Racconti Erotici > trans > Essere femmina - parte 4°
trans

Essere femmina - parte 4°


di doriana
18.07.2021    |    367    |    4 9.0
"Ora era il momento di uscire, essere femmina in pubblico..."
Nella parte 3° ho espresso il mio sogno di poter vivere serenamente la mia femminilità, apertamente, alla luce del sole. Mi pareva un sogno, purtroppo, irrealizzabile. Ma, ad un certo punto della mia vita, diventata un po' burrascosa per eventi personali, divorzio, convivenza difficile e complicata con l'amante, donna preciso, mi si presentò un'occasione che mi illuminò. Mi entrò di colpo nella mente la possibilità di, forse, realizzare, almeno in parte, il mio sogno. Il mio datore di lavoro mi propose, se accettavo, di andare per 2/3 mesi, a partire da maggio, a gestire un cantiere in Val d'Aosta. Naturalmente significava trovare un alloggio dal lunedì al venerdì, poi il venerdì, tardo pomeriggio finito il lavoro, potevo rientrare a casa. Accettai subito, senza riserve e tutti i miei sensi presero ad eccitarsi, erano i primi di aprile. Nei giorni seguenti mi dedicai allo studio ed all'organizzazione del lavoro. Trovai, via internet, l'alloggio per i cinque operai, la trattoria dove consumare pranzo e cena, nei pressi del cantiere. Trovai per me, un po' più lontano, un appartamento situato all'interno di un piazzale adibito a deposito di carburanti. Non era proprio il massimo dal punto di vista della visuale, visto che mi trovavo in una regione verde, coi suoi fitti boschi di abete, i suoi prati verde smeraldo e le sue sfolgoranti montagne che si innalzano al cielo come possenti guglie di cattedrali gotiche. Però aveva un grosso vantaggio per me. Retrostante al piazzale, si trovava al primo piano di un edificio singolo con al piano terra solo un garage. Ideale per i miei programmi di uscita alla sera vestita da donna senza che alcuno mi vedesse. Così, in quei giorni di aprile, mi organizzai anche per predisporre la trasferta che mi avrebbe consentito di vivere, almeno alla sera, liberamente e tranquillamente da femmina, da donna, da signora. Mi recai in un grosso store cinese della mia zona a fare tutti quegli acquisti che mi servivano per essere femmina. Indumenti intimi, vestagliette, pigiamini, calze collant ed autoreggenti, vestitini, gonne, bluse, magliette, pantaloni, scarpe e sandali, stivali, orecchini, braccialetti, collane, rossetti e trucchi, smalti per le unghie, parrucche, una rosso scuro-viola ed una castano chiaro. Chiaramente tutta questa massa di acquisti non la feci in un solo giorno, me ne servirono tre. Li misi in una capiente borsa da viaggio che tenni nascosta nel baule dell'auto. Il due di maggio, al mattino molto presto, salii in macchina e partii per quell'avventura, quella realizzazione di un sogno che mi ha inebriato corpo ed anima per tutto il viaggio. Giunta a destinazione, mi recai subito in cantiere dove diedi le necessarie disposizioni per l'impianto del cantiere. Alla sera dopo cena, si cenava alle 7:00, mi recai nel paesino in cui si trovava il mio appartamento. Parcheggiai l'auto e salii una scala in ferro che portava al piano superiore, aprii un cancelletto che dava su di un ampio terrazzo grande quanto l'appartamento, circa 80 mq. Questo era costituito da un'abbastanza ampio soggiorno con angolo cucina, un'ampia camera da letto ed una più piccola ed un bel bagno. L'arredamento non era di gusto eccelso ma era completo. Quella prima sera mi coricai presto poiché l'indomani mattina, alle 7:00, dovevo essere in cantiere. Iniziai cosi, con sommo piacere, ad essere femmina. Indossai un paio di mutandine bianche semi trasparenti con ricami sui bordi giro coscia, un grazioso pigiamino, pantaloncini e camicetta, rosa-fucsia con strani disegni colorati che andavano dal verde pisello al giallo ocra. L'indomani, la giornata lavorativa passò regolarmente senza grossi problemi. Alla sera, rientrata nel mio appartamento alle 20:30 circa, decisi di provare a fare la mia prima uscita da donna. Iniziai, cosi a