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"Vorrei che tu scopassi mia moglie."


di Membro VIP di Annunci69.it acquainbocca50
25.03.2024    |    16.787    |    23 9.9
"Lei era come ipnotizzata nel vedere suo marito in ginocchio che succhiava il mio cazzo con una voracità tale che la sua saliva colava tra le mie cosce..."
Che strana cosa la vita, non sai mai cosa il destino ha in serbo per te. A volte cerchi una cosa e ne trovi un’altra. Io, ad esempio, mi ero scritto su questo sito che ci ospita con una precisa fantasia e mi sono trovato catapultato in una situazione che mai avevo pensato prima. Tutto è iniziato quando ho letto un annuncio:
“Sono un uomo maturo e sposato e ubbidiente. Sono qui in cerca di un uomo deciso a usarmi a suo totale piacimento.”
Incuriosito, gli ho mandato un messaggio:
“Quanto sei ubbidiente?” – ho scritto.
La risposta l’ho letta in serata.
“Mettimi alla prova!”
Era on line e gli ho scritto:
“Hai delle esperienze o è la prima volta?”
“Prima volta.”
“Allora non hai idea a cosa vai incontro.”
“Ho voglia di un’esperienza di questo genere, non mi accontento più di vedere video di sottomissioni su Pornhub. Voglio essere dominato veramente e duramente.”
“Desideri un uomo o potrebbe anche essere una donna a usarti?”
“Preferisco un uomo. Ho provato con mia moglie, anni fa, ma sapevo già che sarebbe stato un tentativo infruttuoso. Forse, se le avessi chiesto di usarla come slave, avrebbe detto di sì. Penso che sia nelle sue corde. Ma io non amo dominare.”
“Ospiti?”
“Posso, sì. Chiedo però di vederci prima. Ci beviamo qualcosa, parliamo un po’ e dopo scriviamo qui, in tutta sincerità, le nostre rispettive opinioni. Positive o negative. Che ne dici?”
“Mi sembra giusto. Ok, dimmi dove e quando.” – ho risposto.
Mi sono stupito di me stesso per la facilità con cui stavo fissando un incontro con qualcuno che aveva fantasie a cui non avevo mai pensato. La cosa però cominciava a intrigarmi.
“Al bar xxxxxxx, domani, alle 18:30. Ti va bene?” – ha scritto.
“Sì, va bene per me. Cosa indosserai? Non vorrei sbagliare persona, sarebbe imbarazzante.”
“Giusto. Indosserò una camicia bianca e avrò una penna nel taschino. Tu?”
“Ottimo, camicia bianca e penna nel taschino anche per me. L’unico inconveniente è che potremmo essere scambiati per due testimoni di Geova.”
“Porti tu la Bibbia?” – ha scritto.
“Ahaha. A domani. Ciao”
“Ciao.”

