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Lui & Lei

Lisa la zoccoletta


di apinna77
19.11.2020    |    1.054    |    0 9.2
"Lo avevo in gola, non ce la facevo più..."
Il racconto di fantasia è un messaggio per Lisa, la mia dipendente a cui insegnerei di non vestirsi da vacca dandole tanto cazzo.

Sono proprietario di una piccola azienda che produce alimenti per il settore della ristorazione.
Da un anno ormai avevo assunto Lisa, ragazza di 25 anni neo laureata In qualità di mia segretaria. Ragazza del luogo, piccolina di corporatura ma di viso particolarmente maliziosa. Lo avevo visto subito al colloquio.
Da subito sui era presentata super scosciata, se non scollata e cosa che era apprezzata da tutti, sempre col tacco alto.
Dal punto di vista dell'impegno super motivata, non si tirava mai indietro confermando l'impressione di essere una grande lavoratrice.
Complici quelle belle cosce sempre velate, cominciai a farmi sonore seghe al solo pensiero di sfiorarle. Induriva i cazzi di tutti gli uomini, che passando davanti al suo ufficio ammiravano lo spettacolo bisbigliando le migliori volgarità
Una sera che andavo di fretta entrai nel suo ufficio inconsapevole che si stesse togliendo le scarpe antinfortunistiche per infilarsi i tacchi; rimasi sorpreso e inconsapevolmente soffermai gli occhi sui piedi, velati dalla calza beige. Ben curati e con un meraviglioso smalto rosso. Per 2/3 secondi rimasi ad fissarlo, con imbarazzo apparente di Lisa.
Le dissi di non indossare i collant con le scarpe antinfortunistiche per evitare si rompessero; la cosa venne immediatamente percepita come una scusa.
Il giorno successivo mi chiamò per mostrarmi che aveva seguito il mio suggerimento e che le toglieva per andare in fabbrica. Lo fece apposta perché sapessi dove trovarle.
Non feci molto caso tuttavia a questa attenzione e tornai alle mie cose.
I giorni successivi non notai grande cambiamenti, se non che non passava giorno senza che le mie eiaculazioni avessero le sue gambe aperte, con mutandine velate a vista, un ruolo centrale.
Da li a breve passai nel suo ufficio per cercare un timbro e notai un paio di collant appoggiati sulla sedia, e vicino ad essa le sue vertiginose scarpe. Non stetti a pensarci molto, le rubai. Andai in bagno, desideroso di sentirne gli umori. Non posso spiegare l'odore di dica che emanavano. La troietta non portava le mutandine, e difatti sentivo anche il profumo del suo ano. Mentre deliziavo il mio naso, uno schizzo lunghissimo mi tolse tanta tensione da addosso.
Tornai in ufficio per rimetterle a posto, ma ormai avevo nella testa di doverla possedere, volente o nolente.
La sera stessa venne a salutarmi nel mio ufficio e con una faccia super tosta si sfilò il tacco per mostrarmi il suo piede, con la calza velata rotta e l'alluce che usciva. Avevi ragione tu, mi dice...
Sapevo che eravamo soli in azienda. Andai verso la porta e la chiusi. Mi guardava falsamente impaurita. Adesso basta, pensai.
La presi per mano, ma lei non voleva. La presi con forza e la misi di schiena sulla scrivania. Avevo un cazzo enorme, durissimo. Lo tirai fuori e mi pregò di non farlo.
Le dissi che era troppo tardi, dopo mesi vestiti da puttana ora doveva scaricarmi.
Le succhiai l'alluce, un profumo di piedi sudati indescrivibile. Lo avevo in gola, non ce la facevo più. Le strappai i collant e le mutandine, infilandoglielo con forza tra le sue urla e pianti. Più la pompavo con grossi colpi di reni e più la sentivo lubrificata. Dopo 3 minuti stavo per sborrare, ma dovetti resistere. La tirai su dalla scrivania, ristemandole il collant per donarle il mio seme all'interno. Frastornata, senza più intimo, con le sue intimità abbondantemente a bagno, mi guardò con quel suo sguardo da puttanella. Alla vista dell'alluce, la mia elezione si rinvigori' di nuovo. Di schiena stavolta, con lo sperma in aiuto, la penetrai nell'ano, godendo come mai un culetto mai sverginato. Godeva tantissimo, ansimando nella mia bocca mentre le nostre lingue si cercavano. E in un attimo le venni dentro, mescolando i nostri odori e secrezioni come immaginavo nelle mie seghe serali.
Da quel momento continuiamo questa frequentazione di solo sesso, arricchendo i nostri incontri di graditi ospiti su cui fantasticavamo in precedenza.
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