racconto di fantasia

ORGASMO SPASIMO DA SUPPLIZIO

PARTE 1°

Sono attratta in modo ossessiva dalle pratiche BDSM. Sogno una femmina terribile, cattiva, sadica che odia i maschi e vuole sottometterli e punirli con tremende punizioni. Ecco come agogno di essere la vittima di tale donna, do spazio alla mia fantasia col seguente racconto. Una bella signora sulla quarantina mi contatta, mi chiede se sono disponibile a sottopormi ad una seduta di BDSM estremo, accetto e lei mi invita a casa sua. Fissato l'appuntamento mi presento a casa sua, una graziosa villetta in un tranquillo quartiere residenziale, mi accoglie in casa con indosso una specie di tunica nera lunga fino alle caviglie ed con ai piedi un paio di scarpe nere di vernice con tacco 12 a spillo. Entro quasi in punta di piedi, confusa tra il desiderio e la paura di subire la sua violenza sul mio corpo e sulla mia anima. Mi sono dimenticata di dire che parlo al femminile perché sono una trav molto femminile e passiva ma ho anche il pisello ed i coglioni. Tornando al racconto, una volta entrata la padrona mi mette subito un collare al collo a cui aggancia una sottile catena d'acciaio quale guinzaglio e mi trascina in un seminterrato scarsamente illuminato, di dimensioni assai ridotte e dal soffitto piuttosto basso. L'arredamento è composto da un tavolo di legno consunto appoggiato ad una parete con sopra alcuni strumenti di tortura come fruste, verghe, palette, catene e quant'altro ed una seggiola di legno con seduta in paglia. Al centro della stanza pendono dal soffitto due catenelle con attaccati due bracciali di finta pelle, altri due, al di sotto, sporgono dal pavimento. La signora mi ordina perentoria di spogliarmi completamente nuda. Eseguo ubbidiente quindi la padrona mi afferra le braccia, le porta su verso i bracciali del soffitto ai quali mi fissa e chiude i polsi, poi mi afferra le caviglie e me le aggancia ai bracciali del pavimento. Mi ritrovo a braccia alzate ed aperte, a gambe divaricate come l'uomo vitruviano di Leonardo. La signora si sfila la tunica e sotto è completamente nuda. Corpo ben fatto e ben proporzionato tra tette e culo. Figa ed ascelle molto pelose. Dal tavolo prende una frusta con diverse strisce di pelle sintetica tipo flagello, si porta alle mie spalle ed inizia a flagellarmi culo e schiena. dapprima con leggerezza poi con sempre più forza e violenza. Il dolore iniziale era pungente ma allo stesso tempo mi provocava un sottile piacere inusitato tant'è che il dolore diveniva una componete del piacere. Le ultime violente frustate mi provocano una sorta di orgasmo come quelli anali che provo quando vengo scopata da un giusto cazzo. La mia aguzzina ora prende dal tavolo una sottile verga di plastica flessibile e mi si porge di fronte. La fa roteare un po' in aria poi mi sferza il petto, le tettine ed i capezzoli. Il dolore maggiore lo sento quando con forza mi colpisce i capezzoli. sembra insopportabile invece la sopportazione ai primi colpi si trasforma in un'assuefazione al dolore-piacere che ti fa dire non basta ma continua. La stessa sensazione si manifesta quando mi sferza le cosce, il cazzo ed i coglioni. La profonda sensazione di essere vittima, torturata da una feroce carnefice, legata ed impossibilitata a muovermi mi beava in un dolce e soave piacere. Ripone la verga sul tavolo, resta immobile con le mani appoggiate al tavolo porgendomi la schiena e mi lascia dolorante in attesa per un minuto, forse due. D'improvviso si gira, viene con passo deciso verso di me e con uno scatto felino mi rifila un calcione sui coglioni. Dal dolore tento di piegarmi su me stessa ma non posso perché sono appesa al soffitto come un salame. Lei si porta alle mie spalle e mi rifila un altro calcione sui coglioni da dietro. Il dolore è forte, mi pervade tutta quando me ne rifila in'altro ancora ed un'altro ancora. Fantastico, a quel punto il dolore lancinante si trasforma in un brivido di piacere, un piacere intenso mi avvolge e mi inebria e quando, non sazia, mi torna davanti e continua con violenti calci, centrando in pieno i miei testicoli, assuefatta non sento più alcun dolore ma solo godurioso piacere. Terminato coi calcioni mi afferra con una mano i coglioni e me li strizza e con l'altra mi stringe un capezzolo, lo tira prima verso l'alto poi verso il basso ed infine lo fa roteare, stringendolo forte tra le dita tendendolo all'esterno. Soffrivo e godevo a tal punto che ho avuto un orgasmo spasimo da supplizio. Si, ci sono vari tipi di orgasmi, quelli da donna biologica sono l'orgasmo vaginale e l'orgasmo clitorideo. Quelli da frocio e donna trav sono l'orgasmo anale che ho provato molte volte. E' un orgasmo che mi sembra si possa paragonare all'orgasmo vaginale poiché si sente vibrare lo sfintere e le pareti interne del retto in un piacevolissimo spasmo che si evidenzia emettendo alcune goccioline di sperma dal cazzo. L'altro è l'orgasmo spasimo da supplizio che ho provato in questa occasione. E' un orgasmo che assomiglia ad un flusso di corrente biodinamica che percorre tutto il corpo in un abbandono totale ed ed in una leggiadra sensazione di percezione della dolenza come gradevole letizia.
Non so se mi comprendete e se condividete con me questa descrizione cari amanti del BDSM, eventualmente fatemelo sapere lasciando un commento. Interrompo qui il racconto riservandomi di riprenderlo in un altro momento.
Fine parte 1°