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Lui & Lei

Una madre è anche una donna


di Zindo
30.10.2023    |    12.795    |    7 9.6
"Nel vedere il figlio, così somigliante al padre, pensa più a quest'ultimo, con rimpianto e nostalgia..."

Lo aveva realizzato Luigino, l'ultimo falegname artigianale del paese, quell'oblò al centro della porta tra il tinello e la camera da letto, in casa di Vittoria.
L'idea dell'oblò era stata copiata da quello esistente sulla porta tra la cucina e la sala per i clienti della trattoria gestita da Maria, la moglie del predetto falegname, affinché la donna, anche stando in cucina potesse tenere d'occhio la sala. Nella trattoria infatti l'oblò era ad altezza d'occhio, proprio perché Maria potesse guardare in sala mentre, in piedi, lavorava ai fornelli.
A casa di Vittoria invece, Luigino aveva realizzato l'oblò esattamente al centro della porta, cioè circa quaranta centimetri più in basso, perché servisse allo stesso scopo ma tenendo conto delle diverse esigenze. Vittoria nella cucina-tinello aveva anche la macchina da cucire alla quale stava molte ore al giorno essendo lei sarta di mestiere e l'oblò all'epoca serviva perché la donna dalla sua postazione di lavoro potesse tenere d'occhio Federico, il suo bambino, quando costui già dormiva di sera o ancora dormiva di mattino e lei lavorava ancora (se di sera) o lavorava già (se di mattino).
Glielo aveva fatto gratis quel lavoro Luigino e non aveva voluto essere rimborsato neppure per il particolare vetro, oggi diffuso ma allora raro, che consente la visione unidirezionale (dalla cucina in sala pranzo in trattoria; dalla cucina-laboratorio alla cameretta, in casa di Vittoria). Aveva detto Luigino che il vetro utilizzato era una rimanenza della lastra usata per realizzare l'oblò nella trattoria.

Sono passati più di venticinque anni da allora, quella porta con l'oblò al centro c'è ancora in casa di Vittoria, anche se ora Federico non è più un bebè da sorvegliare mentre dorme, ma un uomo adulto, poco meno che ventisettenne.
Vittoria fa ancora la sarta, ma non più per realizzare capi unici su misura per le signore benestanti, come ai vecchi tempi, ma per adattare ai fisici degli acquirenti i capi prodotti in serie dalle sartorie industriali. In pratica accorcia calzoni o maniche di giacche, restringe o allarga i punti vita di qualche gonna.
Oggi avrebbe dei lavori da eseguire, ma non ci riesce proprio. Quell'oblò attira troppo la sua attenzione. Quand'anche volesse distrarsi, la sua attenzione viene richiamata dai sospiri, i mugolii, il cigolio delle reti, provenienti dalla stanza adiacente. Il suo sguardo insiste verso quella porta, anzi su quell'oblò, ancora più precisamente a quello che accade oltre quel vetro che lascia vedere ed impedisce di essere vista.
Si mette seduta come se dovesse lavorare alla macchina da cucito, in realtà lo fa per posizionarsi al meglio e seguire quello che accade nella stanza adiacente, sul letto che è in quella stanza: il letto di Federico.
Con Federico c'è Samantha.
Buon senso vorrebbe che lei, Vittoria, fosse già uscita, magari per fare un giro, o fare compere, o sbrigare qualche faccenda fuori casa, tanto se Samantha è in camera con Federico non ci sta certamente per parlargli o per fargli confidenze: Samantha e Federico sono in quella stanza per fare sesso. Vittoria lo sapeva da prima che i due cominciassero a trombare.
Vittoria ha voluto che questo accadesse tra suo figlio e Samantha, lei stessa ha fatto molto perché ciò succedesse. In qualche modo si potrebbe dire che sia stata lei a farli incontrare, a favorire al massimo il rapporto che si sta consumando, appena oltre quella porta, oltre il vetro che non le impedisce di vedere.

