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Tempi di quarantena Capitolo 6


di Kainman
21.08.2023    |    1.662    |    1 9.1
"Si dai mi ha detto anche quella cosa, ma non vergognarti” “Quella…quella quale quella cosa?” chiese un po’ balbettando “Del fatto che con me lui si..."
Capitolo 6

“Ma cos’è questa storia? Perché papà dice che..” iniziò a chiedere nel corridoio davanti alla camera Fabo mentre il fratello lo tirava dentro prendendolo per il braccio
“Papà lo sa, ed è ok, dai ho voglia!” rispose Federico mettendogli la lingua in bocca mentre chiudeva la porta
Senza più fare domande Fabo ricambiò il bacio e spogliò entrambi, ormai la sua erezione era già completa. incominciò a baciarlo ovunque soffermandosi molto sui capezzoli e sulle orecchie, provocandogli un’erezione pari alla sua.
Senza troppi preamboli Federico gli fece capire che lo voleva dentro, allargando le gambe ed avvicinando il culo alla sua verga svettante, mentre Fabo gli passava la lingua sui pettorali fino al collo.
Iniziò a penetrarlo più lentamente, poi pensò all’affermazione di poco prima “Papà lo sa”, e capì di non doversi trattenere, quindi diede sfogo alla sua arte e rese la scopata molto più intensa, facendo gemere il fratello senza ritegno.
“Oh porca troia! Oh porca troia!” continuava a dire Piero dalla cua camera, adiacente alla loro, sentendo i gemiti dei due, ridendo in modo isterico.
Ogni tanto sentiva il silenzio e poi di nuovo movimenti e gemiti intensi, fino a che un ruggito, non seppe dire di chi dei due, fece finire l’amplesso.
Si accorse di essere stranamente su di giri per quello che aveva visto, prima, e sentito, dopo, e rimase diversi minuti dopo che ebbero finito, a fantasticare sui due. Non era eccitato, almeno non sessualmente, ma mentalmente sì, si sentiva euforico. Questo fino a quando sentì il portone del garage aprirsi e vide la moglie entrare con la macchina.
“Ragazzi, mamma sta arrivando. Ricomponetevi se necessario” disse bussando alla porta dei figli
“Okeeey, grazie” disse Federico. Erano entrambi ancora nudi e sdraiati nel letto di Fabo, quindi si alzarono e rivestirono, quindi Federico andò in bagno a ricomporsi.
Non parlano di nulla dell’accaduto, ovviamente con la madre, ma neanche con il padre e tra di loro.
Anche il giorno dopo, quando arrivò la madre e loro erano in camera li chiamò, anche se non stavano facendo nulla.
Lo stesso fece il terzo giorno, quando la madre arrivò regolarmente alle 2 e mezza del pomeriggio, ma di nuovo erano tranquilli, anzi, addirittura Federico era in bagno ma Piero non lo sapeva
“Ma cosa crede, che scopiamo come conigli?” gli chiese sottovoce nell’orecchio di Federico quando già la madre stava parlando con Piero in cucina. Federico si limitò a sollevare le spalle.
Il mattino seguente si svegliarono entrambi con l’ormone in circolo. Appena svegli Federico iniziò a pompare il fratello, però poi lo voleva in culo e così se lo fece mettere dentro ancora prima di alzarsi. Non seppero se Piero li avesse sentiti o meno, ma non disse loro nulla mentre facevano colazione.
