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Prime Esperienze

Diario di Orietta 1


di forrestsherman
24.11.2019    |    16.190    |    1 8.5
"In quel momento culminò eccitazione, desiderio, la voglia di essere amata, mi lasciai cadere le mutandine e con le mie mani mi accarezzavo e sentivo..."
Una storia di donna

Io sono una brava ragazza, castana, magra, con poco seno. Pancia piatta, un sedere sexy, sempre allenata con la danza e la ginnastica. Il mio nome vero è Orietta Angelica, ma sono conosciuta come un nome d'arte copiato dalla sorella di mia mamma, zia, Ebbie, ho 26 anni, guadagno abbastanza, e arrotondo con la pubblicità e faccio due giorni di servizi ai maschi della città. 

La mia famiglia era benestante, mio papà era un impresario teatrale, e la mamma era stata ballerina di fila e lui l’aveva amata e fatta emergere prima come figurante e poi a poco a poco, facendola studiare un po’ di dizione, l’aveva fatta diventare attrice comprimaria nelle fiction di una rete non molto top. Ammiravo la mamma anche se mi trascurava spesso, 
Ma la mia ammirazione andava alla Zia Ebbie. Anche lei era attrice ed era specializzata nella parte di cameriera, diceva che faceva la cameriera in Francia, da grande poi vidi alcuni dei suoi film. 

Poi so che ci fu un storia torbida, mi raccontarono che lei aveva avuto un rapporto con un altro impresario, che si inserì tra i due e che aveva fatto scritturare la zia Ebbie per dei film che il papà diceva che erano “schifezze” e così litigarono, lei se ne andò, e divenne forse non quella attrice famosa che avrebbe desiderato essere, ma comunque famosa. 
Era spesso all’estero per girare quei film mi pare Jacques Porcel production, una specie di Pinto Trass francese.

Io vivevo in famiglia e quando la mamma e il papà erano in tournèe, venivo affidata ad una amica sua Ely, Eleonora, un gran bella donna bruna, che era sposata ma non sempre stava con suo marito che era un viaggiatore di commercio. 
Lei aveva un boutique di vestiti in corso Vercelli, dove poi seppi delle chiacchiere , si diceva che lei faceva venire gli uomini nel camerino e li deliziava. Loro avevano un monolocale in via Lopez de Vega, vicino ad un fiumiciattolo puzzolente, in una ex fabbrica e mi faceva dormire dietro un paravento. Io andavo a scuola in viale Liguria e la casa dei cugini era l’ideale, e poi andavo a danza sui navigli, vestita col tutù, sotto il cappottino. Durante una permanenza dalla cugina, ebbi un’esperienza che mi shoccò e che mi influenzò nelle mie scelte di vita. 

In realtà avevo passato più tempo con lei che con la mamma ed era quella che da piccola mi aveva cresciuta .Qualche volta alla sera mi aveva dato un cucchiaino con del liquido bianco, ma aveva detto “ abituati a questo sapore...ti servirà !” mi aveva fatto assaggiare col cucchiaino la canna.. le prime volte mi vanne da vomitare ma poi mi abituai..come faceva…non glielo chiesi, ma mi insospettii. Una mattina molto presto, quando mi svegliai per un caso e mi sembrava di sentire dei rumorini strani: tesi l'orecchio e sentii come dei cigolii ritmici accompagnati da leggeri mugolii. Incuriosita mi misi ad ascoltare. Sentii delle risatine soffocate e di nuovo sospiri. Mi avvicinai al paravento dietro il quale dormivo e occhieggiai attraverso la fessura. Nella stanza c'era un leggero chiarore dovuto alla luce esterna che filtrava attraverso la finestra senza imposte. Mi incuriosii per lo spettacolo che mi si offriva: Ely e un uomo erano sul letto, nudi.

L’uomo, lo riconobbi, era l’amico di papà e il nuovo impresario della zia, che veniva speso in casa quando non c’era suo marito, e per il quale l'amica della mamma dava molto da fare, lo serviva in ogni cosa che lui chiedeva, gli faceva da mangiare cose buone che normalmente non faceva. Io rimasi a guardare, fino a quando poi vidi nella penombra che era come se lui facesse la pasta come fanno gatti ma con il corpo, vedevo il sedere che andava su e giù, prima lentamente poi sempre più veloce e frequente, e grugniva come un animale, mentre lei miagolava e gemeva come un animale ferito, io ero coinvolta... sentivo che perdevo un umore dalla figa, come mi capitava solo quando mi toccavo con le dita. Stavo godendo, senza toccarmi, stavo avendo il mio primo orgasmo.

Sentii nascere un senso di invidia per quella donna prima pensai che le facessi male, ma poi capii che riusciva a godere così, con un uomo sopra, con le gambe larghe, per me era una rivelazione a quell’età….Non sapevo bene come si faceva, avevo solo letto libretti che parlavano d’amore, di baci e mettevano i puntini al momento dell’amplesso…mentre la vista dei due corpi accaldati e frementi mi eccitò come non mi era mai capitato, sentii il bisogno di sfogarmi, per la prima volta sentivo aprirsi sotto di me la mia natura. In quel momento culminò eccitazione, desiderio, la voglia di essere amata, mi lasciai cadere le mutandine e con le mie mani mi accarezzavo e sentivo crescere sensazioni sia dal seno che dalle labbra… e la cosa durò per dieci minuti, poi vidi che lui si tirava su, si inginocchiava e le spruzzava la faccia un liquido denso, che non era pipì, e lei se lo spalmava sui seni…come una crema di bellezza… disse, “aspetta, ne prendo un po' per Angelica, e vidi che lo tirava su con un cucchiano che poi metteva nel frigo. E loro sorridevano mente lui disse “ brava ! così si allevano le troie...!”

Poi lui si alzò e le tirò una mazzetta di banconote grossa, dicendo “sei un vera troia, grazie di esistere, se fai carriera diventi come Ebbie , che in Francia ne gira uno al mese, certo ha sfondato”… “poverina…certo… anche se si fa sfondare…” “hai visto l’ultimo? bellissimo..con quattro uomini…inizia che fa la cameriera, va sotto il tavolo…fa pompini a tutti, poi la scopano..davanti, dietro, in bocca..bellissimo!” 

Io pensai alla zia che non tornò più, chissà dov’era. Sapevo solo che stava nel nord europa e che Ebbie era il suo nome d'arte . Pensavo al luccicante mondo del cinema…chissà se l’avrei vista sullo schermo. ..e, con quell’esempio, iniziai a capire che la figa che avevamo tra le gambe era un dono di Dio che rendeva soldi e che dovevamo sfruttarlo bene per ridurre la fatica della vita.

Ero un ragazzina abbastanza studiosa, timida, morigerata, ma ero su una brutta strada, sarei diventata che so, insegnante, cassiera di supermercato, cameriera, o una fioraia…la sorte mi ha guidato a questo lavoro dove impiego la mia bellezza e per ancora un decina d’anni potrò accumulare un gruzzoletto, poi magari farò la cassiera. La vita comunque proseguiva, mamma e papà erano spesso via e i soldi che mi davano finivano presto...

In quegli anni partì la cosa dei telefonini era il 2005 o 6, e fui una delle prime farmi il selfshot, che ora si dice selfy…con i piccoli Nokia .

Inizialmente mi facevo foto vestita e le mandavo alle amiche per commentare gli acquisti e confrontare le magliette e i jeans, e poi avvenne che qualche amica le girasse a qualche maschio e iniziarono a circolare foto del mio sedere con i jeans stretti e delle mie magliette. Qualche compagno faceva apprezzamenti e diceva “ fattene qualche senza maglietta e senza jeans” e io pensai che poteva essere un piccolo business innocente. A Giulio, che mi stava un po’ dietro, chiesi, “ ma tu mi faresti una ricarica di 5 euro se ti mando un foto mia un po’ sexy?” e lui disse “ certo ! io dissi prova che provo anch’io…

Dopo qualche giorno mi arrivò una ricarica di 5 euro e capii che era Giulio, mi misi in bagno, mi tirai giù una spallina della maglietta in modo che si vedesse sotto un capezzolo e si intravedessero le mie tettine allo specchio, avevo le mutandine rosa e scattai alcune foto, e quella che mi sembrò la più bella gliela mandai con un mms. Dopo un po’ mi arrivò un sms da Giulio con scritto grazie ! a cosa devo? Io gli risposi ma non mi hai pagato la ricarica? E lui disse no! Io no! E allora chi era? Il giorno dopo tutti i ragazzi della scuola avevano la mia fotina sul telefonino e entrai tra scherzi maliziosi e sorrisetti.

