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Prime Esperienze

la scoperta del triangolo


di Zindo
31.01.2024    |    8.788    |    4 9.3
"Comunque non tutto era così facile e comodo..."
La mia prima esperienza in assoluto me la ricordo bene ma mi rendo conto che potrebbe essere raccontata su un sito comico non su un sito erotico, perciò evito di farlo.
Però ho vissuto anche altre “prime volte” e tra queste credo che almeno una vale la pena di essere raccontata: la mia prima esperienza da bisessuale.
Non ero più giovincello; ero quasi sulla trentina. Avevo alle spalle non solo esperienze etero ma anche alcune storie di una certa importanza, una in particolare: una relazione durata quasi due anni, finita da poco tempo. Ero stato mollato e la cosa non mi era andata giù non solo perché io avevo veramente amato chi mi aveva lasciato (e credo che un poco l'amassi ancora) ma anche perché l'essere stato lasciato e il modo come era avvenuto, mi facevano sentire umiliato come persona, come innamorato e come maschio.
Non voglio dire che fossi caduto in depressione ma ci ero andato molto vicino.
Un mio collega fece di tutto per tirarmi su il morale e per distrarmi dalle mie angustie. Tra l'altro mi volle con lui per un lavoro piuttosto impegnativo da fare in trasferta. Lui, di sette od otto anni più grande di me, era abituato a queste trasferte, io invece ero alle mie prime “uscite” (come nel nostro gergo chiamavamo i lavori fuori sede). Feci decidere tutto a lui: l'alberghetto dove dormire le due notti che restammo fuori, i ristoranti dove consumare i pasti, i luoghi dove passare le due serate.
La prima sera sostanzialmente mi fece parlare, sfogare, raccontare le mie tristezze; la seconda fece in modo di farmele scordare.
Lui, si chiamava Luigi, conosceva bene il luogo dove ci trovavamo perché non era la prima volta che ci andava in trasferta e, infatti avevo notato subito la familiarità con cui veniva trattato in albergo, nei ristoranti, ovunque.
Mi chiese “Da quando ti sei lasciato con la tua ex, hai più scopato?”
“Mi ha lasciato lei”
“La sostanza non cambia. Hai scopato ancora o no?”
“Che domande,...comunque no”
“Conosco una che ci sta. Vuoi venire anche tu con me stasera?”
“A puttane no...”
“Ho detto una sottintendendo una donna, non una puttana. E che donna. Vuoi venire con me o no?”
“Beh.., non saprei”
“Sveglia e smettila di piangerti addosso. Adesso la chiamo, poi vediamo”
La chiamò davanti a me.
Gli sentii dire più o meno: “Ciao Adele, sono Luigi, ti ricordi di me?...Sì, proprio quello lì,...Come stai?....Saresti libera stasera?,....Si sono qui di nuovo.... Ti dispiace?... Ahhh! Anche a me sai...., però non sono solo, sono qui con un amico. Porto anche lui?...E come vuoi che sia? E' più giovane di me, più belloccio di me,...forse meno intraprendente di me,...gioca a fare il timido ma poi ci dà come si deve...almeno credo... Passiamo a prenderti noi e andiamo a cena al solito posto se vuoi....Come sarebbe a dire che prepari tu...ma no, dai, non ti devi disturbare,....beh se insisti...ok, va bene,...perfetto, saremo puntuali”
Riagganciò si fregò le mani e disse “E' fatta, ci aspetta alle otto e ci offre anche la cena. Abbiamo il tempo di andare a prenderle anche un pensierino a fine lavoro, perché merita, ti assicuro che merita, ho già una mezza idea di cosa possiamo portarle”.
Con euforia mi disse che quella Adele aveva circa trentacinque anni, che era sposata ma che il marito lavorava sulle navi e stava via per lunghi periodi; per questo lei si consolava senza farsi troppi problemi con uomini che non fossero brutti e non fossero dello stesso paese (la gente del posto non doveva aver motivi per sospettare la sua infedeltà coniugale).
“ E' la tipa per uomini come noi” concluse sorridendo e dandomi una gomitata a mo' di intesa tra furbacchioni, prima di rimetterci al lavoro al quale ci dedicammo seriamente, per tornare a pensare a quella Adele solo quando finimmo.