Fabo rimase a guardare le notizie mentre Federico si andò a fare una doccia e tornò alcuni minuti dopo in cucina in asciugamano e si sedette tra il padre e Fabo
“Non ti vesti?” chiese Piero
“No sto bene mi rinfresca di più qui sotto”
“Ah i miei figli calienti” disse ridendo
“Anzi, sto così” disse sfilandosi l’asgiugamando e mettendolo solo come copertina sulle gambe, mostrando quindi parte del culo ad entrambi
“Sì vabbé, così però mi ecciti di nuovo, vuoi il secondo round?” disse Fabo ridendo anche lui
“Secondo? Avete già dato di stamattina? Ah però che attivi i miei bimbi” esclamò Piero quasi soddisfatto di sentire quello
“Sì, lui ha dato. E sì, direi di sì che lo voglio” rispose Federico alzando l’asciugamano e mostrando il cazzo dritto
“Porca puttana! Che roba hai lì?” saltò su il padre scioccato dalle dimensioni del figlio
“Ehi, non guardare! Questo è per me!” disse Fabo coprendolo
“Non ti prendo quell’anaconda puoi star certo! Andate andate, metto io in lavastoviglie. E tu copriti mi fa paura!” disse il padre allontanandosi fingendo paura”
“Buh! Ahahah” esclamò Federico alzandosi di scatto e lasciando cadere l’asciugamano, liberando così il mostro
“Fedeeee!” urlò Fabo mettendosi davanti a lui e portandolo in camera, mente il padre rideva a crepa pelle
“Sei geloso di papà adesso? ahahah!” chiese Federico in camera
“No, ma ho voglia anche io!” rispose Fabo e lo baciò partendo dalla bocca fino alla punta del cazzo per poi prenderla in bocca iniziare un pompino a quell’anaconda venosa.
“No, non mi basta in bocca, lo voglio dentro anche io oggi” gli disse, e dopo essersi spogliato come lui si distesero sul letto.
Come sempre ci andò un po’ perché riuscisse ad entrare, ma una volta dentro Federico non si trattenne neanche lui e ci diede dentro, facendolo gemere a più non posso, forse anche conscio del fatto che il padre li stesse sentendo, la cosa lo eccitava ancora di più.
Mentre dalla sua camera sentiva i guaiti dei due figli, suonò il telefono e rispose. “Piero, sono dal panettiere qui sotto perché ci hanno mandati a casa anche noi, vuoi che prendo la pizza loro per stasera?” disse la moglie
Con il sangue gelido disse “Ah, siete usciti? Si è rotto qualcosa? Va bene dopo mi spieghi, si, la pizza va bene se hanno quella con la fontina, a dopo”
Mise giù il telefono ed andò in picchiata verso la stanza dei figli chiamandoli, ma non ebbe risposto e sentiva solo gemere e guaire come cani, forse lo sentivano ma lo ignoravano perché non era il momento
Spalancò quindi la porta e disse “Ragazzi mamma sta salendo!”
Davanti a lui vide, bloccati nella posizione in cui erano, Federico da dietro con il cazzo dentro il culo di Fabo, in posizione di pecorina a terra sul tappeto, mentre Federico lo stringeva con un braccio intorno al collo.
“Oh porca troia cosa ho visto! Forza, sistematevi, tu vestiti, tieni” disse a Fabo porgendoli i vestiti che c’erano per terra “E tu anaconda vai in bagno!” disse ancora rivolto a Federico che riprese l’asciugamano e corse in bagno.
Un paio di minuti più tardi Piero era in cucina con simulata tranquillità mentre aiutava Lilia, la moglie, a posare la spesa compresa la teglia di pizza, e si fece raccontare i motivi del fatto che fossero usciti, così raccontò dell’ordine ritirato di alcuni prodotti e altri motivi, ma che ascoltò poco perché stava ancora pensando alla scena di prima, all'adrenalina del momento e a quello che aveva visto.
Un conto era sapere, altra cosa era vedere il proprio figlio etero inculato dal superdotato fratello.
Nel weekend l’attività fraterna rimase più tranquilla, data la cosa successa e al fatto che entrambi i genitori fossero a casa. Il lunedì rientrò a lavoro il padre, mentre Lilia rimase a casa come aveva fatto lui, ma solo per tre giorni. Quando il giovedì tornò a lavoro entrambi si sfogarono reciprocamente in modo piuttosto selvaggio, in ogni buco.
Il venerdì nel pomeriggio andò Federico a fare la spesa, dopo il ritorno di Piero dal turno del mattino. Rimasero così soli Piero e Fabo, e il padre volle provare a fare qualche parola con il figlio con cui aveva meno sintonia, e così gli disse “Allora, vedo che sta andando sempre meglio tra voi due, non è vero?”
