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Grazie... Mamma ! cap 3


di Membro VIP di Annunci69.it Virgilio313
26.04.2023    |    23.119    |    13 9.9
"Decisi di andare un pochino oltre, mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai : “ Hei aspetta, goditela..."
Una piccola precisazione è doverosa, questo racconto non l’ho scritto io di sana pianta, è un racconto che ho letto di recente su un portale che mi ha eccitato da morire e volevo condividerlo qui.
Se leggete bene non ho mai fatto allusioni che fosse mio, la unica leggerezza è stato non comunicarlo, preso dall’eccitazione e dal momento, chiedo venia.
Per togliere malelingue ed accogliere la richiesta nei commenti di un punto di vista femminile, da questo momento il racconto è “originale” scritto di sana pianta questa notte.
Spero che vi piaccia ;)

Ps : come al solito like e commento graditi e se volete veder scritta una vostra fantasia o una vostra storia, scrivetemi e farò in modo di scriverla per voi ;)

“ Ero li, sulla sua porta con ancora il vestitino del battesimo indosso, a piedi nudi che guardavo mio figlio ancora eccitato dopo aver goduto sulle mie scarpe, le gliele presi e gli diedi un bacio sulla fronte : “Buonanotte ” e sorridendo chiusi la porta.
Andai velocemente in bagno, l’odore dello sperma di mio figlio mi inebriava, sono sempre stata una donna attratta dagli stimoli sensoriali indiretti : odori, suoni … Chiusi la porta, mi sedetti sul water ed avvicinai i miei sandali al naso.
Un odore così forte, così pungente mi ha completamente stregato. Senza pensarci, mentre annusavo le mie scarpe, la mia mano si era insinuata nelle mie mutandine, ero già bagnatissima, vedere mio figlio sempre eccitato pensando a me mi fa bagnare da morire. La mia mano come in trance si muoveva veloce sul clitoride, mentre avevo iniziato a leccare quel dolce nettare che mio figlio mi aveva donato…Venni !
Senza pudore, con le gambe oscenamente aperte sul water, con il vestitino ormai tutto spostato ed intorno alla mia bocca le ultime gocce del piacere di mio figlio.
Restai li immobile, a pensare a quello che stavo facendo, era tutto sbagliato, io ero sbagliata. Ma cosa stavo combinando? Una madre non può fare certe cose, è contro natura, sono un mostro che non sa controllarsi.
Mentre pulivo le mie scarpe, questi pensieri mi uccidevano, ero combattuta. Erano anni che non mi sentivo così viva, desiderata, lusingata; mio figlio non volendo, con i suoi modi goffi mi stava facendo tornare ragazzina, quando ogni cosa aveva quel sapore di nuovo, di perverso… Non mi facevo una colpa di questo, sono pur sempre una donna che ha dei bisogni, mi sentivo in colpa perché il protagonista di questi miei momenti peccaminosi era mio figlio.
Decisi di andare a dormire, e poco prima di addormentarmi raggiunsi la pace, ragionai sul fatto che prima di essere madre e figlio, siamo uomo e donna ! Ed è giusto e normale che due persone di sesso opposto possono provare attrazione l’uno per l’altra. Non avevo considerato ogni sfaccettatura della questione, ne avevo considerato dove potessi arrivare, ma decidi che questo sarebbe stato deciso dal tempo.
Ogni mattina mi svegliavo con il sorriso, pensando a quando il mio ometto si sarebbe masturbato davanti a me e per me soprattutto. I nostri momenti il pomeriggio dopo pranzo erano diventati routine, dopo che tornava a casa da scuola, si mangiava e poi ci si metteva sul divano, lui non si faceva attendere ed in un attimo aveva tirato fuori il suo meraviglioso cazzo e si masturbava guardandomi. Io per lo più rimanevo li a guardarlo, sorridendogli per incoraggiarlo ( anche se non è proprio il termine adatto), qualche colpo più veloce, il mugolio ed il suono dei suoi schizzi che sporcavano il pavimento.
