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Prime Esperienze

Assunta da giovane neolaureata a troia dell'amministratore delegato


di padrone29
07.09.2021    |    4.386    |    0 9.4
"Ad un certo punto prese il mento di Assunta affinchè stesse ferma e ingoiasse tutta la sua sborra..."
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Assunta è una bella ragazza della provincia napoletana con il tipico fisico delle belle ragazze del sud: alta 1,65, mora, capelli lunghi lisci, occhi marroni, una terza misura di mammelle, una seconda taglia come mutandine, ma il suo punto forte è soprattutto il culo.

È fidanzata da sempre con un compagno di classe delle medie di cui è profondamente innamorata, anche se non ha il suo stesso livello intellettuale e culturale e a detta di molti non è l’uomo adatto a una ragazza con le sue potenzialità.

Appena laureata Assunta fece uno stage a Londra presso una nota multinazionale delle telecomunicazioni e qui capisce che lavorare nel luogo dove è nata e dove a breve dovrà ritornare non fa per lei.

Tornata in Italia decide di mandare svariati curriculum ad altrettante aziende che avevano profili che in lei suscitavano interesse. Furono quattro o cinque quelle che le proposero un colloquio. Decise di partecipare a tutti, perché ogni possibilità doveva essere esplorata.

Più tardi si sarebbe resa conto che il primo colloquio sarebbe diventato in futuro il più importante, anche se all’epoca pensava di avere incontrato solo un grande porco.

Assunta infatti rifiutò quel posto di lavoro per la sua riluttanza a offrire una certa disponibilità al suo potenziale datore di lavoro. Il colloquio iniziò con domande molto professionali, mentre l’uomo le guardava le tette e la faceva alzare in continuazione con delle scuse banali per guardarle meglio sia le tette che il culo. Indossava un vestito a mezza coscia, ma molto aderente.

A un certo punto l’uomo si indirizzò verso una lavagnetta dove scrisse un problema finanziario che Assunta avrebbe dovuto risolvere. Questo era estremamente complesso e non sapeva che pesci pigliare finché l’uomo le chiese se il problema era troppo complicato per lei e nel dirlo le mise le mani sulle spalle scendendo fino alle braccia scoperte dicendole con un mezzo sorrisetto che avrebbe potuto aiutarla, se avesse voluto.

Faceva complimenti sul fisico di Assunta chiedendole se andasse in palestra, se era fidanzata, se il fidanzato era alla sua altezza. Poi provò senza insistere a muovere verso il basso la cerniera del vestitino e lo sentì appoggiare il cazzo al suo corpo. A questo punto Assunta si scostò e lui le disse che le avrebbe fatto sapere se il colloquio era andato positivamente.

Effettivamente qualche giorno dopo Assunta ricevette una mail da parte di questa azienda, ma preferì andare a lavorare per un’altra azienda che almeno aveva la caratteristica di non avere u titolare che cercava di metterle le mani adosso.

Assunta si trasferì quindi a Milano, seguita dopo poco tempo anche dal fidanzato che riuscì anche lui a trovare un lavoro a Milano anche se quello molto più umile di impiegato amministrativo presso una società di trasporti.

Dopo un po’ di tempo in cui l’esperienza maturata le diede la convinzione di essere piuttosto forte nel suo campo decise di aprire la partita iva come consulente finanziaria aziendale ed esperta di pubbliche relazioni.

Dopo due anni, i settori in cui Assunta aveva le sue consulenze andarono in crisi e non riusciva a trovare lavoro. L’unica soluzione era l’azienda del porco con cui aveva fatto il primo colloquio che nel frattempo era cresciuta e con diverse possibilità nel suo ambito.

Assunta decise quindi di mettere da parte il suo orgoglio, la sua dignità, il suo amor proprio e di scrivere a quell’uomo che aveva tanto detestato.

Fu molto gentile con lui, gli chiese se fosse interessato nuovamente i a valutare il suo profilo dicendogli che questa volta sarebbe stata più gentile e meno scontrosa avendo acquisito parecchia esperienza.

