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Nonno Leonardo parte II


di matteol77
16.08.2020    |    16.220    |    8 6.9
"Egli sollevò il bacino ed io gli abbassai pigiama e mutande fino alle caviglie, scoprendo il suo membro..."
Finito tutto il nonno andò a sedersi comodamente sul divano a gambe e braccia aperte a pancione all’aria come un vecchio patriarca. Si asciugò la fronte sudata con la mano, fece un profondo respiro si aggiustò il cavallo e dall’alto del suo flaccido sottomento esordì con autorità: “

Allora giovanotto. Mettiamo le cose in chiaro.
Tu vuoi il controllo della tua vita. Ma per farlo devi cedere il controllo a chi conosce la vita. I tuoi genitori mi hanno chiesto di occuparmi di te affinchè ti guidi verso un efficace percorso di crescita ed alla consapevolezza di te stesso. Tutto questo in un luogo protetto. Essi hanno pensato che io fossi la persona giusta per te. La mia esperienza di vita ed il grado di parentela è per loro una garanzia. Inoltre, hanno la certezza che tutto resterà discretamente in famiglia. Questo è categorico! Nulla trapelerà fuori da queste mura.

Io ho accettato il compito ma ad una condizione: che avessi assoluta autonomia sul metodo da applicare. I tuoi genitori ci hanno riflettuto per diverso tempo e poi hanno accettato totalmente la mia condizione per 15 giorni. E cioè il tempo che saranno fuori ad assistere al parto della zia Giusy, come ben sai.

Il programma prevede che dovrai affidare la tua volontà a me in tutto e per tutto. Devi credere in me ciecamente. Dovrai lasciarti andare. Porre la tu fiducia su di me ti permetterà di conoscere ed esprime meglio te stesso e rappresenterà per te un arricchimento che ti accompagnerà per la vita.

Pertanto, per 15 giorni staremo qui da soli, io e te. Saremo isolati con l’esterno. Niente cellulare niente internet. Tuo padre ha provveduto a staccarti la connessione telefonica e quella di internet prima di partire. D'ora in poi, farai tutto quello che dico io. Non voglio vedere alcuna esitazione da parte tua o fare domande. Fai quello che dico e tutto andrà bene. Sarò io a dirti cosa fare e cosa non fare. Se vorrai qualcosa, me la dovrai chiedere. Anche se dovrai andare in bagno, me lo dovrai chiedere in anticipo. Non tentare di fuggire o chiamare le forze dell’ordine. Tuo padre è un uoo molto influente ed ha provveduto a tutto. Nessuno ti crederà e rischierai pesanti sanzioni in ambito familiare e non. La questione è seria, ascolta tuo nonno. Ne va della tua vita futura. Sottomettiti a me e lasciati guidare. Ne trarrai beneficio e non te ne pentirai. Se all’inizio avrà un sapore amaro alla fine sarà dolce come il miele.

La solennità di quel discorso di nonno Leonardo mi colse di sorpresa e mi lasciò sbigottito. Nei mesi scorsi, avevo avuto sentore che qualcosa con i miei genitori non fosse andata bene. Forse avevano avuto un ripensamento sulle mie scelte di vita, non so. Ma di sicuro ultimamente l’aria a casa mia si era fatta pesante. C’era molta tensione e litigavamo spesso.

Ad ogni modo in quel momento era privo di lucidità mentale ed incapace di reggere un ragionamento tanto complesso come quello che il nonno mi aveva esposto.
Ero psicologicamente e fisicamente a terra. L’oscenità di ciò che era successo era stata troppo forte per me. Così imbarazzante, così degradante ed umiliante. Mi sentivo solo, perduto ed indifeso. Il nonno non aveva mostrato nessuna compassione nei miei confronti.

Avevo la guancia dolente a causa schiaffoni ricevuti, la bocca impastata di sperma. Avevo nausea avrei voluto vomitare, ed ero estremamente intimorito dal quell’energumeno di mio nonno! Arrivai rapidamente alla conclusione che in quel frangente non avevo altra alternative se non quella di accettare la situazione in cui ero malauguratamente incappato. In fondo sarebbe stato solo per 15 giorni. 2 settimane sarebbero passate presto. Cosa vuoi che siano 2 settimane, mi dissi. Stringerò i denti e andrò avanti.

“Va bene nonno”, balbettai con un fil di voce. “Mi affido totalmente alla tua volontà. Mi sottometterò a te cedendoti il controllo della mia vita per 15 giorni.”
Lui con sguardo di approvazione rispose: “ Bene, ero certo che avresti accolto l’invito”. Poi, allungò verso di me il braccio: “Vieni qua e baciami la mano come segno di sottomissione”. Io un po’ sorpreso, gattonando mi avvicinai a lui e gli baciai il dorso della mano. Maleodorava ancora del suo sperma secco.

Si erano fatte le 22.00 quando mi disse: “Adesso vai in bagno, fai una doccia e lavati bene. Poi vai nella tua stanza, indossa il pigiama e mettiti a letto.” “Si, nonno, vado subito” risposi. Eseguii alla lettera ciò che mi disse di fare. Ci volle più che una doccia per togliermi di dosso l’olezzo degli umori del nonno. A cosa fatta andai nella mia stanza e mi abbandonai sfiancato pesantemente nel mio letto. Passata una buona mezz’ora, stanco com’ero, stavo quasi per addormentarmi, quando sentii qualcuno arrivare dal corridoio. Era naturalmente mio nonno. Entrò nella mia stanza, diede una sommaria occhiata in giro e si sedette su un divanetto. Anche lui si era docciato, cambiato di vestiti. Indossava una canottiera bianca vecchia maniera che non riusciva a contenere tutto il suo pancione, ciabatte da notte ed il solito paio di mutandoni bianchi puliti. Aveva con se un paio di occhiali da vista ed un blocco notes con una penna. In tutta onestà al di là di tutto, dovetti considerare che era una figura che emanava forza ed autorità.. Anche se lo odiavo per quello che mi aveva fatto la sua arroganza e la sua capacità di persuasione mi incuriosivano. Forse perché in fondo ero arrogante come lui.

Mi sedetti sul letto e lo guardai. “Vieni qui di fronte a me e togliti tutto”, mi disse indicando con un dito il mio pigiama. Io eseguii l’ordine seppur con un po’ d’imbarazzo. Indossò gli occhiali e poggiò sul comò alla sua destra il blocco notes. Quando fui nudo mi disse di avvicinarmi ancor di più a lui e mettermi sugli attenti. Di fronte alle sue cosce aperte gli occhi mi caddero sul suo cavallo. Mi accorsi che non riuscivo a distogliere lo sguardo da lì nonostante tutto quello che di brutale era successo prima. Era come una calamita. Mio nonno mi prese per le spalle e cominciò ad ispezionare accuratamente il mio corpo facendomi girare su me stesso. Per prima cosa tastò la mia pelle passandomi la sua mano dappertutto. Sentivo distintamente quella grande mano rugosa ed incallita dal tempo emanare calore e prendere possesso del mio corpo. Cominciò dal collo e via via giù per il petto, le spalle, l’addome, le cosce e sotto il cavallo. Io restai fermo zitto ed arrendevole per l’obbedienza che mi ero imposto nei suoi confronti.

Da un uomo così materiale mi sarei aspettato che fosse più rude, invece in quel momento agiva con estrema cautela e dolcezza. Dopo diversi minuti passati così, inaspettatamente ebbi un brivido caldo e piacevole lungo la schiena che calmò le mie ansie. Nessuno mi aveva mai toccato così. Dopo un piccolo lasso di tempo con mio stupore e disagio il mio piccolo pene cominciò a prendere turgore. Ebbi una erezione. Divenni paonazzo per la vergogna ma non ci potevo fare nulla. Mio malgrado dovetti costatare che provavo piacere a quel tocco morbido e caldo. Un piacere mai sentito prima. Una scarica di adrenalina mi si scaricò nella testa.

Il nonno intanto continuava la sua ispezione totalmente indifferente a ciò che accadeva al mio pistolino. Osservò l’interno della mia bocca, mi fece uscire la lingua e la osservò attentamente, poi gli occhi, le orecchie, mi strizzò le tettine, ispezionò sotto le ascelle e giù giù fino al mio piccolo pene. Me lo scappellò, me lo spremette per vedere se uscivano secrezioni e poi tastò i miei testicoli palpandoli abilmente uno per uno. Poi mi annusò un po’ dappertutto.

Contestualmente ogni tanto prendeva alcuni appunti sul suo taccuino. Alla fine diede un’occhiata al mio culetto. Con la sua mano palpò le mie pallide mele e poi mi disse di mettermi a pancia in giù sul suo grembo. Pensai mi volesse sculacciare e mi agitai. Lui se ne accorse e mi tranquillizzò: “Stai calmo” mi disse, “stenditi qui a pancia in giù che voglio soltanto esaminare un particolare.”

Io mi stesi sul suo grembo come ordinato a culo nudo in bella mostra e testa e piedi a penzoloni. Mi accostò con forza al suo pancione e poi mi ancorò col suo braccio sinistro. Con le dita mi allargò le natiche e lo sentii raschiarsi la gola. Subito dopo sentii arrivare qualcosa di liquido caldo e viscido nel mio buchetto. Mio nonno chinava la testa puntando la bocca proprio lì e faceva colare abbondante saliva proprio all’ingresso del mio ano. Con la punta del suo indice, con un leggero massaggio, spalmava il liquido pastoso con destrezza dal centro verso l’esterno. “Rilassati” mi disse. A forza di massaggiare cominciai a provare un leggero piacere a quel massaggino. Un leggero gemito di piacere uscì dalle mie labbra. “mmm… mmm…”.

Ad un certo punto il nonno fece un ultima scatarrata sulla mia rosetta e iniziò ad ispezionarmi l’ano, introducendo lentamente il suo ditone lubrificato. Istintivamente mi contrassi per il fastidio che mi provocò, ma il nonno mi disse di respirare profondamente e rilassarmi. Presto tutto il suo dito entrò dentro l’ano. Io emisi un altro gemito. Lui girando e rigirando il dito su se stesso perlustrò tutto l’interno. Poi andò ad ispezionarmi la prostata della quale non mi ero mai accorto di averla. Prima gli fece una leggera pressione e poi cominciò a massaggiarla. Ben presto con mio stupore il mio piccolo pene raggiunse il massimo dell’erezione ed onde di piacere travolgenti attraversarono il mio corpo. Cominciai a mugolare e ad inarcare il culetto tanto che il nonno mi bloccò più forte al suo pancione per paura che scivolassi.

Ad un certo punto alcune gocce di liquido vischioso cominciarono a fuoriuscire dal mio pistolino. Lui ne raccolse un po’ con le dita e lo assaggiò passandoselo sulla lingua. Io intanto con mia sommo piacere eiaculai nella totale indifferenza del nonno, gemendo e sospirando sommessamente.

Finita l’esplorazione anale il nonno uscì fuori il dito, se lo asciugò in un fazzolettino di carta e disse: ”Si, sei vergine”. Mi fece alzare in piedi mi fece rivestire e mi disse di pulirmi e andare a letto. Poi annotò alcuni appunti sul suo blocco notes. “Sei in salute ma con tutte le schifezze che hai mangiato hai bisogno di purificare il tuo colon dalle scorie tossiche accumulate. Pertanto da domani sera, ogni sera prima di andare a letto, farai un abbondante clistere di pulizia finchè l’acqua uscirà chiara. Sai fartelo da solo?” mi disse. “Si nonno”, risposi “abbiamo gli schizzetti in bagno. “Bene”, replicò. “Inoltre, dovrai assumere un integratore che ti darò io ogni sera prima di addormentarti. E’ composto da sostanze altamente benefiche per la salute. E’ energizzante, riduce le tensioni emotive e stimola il sistema immunitario. Ti purificherà l’intestino e ti farà sentire meglio”.

La prima ispezione era stata fatta. Prima di andare via mi diede alcune istruzioni per l’indomani. “Domattina sveglia alle 7.00. Andrai in bagno a lavarti, poi indosserai un paio di pantaloncini, una maglietta unico colore ed un paio di sandali. Niente trucchi e profumi. Alle 7.45 in punto verrai nella mia stanza e mi darai il buongiorno, poi andrai a preparare la colazione. Il resto dopo. Buonanotte”.

Mi misi a letto ed indossai le cuffiette per ascoltare un po’ di musica. Pensai che fosse l’unico modo per liberare la mia mente dallo stress di quella sera. Era successo di tutto. Dolore, umiliazione e piacere.

La sveglia suonò alle 7.00. Avevo ancora sonno. Mi alzai controvoglia ancora frastornato dalla moltitudine di emozioni vissute il giorno prima. Cercai di seguire alla lettera le istruzioni dettatemi dal nonno la sera prima. Dovevo fare in fretta perché alle 7.45 dovevo andare a dargli il buongiorno. Attraversai il corridoio piano piano per non fare rumore entrai in bagno e feci una doccia. Asciugai per bene i miei lunghi capelli e me li legai bene dietro. Tornai nella mia stanza e guardai l’ora. Erano le 7.30. Ebbi il tempo di indossare i pantaloncini corti e la maglietta di Gucci che mi ero comprato online per la festa dei miei 18 anni.

Alle 7.45 in punto come ordinato, bussai alla porta chiusa della stanza del nonno. “Avanti!”, mi sentii dall’interno. Entrai nella sua stanza ancora in penombra in punta di piedi e lo trovai in pigiama seduto nel bordo del suo letto. “Nonno, sono venuto a darti il buongiorno” gli dissi a voce bassa. Lui mi guardò con consenso e allungando il braccio destro con il palmo della mano rivolto verso il basso disse: “ Bene, vieni qua e baciami la mano”. Io mi diressi verso lui, e poggiate le labbra sulla sua mano la baciai. Pensavo fosse finita lì, invece: ”Aspetta, in ginocchio”, mi ordinò. Ebbi un attimo di esitazione ma poi obbedii. Allargò le cosce e mi disse di avvicinarmi. Gattonando mi avvicina a lui trovandomi il suo cavallo faccia a faccia. Prese la mia testa dalla parte delle orecchie e premette il mio viso nel suo inguine sotto il pancione proprio sul suo pube. “Respira, fai dei profondi respiri“, disse. Con una smorfia di disgusto fui costretto ad annusare ed inalare l’olezzo stantio del suo cavallo della mattina non ancora lavato. Quell’odore nauseante rancido della virilità di vecchio maschio mi entrò nel cervello provocandomi comunque una strana inquietudine. Irradiava forza, dominio e sovranità.

Poi mi lasciò la testa. ”Adesso abbassami il pantalone del pigiama e succhiamelo un po’”, disse con voce fredda ed impassibile allargando bene le gambe e distendendosi un po’ sul letto. Rimase in attesa che io eseguissi l’ordine. Abbassai gli occhi, il silenzio nella stanza era imbarazzante. Poi li alzai, e incrociai uno sguardo severo e a tratti spazientito.

Mi sentii in soggezione verso l’autorità che il nonno esprimeva in modo così naturale. Ma senza comprenderne il motivo, ne cominciavo ad essere conquistato. In ginocchio mi avvicinai a lui. Egli sollevò il bacino ed io gli abbassai pigiama e mutande fino alle caviglie, scoprendo il suo membro. Sembrava che mi guardasse. Lo presi delicatamente in mano e cominciai a menarlo. “Solo con la bocca!” disse lui riprendendomi. “Niente mani”. E allora avvicinai il volto al membro di mio nonno aprii la bocca e lo presi affondando il mio naso sul suo pube. Sentendo una punta di umiliazione leccavo e succhiavo fino alle palle come voleva lui. In quel silenzio della stanza il lento rumore del risucchio insalivato della mia bocca sul suo membro era l’unico suono che si sentiva. “Leccami per bene le palle” mi disse. “Voglio sentire l’umido abbondante sullo scroto”. Presi fiato e comincia a lappare quell’enorme borsa calda e pelosa raccogliendo prima abbondante saliva in bocca. Gliele leccai e spalmai di saliva appiccicosa fino a sgocciolare.

Poi passai nuovamente al membro. Quando dopo circa 10 minuti abbondanti prese durezza, nonno Leonardo mi stoppò. “Va bene così. Basta.” disse. “Asciugami, rivestimi ed aspettami nel soggiorno”. Presi un asciugamano poggiato sul letto, gli avvolsi lo scroto ed il membro con l’asciugamano e delicatamente lo asciugai.

Qualcosa in quest'uomo aveva un impatto particolare su di me. Non sono mai stato in presenza di qualcuno con così tanto carisma, controllo ed autorità. Si, ne sono intimidito e spaventato, ma c'era qualcos'altro in lui che mi metteva a mio agio, come se sentissi che la sua autorità e la sua presenza fossero qualcosa su cui posso fare totale affidamento, qualcosa di cui potevo fidarmi ciecamente.

Cominciai a prendere coscienza che avevo bisogno di un uomo forte come lui che guidasse la mia vita. Un uomo deciso e controllato che potesse svegliare la mia coscienza per dare inizio ad un processo finalizzato ad uscire dall’orgoglio di tutte le mie condotte infantili.

Bisognava che qualcuno mi guidasse ad uscire dalla mia zona di confort e mi insegnasse come raggiungere il mio benessere completo. Ringraziai la dea fortuna per aver messo sulla mia strada un uomo come mio nonno al momento giusto. Compresi quanto dovevo essere grato a mio nonno Leonardo per quanto si stava spendendo per me. Quasi mi commossi pensandoci. Meritava indubbiamente la mia obbedienza, la mia sottomissione.

Mi imposi che da quel momento in poi ce la dovevo mettere tutta. Dovevo essere più docile, più remissivo ed obbediente. La mia realizzazione dipendeva dalla mia capacità di sottomettermi a lui pienamente. Decisi che dovevo confidargli la mia presa di coscienza.

Mi recai in soggiorno come mi aveva ordinato ed aspettai che arrivasse. Passò mezz’ora e lui arrivò. Si sedette su una sedia di fronte a me e mi guardò. Accorgendosi del mio sguardo insolito disse: “Beh, che c’è?” mi chiese. Abbassai gli occhi e visibilmente commosso gli risposi: ”Nonno, non so come ringraziarti per quello che stai facendo per me. Queste poche ore di convivenza con te mi hanno fatto comprendere quanto importante tu sia per la mia vita. Poi, il fatto che lo stai facendo senza alcun tornaconto, senza alcun personale vantaggio ma solo per rendermi un uomo migliore, ti fa un grande onore. Mi stai privilegiando di qualcosa che non merito. Nonno, sappi che hai la mia più grande stima, e siccome non ci sono parole per esprimere la mia gratitudine lo farò con i fatti rinnovandoti la mia totale sottomissione, la mia obbedienza.

Scoppiai in pianto e l’andai ad abbracciare. Lui mi accolse a braccia aperte e partecipò al mio abbraccio. Io poggiai la testa sulla sua spalla e feci un lungo pianto liberatorio. Lui dandomi delle pacchette sulla schiena ripeteva a bassa voce: “Bene, bene, ragazzo. Sono contento. Andiamo bene”.

Dopo lo sfogo mi staccai da lui, mi asciugai gli occhi e restai in attesa sul da farsi. “Adesso è ora di darsi da fare”, disse. “Per pima cosa curiamo un po’ il tuo aspetto fisico dando una sforbiciata ai tuoi capelli troppo lunghi. Andiamo in bagno! ”. Ci recammo in bagno mi disse di sedermi su uno sgabello e con una macchinetta elettrica di sua proprietà mi accorciò i capelli portandoli ad un millimetro. Tenevo molto ai miei capelli. Ne ero fissato. Era una delle cose alle quali tenevo di più. Non badavo a spese per tenerli sempre belli ed a posto. Vederli cadere per terra come foglie morte mi diede un colpo al cuore. Ma se questo era il volere del nonno ben sia.

