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Lui & Lei

Il nuovo appartamento


di robydany54
03.10.2019    |    16.979    |    2 9.1
"Nei giorni che seguirono, cercai principalmente di ambientarmi al nuovo quartiere, tralasciando qualsivoglia occasione di fare sesso con qualche bella..."
Avevo da poco, acquistato un appartamento, con i proventi pervenutami da un’eredità ( finalmente un lascito pecuniario e non la solita malattia o sintomo fastidioso, tramandato da qualche parente, lontano o vicino ) me lo stavo godendo solo soletto, approfittando di un periodo di pausa da mia moglie Adele, o meglio di riflessione come si dice oggi (in definitiva mi ero rotto il cazzo del solito menage coniugale ridotto oramai da tempo, solo a mere e squallide discussioni ricche di controversie ed incomprensioni; per la serie “come rendersi la vita impossibile” : limitando, o quasi azzerando, ogni tipo di attività sessuale, primo campanello d’allarme per il buon proseguimento di una relazione: insomma una situazione veramente insostenibile per entrambi); probabilmente un distacco pianificato ci avrebbe fatto bene ; ognuno si sarebbe preso una pausa appagando o ricercando , quello che più lo gratificava. Sistemato l’appartamento , non mi restava altro che compiacermi di tutto quello che da sempre avevo desiderato: un ampio balcone spazioso dal quale vedere il meraviglioso scenario dei tetti di Roma con tutte le sue chiese , ove poter mangiare e coltivare con successo svariate specie di piante, un paio di camere spaziose ed un bel bagno; il tutto in una zona centrale della città e cosa forse più importante un posto auto privato al coperto, oro colato per una città come Roma dove trovare parcheggio in certe zone è pressoché proibitivo se non impossibile . Soddisfatto e felice del nuovo acquisto cominciai ad invitare i vari amici principalmente amiche a cena , mostrando con orgoglio la casa . Talvolta ,qualcuna rimaneva per la notte concedendomi finalmente il giusto appagamento sessuale, condividendo allegramente dei bei momenti di sesso sfrenato e disinvolto libero da qualsiasi impegno . Tutte o quasi avventure di una notte o poco più ;decisamente non riuscivo a trovare nulla che potesse interessarmi più di una scopata, eccetto che per Anita una bella mora, venuta dal paese per studiare medicina a Roma e desiderosa di concedersi nuove esperienze lontano da pregiudizi e pettegolezzi vari. La tipa era veramente arrapante e meritava di essere scopata; l’avevo invitata con una banale scusa e lei pur rendendosi conto di dove si sarebbe andati a parare, accettò senza batter ciglio, assumendo un comportamento da civettuola. Per rompere il ghiaccio le avevo chiesto di stendersi sul letto al mio fianco e lì avevo iniziato a carezzarle i lunghi e folti capelli sfiorandole con le mani le guance. Non avendo nessun tipo di diniego, mi ero spinto oltre, scendendo verso i seni : in quel preciso momento come folgorato da un fulmine, mi venne alla mente la divertente canzoncina “L’uselin de la comare” ed iniziai a canticchiare con enorme meraviglia della mia amante, che non conosceva il divertente ritornello. Quando giunsi assieme all’uselin proprio lì , iniziai in preda al pathos senza neppure toglierle gli slip a stimolarle la voluminosa clitoride, facendola trasecolare dal godimento; venne tempestivamente, infradiciandosi totalmente ; a quel punto non resistendo ulteriormente, dopo averle sfilato le zuppe mutandine mi concessi una corroborante e benefica abbeverata alla sua fonte aspirando e deglutendo tutti i suoi tiepidi umori vaginali. .Districandosi come una pantera, con scatto felino contorcendosi su se stessa mi rese il servizio inghiottendo tra le sue fauci il cazzo voglioso, facendoselo giungere fino alle tonsille. Sortito poco dopo dalla sua bocca e favorito, dalla copiosa saliva colante ne approfittai per violare le sue strette pareti vaginali, incastonate da un fitto boschetto di morbida e vellutata peluria, incanalandomi lentamente nel profondo della sua famelica e stretta vagina. Presi entrambi dalla foga del momento incuranti di qualsivoglia precauzione o metodo anticoncezionale, continuammo a scopare fino alla logica conclusione, che non tardò a venire : lei stessa tenendomi stretto per i glutei con le mani ,mi impedì di fuoriuscire al momento fatidico , gustandosi appieno tra urli e movimenti concitati una sana e potente sborrata nel profondo della fica. Il nostro amore , durò una decina di giorni poi come