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Invito di Mario


di Procedus
20.01.2024    |    274    |    0 9.2
"Ma arrivati a casa fori città Danilo mi Palpò subito il culo! Girandosi verso di me e baciandomi con la lingua mentre mi stringeva i glutei..."
Ricordi ancora quell' invito di Mario a casa sua.
Mi doveva dire una cosa ma non al telefono ma direttamente a voce.
Lui non era di Firenze ma si Pisa ,aspettai il sabato visto che non lavoravo per recarmi da lui con il treno.
Arrivo il sabato e telefonando a Mario dicendo che avrei preso il treno del mattino e se poteva venirmi a prendere alla stazione.
Al mio arrivo in stazione, Mario mi stava aspettando sotto la pensilina, del mio binario di arrivo.
Me lo aspettavo vestito sportivo come quando lo vedevo in sauna.
Era con giacca e cravatta, facevo fatica a riconoscerlo ,appena scesi dal treno.
Fu lui a chiamarmi e salutarmi.
Mi abbracciò come se eravamo amici di vecchia data.
Ma usciti dalla stazione e saliti sulla sua auto mi disse pensavo che tu non accetta i il mio invito.
Ho una cosa importante per te.
Mi chiese che lavoro svolgevo sul tragitto mentre la sua mano destra era appoggiata sulla mia gamba accarezzandola.
Guardandomi negli occhi e muovendo la lingua sulle labbra.
Mi esclamò che Danilo lo aveva lasciato al supermercato a fare la spesa, dovevamo passare a prenderlo..
Ci stava aspettando fuori del supermercato con le borse della spesa.
Vestito sportivo in tuta, ma il mio occhio cadde sul pantalone un po' aderente che si intravvedeva leggermente la forma del suo cazzo.
Ma salito in macchina mi salutò e mi strinse la mano dicendomi che si era divertito con me in sauna.
Ma arrivati a casa fori città Danilo mi Palpò subito il culo!
Girandosi verso di me e baciandomi con la lingua mentre mi stringeva i glutei.
Anche Mario si avvicinò a me per baciarmi mentre la mia mano gli toccava il tuo pacco gonfio.
Dai esclamò mettiti comodo c'è fai come fossi a casa tua.
Danilo posò le borse sopra la tavola e Mario andò in una stanza dicendomi arrivo subito.
Nel frattempo mi ero accostato alla finestra, per vedere il panorama della città .
Con la torre di Pisa che prendeva vicino al battistero.
Ma in quel frattempo senti le mani di Mario sui miei fianchi e che si appoggiava a me facendomi sentire il suo pacco duro.
Dicendomi di stare fermo in quella posizione e osservando fuori dalla finestra.
Mi slacciò la mia cintura del pantalone e poi il bottone.
Sentivo il pantalone bhe di stava distaccando dal mio corpo.
Ma come mi abbasso la lampo senti il pantalone cadere a terra.
Appoggiai le mani sul davanzale ,mentre Mario mi accarezzava i fianchi e con molta delicatezza iniziò ad abbassarmi pure i miei slip .li senti scorrere verso il basso con le due mani calde.
Mi fece alzare prima un piede ,per sfilare il pantalone e lo slip, poi toccò all altro piede., rimanendo sotto letteralmente nudo.
Sali home le due mani lungo le mie cosce fino ad arrivare alle natiche che senti aprirmi con le sue mani .
Sai mi esclamò hai una fica bellissima.
Sentendo le sue dita entrare sul mio culo per allargarlo.
Si abbassò dietro di me sentendo la sua saliva che aveva sputato nel buco del culo.
Poi avvicinò la sua faccia e senti la sua lingua che mi leccava il culo tutto intorno, aiutandosi con le mani a tenerlo largo.
Mi rilassai lasciandomi trascinare a quel piacere che stavo provando in quel momento.
La sentivo dentro le mie labbra che cercano di offrirgli spingendo per farlo aprire di più.
Di tanto in tanto Mario. Si fermava per riprendere fiato ,poi mi colpiva le natiche dandomi dei schiaffi.
Sei una lurida troia mi esclamava!
Hai una bellissima fica e bella aperta.
Poi mettendomi la sua mano sui miei gemelli li accarezzo e li strinse.
Haaaaaa!!!! Stai in silenzio esclamò.
Poi passo al mio piccolo uccello che si era indurito esclamando; a cosa ti serve questo solo per urinare vero troia?
Si Mario.
Credo che tu non sia mai stato con una donna visto la fica che hai.
Mi fece girare e mi prese in bocca il mio uccello ,mi fece un pompino e gli sborrai in bocca!
Ma lui si alzò e baciandomi mi passò tutto il mio sperma in bocca.
Si staccò da me e mi esclamò è tuo ingerisci.
Danilo venne da noi dicendoci che era in tavola.
Continua.
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