“Sì, direi di sì, ci divertiamo un po’ e passiamo il tempo” disse Fabo rimanendo sul vago
“Beh, non direi solo che passate il tempo, da quello che ho sentito e visto vi divertite parecchio, e bene”
“E quindi? Non possiamo? O ti da fastidio?” disse in risposta un po’ freddamente
“Ma quale fastidio, diciamo che sono come orgoglioso per quello che avete raggiunto. Ma poi soprattutto tu, ma come fai mi spieghi? Cioé un conto è succhiarglielo vabbé può piacere o meno, ma prendere in culo quel pezzo di carne enorme come fai?” chiese Piero
“E’ stato un po’ difficile all’inizio farlo entrare, ma poi ho scoperto che mi piace un sacco averlo dentro. E poi io non ce l’ho piccolo, solo…non come lui”
“Ma guarda che lo so, te l’ho visto venerdì, duro e grosso anche se avevi il suo dentro…credimi, è più grosso del mio e ti difendi più che bene. Ma so che lo pompi anche, non…non ti fa schifo? Non come concetto, come sapore…cioè…boh a me fa senso pensarci, e so che a te non piacciono i maschi”
“Ma infatti il corpo maschile non mi piace, non mi eccita, mi eccitano solo le situazioni. Comunque all’inizio mi faceva un po’ senso, ma poi mi sono abituato e non mi dispiace né succhiarlo né la sborra. Poi Fede ce l’ha sempre super pulito e profumato. Il fatto che non è che mi piaccia farlo, ma mi eccita dare piacere agli altri. Cioè, a lui intendo”
“Sì me l’ha detto che…” gli scappò a Piero
“Che? Che ti ha detto??” chiese Fabo allarmato
“No, niente, che io gli dicevo che come fai a farlo se non ti piace fisicamente, che io non potrei e difficilmente riuscirei a eccitarmi così tanto se avessi, tra virgolette, dovuto farlo io al posto tuo. E lui mi ha detto questo, che a te piace dar piacere agli altri, e che non lo faresti con altri. Si dai mi ha detto anche quella cosa, ma non vergognarti”
“Quella…quella quale quella cosa?” chiese un po’ balbettando
“Del fatto che con me lui si schiferebbe un po’ perché sono il padre, che te l’ha detto e tu hai detto che a te non farebbe schifo ma neanche ti attira. Ma proprio perché la tua non è attrazione fisica ma quello di cui parlavo prima” terminò Piero
“Io non…non ho detto che voglio…cioè non lo voglio…a te…” iniziò a dire Fabo balbettando
“Ascolta Fabo, se fosse che vuoi, o anche solo pensi, immagini, di farlo, non c’è problema, non mi arrabbio o ché, se sei curioso di qualcosa chiedi, guarda, che ne so, tocca, non è un problema, ok? Solo che, come ho detto a Federico, non credo che riuscirei ad eccitarmi con queste cose. Però sappi questo, ok? Tra l’altro lui l’ha già toccato, solo toccato, poco tempo fa simulando quello che faceva da piccolo”
“Cosa? Ti ha toccato? Ma diceva che…cosa..aspetta…cosa faceva da piccolo?” chiese come un treno Fabo
Piero gli raccontò della storia di quando era piccolo e voleva curiosare e di come l’avesse aiutato ma frenato. E di come avesse rifatto poco tempo prima per simulare.
Fabo rimase a bocca aperta ma poi chiese “Non lo so…forse…potrei…vederlo? Toccarlo una volta anche io?” ed allungò una mano appoggiando il dorso sopra il pacco del padre
“Aspetta, puoi ma a una condizione: se ti piace, vuoi curiosare nei miei limiti, puoi farlo, tanto come lasciavo Federico. Ma se non ti piacesse, se ti facesse schifo, senso o che, non esitare a lasciar perdere, non mi offendo né niente, ok?”
Fabo rimase un minuto in silenzio poi sospirando disse “Va bene, affare fatto”
“Bene. Prego, a te la scelta…” disse Piero, mettendo le mani dietro la testa in segno di nulla osta
Fabo girò la mano ed iniziò a palpare il pacco da fuori di quei pantaloni della tuta da casa. Dopo aver mosso un po’ la mano la infilò nuovamente tra i pantaloni e gli slip. La tolse e gli chiese “Puoi metterti in piedi per favore papà?” e così fece
Gli passò dietro ed infilò la mano questa volta dentro gli slip, toccando il pisello, moscio ovviamente, e le palle, e disse “Che cosa strana, non sono abituato ai peli, Noi siamo rasati”
“Ti fanno schifo?” chiese Piero delicatamente
“Pensavo di sì ma in realtà…no” rispose Fabo, e continuò a toccare e muovere la mano dentro. Gli passò davanti e mettendo le mani una per parte fli abbassò lentamente prima i pantaloni e poi gli slip, liberando davanti a sé un cespuglietto di peli che decorava un discreto cazzo non eretto e due belle palle spesse, più delle sue
“Ma è grosso quasi quanto il mio papà!” disse meravigliato
Si inginocchiò per vederlo meglio, lo prese tra le mani ed iniziò a muoverlo a mo’ di sega, anche se rimaneva molle
“Posso provare a…” lasciò in sospeso Fabo
“Puoi, se ti ricordi di mantenere quello che abbiamo pattuito. Se ti fa schifo via.” ripeté Piero
A Fabo sembrava quasi che il padre sapesse già che lo avrebbe schifato metterlo in bocca, e quindi disse “Forse adesso non mi va. Ma non so se avrò altre occasioni se non lo faccio adesso…”
“Finché mi rimane attaccato e decido io, potrai provare a toccarlo o fare quel che vuoi anche altre volte. Ho detto di non preoccuparti troppo, ok? Uguale come a Federico da piccolo”
“Potrò ancora??” chiese euforico
“Sì, quando vuoi, solo da chiedere
“Grazie papà!” gli disse con un sorriso e si alzò dal letto, lasciando che si rivestisse e parlarono ancora per un momento di altro, specialmente argomenti riguardanti il Covid, protagonista di molte conversazioni, fino a quando Fabo disse “Ma infatti capisco le entrate contingentate e tutto però i negozi chiusi non… senti ma perché devo rimandare se lo voglio?”
Deto questo s girò ed abbassò nuovamente pantaloni e slip al padre che in quel momento era davanti a lui appoggiato alla testiera del letto.
“E se non mi piace amen, ma voglio provare” rinforzò, prendendolo in modo deciso tra le mani
“Oh mamma” disse Piero quando in un solo colpo il figlio se lo mise in bocca, muovendo la lingua tutto intorno e scoprendolo sia con le mani che con la lingua.
“Evvai! Nessuno schifo! Posso??” esclamò Fabo
“Eh ancora chiedi se puoi? Se ti accontenti di questo vermiciattolo molle certo che puoi” rispose Piero
Fabo lo riprese così in bocca ed iniziò a succhiare, leccare, intorno, la punta e massaggiando le palle, cosa che scoprì piacere al padre come a Federico, però le sue erano molto più piene di quelle del fratello. Dopo diversi minuti che sembrava non prendere per niente vita stava per arrendersi, quando sentì il padre rilassarsi e iniziò a crescere nella sua bocca poco alla volta.
Piero volle sedersi sul letto e Fabo gli sfilò del tutto i pantaloni, ormai ce l’aveva del tutto eretto e stava iniziando ad avere piacere. Fin da quel giorno in cui ne aveva parlato con Federico aveva immaginato di farlo, ma solo immaginato, ed ora invece era realtà.
La dimensione in erezione effettivamente era decisamente minore della sua, ma non importava assolutamente nulla. Non sapeva se gli piaceva o meno, ma sentiva Piero che sospirava più forte e questo lo fece eccitare, gli stava dando piacere davvero.
“Cavolo ma sei proprio bravo, e non si può dire che tu ne abbia un curriculum. Ma se continui così tra non molto vengo”
“Grazie, ok vedo” rispose, e riprese a succhiare come prima, come sempre faceva a Federico, sentì nelle sue mani le grosse palle stringersi verso l’altro e si preparò, un gran numero di fiotti gli andarono in bocca, alcuni caddero a terra, ma gli altri li ingoiò.
Il gusto era diverso dal suo e da quello di Federico, più dolciastro e pungente, ma non gli dispiacque.