Ci recammo in centro per prenderle un regalo, abbastanza costoso e di buon gusto. Scelse Luigi, pagammo metà ciascuno.
Ripassammo dal mostro albergo anche per cambiarci e poi andammo da questa Adele che, Luigi lo dava per certo, ci avrebbe fatto scopare con lei.
Non avevo motivi per dubitare delle affermazioni del mio amico-collega, perciò non mi misi a fare troppe domande, limitandomi ad immaginare una cenetta con battute un poco osé, qualche piatto afrodisiaco e poi, a turno, uno dopo l'altro, una scopata ciascuna con questa donna per me anche un poco misteriosa.
Certo qualche fantasia nel frattempo l'avevo coltivata, non ricordo quale, certamente nulla di simile a quello che realmente vivemmo.
Eravamo a cavallo tra maggio e giugno; non è che fosse una sera caldissima ma certamente non faceva freddo o fresco. Si stava bene in manica di camicia come stavamo io e Luigi o con la gonna corta e scollata che indossava Adele al nostro arrivo a casa sua.
Fino a quando non la vidi, non so per quale ragione me l'ero immaginata grassottella, poco piacente, volgarotta nel vestire, con un trucco pesante, insomma con l'aspetto da zoccola.
Nulla di più sbagliato! Ci aprì la classica ragazza semplice, solare, bella per l'armonia delle forme, non per i particolari; con una espressione serena, da ragazza per bene. Il suo vestito bianco, corto e scollato non aveva nulla di volgare o di provocante, al contrario sembrava conferirle un alone di ragazza ingenua, innocente. Sinceramente pensai che Luigi mi avesse raccontato balle: non aveva proprio l'aria della donna che scopa con chiunque quando il marito è lontano. Ero uno che credeva ancora alle immagini preconcette di donne classificando angeliche, caste e pure le bionde minute con occhi azzurri e , spregiudicate, focose, lascive, le donne in carne che indossano tacchi a spillo e portano labbra rosse. Quant'ero stupido!
Ci disse di non aver preparato granché per cena, tanto lo sapeva che non eravamo andati da lei per mangiare ma per tutt'altro
“Comunque qualcosa qui c'è” disse in maniera civettuola indicando il tavolo con sopra una specie di buffet per cena in piedi fatta prevalentemente di affettati per farcire i pochi panini messi un un cestino, qualche frutto, bottiglie varie e bicchieri di plastica, usa getta.
Andando subito al dunque, varcò una porta e sorridendo disse “Ma credo che voi preferite il letto al tavolo, o sbaglio?”. Infatti ci precedette nell'altra stanza che era appunto quella da letto.

Chi aspetta la parte erotica di questo racconto sarà certamente d'accordo con lei ma, vi devo confessare che oggettivamente io avevo in quel momento più appetito di cibo che di sesso e siccome Luigi mi aveva fatto spendere anche una bella cifra per il regalo che lei si degnò appena di guardare senza sprecarsi con nulla di più di un formale “Grazie”, ci rimasi piuttosto male, anche perché vedendo anche la disinvoltura di Luigi che già si sbottonava la camicia, pensai che toccasse a lui trombarla per prima, quindi dovevo fare la fila e non sapevo se entrare in camera o restare al di qua della porta.
Adele si adagiò supina sul letto, accarezzandosi il seno sfregò un paio di volte le cosce tra loro prima di divaricarle e mettere in mostra le mutandine e disse a Luigi “E' carino davvero il tuo amichetto, ma mi sembra timido, non si spoglia pure lui?”
Luigi rispose per me “Ma certo che si spoglia: siamo venuti qui apposta”. Poi, giratosi verso me, mi fece un gesto con le mani, come a dire “E spicciati, che fai? Temporeggi?”
Mi spogliai, un poco frastornato dagli eventi troppo veloci ed inattesi per quei primi minuti dall'inizio incontro. Pensavo che ci fosse stato un poco di tempo per rompere il ghiaccio.
