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Serata surreale in discoteca


di donna2
28.12.2022    |    2.663    |    9 9.8
"Le altre, come da accordi, arrivano alla mezza..."
Tutto successe in una serata di maggio del '98. All’epoca non ero più giovane, ma decisamente ancora pimpante e piacente. Era un periodo che mio marito, per lavoro, andava di continuo in trasferta, lasciandomi ad arrovellare con le mie voglie. Con il solito gruppo di amiche, organizzammo di andare in discoteca: si trattava di un locale trivalente, dove, cioè, c'erano tre distinte sale da ballo, quella rumorosa, dove ci si sbatteva rompendosi i timpani, quella dove fare del liscio ed un'altra per il latino americano. Eravamo tutte e quattro allegre ed a me, in particolare, attirava la possibilità di vedermi tra gente che mi lanciava sguardi lubrici, di desiderio ed ammirazione: infatti è risaputo che in disco ci son sempre cacciatori di figa.In quest'ottica, ci accordammo di ritrovarci in un punto preciso, dove lasciare le nostre auto e andare tutte insieme con una sola auto, così da contenere anche la spesa. Si parte, avendo come meta una disco/balera di Milano, molto discosta , frequentata da gente dell'età tra i tenta ed i cinquanta. Dopo una mezzora di strada, eccoci giunte nel parcheggio di un vicino LIDL che, di sera, era utilizzato dalla clientela del locale da ballo. Scese, ci dirigemmo tutte alla cassa per il biglietto, dopo aver concordato di non restare in gruppo, ma ognuna si sarebbe regolata come meglio credeva, purché ci si fosse ritrovate di nuovo insieme, verso l'una, in quel posto e se, per un qualsiasi motivo, qualcuna non avesse fatto in tempo, sarebbe tornata a casa in taxi.
Con questi accordi, si siamo divise: io mi reco con calma a far un giro nella dance, ma il troppo frastuono mi induce a cambiar sala. Passo a quella del latino: ballerini troppo perfetti in stile gara di ballo e belle donne che amano volteggiare per mostrar le mutandine, anche se spesso si tratta di slip, fin troppo ridotti. Cambio ancora: come ultima alternativa mi resta la sala di liscio. Faccio un giro per la sala, raccogliendo molti sguardi interessati; trovo un tavolo tondo libero con tre sedie e prendo posto, accavallando le gambe per bene e poggiando la mia "pochette" su di una sedia, quasi ad indicare che è occupata.
Passano circa venti minuti e un paio di ganzi, niente di eccezionale, ma con un buon portamento, si avvicinano, mi squadrano, parlottano tra loro, poi……..“Sera, tutta soletta? O l’amica (accennando alla pochette) è a ballare o al bar?”Con un sorriso da chi se l'aspettava, rispondo:"Sì, soletta, sarà strano, ma vero; le altre amiche sono al latino, desiderate altro?”
“No, ma se non ci scacci, potremo farti compagnia: da sola in disco, dai…??”
A conferma di un sì, tolgo la borsetta e mi sposto nella poltroncina di centro, cosi da averne uno per lato. Brevi presentazioni:
” Lucia”, ovviamente non dico il mio vero nome e dico anche che son di Milano. A loro volta si presentano, per Tony e Mimmo.
Insomma si intavola il classico dialogo tipo: chi sei, cosa fai, ecc… ecc...Poi Mimmo suggerisce a Tony:
“Hey, di sicuro la signora avrà sete; cosa bevi?”………“Un analcolico va bene, non ho voglia di alcool”.
“Coca e rum?" mi fa Tony.
"Alla faccia dell’analcolico" ribatto, poi, ridendo e scrollandomi, mi scappa di mostrare il di sotto della gonna.
“Fai tu, dai!"
Tony va e resto sola con Mimmo, che mi si fa più vicino e sorride:
“E' sempre così, non ubbidisce mai; comunque, se non ti va, lasciala li: meglio esser lucidi, non trovi? Approvo sorridendo e con fare da sempliciotta mi giro verso di lui e, nel farlo, i miei slip bianchi, vengon0 notati dal suo occhio attento. La musica è piacevole, le coppie ballano, la gente gira per la sala, lui parla e …….