Tornammo in soggiorno ed il nonno mi disse di organizzare qualcosa da mangiare. Io andai in cucina preparai un po’ di cose e facemmo colazione. Poi mi diede istruzioni su cosa dovevo ogni ordinariamente ogni giorno. Avrei dovuto pulire l’appartamento, fare il bucato e cucinare ogni giorno per due. Dovevo servirgli il cibo ed essere sempre pulito ed ordinato. Il non eseguire le sue disposizioni con zelo e impegno avrebbe comportato una punizione che avrebbe scelto lui volta per volta.

La mattinata passò così. Finito il pranzo lui andò a riposare nella sua stanza mentre io rigovernavo la cucina. Intorno alle 17.00 il nonno tornò in soggiorno e diede un’occhiata su come avevo svolto i miei servizi. Non disse nulla. La sera cenammo, lo servii a tavola come mi aveva ordinato e poi guardata insieme un po’ di TV, intorno alle 22.00 mi disse di andare a letto e seguire le istruzioni che mi aveva dato la sera prima. Dovevo lavarmi e fare un clistere per pulire l’intestino e liberarmi dalle scorie tossiche accumulate. Feci come ordinato.

In ¾ d’ora feci tutto e mi ritirai nella mia stanza stanco della giornata di lavoro e aspettai. Cascavo dal sonno ma….mancava l’assunzione dell’integratore. La sera precedente mi aveva detto che ogni sera mi avrebbe dato un integratore salutare da assumere prima di addormentarmi. Pertanto, aspettai che il nonno arrivasse per finalmente chiudere la giornata e dormire.

Non passò più di un’ora che il nonno arrivò. Si era già messo in pigiama, il suo solito pigiama a coste larghe bianche e celesti da anziano. Entrò nella stanza e si sedette nel divanetto. Io mi misi seduto sul letto ed aspettai. Mi accorsi in mano aveva un barattolo di vetro chiuso. Doveva contenere sicuramente l’integratore, pensai.

“Allora ragazzo” esordì. Questa sera assumerai la prima dose dell’integratore di cui ti avevo accennato ieri sera. Questo integratore non è una pillola, uno sciroppo o un parafarmaco qualunque. E’ il mio sperma ”. Restai allibito! Dovevo bere il suo sperma ogni sera? “Ti chiederai perché il mio sperma. Ebbene, gli effetti benefici dello sperma sono noti fin dall’antichità. L’assunzione di sperma fa acquisire energia, forza e virilità cosa che tu hai bisogno specialmente in questo periodo. La cultura contadina legata alle tradizioni mi ha tramandato questa peculiarità dello sperma. Sappi che la qualità del mio sperma va oltre la media per dono di natura.

L’assorbimento dovrà avvenire per via rettale e direttamente in loco senza strumenti o presidi sanitari intermediari. Questo assicurerà che l’effetto non sarà pregiudicato da inquinamenti di alcun genere ed i risultati saranno certi. Per intenderci, ragazzo. Devo introdurre il mio membro nel tuo ano ed eiaculargli dentro il più profondo possibile. Poi ti metterai un’ora a pancia sotto per evitare che l’eiaculato fuoriesca, in attesa che venga ben assorbito. E’ fondamentale un clistere di pulizia prima della manovra come di ho detto ieri. Questo ogni sera alle 22.00 prima di addormentarti.

