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strana luna di miele


di Zindo
26.08.2023    |    25.597    |    14 9.6
"Non aveva resistito alla tentazione di usare la mano (quella che non era tenuta stretta da Manuela) non più per toccare il suo cazzo, come stava facendo, ma..."
Giovanni e Manuela s'erano sposati dopo otto anni di fidanzamento, o meglio di relazione a trecentosessanta gradi: era mancato solo l'abitare insieme per poter affermate che avevano convissuto otto anni.
Anni vissuti con tutti i pro e tutti i contro di una vita di coppia: trombate a tutto spiano ed in ogni modo possibile ma anche momenti di noia; attenzioni iniziali a prendere precauzioni per non avere un figlio, seguito prima da un desiderio di maternità e paternità e poi dal crescente timore di non riuscire ad avere figli, fino ad avere la certezza di questo tramite accertamenti clinici.
Avevano avuto periodi di intesa totale e periodi molto litigiosi, erano stati spesso solidali, ma a volte anche in contrapposizione.
Insomma una vita di coppia vera.
Cosa si dice che succede alle coppie dopo sette anni? Che vanno in crisi?
C'erano andati anche loro, solo che per questo tipo di crisi molti si separano. Giovanni e Manuela invece hanno deciso di dare una svolta atipica: di sposarsi.
Lo hanno fatto: si sono sposati in pompa magna, con banchetto per gli invitati e luna di miele.

Nonostante avessero scelto di andare alle Maldive per il viaggio di nozze, nella camera del loro albergo, avevano trovato un arredo che da noi era in uso negli anni '50 del secolo scorso, almeno per quanto riguarda il grosso armadio a tutta parete, con le ante a specchio. Occupava una intera parete della stanza.
Era stato in quello specchio che Giovanni aveva visto il riflesso di lei e Manuela mentre facevano sesso. Gli era piaciuto vedere quella immagine; si era accorto di eccitarsi più a vedere sua moglie posseduta che nello scoparla.
Lo aveva detto anche ad Emanuela invitandola a guardare anche lei.
Anche Emanuela si era elettrizzata, soprattutto per l'espressione estasiata e libidinosa del marito, oltre che per il fatto che Giovanni da tempo non era stato più così effervescente come in quella prestazione davanti allo specchio
L'amplesso era stato estasiante, appagante al massimo, di quelle scopate che restano imprese nella memoria. Per questo ne avevano riparlato volentieri, ridendoci sopra, rieccitandosi al ricordo, riprovandoci appena possibile ma... ma un saggio una volta disse: “Non andare a cercare la felicità dove l'hai trovata una volta, rischi di non trovarla più e resteresti deluso"

Esattamente quello che accade ai due quando vollero cimentarsi a riprovare le stesse sensazioni, scopando guardandosi lo specchio.
Il riflesso non aveva sortito lo stesso effetto della prima volta anche se i due, inizialmente finsero il contrario.
Poi avevano scoperto le carte. Giovanni dicendo:- "La vera goduria per me sarebbe vederti scopata non dal mio riflesso ma davvero da un altro maschio. Voi sul letto a fare di tutto ed io lì sulla poltrona, a guardarvi e masturbarmi."
Manuela non si era scandalizzata dell'idea ma aveva riso chiedendo: "E tu resisteresti seduto, a pochi metri, senza intervenire? Non ci credo. Vorrei metterti alla prova...ah, ah, ah...non ci credo proprio!”
“Allora mettimi alla prova, fatti scopare mentre ti guardo. Dai, guarda mi sono eccitato solo a pensarci, senti che duro che mi è venuto. Tocca, senti”.
Manuela aveva toccato, verificato e si era compiaciuta al punto da continuare a toccare dicendo: “Appunto, non sai stare da parte col solo pensarci, figurati se mi vedessi davvero. Dovresti fartici legare su quella poltrona per non muoverti, ti conosco sai.”
