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Fare di necessità virtù – Parte I


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
15.02.2021    |    6.477    |    2 9.9
"Al momento pensai che fosse qualcosa che ti servisse per i giochi con il tuo compagno..."
(Storia di fantasia con tre personaggi, divisa in due parti)


Milena è una donna di aspetto piacevole, non troppo alta e di corporatura piuttosto minuta, capelli biondi un po’ ricci. Ha appena superato la soglia dei 50 anni e negli ultimi tempi la sua vita è stata piuttosto tribolata. Dal matrimonio inizialmente felice sono nate le sue due figlie, Roberta di 20 anni e Paola di 15, che adora ed alle quali ha sempre dedicato tutta sé stessa. Ma in seguito il marito ha cominciato prima a trascurarla per poi abbandonarla del tutto, lasciandola sola con le figlie.
Lei si è fatta forza ed ha svolto diversi lavori, dalla commessa alla cameriera, ma sempre precari, costretta anche ad interromperli per curare alcuni problemi di salute, fortunatamente superati.
A Milena è sempre piaciuto il sesso. Da giovane si era data da fare ed anche durante i tempi belli del matrimonio con il marito avevano frequentato club privé, praticando anche lo scambio di coppia e non disdegnava esperienze saffiche.
Adesso aveva un compagno che soddisfaceva le sue voglie, ma non poteva aiutarla economicamente.

E così da qualche anno, per poter tirare avanti, si è dedicata segretamente anche ad un’altra attività, mettendo a frutto le sue esperienze e capacità erotiche.
Si era inventata un alter-ego di nome Ludovica ed iniziato a svolgere l’antico mestiere, pur in modo non continuativo. Aveva preso in affitto un appartamentino in un residence a una ventina di chilometri dal paese dove risiedeva sulla riviera romagnola.
Per giustificare le sue uscite ed i suoi orari, alle figlie diceva che faceva la badante per alcune signore anziane della zona.
Credeva di essere riuscita a mantenere segreta questa sua attività, nascondendo accuratamente ogni traccia, ma forse non era così.
In breve tempo, grazie alle sue doti di milf gentile, disponibile e porca al punto giusto, si era creata il suo giro di ammiratori abituali che le consentiva di avere quelle entrate necessarie ai fabbisogni della famiglia.
Ma non sempre bastava; quando vi erano spese straordinarie o situazioni impreviste Milena si trovava in difficoltà. In particolare, nel 2020 durante i periodi di lockdown e di limitazioni, non potendo per vari mesi svolgere la sua attività le era venuta a mancare la principale fonte di sostentamento.

Un giorno, era a casa da sola a guardare bollette e fare i conti delle spese di fine mese. Le venne un momento di sconforto, perché si accorse che le risorse disponibili non bastavano per fare fronte a tutto, e non riuscì a trattenere le lacrime.
In quel momento, rientrò a casa Roberta, la figlia maggiore. La vide in quello stato e disse:
“Mamma! Cosa succede? Perché stai piangendo?”
“Oh Roberta, sto facendo i conti delle spese da qui a fine mese e vedo che non riusciremo a pagare tutto: la rata del mutuo, quella della macchina, le bollette, il dentista per tua sorella... Anche con quello che dai tu, ci manca sempre qualcosa.... Per questo mi sento piuttosto avvilita... Io faccio tutto quello che mi è possibile, ma non basta mai... Ed a fare la badante più di tanto non guadagno...”
La figlia la guardò teneramente, le sorrise e l’abbracciò:
“Oh mamma! Lo so che fai sempre il massimo per la famiglia e che i tempi sono difficili. Io ti aiuto come posso, ma il mio stipendio di commessa part-time è quello che è, e vorrei fare di più...”
“Sì Roberta cara, grazie per il tuo sostegno... Cerchiamo di farci forza l’una con l’altra... sperando in tempi migliori... Magari anche tu troverai un lavoro più soddisfacente.... Sei così giovane e bella,
sei diplomata e di buon volontà che non ti mancheranno le occasioni...”

In effetti Roberta era proprio una bella ragazza. Altezza media, corporatura snella, un seno già rigoglioso con una terza piena, un viso molto carino contornato da una capigliatura castana fino alle spalle. Non passava certo inosservata e ne era consapevole, pur finora senza esternarlo. Ma sotto sotto covava una esuberanza giovanile ed una serie di pensieri che ora stavano emergendo.
“Sì, in effetti sto pensando a fare anche altre cose. Rispondo a ricerche di lavoro e magari maturerà qualcosa ma intanto potrei aiutarti nel tuo lavoro... che ne dici?”
“Fare la badante? Non è certo un lavoro adatto a una ragazza giovane come te... meriti molto meglio...”
“Ehm... no, mi riferivo all’altro lavoro che svolgi...”
Milena guardò la figlia con sorpresa e con un sussulto interiore, e disse: “Quale altro lavoro?”
Roberta le prese la mano, la guardò negli occhi, si fece coraggio e rispose:
“Mamma, io so cos’altro fai... Fai incontri a pagamento con uomini, vero?... Ma non ti preoccupare, non ti sto giudicando male, anzi capisco che lo fai per necessità, per tutte noi... Per questo ti ammiro e ti voglio ancora più bene...” e l’abbracciò più strettamente, baciandola.
Milena rimase impietrita e le venne un tuffo al cuore. La figlia l’aveva scoperta e non sapeva come reagire. Lì per lì tentò di negare, e disse:
“Ma cosa dici?... Come lo puoi pensare?”
“Dai mamma, non serve negare, oramai l’ho scoperto e di questi tempi non lo considero una cosa immorale...”
La madre avrebbe voluto replicare e contrastare quelle affermazioni, ma dopo un attimo di silenzio le vennero le lacrime agli occhi e facendosi forza riuscì a dire:
“Oh figlia mia, negare è inutile... sì, è vero... mi dedico a fare incontri di quel tipo... ma solo saltuariamente e proprio per lo stato di necessità... Anzi, forse è meglio che sia venuto fuori, così mi libero di un peso e sono contenta che tu abbia compreso la situazione...”
A sua volta, Milena abbracciò strettamente la figlia. Rimasero così per alcuni istanti, madre e figlia ora con un legame ancora più stretto. Poi Milena prese la mano della figlia e chiese:
“Ma come lo hai scoperto?”
“Qualche mese fa, cercavo un mio vestito; pensavo fosse nel tuo armadio, come alle volte era capitato e così guardai nei cassetti. E così, un po’ nascosti, vidi una serie di vestitini sexy, due o tre vibratori, toys vari, lubrificante e tanti profilattici. Al momento pensai che fosse qualcosa che ti servisse per i giochi con il tuo compagno. Ma poi, recentemente, un mio amico che ti conosce e che si diverte a frequentare certi siti, anche se poi non combina nulla, mi fece vedere un annuncio in cui ravvisava la somiglianza fisica. E anche se non si vede il viso eri proprio tu!... Io lì per lì non volevo crederci, ma poi collegai i vari indizi e ho capito... Ma non te ne fare un cruccio, mamma! Così va il mondo... Anzi, complimenti perché in quelle pose sexy sei molto attraente e susciterai l’attenzione di molti uomini e non solo...”
Continuando a parlare con la figlia della questione, Milena pareva rinfrancarsi un po’ ed a fronte
della comprensione e della vicinanza della figlia si sentiva sollevata. Poi disse:
“E adesso che lo sai, non vorrei che ciò cambiasse i nostri rapporti ed il nostro affetto familiare, che ci ha fatto sentire sempre molto unite...”
“Ma certo che no, mamma. Come ho detto, ti ammiro e rispetto le tue scelte e saremo ancora più unite.... Anzi, mi è venuta in mente un’idea e vorrei farti una proposta... ma non prenderla a male, eh...”
“Di cosa si tratta?”
“Ecco, se tu ti dedichi a quel tipo di attività, allora potrei farlo anch’io!... Così avremo più entrate e staremo più tranquille... Tra l’altro, anche una mia amica, che studia all’Università a Bologna, ogni tanto fa incontri di quel tipo; mi ha raccontato che si diverte e che guadagna bene per mantenersi agli studi e per togliersi qualche sfizio...”
Milena guardò la figlia attonita. Mai avrebbe pensato che le avrebbe proposto cose simili e men che meno lei voleva che seguisse le sue orme.
“Ma cosa dici, sei impazzita?... Come puoi pensare di fare quelle cose?... Io ho cominciato per necessità, anche per non fare mancare niente a te e a tua sorella... Ma tu, sei una ragazzina, hai tante altre prospettive migliori...E poi cosa ne sai del sesso?...”
Roberta le rispose prontamente, dimostrando di essere molto più matura della sua età:
“Ma ho già vent’anni e non sono più una bambina... Del sesso so tutto quello che c’è da sapere e da fare. Faccio sesso da quando avevo 16 anni con ragazzi anche più grandi e non solo, e lo faccio anche con qualche mia amica, come ti avevo raccontato tempo fa sono bisessuale. Mi piace fare sesso in tutti i modi e mi diverte, e se ne posso trarre un beneficio economico, ben venga... E poi non è detto che lo farò per sempre... Dai mamma, fammi provare... poi vedremo come andrà...”
Milena era stupita da quanto le stava dicendo la figlia, peraltro con molta naturalezza. Le rivolse uno sguardo materno e quasi supplichevole, e disse:
“Roberta, per me tu sarai sempre la mia bambina che voglio proteggere e tutelare il più possibile, come per tua sorella e non vorrei coinvolgerti... Capisco che ti piaccia fare sesso, è uno dei piaceri della vita, ma un conto è farlo per sé stessi un conto è per lavoro... Non è tutto rose e fiori... Sai, capitano persone di ogni tipo e da me vengono per la maggior parte uomini molto più grandi della tua età...”
Ma la figlia la incalzava:
“Oh, per quello non ti preoccupare. A me piacciono gli uomini maturi, li trovo più interessanti dei ragazzi giovani che spesso sono inesperti e superficiali... Poi, potrei trovare il modo di fare una specie di preselezione, facendomi prima scrivere per e-mail o su whatsapp così mi faccio un’idea di come sono e decidere se accettarli o meno... Potrei rendermi disponibile anche per coppie o donne in cerca di compagnia...”
“Però, vedo che hai le idee chiare!... E da come dici hai già una esperienza che io alla tua età non avevo... Ma sei sicura di volerlo fare?”
“Oh sì mamma, sono sicura... penso di riuscire bene... Dai fammi provare, magari all’inizio insieme a te, così mi regolo meglio...”
“Insieme a me? Ma a farlo con un cliente davanti a te mi troverei a disagio...”
“Io invece non sarei affatto in imbarazzo, anzi sarei più a mio agio... E poi, quante volte ci siamo viste nude in casa con naturalezza?... Siamo madre e figlia non ci dobbiamo vergognare di niente tra noi...”
In effetti, finora Milena non aveva alcuna remora a mostrarsi nuda alla figlia e quindi disse:
“Su questo forse hai ragione... “
Roberta continuò a pressare la madre con questa sua idea e le due continuarono a parlare lungamente, finché alla fine Milena cedette:
“E va bene figlia mia, faremo come dici. Se proprio lo vuoi fare, meglio con me che da sola chissà dove o in preda a qualche sfruttatore... Ma ad alcune condizioni: prima di tutto non dire nulla a tua sorella Paola, è ancora piccola e non potrebbe capire. Poi a chi viene diremo che sei una mia giovane amica, non certo mia figlia. Ma lavoreremo insieme solo per qualche incontro iniziale per farti prendere il via, poi faremo orari separati.”
Roberta abbraccio la madre,la baciò affettuosamente e disse:
“Oh mamma, sono molto contenta che alla fine sei d’accordo. Va bene come dici, tra l’altro avendo un lavoro part-time ho tempo disponibile e posso gestire gli orari... Vedi, poco fa eri triste e sconsolata e adesso si aprono nuove prospettive per entrambe... Faremo di necessità virtù...
Dai adesso dovrò fare qualche foto per l’annuncio, nello stile delle tue... Anzi, se vuoi farmele tu sarei contenta... E poi dovrò trovarmi un nome d’arte. Tu come ti fai chiamare?
“Il mio nome d’arte è Ludovica, detta la bocca amica...”
“Bene, allora... vediamo... io mi farò chiamare Rebecca, per mantenere l’iniziale e la finale del mio nome... E adesso, mi porti a far vedere l’appartamento dove lavori? Così comincio a portare un po’ di vestitini e quant’altro mi occorre... Anch’io ho qualche giocattolino utile...”