prepararmi. Dopo la doccia, mi passai su tutto il corpo una crema idratante viso-corpo, quindi passai alla scelta degli indumenti a cominciare dall'intimo. Dopo alcune prove, prova e riprova, optai per un completino, mutandina e reggiseno push-up, di un verde intenso ma tendente al chiaro. A questo punto, giocoforza, scelsi il vestito verde scuro, un abitino che mi piaceva particolarmente, mi dava della signora di classe. Smanicato ma con spalline larghe che lasciavano mettere in mostra, comunque, le ascelle depilate. Scollato a V sul petto tale da lasciar intravedere, ogni tanto, il contorno del reggiseno. A giro aperto sulla schiena, tale da lasciare scoperte spalle e schiena fino all'altezza del reggiseno. In vita un contorno leggermente plissettato con all'interno un tenue elastico tale da stringerlo in vita per poi allargarsi vellutatamente all'altezza del pube fino ad appena sopra le ginocchia. Collant trasparente, scarpe marrone scuro perché non ne avevo sul verde, tacco 8 largo perché ancora non sapevo come mi sarei trovata a camminare coi tacchi alti. Borsetta verde scuro e parrucca castano chiaro. Indossai il completino intimo e passai a pitturarmi le unghie di mani e piedi con smalto verde brillante. Fondotinta, fard e cipria. Matita nera per il contorno delle sopracciglia che mi ero quasi depilate precedentemente. Mascara per le ciglia e rossetto rosso tenue. Mi sono vestita tutto punto e mi sono guardata al grande specchio in camera da letto. Non credevo ai miei occhi, non mi pareva vero, ero come stordita. Una gran figa di classe. Ero felice ed incredula, ero fiera di me, ero finalmente femmina, donna. Ora era il momento di uscire, essere femmina in pubblico. Il solo pensiero mi faceva eccitare. Prima di uscire, davanti allo specchio, mi feci un autorevole discorso: non vergognarti, muoviti da femmina ancheggiando ma non troppo, comportati in modo naturale e disinvolto moderando solo il tono della voce per addolcirla, non mostrare mai di essere a disagio, sei e ti senti femmina, dimostralo per Dio. Uscii e scesi le scale trovandomi subito, con sorpresa, a mio agio camminando coi tacchi alti. Salii in auto e mi avviai verso Aosta distante circa 15 km. Durante il percorso decisi di affrontare subito il battesimo del fuoco. Mi fermai al primo bar con comodo parcheggio che trovai. Parcheggiai, tirai un profondo respiro, uscii e mi incamminai, sculettando leggermente, verso l'ingresso. Entrai e mi avvicinai al banco. Non c'era molta gente, una giovane coppia seduta a tavolino ed un signore di mezza età che sorseggiava un Gennepy. Giunta al banco, una bella valligiana bionda, occhi verdi, seno prosperoso in buona evidenza, mi disse: “signora, desidera?” Confesso che andai in brodo di giuggiole, ero al settimo cielo. Con voce fioca risposi ”un caffè ed un Gennepy” ( il Gennepy è un liquore alle erbe, soprattutto Ginepro, moderatamente alcolico tipico della valle). Bevvi al banco il caffè ancora trepidante per l'emozione di quel “signora” poi, con grazia, mi sedetti al tavolino più vicino. Sorseggiai con calma e tranquillità il digestivo, accavallando più volte le gambe. Con nonchalance, distrattamente, accorciai a poco a poco il vestito scoprendo quasi mezza coscia attirando così l'attenzione e la curiosità del signore ancora appoggiato al bancone. Questa frivolezza, tipicamente femminile, mi inebriava più del liquore e mi sentivo intimamente felice e soddisfatta. Ciò per l'emozione che mi provocava la situazione non perché mi interessasse quel tipo, anzi, non mi piaceva. Non era per niente bello ed aveva l'aria di un rozzo montanaro mezzo ubriaco. Terminato il liqeur, mi alzai e salutai, con garbo e con un sorriso, la bella barista la quale ricambiò il sorriso e mi disse ”grazie signora, arrivederci”. Il battesimo del fuoco lo superai brillantemente, con successo e con piacere. Tornai alla macchina e mi avviai verso Aosta. Passai per il centro in cerca di un locale che mi attizzasse. C'era poca gente in giro, era un giorno