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La fattoria del nonno - Il bordello


di ClaudioGusson
29.02.2020    |    27.555    |    1 7.6
"Dall’espressione del viso potevano avere la mia stessa età..."
Una fattoria, un adolescente, Battista, la sua famiglia, storia che si sviluppa in cinque capitoli completi. Buona lettura.

Primo paragrafo: Gli sfollati.

La mamma Elvira, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva perso ogni speranza che papà potesse rientrare dalla guerra; nell’estate del 1948 il Ministero della Difesa ci inviò una lettera, con la quale ci informava che papà era stato inserito nell’elenco dei soldati dispersi in Russia.

La vita in città cominciò a essere troppo onerosa per le nostre misere condizioni economiche. La mamma, non avendo un lavoro fisso, decise che non ci restava altro di tornare al paese d’origine.
Il nonno Attilio e la nonna Caterina, furono felici di ospitarci, fino a quando le cose non si fossero messe bene.

All’epoca avevo quindici anni e mia sorella Adele diciassette. La mamma aveva solo trenta otto anni, una giovane vedova di guerra, con la possibilità di rifarsi una nuova vita.

La littorina ci scaricò nella piazza del paese. Il carretto del nonno, attaccato ad un mulo assonnato dal caldo, era lì ad aspettarci.
Caricammo le valigie, io e Adele ci sedemmo sul cassone, mentre la mamma prese posto a fianco del Nonno.
Il nonno Attilio aveva sessanta anni. Era di statura imponente, con i capelli totalmente brizzolati. Faccia abbronzata e piena di rughe, le membra imponenti, forgiate dalle dure fatiche della campagna, esprimevano una forza ciclopica.

La nonna Caterina ci stava aspettando davanti all’ingresso della casa.
Appena scesi dal carro ci corse incontro, abbracciandoci con forza. Anche lei era energica e massiccia.
Fattore comune delle donne della mia famiglia erano le grosse tette.
La nonna mi aveva affondato il viso nelle sue enormi montagne.
Quell’aspetto caratterizzava anche il petto della mamma e di Adele.
Mi ricordo che Adele, già a dodici anni, ostentava delle tette che, a occhio e croce, dovevano riempire una quinta abbondante.
Qualche anno dopo, infatti, usò i reggipetto della mamma.

Il nonno Attilio:

“Caterina! Guarda che bei nipoti che abbiamo! Battista! sei grande e grosso come me! Adele! Che candore e che bellezza! Dovrò guardarti a vista, perché i giovanotti del paese ti ronzeranno attorno come le mosche! Caterina! guarda le tette di tua nipote! Sono più grosse delle tue aahahahaha

Adele, d’istinto si coprì le sue enormi tette, arrossendo come un peperone.

La nonna:

“Sciocchina! Non devi vergognarti! Le devi mostrare con orgoglio! La natura ti ha dato un dono prezioso! Che gli uomini di qui sanno apprezzare – schiacciando l’occhio al nonno - Guarda me e tua madre! Siamo orgogliose di averle grandi e grosse, come quelle delle vacche! Hahahah

Così dicendo le afferrò con entrambe le mani, soppesandole in aria. Cristo erano enormi.
Quell’incontro imbarazzante non finì lì. La nonna si avvicinò a Adele e gli sollevò la gonna e rivolto al nonno:

“Guarda Attilio! Questo si che è un bel culo! Hai visto com’è bello grosso e rotondo? ahahahah

Il nonno appena vide il lato B di Adele, totalmente scoperto, strabuzzò gli occhi. Leccandosi le labbra:

“Accidenti! Un culo così bello l’ho visto solo nei bordelli!
La nonna: “Attilio? Cosa vuoi dire che il mio fa schifo?

La nonna, risentita dalle parole del nonno, si alzò la lunga gonna ed espose il suo culone alla vista dei presenti.

“ahahahah no! Vecchiaccia! Il tuo è ancora bello grosso! Hahahah Elvira, se ricordo bene, il tuo deva essere un posteriore di tutto rispetto! Dai fallo vedere anche tu ahahahah visto che ci siamo!