Insomma Giulio l’aveva detto in giro e un gruppetto si era consorziato e mi avevano pagato la ricarica, e poi avevano costretto Giulio a dargli il mio scatto! Ma intanto avevano valorizzato la mia figura e io feci sapere in giro che se mi arrivava una ricarica e un sms di richiesta, io avrei mandato a quel numero una foto sexy. La seconda fu di me di schiena con solo gli slip un po’ abbassati che si vedeva parte del sedere, oppure le tirai giù da una parte come avevo visto in qualche spot di robe intime, e poi una con la minigonna un po’ sollevata fino a vedere gli slip, poi una con reggiseno e mutandine, le richieste aumentavano, e le ricariche erano arrivate a 35-40 euro al mese…non male..

Un amico che sapeva di internet mi consigliò di passare a farmi un conto su PayPal in modo che gli amici potessero pagarmi con maggiore facilità..e a lui che mi aiutò regalai una foto del mia pube con le mutandine. Non so cosa facessero delle mie fotine, ma penso che le usassero per masturbarsi, e vedendomi in carne e ossa potessero accendere le loro fantasie. Fu un escalation rapida, volevano sempre di più, io guardavo le clip su Youtube, quelle con scritto sexy e cercavo di copiarle, con pose strane, discinta, seduta a gambe larghe, stesa a letto, con camicette corte, con jeans strappati poprio lì, con minigonne che lasciavano vedere sotto, e poi passai alle clip. Molto difficili da fare, ma c’era anche l’audio e potevo fare dei versetti che penso piacessero. Fingevo di toccarmi sopra la gonna e ansimare un po’. Fino ad allora non avevo mai fatto vedere nulla di nudo.
Mi arrivavano sempre più richieste anche con parolacce, facci vedere le tette, dai, se non non ti paghiamo, e avendo esaurito la fantasia delle pose da fare, alla fine trovai comodo fare le foto con le tette nude. Io ero bellina anche se acerba in quegli anni, ero sviluppata, avevo un seno discreto, molto pelo sul pube. Facevamo delle festine, ballavamo tra noi ragazzini, e qualche volta ci toccavamo tra noi, non perdevamo occasione per baciarci anche tra femmine e io, che sapevo già che bello che era l’amore, mi fingevo evoluta e cercavo di insegnare a loro quello che sapevo.

I compagni di scuola erano ragazzotti brufolosi e spesso puzzolenti, che da poco avevano cominciato a fare delle goccine quando si masturbavano. Ma in realtà noi ragazze non avevamo contatti coi maschi, a me la prima esperienza accadde una volta la mare, dove per 15 giorni la zia mi faceva andare da un sua amica. Una sera , che stavamo giocando a nascondino, io e una amichetto, Carlo, ci nascondemmo sotto un gommoncino che stava sotto le palafitte delle cabine lui me lo mise tra le gambe e io lo toccai per un po' finchè gli uscì uno spruzzo denso come di silicone, e non so mi eccitai tantissimo, mi venne da fare la pipì e fu la prima volta che sentii quel calore tra le gambe…e volevo usarlo.

Raccontai spesso questa storia alle amiche e ci eccitammo fino a farci dei ditalini insieme, anche nelle docce della ginnastica. Proprio lì nelle docce, un giorno mi sentivo un po’ eccitata, sarà stato il periodo, e al pomeriggio dopo la ginnastica, ci avevano fatto giocare a palla a volo, ero un po’ sudata , attraversai il corridoio, aprii la porta del bagno, accesi la luce, feci per chiudere la porta, quando all'ultimo momento un piede si frappose fra la porta e il battente. Era Valeria aprì, mi guardò negli occhi e mi chiese: - Posso vedere?- Io rimasi un po' sbigottita, al ché lei, giustificandosi: - E' solo una mia curiosità, non preoccuparti, non ti tocco mica... me ne sto seduta lì buona buona.- e così dicendo entrò ed andò sedersi sul bidet. - Shhhh-, la interruppi, -hai detto che te ne stavi buona buona...- - Si, scusami, hai ragione, non parlo più.- Iniziai il movimento con la mano. Una sensazione strana, non era la prima volta che mi masturbavo ma ora avevo davanti una femmina e questo pensiero mi disturbava, ma pensai che infondo era solo curiosità, non c'era dell'altro, non era di certo una cosa brutta. E allora cominciai a chiudere gli occhi e a gemere. Mi accorsi che anche lei si mordeva un po' il labbro... si stava eccitando anche lei.

Le diedi un'opportunità:- Se vuoi, puoi toccarti anche tu... - Ma come?!? Qui davanti a te?!? -- Beh, dopotutto anche io lo sto facendo davanti a te.-- Hai ragione.- e così dicendo si sbottonò anche lei i pantaloni, si infilò una mano nelle mutandine, e l'altra nel reggiseno. I nostri gemiti cominciarono a sovrapporsi. I suoi iniziarono a diventare più intensi finché mi comunicò, con un filo di voce: - Vengooooo...- La vidi serrare occhi e labbra e rannicchiarsi su se stessa. Decisi di venire anch'io. Intensificai il movimento e quando sentii salire quella sensazione di bruciore che poi seppi chiamarsi orgasmo, mi scaricai ben bene.
Sentivo degli schizzi di pipì che bagnarono il coperchio del water e anche un po' di muro. Insomma, ripulire tutto fu un'impresa non semplicissima, alla quale mi aiutò anche Valeria sorridendo. Poi mi diede un bacio sulla guancia e mi disse:- Grazie, era una cosa che mi mancava. A cuore più tranquillo, il discorso si soffermò a giustificare l'episodio del giorno prima. Il concetto era che non era successo niente di male, infondo si era trattato semplicemente di soddisfare una curiosità, e che soprattutto nessuno dei dua aveva toccato l'altro... anzi... io non l'avevo neanche vista! Quindi tutto ok, perché no, cosa c'è di male, i desideri vanno soddisfatti, quando non arrecano danni ad altri. Lo si può fare come e quando si vuole, e quante volte si vuole, anzi, sai che c'è? Lo facciamo ancora! Ma certo, andiamo! E così ci ritrovammo ancora in bagno a masturbarci uno difronte all'altra. Lei però questa volta, sentendosi più a suo agio, più disinibita, si scoprì interamente la figa, mostrandomi il movimento in tutta la sua freschezza. Io e Valeria formavamo un duo affiatato, iniziammo a farci dei selfy con un po' di tette nude e con le bocche vicine.

Le nostre carriere stavano cominciando insieme.

La notorietà per le mie immagini e i piccoli intermezzi con le compagne avevano facilitato la mia popolarità, tanto che tutti mi conoscevano. Certo che lo studio e il rendimento erano andati di mezzo e avevo perso una nno per bocciatura in terza liceo due . Ero ancora a scuola a 19 anni, avendo perso due anni per scarso rendimento, e capitò che uno dei miei clienti delle fotine, Roberto, era stato a guardare di nascosto e lo scoprii che si faceva una sega .Incuriosita gli andai vicino e lo aiutai menandoglielo dolcemente e slinguandolo e poi glielo presi in bocca succhiando il suo salato pasticcetto.
Lui fu felice e andò in giro a parlarne. E così dopo questa esperienza col Robertino, diversi altri compagni mi chiesero di fare lo stesso, e dopo la ginnastica aspettavo un po’ nelle docce e se veniva qualcuno, ed ero diventata brava e rapida, il ragazzo bastava un slinguata, gli facevo toccare da fuori la fighetta e glielo tiravo fuori dai pantaloni e lui veniva subito. Comunque, le primissime esperienze sessuali con coetanei compagni di scuola non contano ovviamente: deludenti, brevi e da dimenticare, ma comunque lui andò in giro a parlarne.

Ma proprio con Valeria, nell'autobus che ci portava ad una gita di classe; nella notte del ritorno dormivamo abbracciate per il freddo, lei era di due classi più avanti… durante quella mezzora persi la verginità, che allora era considerata , nel mio ambiente sociale, una cosa importate per una ragazza.