feriale, non festivo o prefestivo. Qualche famigliola, qualche ragazzotto con fare scazzato, qualche signore che se ne andava per i fatti suoi, tutto lì. Non vidi alcun bar che suscitasse il mio interesse quindi proseguii portandomi nella prima periferia della città. Arrivai ad uno slargo con un ampio parcheggio di fronte ad un piccolo parco. Un pò più avanti, vidi, ad angolo di un incrocio, l'insegna sfavillante e lampeggiante, quasi in stile natalizio, di un bar. Mi attrasse, parcheggiai e mi incamminai con la solita andatura ancheggiante che mi era ormai consona. Entrai decisa e sicura di me stessa e mi diressi al banco. “Buonasera” dissi con vocina soave alla barista. “Ciao tesoro, cosa posso servirti?” Rimasi alquanto sorpresa dalla singolare e gradevole accoglienza. La barista e proprietaria del locale era una signora Calabrese sui 35/37 anni, seppi inseguito, non bellissima ma carina, brillante e solare, una donna che sapeva il fatto suo, perspicace e di mentalità aperta. Mi fece sentire perfettamente a mio agio. “Una birra rossa” risposi. Mentre spillava la birra mi chiese “tu non sei di queste parti, vero cara?” “no tesoro” risposi “vengo da lontano, da Mantova” “beh, neanch'io sono originaria della valle ma vivo qui da molti anni” rispose. “Io sono Nunzia” proseguì. “Io Doriana, piacere” risposi e ci demmo la mano. Mentre mi gustavo la birra mi parlò di lei, del lavoro e della vita che conduceva tra alti e bassi. L'ascoltavo distrattamente profusi com'erano i miei sensi da un sottile e diffuso piacere che mi faceva stare proprio bene. Ad un certo punto Nunzia, vedendomi assorta, mi si rivolse dicendomi “mi ha fatto molto piacere conoscerti Doriana, spero potrai venire ancora a trovarmi, sai, alcune sere viene a trovarmi una trans brasiliana, così potreste fare conoscenza” il che subito mi colpì ma non mi disturbò. Compresi che era una donna di mondo, di larghe vedute, perspicace appunto ed aveva capito che non ero una vera donna bensì una trav. Situazione nuova ma accattivante. “E' stato un piacere anche per me e verrò di certo a trovarti ancora Nunzia, starò in valle due o tre mesi per lavoro” In quel momento sentii una voce proveniente dal lato del bar a fianco del banco “Doriana fai una birra in due con me?” Era una donna bruttina di volto con fisico magro, tette piccole e corpo slanciato. Non certo un tipo raffinato ma pareva spontaneo. Indossava una maglietta beige giro collo insignificante ed un paio di pantaloncini tipo jeans che gli arrivavano a metà coscia. Una sfattona, insomma. Ma sì, mi dissi, proviamo anche questa. “Volentieri” risposi. Mi sedetti di fronte a lei e si presentò “sono Marta e tu sei Doriana, ho involontariamente sentito le presentazioni con Nunzia” “piacere Marta” e le porsi la mano che mi strinse energeticamente. Bevendo la mezza birra mi interrogò chiedendomi come mi sentivo essere femmina trav. Le risposi che mi ci trovavo assai bene, che era la mia essenza profonda e naturale. Mi chiese “ti piacciono le donne?” “certo” risposi “ne ho avute tante” Quindi interruppi la conversazione dicendo che ormai erano le 11:30 e dovevo andare. Comprese e mi chiese se le davo un passaggio per portarla a casa. Accettai, salutammo Nunzia e, saliti in auto, mi avviai seguendo le indicazioni stradali che mi impartiva. Attraversato un ponte sulla Dora Baltea, il fiume che attraversa tutta la vallata, mi chiese di fermarmi preso un bar ancora aperto e mi disse “che dici, Doriana, se prendiamo un paio di birre e ce le andiamo a bere a casa tua?” “mi piacerebbe ma non posso Marta, domani devo alzarmi presto, sarà per un'altra volta. Se vuoi, entriamo al bar, ci smezziamo l'ultima birra poi ti accompagno a casa” risposi “ok” disse lei “ci tengo al per un'altra volta” “ok” replicai. L'accompagnai e tornai, senza problemi, al mio appartamento, confusa ma felice.
To be continued......
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Essere femmina - parte 4°:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni