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Gay & Bisex

( Gay ) slave, lustrascarpe e poggiapiedi Parte 7


di Bootsubmaster
01.03.2021    |    7.074    |    19 7.8
"Giuseppe: - Alfred, quando è pronto vieni a chiamarmi, ti inginocchi davanti la porta e bussi..."
Continua l'esperienza di Michele, reso slave e sottomesso da Mirco e Giuseppe.

L'ultimo incontro con Mirco era stato travolgente. Mi aveva posseduto, sottomesso e trattato con determinazione ma anche con delicatezza come solo lui sa fare e in questo modo ero totalmente capitolato ai suoi piedi. Uscito di casa avevo addirittura baciato la sua mano in uno slancio di affetto, totalmente sottomesso e profondamente innamorato di lui. Dopo la doccia ero andato a letto senza nemmeno mangiare perché stanco.
Ma nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che sento il cellulare.
E' Giuseppe:
Alfred sto per rientrare. Come senti il campanello corri all'ingresso e accogli il padrone in ginocchio.
Improvvisamente sento i battiti del cuore aumentare, inizio ad avere molto caldo e sudare, per quanto diverso, per quanto più sadico, anche il modo di usarmi di Giuseppe mi sta legando a lui. L'accordo di un mese di schiavitù totale si presenta tosta, ma sapere di poter rinunciare alla fine mi tranquillizza.
Suona il campanello.
Scatto giù dal letto, arrivo nell'ingresso, calcolo la distanza per non essere colpito dalla porta quando si apre e mi inginocchio: mani che toccano il pavimento e testa che sfiora il pavimento.
Sento l'ascensore arrivare al piano, sento la chiave girare, ed ecco la porta aprirsi.
Un attimo di silenzio, ed io sono tentato di alzare lo sguardo.
Giuseppe: -Bene Alfred.-
Sento richiudersi la porta.
Giuseppe: - Molto Bene veramente. Sei un bravo schiavo Alfred.-
Improvvisamente sento l'intera suola di una scarpa sulla mia schiena che schiaccia e scorre su e giù.
Mi sta usando per pulirsi le suola.
Giuseppe:- Vedi Alfred, questo è il tuo ruolo, essere il mio zerbino quando rientro a casa, perché tu servi a malapena a questo.-
La scarpa ora si sposta sulla mia testa e anche li usando i capelli inizia a muovere la suola per pulirla.
E' a tratti doloroso perché non è per niente delicato ma non oso fiatare.
Ora tocca all'altra scarpa.
Giuseppe: -Bene Alfred, d'ora in avanti sei anche il mio zerbino, ogni vota che ti avviso tu verrai qui e assumerai questa posizione.-
Io rispondo cercando di non far avvertire il dolore: - Si Padrone.-
Giuseppe Ride.
Giuseppe: -Esatto schiavo di merda, io sono il Padrone e tu Alfred sei il mio schiavo. Ora da bravo stenditi a pancia in su. Muoviti!.-
Scatto al comando e rapidamente assumo la posizione , in un attimo Giuseppe mette sul mio petto una scarpa e preme sembra divertito, io lo guardo ma il dolore che provo deve deformarmi il viso.
Giuseppe: - schiavo devi finire il lavoro, caccia fuori la lingua!.-
Apro la bocca e tiro fuori la lingua e so già cosa accadrà.
Giuseppe mi passa la suola sulla lingua senza mezzi termini prima una e poi l'altra , di tanto in tanto si diverte a mirarmi con la saliva ma non becca sempre la bocca e questo sembra divertirlo moltissimo.
Giuseppe: -Bene questo d'ora in avanti è quello che farai al mio arrivo, ora inginocchiati e ringraziami, poi ti alzerai e mi toglierai la giacca Alfred.-
Io ringrazio: -Grazie Padrone.-
Mi alzo e lo aiuto a sfilare la giacca che poi metto nell' appendiabiti.
Giuseppe: Alfred io ora mi faccio una bella doccia, tu preparami la cena. voglio un primo e un secondo. Devono essere fatti bene. La griglia dei piatti della mia dieta (da palestra) è nel mio cassetto in cucina.-
Io: -Si Padrone.-
Così Giuseppe va in camera e poi in doccia, mentre io vado in cucina, controllo le pietanze , controllo nel frigo e faccio quello che è fattibile.