Fare sesso mi è sempre piaciuto, le belle donne pure, in astinenza da troppo tempo ci stavo, ovvio che ci tenessi a scopare ma, per contro, aver una figa così facilmente mi spiazzava e poi non avevo mai fatto sesso in presenza di terzi. Non sapevo che fare, come inserirmi, e qualche apprensione mi venne pure quando vidi Luigi nudo e con una erezione di tutto rispetto già in atto. Giocando spesso a pallone facevo spesso le docce dopo-partita a vista di altri giocatori, ogni tanto di peni al vento ne vedevo, ma non eretti in quel modo.
Insomma, combattuto tra desideri e disagio credo di avere avuto atteggiamenti da goffo all'inizio.
Dopo però tutto venne da se, quando Luigi si mise semi-sdraiato sul letto, con le gambe penzoloni, i piedi a terra, e il resto del corpo allungato tra le cosce di Adele,spingendosi fino a sbaciucchiarle le mutandine e giocherellare in quella zona con le dita. Adele non solo mostrava di gradire ma allungò una mano verso me quasi a sollecitarmi ad avvicinarmi. Mi bastò quel gesto per spegnere tutte le titubanze. Andai anche io verso il letto, restai in piedi, vicino al capo do Adele, le toccai i seni, giocherellai con i suoi capezzoli, lei spostò la faccia verso me e cominciò a giocare con la sua lingua sul mio pene.
Fu per me il momento della liberazione totale da tutte le remore: mi chinai per baciare le tette che avevo appena accarezzate, per far entrare di più il mio pene nella bocca di Adele, la quale prese a farmi un pompino nel modo come va veramente fatto, mentre, verso il basso, Luigi si dilettava con la sua lingua tra le cosce di lei, dopo averle sfilato le mutandine. Luigi carezzava il ventre di Adele io le carezzavo i capelli ed i seni. Lei pompinava me a meraviglia e si contorceva con il bacino, sollevandolo e roteandolo un poco, per agevolare il leccaggio di Luigi ma anche per esternare con i movimenti fisici il piacere che provava.
Mi accorsi che Luigi aveva una certa predilezione per andare verso il basso con la faccia e che Adele gradiva molto, sollevando di molto il bacino per farsi leccare più il buchetto piccolo che la larga fessura. Ecco perché portai io una mia mano su quella figa bagnata e lavorai di gusto con le mie dita, fregandomene se qualche volta, risalendo con la faccia, Luigi veniva a sfiorare anche la mia mano.
Ad un tratto Adele lasciò il mio pene e si mosse di scatto, dicendo “ Basta giocare, ho voglia di voi due adesso”. Mi afferrò per un braccio e tirò verso se facendomi capire di salire completamente sul letto, poi mi spinse perché mi coricassi supino e, velocemente, lei scavalcò con una gamba il mio corpo ponendosi su di me e infilandosi lei stessa il mio cazzo in figa, scendendo su di me fino a prenderselo tutto dentro, per poi piegarsi in avanti e dalla posizione eretta del suo busto, venne ad adagiarsi su di me, con le tette sul mio petto, la mia faccia tra le sue mani, la sua bocca a baciare la mia bocca, tenendo però le gambe ancora ripiegate, con le ginocchia a breve distanza dalle mie ascelle. Stava su di me posizionata come una rana.
Fu allora che avvenne l'imprevedibile e da me, fino a quel momento, neanche immaginabile. Luigi salì sul letto, si mise dietro di lei e cercò di penetrarla analmente. Anziché difendersi Adele lo sollecitò con un fantastico “Sì, dai, dai, vi voglio tutti e due” detto con voce quasi da delirante.
Non è che l'impresa riuscì al primo tentativo, ma non fu neanche tanto difficoltoso come si potrebbe pensare. Era evidente che la ragazza non era nuova a ricevere la doppia penetrazione e che Luigi conosceva questa sua passione. A me bastò stare fermo e in pochi attimi tutto avvenne.
Tutto, cosa?