Lui le diede appuntamento per un colloquio dicendole di mettere lo stesso vestito dell’altra volta e poi le disse di mettere lo smalto fucsia sarebbe stato il segnale della sua disponibilità.

Assunta si presentò puntuale con quel vestito e lo smalto fucsia.

Aperta la porta vide che l’ufficio non era cambiato, lui le fece il sorriso del leone che sta per agguantare la preda.

Non la fece sedere e dovette rimanere in piedi. Assunta era rossa dalla vergogna, si vergognava tremendamente.

Lui le chiese informazioni sui motivi per i quali dopo tutto questo tempo avesse voluto tornare da lui. Lei rispose che si trovava in una situazione critica, non sapeva come uscirne fuori e dato che anche il suo compagno era venuto su sarebbe stata una umiliazione troppo grande tornare giù.. Lui disse che avrebbe visto se questo fosse stato possibile, intanto la indirizzò verso la lavagnetta dell’altra volta dicendole che voleva vedere se questa volta fosse stata in grado di risolvere il problema.

Assunta finse di non essere in grado e l’uomo si avvicinò chiedendole se voleva aiuto, lei rispose di si dicendogli che oggi era confusa.

Si avvicinò e le disse che senza la soluzione a quel problema non avrebbero potuto collaborare. Mentre lo diceva sentì le mani sulla cerniera del vestito che scendeva, Assunta era rossa in volto, ma lo lasciava fare.

Lui disse che adesso avrebbe cercato di darle una mano. Mentre lo diceva continuava a scendere con la cerniera fino a quando tolse il vestito ad Assunta e le disse che aveva proprio due belle mutandine brasiliane di colore rosa.

Poi mise le mani sulle sue tette e le diede un grosso indizio per risolvere il problema, con Assunta che cominciò a scrivere la soluzione. Lui sorridendo le disse che finalmente aveva capitò il concetto di disponibilità.

Le mise le mani sul culo e alla fine disse che era quasi sufficiente per passare il colloquio, ma adesso doveva inginocchiarsi.

Assunta era un po’ indecisa sul da farsi, finché l’uomo le chiese se stesse pensando al suo fidanzato e le fece notare che non doveva certamente sapere quello che faceva per la carriera, poi le disse che sapeva quello che doveva fare.

Assunta si avvicinò con la bocca al cazzo dell’uomo, mentre lui le diceva che la voleva devota, che la voleva schiava, che era fatta per questo lavoro e poi incominciò ad insultarla. Ad un certo punto prese il mento di Assunta affinchè stesse ferma e ingoiasse tutta la sua sborra.

L’uomo le disse che era una cagna, che era una troia, una troia per la carriera. Assunta profondamente umiliate non ebbe il coraggio di controbattere a queste affermazioni che la ferivano profondamente, ma che sapeva corrispondessero a verità.

Le impose di non pulirsi e che doveva rispondere alle sue domande e le chiese se era disponibile a diventare la sua cagna. Assunta rispose di si con l’uomo che disse che non si sarebbe accontentato della sua bocca, ma voleva anche la sua figa e il suo culo che avrebbero dovuto essere sempre a sua disposizione per lui, per i suoi amici e per i clienti.

La lasciò andare ordinandole di non pulirsi la bocca dalla sua sborra, andare fuori dall’ufficio in quelle condizioni e tornare il giorno dopo.

Uscendo da quell’ufficio Assunta vide tutto il film della sua vita e del come dalla brava ragazza che era si era trasformata in una troia, in una troia per la carriera, ma in fondo la differenza con una banale prostituta stradale era inesistente, se non nell’utilità guadagnata.

Il giorno seguente sarebbe avvenuta la seconda seduta del colloquio. Assunta si presentò sempre con un vestitino, ma diverso da quello de giorno prima sempre aderente, ma di maglina in modo che il porco potesse alzarlo facilmente.

Quando lui aprì la porta la salutò subiti dicendo:” Mi fa piacere che tu abbia deciso di partecipare al secondo colloquio per la firma della collaborazione.”

Assunta rispose solo dicendo:” grazie a lei Signore per l’occasione.”

