’ molto semplice. Ha notato quanto ti piaccia prendere cazzi e così ha pensato di farti un regalino’
‘Che genere di regalo?’
‘C’è una fabbrica non molto lontano da qui dove lavorano alcuni suoi amici, tra cui anche io. Ha detto che avresti intrattenuto tutti gli operai oggi stesso alla pausa pranzo. Mi ha dato le chiavi per portarti subito li, non manca molto alla pausa. Se preferisci puoi chiamarla, ma non penso che sarebbe molto felice di sentirti dubitare dei suoi ordini’
In effetti Cristina non sarebbe stata affatto felice, e quando si arrabbia non è affatto divertente, e poi l’idea di un po’ di movimento non era affatto male.
‘Va bene verrò con te giusto il tempo di vestirmi. Ero un po’ occupato al momento dissi guardandolo con un’aria da vera puttana.
‘L’ho notato. Mettiti questi e lasciati pure quel coso nel culo ’.
Mi passò dei vestiti molto succinti. “Ti aspetto in macchina davanti al portone”
Detto questo se ne andò di sotto. Finii di vestirmi. Il cazzo nel culo mi dava un po’ fastidio ma piano piano aiutava l’eccitazione nel pensare a cosa stavo per fare.
Finito di preparami corsi in macchina e fui portato alla fabbrica.
Poco dopo arrivammo.
‘Scendi vacca! Siamo arrivati. Entra in quella porta. Muoviti!’
Entrai, Era una grande stanza, adibita alla mensa. Io mi ritrovai dietro al bancone da dove venivano serviti i piatti, tutti pronti per essere distribuiti ma nessuna fila. L’uomo che mi aveva accompagnato mi tolse il lungo cappotto lasciandomi mezzo nudo.
‘Prima di tutto distribuirai i piatti a tutti. Solo dopo ci divertiremo con te ’
Suonò una campanella che probabilmente stava ad indicare l’inizio della pausa. Subito, come se stessero aspettando dietro la porta decine di uomini entrarono in mensa. Subito si alzarono urla di gioia nel vedermi.
Iniziai a servirli uno alla volta. Inutile dire che fui bersagliato da mille commenti provocanti. ‘Brava zoccola. Ora servici che poi ti faremo divertire’, ‘Non ti preoccupare che dopo aver bevuto tutta la nostra sborra sarai piena anche tu’, ‘ti romperò quel lurido culo da puttana che ti ritrovi’ ‘Urlerai come una cagna!’, ‘fra un po’ avrai il culo talmente sfondato che non camminerai per molti giorni. Ero un po’ preoccupato perché li vedevo molto vogliosi, ma allo stesso tempo tutto questo mi stava facendo davvero eccitare e non vedevo l’ora di iniziare. Avevo ancora il mio cazzo di gomma nel culo, che insieme ai commenti, mi faceva venire voglia di cazzo vero.
Finii di servire i piatti a tutti, attesi che finissero di mangiare e piano piano andavo girando raccogliendo i piatti sporchi. Ad ogni tavolo, il mio culo veniva bersagliato da sonori schiaffi. Nel giro di poco tempo mi ritrovai col culo rosso e caldo.
Quando anche l’ultimo piatto fu sparecchiato mi fu ordinato di inginocchiarmi in mezzo alla sala. Subito fui circondato da decine di loro col cazzo fuori e desideroso di violare la mia bocca. Inizia a succhiare come mai prima d’ora. Erano davvero tantissimi, c’era chi me lo strusciava sul viso chi me lo infilava violentemente in bocca, chi lo usava per colpirmi e chi se lo faceva prendere in mano. All’improvviso uno di loro prese il sopravvento, mi afferrò la faccia con due mani e iniziò a fottermi fino in fondo alla gola. Era di una violenza tale che riuscivo a malapena a respirare. Versi incomprensibili mi uscivano dalla bocca oltre a numerosi rivoli di bava.
‘Bravo!! ‘Forza troia succhia!! Lui è solo il primo, te ne aspettano tanti altri!’
Incitato dai suoi compagni, continuava a scoparmi la gola con la stessa foga iniziale fino a quando scaricò il suo sperma sul mio viso. E uno era andato’
Fui sollevato spogliato delle mutande e disteso con la pancia su un tavolo. Mi fu rimosso il fallo di gomma e due dita mi entrarono nel culo, che io da brava puttana tenevo ben in fuori e in vista. Fui lubrificato per bene.
‘Forza ragazzi!! Chi vuole essere il primo a cavalcarmi? Dai che li voglio tutti’. Li incitai nell’ unico momento in cui avevo la bocca libera.
Subito mi fu tappata la bocca da un cazzo e svariati altri mi circondarono. Continuavo a succhiare desiderandoli però nel culo.
Presto detto!
Finito di lubrificarmi le due dita uscirono da dentro me e furono sostituite subito da qualcosa di più invitante. Era un uccello grosso e duro. Le mani dell’uomo mi strinsero i fianchi e spinsero verso il basso con il risultato di farmi inarcare la schiena. Sentii il buco allargarsi e l’uccello scorrere dentro lentamente ma inesorabilmente finche il bacino dell’uomo non aderì completamente alle mie natiche. Iniziò così a scoparmi mentre alcuni suoi colleghi iniziavano a venirmi addosso. In poco tempo mi ritrovai la faccia ricoperta da una maschera di sperma, e così anche la schiena e il culo. E dire che molta l’avevo ingoiata.
Erano talmente presi a scoparmi che non si accorsero di quante volte stavo venendo. Urlavo davvero come una cagna in calore, perché era così che mi sentivo. Volevo tutti quei cazzi per me, li volevo ovunque, i loro insulti continui non facevano che aumentare la mia voglia.
‘Dai ragazzi fatemi urlare come la puttana che sono. Continuate a scoparmi. Voglio un altro cazzo nel culo, sono insaziabile!!! Sfondatemi per bene quel lurido culo che mi ritrovo, voglio sentirlo a brandelli’
‘Brutta zoccola che non sei altro!! Ne vuoi un altro? Sarai subito accontentata’
Un uomo si infilò sotto di me e mi fece sedere sul suo cazzo. Un suo collega si posizionò dietro ed entrò anche lui. Presero a sfondarmi con foga. Faceva male e iniziai ad urlare più forte di prima.
‘Allora sei felice ora, troia!! Ora te lo apriamo per bene quel culo’
All’inizio era doloroso, ma col tempo divenne sempre più piacevole.
‘Siii’siii’ Continuate a rompermi il culo. Voglio anche succhiare ancora’ più cazzi, voglio sentire la loro sborra.’
Subito fui accontentato. Spompinai altri cazzi che continuavano a inondarmi del loro seme. Sempre più ingordo bevevo il più possibile e il resto me lo spalmavo ovunque. Cazzi entravano e uscivano dal mio culo, che era ormai totalmente spanato, e ormai si alternavano sempre due alla volta. Godevo sempre di più, ero io stesso ad andare a cercarne in giro per la sala altri, per nulla sazio.
Ad un certo punto fui preso nuovamente nel culo da due di loro.
‘Ora ti facciamo un regalino’ disse uno ridendo subito imitato da tutti gli altri.
Non capii cosa volesse dire, o forse non ci badai più di tanto, troppo preso a godere dei due dentro di me.
Sentii però qualcosa di freddo toccare il mio ano. Mi girai e vidi uno con in mano il cazzo di gomma che avevo portato da casa, ed era intento a infilare anche quello.
Mi spaventai e gridai:
‘No quello è troppo fermi. Così no!!’
Tentai di divincolarmi ma mi furono bloccate braccia e gambe in modo da impedirmi anche il più piccolo movimento. Urlavo con tutte le mie forze ma sentivo il fallo farsi lentamente strada. Un colpetto secco e fu dentro. Un brivido mi percorse la schiena. Un dolore insopportabile mi costringeva a gridare e piangere.
‘Guardate come urla adesso. Non dirmi che è troppo per te?’ e tutti risero.
Tutti e tre i cazzi iniziarono a muoversi, sempre più velocemente. Sentivo il culo spaccarsi in due.
Pochi minuti e finalmente vennero scaricando tutto dentro di me. Mi sembrò di svenire, e quando mi ripresi sentii subito altri due cazzi entrare dentro di me, riniziarono a scoparmi per bene il culo, e anche loro presero il loro gemello in gomma, e lo infilarono, scopandomi tutti e tre con foga. Passato il primo momento di dolore, adesso mi ero allargato, ero lubrificato dalla sborra versata dentro di me, e mi piaceva tantissimo.
Ero pieno, stavo avendo un orgasmo dietro l’altro, gli uomini si scambiavano le posizioni e continuavano instancabilmente a scoparmi. Avevo finalmente soddisfatto la mia voglia di cazzo.
Iniziai a essere strattonato, mi fu liberato il culo, sentendo una strana sensazione di vuoto, e fui preso per i capelli e buttato a terra. Circondato alzai lo sguardo e vidi altri cazzi che puntavano verso di me.
‘Succhia troia’
Mi gettai su di loro impaziente di assaggiare altro seme e poco alla volta li feci venire tutti. Ricoperto di sperma fui afferrato e trascinato verso l’uscita. Mi condussero al bagno, dentro al piatto doccia, ma non mi fecero alzare. Si misero tutti intorno a me e mi gridarono “stai in ginocchio”. Capii cosa volevano.
‘Si pisciatemi addosso!!’
Subito accontentato. Numerosi fiotti di piscio mi arrivarono da ogni lato. Sulle gambe, sulla schiena, sul culo, sul viso e in bocca.
‘Su coraggio facci vedere come bevi troia!!’
Preso dall’eccitazione aprii la bocca scatenando i loro commenti.
‘Brava troia. Sai cosa facciamo ora? Ti pisciamo nel culo!!’
Alcuni di loro con ancora il cazzo un po’ duro mi penetrarono a turno (con una facilita disarmante) scaricando la vescica nel mio intestino. Una specie di clistere, per ripulirmi della sborra in me contenuta. Finito di riempirmi svuotai il tutto nella doccia.
Poi, improvvisamente se ne andarono tutti, ritornarono tutti in fabbrica fino alla fine del loro turno. Arrivata sera fui riportato a casa. Ero nudo e ancora pieno di piscio e sperma ovunque. Fui lasciato sotto casa, e dovetti correre, a salire le scale, per non farmi vedere da nessuno.
Entrai in casa e trovai Cristina che mi disse: “allora ti è piaciuta la sorpresa? Sai l’avevano proposta a me, ma ero sicura che ti avrei fatto un regalo a fare il tuo nome. Adesso però fai una doccia e vieni a letto, questa sera rimango con te”. Così feci. Quando fummo a letto volle sapere tutto quello che era successo. Sentendo quanti cazzi avevo preso alla volta, volle controllare di persona. Ero ancora largo, infatti ci infilò, senza alcuna fatica tre dita. Ci addormentammo.
Il mattino dopo mi svegliai dolorante, col culo completamente devastato e ancora gli odori e l’eccitazione ben viva nella mia mente.
Spero di cuore di poter ripetere l’esperienza al più presto, pensai, ma poi purtroppo il Covid. Chissà quando ricapiterà.
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