La mamma, dopo un attimo di esitazione, ci squadrò, sorridendo, si girò e tenendo alzata la gonna:

“Papà, il mio è ancora quello di una volta! Figlia o no, so che ti è sempre piaciuto guardarlo aahahahah
“ahahah Sei rimasta ancora una monella! Certo che mi piaceva! - strizzando l'occhio - E perché non avrei dovuto apprezzarlo? Ahahahah
“Papà! Finiscila… ragazzaccio! Ahahah

Con Adele ci guardammo impacciati. Lei era diventata rossa ed io evitavo di guardare per nascondere l’imbarazzo.

“Be, adesso dopo tutto sto spettacolo mi è venuta una fame da lupi! Vecchia è pronto il pranzo?
“Si! È tutto sul tavolo!

Il pranzo era abbondante. Erano anni che non avevo visto una tavola bandita di ogni ben di dio.
Finalmente un pasto completo, dopo anni di stenti. Io, la mamma e Adele, ci siamo abbuffati come maiali.

La vita in campagna era dura. Il nonno mi portava tutte le mattine nei campi di Mais. Mi insegnò a governare le bestie. Adele e la mamma, aiutavano la nonna nelle altre faccende agreste: Nutrire i maiali, mungere le mucche e dare da mangiare agli animali di cortile, inoltre confezionavano le provviste per l’inverno.

In pochi mesi avevamo messo su parecchi chili. Il mio fisico si era rinforzato, i muscoli delle braccia e del petto cominciarono a gonfiarsi.
Adele somigliava sempre di più alla mamma e alla nonna; ostentava un fisico rotondo, un grande culo e due grosse tette, che campeggiavano sul petto come due montagne.
Il nonno quando la guardava se la mangiava con gli occhi. Dall’intensità delle occhiate si capiva che Adele gli piaceva e gli suscitava pensieri perniciosi, e non nascondeva nulla delle sue intenzioni, che io consideravo aberranti.

Nei campi, durante la sosta, parlavamo di tutto, ma soprattutto delle donne. Mi spiegava che in un paese vicino c’era una vecchia baldracca, che aveva trasformato la casa in un bordello, ospitando delle giovani ragazze, in miseria, che si prostituivano in cambio di cibo. Ma il suo chiodo fisso era Adele. Quando aveva esaurito gli argomenti:

“Hai visto che culo ha tua sorella Adele?
“Si è una bella ragazza!

Per pudore cercavo di non esternare giudizi lascivi su mia sorella.

“Bella ragazza? Quella è pronta per una bella sgroppata te lo dice uno che se ne intende di femmine! Se non fosse stata mia nipote, ti assicuro, che a quest’ora gli avrei già fatto la festa! Ogni volta che la vedo il cazzo salta sugli attenti come un soldatino! Maremma maiala! A volte penso che non sarebbe poi cosa sbagliata farsi una bella galoppata con quella cavalla! Tutto al trotto - imitando la chiavata alla pecorina – quanto mi ispira quella ragazza! a te no?
“Ma nonno! È tua nipote? Mia sorella?
“E che vuol dire? Battista! Lo sai cosa diceva il mio vecchio?
“No!
“un buco non ha parenti e amici! E il buco delle donne sono tutti uguali! – toccandosi il cazzo - tua sorella me la sbatterei per benino! Ascolta i vecchi? Hai tanto da imparare!
“Certo! Ma no quello che pensi tu!

Il nonno ridendo, si strinse la patta dei pantaloni, e fissandomi:

“Battista! Adele è una manza da scannare! Ahahahahah con questa mannaia! Ahahahah scommetto che non vede l'ora di darla via! A quelle età sono diavoli!

Rimasi sconvolto da quella affermazione incestuosa.

“Caro Battista! Il mondo della campagna è selvaggio! Fatica, sudore e fatica. L’unica soddisfazione la trovi a letto, nella figa di una donna! E sai una cosa? Anche loro la pensano come noi! Per loro un cazzo vale l’altro! Dopo averla usata una bella lavata nel tinello, poi è bella che pronta per una nuova scopata! Hahahah

Mio nonno mi faceva schifo. Non aveva nessun contegno e rispetto per Adele. Le sue nefande perversioni non si arrestarono solo a lei.

