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Il gigante e la bambina


di Membro VIP di Annunci69.it acquainbocca50
15.12.2021    |    14.525    |    5 9.6
"Le mie labbra si strinsero sul suo pene e iniziai a succhiarlo..."
C’è qualcosa che crea più ansia del primo incontro con una persona conosciuta in chat? E vi è mai capitato che la suddetta persona fosse fisicamente l’opposto di come ve l’eravate immaginata? È quello che è successo a me quando ho fissato un incontro con un uomo con cui far sesso. Il suo modo di scrivere chiaro, che arrivava al punto senza giri di parole, una scrittura essenziale, direi, mi aveva tratto in inganno. Me l’ero immaginato come un classico secchione. Certo non un secchione nel classico senso dei film, con gli occhiali tenuti insieme con lo scotch e mago del computer, però schivo, un po’ impacciato, ecco, questo sì.

La persona che mi sono trovato davanti era un bulldozer di un metro e novanta e dal peso superiore al quintale. La sua stretta di mano era una morsa di acciaio e la sua voce era profonda, in perfetta sintonia con il corpo. I capelli erano corti e la pelle olivastra: Fosse stata verde avrei potuto scambiarlo per Hulk.

Ci sedemmo a un tavolino del bar e, davanti a due caffè fumanti, iniziammo a conoscerci meglio. Mentre parlavamo per rompere il ghiaccio pensavo a come sarebbe stato far sesso con un armadio di quelle dimensioni. Non avrei dovuto aspettare tanto per saperlo. Improvvisamente, infatti, mi chiese se fossi libero da impegni in quel momento. Ecco il momento pensai. Tocca a me decidere. Adesso! Decisi per il sì.

“Sono libero.” – dissi
“Allora possiamo andare. Il posto non è lontano da qui.”

Salimmo sulla sua auto e mise in moto. Eravamo fermi a un semaforo, quando mi disse:

“Mi piacciono i magri. Quando ho visto le tue foto, ti ho scritto subito.” – disse
“Sai...” – dissi
“So cosa vuoi dirmi. Non ti aspettavi che fossi così corposo. Ti dispiace?”
“No, altrimenti non saremmo qui.”
“Bene. Come ti piace farlo di solito?"
“Che intendi con esattezza?"
“A me piace farlo con un po’ di ruvidezza."
“Beh, vista la mole, non è una cosa rasserenante."

Rise e la sua risata forte e virile riempì l'abitacolo dell'auto.

“No, nulla di preoccupante. Ecco, siamo arrivati.”

