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Sul Set


di FantasticaMoana
24.04.2020    |    724    |    3 9.9
"Ogni tanto si fermava si vede per non sborrare subito e controllare il piacere, ragginto il mio limite nell’ingurgitare quel bestione cavernoso, O..."
Desideravo da tempo trovarmi in mezzo alla gente alla luce del giorno come Moana, non per incontri di sesso ma di vita normale, senza che questo creasse scalpore o fosse motivo di occhiatacce da parte di ben pensati, omofobi o vecchiette fanatiche di azione cattolica; l’ occasione giunse qualche anno fa come il Comics a Roma, quale migliore momento mi dissi, così andai.
Mi vestii da Harley Quinn, gli sguardi, il chiacchiericcio e i tanti selfie con gli estimatori, arrivarono in numero considerevole, riempiendo il mio orgoglio e il mio spirito mai domo, capii allora che io adoravo stare sulla bocca (e non solo) della gente in un modo o nell’altro.
Quegli abbracci e quelle tastate sul mio culetto, me le andavo proprio a cercare e nessuno lo notava o diceva niente, faceva parte del personaggio stravagante ed eccentrico del film d’altronde.
Tanti adolescenti dall’ormone impazzito e quei papà mai adulti ma dall’aspetto macho che si buttavano su di me mi eccitavano come poche altre volte, senza contare che godevo dell’invidia provata dalle loro mogli o dalle cornute delle loro ragazze.
Tutti che volevano farsi uno scatto con me e che mi offrivano qualcosa da bere pur di carpire informazioni su di me: età, città, se fossi single e…
Dopo tanto bere non potevo non recarmi alla toilette…vestita da ragazza nel bagno dei ragazzi, già mi immaginavo le loro facce; così avrei rovinato la giornata e il momento di puro divertimento, decisi allora di prendere una delle tante uscite di sicurezza presenti alla fiera.
Avevo trovato un posticino nascosto quando intenta ad urinare sentii poco distante da me due che parlottavano fra loro, una voce maschile e arrapata che diceva :”Tranquilla qui non ci vede nessuno” a cui rispose una voce impaurita di ragazza “Sei sicuro, qui?”...
Due tipi anche loro vestiti da cosplay presi dalla passione avevano deciso di farlo all’aperto; lui un uomo ben piazzato, lei appena maggiorenne, dopo un po’ li vidi avvinghiarsi, baciarsi e contorcersi da un irrefrenabile voglia di scopare e svestirsi.
“Senti che minchia ho”…strabuzzai gli occhi, quella voce già la conoscevo ma non riuscivo a inquadrarla, dove l’avevo già sentita? Mentre cercavo di ricordare intanto la ragazza gli diceva ansiosa: “Aspetta sono vergine…aspetta…aspetta”.
Lei alla vista di quel T-Rex fra le gambe dell’uomo ci stava ripensando mentre lui sempre più infoiato cercava di tranquillizzarla, finché la ragazzina prese e rivestita alla bene meglio se ne andò lasciando lui con quell’enorme bambinone in mano.
Ero sbigottita e annichilita, non sapevo se farmi avanti io o ridere per il due di picche appena rifilato, però ripensavo a quella voce familiare…
Lui rientrò nella fiera e io decisi di seguirlo per capire chi fosse, non era solo stava con altri due ragazzoni anche loro vestiti da personaggi fantasy; i suoi amici come il tipo di poco prima sembravano ben piazzati e bonazzi anche se ben irriconoscibili per via del trucco pesante.
Si diressero alla birreria e io mi piazzai alle loro spalle per ascoltare la loro conversazione e cercare di ricordare dove avessi ascoltato quella voce.
Continuavo a sentire parlare il ragazzo misterioso ma niente, avevo in mente la sua voce ma non riuscivo a collegarlo ad un immagine, una persona conosciuta; mi feci avanti con una scusa banale, chiedere un informazione, sicuramente la scopata saltata precedentemente gli aveva conservato l’appetito e la voglia di fare sesso e vedendomi avvenente non si sarebbe accorto del mio chiedere ma avrebbe pensato invece ad un bocconcino succulento.
Così feci, lui appena mi vide deglutì e quasi imbambolato invece di rispondere alla mia domanda mi offrì una birra mentre i suoi amici ci lasciarono da soli.
“Siediti qui” indicando le sue ginocchia, “C’è tanto posto e te sei così …, a proposito complimenti”…pensai allora che vedendolo da vicino in viso avrei ricordato chi fosse.
Mentre ero seduta, qualcosa sotto di me si stava muovendo, cavolo il ragazzino di prima si stava risvegliando e capii ora il timore della verginella, mentre lui con un sorriso diabolico mi disse:”E’ merito tuo…”.
Continuavo a fissarlo e a ripensare alla sua voce mentre cercavo di rimanere indifferente alle sue avance…quando vedendo da vicino il suo naso realizzai…porca pupazza era un famoso porno attore.