tutte le storie ebbe un termine, ci salutammo da buoni amici ed ognuno prese la propria strada. Forse in quel preciso momento non era quello che cercavo, in me era ancora presente il nostalgico ricordo di Adele una delle poche donne che aveva veramente contato qualcosa per me . Altro episodio di rilievo mi accadde alcuni giorni dopo; fui contattato da Grazia e Davide due cari amici di vecchia data per mangiare assieme un boccone in qualche pizzeria. Ci incontrammo nel locale prestabilito e dopo aver gustato una pizza eccellente ci dirigemmo nella mia nuova abitazione per bere qualcosa e concludere allegramente la bella serata. Avevo in frigo un paio di bottiglie di prosecco , così ne presi una e la portai in salotto e tra una chiacchiera e l’altra ci scolammo anzi mi correggo, dato la mia astemia, si scolarono come due alpini entrambe le bottiglie,. Euforici i coniugi si aprirono confidandomi la loro vera natura sessuale: erano scambisti da anni e non disdegnavano, spesso e volentieri, unirsi con un uomo o donna che sia ,per concedersi e deliziarsi l’un l’altra nella piacevole performance . In forte imbarazzo ma desideroso di prendere Grazia sotto gli occhi del marito , mi candidai per partecipare ai loro sollazzi . I due entusiasti, specialmente lei, senza esitare acconsentirono alla richiesta e dopo essersi denudati completamente mostrandosi al mio cospetto come madre natura li aveva fatti, mi invitarono ad emularli. Lei pretese, sine qua non di fare una doccia collettiva, prima di dare inizio ai giochi . Ci avviammo al bagno dove iniziammo a palparla nelle sue parti più intime, facendola trasecolare ed accrescendo il suo imminente desiderio ,di averci entrambi dentro di lei. Dopo esserci rinfrescati e scrutati intimamente, ci dirigemmo verso la camera da letto ove la femmina divincolandosi, si prodigò con maestria nel elargirci nell’immediato due succulenti pompini. Si alternava tra di noi leccando succhiando il nostro sesso e roteando spasmodicamente la nervosa linguetta attorno al nostro glande gonfio e spugnoso completamente scappellato. Continuammo dando un senso alla serata con virtuosismi da manuale. Più passava il tempo e maggiore accresceva il desiderio nella femmina , che vogliosa accoglieva i cazzi in tutti i suoi pertugi facendosi scopare ed inculare senza alcun ritegno, finalizzata solo nel avere e dare piacere . Il tempo volava ed alla fine esausti e stremati dalla vivacità della famelica femmina , non potendone più le sborrammo all’unisono sul volto, inzuppandola tutta. Con il viso tutto colante di sborra si precipitò sculettante in bagno per pulirsi . I due si rivestirono e rimasero un altro pochino da me dialogando come se nulla fosse accaduto. Avevamo passato una gran bella serata. Ci salutammo con il preciso intento di ripetere l’accaduto in un futuro prossimo . Scesi con loro dato che dovevo gettare come di consueto ,nel cassonetto il pattume accumulato. Nei giorni che seguirono, cercai principalmente di ambientarmi al nuovo quartiere,tralasciando qualsivoglia occasione di fare sesso con qualche bella cavallina. Con immenso piacere sotto casa tra le varie attività ,trovai tutto ciò che poteva servire senza dover necessariamente prendere la vettura o la moto . Vi era un calzolaio, una panetteria, una farmacia, una macelleria, un bellissimo bar,una fiorente tavola calda, un parrucchiere unisex un piccolo ma fornitissimo market a conduzione familiare ed un ferramenta ; poi a breve distanza vi erano altri negozi. Da subito mi trovai bene e durante i miei giri per i negozi per diporto annotai le presenze femminili appetibili , un viziaccio che non potevo assolutamente togliermi dopo tanti anni di stretta convivenza assieme . L’unica presenza di spicco la rinvenni nella farmacista, donna non bellissima ; mora capelli ricci occhiali, di stazza paffutella al punto giusto , non alta sul piccoletto ma ben fatta ,con tutte le cose al punto giusto e con una notevole sensualità nei gesti e nel portamento , in poche parole valeva la pena nei giorni a venire dedicarci del tempo e delle risorse. Il primato assoluto della donna fu offuscato una bella domenica ,mentre intento a godermi il panorama comodamente seduto sul balcone di casa , immerso nel verde lussureggiante delle mie piante , fui abbagliato non tanto dalla luce del sole, ma dalla sinuosa figura di una splendida donna sulla quarantina che passeggiava sul marciapiedi , con un delizioso barboncino di piccola taglia color albicocca al