Avevo ormai deciso di andare fino in fondo. Se poi il tizio, di presenza, fosse stato diverso da come si era approcciato on line, potevo sempre dire che non ero più interessato.
Il giorno dopo, sono arrivato all’incontro con cinque minuti di ritardo. Un uomo dalla camicia candida era seduto in un tavolino appartato. Il suo sguardo era rivolto verso l’ingresso. Ci siamo guardati rispettivamente le penne che avevamo nel taschino e ci siamo scambiati un cenno con la testa. Mi sono avvicinato al suo tavolo, lui si è alzato, ci siamo dati la mano e ci siamo seduti. Era un uomo sulla cinquantina, né alto né basso, un po’ sovrappeso, brizzolato, occhi scuri dietro le lenti, labbra sottili e un viso tondeggiante. Una persona normale, come ce ne sono tante. Dopo l’inevitabile disagio dei primi minuti, la conversazione è filata liscia e senza imbarazzi, anche quando abbiamo parlato di sottomissione e di dominazione.
In serata è arrivata la sua risposta.
“Sì. Spero che lo sia anche per te.”
“Sì” – ho risposto. - “Lo è anche per me. A questo punto non ci rimane che provare.”
Abbiamo fissato l’incontro per l’indomani. Ci saremmo rivisti davanti al bar, io sarei salito sulla sua auto e ci saremmo avviati nella sua casa di campagna.
Quella notte non ho dormito bene, ero troppo nervoso perché in mattinata avrei dovuto dominare sessualmente un uomo e non avevo idea di come avrei agito. il giorno dopo, abbiamo preso un caffè - anche se non era la bevanda adatta, considerata la tensione che mi era rimasta addosso – poi, entrati in macchina, siamo andati a casa sua.
Succede a volte che non sappiamo come reagiamo in una situazione nuova fino a quando non accade. Capita che ci si sorprenda di noi stessi. È successo a me quando, chiusa la porta, mi sono girato verso di lui e con tono deciso gli ho detto:
“Spogliati totalmente e mettiti in ginocchio.”
Lui mi ha guardato con grande sorpresa poi, ha abbassato lo sguardo e ha iniziato a togliersi i vestiti. Rimasto nudo si è inginocchiato davanti a me.
“Apri la bocca” – gli ho detto
L’ha aperta e gli ho infilato il pollice in bocca.
“Succhialo!”
Ero più stupito io di lui per la mia determinazione.
Ha ubbidito immediatamente iniziando a succhiarlo come se fosse un cazzo. Sentivo la sua lingua avida roteare attorno al mio dito.
“Brava la mia cagna.” – ho detto – “Dov’è la camera da letto?
Ha alzato un braccio e ha indicato una porta, quella della camera da letto. Ho tolto il dito dalla sua bocca e sono andato verso la camera. Lui stava per alzarsi e venirmi dietro. Sono intervenuto subito.
“Non ti ho detto di alzarti! Seguimi a quattro zampe, cagna.”
Mentre mi dirigevo in camera, seguito dal mio cagnolino, il suo smart phone ha squillato. Ha guardato me per sapere se avesse potuto rispondere
“Rispondi” – gli ho detto – “ma rimani in ginocchio.
Si è avvicinato a carponi ai suoi vestiti che aveva lasciato a terra e ha trafugato nella tasca dei pantaloni. Ha preso il cellulare e mi ha detto:
“E’ mia moglie.”
“Rispondi e metti in viva voce.”
“Ciao, dimmi” – ha detto.
“Dove sei” – ha detto lei.
“Da un cliente.”
“Non dimenticare di passare dal sarto. Il vestito è pronto.”
“Sì, sì, lo ricordo, non preoccuparti, ci vado.”
“Ok, ciao”
“Ciao.” - E ha chiuso.
“Ha una voce sexy. Hai mai avuto il desiderio di far scopare tua moglie con un altro?” – ho chiesto.
“Mi piacerebbe.” – ha risposto.
“Ci hai provato?” – ho chiesto.
“Sì, più volte."
"E ...?"
"Le piace fantasticare, però quando dobbiamo fare il gran passo, si tira indietro. Alla fine, mi sono stufato e non le chiesto più di farlo."
“Capisco. Andiamo in camera da letto.” – ho detto.