Quante volte sgrillettandomi la passera e giocando coi miei maxi dildo lo avevo pensato ed ora ero in braccio a lui e mi stava corteggiando.
Non potevo continuare a stare in quella situazione non volevo scoppiasse un incidente diplomatico per così dire, l’avevo sempre visto in scene etero e non sapevo e conoscevo i suoi appetiti sessuali.
Dovevo inventarmi qualcosa per quanto lui fosse da sempre un mio sogno proibito, ma che cosa?
Lui continuava a farmi sentire la sua presenza sotto di me e mi stringeva sempre più a sé, facendomi dei succhiotti sul collo e rendendomi il compito ancora più difficile.
L’unica cosa era dirgli la verità, in modo da smosciarlo e fare tornare le cose al suo posto.
“Per favore andiamo in un’altro posto, non qua…devo dirti una cosa importante”…lui mi rispose:
”Ti ho visto fuori mentre mi osservavi con la tipa, tranquillo”.
Mi gelò e spiazzò, cazzo sapeva di me e voleva continuare a scoparmi?
“Quando sono rientrato ho detto tutto ai miei amici, di come erano andate le cose con la tipa, di averti visto mentre ti toccavi, della voglia di fotterti e di portarti in albergo, per quello si sono alzati e mi hanno lasciato solo con te”.
Avevo la bocca asciutta ed ero imbarazzata fortemente come mai prima nella vita mia.
“Devi stare tranquillo è tutto ok baby, mi piaci e ti voglio, lo senti che anche lui ti desidera, baciami, fammi sentire il sapore delle tue labbra, lasciati andare, non rovinare tutto“.
Lo baciai e sentivo che di lì a poco avrei perso ogni freno inibitorio, “Non qua x favore, andiamo in albergo”.
Uscimmo dalla fiera e andammo alla sua macchina, saliti sopra, visto che era in posto non tanto in vista, si slacciò i pantaloni e tirato fuori il cazzone mi disse: “Fammi sentire la tua bocca”, mi chinai mentre lui metteva in moto l’auto e iniziai a sbocchinarlo cercando di non fargli sentire i denti, impresa assai ardua vista la larghezza e la grandezza di quel megalodonte.
“Usa la lingua e le mani, non serve lo prendi in bocca, gode ugualmente, stai andando bene”.
“Cazzo più avanti c’è una pattuglia dei carabinieri, non fermarti continua così mi piaci…mmmmmm….dai con 2 mani…così…cazzoooo…vai”.
Mi stava girando la testa dall’estremo piacere che provavo e mi misi una mano fra il pantalone stretto e la figa, lui se ne accorse, “Sei proprio una cagna, il cazzo è la tua ragione di vita,l’ho capito subito ormai me ne intendo con tutte quelle che ho scoppiato, quando spiandomi invece di spippettarti hai stretto le gambe sul cazzetto-clitoride e appoggiata al muro ti sei messo le dita in figa, avevo il cazzo duro per te non per quella sbarbatella, fregnona, è una fortuna che se ne sia andata”.
“Non voglio venire così, dai continuiamo in albergo, abbiamo tutto il giorno per noi” aggiunse.
Arrivati in albergo salimmo in stanza e subito chiusa la porta dietro di sé mi appiccicò al muro frullandomi la lingua in bocca, “Cazzo quanto mi arrapi” poi mi disse “Mettiti pure comoda, fai come se fossi a casa tua”.
“Devo andare solo un secondo al bagno se non ti dispiace”, lui prendendomi la testa fra le mani mi disse “Tranquilla non faremo nulla che tu non voglia fare e mi ribaciò in bocca”.
In bagno decisi di lasciarmi andare e vivermi il sogno di una vita, feci una doccia, misi del profumo che portavo sempre in borsa e mi truccai di nuovo, Moana ora era pronta.
Uscita dal bagno trovai O. (ho promesso ma l’avrei fatto comunque di non svelare mai il suo nome ne quello dei suoi amici) sul divano a gambe divaricate con solo un asciugamano a coprire il bestione fra le sue gambe e le braccia aperte a mo di aquila.
“Vieni vicino a me, sei proprio uno spettacolo, nuda con solo un perizoma e quei tacchi, sai come eccitare un maschio”.
Mi fece sedere a cavalcioni su di lui senza togliersi l’asciugamano di dosso e riniziò a baciarmi, questa volta chiedendomi di aprire la bocca a suo comando, per poi sputarci dentro e baciarmi nuovamente con le nostre salive.
Abbracciandomi mi tirò su per arrivare ai miei capezzoli e mordicchiarli, le sue grosse mani mi accarezzavano delicatamente, sfiorandomi la pelle e procurandomi brividi di piacere.
Ad un tratto bussarono alla porta e visto che mi irrigidì mi disse “ Tranquilla è tutto sottocontrollo”.