“Allora, ti è piaciuto? Sii sincero, non preoccuparti” chiese dopo un minuto Piero mentre insieme a Fabo puliva con un fazzoletto la sborra sul pavimento
“Ma guarda il fatto è che a me non piace il pisello di per sé, e non mi piacciono gli uomini, cioè i maschi in generale”
“Sì lo so, me l’ha spiegato Federico. Ti piace dar piacere agli altri quindi?”
“Sì esatto, e mi incuriosiva vedere come reagivi tu alle varie cose. In alcune sei simile a me, altre a Fede o a tutti e due. Ma ci sono molte cose che abbiamo sperimentato tra di noi oltre a questo”
“Oh cavolo non so se voglio saperle. Già mi sento un po’ strano sapendo che hai appena bevuto da me. Comunque ripeto sei proprio bravo, hai ereditato la dote di mamma eheh”
“Ohhh non dirmi ste cose con mamma non voglio saperle!” rispose Fabo distogliendo lo sguardo
“Ahahah ma come, io devo sapere quello che fate, mi hai appena fatto un pompino a regola d’arte e non posso parlare di cosa faccio con mamma?”
“Sì è proprio così non voglio sapere. Preferisco lasciarti vedere mentre tuo figlio mi scopa” ribatté Fabo
“Giusto, vi ho pure visto all’opera, aggiungo. Però tutto è partito da lui che faceva pompini a te, vero?” chiese Piero
“Sì, anzi tutto è nato da un piccolo litigio perché non avevo contegno e gli andavo vicino in mutande come provocandolo. Non avrei mai pensato di arrivare a questo”
“Beh se sei bravo così tu immagino lui con tutta l’esperienza di anni…” rispose Piero meditando
“Rispetto alle mie partner finora è stata la bocca migliore in assoluto. Non posso paragonare ad altri maschi perché è stato l’unico in vita mia, dovrei provare con altri per sapere con certezza” rispose Fabo
“Oh aspetta, non mi stai chiedendo di farlo io però, vero? Ho paura che mi dia proprio un po’ il vomito metterlo in bocca!” rispose un po’ allarmato il padre
“Ma va, stavo parlando di altre persone fuori. A me non fa schifo per niente anche se pensavo di sì, alla fine se è ben pulito non ha sapore, a parte la sborra. Però no, per il momento mi basta Fede non ti devi prendere l’onere di svuotarmi ahahah”
“Fiuu! Menomale… Senti ma…a Federico glielo dici di oggi, vero?”
“Non so, pensi che sia meglio non dirglielo?”
“Scegli tu, però conta che è stato lui a, diciamo, mettermi la pulce nell’orecchio che forse avresti avuto curiosità del mio pisello, quasi spronandomi a lasciarmelo fare, anche se l’avrei fatto comunque se me l’avessi chiesto senza che lo sapessi. Quindi se sa che ho assolto il mio compito va bene” rispose Piero
“Hai assolto il tuo compito? Quindi è stato solo una tantum?” chiese Fabo un po’ rabbuiato
“Ah…sì..no…cioè se vuoi provare ancora altre volte non c’è problema, non dipende dalla mia volontà se mi eccito o meno ma abbiamo visto che dopo un po’ si alza sembra”
“E non senti tipo vergogna verso di me, vero?” chiese preoccupato Fabo
“No per niente, non sono eccitato o cosa, ma sono contento di averti soddisfatto, un po’ come è per te” rispose Piero, alzandosi per uscire dalla stanza.
Poco dopo arrivò Federico con la spesa e lo aiutarono entrambi. Quando si ritirarono nella propria camera Fabo gli raccontò tutto e Federico ne fu euforico, subito andò dal padre abbracciandolo e gli disse “Ti ammiro davvero!”

Nei giorni successivi, data la totale apertura nei confronti del padre, ne approfittarono per avere rapporti, in privato, ma anche se c’era lui a casa. Se c’era solo lui non esitavano a mangiare molto poco vestiti, anche sedendosi uno sopra l’altro, cosa che scaturiva una certa ilarità in Piero.
Una di queste volte, seduto su di Fabo mentre facevano colazione, Federico iniziò a muoversi molto eccitando il fratello, che gli iniziò a massaggiare il pacco da fuori mentre si sfilò leggermente i boxer fino alla coscia.
