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Vivevo una vita eccitante e tranquilla – quarta parte


di Membro VIP di Annunci69.it lapiera
07.03.2019    |    1.386    |    2 10.0
"Ho il culo pieno di sborra e la bocca impastata di piscio, sudore e altra sborra, non mi reggo in piedi e sono rimasta sulla tavola come un animale ferito..."
Una dolce carezza sul volto mi risveglia, è lui Riccardo nudo davanti a me, ho incredibilmente dormito benissimo tutta la notte seduta sulle spine con le due costrizioni genitali ben salde nel mio corpo, mi sento leggera e riposata, apro gli occhi e lo guardo, non posso parlare ho la pallina in bocca, mi accarezza e con lentezza mi toglie le pinzette dai capezzoli tirando e costringendo ad alzarmi, con voce dolce mi comanda e mi ordina i miei compiti, ogni mattina, mi dice, appena alzata dovrai provvedere alla tua igiene e pulizia e prepararti per essere pronta a servire ogni desiderio .
Mi toglie la gabbietta dalla pisellina e il divaricatore dal culo, salgo le scale per andare in coperta seguendolo tenuta al guinzaglio, le braccia , bloccate dalle manette, dietro la schiena, sono intorpidite.
Un cenno e mi devo inginocchiare, mi toglie la pallina di bocca, finalmente posso respirare bene, mi sbagliavo, inizia una interminabile pisciata che fiotto dopo fiotto devo ingoiare senza perderne una goccia.
Mentre piscia mi controlla gli ingoi e mi dice che tutte le mattine dovrò prendere il suo piscio caldo stando in ginocchio davanti a lui.
Sono brava e riesco a riceverla ed ingoiarla tutta senza sporcare nulla, mi lascia il cazzo in bocca, si sta eccitando e mi riempie, faccio fatica a tenerlo tra le labbra, con le mani mi prende la testa e mi costringe ad ingoiarlo sempre più in profondità, è incredibile, come aveva fatto nel pomeriggio, non si muove ma lo tiene fermo fino in fondo alla gola, lo sento pulsare, diventa gigantesco, sento il piscio risalire dal mio stomaco, qualche conato di vomito e lui niente imperterrito lo tiene saldamente fino in fondo impedendo ogni movimento del mio capo.
Piango, respiro male, puzzo di piscio e sono li in ginocchio ammanettata con quel cazzo enorme in bocca ed invece di soffrire sento di godere di quella situazione ed un piacere assurdo mi pervade, la mia pisellina, senza erezione, inizia a gocciolare tradendo il piacere che stavo provando per quello che Riccardo mi stava obbligando a fare.
Poi improvvisamente un fiume di seme caldo mi riempie, si ritrae e facendomi tenere la bocca spalancata lascia cadere fino all’ultima goccia , devo rimanere ferma , con la bocca aperta, mi osserva con soddisfazione e al comando “brava adesso ingoia” eseguo senza fiatare.
Ero venuta ! Da anni non riuscivo a raggiunger l’eccitazione e l’eiaculazione, mi aveva fatto venire senza toccarmi.
Avevo sporcato il pavimento in teck della barca, due forti schiaffi e mi indica dove pulire con la lingua.
Lo sento armeggiare con il collarino. Lo sfila e mi toglie le manette, finalmente libera! mi stringe in un forte abbraccio e si complimenta per la mia già buona educazione, ma per essere sua dovrò superare altre prove ancora molto dure e dimostrargli di avere in lui la fiducia totale.
Annuisco e gli confermo che la mia decisione è di appartenergli e sono pronta a fare ciò che vuole, sono sempre stretta nel suo abbraccio mi sento sicura e protetta dal quel grande bellissimo uomo.
Quella che mi aspetta è una prova di fiducia, mi dice, mentre mi lega stretti i polsi ad una lunga cima, mi prende e di peso mi butta in acqua, sono legata a strascico dietro la barca! Per fortuna c’è bonaccia e ci si muove lentamente, cerco con i piedi di galleggiare ma ogni tanto bevo grandi sorsate di acqua salata, mi sembra di annegare, lui impassibile con il suo bel cazzo all’aria mi osserva e ,come se fossi un pesce preso all’amo,mi strattona e mi rilascia facendomi ritmicamente bere e tossire.
Sono allo stremo della resistenza, non so quanta acqua ho bevuto, sono distrutta ! ma cerco di non deluderlo e non emetto nessun grido dimostrando la fiducia che sempre di più ho il lui.
Il supplizio termina e mi issa a bordo.
