Racconti Erotici > Prime Esperienze > Una settimana al mare.
Prime Esperienze

Una settimana al mare.


di donna2
17.04.2023    |    20.445    |    7 9.6
"Dovrò esser sua per i cinque giorni che soggiornerà accanto al nostro bungalow..."
Premessa. I fatti che seguono sono realmente avvenuti nell'estate del 2017 a Catania, durante una vacanza al mare, in cui mi sono abbandonata alla dominazione di un maschio Alfa, che mi ha imposto le cose che leggerete. Era la prima volta che permettevo ad altri di esercitare il loro potere coercitivo su di me, che, in realtà, sono abbastanza determinata nelle mie azioni. Devo dire che è stata una bella esperienza sentirmi indotta ad esser umiliata per sesso. Una volta tanto non ero io a prendere iniziative, ma mi venivano imposte da quello che chiamerò "magister": cioè colui cui avevo affidato il completo potere sulla mia persona, sia nella mente che nel corpo. Spero piaccia ai lettori, come è piaciuto a me vivere quell'esperienza.

*****************************************

Finalmente sono arrivate le agognate ferie, valige pronte, si parte: la meta è ad otto ore di auto, dove io e mio marito trascorreremo dieci giorni di assoluta libertà da tutto, finanche dal vincolo coniugale, immersi nella natura, liberi da vestiti e qualsiasi altra imposizione della normale quotidianità.

Sì, andremo in un villaggio naturista e lì saremo raggiunti dal "magister", che ci ha contattati su questo sito. Dovrò esser sua per i cinque giorni che soggiornerà accanto al nostro bungalow.

Arrivati e sistemati nel nostro bungalow, via i vestiti, via le scarpe, sostituite da comode ciabatte da mare. Relativo telo, crema protettiva, ombrellone e via in spiaggia, a godersi l’elioterapia, il classico prendere il sole, ma, stavolta, nuda, invasa dai raggi di sole in ogni parte del corpo, comprese quelle più intime.

Che incredibile sensazione quella di avvertire il calore del sole sulla fica nuda, che, tra l'altro, ho anche depilato ben bene con creme profumate ed ora si presenta liscia, come quella delle bimbe.

Che bello girarsi e sentire i raggi del sole sulle chiappe, poter allargare le gambe e lasciare che quei raggi lambiscano il forellino anale, riscaldandolo e dandomi la sensazione che quasi volessero penetrarvi dentro.
I primi due giorni scorrono veloci, nel gustarsi queste sensazioni inusitatamente nuove.

Il "magister", al terzo giorno, mi trova distesa in spiaggia, con culo al sole, gambe larghe e semi addormentata.
“La signora è pregata di darsi un contegno: non è da persona per bene star a gambe aperte alla vista del pubblico, permettendo che tutti vedano l’entrata o, meglio, l’uscita posteriore. Questo pomeriggio, verso le quattordici, si presenti da me senza niente addosso, così inizieremo a correggere questi innaturali comportamenti. La saluto……..” e se ne va, senza dire altro.
Come ordinatomi, mi ricompongo: chiudo le gambe e continuo a gustarmi il sole.

Sono le quattordici, dopo una pausa panino, birra, caffè, doccia e massaggio con crema profumata, indosso un paio di zoccoletti rossi con tacco medio, occhiali scuri e cappello. In assoluto silenzio esco dal bungalow: mio marito mi ammira nel mio look e gode nel vedere il mio incedere sculettante.
Mi incammino verso il vicino bungalow, che dista a non più di dieci metri.
Il Magister (che in seguito chiamerò confidenzialmente Mag) è sotto il portico, seduto senza slip su un asciugamani, con davanti, su un tavolino, un bicchiere, una bottiglia d'acqua, un asciugamani ed una corda rossa.