Dormivamo vicine sul sedile a divanetto in fondo al pullman, tutti dormivano, studenti e professori..tranne l’autista..mentre dormivo, sentii le sue mani accarezzarmi le gambe sopra i jeans, indugiare sul mio pube, spingere col palmo, io non capivo, mi prese una mano, sussurando disse “come sei bella”, io ero mezza addormentata…tutta sconvolta, coi capelli spettinati. Quell’approccio mi sconvolse, ero piena di dubbi, una donna, la figa bagnata, e avevo già avuto dita dentro ma di ragazzini che non sapevano maneggiarla con la delicatezza di una femmina..e la curiosità per quello che mi stava accadendo mi aveva eccitata, mi svegliai del tutto. Sentivo la figa aprirsi sotto le sue spinte ritmiche, lei prese la mano e la portò sotto la minigonna, mi fece toccare il collant, era strappato in mezzo alle gambe, raggiunsi il suo spacco umido, tra folti peli, non si usava ancora radersi lì…lei disse “mettimi due dita dentro, ti prego…” e io ubbidii, la accarezzavo come se fosse la mia, lei strinse le gambe imprigionando la mia mano, e l’altro braccio mi portò la mano mio dentro la camicetta sotto il reggiseno e la guidava ad accarezzare e palpare, poi bi baciò con la lingua e intanto non smetteva di premere sui miei jeans, io sentivo che sotto ero bagnata.
Mi sbottonai i jeans, lei tirò giù la zip e penetro sopra il bordi degli slip fino alla mia cosa pulsante e io a sentire l’aria fresca entrare nella mia intimità e la sua mano, senza smettere di ditalinare lei aprii le gambe e sentii le sue dita dentro, e venni subito, da ragazzina qual’ero , emettendo un gemito roco, ma cercando di trattenermi … lei aveva il respiro affannoso, mi baciava l’orecchio, infilava dentro la lingua, la cosa mi eccitava, e sussurrò: “ancora ..ancora ..ancora ti prego.., il grilletto.. passagli sopra il pollice” e si agitava allargando e chiudendo le cosce. I nostri sospiri pur frenati non tardarono a svegliare un compagno, Marco, che dormiva solo nel sedile davanti a noi e si girò e ci vide con tutte le braccia intrecciate, le gambe aperte, la mini di Valeria sollevata i miei jeans a mezza coscia e le mani indaffarate sulle vulve, si risveglio con uno sguardo assassino e si inginocchiò venendo come un penitente verso di noi. Valeria gli disse sussurando con quella sua voce roca “ no, non voglio…lo sai…” ma lui si avvicinò con la bocca alla sua figa e lei lo respinse con un mano sulla fronte, sussurrando “ noo noo grazie, non posso, sei un maschio, io non posso, ti prego, ti prego..” questo lo eccitò tantissimo e sussurrò “ allora è vero quel che dicono a scuola.. allora sei lesbica, ma che troia” …” ma invece tu?” indicando me , tu vuoi ..scoparmi?” Io fui colta alla sprovvista e balbettai “beh… non so…. io io…. No..mi piace..” e allora lui si girò nel piccolo spazio tra gli scalini di discesa del pullman e il divanetto, dove eravamo nascosti a tutti i compagni, comunque dormienti, mi sfilò i pantaloni togliendomi anche le scarpe e si avvicinò al mio ventre protetto solo dalle mutandine bagnate, slacciandosi la cintura ed estraendo il pisello sopra il bordi dei suoi slip e disse “ te lo do io”.. Io dissi debolmente “nooo..noo.. sono vergine..” ma ero tutta eccitata, le mie grandi labbra erano aperte e le piccole gonfie come non mi era mai capitato, il mio cervello non controllava la situazione…

Dissi “Lela..Lela..mi vuole scopare..sono vergine..aiuto..” ma Lea mi leccò ancora nell’orecchi e io sentii “ okkey.. se vuoi un cazzo è l’occasione…così la fai finita con questa palla della vergine.. dai che ti aiuto…” e mentre lui me lo infilò nella pancia scostando gli slip e vibrando due o tre colpi, che io accusai, allargandomi il più possibile e protendendo la figa, Lea mi baciava e dirigeva il pene di lui con la mano che comunque sfiorava la mia cosina .. e al quarto colpo sentii che il mio sottile sigillo si era rotto ma in compenso un caldo allagamento dentro mi fece venire un orgasmo uterino mentre lei mi baciava sulla bocca e lui mi succhiava una tetta.. …non potevo urlare sentivo lui che con la mano mi stringeva l’altra tetta e lei che mi accarezzava il clitoride sopra il fallo che mi stantuffava… e venni due, tre volte e lui, pur avendo eiaculato continuò rigido per un pò e poi mi abbracciò e scostando Valeria mi baciò con la lingua in bocca, mentre lei, che si era masturbata, sempre dentro l’orecchio mi sussurrò “brava ….ma io non sono venuta ...io ero sconvolta ma empre eccitata, pensavo a cosa mi era successo, e mi teneva la mano sulla sua vagina, mi sussurrò “ dai, fammi venire da donna!” io non era pratica , lei mi guidò a vibrare all’inizio della figa, sul bottoncino, e fece lo stesso con me, mi baciava e sussurrava “dia dai vieni…ti amo…” non capivo più niente, il mio bacino vibrava, a lei uscivano fiotti di succhi, ella fine ci prese insieme un orgasmo che dovemmo mantenere silenzioso. Dissi solo “ anch’io..ti amo..” -

Nessuno si era accorto di nulla, tutti dormivano, Marco si girò e si mise a sedere sul lato del panchetto dell’autobus e rivestitosi fece finta di dormire ma si masturbò ancora guardandoci mentre godevamo. Valeria mi diede cinque kleenex che infilai negli slip per frenare il sangue e lo sperma, poi mi rivestii coi jeans che comunque restarono inumiditi nel cavallo, poi lmi diede la mano e ci addormentammo per una mezz’ora finchè il pullman giunse in città, scendemmo ..non raccontammo mai a nessuno cos’era successo.


Un giorno un professore dell'altra classe entrò proprio quando stavo menadoglielo e mi fulminò con gli occhi. Dovetti smettere. Ma poi il professore mi chiamò. Disse lei signorina ha bisogno di lezioni, gliele darò gratis, venga da me giovedì alle 4 , così parlerò bene col na collega di matematica che mi ha detto che lei è un filo insicura. Io gli telefonai subito e presi l’appuntamento. Lo raggiunsi nella sua modesta dimora in una via periferica, un trilocale carino e ordinato, c’è anche il gatto Fry, chiamato da lui come un indice di borsa, un siamese carino.

Aveva un angolo studio, ci sedemmo vicini, sotto la finestra, il gatto stava sul calorifero spento. Iniziammo a tracciare un programma che prevedeva un ripasso delle equazioni differenziali, i limiti, derivate ed integrali, equazioni a più incognite, eccetera (che palle!). Essendo quasi estate era caldo, io dissi “ho sete, posso avere un bicchiere d’acqua?” lui disse certo Angelica, ( il mio nome! Non l’aveva mai detto mi chiamava per cognome) “ma se preferisci ho della limonata”, Io dissi, “si grazie mi piace.” Lui andò in cucina e ritornò con due bicchieri di limonata FantaLemon, io ne bevvi un lungo sorso e poi l’appoggiai sul bordo del tavolo, apposta. Dopo qualche minuto mi slanciai per afferrare un libro che avevo messo un po’ lontano , che volevo mostragli per decidere quanti e quali esercizi mi consigliasse.

Ovviamente ritraendo la mano urtai il bicchiere versandomi la mezza limonata restante su un seno coperto dalla maglietta beige e sui pantaloncini hot di jeans, tutti sfilacciati. Lui si agitò disse “oh mamma mia, aspetta che prendo un asciugamano!” Tornò dal bagno con una spugna e me al diede, io asciugai un po’ la maglietta e la passai sugli hot pants.. con fare lento, poi dissi “o, guarda la maglietta è tutta bagnata, non ne ha una da imprestarmi?” mostrando il seno gonfio sotto la sottile stoffa dove si intravedeva un sottile reggiseno che non permetteva di nascondere il capezzolo, dalla parte bagnata. Lui disse “si ora vedo, sennò poi resti infreddolita appiccicosa!” “Ma come facciamo per il – ehm- sotto? “ guardando direttamente la mia zona pubica evidenziata dalla stoffa jeans un po’ bagnata. Questo mi diede la sponda per la mia frase fatale! “non si preoccupi, si asciugano subito col calore del corpo, sono sottili e poi, sa, sotto io non porto gli slip”. Lui fu come colpito da un fulmine, cercò di mantenere la calma, ma senza troppo, impegno, disse, vieni, mi condusse nella sua camera d aletto, io pensai “orpo! Che deciso!”, invece no, mi ero sbagliata, cercava ancora di mantenere un contegno logico, nonostante io gli vedessi una mezza erezione sotto i pantaloni leggeri.