Così le due non persero tempo. Poco dopo andarono in macchina all’appartamento dove esercitava come Ludovica in un paese poco lontano.
A Roberta piacque subito: era accogliente e discreto. Cominciò a sistemare le sue cose e indossò qualche completino sexy per farsi fare delle foto dalla madre, mostrandosi a lei senza alcun imbarazzo. Mentre scattava, Milena ammirava lo splendido corpo della figlia e quando si mostrò completamente nuda, ebbe un fremito e sentì che la sua vulva si stava inumidendo. Una bella donna non la lasciava indifferente, ma trattandosi della figlia scacciò quel pensiero e disse:
“Quanto sei bella figlia mia... avrai davvero tanti ammiratori, ma ti chi vorrà dovrà meritarti... Così giovane e bella puoi chiedere certamente molto di più di quanto possa fare io...”
Così arrivarono a parlare di tariffe e di quanto chiedere per i vari servizi, per i quali Roberta disse:
“Io faccio tutti i giochi, compreso lato-B e fantasie particolari, mi piace sperimentare e mi eccita di più...”
“Però, così giovane e così porcellina... Forse avrai preso da me, che quei giochi mi piacciono altrettanto... Tale madre, tale figlia...” disse Milena che si stava abituando all’idea che sua figlia diventasse una escort di livello.

