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Prime Esperienze

Lezioni di Francese


di forrestsherman
03.02.2014    |    26.404    |    0 9.7
"A poco a poco si stabilì un rapporto affettivo… Io le raccontavo delle cottarelle per le mie compagne di scuola e lei sorrideva, e dicevo che sognavo di..."
Un ricordo della mia adolescenza è che quando io avevo tra circa 18 anni, ed ero un ragazzotto bello e assatanato di sesso, mi capitò un strana avventura.

Io ero timido e a quell’età con le ragazze avevo difficoltà, avevo una grande autoimmagine e se facevo qualche proposta che veniva disattesa me la prendevo tantissimo e mi deprimevo, ragion per cui non osavo spesso chiedere e il più delle volte rimanevo in bianco. Invece nei sogni ero un formidabile amatore e avevo una serie di donne immaginarie con cui esercitavo grandi doti di amatore. Inutile dire che spesso la cosa si concludeva in atti di autoerotismo, che mi spiacevano perché mi debilitavano, ma tant’era.

A scuola, imparavo l’inglese, ma successe che andò ad abitare, come affittuaria della casa che era stata di mia nonna, un coppia di giovani sposi, a Milano per lavoro, in quanto lui era violinista alla Scala.

Lui era sui 35 anni e lei, Liz, avrà avuto meno di trenta anni, era una ragazza di origine francese bionda, bella, molto magra e che parlava perfettamente quattro lingue.

Avvenne che dopo un periodo in cui andava tutto bene, lui ebbe un grande problema di depressione che gli impedì di proseguire la collaborazione con l’orchestra e si ridusse in situazione di indigenza, e non riusciva più a pagare l’affitto ai miei genitori.

Era gente molto onesta e per bene, e sapendo di essere in difetto propose ai miei almeno di offrirmi un servizio di lezioni private che compensasse parzialmente quello che loro non potevano pagare, per tirare avanti un po’ e vedere se lui fosse guarito in attesa magari di tornare in Francia presso i loro parenti.

Lei veniva due volte alla settimana e ci mettevamo nella mia camera , e si era deciso che mi avrebbe insegnato i rudimenti di Francese e poi se necessitavo mi avrebbe dato qualche aiuto nell’inglese.

Le prime volte fu un normale rapporto insegnante – studente, ma dopo alcune sessioni iniziai a percepire qualcosa in lei, una tristezza, un desiderio d’amore…faceva molte pause nell’insegnarmi, guardavo le sue mani giovani che sfogliavano i libri, sentivo la sua voce dolce nelle frasi di francese…studiavamo le poesia d’amore..les sanglots longues des vilomnes d’automne blessent mon coeur d’un languer monotòne…

Lei era vestita in modo normale: camicetta grigia, gonna aderente e corta sopra un paio di stivali al ginocchio, l’unica nota di trasgressione è un collare in seta che fasciava il suo collo.

Mi guardava con chiari occhi verdi, io ero nel pieno dell’età delle cotte, mi cullavo con la sua voce, lei sembrava triste me compiaciuta delle mie occhiate, della felicità con cui l’accoglievo….a poco a poco si stabilì un rapporto affettivo…

Io le raccontavo delle cottarelle per le mie compagne di scuola e lei sorrideva, e dicevo che sognavo di baciarle, ma ero timido…un giorno, imparai a memoria la poesia Rose, ella a fleury le temp quel fleurissent le roses, l’espace d’un matin…e lei si mise a piangere…

Disse “l’hai pensata per me? “…inizio’ a farmi tradurre dal francese delle poesie d’amore, sempre tristi o disperate, d’amore tradito, d’amore impossibile…e poi portava dei foglietti scritti da lei, che quando li avevo traotti, mi turbavano…

Il foglietto diceva “ Je suis en train de me secher après d’un homme malade qui est mon amour mais qui ne sait plus comme me toucher….je ne peux pas le laisser, je ne peux pas faire l’amour avec quelqueun d’autre car je suis lieè à lui, mais je suis en train de mourir, sans ètre toucheè par un garcon qui me donne des baisiers, des caresses,…..Io sto avvizzendo con un uomo malato, che amo ma che non mi tocca più, non posso lasciarlo, andare con un altro perché lo amo, ma sto morendo, senza un contatto umano, uno che mi baci, mi accarezzi…”

Lei era in imbarazzo a dire queste cose e me le faceva tradurre e io all’inizio non capivo che si riferivano a lei, pensavo che fosse letteratura, ma dalla pausa di silenzio che seguiva la finire della mia traduzione in italiano e dallo sguardo triste ma desideroso che capissi, il mio cervello ritardato di adolescente mi suggeri’….ma è lei! Poverina, a te sembra strano, una “ anziana “ per te donna di trent’anni…ma vuole affetto, ha il marito in “panne” ha bisogno di amore, vuole essere amata, vuole essere scopata….e il mio io razionale diceva...da meee? Un ragazzotto di 15 anni che si fa le sss? Se il mio io percettivo diceva “ perché no? Sei belloccio, hai un pisello che si gonfia…impazzisci per quello che tu chiami fica...non ne vedi mai...dai…dalle soddisfazione…

Dopo quei momenti di silenzio, nell’intimità della mi cameretta, quelle idee ci misero un po’ ad entrare in circolo nella mia testa, la guardavo prima con stupore e apprensione, “ cosa faccio ora?” mi violenterà?..

Poi con comprensione e dolcezza e lei mi si avvicinò , mi venne vicino con la sua bocca alla mia guancia, mi mise una mano all’inguine, e io lasciai fare…

piano piano la presi tra le braccia, sentivo che era una tipa calda molto calda, con il mio abbraccio parve turbata ed eccitata nello stesso tempo.

Così sempre di più ad ogni lezione lei si faceva consolare, mi metteva la faccia sul collo, con i capelli biondi che mi facevano il solletico sul petto dove la camicia era aperta, quando mi toccava sopra i pantaloni, il mio pisello aveva sussulti, nonostante la ragione dicesse calma, stai consolandola, non fare il porco, ma i neuroni del cuore erano impazziti, non sapevo più dev’ero, che ora era..

E lei mi bagnava di lacrime, diceva scusa, ti bagno, ma mi schiacciava all’inguine, e sentiva il mio pisello gonfiarsi…poi iniziò a leccare le sue lacrime sul mio collo e questo fu troppo, il mio pisello si intraversò nei pantaloncini corti e tendeva ad uscire lungo la gamba,

Mentre lei leccava e aveva smesso di piangere io le sollevai il mento e iniziai a baciarla.

I suoi occhi ebbero un attimo di dubbio, poi si aprirono come fari abbaglianti e poi si chiusero dolcemente mentre le sue labbra morbide aderivano alle mie.

La mia mano scese oltre il bordo del vestito e arrivai al monte di venere coperto da pizzo bianco, e lei capì e mi aprì i pantaloni corti, scavalcò gli slip e si impossessò del mio pisello stringendolo forte.

Diventai frenetico, le dita scostarono il pizzo e si infilarono tra la peluria morbida, trovando la figa già gonfia e bagnata, mi muovevo senza esperienza nella sua vagina di cui non conoscevo la geometria…non sapevo che maldestramente avevo sfiorato il clitoride e stavo entrando tra le piccole labbra con movimento circolare.

Lei mi baciava sul collo dove prima piangeva e allargava le belle cosce per farsi introdurre di più le mie dita accoppiate.

La prima volta a questo punto fu troppo per me, e al sentire la prima volta una vera fica attorno alle mie dita e un vera donna che gemeva sul mio collo e mi massaggiava il pisello nudo fuori dai pantaloncini, subito sborrai copiosamente…

Lei guardò con aria spiaciuta e poi dovette pensare “eh già, questo pivello..devo maneggiarlo con più attenzione se voglio poi…”

Mi disse “c’est rien, c’est normal” e avvicinando la su amano alla bocca assaggiò un goccio del mio liquido, e parve averne gusto… e disse “vien, vieni, tu est jeune, tu peus en faire une autre” e , dato che eravamo nella mia stanza, i miei erano fuori, c’era il mio letto ad una piazza, lei ci si appoggiò con la schiena mettendosi seduta per terra, e mi attirò vicino a sé.

In questa posizione il seno sporgeva anche se la signora non aveva seni troppo grandi, ma vedendo i capezzoli che sforzavano il reggiseno sotto la camicetta grigia, e la seta al collo che le dava un’aria per me molto sexy, persi la ragione e iniziai a baciarla con la lingua, come facevo con le ragazzine con cui andavo al cinema, mettendo le mano fra i suoi capelli biondi dietro la nuca.

Inginocchiato mi portai addosso a lei, stringendola leggermente e lei a quel punto mi mise le sue mano sulla schiena, una sensazione bellissima trovarmi tra le sue braccia.

La baciai ripetutamente sulla labbra, le mordicchiai poi scesi sul collo e lei tiro' la testa indietro, e lei ricambio', prese a baciarmi sul collo, mi piaceva molto sentire le sue labbra addosso ed allora molto lentamente, le sfilai il vestitino.

Glielo tolsi piano piano passando la mano sia sulla schiena che poi sul seno, piccolo, sodo e con i capezzoli turgidi; poi passai le mano sul sedere e lei ebbe come un sussulto, le scesi lentamente gli slip baciandola dal collo in giu' sino ad arrivare sul suo monte di venere, tra la peluria bionda e folta, anche qui lei ebbe un sussulto e divarico' ancor di più le gambe.

Allora io presi a baciarle di nuovo l'interno coscia, prima una e poi l'altra sino ad arrivare alla sua natura piena di umori, lei inizio a tremare ed allora allentai un po' la morsa e a quel punto lei si libero' ed iniziò a togliermi la camicia con una mano, bottone per bottone, baciandomi sul collo, con l'altra mano strinse il mio bacino al suo, senti la mia erezione di nuovo potente e inizio a muoversi leggermente con movimenti ondulatori.