Vittoria ora infatti vede suo figlio nudo, disteso sul letto a gambe divaricate, a membro ben teso; vede Samantha appoggiata sul letto con la parte più bassa delle gambe e ripiegata in avanti come islamico in preghiera verso La Mecca. Non è però orientata verso La Mecca e non prega Allah quella donna, ma lecca le palle e il membro di Federico, fa scorrere le sue mani carezzevoli sul torace del giovane disteso che ha stampato sul volto l'espressione da uomo felice, vagamente sorridente.
E' bello quel figlio, bello come l'uomo con il quale lo ha concepito circa ventisette anni fa. Ha gli stessi lineamenti sul volto, la stessa struttura fisica, ora ha quasi la stessa età di suo padre allora, al tempo del concepimento, quando non erano sposati ma innamoratissimi. Era stato bravo Giulio a far innamorare Vittoria, a circuirla, a coccolarla, corteggiarla, liberarla da ogni paura e farla cedere alle sue insistenze. Era riuscito a “farla sua”, come si diceva a quei tempi, prima del matrimonio
.
E' bella anche la donna che sta sul letto con Federico: Samantha. Ha la pelle ambrata, i capelli nero corvino, il corpo ben curato, è nella pienezza dell'età adulta, e non ancora intaccata dall'età. Forse ha soli pochi anni più di Federico che , secondo Vittoria, non merita una donna meno bella di Samantha
Samantha ora si distende scivolando lentamente sul corpo di Federico, strisciando la lingua risale verso l'ombelico di lui e poi più avanti, fino ai pettorali, mentre i suoi seni pendono sul membro turgido di Federico.

Vittoria vive da guardona questo rapporto di suo figlio con Samantha, ma nella sua mente vive anche il ricordo di quando era stata lei ad essere distesa, non su un letto ma sull'erba di un prato. Sopra di lei non c'era stato disteso il corpo di Samantha ma di Giulio, il padre di Federico.
Era stato bravo e paziente con lei Giulio, più di quanto sembra brava Samantha nel fare all'amore con Federico. Federico ora vuole fare sesso. Lei invece, Vittoria, a suo tempo lo voleva intimamente ma era spaventata da quelle sue voglie crescenti che contrastavano con i principi che le avevano inculcato, con i modi che una ragazza per bene avrebbe dovuto avere. Lei a suo tempo aveva temuto tutto: dal peccare, all'essere giudicata male proprio dall'uomo che la stava inducendo al “peccato”. Era stato bravo e paziente Giulio nel liberarla da ogni freno inibitore, dai tabù immessi in lei da una educazione fatta di “non informazione”, dal senso di peccato con il quale allora veniva circondata la sessualità, dall'inesperienza, dalle paure.

Proprio come ora Samantha ha appena fatto con suo figlio, Giulio a suo tempo l'aveva prima stordita con baci, carezze, con un gran lavorare di labbra e di lingua tra le sue cosce, per poi distendersi su di lei e fare esplodere tutte le sue voglie ed i suoi istinti quando le aveva baciato i capezzoli, morso senza farle male i seni.
I ricordi di quel primo rapporto li ha sempre avuti ben impressi nella mente Vittoria. Da quando Giulio non c'è più si sono confusi abbastanza con i ricordi di innumerevoli altri rapporti avuti con il suo amatissimo uomo. Nel vedere il figlio, così somigliante al padre, pensa più a quest'ultimo, con rimpianto e nostalgia. Da tre anni l'ha lasciata vedova.
Da tre anni Vittoria non fa sesso, non con uomini reali almeno. Le sue voglie che l'età avevano leggermente pacate, si sono rafforzate invece con la forzata astinenza e Vittoria non riesce a reprimerle. Ha dovuto e deve necessariamente soddisfarle da sola, purtroppo, ricorrendo all'auto-erotismo. Quante notti si mette supina e stringe a se un cuscino con un braccio e inumidisce con la saliva le dita dell'altra mano prima di toccarsi tra le cosce, ricordando quando non le sue dita umide si insinuavano tra le grandi labbra ma la lingua agile di Giulio; quando non il suo dito medio ma il ben più grosso cazzo di Giulio si addentrava in lei penetrando molto più a fondo. Quant'era meglio modellato di un dito quel cazzo che le manca di notte, duro eppure morbido al tatto come il bel cazzo di suo figlio che ora Samantha tocca, sbaciucchia, lecca, pompina.
Anzi no, non più. Ora Samantha si è sollevata con il busto, si sta accovacciando su Federico per infilarsi il ben teso membro nella figa, stando a spegni-moccolo sul giovanotto. E' lei che va su e giù con il corpo, che rotea leggermente i fianchi, che afferra con le sue mani quelle di Federico e le porta sui suoi seni. Federico lascia fare, quasi immobile, solo sorridente e con la muscolatura visibilmente contratta.

