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L'amica invidiosa


di Membro VIP di Annunci69.it marcoxverso
10.01.2024    |    9.206    |    1 9.6
"Probabilmente seppe della mia visita ascoltando e spiando una delle telefonate intercorse tra me e Maria, la quale non fu molto propensa e felice della..."
Da diversi mesi frequento un’amica particolare. La particolarità che la rende diversa dalle altre, oltre ad essere una mia collega di ufficio, è la sorpresa che trovo ogni qual volta la vado a trovare a casa. Non è mai sola, la trovo a giocare a letto sempre con una ragazza, entrambe singole ed entrambe dedite al piacere dell’altra.

La mia amica/collega si chiama Maria, ha 41 anni, bionda con capelli mossi mesciati castani, alta un metro e settantatré. Di corporatura è abbastanza normale, non secchissima, ma con una quarta di seno naturale, assolutamente non cadente; ancora su come a vent’anni e con due gambe lisce e sode. Il viso è molto bello e sensuale. Insomma, è la collega super-fica che normalmente i colleghi invidiosi pensano abbia fatto carriera non per meriti, ma per piaceri prestati, peccato per loro che non sia così.

Una delle compagne di gioco di Maria è Emma. La loro amicizia nacque tra i banchi di scuola del liceo e poi è continuata fino ad oggi, grazie al fatto che lavorano nella stessa azienda anche se con menzioni diverse.

Emma ha 40 anni, è castana scura con capelli lisci. Ha una frangetta tipo Valentina di Crepax e di corporatura è molto magra, a Roma si dice “Magra come un chiodo”. Di aspetto è meno avvenente di Maria, ma comunque di bella presenza, lievemente più alta della mia amica.
Come una divisa, indossa sempre dei pantaloni aderentissimi che siano sportivi o eleganti non ha importanza e scarpe con tacchi vertiginosi. Pantaloni e scarpe le donano un fondoschiena da diciottenne che compensa il seno meno generoso rispetto a quello di Maria.

La scorsa settimana fu il compleanno di Maria e come ogni anno ricevetti l’invito. Purtroppo, non ci fu mai occasione di partecipare, tranne, appunto la settimana scorsa. La festicciola fu a casa di Maria, insieme ad altri pochi amici. Nessuno mi conosceva direttamente, ma solo per sentito dire.

Quella sera ebbi un colpo di fortuna in quanto mia moglie, a causa di un imprevisto, rimase bloccata a casa della sorella. Io, pertanto abbandonato da solo a casa annoiato e affamato, mi feci una veloce doccia e poi corsi a suonare quel campanello che mi attendeva.
Il portone principale del condominio fu un complice, perché lo trovai aperto, due scalini alla volta salii al terzo piano e il mio dito centrò in pieno il campanello che iniziò a suonare.
Neanche un minuto dopo la porta si aprì e dietro trovai gli occhi increduli della festeggiata che, felice mi abbracciò immediatamente. Subito dopo il caloroso saluto, venni attirato all’interno della casa dove trovai già presenti tutti suoi amici.

Trovai otto persone, un paio di coppie e quattro anime solitaria. Le uniche facce a me note furono quelle di Emma e della mia amica Maria. Appena accomodato, feci una battuta un po’ provocatoria per sondare l’ambiente: «Spero di non aver rovinato la festa a nessuno!»
Non ci furono reazioni strane, solo Emma, più tardi, mi confermò che, forse la mia affermazione colse in pieno il punto della situazione.

Come ho scritto all’inizio, il mio rapporto con Maria è particolare, tuttavia, quella sera mi ritrovai a interagire assiduamente anche con Emma che divenne la nostra ombra per tutta la durata della festa. La cosa che mi risultò ambigua fu il fatto che lei non fosse sola, ma accompagnata da un uomo che comunque non degnò di molte attenzioni. Io, al contrario, ebbi molte occasioni, addirittura in solitaria con Lei, la quale riuscì anche a raccontarmi tutta la sua vita e non perse neanche occasione di avere un contatto fisico. Ad un certo punto però la curiosità mi corrose e le chiesi chi fosse il suo accompagnatore.
Con aria candida la risposta fu:
«Ma nessuno in particolare, è semplicemente un tizio che mi sono portata appresso per non essere sola, soprattutto nel caso in cui dovessi bere. Poi, alle feste non si sa mai cosa possa succedere.»

