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Mio fratello Felipe 6


di Kainman
11.04.2020    |    5.274    |    3 9.6
"Quella mattina ci vestimmo e andammo a fare un giro in paese, ma dopo due ore eravamo già a casa, troppo caldo..."
Continua da Mio fratello Felipe 5

...Non uscì dal mio corpo, rimase così abbracciato a me quando diventò molle il mio culo lo fece uscire insieme al suo seme.
Ci addormentammo così abbracciati stretti, nel nostro amore fraterno.
Ero stato il suo insegnante, ma ora condividevamo un'esperienza coronata da un affetto che era senza confini...

Rimanemmo molto tempo, forse ore, abbracciati in quel modo, scaldandoci uno con altro. C'erano 6 anni tra di noi, ma in quel momento, in quel periodo, ci sentivamo come coetanei, uno proteggeva l'altro. Con quello che mi faceva suo in quel modo mi rendeva parte di lui, suo pari.
Lo rifacemmo per diverse volte da quel momento in avanti, ogni momento che avevamo da soli a casa lo passavamo insieme. Spesso lui mi scopava, a volte in modo forte a volte più dolce, ma lui era sempre dolce con me, e io con lui.
Era diventato molto più sicuro di se stesso, in giro, a scuola. E anche io, lo stesso. Avevo imparato con lui a fare molte cose con lui in quei mesi. Ormai avevo iniziato anche a farle delle pompe fino alla fine, perché già ero abituato al sapore dello sperma e non mi dava nessun fastidio. Anzi, quasi lo chiedevo.
Quando ci venivamo nella bocca di uno o del altro sempre che dopo ci baciavamo scambiandoci il nostro proprio seme, era diventato come un rito dopo che lui aveva detto "Condividiamo il seme fraterno".
A scuola Felipe era diventato un'altra persona. Era molto più forte, aveva più amici e i due bulli non avevano mai più infastidito mio fratello da quel giorno, anzi erano diventati gentili.
Un giorno, mi raccontò, vide nel intervallo i due ragazzi entrare in un lato dei bagni credendo che non ci fosse nessuno, non lo videro dietro la porta. Quando si accorsero di lui ormai era tardi, avevano già iniziato a baciarsi. Ma non in modo volgare, erano dolci, proprio come noi due. Lo videro e si bloccarono dicendo "Felipe no ti preghiamo" per paura che potesse dirlo in giro, ma lui sorridendo rispose "Tranquilli ragazzi, è bello se c'è qualcosa tra di voi, non lo dico a nessuno. Però se volete nascondervi...fate attenzione" e così dicendo diede a loro una pacca sulla spalla, in segno di amicizia. Da quel giorno diventarono ancora più diversi e lo trattarono da amico.