Aprì un cassetto e tirò fuori una camicia bianca leggera, dicendo prova questa, mi è un po’ stretta, ti andrà bene, il bagno è lì, indicando con la mano. Io dissi “grazie” , la presi e andai nel bagno, lasciando tuttavia aperta la porta, lui si era seduto sul letto, vedevo che lui poteva vedermi dallo spiraglio. Mi tolsi la maglietta e il reggiseno ed armeggiai un po’ muovendomi per fare in modo che lui vedesse bene le mie tette, poi tirai giù la zip degli hot jeans, li tirai giù e mi sedetti sul water a fare la pipì, fingendo di non sapere che mi stava guardando, e così constatò la veridicità della mia frase “..senza slip”. Mi asciugai con calma la figa sempre senza guardare verso la porta e mi allacciai la camicia a nodo, tirai su i pants e uscii di fretta verso lao studio, senza guardare verso la camera da letto dove lui era seduto sul letto penso in uno stato di agitazione mascolina notevole. Mi sedetti e chiamai “professore?” , lui disse, vengo subito, un attimo, sentii chiudersi la porta del bagno, ricordai che avevo lasciato nel lavandino la maglietta ed il reggiseno limonati, pensai che lui quanto meno li vedesse, li toccasse, li odorasse, e poi si masturbasse, fatto questo che avrebbe allungato il suo tempo amatorio che io pregustavo. Infatti quando tornò era un po’ arrossato in viso e non si notava più il pisello in tiro. Disse “ allora ok, vediamo gli integrali, e iniziò a leggere ma senza capire quello che faceva, io dissi “ che noia!, per questo io non riesco a studiare, mi addormento” appoggiai la testa sul quaderno ,e nel farlo le tette pendevano verso il basso e si vedevano, libere dalle pieghe della camicia allacciata lenta a nodo. Il professore, disse “ dai, non fare così, vedrai che poi ti piacerà! “ e nel dire questo iniziò ad accarezzarmi i miei capelli biondi, e siccome io non davo segno di non volerlo scendeva lentamente sulla schiena, fin giù sul sedere esposto in quanto io ero semisdraiata con la testa sul tavolo. Gli hot lasciavano un buona pare del sederino scoperto e li la mano del prof si insinuo prima sopra e poi dentro , infilandosi tra le chiappe , e io con la mano stavo sbottonando il davanti dei miei pants in modo che dietro si allargassero e la mano potesse procedere. Io facilitavo la manovra, facendo leva sulle cosce e la testa sul tavolo, alleggerendo la parte della sedia, sicchè la sua mano arrivo prima al buchetto e poi in avanti sotto iniziò a incontrare l’umidore delle grandi labbra, e ancora avanti mentre per forza lui mi stava abbracciando, e io con la testa appoggiata vedevo perfettamente la zona dei suoi pantaloni di nuovo in tiro.

Feci un leggero sospiro aspirato, e sentii l’altra sua mano entrare dal davanti dalla patta ormai aperta e congiungersi con l’altra, e le due dita medie entrarono insieme nella mia vagina, molte acquosa e iniziarono una danza che mi iniziò fare montare un primo orgasmo. Lui mi sosteneva sotto il culetto e io mossi le reni adagio per aiutare le carezze, e siccome lo percepivo spaventato lo poi rassicurai con i miei gridolini da fanciulla. - Mhhhh sii..professore siii siiiiiiiiii ! ! !. Mentre spesso scopando avevo provato nulla più di una forte eccitazione, ora il piacere saliva nel mio corpo partendo dalla vagina e diffondendosi in tutto me stessa.  Alzai la testa dal tavolo e allacciai le dita dietro la sua nuca , lo attirai e lo baciai con la lingua . Lui aveva disteso le braccia e mi stringeva il seno, fissandomi con una smorfia di desiderio, io mi girai e mi sedetti sul tavolo, facendo scendere gli hot pants di jeans ormai slacciati, lui non perdette tempo e strappandosi i bottoni della patta estrasse il coso enorme, e io pensai “ah ecco cos’ha fatto in bagno! Si è tolto le mutande”! Sentii l’urto del glande contro le piccole labbra, mi sollevai, strinsi le gambe alle sue reni, facendo forza su di esse abbassai nuovamente il bacino, ma lui lo sollevò, con le mani sotto i glutei e poi lo abbassò ancora, evitando di infilarsi completamente in me, lo sollevò e lo abbassò, e ben presto i suoi sforzi e il piacere che cominciava a provare la fecero ansimare.

L’attesa mi faceva eccitare sempre di più, la mia fica era un fiume di liquido, e io cercavo di muovermi, sempre più velocemente facendo salire e scendere il membro nella vagina che il piacere aveva lubrificato e dilatando e ad ogni onda entrava un po’ di più. Ero come una ballerina di lambada ma tutta aperta, per ondulare meglio e sentire il membro che andava nel mio ventre. Guardavo la sua espressione rapita e concentrata e fu questo a fugare ogni residuo rimorso che potevo ancora avere nell’averlo di fatto violentato e dissi “scusi professore, se l’ho fatta tanto penare!”. 

Lo so, era assurdo ma lo dissi malgrado non provassi quello che dicevo, lo dissi ansimando, soffiando, era da tanto che non godevo in quel modo, i miei gemiti si accompagnavano ai suoi che aveva chiuso gli occhi e godeva con la bocca socchiusa. - Oh dai prof . . . dai . . . dai . . . daiiii ! ! ! La mia vagina abbondantemente lubrificata dal mio piacere lasciava scorrere il suo pene con un rumore bagnato, particolare, il poco attrito che produceva era tuttavia sufficiente perché il mio piacere salisse rapidamente.

Cercai il godimento incontrandolo con colpi di reni, venendo incontro al cazzo senza più timore, ero scossa dai colpi sempre più forti che facevano sobbalzare le mie tettine, poi avvenne all’improvviso, il prof si immobilizzò spalancando gli occhi, percepii attorno al suo pene le morbide strette della mia vagina . . . urlai: “ Oh adesso . . . adesso . . . ohhh zietto . . . dentro . . . ti voglio dentro . . . tutto . . . tuttooooo . . . Ahhhh . . . . ahhhh . . . - Si . . . ecco . . . ecco . . . dammelo, prendimi oh amore ohhh! ! ! “ Mi sentii venire e non mi trattenni , lui gridò, io rantolai il mio godimento contro la sua bocca aperta bevendo i suoi sospiri e la sua saliva, le mani strette al suo culo, attirandolo e respingendolo come fosse un mio giocattolo, come se lui allo stremo delle forze si fosse abbandonato contro di me lasciando che fossi io farla scorrere sul suo membro, ad infilzarla, a muoverla . Mentre venivo, una euforia indescrivibile si impossessò di me mi resi conto che era insieme che stavamo godendo, che la nostra era una intesa straordinaria, bellissima. Io non smisi di far andare le reni e continuammo a lungo a sospirare una nella bocca dell’altro poi a poco a poco sentii il suo pene afflosciarsi e infine uscire dal mio grembo.

Udii il rumore delle gocce del mio e suo piacere che cadevano sul pavimento, solo allora mi resi conto che lui si era svuotato dentro di me, ma il timore delle possibili conseguenze durò pochissimo ricordando che il mio ciclo era appena passato ma mi promisi che in avvenire avrei preso delle precauzioni. Lui mi guardò con negli occhi una espressione particolare, uno sguardo quasi paterno e disse con un filo di voce: “- Ho goduto tanto, ma tanto. . . è stato bellissimo, “ Chinò lo sguardo e vedendo le gocce sul pavimento fece una smorfia buffa, passò una mano all’interno della mia coscia spalmando le gocce chiare che colavano, io dissi “una mia amica dice che lo sperma fa bene all’utero e tu me ne hai dato tanto, lo sento colare ancora!”, poi coprendomi la fichina con le mani corsi in bagno.

