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Prime Esperienze

PADRE E FIGLIO.


di FantasticaMoana
10.12.2022    |    1.315    |    7 9.8
"Passarono diversi giorni prima che Alfio durante il lavoro iniziasse a considerarmi oltre il semplice manovale e così a farmi le solite domande: “Ce l’ hai la..."

“St’ Estate invece di andarti a divertire come tutti quelli della tua età, andrai a lavorare con Alfio, gli farai da manovale, almeno metti su un po’ di muscoli che mi sembri un frocio”; così tuonò mio padre quando seppe che ero stato rimandato a scuola.
La famiglia era ancora scossa dalla morte di mio cugino, un terribile incidente automobilistico e mio padre considerava Fabrizio come un figlio, stravedeva per lui, se lo portava ovunque, dalle partite di calcetto allo stadio, dalle battute di caccia a quelle di pesca; di certo io che ero contrario al bere, al fumare e ad ogni stupido sport, non potevo certo venire considerato dal padre padrone come il figlio prediletto.
Avere un atteggiamento passivo difronte ogni decisione di mio padre mi veniva normale, d’altronde con un tiranno così cosa vuoi ragionare?
Ogni mattina alle 7:00 Alfio passava a prendermi e andavamo al cantiere, li tentava di insegnarmi come impastare la calce, portare i sacchetti in spalla o usare la cariola.
Alfio era un uomo sulla cinquantina, pelle scura bruciata dal Sole, villoso, vestiva con una maglietta che faceva fatica a contenere il petto muscoloso e una salopette di jeans, due bicipiti gonfi come palloncini e una camminata a gambe aperte lo caratterizzavano.
A metà mattinata già ero distrutto ma non lo davo a vedere, anche perché volevo arrivare all’ ora di pranzo quando Alfio si toglieva la maglietta e rimaneva a torso nudo, che meraviglia del creato, DIO BONO…
La sera anche se non avevo più un briciolo di forze al solo pensare ad Alfio, non potevo non masturbarmi.
Passarono diversi giorni prima che Alfio durante il lavoro iniziasse a considerarmi oltre il semplice manovale e così a farmi le solite domande: “Ce l’ hai la ragazza?”, “Visto che bucio del culo la padrona di casa?”
Io rispondevo sempre che mi sembrava presto per pensare a certe cose mentre lui borbottava che alla mia età aveva fatto strage di ragazzine e che quelle in classe sua se le era timbrate tutte!
Ogni notte nel letto cercavo di immaginarmi Alfio nudo e giù di seghe fino ad addormentarmi.
L’ Estate ormai volgeva al termine e tutte le commesse di Alfio terminate, giusti gli ultimi ritocchi, poca roba insomma.
Alfio per festeggiare la cosa mi disse che mi portava fuori, saremmo andati in un pub a bere qualcosa; mio padre sembrava quasi soddisfatto di ciò tanto da dirmi: “Prendi esempio da Alfio che sa come si gode la vita e non tornare a casa ancora vergine”.
Alle 20:00 in punto mi passò a prendere e andammo come da programma a bere birra e mangiare pizza.
Sulla strada del ritorno mi scappava di pisciare e Alfio mi disse: “andiamo a casa mia è qui vicino, è ancora presto per tornare a casa”.
Arrivati a casa, mi diressi al bagno da centometrista e senza chiudere la porta stetti ben attento a sedermi sul wc come mia madre mi aveva insegnato per non schizzare sul bordo.
Assorto nel pisciare e abbastanza brillo, sentii ridere Alfio sull’ uscio della porta, “Ma che fai ti siedi per pisciare?”
Ando’ verso il bidet che era al mio fianco sinistro e stando in piedi e calandosi i pantaloni tirò fuori il cazzo…SBAMMM
Iniziò a pisciare e ruttare la birra, gli schizzi di piscio mi raggiunsero, io ero ipnotizzato da tanta virilità taurina, quel cazzone barzotto mi fece provare vampate quasi da svenimento.
Ero lì inebetito a fissargli il cazzone e quel getto di piscio che sembrava non terminare mai, tutto ciò rimanendo seduto sul wc.