Sei mesi dopo di quel bel pomeriggio rimanemmo soli a casa per 9 giorni. I nostri genitori andarono in una crociera del mediterraneo. Helena, nostra sorella, si propose di venire a stare da noi quella settimana per aiutarci, ma io dissi che potevo cavarmela da solo, ora Felipe era più grande e io avevo finito scuola quindi potevo badare a lui.
Come potete immaginarvi quella settimana fu bellissimo.
I miei genitori partirono un lunedì mattino prestissimo, verso le 4 di mattina per andare a Genova. Era luglio, faceva caldo e l'alba sarebbe arrivata dopo due ore.
CI salutarono ed uscirono di casa. Erano passati pochi minuti da quando avevano chiuso il garage e già Felipe era saltato nel mio letto facendosi abbracciare. Ci facemmo un po' di coccole, non di sesso, e poi ci riaddormentammo fino al mattino più tardi.
Lo svegliai con un bacio caldo verso le 9 e mezza dicendo "Buona settimana insieme
fratellino". Mi rispose con un gran sorriso e un bacio, quindi ci alzammo.
Trascorremmo l'intera giornata in casa con aria condizionata e senza vestiti. Faceva caldo ma la voglia non veniva a mancare. Prima di pranzo avevamo già fatto l'amore una volta, partito da quando io stavo cucinando e lui mi arriva da dietro abbracciandomi. Nel frattempo ovviamente diventa duro, come sempre.
Ormai io in quei mesi ero diventato molto più adattato e, anche se il suo pisello stava crescendo qualsiasi momento era buono. Era cresciuto anche in altezza quindi arrivava tranquillamente a puntare anche da in piedi.
Fu così che, mentre cucinavo il risotto, con tutta tranquillità me lo infilò e iniziò a penetrarmi senza sosta contro il banco della cucina.
Ovvio che il risotto diventò scotto, ma uguale siamo spagnoli quindi va bene. Quando finì e si vuotò dentro di me, prima di farmi venire mi disse "E se il risotto lo mantechiamo con qualcosa di differente?" e puntò la mia verga in direzione della pentola spenta.
Eh si, quel giorno mangiammo allegramente risotto con parmigiano e seme. Era buono!
Il pomeriggio lo passammo di coccole e Netflix sul divano, senza altro.
La sera dopo cena doccia fresca insieme e poi nel letto.
Come da accordo, avendo io il letto di una piazza e mezza, lui venne da me. Sarebbe stata la prima notte che dormivamo completa insieme da molti anni, e quindi la prima da quando era iniziata la storia tra di noi. Ci addormentammo abbracciati uno verso l'altro, dopo esserci baciati a lungo.
Poi durante la notte mi alzai per andare in bagno e al mio ritorno lo trovai girato al contrario, dandomi la schiena, così che io mi misi da dietro e lo chiusi stretto tra le mie braccia. Eravamo una cosa sola.
Non riuscivo più a prendere sonno, era quasi l'alba. Iniziai a accarezzarlo dolcemente e a stringerlo, sentivo il suo odore. Ormai non era più l'odore di piccolo che sentivo fino a qualche tempo prima, era odore di maschio, il mio maschietto preferito.
Quel profumo, aumentato dal fatto che essendo estate si sentiva di più, mi entrò nelle narici e mi provocò una forte erezione. Ma non era quello il momento, lui dormiva, così che appoggiai solo il vergone al suo culo e rimasi così.
Probabilmente a causa della sensazione si svegliò e, senza dirmi niente iniziò a muovere delicatamente le natiche rotonde sulla mia verga, fino a infilarla tra le due.
"Fran, ricordati della promessa!" mi disse senza girarsi.
Ricordavo perfettamente a cosa si riferisse. Quando mesi prima gli avevo offerto la mia verginità mi aveva chiesto di fare lo stesso con lui quando sarebbe stato in grado di farlo.
"Sei ancora troppo piccolo Fil mio. Ti farei male non posso."
"Ma io lo voglio. E poi sono cresciuto adesso e...mi sono allenato" disse girandosi verso di me
"Allenato? Come? ti hanno già penetrato?"
"Ma no che dici. Con le dita e dei pennarelli grossi. Sono pronto per provare"
"Fil no"
"Fran ti prego. Voglio anche io il tuo amore come te hai il mio"
E a quel punto tirò fuori la sua arma letale di sempre: iniziò a piangere sul mio petto. Ma non fece come attore, piangeva davvero, sentivo le sue lacrime scorrermi fino alla pancia.
Lo tirai su di viso, lo baciai dolcemente e dissi "Credo che se lo faccio ti farò male fisico. Ma se non lo faccio ti farò altro male. Così che...va bene..." dissi sospirando
"Davvero?? Mi svergini? Quando?"
"Calmo calmo calmo. Lo facciamo in questi giorni ma prima prepariamo insieme il tuo culetto candido come si deve. Facciamo solo quando e come dico io ok?"
"Ok. Promesso!" e si risistemò tra le mie braccia strette, al sicuro completo.
Quel mattino, mentre lui faceva altre cose, iniziai a cercare vari oggetti. Da pennarelli di varie misure che foderai con carta, spazzole con il manico a punta e infine tre carote lunghe di vario spessore.
Lui fu bravo e corretto e non mi chiese più niente al riguardo per tutto il giorno, neanche quando la sera mi penetrò con dolcezza prima di addormentarci uno di fianco all'altro.
Il mattino dopo colazione gli dissi di seguirmi in camera. Lo feci distendere e con molto lubrificante iniziai a mettergli prima le dita più piccole mie, poi salendo di dimensione i vari oggetti coperti da condom.
Quando arrivai al pennarello più grande e al mio dito medio disse che iniziava ad avere dolore. Così le dissi "E tu che volevi iniziare con il mio. Che male ti avrei fatto. E pensa che quando l'hai fatto tu a me Paquito era solo grosso così! -Paquito era il nome che le davamo al suo pisello. Il mio era Pacón- e non ho sentito dolore"
"Io sento ma vai avanti metti più grandi. Voglio Pacón!"
"Fai il bravo, fai fare a me. Ora ci fermiamo qui, riprendiamo poi" Dissi mentre facevo avanti e indietro con il mio dito medio.
Quella mattina ci vestimmo e andammo a fare un giro in paese, ma dopo due ore eravamo già a casa, troppo caldo.
Nel pomeriggio, dopo mangiato, ci sdraiammo sul divano. Senza dirglielo avevo nascosto gli oggetti e il gel dietro e mentre guardavamo la tv iniziai a metterli l'indice e poi il medio. Quando sentii che stringeva meno il dito e non soffriva, passai alla spazzola coperta di carta e condom. Entrò bene, e feci un po' di movimenti. La tolsi e provai la carota più piccola, tutto ok, e poi la carota media, dolcemente. "Ahi ahi duole duole" disse, così la posai e gli proposi di farci una doccia insieme.
Lo lavai per bene, e lui a me, compresi i rispettivi membri e buchetti. "Ti duole ancora?" gli chiesi quando eravamo usciti e ci stavamo asciugando.
"No, non più, il tuo massaggio ha fatto passare"
"Allora vediamo se ti piace questo" e tentai di fare quello che facevo alle ragazze con la lingua, ma anziché alla figa nel suo buchetto.
Lo misi in posizione di 90 al lavandino e io da seduto sbattevo la lingua sul buchetto, intorno e la infilavo anche dentro dando dei colpi "Si questo mi piace molto!" mi disse, così continuai. Con quel lavoro si era eccitato molto, e anche io, così finimmo sul divano in 69.
Venimmo entrambi nella bocca rispettiva senza far colare nulla, ormai era bravo in questo, e ci addormentammo sul divano fino a sera.
Ci svegliò una videochiamata di Helena, a cui rispondemmo. Lei ci vide come eravamo, ma a petto nudo, perché non si poteva vedere che non portavamo nulla sotto.
Finita la chiamata ridemmo entrambi sapendo che ci aveva visti nudi senza saperlo, e oltretutto lui era pure eccitato.
Per cena ci facemmo portare una pizza da una pizzeria di asporto vicina. Quando suonarono io ero in cucina che preparavo il tavolo e Felipe in camera a giocare al pc.
Andai alla porta, vidi dallo spioncino che era il ragazzo con la pizza quindi presi i soldi dal tavolo e aprii.
Eh si: tipica scena da film porno. Come che era abitudine da due giorni non mi ricordavo che ero nudo. Mi guardò con i soldi in mano e rise a sputo. Mentre dissi "Che c'è?" mi fece segno con gli occhi in basso e mi accorsi della figura di merda e mi coprii dietro la porta.
"Non dirlo in giro magari!" gli dissi ridendo. "Il resto è mancia, pago il silenzio"
"Ahahaha tranquillo ho visto di peggio nelle consegne!" mi salutò e andò via ridendo ancora.
Felipe non vide la scena, ma quando mi sentì aprire la porta e lui ridere capì la situazione. "Ah ecco adesso mi vuoi tradire con il fattorino eh pervertito!" disse in una forte risata
"Scemo che figura di merda che ho fatto. E poi di maschi ci sei solo tu piccolo!"
Cenammo e guardammo un film. La sera continuai il lavoro iniziando con le dita e poi con la carota media. Nonostante avesse un po' male non smisi, e poi presi la carota grande. Ultimo step, ma questo lui non lo sapeva.
Disse che gli faceva un po' male ma insistetti un po': avevo un piano preciso.
Dopo un po' la misi via e ci addormentammo come sempre.
Il mattino seguente fu lui a svegliarmi con baci dolci e carezze. Mi sentivo davvero coccolato e mi dava serenità.
Ci alzammo e andammo, vestiti questa volta, a far spesa.
Mentre preparavamo pranzo lui versò della maionese "Brava" addosso. Io, che la adoro, senza pensarci iniziai a leccargliela tutta, dalla coscia fino al petto. Così inventammo un gioco: quel giorno a pranzo invece che i piatti avremmo usato i nostri petti e pancia a vicenda, solo usando la bocca.
Tutto ok la insalata di pasta fredda. Ma le patate fritte con salsa brava bruciavano un po e fu ancora più divertente. Anche la crema al cioccolato fu divertente, anzi, più eccitante. Eravamo tutti e due come rocce così ci pulimmo e andammo nel mio letto.
Ci mettemmo in 69 e mentre lui mi pompava io lo facevo al buchetto, e poi iniziai con le due dita. Lo feci girare a pancia in giù e diedi ancora giù di lingua. Poi lo lubrificai bene e mi disse "Fai piano con la carota". Ma no, niente carota. "OH" disse solo, quando sentì che quello che stavo appoggiando al suo buchetto non era una verdura ma il mio pisello in piena erezione.
"Pronto piccolo?" le chiesi
"Sì!"
Non fu difficile spingere perché ero durissimo. Ma spinsi piano piano sapendo che gli stavo facendo male, ma senza fargli troppo.
Lo sentivo lamentarsi del dolore, ma finché non mi chiedeva di smetterla avrei continuato, perché lo voleva.
"Ok non spingerlo di più!" mi disse ansimando
"Ahahah Fil è tutto dentro!"
Iniziai a muovere lentamente indietro e poi dentro fino in fondo
"Ahi ahi duole"
"Devo smettere?"
"No. Ahi. No. Vai avanti"
Smise di lamentarsi ma sentivo che provava dolore, quindi andavo molto piano.
Non avevo mai penetrato un culo, la sensazione era molto diversa da quella di una figa, molto più stretto, dava molta più sensibilità e quindi durai poco.
"Credo che non riesco più per molto Fran, scusa"
"Fil sono io che non...ohhh" Non finii la frase e venni dentro di lui, senza forze.
Scivolai lentamente fuori e mi misi al suo fianco. Vidi il pisello un po' sporco, con anche un po' di sangue. Sapevo che era normale.
Lui venne su di me, mi baciò in mezzo alle lacrime. "Ti ho fatto così male da piangere?" chiesi
"No. Non è dolore, sono felice. Ce l'abbiamo fatta. Sei mio e sono tuo."
"Sei mio, sono tuo" ripetei baciandolo
"Ti amo Fran"
Piansi anche io "Ti amo "Fill"
Io nel suo profumo e lui nel mio, ci addormentammo.

Continua...
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