Quando tornai dopo pochi minuti il prof riapparve con uno straccio, asciugò con cura il pavimento poi alzò il capo e sorrise. “fatto” . Infine cominciò a rivestirsi; anch’io raccolsi i miei indumenti, mentre mi rivestivo mi chiese: “ Perché Angelica fai questo?” Io che ero ormai quasi completamente vestita mi volsi a lui sorpresa:” Perche . . . cosa?..intendi darla via? “ e lui disse, d” eh, ti sei fatta una fama al liceo ehm...sai..ehm... divertirti, hai avuto parecchi ragazzi ...ma sai che in futuro....” 
Non potei trattenere un rossore di vergogna ma anche di collera...che coprì all’improvviso il mio viso e gli fece capire che aveva colto nel segno. Tentai di eludere la domanda: “Mi andava di farlo, forse non le è piaciuto?”

“Non mi hai risposto, perché?” Era deciso a venire a capo della faccenda. Io avevo appena finito di infilarsi le gli hot pants, lasciai ricadere la camicia e mi sedetti, cominciando ad infilarmi le scarpe e i calzini; infine sollevai il capo e guardandolo, quasi a scusarmi: “ sai , prof, ho iniziato così per fare qualche soldo, con i selfy, poi è’ stata Valeria, la mia migliore amica, . . . una volta le chiesi perché scopava anche con uomini molto più vecchi di lei, mi rispose che occorre valorizzare la propria fica, spesso i giovani non hanno fantasia, sempre la stessa cosa . . . le stesse posizioni mentre con un uomo maturo è diverso, hanno esperienza, se vuoi godere veramente devi prenderti un uomo di una certa età mi disse, fanno delle cose che i ragazzi non osano, sanno come farti divertire a letto, sono più . . . più . . .” “ Più cosa? Lo guardai come si guarda un allievo che non sa la lezione: ”Sono più . . . porcelli, ecco, adesso lo sai, e io voglio accontantare i più vecchi che hanno più soldi, per quello sono venuta con lei, gratis, così magari non mi boccia, ma in futuro dovrebbe..ehm..compensarmi...”

Lui fece di sì meccanicamente, io mi alzai sulla punta dei piedi e gli diedi un bacio. “ Vado professore, ci rivediamo lunedì per proseguire il programma!” Me ne andai lasciandolo interdetto, tra stupore e desiderio. E lui divenne un cliente abituale, con la scusa delle elezioni, scopavamo almeno una volta alla settimana e lui mi dava lo stesso importo che lui chiedeva ai ragazzi per una lezione privata, 35 euro in nero. E quelli non erano soldi che dovevo dividere con Vladi. Inoltre questo confermò che la mia frase “ sono senza slip” mi portava sempre a trovare godimenti e per quello ho continuato ad usarla.

Poi ci fu la gita di classe al museo di Firenze. varie sale ed iniziammo ad essere stanchi, infine trovammo questa sala semivuota un po’ discosta , in allestimento per un mostra di quadri particolare, con le catenelle alla porta e scritto vietato l’ingresso, e noi ovviamente entrammo .C’erano dei grandi puff di pelle rossi dei divanetti delle sedie, delle cassapanche dove la gente si sarebbe seduta a guardare i quadri esposti. Io mi sedetti, stanca, a gambe larghe. Gli altri girovagavano un po’. Valeria si sedette su un divano, e accanto a lei Oscar e David , che già in treno erano stati vicine soprattutto nella toilette, . vidi che David incominciò a baciarla in bocca e Oscar sul collo, lei chiudeva gli occhi, le due mani di loro erano sulle sue cosce nere, e accarezzavano il tessuto . A me si avvicinò da dietro Omar e mi abbraccio baciandomi la nuca, dicendo se sei stanca ti faccio rilassare e iniziò a massaggiarmi le spalle, e poi scese scostando il giubbotto sulle tette , mente Jacopo e Edo si sedettero di fianco e guardavano. Io iniziai a sentire calore sul seno e nella pancia.. sentivo che le mie labbra interne si inumidivano.

lui continuava e mi aiutò a togliere il giubbotto, restai con la maglietta gialla sottile, il fatto che Jacopo e Edo mi guardavano mi eccitava molto, stringevo le gambe per cercare di gestire il gonfiore che sentivo e che quasi mi infastidiva sentendo stringere gli hot pants stretti sulla natura, Le mani di Omar entrarono sotto la maglietta e si diressero verso il seno , passando sotto le coppe lo alzarono e iniziarono a accarezzare circolarmente i capezzoli, che si gonfiavano ..il mio respiro si faceva più frequente e anche il suo, mentre Jacopo e Edo si avvicinarono e accarezzavano le cosce , dall’esterno all’interno fino al bordo dei pants, e assecondano la loro leggera pressione allargai le gambe e un delle loro mani iniziarono a massaggiare la zona pubica sopra i pants, e arrivarono ai bottoni, slacciandoli lentamente.

In quei momenti culminava tutta l’eccitazione della gita, il desiderio, la voglia di carezze, di essere amata, guardata, mi lasciai sfilare i pants e le mani accarezzavano con più efficacia la zona della mia intimità, e io sentivo crescere le sensazioni sia dal seno che dalle labbra baciate da Omar e poi nel basso ventre, dove sentii uno strappetto ma non me ne curai..perchè Omar si era alzato in piedi e mi porgeva gentilmente il suo pisello durissimo che aveva estratto dai jeans senza farseli scendere e io a quella vista, fui affascinata e lo presi delicatamente con le labbra e mentre lui si muoveva un po’ coi reni io assaporavo il calore e il sapore di quello strumento di piacere.

Ero concentrata su quel lecca lecca delizioso e non mi accorgevo di nulla finchè sentii un piacevole solletico sulle mie labbra di giù che erano gonfiate bene e sempre più dentro .

Succedeva che Jacopo aveva strappato il collant in corrispondenza del mio basso ventre, con una mano teneva scostate le mutandine e con l’altra massaggiava il clitoride mentre Edo mi leccava la cosina partendo da fuori e entrando con la lingua fin dove poteva..
Mentre iniziavo a sballare, pensavo se ci vedessero i professori, se entrasse qualcuno mentre ero lì come una troia a farmi slinguare tra le gambe .

Dissi e se ci vedono ? Omar disse ma dai , c’è scritto vietato entrare il museo è quasi vuoto succhia succhia non parlare .Ripresi a succhiare ancora più eccitata e i due nella parte bassa ci davano dentro e mi venne un fuoco nel cervello così esplosivo che ebbi un orgasmo che mi fece tremare tutta e stringere le cosce sulla faccia di Edo tanto da soffocarlo e lui dovette divincolarsi per uscire dalla stretta. Intanto sentivo gemere Lisa e togliendomi un attimo il pisello di bocca alzai lo sguardo e vidi che stava in ginocchio, vestita ma David la stava scopando da dietro probabilmente in un foro praticato nella calzamaglia mentre David proprio in quel momento la stava innaffiando, chiaramente a seguito di un pompino di minuti prima.