Giovanni era andato in tilt alla nuova prospettiva e, subito, quasi sbavando, aveva detto: "Sì, sì, sì, fantastica idea. Io legato come un salame e tu maiala con un altro porco, facciamolo, facciamolo”
Manuela era più divertita che eccitata, o almeno così sembrava, e scherzando aveva replicato: "Il problema non è dove trovare la corda per legarti, ma dove trovare il porco che mi faccia fare la maiala".
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Stavano bevendo un drink a base di frutta, seduti al tavolino sulla terrazza del loro albergo. Passava in quel momento davanti a loro Shaleb che aveva appena servito altre consumazioni ad un tavolo con due signore anziane, forse inglesi, e rientrava verso il bar interno.
Era giovane Shaleb, sembrava alto ma non lo era eccessivamente. Sembrava che lo fosse perché era snello di corporatura. Era agile come una gazzella Shaleb, nel destreggiarsi tra i tavoli, dinoccolato nel camminare. Era bello da vedere con il suo sorriso dai denti bianchissimi che risaltavano sul colorito “marrone-castagna” della sua pelle. Era un mulatto, colto e simpatico Shaleb. Nonostante fosse solo un cameriere, anche se non perfettamente parlava (o almeno capiva e si faceva capire) oltre l'inglese come quasi tutti sull'isola, anche il francese e l'italiano.
-"Proviamo con Shaleb?" - aveva chiesto Giovanni a Manuela che subito aveva riso. Dopo si era fatta seria e aveva risposto: “Ma tu non stai scherzando?”.
“Assolutamente no. Ti piace Shaleb? Guardalo bene, secondo me dev'essere uno spettacolo vederlo nudo, pensaci tu e lui sul letto, davanti allo specchio. Io lo chiamo.”
“Tu sei matto”,
“Lo chiamo o no? Ti piace o no?”,
“Ma non lo farebbe mai, figurati se quello...”,
“Lascia che decida lui per se stesso. Ora parla per te: tu te lo scoperesti Shaleb, si o no?”,
“Se ti dicessi di no?”,
“Ne cercheremo un altro, uno che a te piaccia, anzi sceglilo tu chi vuoi portarti a letto. Ti lascio carta bianca”,
“Però...dovrei scegliere per forza? Voglio dire: ti sei ficcato in testa questa idea e la vuoi veramente mettere in pratica?”
“Io sì, ne abbiamo parlato, eri d'accordo. Non mi dire che ci hai ripensato... dai,...dai...”
“Allora insisti?”,
“Insisto, scegli un uomo”.
Manuela aveva pensato per qualche secondo poi aveva detto: "Shaleb è perfetto. Ci pensi tu però a contattarlo!”.
Giovanni, esultante, aveva allungato una mano tra le cosce della moglie e alzandosi per poter arrivare a darle un bacio di ringraziamento, aveva fatto scorrere la mano fino alla figa.
Sorpreso aveva esclamato: “Ma non hai messo niente sotto la gonna?”
“Perché dovevo? Non mi hai detto tu che in questi giorni dobbiamo toglierci tutti i grilli che ci passano per la testa? A te piace guardarmi mentre scopo? A me piace essere guardata e sapessi quanti sguardi attiro quando allargo un poco le gambe, vestita con... il niente sotto la gonna. Secondo te quel vecchio bavoso che finge di leggere il giornale, al avolo all'angolo, perché guarda sempre verso di noi?"
Giovanni aveva guardato e visto l'ultra sessantenne brizzolato che faceva passare lo sguardo sopra le pagine del giornale che aveva davanti.
Aveva chiesto alla moglie:- "Ti piace quello?”.
Manuela aveva riso di nuovo e risposto. “Assolutamente no. Sono io che piaccio a lui. Guarda come sbava..”
Giovanni non solo aveva guardato ma aveva fatto anche una espressione come a chiedere all'uomo “Vuoi qualcosa?”
Quello aveva rialzato le pagine del giornale e nascosto il suo volto.
In quel momento Manuela aveva stretto le gambe imprigionando la mano del marito e detto: "Shaleb è perfetto, se ci sta”.