Adesso pulisciti mi ordina e spinge davanti a me un secchio pieno di acqua di mare ed un sacco per clisteri con una lunga cannula all’estremità. Mi spiega che due volte al giorno dovrò fare le mie pulizie in modo di presentarmi sempre pulita e pronta a ricevere il suo cazzo.
Con voce molto dura mi dice anche che tutto ciò che esce dal mio corpo me lo dovrò mangiare …
Ho capito ,e come sono già abituata, inizio con una profonda pulizia, per me non è un fastidio sono da tempo abituata a pulirmi a fondo svuotando le viscere più e più volte con profondi clisteri o in mancanza getti d’acqua della doccia.
Ritorna al timone e tiene la rotta verso terra, la Giraglia è davanti a noi.
Il faro bianco della piccola isola è affascinante, con manovre precise ormeggiamo in un piccolo approdo, lo aiuto nelle manovre.
Mi ordina di prepararmi , vestirmi con trucco leggero, che tra poco saremmo scesi a trovare un suo amico guardia costa responsabile del faro.
Un lungo sentiero in salita ci porta al faro, appena nei pressi dalla casetta vicina si apre una porta , Riccardo e Andrè si salutano calorosamente, devono essere amici da tempo, io rimango in disparte in silenzio.
Poi con un gesto rapido Riccardo mi mette il collare e consegna la catenella nelle mani di Andrè, si gira e senza dire una parola e se ne va.
Mi pervade il terrore e le gambe improvvisamente iniziano a tremare, avevo ragione di preoccuparmi.
Andrè non mi dice una parola, mi strattona fino ad una tavola in pietra appena fuori del gruppo di casette attorno al faro, mi spoglia nuda e m’incula violentemente senza sosta, i colpi sono forti duri è irruente e c’è dell’animalesco nei suoi movimenti, mi spacca e incurante dei miei gemiti continua con un ritmo sempre maggiore. Sono a 90° sulla tavola, con la faccia tenuta schiacciata con forza sulla pietra, quando avvertto attorno a me altre presenze …. Aiuto sono rovinata!
Quattro, cinque o sei negri con fisici stupendi mi circondano sono nudi con cazzi lucidi enormi pronti a saltarmi addosso.
Sono tutti arrapati , non devono scopare da tempo e avere a disposizione un corpo su cui sfogarsi per loro è un sogno.
Così fanno, penso di essere svenuta, e poi ripresa a sculacciate e schiaffi, e poi ancora svenuta.
Ho il culo pieno di sborra e la bocca impastata di piscio, sudore e altra sborra, non mi reggo in piedi e sono rimasta sulla tavola come un animale ferito.
Una secchiata d’acqua fresca mi risveglia dal torpore, è Riccardo che mi riprende al guinzaglio e nuda mi riporta alla barca.
Non parla, sono scalza e faccio fatica a camminare sulle pietre taglienti del sentiero, non mi dice una parola, spero il suo amico Andrè non si sia lamentato di me!
Appena arrivati al molo mi lega stretti i piedi con una fibbia e mi rimette le manette, non capisco cosa voglia farmi, mi ributta in acqua!
Affondo, non tocco, ho la bocca a pelo d’acqua, inizia un gioco terribile, con una mano mi immerge fino agli occhi e con l’altra mi solleva lasciando la bocca appena fuori per respirare, intanto mi parla.
Dal suo amico Andrè e dai suoi operai negri ogni tanto porta qualche troia per farli divertire, sono bravi ragazzi che ogni tanto devono anche svuotarsi i coglioni e non c’è niente di meglio che portar loro delle troie come me.
La tortura sembra non avere fine, mi sto bevendo il mare, ma resisto, tra conati e colpi di tosse rimango muta come mi ha detto di fare.
Dopo un interminabile tempo mi strattona , mi carica a spalle col culo all’aria e sale sulla barca.
La lunga immersione in mare mi ha pulito e tonificato, sono rilassata e felice di aver fatto bella figura con Andrè e i suoi operai.
Appena ripresa la via del ritorno,non ho tempo di avere altri pensieri, Riccardo mi indica la ruota , controlla la rotta, mi fa mettere a gambe e braccia aperte, senza nessun legame, e riprende ad incularmi, questa volta si muove con un ritmo lento ed esasperante arrivando fino in fondo con dolcezza, mamma mia quanto è grosso!
Interminabile, facciamo, l’amore. Mi abbraccia, mi bacia, mi accarezza, è dolcissimo il mio culo pulsa attorno al suo cazzo, sento il piacere che gli dona.
Mi sussurra che sarò sua e che vivrò da lui .

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