Dicono che esista un vero e proprio collegamento tra piacere e dolore. Lui era da un po’ che era in ginocchio davanti a me e suppongo che immaginavo il dolore ma, guardandolo in viso, sembrava davvero che dolore e piacere a volte possano andare a braccetto.
Arrivati in camera da letto mi sono messo davanti a lui.
“Slacciarmi la cintura.” – Lo ha fatto guardandomi in viso.
“Abbassa la zip e tira giù i pantaloni.” – gli ho ordinato.
Ha eseguito.
Il suo viso era così vicino al mio cazzo che sentivo il calore del suo respiro. Gli ho messo una mano sulla nuca e l'ho tirato verso di me strofinando il suo viso sulle mie mutande fino quasi a togliergli il respiro. Poi, gli ho ordinato di abbassarle. Ha messo le mani sui bordi delle mie mutande e le ha tirate giù fino alle caviglie. Il mio cazzo era libero adesso. Era duro e voleva essere appagato.
“Apri la bocca.” – gli ho detto.
Lui l’ha aperta.
“Non fare nulla. Rimani solo con la bocca aperta.”
Ho infilato il mio cazzo dentro la sua bocca come se fosse un treno in una galleria. Fino in fondo. La mia mano sulla sua nuca gli impediva qualsiasi movimento con la testa. Sono rimasto così per un po’. Lui faceva fatica a respirare. Un altro po’ e sarebbe svenuto. Ho ritratto il cazzo giusto il tempo per farlo respirare e l’ho poi infilato di nuovo. Sono andato avanti così per svariati minuti. Lui boccheggiava ma, allo stesso tempo, sembrava in estasi per il piacere di essere torturato in quel modo.
“Adesso succhialo come mai hai fatto nella tua vita” gli ho ordinato.
Lui l’ha preso con una mano, l’ha osservato, l’ha baciato e l’ha segato lentamente. Poi, prima di metterlo in bocca, mi ha detto:
“Vorrei tanto che tu scopassi mia moglie”. Detto questo, ha infilato in bocca il mio cazzo e l’ha succhiato a dovere.
Che figlio di buona donna, ho pensato. Ha voluto mettere la ciliegina sulla torta per farmi eccitare di più.
“Datti da fare, allora, con tua moglie. Tu dici che sarebbe una brava schiavetta?”
Lui ha tolto per un momento il cazzo dalla sua bocca:
“Credo proprio di sì.” E subito dopo si è rimesso a succhiarlo.
Avevo una gran voglia di venire adesso, dopo quello che aveva detto.
“Sali sul letto e mettiti a pecorina “– gli ho ordinato. Lui è salito e si è posizionato come gli avevo ordinato.
“Su con il culo e piega la schiena, troia.”
“Sì.” – ha biascicato.
“Allargati le chiappe con le mani.”
“Sì…”
L’ho afferrato con una mano per i capelli e l’ho penetrato con facilità.
“Non avevi detto che era la prima volta?”
“Come schiavo sì, ma ho avuto diverse esperienze con uomini.” - ha detto.
“Sei proprio una gran puttana! Dimmi di tua moglie. Cosa ti piacerebbe? -” ho detto mentre lo inculavo con energia.
“Mmh, vorrei che tu la scopassi davanti a me.”
“Sei una gran troia…”
“Sì, sì, sono una puttana, una troia…”
Mi sono piegato verso la sua schiena e gli ho afferrato il cazzo. Ho iniziato a masturbarlo.
“Ti piace essere inculato mentre ti masturbo, troia?
“Sì, sì, si… è bello…sì. Vorrei che tu inculassi mia moglie così, come stai facendo con me… ohh”

Con la sua ultima frase ho imboccato la via del non ritorno. I miei movimenti sono diventati duri, veloci, bruschi. Lui ha curvato ancora di più la schiena, la troia. Tutto il suo corpo era teso e duro. Lo inculavo e lo masturbavo. I nostri gemiti si sono fusi e l’orgasmo ci ha investito come un tornado.
Ci siamo sdraiati a letto in attesa che i nostri respiri si fossero calmati.
“Fumi?” – mi ha detto
“No” – ho risposto.
“Ti dispiace se ne accendo una?”
“No.”
Ha preso un pacchetto di sigarette dal cassetto del comò, ne ha estratta una e l’ha accesa. Ha dato una tirata, poi ha detto:
“Ci riproverò con mia moglie.”
“Lei lo sa che sei una troia?” - ho detto
“No. Lo saprà a tempo debito. Sai che facciamo per iniziare? Ti inviterò a pranzo. Le dirò che sei un mio cliente. Di tanto in tanto lo faccio con i miei clienti migliori. Iniziamo col farvi conoscere, poi, quando andrai via e saremo soli io e lei, le chiederò cosa pensa di te. Vediamo cosa dirà. Che ne dici?”
“Ottima idea. Fammi sapere allora. Vado a farmi una doccia."
“La facciamo insieme?”
“No, troia. – gli ho detto – è tardi.”

Una settimana dopo mi ha scritto:

Ho parlato con mia moglie. È tutto ok. Ti va bene venerdì sera, alle 18:00? Se me lo confermi, ti scrivo l’indirizzo di casa. Fammi sapere. Ciao.
Ho risposto di sì.