“Bene, in ritardo di circa cinque minuti, cominciamo proprio bene. Fatti un po' vedere, girati, hhhmmm, stai davvero bene con quei zoccoletti, quindi, per tutto il tempo che sarai mia, indosserai sempre e solo quelli, o quelli che ti proporrò, ma credo che quelli andranno più che bene per tutto il tuo periodo di obbedienza“.
Mi giro, affinché possa osservarmi compiutamente. Mi avvicino al tavolo, ma, con un cenno, mi indica di allontanarmi, poi mi ordina:

“Ora fa il giro del bungalow e, se vedi dei pezzi di carta per terra, li raccogli, ma senza inginocchiarti, ti devi piegare in avanti, allargando leggermene le gambe e, mi raccomando, non lasciar niente per terra”.
Lo guardo un po' stupita e mi verrebbe spontaneo replicare:
“Ma?...”
“Va, ho detto; cominciamo a ribellarci? Va, fila e non tornare a mani vuote..” Mestamente, inizio a camminare.
Il primo lato è sgombero da cartacce, ma, arrivata sul retro, noto una serie di pezzi di carta sparsi in ogni dove, lungo la parete di casa.
Prendo a raccoglierli, come ordinatomi, cioè mi piego, lasciando le gambe dritte, allargandole di poco, sono a ridosso della casa e mi accorgo che dal bungalow di fronte, un tipo, seduto sul portico, guarda ed ammira ogni mio movimento.

Con calma quasi pedantesca, recupero i vari pezzi di carta e, quando mi trovo in posizione perpendicolare al tipo, mi accorgo che quei pezzi sono di gran lunga aumentati di numero, così sono costretta a prolungare la mia permanenza sul posto. Noto che quello si gode la mia fica che si schiude e si apre nei vari movimenti, così come il buco del culo roseo gli appare in tutta la sua evidenza, anche quella più nascosta.

Avverto la sensazione di bagnarmi. Lo sguardo sfacciato dello sconosciuto mi provoca contorsioni allo stomaco e sento gocce di piacere colarmi sulle cosce Il tizio ha il cazzo duro, dritto, vedo la cappella svettare come in cerca di dove potersi insinuare. E' un uomo sulla 50ina, ben messo, non un adone né palestrato, un uomo come tanti, che può catturare lo sguardo di una femmina come me. Mi guarda con occhi bramosi, però, correttamente, non si tocca, lascia la sua asta lì, a vista.

Finisco il giro e torno dal Mag, con le mani a coppa che tengono stretti i pezzi di carta raccolti.
“Brava, hai fatto pulizia“. Mentre parla, gli squilla il cellulare, risponde a bassa voce, girandosi dalla parte opposta alla mia.
“Hai combinato un casino, non ti si può chiedere di far un lavoro, che..........."

“Ma cosa ho fatto? Ho solo…….“
"Zitta, il mio vicino si è lamentato che lo hai eccitato e te ne sei andata... Ora andremo di là e gli chiederemo scusa: non voglio trascorrere il resto dei giorni di vacanza con uno che mi tiene il broncio. Su, davanti a me e non sculettare troppo, ora; lo farai quando te lo dirò io”.

Con lui dietro, ritorno sul retro, l’uomo non c’è, ma la porta è aperta. Guardo il Mag e lui mi impone di entrare. Una volta dentro, lo trovo steso sul letto, con le mani dietro la testa, sempre nudo con il cazzo dritto a sfidare la gravità.

“Ti rendi conto di cosa hai combinato? Ora dimmi tu cosa dovremo fare per ottenere il suo perdono, oltre a scusarci?”
Poi, rivolgendosi al tipo: “La perdoni, non ha ancora imparato che a raccogliere la carta può causar problemi e lei ne è la prova provata. Mi consenta di porvi rimedio…“ e lui: “Ma certo, non posso mica rimanere così in eterno? In fondo sono stato provocato...”
“Bene, adesso, mia cara signora, lentamente, con la bocca, gli prodighi un delicato massaggio, ma senza causar danni. Ha capito cosa intendo? Su, si dia da fare!“

Mi avvicino lentamente e, con la punta della lingua, pian piano lambisco la cappella. I sussulti che ne seguono, mi fanno capire che il risultato ha successo; allora apro le labbra e scendo piano sulla cappella, lasciando che la saliva la ricopra, favorendo lo scorrimento delle labbra. Spingo in giù la pelle, sino a che la scopro del tutto, avvertendo il suo restringimento al tronco. Con la lingua, lo massaggio e sento che il pulsare aumenta, aumenta, ed alcune gocce di piacere spuntano alla sommità del fallo. Sono acri, salate, la lingua va sul foro e lecca il tutto.
“Ferma, ferma: cosi mi fai venir subito. Eh no, cosi non va bene! …. Fa più piano, sennò…..”
Ed ecco intervenire il Mag:
“La perdoni, deve imparare, è ancora acerba, ma ora, se non le dispiace, sarebbe il caso che lei provveda a lenire certe impellenti necessità cui la signora va soggetta ed il trattamento occorrente è fornito da un'apposita supposta….”
“Ma, poteva dirlo subito: se è cosi...“
“Un attimo, vieni qua, appoggiati al tavolo e piegati sopra, appoggia bene il seno al tavolo, ecco cosi, ora allarga le gambe……”