Una volta finito toccava a me godere, lo mandai in bagno a lavarsi le mani e poi in camera a fare i compiti, mentre io pulivo il suo sperma dal pavimento, ritrovandomi eccitata come una diciottenne, andavo in bagno masturbandomi con foga con l’odore del suo seme ancora nel naso.
I giorni passavano ed io che ormai ero in balia di questa situazione non perdevo occasione per stuzzicarlo, facendo battutine o mostrandomi sempre molto poco vestita in modo che lui potesse eccitarsi a guardarmi di nascosto.
Un giorno mentre stava sfogando i suoi bisogni di fianco a me disse : Mamma…ce l’ho più grosso di papà ?
Mi si gelò il sangue, non sapevo cosa fare, ma poi sorrisi… E’ un ragazzo, ho pensato, purtroppo è cresciuto in una società dove tutto gira intorno alla grandezza del pene, è normale che abbia queste curiosità…
“ Cucciolo mio, non puoi farmi queste domande, per quanto siamo “intimi” queste sono cose private, ma posso dirti che tu e tuo padre vi somigliato molto più di quanto credi, facendogli l’occhiolino”.
Lui mi sorrise e dopo un attimo, mentre stava per venire mi disse : Mamma… questa è solo per te!
E schizzò sul pavimento una quantità di seme così grossa che non avevo mai visto da vivo. Rimasi di stucco, era veramente eccitatissimo oggi, avrei voluto farlo venire sulla mia faccia, avrei voluto prendere ogni goccia di quel meraviglioso nettare ed ingoiarlo tutto, saziarmi del suo sapore e della sua giovanile potenza, per poi prendere quel meraviglioso cazzo e pulirlo delicatamente con la lingua finchè non avrebbe perso la sua rigidità… Questo è ciò che avrei voluto fare, ma mi limitai ad abbracciarlo, gli diedi un tenero bacio sulle labbra e lo spedii a fare i compiti.
Ero li in piedi, le mutandine erano talmente bagnate che un rivolo di umori mi scendeva sullo la coscia destra, per terra il frutto dell’orgasmo dio mio figlio. Persi ogni senso logico, mi inginocchiai a terra e leccai dal pavimento quel nettare sublime, non mi importava se mi avesse visto, anzi lo desideravo. Sarebbe stato tutto più semplice, un modo attivo per non dover prendere una decisione sul da farsi.
Ero li come una cagna in calore, inginocchiata a pecorina per terra, mi toccavo e godevo come una giumenta che sta per essere presa dal suo stallone mentre leccavo il godimento di mio figlio dal pavimento, l’orgasmo mi raggiunse all’improvviso, forte, dolce, avvolgente… Mi inzuppai tutte le mutandine mentre con l’indice raccoglievo dal mio mento le ultime gocce dal sapore sublime.
Questo gioco perverso che ormai andava avanti da un po’, mi stava facendo impazzire, mi piaceva moltissimo avere quel genere di attenzioni, poter godere della vista di un meraviglioso uomo e del suo giocattolo preferito schizzare per me, il problema è che cominciavo a volere altro, e non so quanto sarei riuscita a resistere ancora. Ero ahimè ancora combattuta sul da farsi, per quanto il mio lato animale godesse ed aveva bisogno di questo, il mio lato razionale mi diceva che dovevo smetterla, che era sbagliato e che non si poteva andare avanti.
Il punto di svolta accadde da li a pochi giorni, mio marito mi comunicò che doveva andare via per lavoro 4 giorni, e che di conseguenza sarei rimasta a casa con mio figlio in piena libertà per 3 giorni e due notti. Il destino aveva appena deciso per me, ma la domanda era : “ sarei stata così tanto donna da approfittarne” ?
Venerdì mattina mio marito partì, feci un lungo respiro e mi preparai psicologicamente a ciò che sarebbe potuto accadere. Feci tutte le mie commissioni, preparai il pranzo e poi andai in bagno a prepararmi.
Indossai un vestitino estivo molto morbido, ovviamente senza reggiseno, e come intimo il perizoma nero che tanto piaceva al mio ometto, inutile dire che già ero bagnata.
Puntuale come al solito eccolo di ritorno da scuola, mi abbraccia come sempre, bacino dolce sul naso e ci mettiamo a mangiare. Lo vedevo distratto, bloccato, sentivo che c’era qualcosa che voleva dirmi, così lo spronai a farlo : “ Hei… non avevamo detto niente segreti ? Sento che c’è qualcosa che vuoi chiedermi, fallo e basta, mamma è qui ad ascoltarti. Lui sempre più teso e guardando nel piatto mi disse : Mamma…posso dormire con te stanotte ?
