orge

Rocco


di FantasticaMoana
28.08.2023    |    234    |    2 9.5
"Stavo per rispondergli quando sentii delle risate fragorose dietro di me..."
Ho sempre attirato le attenzioni dei maschi sin dalla più tenera età e loro erano croce e delizia (non che adesso sia cambiato qualcosa, solo che ora ne ho la piena consapevolezza) del mio vivere la vita.
Che fossi qualcosa di magnetico per ogni maschio, soprattutto se adulto, che incontrassi lo avevo da subito capito, persino mio padre che mi disprezzava per la mia natura , amava tenermi sulle ginocchia, ma anche zii e cugini più grandi di me di diversi anni, si divertivano a passare il loro tempo con me, senza contare che ero la nipote preferita del mio nonno paterno.
Mia madre tentò in ogni modo di tenermi lontana dal mondo degli adulti ma finì con la sua rigida educazione nel gettarmi in pasto al mondo maschile.
“Quando vai al bagno siediti sulla tazza che se no schizzi ovunque”, i miei compagni delle medie stanno ancora a ridere ricordando quando mi videro la prima volta seduta sulla tazza.
Tutto ciò ha avuto anche i suoi pregi: essere presa a cuore dalle ragazze e stare nel loro mondo, studiare ogni loro modo di fare, vestire, truccarsi, camminare sui tacchi, ecc. Quale scuola migliore avrei potuto avere?!
Una sera per festeggiare il compleanno di una di noi andammo in un pub e probabilmente le mie amiche fecero il passo piu lungo della gamba, perché quello era un posto frequentato da ragazzi molto più grandi di noi e certo delle verginelle come le mie amiche attiravano molto lo sguardo dei presenti seppur noi fossimo minorenni.
Mi ricordo che l’atmosfera si scaldò subito molto col gioco del postino, spedire dei biglietti anonimi alla persona interessata o ad un tavolo per suscitare risate o provare un approccio, una conoscenza, era lo scopo del gioco.
Al nostro tavolo arrivarono biglietti con su scritto: “chissà che pompini fanno quelle labbra”…”ci piacerebbe vedere se ti bagni quando lo prendi in culo”…”ti pisciamo in bocca a turno”…ma anche “mi piacerebbe baciarti”.
Si tentava di dare un volto ai mittenti, io avevo adocchiato un bel ragazzo col viso curato, e speravo che almeno uno dei messaggi del gioco fosse il suo, anche perché anche lui ricambiava con delle occhiate interessate.
All’ ennesimo biglietto porno i sorrisi e le risate iniziali divennero ben presto visi tesi e preoccupati, così decidemmo di andare via dal locale, per tornare a casa, l’ atmosfera si era fatta pesante e non ci andava più a nessuno di festeggiare.
Uscimmo dal locale con Monica e Sabrina in lacrime e Stefania che tremava e in completo silenzio, con lo sguardo perso.
Subito dopo di noi un gruppo di ragazzi anch’essi presenti nel locale, uscì seguendoci e urlando verso di noi: “belle avete da accendere?”.
Nessuna di noi rispose tirando dritto per la propria strada.
“Nessuna di voi fuma? Ho un bel sigaro”.
A quella frase dissi alle mie amiche corriamo il piu veloce possibile a casa, ci sentiamo più tardi.
Corremmo a perdita di fiato senza curarci di dove fosse l’ una o l’ altra, coi ragazzi che ridevano in lontananza e urlandoci altre frasi oscene.
Io mi fermai vicino ad un portone per recuperare fiato e forze, quando sentii suonare il clacson di una macchina, mi girai e vidi il bel ragazzo del locale.
“Tutto ok?” mi disse con un bel sorriso.
Pensando che ormai il peggio era passato mi avvicinai a lui e gli dissi: “Si tutto ok”.
“Ho visto che siete uscite dal locale e vi sono venuto dietro, avevo paura di perderti, ti va di salire in macchina e fare 4 chiacchere?”
Pensai per un attimo che forse non tutti i mali vengono per nuocere e che quegli stronzi del pub, il destino li aveva messi sulla mia strada per farmi incontrare…