Beh chi ha vissuto esperienze simili capisce a volo, gli altri devono solo immaginarselo ma devono sapere che all'interno della donna, i cunicoli accessibili dai varchi anteriore e posteriore, stanno ad un “niente” di distanza, e la parete si separazione è così sottile da lasciare la sensibilità come fa un comune preservativo. Tradotto in termini chiari, sentivo il mio cazzo affondato nella calda ed umida figa, avvolto da essa, ma pure percepii, come se scorresse sul mio cazzo, l'avanzare del cazzo di Luigi, il suo correre in avanti prima ed il suo andare dentro e fuori dopo. Come se non bastasse, nel dare i suoi affondi veniva con i suoi testicoli a toccare i miei.
Per me fu una esperienza nuova, strana, che non mi scandalizzò affatto, al contrario mi fece andare in estasi. Non saprei dire cosa mi abbia esaltato di più, se il constatare quanto troia (nel senso più bello e nobile del termine) era quella Adele, donna dalla faccia d'angelo e dalla sfrenatezza demoniaca, o il suo andare in estasi anziché lamentarsi per quella doppia penetrazione che stava subendo (o stava godendosi?), oppure se c'entrava anche quel sentirmi a stretto contatto con un maschio mentre ero dentro una donna, perché a me piacque moltissimo sentire il cazzo di Luigi sfregarsi col mio cazzo, ad un quasi niente di distanza, praticamente a contatto, dato l'insignificante spessore della “parete divisoria”.
Comunque non tutto era così facile e comodo. Dopo un po (un bel po, ad onor del vero) di quella strana posizione, ci “sciogliemmo” per ricomporci in altre posizionamenti. Luigi mi sostituì nella figa di Adele, prendendola però in posizione classica, io venni deliziato di nuovo dalla bocca di Adele e, sorpresa delle sorprese, Luigi non disdegnò di dare anche lui, una boccata ogni tanto, quando Adele gli passava con la mano il mio uccello quasi per fargli un favore.
Non mi scandalizzai, al contrario apprezzai la bravura di Luigi anche nell'agire su di me con la sua bocca.
Quando vidi Adele incominciare a contorcersi, a cambiare respiro, ad irrigidirsi nella muscolatura capii che stava per godere. Lo capì anche Luigi che accelerò il ritmo. Adele emise una specie di grido soffocato prima di rilassarsi ed emettere un profondo sospiro liberatorio. Stavo per godere, lo sentivo. Ma Luigi mi precedette, tirando di scatto fuori il suo pene da Adele e far spruzzare ricchi fiotti di sperma sul corpo della donna. Non avevo mai visto un cazzo schizzare a quel modo, non avevo mai immaginato che potesse succedere con tanta energia e tanta abbondanza. Questa visione completò il mio turbamento e lasciai sgorgare anche i miei fiotti, meno acrobatici di quelli di Luigi ma il mio liquido era più cremoso del suo. Tutto cadde su Adele che cominciò a spalmarselo sul corpo come fosse crema.
Ancora non pago, Luigi scivolò verso il fondo letto, sbaciucchiando il corpo di Adele, aspirando e leccando anche i suoi ed i miei umori sparsi su di lei che, ancora una volta, afferrò una mia mano tirandomi per invitarmi gestualmente a chinarmi verso lei per uno scambio di bacio. Invito gestuale che compresi al volo ed assecondai volentieri, mai immaginando che Luigi risalisse anche lui verso i nostri volti cercando un bacio a tre.
Non so come fu possibile che io mi ritrovai, quasi senza rendermene conto, a baciare anche un uomo e, soprattutto, una bocca che si era appena rileccato lo sperma sparso su Adele. Eppure lo feci. D'istinto, quasi inconsapevolmente ma lo feci.
Cosa provai?
Se ci ripenso ora trovo disgusto al pensare di averlo fatto, ma allora, quando lo feci realmente, neanche me ne resi conto, perciò penso che provai solo stupore, forse anche un poco di piacere, certamente - in quel momento- non disgusto.
Del resto Adele ci ricordò "Ma non avevamo detto di trovarci per cenare?
"Anche" le disse Luigi.
A me il grande appetito di poco prima era in parte passato. Avevo fame da più tempo di quel qualcosa che avevo appena gustato: di sesso. Avevo gustato un "piatto" nuovo, una straordinaria e bella novità. Non avevo mai vissuto prima una esperienza triangolare.
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