Gli lascio credere che sono affascinata; mentre Mimmo parla, con piccoli scatti avvicina la sua poltroncina alla mia, le ginocchia quasi si toccano, e, mentre parla, la sua mano già sfiora il mio avambraccio. Io, dandomi un certo contegno, prendo la pochette e faccio finta di cercare qualcosa dentro, poi la riposo e mi sistemo meglio verso di lui, in maniera tale da sistemare le mie ginocchia in direzione dei suoi occhi. Noto che deglutisce, mentre dal semplice sfiorare il braccio, passa ad accarezzarlo con fermezza. Intanto arriva Tony, che posa i tre bicchieri e, notata la mia posizione e quella di Mimmo, esordisce:
“Volete star soli?” Mimmo non dice niente, ma lo guarda indeciso.
Al che intervengo io e dico:
"No, siete arrivati in due e, se non vi dispiace, per me va bene così”.
Insomma brindiamo: sì, è rum e coca, quindi meglio andar adagio: se deve capitar qualcosa, preferisco esser lucida. Si chiacchiera ancora un po', mentre la mano di Tony è al ginocchio ed il mio è fermo, mentre l’altro è a 10 cm: un invito?
Tony interviene senza pretendere nulla, poi, con un semplice gesto, si toglie la giacca ..
“Uffa, dove la poso? Ho sbagliato a non lasciarla in guardaroba … “
“Se non ti è di fastidio, puoi metterla qui, sulle mie ginocchia…….” propongo in modo sibillino, ma con sguardo languido. Chiaro invito per Mimmo a esplorare? Infatti non ci mette molto a far sì che la sua mano arrivi al centro di me con suo piacere, mentre Tony esplora la coscia dalla parte opposta.
“hmhmhmm, slippini? E…………………Sembrano a quanto pare siano umidi”.
“ ah ah ah - rido - Vuoi vedere che è colpa mia e non del gatto che sgraffigna, lì sotto?”
“Beh, si potrebbe ………….: sempre che alla signora non dispiaccia; sarà opportuno ovviare all’inconveniente dello slip umido, rimuovendolo e direi che capita bene, perché siamo esperti in queste cose. Basta solo che resti calma e segui le nostre istruzioni”.
Li guardo facendo la finta tonta, poi prendo il bicchiere e disponendomi all'azione di bere, mi distendo un po' con la schiena, allungando le gambe. Subito due mani arrivano ai fianchi e catturano l’elastico degli slip.
“Ora, appoggiati sui gomiti e solleva appena il tuo splendido culo!”
Mentre lo propone, ubbidisco e l’elastico scende sino a metà coscia.
"Ora la parte più difficile, ma anche più bella: apri le gambe, non troppo, che lo portiamo giù, ecco, cosi, non troppo ma stanno scendendo, ora siamo alle ginocchia, adesso sta calma, così le lasciamo cadere, poi sarò io a raccoglierle”.
“Perfetto - fa Tony - pare che lo fai da sempre: prendi tu, mimmo?”
Lui si china, suggerisce: “Alza leggermente i piedi, fatto, eccole” e le sbandiera. "Ho vinto un premio? E' questo il mio premio?” e annusa gli slip senza la minima preoccupazione di chi potesse vederlo.
“Beh, direi che questi rappresentano già un buon inizio, per il resto dipende da te; da come è andata la breve conoscenza, direi… ma decidi tu”.
“Hmhmhmhmmm, (è un mio gemito da sorniona quello che mi emerge dall'animo;
Che culo, mi dico, due in un botto? Che mi intrigano pure? Capaci? Chissà se…) direi che, se ci fosse una proposta accattivante …? Di certo non andare nei bagni! Lo trovo quanto mai squallido”.
Mimmo, che sembra il più deciso e porcello, propone:
“Senti, andiamo nella zona fumatori che, se c’è la giusta situazione, possiamo giochicchiare. Tony, va a vedere se non c’è già qualcuna…“
Lui parte e va, mentre io e Mimmo continuiamo a parlare senza far notare, a chi ci sta intorno, che lui, sotto la giacca, prosegue nella sua esplorazione della mia intimità; pian piano si riempie la mano dei miei umori ed io faccio scongiuri affinché non lasci tracce sulla gonna. Dopo qualche minuto, gli squilla il cellulare, gli viene riferito che è tutto ok e, a qual punto, Mimmo mi invita a seguirlo.