Roberta era oramai lanciatissima e pronta per cominciare al più presto, e chiese:
“Mamma, come primo appuntamento hai un tuo ammiratore abituale a cui piacerebbe fare un incontro con due donne?”
Milena ci pensò un attimo e disse: “Sì, uno su tutti. Si chiama Mauro, è il mio cliente più fedele, oramai quasi un amico, ha poco più della mia età. Conosce il mio vero nome ma sul lavoro mi chiama con quello d’arte. E’ gentile, rispettoso e generoso. A lui gli concedo alcune cose che non faccio con altri. Gli piacciono i giochi particolari e più volte mi ha chiesto se avessi un’amica per farlo in tre...”
“Ecco, lui è proprio l’uomo adatto per cominciare.... Dai, avvisalo che il suo desiderio si può realizzare!... Stabiliamo il giorno e quanto chiedergli, così ci organizziamo...”

Così Milena contattò il suo cliente, che fu ben felice dell’invito, e combinarono l’appuntamento per due giorni dopo.
Mauro arrivò puntuale all’ora prevista. Milena e Roberta si erano preparate accuratamente nelle vesti (poche) di Ludovica e Rebecca, di cui ora erano calate nel ruolo.
Appena entrato salutò affettuosamente con un bacio Ludovica e si soffermò in ammirazione di Rebecca facendole un elegante baciamano, quindi disse:
“Piacere di conoscerti Rebecca... che bella che sei, molti complimenti!... E grazie a te Ludovica per averla fatta partecipare. E’ una tua amica?”
“Ehm... sì.... è una mia giovane amica di passaggio che vuole intraprendere questa attività...”
“Devo dire che ha tutte le doti...”
Rebecca si avvicinò a Mauro. Era un uomo alto, di una certa prestanza fisica, brizzolato, con gli occhiali che gli davano un’aria di serietà, proprio come piaceva a lei. Lo abbracciò e lo baciò subito sulla bocca, dicendo:
“Piacere mio, caro. Vedrai che ci divertiremo tutti e tre... Vieni pure, mettiti comodo, noi siamo pronte!”
Lui, frequentando da tempo quel posto, sapeva come muoversi. Fece un salto in bagno per rinfrescarsi per poi rientrare in camera solo con gli slip da cui spuntava già un notevole rigonfiamento. Le due donne lo aspettavano sul letto ancora con i completini sexy che avevano indossato; Ludovica sapeva che a lui piaceva toglierle lentamente i vestiti, scoprendola un po’ alla volta. Così egli fece, dedicandosi prima alla padrona di casa e poi alla nuova venuta.
Mauro dava molta importanza ai baci e si dedicò a limonare lungamente con Ludovica con baci profondi e lingue attorcigliate. Rebecca guardava in silenzio, pensando che la madre aveva davvero un rapporto più che confidenziale con quell’uomo, ma lei non voleva essere da meno.
Così disse:
“Ma a me non vuoi baciarmi?”
Così si diresse a sua volta verso l’ospite, attaccandosi alle sue labbra. Lui baciava davvero bene e andò subito a cercare la sua lingua per una serie di french kisses molto profondi.
Quindi, Mauro le fece distendere e disse: “Per rispetto alla padrona di casa, comincerei col dedicarmi a Ludovica...”. E così sfilatole il body cominciò ad esplorare e leccare il suo corpo, partendo dalle ascelle, ben depilate e profumate, fino ai piedi, graziosi e adorabili.
Poi, si dedicò alle tette: pur se di taglia ridotta (una seconda), erano naturali e proporzionate alla sua corporatura, e soprattutto Mauro apprezzava molto i suoi capezzoli: belli, eretti e turgidi, duri come due chiodi da stringere, leccare e succhiare intensamente.
Anche Rebecca nel guardare la scena pensò che la madre avesse davvero dei magnifici capezzoli, molto più pronunciati dei suoi.
Mentre si dedicava alle tette di Ludovica, Mauro le disse:
“Ludo, stringimi i capezzoli che come sai piace anche a me...”
Lei, conoscendo le preferenze dell’uomo, ricambiò con piacere.