Piero non poteva vederglielo perché era di fronte a Federico, ma vide i boxer abbassati e disse “Sì vabbé ragazzi, ok tutto però non trombatevi qui a tavola davanti a me su!”
“Perché, vuoi che andiamo in stanza? O vuoi venire a vederci di là?” chiese Fabo sfacciato
“No, non vengo di là con voi!” rispose secco
“Ah, allora lo possiamo fare qua! rispose Federico sfilandosi i boxer e lanciandoli a Piero, senza muoversi da dov’era
“Ma Fede cosa fai?” rispose Piero senza mollare quello che gli arrivò in mano
“Ti fa schifo vederci all’azione?” chiese Fabo
“Ma che schifo, no, lo sai che mi fa piacere sapere che lo fate ma…”
“Allora che problema c’è” rispose Federico e, indirizzandolo dentro aiutandolo con le proprie mani, si sedette sopra il cazzo ormai ben eretto di Fabo
Dalla smorfia che fecero entrambi Piero capì che era dentro, e lo vide meglio quando si alzarono entrambi dalla sedia e Federico si appoggiò al tavolo, Piero poté vedere molto bene il membro di Fabo entrare e uscire lentamente da dentro di Federico.
Entrambi lo guardavano ridendo mentre lui continuava a tenere in mano i boxer del figlio mentre si metteva le mani in testa, ed esclamò “Ma siete ammattiti completamente? Cosa vi salta in mente?”
“Dai papà, è bello se ci guardi una volta mentre lo facciamo. Ti dà fastidio?”
“Ma non mi da fastidio, però non potete farlo qui, se mai arrivasse mamma che non sentiamo?”
Effettivamente la cucina si trovava proprio davanti al portoncino di entrata, Fabo la guardò, uscì dal fratello, entrambi si misero in piedi e Fabo disse “Scusa pensavo che fosse perché ti imbarazzava allora abbiamo spinto la cosa”
“Ma va che imbarazzava…bah! Andiamo in camera vostra porta il tuo uccellone di là” rispose Piero e li precedette in camera sedendosi sulla sedia del Pc di fronte al letto di Federico, a braccia incrociate, quindi disse “Eccomi qui, fate come se non ci fossi”
Si misero entrambi sul letto di Federico ed iniziarono a limonarsi, mentre da davanti Fabo glielo rimetteva dentro.
Piero fu stupito in quel momento, non si aspettava di vedere quello. Nella sua testa un conto era l’utilizzo di cazzo e culo, un conto era baciarsi così intensamente. Ebbe un moto di tenerezza per i figli, ed apprezzò maggiormente lo spettacolo che gli era quasi stato imposto inizialmente.
I due ragazzi non si frenarono dal sesso normale come piaceva a loro, con tanto di stuzzicamento di parti erogene, e neanche esagerarono per dar più spettacolo, davvero fecero come se il padre non fosse lì.
Quanto a lui, sebbene non lo eccitasse vedere una scena di sesso gay come aveva davanti, lo entusiasmò molto perché vide la passione che c’era tra i due, grazie alla quale si erano riavvicinati come mai prima.
Mentre lo scopava, Fabo lo segava massaggiandogli le palle come aveva fatto al padre, quando capì che Federico era quasi a punto di venire senza uscire da dentro di lui si piegò prendendogli in bocca la punta e dando gli ultimi colpi con la lingua finché non gli esplose in bocca inarcando il bacino.
Questo gli fece entrare il cazzo di Fabo nuovamente fino in fondo, il quale riprese immediatamente a scoparlo come prima, accelerando però il ritmo mentre strizzava i capezzoli di Federico. A questi gesti rispose rantolando di piacere con lo stesso ritmo della scopata, finché con gli ultimi colpi ben affondati gli esplose dentro, prima di afflosciarsi su di lui lasciando che uscisse da solo.