guinzaglio; altezza sul metro e settanta capelli ricci rosso fuoco fisico da paura ed un abbigliamento mozzafiato: una succinta minigonna da capogiro ed una blusetta aderente che metteva in evidenza i ridondanti seni , il tutto coronato da una splendida e disinvolta andatura . Il pomeriggio stesso, chiesi al custode del mio stabile una persona veramente adorabile, facendogli una dettagliata descrizione della ragazza se sapesse di chi si trattava. Senza esitare materializzò la fisionomia da me descritta nella proprietaria del forno all’angolo. Mi era completamente sfuggita in quanto di solito per abitudine mi recavo al market per gli acquisti. Da quel giorno, probabilmente avrei cambiato abitudini in favore del piccolo negozio, prendendo con una fava due piccioni; uno alimentando le piccole attività, boicottate a favore dei supermercati sempre più frequenti e l’altro per gustarmi la visione della affascinante femmina . Il giorno stesso mi recai nella panetteria ove mi accorsi che oltre il pane erano forniti di svariati prodotti alimentari,cominciai a fraternizzare con la donna fin da subito instaurando un bel rapporto confidenziale. Nel quartiere, ora vi erano due donne che mi solleticavano l’appetito, con le quali avrei voluto intraprendere qualcosa ; la farmacista e la fornarina. Fin dall’inizio stabilii di sferrare l’assedio sulla farmacista avendola vista per prima e poi per il suo aspetto ruspante quasi selvaggio,che accresceva in me la sfrenata voglia di portarmela a letto,appagando tutti i miei desideri sessuali più repressi . Per la fornarina era diverso di lei mi intrigava il suo aspetto monastico, con il fare dolce e delicato ,sostenuto dal suo etereo portamento ; insomma il netto opposto della precedente. Cosa certa era che a tutte due non ero indifferente infatti a mio avviso, entrambe le femmine mi avevano puntato facendoci un pensierino, apprezzando oltre il mio aspetto fisico la mia innata cordialità ed il mio modo estroverso di pormi . Approfondendo la conoscenza con la farmacista, azzardai un invito a pranzo da me, per il giorno dopo,che tempestivamente fu accettato. Preparai un pranzetto succulento essendo un fautore della cucina mediterranea . Puntualmente alle 13,00 udii il citofono e tosto mi precipitai ad aprire il portone. Feci entrare la bella donna che subito prese posto a tavola in attesa che le portassi le varie pietanze. Osservandola attentamente, mi accorsi di quanto fosse arrapante , con la sua maglietta Lacoste di colore rosa, dalla quale si evidenziavano, dato l’assenza di reggiseno i corpulenti e tondeggianti seni sormontati dai voluminosi capezzoli ed i jeans aderenti a zampa d’elefante revival anni 70’, che le mettevano in mostra le straordinarie chiappe tondeggianti. Senza indugio fregandomene della decenza , ci provai , subito; Guardandomi intensamente, frenando il mio impeto mi confidò di essere coniugata da svariati anni e di amare il marito , però suo malgrado si era invaghita di me e della eventuale storia che ne fosse scaturita, fregandosene di tutte le conseguenze, aveva optato dopo una lunga riflessione di approfondire l'eventuale propizia relazione , pure per togliersi la soddisfazione di provare un cazzo diverso avendo conosciuto solo ed esclusivamente quello del coniuge. Con queste prerogative si concesse senza freni :la ragazza doveva essere a digiuno sessualmente da diverso tempo , forse il marito la trascurava, me ne accorsi dalla foga che manifestava nel porsi . Mi stringeva e mi abbracciava spasmodicamente, stringendomi forte il cazzo tra le mani e fino a farmi male. Fece praticamente tutto lei lentamente guardandomi negli occhi si sfilò la maglietta restando con il torso nudo mettendo in bella mostra le grosse tette leggermente decrescenti; come dicevano a Palermo nel periodo che ci ho vissuto “le minne lasse” ; simultaneamente si fece scivolare i jeans lungo le cosce e dopo essersi tolte le scarpe da tennis rosa come la maglietta ed i calzini, mostrandomi i suoi candidi piedini nudi, offri alla mia vista il suo corpo seminudo coperto solo da un piccolo slip che lambiva a fatica la gonfia protuberanza pubica straripante di una folta peluria pubica . Sollevandosi leggermente col bacino mi diede il piacere di togliere le esigue mutandine. Finalmente era completamente ignuda , offrendomi la piacevole visione del suo allettante corpo: come un ciclone si precipitò su di me dopo avermi denudato ,iniziando a deliziarmi con superlativi giochi di lingua