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Cuori Agresti e Desideri Selvaggi: Il Richiamo Oscuro di Don Giosuè - Capitolo 2 – Sotto il rigore del vecchio contadino


di matteol77
07.09.2023    |    4.113    |    2 7.9
"La sua figura robusta emanava un'aura di rigore e tradizione..."
Giuseppe si presentò puntualmente alla fattoria. Era determinato a dimostrare il suo impegno e la sua volontà di lavorare duramente. Gli occhi brillavano di anticipazione mentre varcava l'ingresso. L'atmosfera rurale che avvolgeva la fattoria sembrava accoglierlo a braccia aperte, come se fosse destinato a farne parte.

Don Giosuè era già lì ad aspettarlo. La sua figura robusta emanava un'aura di rigore e tradizione.

Un cenno di apprezzamento e un sorriso velato di soddisfazione attraversarono il volto dell'anziano mentre fissava Giuseppe.

"Mi piace la tua puntualità," disse con un tono che era una miscela di serietà e approvazione.

L'anziano controllò che Giuseppe indossasse l'abbigliamento adatto e in breve gli indicò una serie di compiti da svolgere quella giornata. Giuseppe si immerse nel lavoro con dedizione, imparando dalla guida di Don Giosuè e mantenendo un ritmo costante.

Mentre lavoravano fianco a fianco, Giuseppe imparava non solo i compiti pratici della vita in campagna, ma anche a conoscere il carattere di Don Giosuè.

Non trascorse molto tempo prima che la complessità di Don Giosuè emergesse e Giuseppe ne prendesse coscienza. In poco più di una settimana, riuscì a farsi un quadro completo del tipo di individuo con il quale avrebbe dovuto condividere la sua esperienza nella fattoria.

L'anziano contadino si distingueva per la sua burbera personalità e un temperamento autoritario e dominante.

Con un corpo tozzo, calloso e un addome pronunciato, l'anziano incarnava l'archetipo dell'uomo rustico adatto alla vita contadina. Il suo volto sempre irascibile rifletteva la durezza della sua esistenza e la sua profonda connessione con un mondo in cui il lavoro e la tradizione venivano al primo posto.

Le sue azioni e atteggiamenti dimostravano chiaramente che seguiva i propri istinti senza preoccuparsi di cosa pensassero gli altri o delle norme sociali. Viveva la sua vita a modo suo, senza troppi fronzoli.

Quando si trovava di fronte a difficoltà legate al suo lavoro o in momenti di frustrazione e stress, imprecava come se non ci fosse un domani.

"Cazzo di terra infame, sempre a dar problemi con sta fottuta umidità!", urlava.

"Porca puttana, sta terra è proprio come i demonio, non c'è verso di averne il controllo!"

Giuseppe iniziò a capire che lavorare per Don Giosuè non sarebbe stato un gioco da ragazzi. L'anziano contadino era bravo ed esperto nel suo campo, ma il suo carattere poteva rendere le cose abbastanza complicate.

Don Giosuè non esitava a imprecare anche contro di lui lasciandosi andare ad espressioni taglienti.

"E levati sta faccia da fesso che hai! Pensi che lavorare campagna sia una dannata passeggiata da turisti! Finiscila di comportarti come un moccioso viziato, abituato alla comodità della città!", gli sbraitava addosso con voce rabbiosa.

Giuseppe era frequentemente oggetto delle sue osservazioni, venendo descritto come uno "sfaticato di città" incapace di comprendere veramente la fatica e la gratificazione del lavoro agricolo.

"Guarda come cammini, come se avessi paura di sporcarti i piedi! Qui si cammina con la schiena dritta e la testa alta, cazzo!"

"Se pensi che sta vita sia una passeggiata, sei più scemo di quanto pensassi! Quel cazzo di secchio devi svuotarlo, non guardallo come un coglione!" gli urlava contro irritato.

"Ti metti con quell’aria da saputello, e poi non sai distinguere na capra dan caprone!”

Giuseppe era straordinariamente tollerante e non rispondeva a quelle provocazioni, ma si sentiva ferito da quelle parole. Nonostante ciò, non si lasciava scoraggiare e continuava a mettere tutto sé stesso nelle attività della fattoria, cercando di dimostrare il suo impegno e la sua volontà di imparare e crescere.

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