Piero si alzò dalla sedia, si avvicinò ai due e accarezzò la testa di entrambi dicendo “Siete proprio bravi, Fabo sei un toro, ma anche tu Fede quando ti ho visto all’opera non eri da meno”
“Ti è piaciuto vederci?” chiese Federico
“Ti dirò, non mi ha eccitato, come vedi, ma è stato veramente un bello spettacolo. Siete molto appassionati devo dire”
“Se vorrai vedere i sequel, la porta quando sei solo è sempre aperta” disse Fabo, e Federico annuì
“Certo, certo, mi raccomando solo di essere cauti quando c’è o potrebbe arrivare mamma” guardò l’ora e continuò “Ma se non si rompe un’altra macchina, non è adesso il caso”
“Papà…” disse Federico
“Sì?” rispose Piero
“I miei boxer, li hai ancora in mano. Se non li vuoi come ricordo me li ridai?” disse Federico ridendo, insieme agli altri due che videro le mutande ancora strette in mano, che non aveva posato in tutto quel tempo

Il mattino seguente, con la madre a casa, si limitarono a giocare alla play insieme, relativamente vestiti. Ad un certo punto arrivò una notifica in chat gay a Federico che aprì e fece vedere a Fabo dicendo “Guarda, un altro che mi scrive. Non faccio niente con nessuno adesso, ma ultimamente mi scrivono comunque solo Daddy. Dovresti rispondere tu, magari ti piacciono”
“Daddy? Sarebbero i vecchi? Perché dici che mi piacciono?”
“Scherzavo” disse e proseguì con tono più basso “intendo perché con papà ti è piaciuto. A proposito, l’hai ancora fatto qualcosa con lui dopo quel giorno?”
“No, mai, forse mi piacerebbe riprovare ma non c’è mai il momento” rispose Fabo
“Perché? Perché ci sono io a casa? Guarda che puoi anche se ci sono, magari se non ti va state in un’altra stanza”
“No, non è questo, ma non mi oso…se poi non gli va o così…” rispose Fabo
“E che è, gli devo chiedere io? Sei grande abbastanza” lo rimproverò Federico e lui si limitò ad annuire e cambiarono discorso
Mangiarono pranzo con la madre e ritornarono ai loro giochi alla play, denudandosi ma senza sesso quando lei andò a fare il pomeriggio. Tre ore più tardi arrivò il padre che li trovò in quel modo impegnati in un gioco di lotta alla play “Eh già, bello stare così in casa vero? Andate là fuori con queste temperature e vestiti e poi ne parliamo” esclamò
“E chi ti dice di stare così in casa? fai come noi” rispose Federico
“Sicuramente, ma prima una doccia fresca” rispose Piero, e così fece.
Qualche minuto più tardi lo videro tornare nella propria camera da letto in mutande e canottiera e Fabo disse al fratello “Ci vediamo dopo” mentre si rimetteva i boxer
Un attimo dopo bussò alla sua porta e disse “Papà posso entrare? Ti disturbo?”
“No, entra pure” rispose
“Alla fine non hai ascoltato il consiglio di Federico, ti sei vestito” disse guardandolo in piedi con canottiera e boxer
“Anche tu hai messo i boxer, e poi io non sono un bello spettacolo da vedere in giro nudo come voi due statue” rispose Piero
“Sì mi sembrava una cosa girare nudo per venire qua. Ma poi che statue e statue, al massimo di Fede lo puoi dire ma io…e poi tu hai un bel corpo, anche se non lo mostri mai” rispose Fabo
“Mi stai chiedendo tra le righe di mostrartelo adesso forse?” chiese dubbioso
“Beh, se vuoi e non ti da fastidio…”
“Ma perché ti fai questi problemi ragazzo, sei abbastanza grande da chiedermelo se vuoi qualcosa, sai che ti dico di sì”
“Parli come Fede…” rispose Fabo imbronciato “Sì, posso vederti nudo? posso toccarti di nuovo?” chiese infine deciso
“Oh finalmente. Ecco a te” disse Piero, sfilandosi la canotta e le mutande quasi in un colpo solo, mostrando a Fabo il suo petto peloso ed il suo pisello penzolante insieme alle due grosse palle
Si avvicinò a lui ed iniziò a passargli la mano sul petto fino alla pancia. Non aveva certamente addominali tonici, anzi c’era anche un accenno di pancetta, ed il petto era piuttosto morbido e peloso. Era abitutato a quello di Federico totalmente differente, ma gli piacque molto passare la mano così, così disse “Lo trovo così rilassante accarezzarti così. Posso dargli qualche bacio? Al petto dico”
“Ohi boh! ahah se vuoi sì fai pure, però andiamo sul letto no?” propose Piero, e così fecero, ma subito disse “Ma scusa eh, io devo star nudo e tu tieni quelli?” indicando i Boxer di Fabo, che subito se li tolse.