Lui rise come un maiale e le chiese:” cosa hai pensato ieri sera quando sei uscita?”

Assunta divenne rossa in viso, avrebbe voluto dire quello che provava veramente, ma disse:” grazie a Lei signore, per l’occasione che mi sta dando.”

L’uomo rispose:” ora vedrai che ci penserò io a cavalcare l’occasione, mi fa molto piacere che il mio sperma sul tuo viso e nella tua gola siano stati per te una grande opportunità, dimostri solo di essere quella cagna che avevo sempre pensato tu fossi, adesso c’è dell’altro credo che tu lo sappia vero”

Evidentemente l’uomo aveva colto della malizia nelle parole di Assunta, una malizia che non esisteva minimamente nelle intenzioni di Assunta.

Assunta però preferì non replicare e annuì.

Lui la portò verso la sua scrivania dove c’era una lettera e disse:” leggila piegandoti e restando in piedi e dimmi se va bene.”

Assunta sentì l’uomo dietro di lei, mettere le mani sul sedere e sollevarle il vestito.

Ogni dieci secondi, mentre le dava delle forti sculacciate l’uomo diceva:” e allora questa collaborazione?”

Assunta leggeva ed effettivamente le sembrava un’ottima proposta di collaborazione, ma visto che non rispondeva, l’uomo si tolse la cintura dai pantaloni e iniziò a frustare il sedere di Assunta finché questa disse:” mi sembra una buona proposta.”

Lui indossò il preservativo e mentre le abbassava il perizoma disse:” la penna per firmare l’avrai dopo, ora ti scoperò a pecora, hai capito?”

Assunta rispose:” si, mio signore.”. Ormai era diventata la schiava di quell’uomo, per riuscire a collaborare con lui avrebbe fatto qualsiasi cosa, la brava ragazza che era sempre stata ormai era solo un pallido ricordo, in più era tremendamente eccitata come non era mai stata, segno la sua natura era quella della schiava e della sottomessa.

L’uomo se ne accorse e disse:” sei eccitata troia. Sei bagnata come una vacca, vuoi il mio cazzo vero? È più grosso del pistolino del tuo fidanzato, vero troia?”

Assunta non rispose, ma sentì il cazzo entrare nella figa, la teneva per i capelli e per i fianchi, arrivò all’orgasmo prima di lui, segno che era una schiava e una sottomessa fino al midollo e godeva ad essere trattata in quel modo, anche se fino ad ora non lo aveva mai capito.

Lui capì tutto questo e disse:” stai godendo vero troia, guarda quella che faceva la santarellina che vacca è.”

Poco dopo venne anche lui.

Le ordinò di mettersi a novanta, prese un grosso frustino e diede quasi un centinaio di frustate sul culo di Assunta dicendo:” questo è per il tuo orgasmo avuto senza il mio permesso e per come mi hai trattato due anni fa.”

Poi le ha passato la penna, mentre firmava iniziò a baciarle la figa e a morderle il sederino.

Le disse:” hai goduto vero?”

Assunta disse:” si, ho goduto.”

Una volta vestita, le strusciò il preservativo sporco di sperma sul vestito sporcandolo tutto e disse:” vieni lunedì prossimo con questa vestito macchiato tutti devono vedere che sei solo una cagna e porta del lubrificante, credo tu sappia a cosa serva.”

Assunta era piuttosto preoccupata avendo poca esperienza di rapporti anali, ma l’uomo disse:” devi imparare a essere la mia troia , la mia vacca, oltre che segretaria e collaboratrice, le tue paure non mi interessano.”

Il giorno dopo arrivò un pacco a cassa di Assunta, all’interno conteneva un miniabito in tessuto gessato nero e bianco. Spalline regolabili, due reggicalze nella parte anteriore e profonda scollatura. Era la divisa che il suo nuovo capo desiderava che indossasse in ufficio. L’assenza di biancheria intima fece pensare ad Assunta che sarebbe stata libera di indossare quella che reputava più adatta alle sue esigenze.