Federico sembra lasciar fare, pensando più ad apprezzare il piacere che Samantha gli regala, che a generare lui ulteriore piacere.
Anche lei, Vittoria, nei primi tempi aveva lasciato fare tutto a Giulio, felice di essere dominata, posseduta, usata dal suo uomo. Era innamorata di lui, estasiata dalla scoperta dei piaceri sessuali che il suo uomo le faceva scoprire, con gradualità, sempre di più, sempre con qualcosa di nuovo, di diverso dalle volte precedenti.
Non riesce Vittoria a non ricordare il piacevole brivido avvertito la prima volta che Giulio le aveva leccato la figa, la strana sensazione della prima volta che lei aveva preso il cazzo di Giulio nella bocca, gli innumerevoli luoghi, le svariate ore del giorno, i diversi modi con cui lei ed il suo uomo avevano fatto sesso in più di due decenni di matrimonio felice, nonostante le grosse difficoltà che la vita aveva imposto alla coppia.
Vittoria, proprio ricordando il grande amore che ha vissuto e tenendo presente le sofferenze che vive da quando Giulio l'ha lasciata sola, ha un timore: che Federico si possa innamorare di Samantha e soffrire quando lei non vorrà più avere a che fare con lui.
Lei è stata innamorata follemente di Giulio, e soffre molto, tanto, troppo, ora che il suo amato non è più al suo fianco di giorno, non è più nel suo stesso letto di notte.
Anche Samantha, pensa Vittoria, prima o poi sparirà, di lei si perderanno tutte le tracce. A questo pensiero il cuore le si stringe, perché pensa a quanto soffrirà quel figlio che ora sta invece godendo.

E' un pensiero strano il suo, per molti versi illogico, ma i pensieri vengono nella mente da soli, non li generiamo coscientemente noi, nascono e basta e quando si formano assillano.
Vittoria cerca di allontanare questo brutto presentimento, lo fa pensando che non ha mica provato tutto in tema di rapporti sessuali. Infatti il suo Giulio in oltre due decenni di vita matrimoniale le ha fatto fare sesso in innumerevoli modi, infinite posizioni ma mai l'ha fatta mettere a spegnimoccolo su di lui come ora sta Samantha su Federico.
Certo che quella donna sa bene come fare sesso. Vittoria la osserva attentamente, nota come si solleva e si riabbassa, come si muove col bacino, come reclina la nuca all'indietro, come si lecca le labbra. Prova ad immaginare il piacere che sta provando lei e quello che starà provando Federico che sorride beato nel lasciarsi cavalcare e strizzando tra i suoi pollici ed indici i due capezzoli di Samantha.
I due oltre il vetro dell'oblò scopano all'impazzata ormai.
Vittoria in qualche modo gode nel vedere come quei due godono, ma una parte di lei soffre, è la sua parte di donna femmina e non di donna madre. Si lascia andare anche ad altri ricordi, per esempio a quelle volte che ha represso i suoi desideri, rifiutato gli approcci di alcuni maschi che negli anni di vedovanza l'hanno circuita. Sì, ci sono stati tipi che le hanno fatto proposte esplicite ed ai quali si è negata. Inizialmente si era addirittura offesa per l'approccio di un tipo che si era fatto avanti troppo presto. Lei doveva ancora metabolizzare la sua condizione di vedova. Era ancora nella fase in cui sperava che la morte fosse una illusione, che Giulio potesse tornare o, come in certi film, apparirle, parlarle. Poi perché si era imposto il ruolo di vedova perbene imponendosi di doversi accontentare del ruolo di madre che, nel suo caso, non era né facile, né poco gravoso, per una serie complessa di motivi vari.
Certo gli uomini che l'avevano abbordata non erano belli come il suo Giulio e si erano rivolti a lei con modi ed in tempi totalmente sbagliati, ma nella sua testolina a volte le capita di pensare di guardarsi allo specchio per verificare se è ancora capace di attrarre davvero un maschio, perché in fondo, in fondo, in fondo, non è proprio convinta di restare fedele ad un uomo non più esistente. Ama coltivare, anche se abbastanza vagamente, l'idea di piacere ancora, di essere corteggiata, magari con modi diversi dai porci che l'hanno abbordata in maniera volgare ed offensiva e da maschi più piacenti di loro. Non a caso certe notti, dandosi soddisfazione da sola nel suo letto, le capita non solo di ricordare il suo Giulio ma anche di fantasticare su certi maschi...alcuni indefiniti, altri...con connotati precisi, per esempio un certo Sergio, impiegato al comune, suo ex compagno di scuola, mai sposatosi. “Chissà – si chiede- come appagherà Sergio i suoi desideri sessuali...se li ha...ma li ha, li ha... Tutti ce l'hanno...”