Quando finì mi disse: “Tuo padre pensa tu sia frocio ma si sbaglia, te sei molto di più, sei una femmina, una lurida cagna affamata di cazzo, ti ho osservata tutta l’ Estate e ho capito che sei nata per servire!”; nacque in quel momento Moana, presi consapevolezza del mio essere.
Con la sua mano mi prese i capelli e tirandomi su’ dal cesso mi sputo’ in faccia ordinandomi di leccare il bidet dal suo piscio, col suo sputo che mi colava sulle guance ubbidii senza fiatare minimamente.
Ero in trance, lobotomizzata.
Passati in cucina…
“Spogliati e metteti in piedi vicino al tavolo con le mani poggiate su di esso”, mi arrivò un violento schiaffo sulle chiappe e mi disse: ”Sei acerba ma ti insegno io, cerca di imparare in fretta perché divento cattivo facilmente, inarca la schiena!”.
Mise un dito fra le mie chiappe tremolanti e dopo aver giocato col mio buchetto lo ficco’ dentro roteandolo e facendomi gocciolare.
“Mmmmm che fighetta, hai già delle belle labbra che chiedono il mio cazzo, sei tutta bagnata”.
Si mise dietro di me e tra schiaffoni fra le chiappe sempre più rosse e sputi sulla mia fighetta iniziò a slabbrarmela.
“E’ desiderosa di cazzo, da quant’è che mi immagini dentro di te, troietta?”
Per lavorarmi meglio la figa che stava nascendo andò a prendere una mazzetta nella cassetta degli attrezzi e iniziò a puntare il suo manico fra le chiappe, dopo avermi fatta mettere a quattro zampe.
“Faccia e spalle a terra con le mani allargati le chiappe”.
Sentivo la fighetta appena nata aprirsi e volere sempre più centimetri di quel manico di legno.
Quando ormai più di mezzo manico era dentro di me, Alfio iniziò a stantuffarmi la fighetta e a sputare per terra, ordinandomi di ripulire il pavimento.
Con ormai la fighetta fradicia dei suoi umori e la mente in pappa, sentii sfilare il manico della mazzetta per sentire tutto il peso di Alfio sulle mie anche e dopo avere umidificato con la saliva la sua cappella, venire impalata.
Ora so cosa intendono con la frase: ”Ti rompo il culo”.
Sarà stata la birra o che fosse la mia prima volta ma mi sentivo come se un toro mi stesse montando: tutto ciò era meraviglioso.
Le spinte telluriche di Alfio mi stavano sconquassando di brutto la fighetta, non capivo più niente, stavo godendo senza toccarmi, ormai ero in balia del mio carnefice.
Non so quanto tempo fosse passato, da quando Alfio aveva deciso di distruggere di brutto la mia figa, so solo che a un certo punto sentii riempirmi lo stomaco; Alfio mi stava pisciando mentre mi fotteva.
Il suo piscio mi colava dalle cosce aiutando gli affondi a essere sempre più profondi mentre il porco sembrava stare al rodeo.
Le mie ginocchia non le sentivo più e ormai ero uno straccio in balia di un assatanato che mi stava montando da ore.
Al limite del mio sfinimento Alfio scese dalla mia schiena e si mise su di una poltrona, mi fece mettere con i miei piedi sulle sue ginocchia e a smorza candela, schiena contro il suo petto mi disse: “ salta sul mio cazzo”.
Non avevo mai provato un tale piacere, niente fin’ora era paragonabile al servire un così maschio alfa, mentre saltavo sul suo palo piangevo di felicità; il sogno venne interrotto bruscamente da Alfio che mi urlò: “Scendi prestoooo”
Mi fece mettere in ginocchio come quando si prega in chiesa e con le mani vicine tipo a raccogliere un ostia, si masturbo’ velocemente davanti la mia faccia.
“Apri la bocc…”, non fece in tempo a terminare la frase che mi sentii mitragliare la faccia e la bocca della sua sborra.
Poi dopo avermi scaricato tutto il suo carico appiccicoso terminò di godere piantandomi in gola il suo cazzone ancora pulsante.
Quando ritornò in sé usò il suo indice come una spatola e raccolse sulla mia faccia la sborra per darmela da ingoiare, finito il tutto mi fece aprire la bocca e mi ci sputò dentro.
“Vestiti e prendi un autobus per tornare a casa, ti voglio rivedere nei prossimi giorni”.
Continua…
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