Giovanni l' aveva baciata appassionatamente, incurante di chi li guardava.

Una ventina di minuti dopo Giovanni, rimasto da solo deliberatamente, dopo aver chiesto a Shaleb fino a che ora era impegnato con il lavoro, gli mise nelle mani una lauta regalia in dollari dicendogli: “Appena sarai libero, sali da noi, al terzo piano, io e mia moglie abbiamo una sorpresa per te”.

Data un'occhiata alla banconota, Shaleb senza fare altre domande, aveva assicurato che a fine turno sarebbe andato al terzo piano.
Aveva però ancora un paio d'ore di lavoro da svolgere. Abbastanza perché Giovanni e Manuela si potessero dedicare allo shopping. Avevano acquistato qualche souvenir, una camicetta a casacca di seta trasparente, varie sciarpe di seta e cotone, oli e profumi, una lunga e robusta corda.
Rientrando in albergo avevano incrociato Shaleb, Giovanni gli aveva chiesto: “Ricordi?”.
“Ricordo” aveva risposto Shaleb turbato dallo sguardo insistente di Manuela sulle sue parti intime, prima di elargirgli un accenno di malizioso sorriso capace di porre nella testa del giovane mulatto il semino di un particolare tipo di desiderio.

Quando, più tardi, Giovanni aveva aperto la porta della stanza alla quale Shaleb aveva appena bussato, il giovane mulatto non indossava più i lunghi calzoni neri, né la giacca-camicia turchese che costituivano la sua divisa da lavoro, ma bermuda gialli e casacca con decori fantasiosi, vagamente floreali e comunque coloratissima, a colori vivaci, con un ampio spacco sul petto e sandali quasi invisibili ai piedi.
Aveva chiesto: -”Disturbo?”
Giovanni non era riuscito a pronunciare parole, tanto era già sovreccitato psicologicamente e, afferratolo per una mano, lo aveva tirato dentro la stanza, richiudendo subito la porta.
Solo allora Shaleb aveva capito il perché Giovanni era eccitato. Distesa sul letto, studiatamente scomposta, stava Manuela, praticamente nuda anche se si passava le sciarpe da poco acquistate sul corpo, non per coprirsi ma per eccitare ed eccitarsi. Stava infatti a gambe divaricate, una distesa e l'altra allargata e leggermente ripiegata al ginocchio con una sciarpa che da una spalla andava sul fianco opposto, passando tra i seni e l'altra tenuta nelle mani alle estremità, Manuela se la faceva scorrere lentamente tra le cosce, facendola strisciare sulla sua passera, tenendo gli occhi fissati su quelli dell'appena arrivato Shaleb. La lingua che le oscillava blandamente da un lato all'altro della sua bocca, carezzando il labbro superiore con la punta.
Shaleb aveva avuto un attimo di smarrimento. Si era soffermato un attimo a gustarsi l'arrapante visione, poi aveva guardato Giovanni interrogativamente, senza dire parola perché aveva la salivazione azzerata.
Era stato Giovanni a dargli una manata d'incoraggiamento sulle natiche e quasi spingendolo gli aveva detto: “E' questa la sorpresa per te, spero sia ti tuo gradimento”.
Ai era reso necessario anche un gemito da parte di Manuela ed il suo sollevare una mano quasi a supplicare d'essere raggiunta a far smuovere Shaleb dopo un “Vado?” chiesto a Giovanni e un “Vai, vai” avuto in risposta.