nella zona pelvica, concentrandosi esclusivamente sui coglioni ed il buco del culo . L’osservavo dall’alto con la sua chioma riccia darsi un gran da fare nel succhiarmi le parti intime ; finalmente dopo una piccola pausa, spalancando la bocca risalendo lungo la turgida asta , accolse il mio glande tra le fauci. Di lì a poco lo ingoiò tutto spingendolo fino al fondo della gola, quasi strozzandosi, incolpandomi di averlo troppo grosso , essendo abituata a quello del coniuge di dimensioni molto più contenute. Era la prima volta nella mia vita che una femmina si lagnasse per le eccessive dimensioni del cazzo; ne dedussi che non era il mio ad essere grosso, era quello del marito che era piccolo. Desideroso di assaporare anch’io le sue parti intime mi misi nella posizione più idonea per poter realizzare l’intento: tempestivamente con stizza si alzò come per sottrarsi dalla performance. Sentendosi in disordine dopo una mattinata di lavoro voleva andarsi a rinfrescare per offrirmela bella linda e pinta, scevra da qualsiasi odore o secrezione . Pur essendo molto schizzinoso ed amante del sapone , in quel caso specifico preferii sorvolare opponendomi alla sua richiesta per assaporare il penetrante aroma di una fica diciamo stanca,con il suo acre odore naturale non coperto da qualsivoglia profumazione . Allargandole le cosce , mi si presentò sotto gli occhi una delle meraviglie della natura: il folto pelo pubico scuro, lambiva e velava parzialmente le carnose e gonfie labbra vaginali umidicce e straripanti di caldi e lattiginosi umori. In un battibaleno introdussi la punta della lingua al loro interno assaporando inebriato il forte e deciso sapore della sua femminilità, ricco dei vari aromi originari. Mi stavo abbeverando alla sua fonte, agitando freneticamente la lingua tutta attorno alla gonfia clitoride , incoraggiato dagli urli e sospiri che emetteva, quando d’un tratto prendendomi per il capo, baciandomi appassionatamente ,volle degustare, il cocktail di tutte le sue intime fragranze amalgamate alla mia saliva. Era finalmente giunto il fatidico momento di penetrarla, di farle sentire dentro di se tutto il mio cazzo ardente di voluttà; in quel preciso momento tutto attorno a noi era propizio, per tale congiunzione, i nostri corpi e le menti lo desideravano ardentemente : insomma eravamo pronti per unirci carnalmente fondendoci per divenire un tutt'uno.
Affondai lentamente ma con decisione il cazzo ancora intriso di saliva e d’impeto percepii un prepotente urlo della femmina, seguito da un violento spasmo muscolare delle sottili pareti vaginali, che attanagliandosi attorno al membro lo calzarono al pari di un guanto . Ero dentro il suo corpo fremente e nello stesso tempo dolorante per la maggiore dimensione dello strumento ; ancorato strettamente con le mani alle sue prosperose tette, dandomi un gran da fare per appagare i suoi sensi, concentrato nel soave movimento di andirivieni. Seguitai a scoparla facendole raggiungere le vette più alte del piacere fino al fatidico orgasmo, che regolarmente giunse in un susseguirsi di spasimi intervallati da lussuriosi sospiri. Evitai volutamente di sborrarle nella fica , optando per quello che più desideravamo in quel preciso frangente violare la sua cavità anale ancora illibata . Per questo iniziai con la saliva allargarle il piccolo pertugio fino a renderlo visibilmente dilatato e pronto a ricevere al suo interno il famelico cazzo smanioso di eiaculare .Dopo vari tentativi di insuccesso , non desistendo, alla fine riuscii ad entrare parzialmente nello sfintere, oramai disteso e pronto per essere penetrato fino in fondo. Con lenti movimenti piano piano mi feci breccia nella stretta cavità anale sprofondando nelle sue viscere. Muovendomi con intervalli regolari vicino a sborrarle dentro la invitai a masturbarsi per accrescere il piacere. Dandomi retta iniziò a titillare e stimolare la clitoride prodigandosi in un corroborante ditalino , continuando ad agitare le dita imperterrita fino alla sua totale conclusione, toccando il cielo con un dito . Indubbiamente mi ero imbattuto nella classica mangia cazzi, trascurata dal marito . Conclusa la variegata prestazione, dopo esserci rivestiti uscimmo di casa, con l'intento e la voglia di ripetere caso mai, la piacevole esperienza nei giorni a venire . Ora non mi restava altro che sferrare il mio successivo attacco, auspicandomi di andare a segno come nella precedente volta.
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