La sua patatina era talmente eccitata che mi bagno' i pantaloncini slacciati, e alla fine mi tolse anche quelli insieme agli slip e scendendo con il viso nel togliermi i boxer si ritrovo' di fronte il mio pene, cosa fantastica, non mi era ancora capitato e quando mi diede dapprima un bacio sulla cappella, poi con le labbra prese la cappella e inizio per tre o quattro volta a succhiarla, io ero impazzito..venni di vuovo e lei succhiò tutto… mi guardò con aria severa..disse “ eh tu est jeune,,,attende” …

Io ero terrorizzato, eccitato, certo mi facevo spesso diverse seghe una in fila all’altra, errivavo a 5 a sette, fino a sentire male alle ghiandole interne, ma quella donna così vogliosa mi imbarazzava e richiedeva un dose grande di energia pischica…

Passarono dieci minuti durante i quali Liz coccolò me ed il mio pisello, che poi capii che era quello che voleva, bacandomi sul collo e poi slinguandomi con la sua lingua esperta, poi smise, si rialzo' sulle ginocchia, mi attirò a se in ginocchio prese il mio pisello che nel frattempo era tornato sull’attenti, ed incomincio' a fregarselo sulla patatina, eravamo in ginocchio , uno di fronte all'altra, ci baciavamo e ci accarezzavamo come bambini, carezze lente e solo i nostri polpastrelli toccavano la nostra pelle.

Lei si fermo' e all'orecchio mi chiese: “prenne moi, fammi tua, fais moi jouir fammi godere, il y a logtemps che je ne baise un homme, e' un po' di tempo che non vado con un uomo, j’ai envie ho voglia, comme toi proprio come te”.

Mi avvicinavo col pisello alla patatina, lei da subito inizio a tremare, le massaggiavo l’alto della figa, tar i peli che raggiugnevano metà pancia, non sapevo che stavo toccandole il clitoride e le allargavo dolcemente le labbra della fica toccando lentamente al suo interno liscio, lei emise un piccolo gemito e inaspettatamente venne cercando di stringere le gambe, ma con le mani riuscii a tenerle divaricate tanto che io proseguii' con i miei accarezzamenti intorno al mio pisello appena appoggiato alle sue labbra umide e sfiorando la sua fica aperta.

Lei disse: “pardonne moi , scusami, perdonami si j’ai joui tout de suite se sono venuta subito,j ‘avais tellement envie de baiser avevo cosi' tanta voglia di scopare que je n’ai pas pu me retenir che non mi sono trattenuta, je voulai jouir tout de suite volevo godere subito”.

La rassicurai dicendole che anch'io avevo una voglia matta di godere con lei e volevo tutte le sensazioni belle possibili subito.

Lei mi prese per la testa, di nuovo uno fronte l'altro lasciando le gambe divaricate, prese dolcemente il mio pene durissimo, e lo estrasse dalla patatina, lo strofino un po' sul clitoride lungo il solco poi si fermo e mi guidò a penetrarla delicatamente…

Disse “baise moi” che io pensavo volesse dire baciami,, ma poi seppi che significava anche fottimi… così le misi le mani attorno al collo, iniziai a baciarla e delicatamente a penetrarla mentre lei con la sua mano destra seguiva il pene che entrava dentro di lei e mi chiese di venirle dentro al piu' presto, ed infatti cosi fu' anch'io volevo godere subito, tanto ero giovane ed eccitato, e neanche dopo un minuto venni copiosamente dentro di lei, le nostre labbra si staccarono per un attimo e mi disse in italiano: “ti sento dentro, stai venendo, godooo dentro, godo !”

Rimanemmo per diversi minuti fermi in quella posizione, ci baciavamo e ci accarezzavamo a vicenda mentre il mio pene era sempre dentro di lei, era stupendo sentire quel calore immenso della sua patatina.

La lezione finì, stava per rientrare mia mamma, ero sconvolto, lei mi guardò, disse “ soit silencieux avec tes parants, je te promis che je te ferai apprendre bien le francais et meme le sex, ainsi tu pourrais devenir le plus grand amateur de ton ècole!”

Certo che non mi veniva da dire nulla…lei si ricompose, si tirò su le mutandine sulla fichetta colante ma non troppo della mia terza eiaculazione, si rivestì e se ne andò senza altri discorsi.

Così aspettavo con ansia le lezioni, che furono ancora solo sette. Purtroppo tre volte mia mamma non uscì e non ci fidammo a fare tutto, e quelle volte io le toccavo la patatina guidato dalle sue mani e lei mi insegnava la geografia del suo corpo oltre al francese, e voleva che la facessi venire anche due volte, mentre io magari venivo nei pantaloni grazie alla sua mano che lo menava con sapienza.

Altre quattro volte però restammo soli e io progredii molto, nelle materie oggetto dell’insegnamento.

Un brutto giorno non venne più, seppi che suo marito, migliorato id salute era tornato in Francia avendo avuto in incarico a Parigi…la pensai per tanto tempo, chissà ora dov’è, come sta, ma sono contento che quelle sette lezioni le abbiano dato un godimento e l’abbiano aiutata a superare quel momento.
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