Dopo non molto Giuseppe ripassa davanti alla cucina.
Giuseppe: - Alfred, quando è pronto vieni a chiamarmi, ti inginocchi davanti la porta e bussi.-
Io rispondo affermativo.
Quando è tempo di mangiare eseguo l'ordine e quando Giuseppe apre la porta io sono in ginocchio.
Io: -La cena è servita padrone.-
Giuseppe non dice nulla e va in cucina, io mi alzo spengo la luce della sua camera, chiudo la porta e lo seguo.
Giuseppe: - Bene hai apparecchiato bene Alfred. Ora impiatti e subito dopo ti voglio sotto il tavolo davanti a me in ginocchio con le pale delle mani rivolte verso l'alto. Scattare.-
Eseguo tutto , metto il mangiare nel piatto e verso da bere nel bicchiere. Poi facendomi spazio tra le sedie mi metto in ginocchio sotto il tavolo, non appena metto in terra le mani con i palmi rivolti verso l'alto ecco che lui ci mette sopra i piedi. Ha tolto le ciabatte , ha solo le calze ,sento il calore superare la spugna.
Giuseppe accende la tv e inizia a mangiare, come ricordavo la sua mangiata e lenta e passo molto tempo così ma ammetto non mi dispiace.
Giuseppe sta creando una routine per me fatta di tante piccole cose che io dovrò fare giornalmente senza nemmeno dover aspettare l'ordine.
Improvvisamente ecco la sua voce.
Giuseppe: -Quando mi sentirai schioccare le dita vuol dire che o ho finito o mi serve da bere , tu ti alzerai e farai ciò che devi.-
Io: -Si Padrone.-
Dopo non molto tempo ecco il suono io mi alzo e gli do il secondo e riempio di nuovo il bicchiere.
Giuseppe : Ho avanzato della pasta. Alfred quando accade automaticamente i miei avanzi saranno la tua cena. a proposito Alfred, hai cenato?-
Io: -No Padrone.-
Giuseppe: - Ottimo, Alfred prendi un insalatiera diventerà la tua ciotola.-
Porgo la Ciotola a Giuseppe che ci butta gli avanzi della pasta , lui mi guarda e mette in terra la ciotola.
Giuseppe: -Buona cena Alfred e ricorda gli schiavi non usano le mani per mangiare.-
E così mentre Giuseppe mangia il secondo guardando la tv seduto al tavolo. io al suo fianco a quattro zampe consumo in una ciotola gli avanzi del suo primo.
Giuseppe:- Alfred...-
Io alzo lo sguardo e Giuseppe esplode a ridere , il sugo ha sporcato la mia faccia e questo lo diverte tantissimo.
Giuseppe: -Bravo Alfred sei proprio un bravo cane. Avanti mangia tutto.-
Così dicendo con un piede mi spinge la faccia dentro la ciotola e spinge con forza.
Giuseppe: - Ora torna sotto il tavolo mi sta venendo freddo ai piedi.-
Io eseguo.
La cena passa così. Capisco che a lui non interessa altro che una costante e continua umiliazione, quasi non mi guarda ma ci si impegna comunque, vuole che io in sua presenza sia costantemente impegnato a fare qualcosa di umiliante.
Schioccano le dita e io mi mostro a lui che di nuovo mi deride dicendomi che faccio schifo.
Giuseppe: - Fai schifo, ma prima di lavarti la faccia, riordina qui e lava i piatti, poi verrai in camera mia. Prima di entrare bussi e ti inginocchi, come dico entra tu apri la porta e solo dopo ti alzi ed entri. Devo vederti sempre in ginocchio quando apro la porta, mi fa stare bene vederti nella tua posizione di inferiore. E' veramente un piacere per me averti dato il tuo ruolo naturale nel mondo.-
Detto questo si alza e se ne va buttando volutamente il tovagliolo in terra.
Io eseguo tutto: lavo il tavolo, i piatti, le pentole e poi lavo me infine arrivo davanti la sua camera e busso come sento avanti apro la porta.