Hai capito il “maialino” … Coglie la palla al balzo, ma non ci sarebbe gusto a dargli subito l’ok, facciamolo cuocere per un po’, magari ne esce qualcosa di interessante.
“Amore mio, non credo sia il caso. Ormai sei grande e diciamo che la nostra situazione di complicità non aiuterebbe in questo caso ecco. Ti ricordo quanto ci siamo promessi all’inizio del nostro gioco, non andrò oltre a quello che stiamo già facendo, ed ho paura che se dormissimo insieme potresti cadere in tentazione.”
Lui ci rimase malissimo, provo a far valere le sue ragioni ma rimasi ferma sulle mie decisioni, e finimmo di mangiare in silenzio. Dopo pranzo di ritirò immediatamente in camera sua, sorrisi fra me e me perché se rinunciava al “sfogo” con me sul divano doveva essere veramente arrabbiato. Ma avevo in mente qualcosa che mi avrebbe fatto perdonare.
“Cucciolo, vieni a darmi una mano per favore ?” … qualche istante dopo entrò in salotto con lo sguardo molto sostenuto. Io ero in piedi su una sedia mentre facevo finta di spolverare in cima al mobile della tv, inutile dire che vestita in quel modo, sopra una sedia, c’era veramente molto poco lasciato all’immaginazione.
“Vieni qui per favore, reggimi la sedia che ho paura di cadere” Lui obbedì come in trance, sentivo i suoi occhi su di me, la mia fica era un lago, sentii la sua mano sulla mia caviglia, non dissi nulla e feci finta di niente. La sua mano iniziava a muoversi su e giù guadagnando centimetri verso la sua meta, quando fu all’altezza del ginocchio dissi : “ Oh finalmente ho fatto, mi aiuti a scendere ?”
Scesa dalla sedia gli diedi un dolce bacio sulla guancia per ringraziarlo, poi abbassai lo sguardo e vidi che la sua erezione stava per bucare boxer e pantaloncini.
“Ahahahah credo che qualcuno abbia bisogno di sfogarsi un pochino, se vogliamo salvare i vestiti” e gli feci l’occhiolino. Senza ribattere si tirò giù subito pantaloncini e mutande ed iniziò a masturbarsi con foga a pochi centimetri del mio ventre.
Decisi di andare un pochino oltre, mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai : “ Hei aspetta, goditela. Siediti sul divano, fai con calma.” Stava impazzendo, si sedette e continuò il suo lavoro martellante sul divano mentre mi guardava.
“ Ora smettila ! Alza subito le mani…devi imparare a controllarti. “ Con riluttanza si fermò e mi guardò con aria interrogativa, era tutto diverso per lui, abituato a risolvere queste cose con pochi colpi e basta.
“ Mamma ha notato che ci sei rimasto male per prima, ed anche se non ho cambiato idea, vuole farsi perdonare.” Così dicendo alzai leggermente il vestito e mi sfilai le mutandine, gliele porsi e gli dissi :
“ Usale e guardami”
Risollevai il vestito e rimasti completamente nuda davanti a lui, mi aprii leggermente le piccole labbra in modo che potesse vedere bene come era una fica, la fica di sua madre.
Si portò le mutandine al naso e senza dire una parola …venne !
Copiosi schizzi di sperma mi colpirono sulle gambe e sul monte di venere, sembrava non finire mai. Lasciò il suo cazzo ormai a riposo e mi guardò, non smisi mai di sorridergli, mi avvicinai a lui e gli dissi all’orecchio “ Bravo il mio ometto, spero di essermi fatta perdonare…” Gli diedi un bacino sulla fronte e corsi in bagno a ripulirmi.
Decisi di non toccarmi, volevo aspettare la sera e vedere se il mio corpo avrebbe deciso per me.
Il pomeriggio trascorse tranquillo, dopo cena il solito massaggio ai piedi sul divano, ma prima che potesse fare altro gli dissi : “ io vado a letto, vuoi venire a tenermi un po’ di compagnia? “ facendogli l’occhiolino.
Lui mi sorrise a 32 denti, balzò in piedi, spense la tv e mi seguì in camera.

FINE TERZA PARTE

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