Cazzo ancora non sapevo come si chiamasse il tipo…
“Mi chiamo Rocco” disse lui anticipando la mia domanda, “Per favore non chiedermi il motivo…” sorridendo in maniera imbarazzata.
Salii in macchina e iniziammo a girare per la città, chiaccherare del più e del meno fino a quando mi disse: “Ti va di venire da me?”, i miei stanno fuori e una villa grande non fa per un ragazzo solo come me, mi sento solo e poi…vorrei conoscerti meglio”.
Il tempo in compagnia di Rocco era volato, stavo benissimo e lui era davvero un gran bel ragazzo, la voglia di sentirlo in me era tanta, perché avrei dovuto perdermi una tale occasione?
Ai miei ultimi dubbi e titubanze lui mi disse: “Ti riaccompagno dopo io!”.
“Ok” dissi io.
Arrivammo alla villa con un giardino curato, una gigantesca piscina con un angolo bar vicino e luci soffuse sulla scalinata che portava all entrata.
Entrammo in un salone a perdita d’occhio, un divano enorme al centro e una vetrata esagerata che dava sul giardino.
Ci sdraiammo sul divano e dopo un primo imbarazzo da parte di entrambi, lui si avvicinò e mi baciò.
“Lasciati andare” mi disse…
Ero combattuta e non ne capivo il motivo…mi sentivo osservata, giudicata…sotto esame.
Gli dissi: “Scusa ma…”
“Niente ma…ora ti inginocchi e me lo succhi”, tirandosi fuori il cazzo (e che cazzo Dio bono).
Stavo per rispondergli quando sentii delle risate fragorose dietro di me.
“Bella fra”…”e dopo ti ciucci pure i ns bei cazzi”.
Mi girai sorpresa e vidi i tipi del pub che erano usciti e ci avevano inseguite urlandoci frasi oscene.
Non riuscii a dire una sola parola, ero paralizzata e stordita.
Rocco accese l impianto stereo a volume alto e mi disse: “Puoi urlare quanto ti pare la villa è insonorizzata e ora ci fai divertire a tutti”.
Mi si annebbiò la vista, sentivo mani ovunque, risate e frasi di turpiloquio e volgari.
Venni spogliata, usata e abusata ad oltranza, l’ odore delle loro cappelle lo respiravo ovunque, il sapore acro mi lappava la gola, le mie carni sembravano lacerarsi e venire tirate a più non posso dal più arrapato del momento.
Sentivo schizzi di sperma provenire da ogni di direzione e quelle risate rimbombare fragorosamente nella sala, nonostante ci fosse una musica assordante.
Ci fu un momento mi ricordo in cui sentii solo un silenzio assordante e io che pensai: “A me tutto questo piace tremendamente” fu allora che da persona inerme iniziai ad andare verso i loro cazzi, a cercarli, a volerli fare godere e vederli schizzare, a parlare e chiedere di spingersi oltre, di insultarmi, di farmi bere il loro piscio, di rompermi la figa.
Erano in 6 ma non mi bastavano, appena uno schizzava andavo alla ricerca del prossimo da fare godere, succhiavo come un idrovora e la mia figa godeva come non mai, neanche i miei zii e i miei cugini mi avevano saputo dare tanto nella mia prima volta.
Capii quella sera che io ero e volevo essere quella dello stupro e non la brava ragazza che gli altri volevano io fossi.
Essere dominata e abusata è la mia aria e il cazzo, il mio piacere estremo.
Quella sera non solo mi feci ingravidare da Rocco e dalla sua brigata in ogni modo e maniera ma finito con loro avevo ancora voglia di maschio e dire che neanche il Viagra servì loro d’ aiuto.
Non mi importa essere giudicata male perché sono nata così e non potrei essere diversamente.
Ogni volta che vedo un maschio che mi arrapa il mio pensiero è sempre lo stesso: spero tiri fuori il cazzo e abusi di me.
Rocco ancora stordito ma sorridente mi disse: “Cazzo sei, guarda come ci hai ridotto?”…”Ti chiamo un taxi”…gli risposi:
“Non hai altri amici da presentarmi?”.









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