Praticamente attraversiamo la sala e superiamo la scala che porta ai bagni sotterranei. Sbuchiamo in un atrio, dove diverse persone sono lì a fumare; sempre con nonchalance, proseguiamo ed usciamo in un cortile a cielo aperto, ma recintato da alte murature. In un angolo è visibile un gruppetto di gente che fuma e Tony, in mezzo, che parla con loro.Mimmo mi guida verso di loro; ad un metro dal muro vi è come una rientranza, la gente si sposta, Tony mi guarda e dice:
"Se non sei serena o temi qualcosa di brutto, ce ne andiamo subito. Ma, se sei decisa a divertirti, si verificheranno cose da pazzi”.
Io mi fido dei due e mi ritrovo a considerare che sono in ballo e voglio ballare.
Le amiche? Chissà cosa staranno facendo? Ma ci siam dette ognuna per sé e questa sarà la mia.
Superato il cordone di gente, noto una poltrona di quelle da interno nell’angolo, con dello spazio intorno; tutti sono girati di schiena, Tony mi invita a sedere. Mimmo si rivolge agli astanti e dice:
“Ragazzi, la signora è la prima volta che viene a sedersi; quindi, cerchiamo di non esser cafoni: dai, Lucy, lasciati andare".
Mimmo chiama uno dei presenti e lo invita a tenermi sollevata una gamba, un secondo dovrà far lo stesso con l’altra, poi, inginocchiatosi, inizia un lavoro di lingua fantastico. In pochi minuti, complice la particolarità del posto, della gente che c'è che, di tanto in tanto, si gira a sbirciare, inizio ad emettere copiosi umori, che Mimmo, con solerzia e dedizione, assorbe con la bocca. Tony è con il cazzo duro in mano, ma non si avvicina; io, ipnotizzata dalla sua meravigliosa verga, lo nvito e, appena sento l’odore acre del cazzo, prendo subito a passar la lingua sulla cappella. Avverto, tra la pelle e la cappella, quel salino eccitante, lo abbocco tutto e lo ciuccio con avidità.
In quel momento la dimensione spazio/tempo è annullata: non m'importa più dove sono, né del tempo che passa. Voglio solo godere come un'assatanata, vengo due volte di seguito e blocco la testa di Mimmo fra le cosce, poi, senza preoccuparmi di chi potesse sentire, urlo:
“Ed ora, come si fa?... Porca puzzola... mi hai caricata in una maniera che ...”
Uno si avvicina e suggerisce:
“Semplice, se non ti dà fastidio che guardiamo e non urli, ti inginocchi sulla poltrona e lasci fare. Stai tranquilla... alla porta dell’atrio c’è una donna di sentinella…” Mimmo mi esorta a sistemarmi a pecora.
“Lucy, però non ho il gommino…”
Lo guardo stranita, ma rispondo:“Furbastro, pensi che sia scema? Ne hai eccome, ma ci stai provando; a me sta comunque bene: entra pure dove vuoi“.
Umida come sono, appena appoggiato, scivola dentro senza alcun impedimento, anche grazie al contributo offerto da Tony, che mi tiene la fica ben aperta ed io che spingo per accoglierlo. L’urto contro la cervice mi strappa un gridolino e, girandomi per guardare Mimmo, scorgo una donna che mi osserva con attenzione, insieme ad una seconda a braccetto. Incitano discretamente Mimmo a sbattermi forte: vogliono vedermi soffrire sotto i suoi colpi.
Tony torna a mettermelo in bocca, così i violenti colpi che mi martellano dentro, li soffoco tenendo il cazzo in bocca, finché sento delle mani stringer forte i fianchi, cui fa seguito un colpo tremendo che mi fa reclinare la testa per la profondità toccata e quello è il segnale che si sta scaricando: lo sento pulsare forte, la cappella che si dilata per lo sforzo di espellere la sborra, e poi le mani mollano i fianchi e scivolando via, esce.
Tony mi guarda, aspettando un mio cenno.