La serata proseguì piacevolmente fino alla mezzanotte, i saluti iniziarono a esplicitarsi e lentamente tutti presero la strada di casa. Solo la nostra ombra: Emma, fu reticente ad uscire di scena, mentre sollecitò tutto il tempo il suo accompagnatore a tornare a casa e a lasciarla da Maria. Tuttavia, i piani di Pino non coincidevano con quelli di Emma e non l’abbandonò, costringendola a tornare insieme a lui per un fine serata alternativo.

Finalmente rimanemmo soli e la festa di compleanno si spostò nella camera da letto. Chiesi a Maria se avesse notato la poca voglia di Emma di tornare a casa. Mi rispose che probabilmente la voglia dominante di quella sera era stata più un’attesa di condivisione di un fine serata alternativo, piuttosto che tornare a casa. Supposi che fosse un’attività consona ripetuta più volte, ma venni distratto appena Maria si inginocchiò, mi tirò fuori la belva già eretta e iniziò a succhiarla voracemente e più vigorosamente rispetto alla normalità.

Fui costretto a tornare a casa, non avrei avuto mai una scusa valida per giustificare il letto intatto. Simulare il disfacimento sarebbe stato troppo pericoloso, le mogli hanno un sesto senso magico che è meglio non innescare.

Un paio di settimane dopo la festa, Maria si prese l’influenza e rimase a casa per curarsi. Decisi di andare a farle visita. Quando arrivai a casa sua, trovai anche Emma. Probabilmente seppe della mia visita ascoltando e spiando una delle telefonate intercorse tra me e Maria, la quale non fu molto propensa e felice della presenza dell’amica e sperava andasse via il prima possibile. Alla fine, rimanemmo fino alle 18:15, Emma andò via dieci minuti prima di me. Sulla porta Maria mi diede un bacio tipo …” Dove vai, rimani con me”, ma stoico mi staccai e mi diressi verso l’ascensore. Fuori, ad aspettarmi trovai Emma. Entrammo insieme e appena le porta si chiusero, la mia stalker premette il pulsante di blocco e mi infilò la lingua in bocca come se non ci fosse un domani. Capii subito che la situazione era diventata delicata, pericolosissima per il rapporto con Maria che sarebbe finito seduta stante.
Anche Emma ne era consapevole, ma ormai era partita per la tangente e il suo unico desiderio era scoparmi.

Arrivammo al piano terra e ci dirigemmo subito in macchina. Con il timore di un mio ripensamento, durante tutto il tragitto fino a casa sua giocherellò con il mio cazzo senza mai darmi tregua. Il tragitto fu breve, arrivammo alla villetta dopo soli tre chilometri. Aperto il cancello si prodigò ad aprire anche la cerniera dei miei pantaloni e mi dimostrò la sua bravura e la sua adorazione del cazzo.
Velocemente entrammo in casa ci spogliammo ed iniziammo a scopare come ricci sul divano. Prima però volle continuare il pompino iniziato fuori, ma che trasformò in un meraviglioso sessantanove.
Ovviamente non opposi resistenza, ma mi concentrai più sul culo che sulla fica. Alternai la lingua e un dito per forzare lo sfintere. Percepii il fatto che Emma non gradiva molto le attenzioni al suo lato B perché ogni occasione era buona per far tornare le mie attenzioni alla fica o il clitoride, ma la mia bocca tornava sempre sul culo.
Ad un certo punto, stanca mi disse: «La smetti e lasci stare il mio culo!»

Subito le ribattei: «Se non lo prendi nel culo godi la metà e se lo prendi prima in culo godi il doppio…»

Di rimando mi domandò quanto godesse Maria, ma invece di risponderle, le chiesi quanto lei volesse godere.
Lapidaria: «Più di Maria!»
Le feci notare che non era possibile allora, allora cambiò la sua affermazione in:
«Di certo voglio farti godere molto di più rispetto a quanto ti fa godere Maria.»