“Tua madre, non ha avuto nessun uomo dopo che tuo padre è partito per la guerra?
“No! La mamma è una donna fedele! Ha aspettato e aspetterà ancora che papà ritorni!
“ahahahahha Battista! Tu le donne non le conosci! Mmmm così tua madre è anni che non scopa? Un’astinenza che andrebbe interrotta! Non sei d’accordo?

Rimasi basito. Il nonno stava esagerando. Non aveva rispetto per nessuno. Mi sembrava un vecchio maniaco sessuale. Indignato:

“Ma nonno! Ora basta! Non accetto queste oscenità, non voglio che tu esprima giudizi sconci sulla mamma ed Adele!
“ahahah ti sei offeso? Ma è solo per parlare! Ahahahah
“Per parlare un cazzo! Tu stai facendo delle insinuazioni indecenti, che è anche peccato! Lo sai?
“Peccato? Ahahah Battista, devi farne di strada tu, ma il nonno t’insegnerà tutto!

C’eravamo integrati perfettamente all’ambiente agreste. I vestiti cittadini scomparvero e, col passare del tempo, ci eravamo adeguati allo stile di vita del luogo. La mamma e Adele, presero l’abitudine di indossare vestitini con trame a fiori, simile a quelli che portava la nonna, chiuso davanti con una serie infinita di bottoni, ma con un’appariscente scollatura a V, che non celava nulla, ma lasciavano immaginare tutta la grandiosa magnificenza del petto.

Adele si occupava dei maiali e degli animali di cortile. La mamma e la nonna mungevano le mucche e aiutavano il nonno nella produzione del formaggio e del burro.
Per quanto mi riguardava, ero diventato il factotum della masseria. Aiutavo il nonno nei campi, spaccavo la legna, aiutavo anche le donne nei lavori di governo degli animali domestici.

Secondo paragrafo: Il Bordello.

Una domenica pomeriggio, dopo la messa e il sontuoso pranzo, il nonno mi fece indossare un suo vestito. Era un completo in fustagno marrone. Ero molto elegante. Anche il nonno ne indossò uno uguale, che poi era quello della domenica.

Quel giorno il nonno mi disse che mi avrebbe portato in un posto speciale. La nonna e la mamma ridevano sotto i baffi.
Adele, dubbiosa, esprimeva un’espressione perplessa, perché non capiva il motivo di quella gita e perché lei non poteva venire.

Più tardi seppi che il nonno, d’accordo con la nonna e la mamma, aveva deciso che era arrivato il momento di svezzarmi. Dovevo diventare un uomo. Nella tradizione contadina era consuetudine che il vecchio accompagnasse il giovane al bordello, per fargli conoscere la vita.

“Adele! è un posto per uomini!

La mamma e la nonna in coro si sganasciarono dalle risate: Ahahahahahah

La nonna gli afferrò le guance e fissandola negli occhi.

“Stupida! Quando sarà il momento, vedrai che certe cose le capirai!
“Che cosa?

Il nonno rivolto a mia madre.

“Dovresti aprire gli occhi a questa figliola! Prima che lo faccia qualche canaglia!

Adele, ignorando il significato insito in quelle parole insiste:

“Non c’è un posto così anche per noi donne?

Il nonno esplose in una grassa risata, poi, riprendendo il fiato.

“Questa si che è bella! Aahahahh Battista andiamo ahahahahahaha


Il carretto, trainato dal vecchio e sornione mulo, avanzava lentamente verso il paese vicino. Quando arrivammo ci fermammo in una grande piazza.
Dopo aver assicurato il mulo ad un anello di ferro, arrugginito, che pendeva dal muro di un palazzo antico, annerito dal tempo, ci siamo avviati per una stradina in terra battuta, che saliva verso la collina.

“Ecco! siamo arrivati!
“Ma dove stiamo andando?
“E’ per il tuo bene! Vedrai che lo apprezzerai!
“Il formaggio e le pagnotte di pane a cosa servono?
“queste, mio caro nipote, ti apriranno le porte del paradiso hahahah

Lo guardai perplesso.

La casa era una catapecchia fatiscente. Il nonno tirò la corda della campana, dopo tre strappi, un’anziana signora apparve sulla porta. Poteva avere la stessa età della nonna. I capelli cotonati erano completamente bianchi e portava occhiali in oro, assicurati ad una catenina dorata.

“Ei! Teresa! Buona domenica!
“Attilio, quanto tempo! Qual buon vento ti porta qui? La vecchia non te la da più?
“ahahahah magari si calmasse un pochino! Quella e peggio delle tue puttane! Hahahah
“E sto giovanotto chi è?
“Hai visto che bel ganzo? E’ mio nipote! L’ho portato da te! per svezzarlo!
“ahahahah E’ un bel giovanotto! Se avessi qualche anno in meno, lo farei io ahahahah
“hai merce buona?
“Si! Ho due ragazze d’oro, che fanno al caso tuo! Sei venuto anche per te?
“Be! Visto che sono qui! Hai detto che ne hai due d’oro? Non sono mica impestate?
“ahahahh Sono pulite e sane! Credo che saranno pure di tuo gradimento!
“ahahah bene! Entriamo allora!

La casa era un tugurio. Le mura erano ammuffite e completamente impregnate di fuliggine. L’arredo era fatiscente e sul tavolo c’erano ancora i resti del pranzo avanzato.


La voce rauca della vecchia riempì quei locali lerci.

“Lina! Maria!

Da dietro una tenda quasi grigia, che fungeva da porta, uscirono due giovani ragazze. Dall’espressione del viso potevano avere la mia stessa età. I tratti del volto di una erano ancora adolescenziali.

La bionda si presentava con due tette enormi e un visino grazioso, un po grassa e fianchi larghi. Indossava una vestaglia trasparente, sotto era completamente nuda. Il pelo pubico era un triangolo dorato.

L’altra era una moretta con i capelli ricci, che incorniciavano un viso bellissimo, con occhi azzurri e labbra rosse incarnate. Le sue tette non erano grandi, la vita era stretta ed i fianchi larghi; mostrava un fisico longilineo, più alta rispetto alla bionda, aveva gambe tornite e ben modellate. Iniziai ad osservarla e lei ricambiò il gesto, fissandomi con un sorriso accattivante.

“Madonna! Queste sono bambine! Quanti anni hanno!

La vecchia, indicando la bionda.

“Lei è Lina e ha diciassette anni!

poi:

“Lei è Maria, ha venti anni!
Il nonno: “Teresa! Ma sono minorenni!
La vecchia: “Che ti importa! Qui non fanno problemi! Ci vengono tutti! Nessuno ha mai detto nulla! Sai di chi sto parlando!

Si riferiva al Prete, al sindaco, al farmacista e ai ricconi del posto.

Il nonno: “Certo, lo immagino! Allora Battista! Quale preferisci?

Appena fui coinvolto, l’imbarazzo e la timidezza giocarono un brutto scherzo e diventai rosso come un peperone.

Intervenne la vecchia:

La vecchia: “Da come guarda Maria, senza altro lei!
Il nonno: “Vada per Maria! Io mi scopo la biondina!

Nello stesso istante, su un segnale della vecchia, la ragazza con un sorriso sgargiante, esibendo denti bianchissimi, si avvicinò e dolcemente mi strinse la mano.

Maria: “Seguimi!

Intanto il nonno, cingendo la vite di Lina, si avviò verso la tenda lercia e scomparve dietro quel grigiore, sicuramente in tempi migliori doveva essere bianca.

Appena il nonno sparì. La megera vedendomi titubante.

La vecchia: “Dai giovanotto segui Maria, vedrai che ti piacerà! Potessi svezzarti io mmmm che ti farei qui!

Per dare enfasi a quella frase mi afferrò l’inguine stringendolo. D’istinto serrai le gambe facendo un passo indietro.

“hahahah un tenero pulcino! non aver paura! mmmm vedo che qui ce un bel pacco! Ahahaha dai Maria aiuta il pulcino a spiccare il volo hahahaha

La camera dalla mora era nelle stesse condizioni del resto della casa. Il letto lercio era coperto da un lenzuolo marrone, pieno di macchie, sicuramente gli aloni delle precedenti azioni di meretricio.

“Non aver paura! Sarà bello!

Continua......

Guzzon59 ([email protected])

Gli altri capitoli li troverete sul mio Blog https://raccontieroticidiguzzon59.blogspot.com

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