In quel momento erano entrambi non eccitati fisicamente, ma entrambi euforici. Gli diede qualche bacio sul petto e sui capezzoli senza insistere troppo. Rimase con il naso sul suo petto mentre con una mano scese fino al pube ed iniziò a toccargli il pisello e le palle accarezzando e muovendo un po’.
Mentre lo faceva traeva lunghi sospiri appoggiato in mezzo al petto, e dai suoi peli sentì un odore famigliare, che gli piaceva, sentiva il profumo del gel doccia ma anche l’odore leggero di sudore, non forte, dolce, lo stesso odore che riconosceva nei propri indumenti quando li aveva messi per poco. In Federico non aveva mai sentito quello stesso odore, era diverso.
Piero lo strinse nel suo braccio e lui finì con il volto più vicino alla sua ascella. Inspirò di nuovo e lo sentì molto più forte, mentre continuava a muovere il pisello molle.
Ma quell’odore famigliare, quel profumo, gli scatenò qualcosa e, unito alle carezze che Piero gli faceva con la punta delle dita sulla schiena, una bella erezione si scatenò nell’immediato.
Si girò e andò con la faccia verso quello che stava stuzzicando fino a un momento prima e, senza esitare, lo prese in bocca iniziando a ciucciare dolcemente quasi come un bebé con il dito.
Dopo un paio di minuti in cui insisteva in questo modo, il cazzo di Piero iniziò a crescere sulla sua lingua, e quindi proseguì con quello che stava facendo, alternando il pisello alle palle.
Dopo poco Piero iniziò a sentire piacere e, più rilassato della volta precedente, si gustò meglio quel piacere. Piero si trovò in quel momento con il cazzo in piena erezione e ben scoperto, appoggiato al suo petto, data la posizione in cui si era messo. Con la mano destra glielo afferrò ed iniziò a muoverlo, e disse “Certo che anche il tuo è bello massiccio!”, mentre Fabo continuava a pompare senza sosta
“Mah, chissà” disse, e sporgendosi di poco provò ad avvicinarsi con la bocca alla punta. Lo prese in bocca quasi in solo colpo tutta la cappella e si ritrasse subito sentendo il precum di Fabo sulla punta, data l’eccitazione, quindi disse “No, mi dispiace questo non riesco”
“Ma no Pa’! Non c’è bisogno lascia stare! Sto bene così” disse Fabo staccandosi un po’, poi tornò al suo lavoro
Quanto a Piero, non mollò il pisello del figlio dalla mano, ed ogni tanto dava qualche movimento con le mani, ma senza fare una vera e propria sega. Quando Fabo sentì nelle sue mani le palle del padre stringersi pronte al lancio, si mise sdraiato di lui e pompò andando più a fondo nei movimenti.
In un attimo Piero lanciò un grido ed inarcandosi lanciò una buona quantità di schizzi dentro la sua bocca, alcuni ne uscirono data la quantità ma gli caddero sul pube peloso, senza sporcare.
Appena dopo aver finito di pulire il cazzo con la bocca, pulì il resto con un fazzoletto e si girò ritornando alla posizione iniziale sul suo petto e, coccolandosi a quel profumo famigliare, disse “Mi è piaciuto davvero un sacco oggi”
“A te è piaciuto? Figurati a me mi hai prosciugato! Peccato che io non riesca a farlo a te” rispose Piero
“Non c’è bisogno, posso far da solo o comunque di là c’è Fede. Posso però rimanere ancora qui sopra un po?” rispose Fabo accarezzando il petto con il volto appoggiato tra la spalla e il braccio
Il padre annuì e rimasero in quella posizione finché Fabo si addormentò sotto le carezze del padre.

Continua…
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