Era la prima volta che venivo ospitato in una casa in piena città. Di solito si andava in una villetta al mare o nella casa di campagna. La cosa mi stupì. Posteggiammo nel garage ed entrammo in casa. Subito sentii un leggero rumore venire da una stanza. Non eravamo quindi soli. Mi allarmai. “Dove sono capitato?” pensai. Un brivido di freddo mi attraversò la schiena.
“Vieni” – mi disse.
Davanti a noi c'era un lungo corridoio con molte porte su entrambi i lati. Una porta era aperta ed era da lì che veniva il rumore. Ci incamminammo per il corridoio quando all’improvviso dalla porta aperta sentii che stava uscendo una persona. Il brivido si era fatto strada per tutto il corpo fino alle scarpe.
“Ciao tesoro” – disse lui.
Una testa bionda si materializzò.
“Mia moglie. “– disse lui.
“Piacere” – dissi meccanicamente e porsi la mano gelida verso di lei.
“Piacere” – disse lei. Era una donna magra, graziosa di viso e molto minuta. Accanto a lui sembrava una bambina, pur avendo pressappoco la stessa età.
La mia mente era in quel momento un turbinio di sensazioni, emozioni e pensieri.
“Vieni, vieni” – disse lui.
Arrivammo alla fine del corridoio che finiva con una porta. L’aprì ed entrammo dentro. Era la camera da letto. Chiuse la porta e mi chiese di sedermi sul bordo del letto. Lo feci. Lui si pose davanti a me e abbassò la zip dei pantaloni. Lo tirò fuori. Era ancora floscio.
“Succhialo” – disse.
Con una mano afferrai la base del suo cazzo e lo tirai verso di me. Le mie labbra si strinsero sul suo pene e iniziai a succhiarlo. Lui gemette. Lentamente il suo cazzò di indurì dentro la mia bocca e quando fu al culmine mi disse di star fermo. Iniziò a muoversi lentamente, avanti e indietro, scopando la mia bocca. A poco a poco le sue spinte si fecero sempre più crescenti al punto che con le mani feci pressione sulle sue gambe per evitare che il suo cazzo mi troncasse le corde vocali. A un certo punto si fermò. Si allontanò da me e si spogliò totalmente chiedendomi di farlo anch’io. Poi si sedette su una poltrona. Allargò le gambe e mi disse di avvicinarmi. Era enorme. Un ammasso di carne e muscoli. Mi avvicinai.
“Bel corpicino” – disse – “Fai un giro su te stesso”
Lo feci.
“Bel culo. Avvicinati ancora di più.”
Mi avvicinai e con una mano mi accarezzò una coscia.
“Pelle liscia come una donna. E profumata. Continua a succhiare adesso.”
Per farlo dovetti inginocchiarmi. Sono convinto che era quello che voleva. Un re seduto sul suo trono e lo schiavo che ubbidiva in ginocchio. La cosa mi eccitò ancora di più. Mentre iniziai a succhiarglielo, con una mano andai sulle sue palle, massaggiandole con le dita. Lui mugugnava di piacere, seduto sul suo trono, con le gambe spalancate e una sua mano sopra la mia testa. Ad un tratto sentii una leggera ventata d’aria dietro di me. Sua moglie aveva aperto la porta. Non disse nulla. Io continuai a succhiare mentre sentivo che lei si avvicinava. Si sedette sul bracciolo della poltrona e baciò suo marito: un bacio lungo, appassionato e soprattutto pieno d'amore. Poi, lentamente, lei scivolò giù, in ginocchio, accanto a me. Delicatamente mi tolse il cazzo dalla bocca e lo inserì sulla sua. Poi, dopo un po’, lo tolse e iniziammo entrambi a leccarlo. Di tanto in tanto le nostre lingue si incontravano e le nostre salive si mischiavano.
“Forza, su, baciatevi. “– disse lui. Lei mi sorrise. Ci guardammo. Io avvicinai le mie labbra alle sue e ci baciammo. E’ questo uno dei ricordi più intensi che mi porto addosso di quel pomeriggio. Poi lui alzò e si sdraiò al centro del letto.
“Venite qui”. disse.
Lei si sdraiò alla destra di lui, io alla sua sinistra. Si baciarono di nuovo. Con una mano lei accarezzò il suo enorme petto, poi lentamente la sua mano scese giù e iniziò delicatamente a segarlo. Io rimasi a guardarli, immobile e in silenzio, stupefatto dall’amore che trasmettevano quell'uomo enorme e quella donna così minuta. Ad un tratto il gigante scese dal letto e con una forza incredibile mi prese, mi girò e mi tirò verso il bordo del letto. Avevo adesso le mani appoggiate sul bordo del letto, i piedi a terra e il culo in aria, pronto per essere trafitto. Tirò fuori dal cassetto un lubrificante e lo spalmò sul mio sfintere. Poi mi prese per i fianchi, punto il suo cazzo sul mio ano e lo fece entrare dentro di me come un treno in una galleria. Sentivo tutta la sua potenza. Le sue mani mi stringevano i fianchi come una pressa e ogni suo movimento in avanti era come uno tsunami. Lei rimase sdraiata toccandosi e guardando suo marito. Quando lui venne sembrò un vulcano in piena eruzione. L’urlò che emanò aveva qualcosa di ancestrale.

La chiave per il finale di ogni storia sta nel dare a chi la legge ciò che vuole, ma non nel modo in cui se lo aspetta, diceva qualcuno. Io non ho nessun finale da dare perché non voglio che questa storia finisca. Ecco perché sono in attesa di una telefonata del gigante e della bambina.
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