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Le gonne corte della cugina di mia mamma


di apinna77
04.01.2012    |    59.044    |    6 8.9
"Il fiume di broda la colpì in faccia e con mia somma soddisfazione le inondai anche le boracce..."
Vedevo Nadia, la cugina più piccola di mia mamma, circa due volte all'anno, in occasione delle festività natalizie e pasquali. Era una bella donna, di 52 anni, dal fisico ben tenuto da ore di palestra settimanali con le quali amava sentirsi in forma. Ci teneva a mostrarsi ben curata e vestita ogni volta ci si incontrava: nei paesi di provincia sono molto attenti alle occasioni di incontro, forse per suscitare invidie nei parenti lontani.
Ed effettivamente non passava volta in cui non mi masturbassi al pensiero di affondare le mie mani tra quelle belle cosce calde e abbronzate. Al termine dell'ennesima cena pasquale passata con loro, venni a sapere da mia sorella che Nadia le aveva rivelato l'impotenza di suo marito, a causa di un trauma sportivo.
Le aveva inoltre confidato che sentiva la necessità di vedersi bella e dimostare ancora a sè stessa di essere attraente.
Il caso venne in mio favore. Sua figlia Cinzia aveva da poco lasciato il liceo per fare l'università, ma aveva fatto appena un esame in 6 mesi, mostrando particolare svogliatezza. Nadia colse allora l'occasione di chiamarmi, per chiedermi se potevo parlarle per capire se potevo aiutarla. Le dissi che ero disponibile, ma avrei preferito prima parlarne a quattr'occhi per definire una sorta di stategia. La invitai così a casa mia, dove avevo preparato una cena coi fiocchi, inondando i piatti di primitivo di manduria, un corposo e sostanzioso vino rosso. Da buon paraculo quale sono, la feci mettere a proprio agio, facendola parlare e passando così dalla scusa dell'incontro (la figlia) al vero motivo, la sua voglia di cazzo. Avevamo scolato due bocce di succo d'uva, quando la guardai platealmente dalla testa ai piedi. Capelli corti rossi, occhi verdi, trucco abbastanza pesante per coprire le rughe, rossetto rosso sulle labbra carnose, camicetta che strizzava un paio di tette (una buona quarta) tendelzialmente cadenti, gonna corta d'ordinanza,calze nere e tacco 12. Lasciai volutamente lo sguardo fisso sullo spacco leggero della gonna, con la chiara intenzione scritta sulla fronte. Lei apprezzò, eccome, ma mi liquidò dicendo: "Dai Alex, non scherzare. potresti essere mio figlio". E si alzò andando in bagno, dove si era diretta per urinare. Mi precipitai verso il buco della serratura, da dove ammirai lo splendore della sua bella bernarda depilata con un solo ciuffetto ben curato sopra le grandi labbra. E da vera Donna, non portava le mutandine perchè le avrebbero fatto il culo grosso. Il mio cazzo era enorme. Si asciugò la fica con un pezzo di carta e si rimise i collant e la gonna. Uscendo, mi trovò fuori, e mi fece un grosso sorriso. Mi si avvicinò e disse: "stasera, quando me ne andrò, userai il fazzoletto che è ancora nel water e mi dirai se il profumo ti ha eccitato" Non doveva dirmelo. La presi di forza e le ficcai una mano sul culo spingendo la sua fica verso il mio uccello. Si mise a urlare ma le tappai la bocca ficcandole la lingua in gola. Si mise a gridare che non voleva, che ero come un figlio per lei. La girai di schiena, le tappai la bocca con la mano, la misi a 90° tra le mie gambe, e cominciai a dirle cosa le avrei fatto sussurrandole le parole nell'orecchio destro, fra un colpo di lingua e una succhiata."Adesso, ti abbasso la lampo e comincio a sfilarti la gonna. Lo sai dove arriverò, vero?". Tra le lacrime e i singhiozzi mi pregava di non farlo, era incesto e non voleva tradire suo marito, lei desiderava farlo solo con lui. "Ah sì eh?", continuai, "e dimmi, da quanto tempo non senti una cosa così dura?" e le appoggia il mio cazzo durissimo tra le chiappe, strofinandolo bene bene.Non feci in tempo ad avere una risposta che avvertii sul pene una ventata di frescore intenso.Era proprio come immaginavo: la sua bernarda aveva allagato il nylon e chiedeva fortemente di accogliere un cazzo. Persino il mio. E mentre con la mano sinistra frugavo voglioso nella sua passera, le succhiai l'orecchio fino a riempirglielo di saliva. E le dissi: "pensavi davvero di venire qui a mostrarmi le tue cosce come ad ogni festa da 35 anni a questa parte? senza andare incontro a nessun rischio"? "Sì Alex, te lo giuro..". La portai sul divano, ormai non reagiva più tanto era sbronza ed eccitata. Le strappai il reggiseno per lasciar cadere quelle belle tettone dal capezzolo enorme. Gliele strizzai e leccai su tutta la circonferenza dell'areola; dopo 5 minuti di strizzata del capezzolo ormai violaceo, decisi di puntare dritto verso dove lei voleva. Le misi le gambe sulle mie spalle e le sfilai i tacchi. Rimasi, come sempre mi succede, folgorato dalla cura che aveva dedicato ai suoi piedi. Non ce la feci a resistere e iniziai a leccarli avidamente. Lei mi disse: "Alex, ti piacciono? Li trovi attraenti? Sono andata al pedicure pensando a te. Ho sempre notato le tue attenzioni ai miei piedi". Ebbi un improvvisa voglia di montarla come una vacca, usandola e facendola sentire come una troia. Ma non lo feci. Doveva implorarmi per avere il mio cazzo. Le presi le gambe in mano, e baciai delicatamente l'interno delle sue cosce, calde calde. Erano morbide, e ad ogni bacio la sentivo gemere di piacere. Scendevo piano piano, finchè usai la punta della lingua sul nylon a contatto con la fica. Era tutto fradicio, un lago di piacere. Quelle puntate di bacetti e lingua sulle grandi labbra la fecero impazzire. "Adesso basta Alex, basta!". "Finiscila, siamo parenti"
"Bene, allora vergognati di godere così come una troia con me", e le strappai le calze tra le gambe affondando la mia verga piena dentro di lei, ripetendole che era una troia, una vacca senza dignità. "Ti prego di fermarti, Alex". E io replicai: "No, ti prendo e ne approfitto del tuo corpo, fino a sborrarti dentro perchè tu senta dentro la forza degli schizzi con i quali ho sempre voluto ricoprire il tuo corpo. Nell'attesa della mia sbrodolata, lei venne 5 volte; ma ben presto cominciò a capire che forse non era abbastanza eccitante per darmi piacere. Si alzò di scatto spostandomi lateralmente e spingendomi per terra, si sedette sopra di me, dandomi la schiena. Sapevo cosa voleva fare. Si infilò il mio cazzo durissimo nel buco del culo, e con somma sorpresa mi accorsi che glielo stavo sverginando. Non mi mossi nemmeno una volta. Fece tutto lei, così avida di uccello da non resistere ad assaggiarlo da tutte le parti. Riuscì a godere 2 volte, lamentandosi più volte di che cosa si era perduta. Non nessendo ancora venuto, si rialzò e mi disse: "Alex, PER FAVORE, posso anche sentirlo in bocca? te lo chiedo per favore". E io, generoso di natura, l'accontentai. Lo leccava meravigliosamente, fissandomi negli occhi e ripetendo sempre più ostinatamente che aveva sete. "Sete, Alex, ho sete. Ti prego, daì. Ho un sete terribile". Non riuscì a bere niente. Il fiume di broda la colpì in faccia e con mia somma soddisfazione le inondai anche le boracce.
La rifeci vestire e le dissi: "Nadia, una bomba sexy come te non la tengo solo per me." Domani ripassa, che cominciamo ad andare in qualche locale di scambio di coppia. Mettiti in tiro e vedrai che farai una scorpacciata di sperma". Mi guardò e si leccò le labbra in segno di ingordigia. "Non vedo l'ora..uhmm..."disse. E aggiunse: "Me lo prometti però che potrò degustare anche il tuo?"
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