Ma non mi soffermai perché Omar di cui avevo lasciato il pisello, stava girando e gli altri due si scambiarono posto e mi porsero due uccelli gemelli da scegliere. Io ero indecisa e succhiavo l’uno e l’alto quando sentii entrarmi dentro una cosa durissma…Omar era entrato.. La mia vagina si allargò e le sue pareti mi trasmisero un’onda anomala di piacere, ma mentre stavo concentrandomi su questa onda, Edo ritirò il pisello dalla mia bocca e si tolse i pantaloni e slip e mi si mise a cavallo sullo stomaco, e inserì un lungo uccello tra le mie tette e raggiunse con la cappella il reggiseno alzato puntando alla mia gola, le mie mani lo avvolsero quasi per difendere la giugulare e lo impacchettarono nel nylon del reggiseno, e lui stringendo le mi tettine iniziò ad andare su e giù, sfregando le palle sul mio stomaco, mente Omar continuava a scoparmi e io succhiavo il glande di Edo finchè Omar mi scannò dentro e Edo in faccia 


Quello che avevamo fatto io e Valeria al museo divenne una leggenda della scuola e così dopo questa esperienza diversi altri compagni mi chiesero di fare lo stesso, e dopo la ginnastica aspettavo un po’ nelle docce e se veniva qualcuno, ed ero diventata brava e rapida, il ragazzo bastava un slinguata, gli facevo toccare da fuori la fighetta e glielo tiravo fuori dai pantaloni e lui veniva subito. Solo che questo gioco divenne pericoloso, e un giorno trovai scritto sulla lavagna Cazzi Cazzi Cazzi …in tutti tutti i tuoi ORY! Mi sarei dovuta indignare o mettere a ridere e dimenticare, ma sapevo che ormai girava la voce che loro potevano avere quella cosa meravigliosa che avevo io tra le cosce, potevo sentire il loro testosterone nell’aria…Non volevo spingermi oltre, sapevo di rischiare, ma ormai ero schiava di quegli occhi che mi bramavano ogni mattina. Quel giorno entrai in classe e subito mi sentii gli occhi addosso, il vestitino bianco che indossavo lasciava intravvedere il reggiseno a balconcino che sorreggeva le mie tette abbronzate, una scollatura esibita sfacciatamente, che non poteva passare inosservata. quando mi sedetti sentivo i loro occhi che mi sfioravano le cosce. Il vestitino era inevitabilmente salito, e mentre il prof parlava lentamente lasciai schiudere le gambe, consapevole che quella mattina non mi ero messa le mutande. Sapevo che me la stavano guardando e che tutti in quella classe ormai mi vedevano per quello che ero, e le reazioni non tardarono ad arrivare, vedendomi in mano con un foglio piegato con scritto . "Fatti trovare nei cessi alla fine della lezione” .

L'indecisione e i dubbi si fecero strada nella mia mente, intanto che i minuti si susseguivano tutti uguali durante un compito in classe che non mi lasciava troppo tempo per pensare. Istintivamente le gambe ora erano serrate, li avrei raggiunti in bagno e avrei spiegato loro che si trattava di un equivoco, che ero una loro compagna e anche se mi avevano vista nelle foto non dovevano permettersi di trattarmi come una troia. Quando squillò' la campanella aspettai che la maggior parte degli studenti fossero andati verso la mensa. Preso il coraggio a due mani mi diressi verso i bagni. Mi aspettavano in tre, c'era Vladimir il ragazzo bielorusso adottato i cui freddi occhi azzurri mi avevano sbranato per tutta la lezione e due ragazzi che sapevo essere due suoi seguaci grossi e muscolosi. Fuori dalla porta a fare da palo vidi Marco, un biondino magro e altissimo, a cui sarebbero spettati alla fine gli avanzi del mio corpo. Due di loro avevano già il cazzo fuori dai pantaloni, la bega del nero era un impressionante randello di carne. cercai di obbiettare e farli ragionare ma capii subito che il fiato lo avrei dovuto tenere per altro. Dai discorsi capii che si sarebbero giocati la mia fica a dadi, gli altri due avrei dovuto spompinarli. La soluzione mi fece infradiciare tra le gambe al solo pensiero.

Mentre la mia gemma veniva messa in gioco, mi ero inginocchiata sulle piastrelle zozze del pavimento ed avevo incominciato a far sentire al primo le mie labbrasul pisello, lui mi prese per i capelli e mimando una scopata con la mia bocca mi disse che dopo aver preso il suo cazzo lo avrei implorato di diventare sua. Poi un altro disse "Mettiti con le mani sul lavandino e aprì le cosce che è' il mio turno" . Lui mi aveva vinta, ero sbigottita ed eccitata, gettai via morale e pudore mi misi a pecora contro il lavandino ed alzando oscenamente il vestitino lo invitai a fottermi. Mi si piantò in corpo con foga, sverginandomi. Il cazzo era modesto, ma la morbosità della situazione mi aveva letteralmente fatta partire di testa. Mi girai a cercare con gli occhi l'altro ragazzo, mi aspettava a un palmo dal viso, duro e paonazzo, senza alcun ritegno iniziai ritmicamente a spompinarlo mentre dietro di me, diligentemente in coda ad aspettare il suo turno c'era Vladimir pronto per sventrarmi.

Venni la prima volta quando vidi altri due ragazzi che mi fissavano eccitati sul ciglio della porta, l'aria era satura di odori e sensazioni tanto forti che si poteva quasi sentirle sulla pelle. Marco li aveva temuti fuori ma non aveva potuto impedirgli di godersi lo spettacolo. "Vuoi che ti tenga una mano sulla bocca? se urli tireremo qua tutta la scuola" .Feci cenno di si con la testa, sapevo che nonostante la volgarità dell' offerta aveva ragione, chiusi gli occhi e alzai il culo docilmente. Vladimir mi aveva puntato il cazzo contro le labbra, sentii i capezzoli stretti in una morsa, le sue dita me li torsero malignamente, il ragazzo sapeva il fatto suo, era un fascio di muscoli. Sentivo quel suo odore selvatico violarmi il naso e la mente, allargai le gambe e schizzai uno spruzzo di urina come una cavalla in calore."Vladimir ti prego dammelo davanti, non resisto..... fottimi in figa, ti supplico!...... mettimi incinta!!.........sfondamela!!!!!"

Gli altri ragazzi erano imbambolati a fissare il giovane toro che mi stava coprendo, gemevo come una cagna in calore mentre mi infradiciavo le gambe di uno scroscio di umori spudorati, frutto dell'orgasmo più intenso della mia vita.

Le sue dita ora mi stavano lentamente segando il clitoride, duro come un piccolo cazzo, intanto che la mia salsiccia d'ebano mi faceva capire ad ogni affondo chi comandava. Mi sentii dentro un fiume denso e caldo, poche botte violente ed ero piena di lui, nel cesso scese un silenzio glaciale mentre mi asciugavo lo sperma meglio che potevo. Finii in ginocchio gli altri due che ancora dovevano godermi in bocca, mentre avevo ancora i brividi per il piacere che avevo provato. "Ora sei la mia agente" mi aveva sussurrato all' orecchio prima di sfilarmi da dentro il suo grosso cazzo venoso, e come una zoccola sarei stata trattata, a meno che non volessi che il filmino di quella scopata nei cessi della scuola facesse il giro di tutti i social network. Ma Vladi mi gestiva come merce di scambio per conquistare il suo potere. Era sveglio, commerciante, come tutti gli orientali, mi disse senti io ti faccio il marketing e dividiamo .

Mi dava 20 euro per un “servizio”, come diceva lui, e io pensavo che fosse equo , non ero un professionista affermata. Quella andavano a 50 o 100 al colpo. Quello che non sapevo era che era meglio proprio calcolare “i colpi”…Vladimir mi mediava nei confronti dei compagni e forse era un bene, visto come potevano andare le cose . Ml disse di cercare fuori, perchè a scuola poi se la cosa dilagava se ne sarebbero interessati i giornali e veniva fuori il solito scandalo che infatti coinvolse Valeria . Ma a me non capitò perchè lui aveva amici in altre comunità, e si accordava con il cliente e a me toccava solo eseguire, lui diceva, "con la massima professionalità".....

Vladi era un vero genio del sesso e per aiutarmi nella professione mi fece vedere delle clips e stavamo insieme nei pomeriggi liberi a guardare Xtube eccetera, e lui commentava. “vedi questa cosa dice, vedi che urla quando finge di avere l'orgasmo oppure le viene davvero, a volte succede, nonostante sia diffcile... vedi questa che faccia fa, la migliore è Claire Castel, prima è impassibile,poi inizia a fare come se provasse dolore e poi viene e urla, guardando l'altro in faccia, come chiedendo aiuto, questo è eccitante...e anche Jade Laroche, che fa la disk jockey e poi di fa fottere da tre...e Anita dark, che non lp vuole mi nel culo...ma l'emergente è una russa che di chiama Krystal Boyd e Angelica come te e Ebbie come tua zia, che combinazione” poi dopo molte clips, ci eccitavamo e scopavamo.