Il venerdì sera, fresco di doccia e profumato come il sedere di un neonato, sono entrato in auto e mi sono diretto all’indirizzo che mi aveva dato. Ero agitato. La tensione mi stava tagliando a fette. Avrei dovuto chiedergli di più di sua moglie, sapere che interessi avesse così da iniziare con un argomento che facesse piacere a lei; invece, così era come un salto al buio.
Ero arrivato. Il numero della via era quello. Ho posteggiato. Respiravo profondamente. Sono sceso. Quasi dimenticavo in auto la bottiglia di vino che avevo comprato. Non sono un grande cultore del vino per cui sono andato in una famosa azienda vinicola delle mie parti e ho ordinato un vino rosso di qualità. Mi è costato un occhio della testa ma speravo ne fosse valsa la pena. Aveva una forte gradazione e ho pensato che potesse aiutare a sciogliere il ghiaccio. Ho suonato il campanello, mi ha aperto direttamente lui. Aveva un sorriso d’intesa e mi ha anche fatto l’occhiolino, come per dire di non preoccuparmi e che tutto sarebbe andato bene. Sono entrato e ci siamo accomodati su un divano.


“Mia moglie è in bagno, tra poco esce. È da appena due ore che è dentro.” – mi ha detto, sorridendo per la sua battuta.
Ho sorriso anch’io.
“Accidenti, che bella casa” – ho detto – “piena di buon gusto.”
“Merito di mia moglie, bisogna riconoscerlo.” – ha risposto lui.
“Come ha preso questo invito, è infastidita? – ho detto a bassa voce.
“No, affatto, stai tranquillo.”

Ad un tratto abbiamo sentito una porta che si chiudeva e un rumore di tacchi. Era lei che era uscita dal bagno e stava attraversando il corridoio per venire da noi. Quello che ho visto mi ha lasciato senza fiato. Indossava una minigonna che poteva non indossare, a giudicare da quanta poca stoffa era stata usata per farla e una camicia trasparente che lasciava intravedere un reggiseno che a malapena riusciva a contenere un seno esplosivo. Indossava degli stivali in morbida pelle che le arrivano fino alle cosce. I tacchi erano così alti e sottili che mi sono chiesto come potesse camminare. Le sue gambe erano avvolte in seducenti calze a rete nera. Di sottecchi ho visto lui che aveva la bocca semiaperta. Era chiaro come il sole che anche per lui vedere sua moglie vestita in quel modo era una sorpresa. Mi sono alzato di scatto e sono andato incontro a lei per darle la mano. Lei mi ha sorriso e, garbatamente, mi ha detto:
“È un piacere conoscerla”.
“Il piacere è tutto mio” – ho risposto.
Ci siamo accomodati, io e lui nuovamente sul divano, lei su una sedia, davanti a noi.
In quel momento ho pensato che qualcosa stava andando per un verso che né io né suo marito avevamo immaginato. Del resto, non è cosa di tutti i giorni presentarsi in modo così provocante davanti a un ospite, peraltro sconosciuto, e per una semplice cena. Abbiamo parlato un po’, poi lei si è alzata e, scusandosi, è andata in cucina.

“Ma lei veste sempre così quando avete un ospite?” – ho detto a bassa voce.
“No, è la prima volta. Sono rimasto anch’io senza parole.”
“Per caso avete litigato?” – ho detto.
“No, anzi, era contenta di avere un ospite. Davvero non so perché si è vestita così.”
“Cazzo, però che fica hai come moglie. Sembra una Dea del sesso”
Lui ha sorriso.
“Venite, è pronto. – ha detto lei dalla cucina. Un buon profumino aleggiava nell’aria. Ci siamo alzati e ci siamo diretti in cucina. Ci siamo seduti attorno al tavolo e abbiamo gustato l’ottimo piatto preparato dalle mani amorevoli di sua moglie.
Finito di mangiare ci siamo spostati di nuovo nel soggiorno e abbiamo iniziato a parlare del più e del meno sorseggiando il vino che avevo portato. Poi, improvvisamente, è iniziato l’affondo di lei!
“Da quando è cliente di mio marito” – mi ha detto.
Io non avevo neanche idea di ciò che vendesse suo marito e ho sentito le mie guance accaldarsi. Ho capito che non era una domanda buttata a caso.
“Beh, saranno ormai quasi cinque anni “– ho detto sperando di essere convincente.
“Quale prodotto ha scelto?” – mi ha chiesto.
Mi sono sentito all’angolo come un pugile suonato.
“Quale prodotto?” – ho detto per prendere tempo e pensare cosa dire.
“Sì, quale prodotto?”
È Intervenuto lui in mio aiuto.
“Ha preferito scegliere il…”
Lei lo ha interrotto subito.
“Ho chiesto a lui, non a te.” - Poi, rivolgendosi a me, mi ha chiesto di nuovo quale prodotto avessi scelto.
“Non ricordo bene il nome, non ho una buona memoria.” – ho detto quasi disperato.
“Capisco, saprà almeno quanto paga al mese. Quanto paga?”
Non sapevo più che dire. Che cazzo vende questo qui, pensavo. Ho fatto finta di pensare spostando le pupille verso l’alto. Lei ha dato il colpo di grazia.
“Lei non sa cosa vende mio marito, dico bene?”
Ero alle corde. Ho ceduto.
“No, non lo so” – ho detto.
“Le faccio allora un’altra domanda. Com’è mio marito da schiavo?”
In quel momento mi sono sentito come se mi fosse arrivato un pugno in faccia all'improvviso, direttamente da “Iron Mike “Tyson.
“Come… come fai a saperlo” – ha detto lui con aria terrorizzata.
Lei si è girata verso di lui:
“Vuoi saperlo? Te lo dico.”
Ha accavallato una gamba, mostrando una coscia da guinness dei primati, ha preso una sigaretta dalla borsa, l’ha picchiettata sul fondo e l’ha messo in bocca. L’ha accesa e ha inspirato una lunga boccata, soffiando lentamente il fumo dalla bocca. Poi ha iniziato:
“Visto che non mi scopavi più, ho pensato che avessi un’amante. Non ho avuto bisogno di seguirti, è bastato guardare il tuo cellulare. Non è stato difficile scoprire il pin, visto che hai messo la tua data di nascita e sono entrata nel tuo mondo nascosto. Così ho fatto la conoscenza di…come si chiamava il primo che ti ha inchiappettato?... Mario…sì, era proprio Mario. Poi man mano sono venuti gli altri. Fino a che non sei venuto tu.”
E si voltata verso di me, passando dal lei al tu:
“Con te c’è stata una svolta. Mio marito ha scoperto la sua vena da schiavo. E che schiavo! Faceva tutto quello che gli ordinavi. Più era umiliante, più a mio marito piaceva”.
Si è girata di nuovo verso suo marito. - “Dopo 30 anni, non hai capito che io non potrei mai essere una schiava sessuale. È anche vero però che anch’io non avevo capito che essere uno schiavo era il tuo sogno nascosto. Così come non avevo capito che ti piaceva così tanto che io scopassi con un altro. Quindi ti piace anche essere cornuto?”
C’è stato un silenzio assordante.
“Su, dai, rispondi, vuoi essere cornuto oppure no?”
“Sì…” – ha risposto lui con un tono di voce da bambino.
“Bene, ti accontento, però prima voglio vederti agire da schiavo. Voglio vedere tutto quello che ho letto al cellulare tra voi due e che avete fatto. Io me ne sto buona qui a guardarvi.”
“Adesso, intendi?” – ha detto lui.
“Sì, se non ora, quando? Certo che dico adesso. Su, via, iniziate.”