“Tocca a te, ora, che aspetti?”
Va dietro ed entra in fica, ormai dilatata e scivolosa come un’anguilla Un po' di colpi poi, mentre se ne esce, punta al culo e spinge forte. Nonostante sia già molto collaudata anche lì, quella sua entrata, cosi di colpo, mi provoca delle scosse elettriche che partono dal cervello per concentrarsi sul buchetto.
Non grido, ma mordo lo schienale della poltrona. Sento le sue palle che sbattono sulla mia fica, poi, senza aspettare che mi adegui alla sua dimensione, esce e subito è di nuovo dentro. Continua così finché il buco del culo ha perso ogni resistenza.
Le donne mi sono ancora vicine e mi dicono: "brava, sei forte!".
Una, addirittura, mi offre il cazzo del marito:
"Dai, preparalo che, se lo vuoi, bene, altrimenti mi metto io li"
Tony mi incula ancora per molti minuti, sinché lo sento spingere come volesse penetrarmi dentro con tutto sé stesso.
La signora che mi è vicina, non demorde:
“ Vuoi anche mio marito o mi lasci il posto? Decidi tu, ma, per stasera, sarà l’ultimo“.
La mia mancata risposta, per la signora equivale ad un "sì".
“Amore hai visto? La vacca vuole ancora cazzo: dai, dacci dentro, accontentala".
Vengo allargata dalle mani di lui, mentre lei guida il cazzo.
“Tesoro, vuoi questo culo, stasera? Guarda com'è bello largo e ben inseminato scivolera che nn te ne accorgi“. Sento un mugolio e la sua cappella sullo sfintere che, ormai sfatto, lo accoglie senza problemi. Il tormento dura un bel po' di minuti, mentre invito un altro cazzo duro ad avvicinarsi per succhiarlo, solo che è talmente eccitato che, dopo poche succhiate fatte con vigore, mi parte in bocca. Ero lì lì per togliermi, ma la signora mi blocca:
“Eh no, cara, qui si beve, non si spreca nulla, dai, da brava, manda giù".
Anche se contro voglia, mi gusto quella sborra pastosa e salata che mi scende in gola e, quando non ne esce più, con la lingua lo ripulisco avidamente. Intanto, dietro, l'altro ha finito: una mano mi passa delle salviettine tra fica e culo.
Avverto dolore alle ginocchia. Mi ricompongo.
Il gruppo avverte Tony che la via è libera, si può uscire e tornare in sala.
Guardo l'ora: son le 23:30, è tempo di prepararsi per rientrare, ritirare la giacca al guardaroba, vado verso l'auto. Una delle amiche è già li. Le altre, come da accordi, arrivano alla mezza.
Lungo il percorso di ritorno, ci scambiamo le impressioni di come sia andata. Io non ho riferito che mi ero presa tre cazzi: loro sanno che sono abbastanza troia, ma mi son trattenuta dallo spiattellare tutto. Ho solo precisato che ho formato gruppo con due ragazzi, con i quali ho ballato dei lenti ed ho limonato da porca con entrambi, facendomi anche palpare per bene e, ad uno dei due, ho regalato gli slip. Che tentai un approccio di bocca ma molto difficile visto il via vai Ho però ribadito che, di sicuro, il sabato successivo li avrei incontrati e, questa volta, non solo per limonare.
Quella accanto a me, tenne a precisare che si era procurata un appuntamento per il successivo lunedì a Pavia, in centro.
Quella davanti disse che la serata era stata bella, piacevole, ma che a lei riesce difficile fare il latino americano, così, sui divanetti posti a cerchio, si era concessa delle ottime limonate e mani che la palpeggiavano un po' dappertutto. Infine, l'altra amica, quella alla guida, ha raccontato di essersi accontentata di ballare, bere e scambiarsi palpate con tre ganzi.
In aggiunta aveva anche provato a giocare con la bocca su di uno, ma era molto difficile riuscire a poter "bere".
In conclusione siamo rimaste tutte contente della serata riproponendoci di ritornare.. … nel mio intimo si ritornerò ma probabilmente sola.. o con la piu decisa delle tre.. perche se debbo fare meglio avere compagnia..
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