Il divano aveva una penisola utile per farla distendere completamente. Decisi di appoggiarle il cazzo sulla fica, ma diressi la punta verso l’ano. Lo lubrificai con la saliva e inizia a spingere. Per un paio di volte non affondai, glielo feci solo sentire. La terza entrai non curandomi del dolore che sicuramente arrivò.
«Tranquilla tra poco starai meglio e inizierà a piacerti.» Mi aiutai con il pollice, lo passai sul clitoride e giocandoci piano piano si rilassò. A quel punto iniziai a pomparla con decisione, ma senza troppa violenza, volevo allargarla bene per farmi cavalcare allo step successivo.
Mi voltai sul divano e mi misi sdraiato sulla schiena, tirandola per la mano gli dissi: «Dai vediamo chi cavalca meglio se tu o Maria.».
La mia domanda subdola era figlia del desiderio di Emma di primeggiare, questo la portò ad osare di più. Inizialmente ebbe un po’ di esitazione, ma sentirlo entrare dentro e inoltre con il mio dito che la stimolava anche sul davanti riuscì a calarsi fino a sedersi completamente sul cazzo. Ero durissimo e questo facilitò ulteriormente la penetrazione, appoggiò le mani sulle mie gambe ed iniziò a cavalcarmi furiosamente.
Io mi godevo la cavalcata, le mie mani erano impegnate in azioni diverse: una le palpava il culo e con il dito medio percepivo la salita e discesa del cazzo nel culo. L’altra mano invece le tastava i seni alternandoli.
Emma iniziò a cambiare modo di ansimare e di conseguenza io iniziai a spingere più a fondo fino piantarmi completamente dentro di lei. La riempii completamente con caldi fiotti di crema.
Lei si chinò su di me e mi confessò: «Non pensavo che con il culo si godesse così tanto, ma dimmi chi è la migliore io o Maria?»

«Emma, non cercare il confronto, pensa solo se lo rifaresti oppure no!»
«A dire il vero il culo l’ho dato via solo a tre amici, ma non so se perché, non mi è piaciuto. Ho avuto l’impressione che volevano solo godere, senza preoccuparsi di me e di prepararmi nel modo adeguato. Tu sei stato decisamente diverso!»

Ci rivestimmo e ci salutammo. Riuscii a mantenere l’accaduto segreto per un paio di settimane.
Tuttavia, quando mi rividi successivamente con Maria, scoprii che sapeva tutto.
Come sempre salii su casa della mia amante e suonai il campanello. Aspettai qualche istante fino a che sentii dei passi avvicinarsi all’ingresso.
La porta si aprì e la vidi davanti a me: Solo con delle autoreggenti e con le Louboutin ai piedi che le avevo regalato tempo fa, per il resto era completamente nuda. Uno spettacolo per gli occhi, dannatamente sexy e provocante. Non potevo resistere dovevo baciarla, ma appena mi avvicinai mi arrivò una cinquina in faccia, lo schiaffo più forte che avessi ricevuto fino a quel momento.

«Pezzo di merda che non sei altro, proprio da quella troia di Emma dovevi farti infinocchiare? che ne hai guadagnato?»
Richiuse la porta con forza, lasciandomi senza parole. Scesi e tornai verso la macchina.
Trovai Emma appoggiata, ero indeciso se insultarla o ringraziarla, ma riuscii solo a chiederle:
«Perché?»

«Perché non ne potevo più di sentirla dire che ogni volta che scopavate per lei era faticoso, che era una cosa spossante. A me non è sembrato faticoso, probabilmente sono meglio di lei.

«Si sei meglio di lei, ma a prenderlo nel culo. Lemi non me lo ha mai dato, diceva che dovevo meritarlo, ma ormai penso che non me lo darà mai più. Contenta?»

«Ho perso l’amica della vita per quello che ho fatto, come posso essere contenta?»

«Hai imparato a godere con il culo ti pare poco? Vedi a te non manca niente per essere come lei, purtroppo sei invidiosa e questo è il tuo più grande difetto. In realtà l’invidia è la paura di mettersi in gioco, tu non lo fai a differenza delle altre.»



Continua ..
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