A seconda della risposta del tuo organismo potremmo aumentare o diminuire la somministrazione durante il giorno. Tutto qui.” Restai di sasso ma, fiducioso. Se nonno Leonardo è questo che vuole vuol dire che ne ho bisogno veramente. “Ma… ma… io sono vergine, nonno.” gli ricordai. Il pensiero che avrebbe introdotto il suo massiccio rotolo di carne nel mio culetto vergine mi mise in ansia. “Lo so. Non ti preoccupare per questo. Stai tranquillo. Il nonno sa come fare per alleviare il fastidio della penetrazione specialmente la prima volta. Poi ti ci abituerai e tutto avverrà naturalmente. Ecco”, disse indicando il barattolo di vetro che aveva con se .” Ho qui con me un unguento che ho prodotto io stesso in campagna a base di erbe con il quale lubrificherò il tuo buco. Ha proprietà lubrificanti, lenitive ed antinfiammatorie. Andrà tutto bene” disse.

“Bene, ma adesso cominciamo. Scendi dal letto, togliti le mutande, poggiati sulla scrivania mettiti a pecora, allarga le gambe e rilassati che ti lubrifico”. Fedele alla mia promessa di obbedienza feci come disse. Mi venne dietro, diede un’occhiata al buchetto, gli diede un paio di schiaffetti ed aprì il barattolo di vetro. Con le sue due dita a salsicciotto raccolse un’abbondante quantitativo di una crema biancastra. Cominciò a stenderla sul mio buchetto delicatamente dandomi una bella sensazione di freschezza. Intanto cominciai a godere di quella stimolazione tanto che ogni tanto gemevo di piacere.

A questo punto nonno Leonardo cominciò ad introdurre una delle sue dita per lubrificare l’interno. Raccolse ancora di quella crema lubrificante e me ne applicò veramente in abbondanza. Con pazienza dopo diversi minuti riuscì ad introdurmi due delle sue dita lubrificate. Le girava su se stesse per lubrificare totalmente le pareti interne del mio culetto generando in me una sensazione di piacere. Ogni tanto avvicinava gli occhi al mio buchetto per guardare più da vicino tanto che potevo sentire il suo alito caldo accarezzarmi dolcemente le natiche. Non riesco a descrivere quanto la mia eccitazione salì. Avvertire la mia intimità violata e sotto il controllo di mio nonno dominante cominciò a mandarmi fuori di testa.

Sentivo il mio cuore battere forte pensando che il suo cazzo, che tutta quella carne, sarebbe stata tra poco dentro di me deflorandomi. Avrei sentito dolore? Ho sempre immaginato che qualcuno prima o poi avrebbe preso la mia verginità anale, ma mai in questo modo. Nonostante questo, mi fidavo di lui. Era stato molto convincente.

“Rilassati, fai dei bei respiri profondi che sei quasi pronto”. “Ecco, possiamo andare avanti.” mi disse ad un certo punto. Tirò fuori le dita dal mio ano, guardò che avessi fatto bene la pulizia interna e si mise a centro stanza. Mi sentivo largo, dietro.

Allargò le gambe e mi ordinò: ” Succhiamelo finché te lo dirò io”. Mi inginocchiai come al solito ai suoi piedi, gli abbassai pigiama e mutandoni e presi il suo membro in mano. L’odore forte era sempre lo stesso, stantio misto ad urine e calore. “Fai in fretta o il tuo buco si chiuderà e dovremo ricominciare da capo”, mi disse. Mi misi di gran lena e mi detti da fare. Glielo scappellai e comincia ad insalivarlo dall’alto in basso, poi lo mettevo in bocca e succhiavo la cappella e poi giù per tutta l’asta. Il sapore era identico alla prima volta, un po’ salato e agrodolce.“ Le palle, voglio sentirle bagnate” disse volitivo. Sollevai il cazzo e laccai come più potevo quell’enorme scroto gonfio che di lì a poco si sarebbe scaricato dentro me. Raccolsi in bocca più saliva che potei e leccando tutto intorno resi umido, viscido e gocciolante quell’enorme borsa calda e pelosa come piaceva a lui. Il nonno ogni tanto grugniva e gemeva di piacere e mi accarezzava la testa.