Che Dio preservi donne del genere, pensavo tra me e me. Ero affascinato dal suo atteggiamento, dalle sue parole, dalla sua determinazione, il suo essere donna da 24 carati. Ero eccitato, terribilmente eccitato. Non c’era più nulla da nascondere ormai. Che i giochi abbiano inizio, ho pensato. Mi sono alzato dal divano e rivolgendomi a lui, ho detto.
“Puttana, spogliati nudo e mettiti in ginocchio.”
Suo marito ha esitato un attimo, non era certo abituato a farlo davanti a sua moglie.
“Sbrigati o dovrò punirti.” – gli ho detto
Si è spogliato completamente e si è inginocchiato.
“Slacciami le scarpe.”
Le ha slacciate e me le ha tolte.
“Abbassami i pantaloni.”
Ha slacciato la cintura, ha sbottonato i jeans e li ha fatto cadere fino alle caviglie.
“Strofinati il viso sulle mie mutande. Fallo da solo. Troia.”

Lui ha appoggiato le sue mani dietro le mie cosce e ha strofinato il viso sui miei boxer annusandoli e baciandoli. L’ha fatto per un per un po', poi gli ho ordinato di abbassarli.
Ha eseguito, e il mio cazzo, libero, si è protratto verso la sua bocca.
Ho guardato sua moglie. Era estasiata, a tal punto che la cenere della sigaretta che stringeva tra due dita della mano si era allungata e curvata, e stava per cadere a terra. Tanta era la sua attenzione nel vedere suo marito così ubbidiente, che aveva persino dimenticato di aspirarla.

“Mostra a tua moglie cosa sai fare con quella bocca, puttana” – gli ho detto

Ha appoggiato la punta del mio cazzo sulle sue labbra dischiuse, poi è uscito la lingua e l’ha roteata intorno al mio glande, infine ha aperto la bocca e ha infilato dentro il mio cazzo. Sentivo la sua lingua che si muoveva a velocità sorprendente.

Ho guardato ancora una volta sua moglie. La cenere era ormai caduta a terra e la sigaretta si era spenta. Lei era come ipnotizzata nel vedere suo marito in ginocchio che succhiava il mio cazzo con una voracità tale che la sua saliva colava tra le mie cosce. Gli ho afferrato i capelli e ho forzato la sua testa al ritmo che più mi appagava. Gli occhi di lei si erano fatti piccoli come due fessure. Sembravano due fuochi penetranti. In quel momento ho percepito che lei voleva di più, ancora più trasgressione, ancora più audacia. Voleva che lo inculassi.
Ho tolto il cazzo dalla bocca di lui e gli ho ordinato
di mettersi a pecorina sul divano. Lui si è alzato e si è messo con le ginocchia sul divano e le mani sullo schienale. Mi sono avvicinato a lui e ho strofinato il cazzo tra le sue chiappe. Lui ha arcuato la schiena spingendo di più il culo contro di me. Era carico di desiderio. Lo voleva subito dentro di sé, sculettava persino, per invitarmi a penetrarlo. Ma io non avevo fretta e continuavo a strusciarlo tra le sue chiappe e di tanto in tanto gli mollavo sonori ceffoni sulle natiche. Poi, l’ho afferrato ancora una volta per i capelli e l’ho penetrato con forza.

“Cosa hai detto l’altra volta di tua moglie mentre ti stavo inculando? Diglielo!”
“ Ooh, ho detto che volevo che mi scopassi davanti a lei.”
“Sei contento adesso?”
“Sìì, sìì… lo sono…”
“E poi? Cos’altro hai chiesto?”
“Che la inculassi come stai facendo con me.”
“Tua moglie è qui adesso, diglielo.”
“Vorrei che lui ti inculasse, come sta facendo con me, mi piacerebbe tanto… sìì…”
“Lo vuoi davvero?” – disse lei in modo provocatorio.
“Sì, lo voglio, voglio vederti inculata da lui.”
“Lo vedrai, troia “– disse lei.
Alle parole di lei ho dovuto staccarmi da lui per non venire.
“Noo” – disse lui – “ti prego, continua…”
“Ma tu sei davvero una puttana” – gli ha detto sua moglie. - “Vieni qui.”