La giornata lavorativa è corsa via normale, a parte l’abbigliamento di Assunta che era l’unica a essere vestita in modo così sexy in quell’ufficio, cosa che attrasse le conversazioni delle colleghe e dei colleghi con frasi del tipo “Hanno assunto una troia.”, “questa deve essere la cagna del capo” e altre frasi di questo tenore.

Verso le sei la gente iniziò a uscire, ma Assunta si guardò bene dal farlo, sapeva bene che doveva aspettare lui, anche se per come era andata quella giornata in quel modo così tranquillo sperava non sarebbe successo.

A un certo punto sente urlare il suo nome “ da me”.

Assunta entra nell’ufficio.

L’uomo dice “due anni fa eri molto arrogante, nei due ultimi colloqui, invece mi hai mostrato che sei migliorata, infatti ora hai firmato due importanti collaborazioni, sei contenta?.”

“Si, sono molto contenta. Sono molto contenta che lei mi stia apprezzando e mi stia dando questa possibilità” disse Assunta.

“Avvicinati” disse l’uomo.

La guardo bene e la palpeggiò bene per vedere se aveva indossato quello che le aveva mandato e fu subito molto insoddisfatto.

“Vedo che hai indossato un perizoma e un reggiseno rosso, nel pacco che ti avevo mandato non c’erano!” disse l’uomo

“Credevo che il fatto che non c’erano significasse che potevo scegliere io cosa mettere sotto” disse Assunta

“Quando ti mando un pacco indicandoti di vestirti con il contenuto, non devi pensare, devi indossare solo quello, sarai punita per questo affronto.” Disse l’uomo

“Ho capito, non si ripeterà.” Affermò Assunta sensibilmente imbarazzata.

“Non avevi qualcosa da darmi?” disse l’uomo

Assunta diventa rossa, apre la borsetta, prende il lubrificante e senza guardare l’uomo in faccia dice” Ecco a lei Signore.”

L’uomo le tira giù il vestito davanti e le mette delle pinze per capezzoli che provocano delle sensazioni nuove e uniche in Assunta, anche se penetrano nella pelle e le fanno molto male. L’uomo dice “queste sono per aver utilizzato il reggiseno senza il mio permesso, potrai toglierle solo alla fine.”

Poi l’uomo dice :” sistemati sulla scrivania di fronte, la schiena inarcata e le mani allungate.”

L’uomo la raggiunse, le abbassò leggermente il perizoma e le frustò il sederino, con una stecca di bambù di quelle che si usano per tenere su i pomodori. Il dolore per Assunta fu tremendo, questi colpi sembravano non finire mai, anche perché l’uomo colpiva sempre gli stessi punti per intensificare il dolore inferto ad Assunta.

“Questo è stato per avere utilizzato il perizoma, senza il mio permesso.”

Assunta piangendo e in preda al dolore causato dai colpi disse.” Non si ripeterà, mai più glielo giuro.”

Poi lentamente l’uomo le tirò giù completamente il perizoma. “Ora finalmente si chiude il cerchio, col mio cazzo nel tuo bel culo, questa volta userò il lubrificante, ma la prossima volta che mi farai l’affronto di non eseguire scrupolosamente i miei ordini, ti inculerò a secco.”

“Certo signore” disse Assunta

Assunta sente la punta entrare, poi sente il cazzo entrare costantemente anche se piano. A un certo punto sente dolore e dice “Ahhhhh!”, ma senza urlare. Poi sente che il cazzo entra all’interno sempre più all’interno, entra e fuoriesce con colpi secchi per farglielo sentire di più.

Assunta si concentra sull’azione dell’uomo e sul dolore che sente, non udendo le sue parole. L’uomo dice:” ti sto aprendo il culo troia.”, poi sente delle pulsazioni l’uomo sta venendo.

Anche questa volta si asciuga la sborra sul suo vestito, oltre che sul suo viso obbligandola ad uscire in strada con un liquido biancastro visibile chiaramente sulla sua faccia, umiliandola ulteriormente e solo adesso prima di farla uscire, l’uomo le tolse le pinze dai capezzoli.

Si sentiva proprio la troia dell’amministratore delegato.

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