Mentre gli occhi di Vittoria hanno continuato a guardare oltre il vetro dell'oblò, negli ultimi minuti il cervello della donna non ha più recepito le immagini, si è dedicato ad altro: a ricordare le notti passate nel letto vuoto, a rimpiangere gli anni felici, a vagheggiare confuse fantasie con un certo Sergio come coprotagonista.
Qualcosa però riporta Vittoria alla realtà: geme senza ritegno ora Federico; emette addirittura delle grida, anche se in maniera soffocata, quella Samantha; cigola a ritmo serrato la rete del letto; batte al muro ogni tanto la testiera del letto. Godono i due nell'altra stanza.
Soffre Vittoria al di qua della porta.
Vittoria si alza. Apre l'antina di un pensile. Da un vaso in ceramica decorata tira fuori delle banconote. Ne prende due di diverso valore e le mette sul tavolo, sotto le forbici da sarta usandolo come fermacarte e sopra un foglio di carta sul quale lei stessa aveva già scritto in precedenza “Grazie. Ti ricontatterò io tra qualche tempo”. Poi esce e se ne va.
Sul tavolo ha lasciato quanto in precedenza pattuito con Samantha.
Non è stato facile per lei andare personalmente a cercare tra le prostitute la più bella e convincerla ad una prestazione a domicilio, con suo figlio.
Lei sa cos'è la sessualità e la sofferenza del non poterla soddisfare, ne è tormentata da tre anni.
A quel figlio che già tanti dolori ha avuto non può, non vuole dare anche quella del non appagamento di bisogni sessuali, per questo ogni tanto va in cerca di una bella prostituta, la paga e la porta a casa perché soddisfi quel suo figlio sfortunato, condannato a vivere tra il letto e la sedia a rotelle a causa di un incidente subito intorno agli otto anni, perché essendo nato sordo muto non aveva sentito arrivare una moto ed aveva attraversato imprudentemente la strada.
Non parla Federico, non ha mai parlato, ma sua madre lo capisce e, costi quel che costi, lo accontenta in quello che può.
Qualche volta, non trovando una donna degna di suo figlio tra le prostitute le è balenata per la testa di provare lei a soddisfare il figlio (o soddisfare se stessa con suo figlio?). Subito dopo averlo pensato è però inorridita per il suo stesso pensiero, vergognandosi per averlo provato.
Giulio in tanti anni l'ha aiutata a rimuovere molti tabù, quello dell'incesto no.
Preferisce fare come fa. Del resto se le prostitute esistono è perché ci sono clienti che hanno bisogno di loro.
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