Obbedisco e lui, chinatosi mi lega le caviglia alle gambe del tavolo, mi fa stendere le mani e le lega a quelle anteriori.
"Ecco, ora è pronta per ricevere la supposta: se le va, sono qui per aiutarla ad introdurla”.
Il tipo si sposta e mi viene dietro; sento il Mag che mi apre le chiappe e, con le dita, allarga più che può, il mio ano. Sento la punta del cazzo che si appoggia allo sfintere, indugia qualche secondo, sta forzando per entrare..

“Ma è asciutta, andrebbe prima lubrificata; così faticherà a farsela penetrare e non otterrà alcun giovamento…”
“Certo che faticherà, ma è proprio questa la punizione cui deve soggiacere per averle provocato il guaio. Comunque, se non se la sente….”
“Altroché, se me la sento. Lei si adoperi a tenere ben largo il buco, così la supposta le entrerà per bene, fino in fondo. Ecco, ecco, così: ora spingo...”

Sento l’ano tendersi sotto la pressione delle dita del Mag che, così, permette alla punta del fallo di appoggiarsi in maniera idonea a penetrarmi. Vengo afferrata per i fianchi e sento spingere con forza sull’anello anale. Inizialmente regge bene alle spinte, ma poi cede ad una più violenta ed avverto tutta la lunghezza di quell'asta avanzare su per il colon, finché le palle che sbattono contro le chiappe aperte, mi informano che ce l'ho tutto nel culo.

Ho dolore e mi manca il fiato, ansimo, ma rispetto l’imperativo ordine di non urlare, che mi era stato imposto. Per alcuni secondi, il tipo resta fermo dov'è, godendosi il caldo viscerale del mio culo, poi lo ritrae completamente e, con replicato vigore, lo introduce nuovamente, facendomi sussultare ancora.
Mi manca il fiato per l'improvvisa intrusione ricevuta, ma, appena giunto in fondo, se ne esce per poi rientrare, e cosi per non so quante volte, sino a che inizia a lavorare sempre col cazzo dentro, dandomi colpi profondi a completo contatto col mio culo. Ho la fica che cola e mi sembra quasi che anche l’ano sia bagnato: ormai tollera la penetrazione e quella condizione è tale da farmi godere la lunga inculata. Credo di esser venuta non meno di due volte, quando sento il tipo che accelera il ritmo.
“Sì, sì, troia. Stringi il buco, che mi stai facendo godere. Dai, dai, stringi, che ti vengo dentro, sì, sì, sto venendo... ah ah ah..."
Lo sento irrigidire e la cappella pulsare nello sfintere: sento getti violenti scaricarsi nei budelli, sino a che si accascia sulla mia schiena.

Dopo un tempo indefinito, sento che il mio ano lo espelle, allora il tizio si alza e, con le mani, mi tiene le chiappe aperte, così da permettere al Mag di fotografare il foro sformato, ridotto ad una voragine piena di crema.
Come se non bastasse, avverto che qualcosa di duro preme ancora sul buco, per infine entrar dentro, tappandomi l’ano. Una specie di ventosa si appoggia tutt'intorno all’ano.
“Ecco, ora hai un tappo nel culo" dice slegandomi.
“Lo terrai sino a stasera, quando farai la doccia prima di cena. Per oggi, come primo giorno, spero che la lezione ti basti. Ma domani, a pranzo da me, … ...
Ora va e porta i miei saluti al cornuto: non farti toccare, ricorda che sei mia, a mia completa disposizione: posso chiamarti e chiavarti quando voglio, a mio piacimento, e a te non resterà che ubbidire".
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Una settimana al mare.:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni