La palude fra le cosce...e infine eaiculò

Elisa era sempre stata il mio pallino. Alta, formosa, con due labbra da troia che invitavano solo al pompino.
Io poi, da appassionato dei collant, non sapevo resistere alle sue cosce sempre di fuori. I nostri dialoghi erano sempre più marcatamente spinti. Si passava a doppi, tripli sensi con niente. Per poi non parlare delle telefonate di notte non appena eravamo in trasferta. Con lei non lasciavo nulla al caso, al dubbio. Da subito le dissi che avrei fatto di tutto per scoparla, nonostante entrambi fossimo impegnati. Mi ricordo che il feeling era reciproco. Anch'io le piacevo, ma voleva tirarsela. Ma era capace di tenermi sempre lì, in tensione. Il giorno del mio compleanno mi ricordo mi fece trovare in posta interna in azienda una busta. Al suo interno c'era un paio di mutandine e 2 autoreggenti. Mi misi le calze al naso. Sentii un odore acre. Erano palesemente usate. Ebbi un'erezione enorme. Era durissimo. Tenendole fisse sul naso ci misi un attimo a sbrodolare dappertutto. Ma non mi bastò. Vidi il perizoma. Lo guardai all'interno. Era tutto sporco di intimo. Si sentiva l'odore della fica di Elisa. Fortissimo. Mi tornò subito duro. Presi allora il mio iphone. Cominciai a riprendere la scena. Mi strofinai le mutande sul muso e in 10 colpi eiaculai a fiotti, lunghi e potenti, urlando "Elisa, sei una troia, solo mia". Le inoltrai il video. Eccitato, curioso delle sue reazioni.
Il giorno dopo al lavoro non mi disse nulla. Ma a sera, mi raggiunse nel mio ufficio. Era fantastica, gonna lunga e tacco dodici. Iniziammo a parlare di lavoro. E dopo un'ora la vidi sfilarsi le scarpe. Intorno non c'era più nessuno. Cominciò a strusciare i piedi l'un sull'altro. Mi venne un cazzo duro che non so nemmeno spiegare. Elisa se ne accose subito, era lì che voleva arrivare. Mi sbottonò i pantaloni, mi sguainò l'uccello e cominciò a sfregare i suoi alluci sul mio prepuzio. Aveva le calze color carne, la mia passione. Non ci vedevo più dal desiderio. La presi con forza, la girai, le feci uno squarcio nelle calze all'altezza della fica. Arrivai alle sue mutandine. Gliele strappai con violenza. Erano bagnate fradice. Una spugna. Le appallottolai e gliele misi in bocca. "con queste non ti sentirà nessuno godere come una cagna", e le infilai il cazzo nell'ano, con forza, senza lubrificarla. Emise un urlo di dolore, con mia somma soddisfazione. E mentre la stantuffavo cominciai a tormentarle la fica, con decisione, infilandole un dito, due e poi massaggiandole a ripetizione le grandi labbra e la vulva. Più la pompavo e più la sentivo bagnarsi. Si tolse le mutandine dalla bocca e mi si avvicinò con la bocca all'orecchio dicendomi: "avresti dovuto vedere che lago avevo tra le gambe dopo aver visto il tuo cazzo nel video". Non ci vidi più. Le chinai la testa e dissi:"giù, che ora ti riempi il buco del culo". Non feci in tempo a dirglielo che schizzò dappertutto, inondando i suoi collant, la gonna e tutto il pavimento.
E adesso tocca a me disse. Si sfilò i collant. Li prese e me li mise sulla faccia, premendo. Poi si inginocchiò e mi succhiò avidamente l'uccello. Lo ciucciava fortemente, accarezzandomi le palle e infilandomi a spot un dito nell'ano. E provocava. "Alex, sborra, ti prego". "Ti prego, inondami".Ci misi meno di un minuto. Sborrai copiosamente, tutto nella sua bocca desiderosa. Mi pulì con i miei boxer. Per poi prenderli, metterseli in borsetta e dirmi:"con questi arrivo fino a domani". "Poi comincio ad aver bisogno di altre carne".
"Agli ordini" dissi....