Provammo anche a farci dei selfy, che vennero un po' rozzi, dovevamo migliorare, ma li vendemmo a qualcuno e iniziarono a girare in rete, anche se non mi si vedeva bene. Si vedeva che lo succhiavo, che lui mi scannav in faccia, e che me lo metteva dentro , ma io migliorai l'interpretazione quando lui trovò i film di mia zia, col suo il nome d'arte Ebbie, e aveva trovato delle clips cercando nell'elenco “pornostar “ di Pornhub. C'erano 86 clips abbastanza vecchiotte, ma si vedeva l'arte di mia zia. Non avevo particolare affetto per lei, dai parenti seppi che si era risposata nel nord europa ma la famiglia era omertosa sulla sua sorte, forse si vergognavano di avere un pornostar in famiglia, ma vederla in quelle situazioni mi faceva arrossire e eccitare nello stesso tempo. Le clip che mi piacquero di più furono quelle in cui la zia era con due donne che la toccavano tra le cosce, erano tutte vestite e poi una le scostava le mutandine e la leccava tra le cosce, mentre lei slinguava l'altra e si martoriava i capezzoli, fino a che poi non si vedeva che veniva con tutto il bagnato sotto. Poi le tre si spogliavano e andavano a fare il bagno in una piscina. Lì entrava un uomo in costume da bagno che impersonava suo marito e poi un secondo ragazzo che baciava un amica e infine un nero che baciava la terza, poi tutti si mettevano a leccarsi e spompinarsi e mia mamma lo faceva al nero che aveva un cazzo enorme, mentre il marito era succhiato dalel altre due e il ragazzo glielo metteva nel culo e lei urlava e poi godeva. Poi il negro la scopava insieme all'altro mentre le amiche facevano scannare sulle loro facce il marito che Vladi mi spiegò che si definiva cuckold, uno che gode a vedere la sua donna scopata da un altro. Ma la clips più bella era quando lei faceva la cameriera di una casa ricca e due colleghi la scopavano su un tavolo con attorno tutte le cose della spesa sparse e lei spompinava il padrone di casa che li sorprendeva con la testa a rovescio. 

Il mio sogno era sempre di fare il cinema come la zia, ma nel frattempo ormai dovevo fare dei servizi veri e reali per obbedire a Vladi.

Erano due o tre alla settimana , ma via via l’agenda si riempiva e io nei pomeriggi liberi arrivai a fare anche due o tre servizi, di cui magari la metà solo di bocca, ma anche i totali erano sempre più richiesti. A volte mi piaceva perfino, normalmente no, dovevo fare a di essere coinvolta anche perché questa mia arte eccitava il soggetto che veniva subito e io riducevo la fatica di aspettare che si sognasse lui di raggiungere l’orgasmo.

Mi ricordo una volta che trovai proprio uno che mi piaceva…sembrava un attore , tipo Prad Bitt, un biondino. Era un ragazzo già universitario e aveva ricevuto il telefono di Vladimir da un suo fratello ancora al liceo. Volle provare, la cosa lo intrigava, un ragazza di età inferiore alla sua, che gli avevano detto fosse esperta..lui ne aveva 22…

Mi avevano detto di citofonare in una villetta di Rogoredo, dove ero andata in metropolitana, al numero 22 e dire “c’è Ron, mi manda Vladi” Un voce maschile rispose “ al terzo a destra”. Salii e trovai una porta socchiusa. Entrai, ero in jeans e camicetta che faceva vedere il seno. Era un alloggio buio di due stanze, un cucinino e un camera da letto con un letto rotondo, tappezzeria blu con stelle d’oro. Insomma uno scannatoio in piena regola. Odore di chiuso. Guardai i quadri moderni orrendi, pensai dietro c’è di sicuro una telecamera. Lui disse falsamente ciao, Ron tu sei Ory, immagino.. era simpatico, molto bello, doveva essere un atleta, mi piaceva molto. Chiese “vuoi da bere? Vieni, aprì il frigo e tirò fuori un coca cola famiglia , versò due bicchieri grandi, ci mise del ghiaccio e un bella dose di rhum. Ci sedemmo a bere .. dissi ..che caldo… Lui disse, sei bella, e sei anche brava? .. io dissi “mah..dicono…” .Lui si avvicinò e mi slacciò la camicetta, e vedendo che non facevo alcuna resistenza continuò con il reggiseno. La vista delle mie tette dritte e con i capezzoli in vista lo fece fermare un attimo, ma poi continuò a baciarmi, ma sui seni, succhiando i capezzoli e portandomi all’estasi. Resosi conto che mi piaceva mi slacciò la cintura e poi i jeans, facendoli cadere a terra. Con due passetti in avanti me li tolsi del tutto e rimasi con le sole mutandine di cotone. Lui ci mise la mano sopra e si rese conto che ero tutta bagnata anche attraverso il tessuto di cotone. “Qui bisogna provvedere” disse, e mi fece distendere sul letto rotondo, in modo che fui sdraiata ma con le ginocchia piegate a 90° e i piedi che sfioravano il pavimento. Guardandomi fissa mi tolse anche le mutandine e prima di poggiarle sul tavolo le annusò come fossero un mazzo di fiori. Ero nuda e indifesa ma stavo godendo ogni momento perché lui mi piaceva. Ron si sedette su un predellino e si sistemò davanti a me, con il viso a pochi centimetri dalla mia vagina bagnatissima. “Chiudi gli occhi” mi disse. Lo feci e in un attimo la sua lingua stava esplorando le mie zone di solito più nascoste, spostandosi con la maestria per la quale era noto e provocandomi un piacere mai provato. Era il mio primo cunnilingus di un maschio, salvo quelli con Valeria, e mi portò vicinissima all’orgasmo almeno cinque volte, fermandosi sempre all’ultimo momento. Dovetti pregarlo di farmi venire e lui disse che lo avrebbe fatto a modo suo. Si sfilò rapidamente pantaloni e boxer e vidi un cazzo grossissimo, turgido e in piena erezione. Tirò fuori un preservativo e iniziò a metterlo quando gli dissi: “Prendo la pillola”. Mi guardò quasi meravigliato, rimise il profilattico sul tavolo e mi penetrò delicatamente la vagina stando in piedi, infilandolo tutto fino in fondo. Dopo tutta quella preparazione fu un piacere indescrivibile. Il ritmo del suo bacino che faceva andare il suo membro a stantuffo dentro di me aumentò mano a mano, facendomi raggiungere l’orgasmo in pochi minuti, ma la sua durata fu eterna, o almeno così mi parve. Quando venne ansimando rumorosamente, io ebbi il secondo orgasmo. Uscì da me delicatamente e mi diede un paio di asciugamani di carta per raccogliere quanto mi usciva da davanti. Poi si rivestì e mi fece cenno di fare altrettanto. Ron fu l’uomo che mi ha iniziato al sesso vero, quello che dà soddisfazione e godimento a entrambi i partner. Mentre andavo via mi baciò e mi disse che mi avrebbe telefonato. Sperai fosse vero. Quando ero già sul pianerottolo mi chiese se avessi mai praticato la fellatio. Pur sapendo di cosa si trattava rimasi un attimo interdetta e senza parole. Lui interpretò ciò come ignoranza in materia e aggiunse: “Vuol dire pompino, scusa, questo sai cosa è immagino?”. Feci la faccia da ingenua e dissi: “Sì, lo so, ma non l’ho mai fatto. Volevi insegnarmelo tu?”. Rise di gusto e disse: “Vedo che impari in fretta. Ci vediamo senz’altro prestissimo, chiamo io”.