Mi accolgono le risate di Giuseppe:
- Non mi stancherei mai di vederti così, sei perfetto Alfred, ora vieni qui al padrone serve il poggiapiedi.-
Giuseppe farà alcune prove fino a trovare l'altezza giusta che devo tenere , la giusta distanza come tenere la testa, ecc ecc. Soddisfatto mi userà dimenticandosi di me.
Solo dopo mezz'ora inizierò ad avere forti dolori ed iniziare a muovermi o tremare.
Giuseppe mi assesta un calcio e dice:
-Non servi a un cazzo come fai ad essere già stanco? Sei una merda! accucciati un po' quando sei al limite ma poi ritorna in posizione e fallo sempre lentamente coglione, non ti devo spiegare tutto io.-
Passa altro tempo e lui continua ad ignorarmi.
Infine spegne la play station e si mette a letto per guardare la tv.
Giuseppe:- Alfred mettiti ai piedi del letto e massaggia i piedi del padrone, no abbassa la testa che se no non vedo la tv. Si così. bravo Alfred continua. Per caso sei scomodo cosi?-
Io rispondo senza pensare.
:- Solo un poco ,giusto mi fa male il collo e le ginocchia padrone.-
Giuseppe: - Bene , tu devi soffrire per me. ora zitto.-
E io continuo a massaggiare per un sacco di tempo, ho dolore alle gambe e alle ginocchia, Giuseppe ha ricevuto costantemente i miei massaggi ai piedi ma non ha detto nulla sembra apprezzare.
Infine sento che spegne la tv.
Giuseppe: Schiavo recupera una bottiglia di plastica e taglia via la parte superiore poi torna qui.
Io eseguo ci metto un po' ma alla fine ho quello che mi ha chiesto e torno da lui.
Giuseppe:- Ora io mi alzo e piscio in quella bottiglia tu devi tenerla con le mani in ginocchio . Si Alfred come un cesso. tu d'ora in avanti quando devo pisciare verrai e mi farai da cesso con questa bottiglia.-
Giuseppe si alza dal letto e si abbassa le mutande e pantalone tutta come mi vede guardare il suo grande pene subito mi dice:
:-Quando piscio non mi devi guardare. Mi fai schifo.-
Giuseppe inizia a pisciare e vedo che centra il buco della bottiglia ma sento l'odore e il rumore e di sicuro devo fare facce strane.
Giuseppe : -Che cazzo sono quelle facce Alfred? Il mio piscio per te è sacro dovresti chiedere al Padrone di fartelo bere e non sprecarlo in bottiglia.-
Io tremo, questa opzione mi sembra disgustosa e con tuto me stesso vorrei evitarla ma il mio animo da slave prende il sopravvento.
Io: -Si Padrone quando lo riterrà opportuno sarà un onore per me.-
Giuseppe: -Mi fai veramente schifo, ma credo che presto lo farai in fondo essere un cesso ben si adatta a uno schiavo inutile come me, ed anche se non ti piace chi se ne frega, fartelo fare anche per il semplice gusto di torturarti è per me fonte di gioia. -
La pipì di Giuseppe si interrompe, io ho gli occhi chiusi ma sento chiaramente l'odore del piscio e lo avverto terribile.
Improvvisamente sento appoggiarsi il prepuzio umido sulle mie labbra in automatico delle gocce di dilatano nelle mie labbra.
E' un attimo ma sento l'odore e avverto un forte gusto amaro in bocca sobbalzo e tremo.
Giuseppe ride così divertito da buttarsi sul letto.
Giuseppe: - E' buono il mio piscio Alfred? ti piace? Prima goccia di molte.-
Ride. Giuseppe si sta divertendo un mondo a trovarmi tante piccole torture, eppure anche in questa strana atmosfera sento che una parte di me è eccitata.
Giuseppe: Ora vai a svuotarlo in bagno e puliscilo poi torna qui, muoviti e non ti azzardare a lavare la bocca, tieni il gusto del padrone ancora per un po'.-
Eseguo. Di passaggio sbircio il mio cellulare nella mia camera, e vedo dei messaggi da un numero che non conosco, apro la volo il primo e leggo :
Ciao Schiavo. Sono il tuo fottuto PADRONE Nicola.