A cazzo eretto il nonno staccò il suo membro dalla mia bocca, mi diede un paio di schiaffetti sulla guancia e mi disse: “Coricati di schiena sul bordo del letto, solleva le ginocchia ai lati del tuo viso e tira indietro le gambe. Assumi la posizione del missionario. E’ la migliore per raggiungere il nostro scopo.” Prese un cuscino e lo mise sotto il mio bacino. Ero completamente esposto, aperto ed accessibile. Il nonno si accostò, prese una manciata del suo unguento e se lo spalmò per bene sulla sua sbarra di carne. Poi si asciugò la mano nel mio lenzuolo e prese il suo cazzo saldamente in mano. “Ecco, arrivo” disse mentre si arrotolava la giacca del pigiama verso l’alto fin sotto le ascelle scoprendo il suo pancione spesso e peloso. Dalla mia posizione sottostante vedevo la sua figura sorprendente sopra di me che se mi inquietava ma nello stesso tempo cominciava mio malgrado a sedurmi.


"Adesso stai tranquillo, cerca di spingere come se dovessi andare in bagno" disse.
Incominciai a sentire la cappella dura e pulsante puntare il mio ano e spingere sempre più forte. Io socchiusi gli occhi e cominciai a mugolare. Alla fine con una spinta decisa mi penetrò, si sdraiò accaldato pesantemente su di me e restò fermo per abituarmi all’intruso. Il suo peso su di me limitava la mia respirazione ma quel corpo caldo addosso che odorava di supremazia mi dava i brividi.

È molto difficile descrivere a parole la sensazione che provai. Non ho sentito particolare dolore alla deflorazione ma solo un discreto bruciore mentre il cazzo del nonno mi apriva. Evidentemente l’unguento con il quale mi aveva lubrificato faceva funzionava molto bene come aveva detto.

Quella che sentivo era una sensazione strana, nuova, poiché la cosa più grande che avevo provato a mettere dentro il mio buchetto erano state le mie dita; e il cazzo di mio nonno era molto più grande. Mi sentivo pieno, sazio. Due cose spiccavano tra tutte, l’eccitazione che avevo dentro e lo scroto del nonno, caldo e bagnato dalla mia saliva, appoggiato sul culo.

Poi con un affondo il nonno penetrò il suo cazzo completamente dentro di me e cominciò a muoversi lento e profondo. Per la prima volta scoprii la natura di un vero piacere anale e cominciai a godere e gemere. Ad ogni spinta era per me un mugolio e come un piccolo orgasmo. Non riuscivo a dire una parola. Vedevo il viso del nonno purpureo dallo sforzo sul mio guardarmi con autorità, dominio e lussuria intanto che grugniva ad ogni spinta. Nel silenzio della stanza i suoi grugniti si sovrapponevano ai miei mugolii ed allo sbattere delle sue palle sudate sul mio culo “flop flop flop”.

Non durò a lungo la prima inoculazione. Non era sesso per piacere quello, ma un trattamento terapeutico comunque appagante. Ad un certo punto il nonno aumentò la velocità, si fece veloce sempre più veloce. Poi spinse con forza tutto il suo cazzo dentro ed ansimando, con un ringhio animalesco, mi riempì il culo di latte caldo come se stesse marcando il suo territorio in quel modo.

Esauriti gli ultimi spasmi del suo membro si alzò tirando via dal mio ano il cazzo gocciolante ed imbrattato già meno duro. Si asciugò grossolanamente con il bordo del lenzuolo del mio letto, tirò su mutandoni e pigiama ricoprì il suo addome e mi diede le ultime istruzioni: “Adesso girati a pancia sotto e trattieni tutto per farlo assorbire bene. Resta così un’ora poi, se ne avrai bisogno vai in bagno a pulirti. Asciugati bene e ripassa più volte in abbondanza il mio unguento che ti lascio qui sul comodino. Ti accorgerai come funziona bene. Domattina avrai il culetto come nuovo”. “Ah, non dimenticare. Sveglia alle 7.00 ed alle 7.45 verrai a darmi il buongiorno. Buonanotte”. E si ritirò nella sua stanza.
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