Aperta la porta entrarono gli amici della fiera questa volta vestiti normalmente e solo allora li riconobbi, erano i suoi colleghi di tanti film porno girati assieme: F. e C. , si presentarono, così pure io, “Spero non ti dispiaccia se loro stanno qui con noi, sono curiosi” mi disse O. “No, va bene”, voleva fare la sicura ma ero molto tesa, gli idoli di tante sgrillettate lì con me, nella stessa stanza e per giunta per me; non ci stavo capendo più nulla.
O. da esperto qual’era mi tirò a sé e mi ripetè: “Non farai nulla che tu non voglia fare, tranquilla” e mi fece sdraiare su di sé nel lettone matrimoniale, continuò a leccarmi e stuzzicarmi i capezzoli mordicchiandoli, mentre le sue mani iniziarono ad allargarmi le chiappe. Si ciucciò un dito e lo andò a piantare nella mia figa stimolandola con movimenti circolari, poi lo portò alla sua bocca e lo mise in bocca per sentirne il sapore; io presi il suo dito dalla bocca e lo misi nella mia ciucciandolo e lui esclamò sorridendo “Sei proprio una cagna”.
Si mise in ginocchio sul letto mentre io rimasi distesa e mi diede da ciucciare il cazzone extra large, non avevo mai giocato con un arnese tanto notevole, ero presa dalla smania, non riuscivo a dedicarmi a una sola cosa, volevo tutto, la cappellona fradicia, il cazzo pulsante e venoso, i coglioni gonfi; la mia lingua non conosceva sosta finché lui mi tirò a bordo letto, mettendomi con la testa fuori e bloccandomi le mie mani lungo i fianchi e mi piantò il suo cazzone in gola.
Iniziò piano piano a muoversi e ad affondare sempre di più, per fortuna la curvatura all’in sù del suo cazzo mi aiutava a prenderlo in profondità. Ogni tanto si fermava si vede per non sborrare subito e controllare il piacere, ragginto il mio limite nell’ingurgitare quel bestione cavernoso, O. tirò a sé le mie gambe per arrivare a leccare la figa vogliosa e bagnata. La lingua lungua e spessa si insinuò tra le mie grandi labbra donandomi spasmi di piacere inimmaginabili,tutto ciò mi diede la spinta ad essere ancora più golosa del suo cazzone ormai strabagnato di precum. Sputi e dita oltre ad un esperto rimming stavano facendo fiorire la mia rosa ormai matura, che poco dopo non tardò ad aprirsi alla mano di O. Preso dell’enfasi iniziò a volere sempre di più e mi allargò la figa con due mani insalivandola e slinguazzandola con affondi profondi.
Dall’ altra parte del 69 io spompinavo e ciucciavo il cazzone che aveva raggiunto ormai una grandezza considerevole tanto che 2 mani e la bocca faticavano a contenerlo; fu allora che O. mi prese per i fianchi e rigiratami iniziò a sbattermi la capoccia dell’ariete sulle grandi labbra. Non era ancora il momento dovevo desiderarlo davvero visto l’imponenza del carico, così mi strusciò tutta la mazza per la sua lunghezza e ogni tanto mi frustava la figa violentemente; io da gran troia mi allargavo le chiappe e gli mostravo così la voglia di averlo dentro.
Giunse l’ atteso momento e senza avviso me lo piantò dentro facendomi sobbalzare sul letto, inizia a soffiare come una donna durante il parto mentre lui da dietro mi abbracciava il petto e mi mordicchiava i lobi delle orecchie, sussurandomi “Sei fantastica”.
Dopo quell’ inizio in salita e doloroso tutto sembrò prendere ora una piega piacevole tanto che spinsi il mio culo contro il suo cazzone per cercare di prenderlo quanto più possibile, la cosa lo eccitò di brutto e mi girò la testa verso di lui per baciarmi e sputarmi in gola, “Troia, cagna, vuoi che te lo sfondo eh?”.
Iniziò a martellarmi di brutto la figa con tutto il suo peso verso di me, sempre di più ma in quella posizione non riusciva a darmelo tutto, così mi fece mettere a 4 zampe e tolto il cazzone sputò nella voragine, sentii colare la saliva dentro e non potei non andarla a ripescare per assaggiarla, questo lo fece ingrifare ancora di più, così mi piantò il bestione tutto su per la figa, questa volta mettendomi un piede in testa.
Ormai la mia figa era un lago e lui ci sguazzava dentro godendo, fu allora che F. e C. che fino ad allora erano stati lì a guardare e segarsi, vennero verso di noi.
Abbiamo capito, facci divertire pure a noi.
O. smise di cavalcarmi selvaggiamente e si sdraiò sul letto, facendomi mettere a smorzacandela su di lui, mentre i suoi amici mi offrirono i loro cazzoni da ciucciare e smanettare. Ero in piena estasi, quella scena vista con delle attrici professioniste ora la stavo vivendo io e la cosa bella era che non mi sentivo inferiore anzi, sentivo quello essere il mio mondo e ciò per cui ero nata.

Fine prima parte.
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