Il cuore mi va letteralmente in gola. Come ha avuto il mio numero Nicola? Sono nel panico riesco solo a vedere che son circa 8 messaggi. Il terrore mi pervade. Li leggerò domani spengo il cellulare e corro in camera di Giuseppe.
Al mio ritorno Giuseppe è sotto le coperte.
Giuseppe: Alfred tu dormi qui in ginocchio, se mi serve il bagno sai cosa fare. Buonanotte Alfred.-
Così mi lascia così in ginocchio con la bottiglia tagliata in mano nel buio più totale.
Prima lo sento ridere, poi muoversi, ma io nel dubbio resto immobile. Pensando tutto e niente, vorrei pensare a Mirco ma invece mi torna in mente Nicola, allora provo a pensare a Giuseppe e il suo pene ma niente ripenso a Nicola e quello che mi ha fatto ingannandomi. Il mio respiro si fa affannato e mi sento giare la testa e se Mirco o Giuseppe scoprissero di Nicola? Cosa accadrebbe? Passo il tempo ad immaginare di tutto fino a quando sono praticamente esausto per posizione e pensieri.
Mi sto quasi addormentando quando la luce si accende e Giuseppe si alza per finire davanti a me.
Giuseppe: - Schiavo di merda ti sento respirare come un porco, non va bene. Così non dormo. Non va un cazzo bene!-
Mi ha preso alla sprovvista e sono totalmente disorientato così mi limito ad inginocchiarmi.
Lo sento trafficare per la camera. Poi mi sento afferrare le mani togliere la bottiglia di plastica ed ecco un rumore inconfondibile, con del nastro adesivo mi sta legando le mani unite dietro la schiena.
Poi mi afferra la testa e mi copre gli occhi.
Infine mi spinge a terra e mi blocca le caviglie.
Io non capisco cosa succede mi muove e mi rigira poi mi sento premere qualcosa sulla faccia. Giuseppe sta fermando con il nastro pacchi una scarpa sul mio naso e la mia bocca. In questo modo respiro direttamente l'odore dalle solette. Giuseppe preme e continua ad ancorare la scarpa alla mia testa con numerosi giri di nastro pacchi.
Poi soddisfatto del risultato mi lascia semplicemente andare a terra.
Mani legate dietro la schiena, caviglie bloccate, occhi bendati e naso e bocca tappati da una scarpa credo da tennis particolarmente odorosa.
Giuseppe: - Ora si cazzo che sei uno schiavo perfetto pronto per la notte.-
Io sento che passerò la notte così e inizio a pensare che sarà una nottataccia. Ma alla creatività di Giuseppe non c'è fine, così mi sento improvvisamente i piedi addosso, no nemmeno, completamente cieco capisco solo una cosa : Giuseppe con i piedi scalzi mi sta spingendo sotto il letto.
Dopo diversi tentativi, e molti dolori miei, sembra soddisfatto.
Giuseppe: - Ecco, così va bene Alfred, la tua prima notte da schiavo devi passarla così immobilizzato sotto il letto con il mio odore sempre nel tuo naso da schiavo. Notte verme.-
e l'oscurità più totale scende nella stanza.
Sento chiaramente Giuseppe e il suo peso che deforma la rete sopra di me, e trovo la cosa paradossalmente romantica e giusta.
Nonostante i pensieri mi attende una scomoda notte mentre pentito continuerò a chiedermi cosa mi ha scritto in quei messaggi Nicola. Ancora una volta la sua presenza si intromette nel mio percorso di schiavo e con sincera paura e rabbia non capisco se sia un bene o un male capace di rovinare tutto questo.


Nota : So che è un racconto da tenere un po' a se questo episodio ma ho pensato che fosse giusto anche farvi conoscere la prima routine da schiavo creata per me da Giuseppe, molte cose le manterrà ma moltissime evolveranno nel tempo.
Questo perché anche se romanzato mi rifaccio a episodi realmente accaduti.

Intanto grazie a tutti per i numerosi messaggi privati oltre che i commenti. grazie di cuore a tutti. A prestissimo per l'ottavo episodio.

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