Le cose erano andate un poco diversamente da come le avevano progettate i due coniugi: avevano saltato la fase vagamente sado- masochistica, quella di legare Giovanni, ma costui, senza essere legato comunque si era liberato dei vestiti e si era seduto, a gambe divaricate e cazzo alla massima erezione, sulla poltrona. come previsto, mentre Shaleb senza spogliarsi prima, già era andato sul letto, ad accarezzare la donna, senza aver fretta, quasi non volesse rendere traumatico il sottrarre le sciarpe alla donna e sostituire al tocco della seta, le carezze delle sue mani, proprio lì dove Manuela si faceva carezzare dalle sciarpe: sui capezzoli, su tutto i seni, sull'ombelico e sulla figa. Poi, sotto lo sguardo attendo di Giovanni si era chinato a baciare capezzoli, ombelico e figa e solo dopo si era sfilato prima la blusa multicolore e dopo un altro passaggio di carezze e baci su tutto il corpo di Manuela, con un gesto rapido, si tolse i bermuda e contestualmente anche (se li indossava) le eventuali mutande. Nessuno ci aveva badato a notare se le portava o no le mutande sotto i calzoni.
I quattro occhi dei due coniugi furono ammaliati dalla generosa dotazione sessuale di Shaleb: lungo, grosso, teso e duro. Un cazzo capace di suscitar gran desiderio e un poco di paura, anzi no, non paura, forse solo soggezione.
Non si era dedicato ad altri preamboli il mulatto e subito era andato all'assalto della parte più femminile di Manuela.
Giovanni si era spostato solo per poter vedere meglio e da più vicino quel gran cazzo sparire dentro la moglie. Aveva afferrato la mano di Manuela, le aveva strette. Aveva visto Manuela sorridere, felice d'essere riempita e cavalcata.
Già cavalcata, e con che andatura!
Lo sguardo di Giovanni si era spostato sul corpo di Shaleb, su quei muscoli che si contraevano e si rilassavano nello spostare tutto il corpo su e giù, quel sedere dalle rotondità perfette stringere le natiche ad ogni spinta in avanti e rilassarsi, dando l'impressione di volersi riallargare quando arretrava.
Non aveva resistito alla tentazione di usare la mano (quella che non era tenuta stretta da Manuela) non più per toccare il suo cazzo, come stava facendo, ma per accarezzare quel giovane maschio che si stava trombando la moglie. Non c'erano state reazioni, né di gradimento né di fastidio, da parte di Shaleb nel ricevere le carezze di Giovanni.
Grazie a questa “indifferenza” di Shaleb, Giovanni non s'era intimidito, anzi aveva toccato ancora più audacemente quel bel corpo marrone, spingendo anche lui sulle natiche, a volte come ad aiutare la spinta dentro Manuela, a volte quasi strizzandole e aveva cominciato a toccare le cosce e le palle di lui, tra le gambe di lei fino a porsi in ginocchio tra le quattro gambe degli altri due, per curvarsi su se stesso a riccio e arrivare a leccare tra le natiche di Shaleb che gli aveva favorito l'azione, afferrando un cuscino per infilarlo sotto il sedere di Manuela. Così lei si era trovata più "penetrabile" col bacino sollevato e Shaleb era riuscito ad esporsi meglio anche lui ai leccamenti di Giovanni, il quale così era riuscito ad abbassare ancora di più la mira, fin sulle palle di Shaleb e poi, schiacciando il mento sul letto, ancora più giù, sull'asta che entrava ed usciva dalla figa di Manuela e persino, a tratti e a stento, anche su parte dell'umida figa di sua moglie.
Cose che non avrebbe potuto permettersi se i due non avessero cooperato.
La prima a raggiungere l'orgasmo era stata Manuela, così intensamente da trasmettere le sue sensazioni anche ai due maschi, provocando in loro un'accelerazione verso il loro apice di piacere, raggiunto a breve distanza l'uno dall'altro prima da Shaleb e poi, senza aver fatto nulla con il suo pistone, persino Giovanni aveva schizzato sborra per aver goduto psicologicamente. Era esploso quando aveva assaporato con la lingua il cocktail di umori maschili e femminili naturalmente miscelatosi sulla sua lingua indaffarata nel luogo di battaglia tra i sessi di sua moglie e il primo altro uomo inserito nel loro menage coniugale.
Primo "altro uomo" di una lunga serie che ancora continua ad incrementarsi, con sempre nuovi adepti.
Sarà stato con la coppia, almeno una volta, pure chi ha scritto questa storia?
Lascio l'interrogativo in sospeso,
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