Lui è sceso dal divano e si è avvicinato a lei. Erano uno di fronte all’altro, marito e moglie. Lei era più alta perché era ancora con gli stivali
“Spogliami!” – gli ha detto, guardandolo dritto in volto.
“Sì” – disse lui semplicemente e ha iniziato a sbottonarle la camicia, poi l’ha sfilata e l’ha deposto sulla spalliera del divano. Ha continuò sfilandole la minigonna e l’ha adagiato accanto alla camicia. Lei era uno spettacolo incantevole. Aveva addosso solo l’intimo e continuava a fissare suo marito con uno sguardo deciso.
“Toglimi il reggiseno.”
Seppur con qualche fatica, è riuscito a farlo.
“Leccami i capezzoli, adesso.”
Io ero stregato. Quella donna possedeva il dono della seduzione e della provocazione come nessun’altra. Lui si è piegato verso un seno e ha leccato un capezzolo.
“Bravo, succhia tutto in tondo, così, bravo… Adesso l’altro.”
Lui ha spostato la bocca verso l’altro seno e ha cominciato a leccarle delicatamente il capezzolo. Poi, improvvisamente, l’ha spostato bruscamente con un braccio, come si sposta una sedia, si è avvicinata a me e mi ha baciato. È stato un bacio lungo e intenso. Quando ci siamo separati per tirare fiato, lei mi ha preso per mano e ci siamo diretti in camera da letto. Prima di varcare la soglia si è girata verso suo marito e gli ha ordinò si seguirci.

Ci siamo sdraiati sul letto e quando lui è apparso sulla soglia, lei gli ha indicato con l’indice della mano di sedersi su una poltrona vicino la finestra. Lei si è tolta le mutandine e si è seduta sulla mia bocca appoggiando le mani sul mio petto. La sua figa era bagnatissima e i suoi muscoli si contorcevano per l'eccitazione a tal punto da non farmi respirare. Provai a sollevarla leggermente appoggiando le mani sulle sue chiappe ma lei non mollava la presa, anzi sembrava che le piacesse soffocarmi con la sua figa. Era ormai perfettamente entrata nella parte. Anche con me.

Amo avere la bocca tra le cosce di una donna e consumarmi la lingua a forza di leccate. Mi piace riempirmi la bocca dei suoi umori, ingoiarli, gustarmeli. Mi piacciono i suoi gemiti e le sue reazioni. Ad un tratto si è scostata dalla mia bocca.

“Accontentiamo mio marito.” - disse

Si è messa a pecorina con il viso rivolto verso suo marito che era seduto in poltrona e si masturbava. Mi sono messo dietro di lei e puntando il mio cazzo sul suo ano, ho spinto. Ho spinto con forza. Il suo sfintere faceva resistenza ma non ho desistito e ho continuato a spingere finché non ero tutto dentro di lei. Ho iniziato a muovermi lentamente avanti e indietro. Lei spostava il bacino all’indietro e poi di nuovo in avanti assecondando il ritmo delle mie spinte. Una mano era appoggiata sul letto, con l’altra si toccava in mezzo alle cosce. Il viso era sempre rivolto verso su marito. Si guardavano. Chissà cosa stavano trasmettendosi.

Ho avuto l’orgasmo dentro il suo culo. Era stato incredibile, al punto che la mia erezione continuava anche quando mi sono scostato da lei e mi sono disteso sul letto per prendere fiato. Lei si alzata dal letto ed è andata in bagno. Ho sentito l’acqua della doccia scorrere. Ho guardato lui e lui ha guardato me. Abbiamo sorriso.

“Te l’avevo detto che tua moglie è una Dea del sesso.” – ho detto.
“Sì, l’avevi detto.” – ha ripetuto lui sorridendo. Siamo rimasti senza parlare, assaporando i momenti di sereno torpore dopo un orgasmo, finché lei non è uscita. Sono entrato nel bagno per farmi una doccia.
“Entro anch’io?” – ha detto lui, provocando una risata generale.
“No” – ho detto. – “A proposito, ma cos’è che vendi?”
“Sono il Key account di una multinazionale che opera in prodotti assicurativi.”
“Ah, ok…” – ho detto.

E mentre ero sotto la doccia e l'acqua mi scendeva giù per il corpo e mi bagnava i muscoli stanchi la mia mente era ferma ad una domanda: “Che cazzo è un key account?”
Fine.
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