Ero tutta eccitata e dovetti correre dal cliente successivo, in corso di Porta Romana. Citofono Gelli. Qui la cosa fu strana. Entrai in una casa normale, mi accolse un uomo più anziano di Ron, sulla quarantina , pareva distinto, disse che era lo zio di Vladimir , ma non mi sembrava vero, chissà come era arrivato a noi. Comunque non perse tempo , mi si avvicino e dopo alcuni minuti di slinguamento mi buttò su un divano, lui si sistemò al mio fianco e fece in modo che la mia anca sentisse la pressione precisa del suo membro duro. Mi iniziò ad accarezzare languido la pancia e i seni, mi apriva le gambe sollevando la gonna leggera e io aspettavo che lo facesse … ed infatti eccolo, a frugare con le dita e cercare la vagina e dopo averla accarezzata si portò la mano alla bocca leccandosi le palme … lo udii schioccare la lingua per la piacevolezza del gusto, poi si avvicinò e me la baciò. Mi accarezzava e io chiudevo languida gli occhi. Mi prese la mano e me la mise sul sesso … allora capii il gioco. Pian piano mi voleva insegnare a come fare a meno di lui … e lui voleva guardare . All’inizio non era facile, ma io feci come se fossi sola … e lui assisteva alla mia masturbazione , lasciai scendere la mano sotto la pancia, come d’abitudine, passai sulle grandi labbra rapidamente, e raggiunto il buchetto e affondai il dito medio. Lui si arrapò subito e sussultò nel letto e io pensai quanto sapevo essere puttana, con due dita mi penetrai, mentre lui mi accarezzava languidamente i capezzoli gonfi. Continuavo a masturbarsi con dolcezza e determinazione. La sua mano saliva a coppa, contenendo la vagina, e sapevo che mi grandi labbra fuoriusciva umidità calda, e Gino , al settimo cielo, si avvicinò ancora di più e cominciò a leccare la mano e cercava di aprire le mie dita che proteggevano l’antro..e le dita a si aprirono lentamente finchè lui mi scopò con la lingua. Mi ero tanto eccitata prima e ora venni ancora con un gemito profondo. “ Ahhhhhhhhh godoooo…godoooo… bellooo.” Lui doveva essere esperto perché mi aveva impedito di stringere il suo pisello che usciva dai blu jeans abbassati, altrimenti penso sarebbe venuto e tutto sarebbe finito li fino a che il cannone si fosse ricaricato. Così mentre io ero un attimo inebetita lui si girò con ancora i jeans sul sedere, entrando tra le mie gambe inserendomi dentro il grosso pisello durissimo . Mi riempiva tutta il doppio dei cazzi che avevo preso in precedenza Io iniziai a gridare fortissimo, menomale che la casa era isolata, mentre lui cercava il godimento menando grandi colpi di reni, e il mio bacino gli veniva incontro senza più remore, scossa dai colpi che mi facevano sobbalzare le tettine. Gli sussurrai “senti che telo succhio, riferendosi le morbide strette della sua vagina attorno al pene . . . e lui urlò: Oh adesso . . . adesso . . . ohhh prendilo . . . tutto . . . tuttooooo . . . Si . . . ecco . . . ecco . . prendiiii . . . oh amore . . . ohhh! ! !  Mi inondò di seme e ci misi un po' a scolarlo fuori. Poi lui mi disse si proprio brava, ci rivedremo di sicuro, ciao. Questi sono esempi delle occasioni buone, poi c’erano le meno buone e più faticose. Per merito mio, Vladimir veniva invitato a feste a cui da solo non poteva nemmeno immaginarsi di essere ammesso, e tutto perché offriva me al padrone di casa anche come attrice. La prima volta che feci” l’attrice” fu il compleanno di un ragazzo di una classe più su della nostra e molto ricco e bello. Aveva un casa a Milano 3 sontuosa, e alla festa erano invitati tutti i più fighi e le più fighe della scuola. Arrivai con Vladimir vestito abbastanza bene, e lui in ascensore mi slinguò e mise le dita dentro, disse per inumidirle un po’ il suo “regalo” per Marco . Quando arrivarono tutti gli invitati, il padrone di casa mi presentò due ragazzi, Edo e suo fratello Nino, giocatore di basket , alto e dotato, diceva di avere 22 anni. La serata comprendeva danze ed un cena in piedi, durante le io stetti sempre con i due ragazzi e l’americano, che mi facevano molta corte e danzando ebbi l’onore di sentire con la pancia e guardare la durezza degli attributi loro, sotto i pantaloni attillati. Mi fecero vedere le foto vestiti da giocatore, con quei pantaloncini sottili che facevano vedere la dotazione nei particolari e mi eccitavano moltissimo. Bevemmo un po’ e poi chiacchierammo sulla terrazza sul guardino, poi io stessa chiesi loro di “vedere” la casa … Loro accettarono entusiasti. Mi fecero entrare in una stanza che si trovava al terzo piano, eravamo solo noi in quel piano per fortuna, sapevo che nessuno doveva essere in quelle stanze, infatti erano tutte libere. Scelsero la stanza detta “rosa” , per il colore delle pareti, con ampio divano ed un letto a baldacchino. Appena arrivati li, ci mettemmo a parlare, io della mia passione per il cinema, che non conoscevo il basket mi sarebbe piaciuto andarci e sciocchezze del genere. Ci raggiunse Marco non ci pensò due volte e mise una mano sotto il vestito risalendo lungo la coscia, aprii le gambe per favorirlo e mi trovai le dita che mi frugavano dove loro si aspettavano di trovare un perizoma che non c'era , loro guardarono stupiti, ma io feci finta di nulla. Poi lui disse che ero un attrice di film sexy e che ero un brava stripteaseuse..e tutti allora mi invitarono a spogliarmi. E dicendo questo, spinse ancora più all’insù il suo dito obbligandomi ad alzarmi ancora di più di quanto già non lo fossi sui miei tacchi, quasi una ballerina sulle punte. Avvertii il suo dito arrivarmi in pancia e provai una eccitazione mista a paura, non potevo muovermi ma poi con la stessa foga con la quale aveva inserito il suo dito nel mio sesso, altrettanta ne usò per estrarlo, lasciandomi un senso di vuoto.

Lo fece scorrere sotto il mio naso affinché individuassi il mio odore di femmina in calore e poi capii che se l’era infilato nella sua bocca e si era appropriata della mia eccitazione come un bimbo davanti alla torta del suo compleanno, che era appunto lo scopo di avermi. Mi feci ancora pregare un po’ di volte e poi decisi che lo dovevo fare perchè Vladimir mi aveva detto di fare tutto quello che mi avesse chiesto Marco, il festeggiato. Feci uno spogliarello breve ma intenso restando con le sole autoreggenti e le scarpe. Marco disse “Sei proprio un gran bel pezzo di fica!!” “Adesso però devi succhiarci il cazzo….devi farli diventare belli duri e pronti !” Obbediente mi inginocchiai tra i due uomini che si erano seduti porgendomi i loro falli mezzi duri, e iniziai a baciare entrambi per poi imboccare il cazzo di Marco, anch’egli era molto ben dotato, molto simile a quello di Vladimir . Li spompinai per un bel pezzo godendo il primo orgasmo senza neppure toccarmi poi mi sollevarono e mi adagiarono sul letto e, mentre Marco mi porgeva nuovamente il suo cazzo da succhiare, Edo mi spalancava le gambe a compasso e si tuffava con la lingua sul mio clitoride cominciando a leccare e suggere. Nino mi scopava la bocca come fosse una figa e Marco mi leccava come un dio ed ebbi il mio secondo sconvolgente orgasmo inondando dei miei liquidi repressi il viso di Marco. “Ehi questa viene come una fontana……..che donna….che troia” A quel punto si sistemò tra le gambe puntando sulla figa e mi penetrò fino alle palle mentre io mugolavo come una cagna con quei due cazzoni infilati in bocca ed in figa. Quando Marco mi tolse il cazzo dalla bocca non ne potevo più, e sussurrai “Siiii….sfondami……..riempimi di cazzo…scopami….siii….che cazzone………dai dammelo tutto, fammi godere…………..sfonda questa troia!!” urlai muovendo il bacino al ritmo dei colpi del suo cazzo. Un po' lo facevo da attrice ma un po' mi veniva davvero, quando iniziavo a godere poi la parte di troia mi veniva, mi ricordavo i film che avevo visto di mia zia che urlava con due cazzi dentro, e mi sentivo figlia d'arte. Uno poi scese a succhiarmi i capezzoli e mi strinse le braccia attorno alla vita poi si rovesciò su un fianco finché non si trovò di schiena, sul letto, ed io sopra di lui col cazzo ancora ben piantato nella figa ed iniziai a cavalcarlo . “Aaaah siii…..mi piace…..mmmmh……sono piena di cazzo….godo….vengo….godo come una troia…..siiii….riempitemi!!” urlavo mentre un nuovo sconvolgente orgasmo mi faceva fremere. Mi scoparono in sandwich per quasi un’ora poi mi riempirono , alla fine uscii completamente piena di sperma…… Dietro la porta del bagno trovai Vladimir che aveva ripreso tutto col telefonino. Mi disse, “brava, si proprio una professionista” e ti faro fare carriera. Un giorno mi disse che stava scrivendo un copione e che dopo l'estate avremmo provato a fare una clip da proporre poi ad una sito hard. 
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