Dopo la parte “alta”, lui passò a quella “bassa” cinta da un mini-perizoma che lasciava in bella vista l’attraente passerina di Ludovica: depilata con un solo un ciuffetto superiore, labbra piuttosto contenute, clitoride in evidenza. Cominciò quindi un lungo lavoro di lingua, esterno e interno, che lei apprezzò iniziando a bagnarsi vistosamente ed a sospirare. Quindi, il Mauro infilò prima una e poi due dita nella sua natura, che all’ingresso si dimostrò quasi stretta , cosa che per Ludovica era quasi un vanto, per poi allargarsi progressivamente.
Dopo il fronte, si dedicò al retro, leccando e digitalizzando il buchino posteriore, anch’esso ben depilato e piuttosto elastico.
Nel vedere la madre che si lasciava tranquillamente leccare e penetrare con le dita così a fondo, Rebecca si stava eccitando ed anche la sua vagina cominciava a bagnarsi e così iniziò a sditalinarsi dolcemente, pur tenendo ancora il perizoma filiforme e trasparente. Si rese conto che quell’uomo era certamente più che un cliente normale e che evidentemente ci sapeva fare, così anche lei voleva provare le sue attenzioni.
Poi finalmente, Mauro si diresse verso la Rebecca che non aspettava altro.
“Dai, dedicati un po’ anche a me, visto che ti piace tanto leccare...!”
Lui le tolse i pochi vestiti di scena che aveva indosso, ammirandola finalmente in tutta la sua giovanile bellezza. Con la bocca ancora pregna dei sapori vaginali di Ludovica, la baciò lungamente per poi affondare il viso nelle sue tette, sode e quasi perfette nella forma a goccia, per poi accarezzarle e stringerle delicatamente con la punta delle dita.
Rebecca apprezzò subito le cure delicate ed esperte dell’uomo, che poco dopo si diresse finalmente verso la sua vulva per un daty prolungato inizialmente leggero e poi sempre più intenso, facendola trasalire:
“Oh sì, che bravo che sei con la lingua... dai continua che mi fai colare...”
Nel mentre, Ludovica guardava compiaciuta la figlia mentre si faceva leccare così a fondo ed ammirava quella fighetta bagnata a cui, se non fosse stata di sua figlia, una passatina di lingua l’avrebbe data volentieri anche lei.
Ma Rebecca ora voleva continuare ed assaggiare finalmente la virilità di Mauro, il quale finora si era ancora tenuto gli slip per non scoprire le carte.
“Dai Mauro, adesso voglio assaggiare il tuo cazzo!”
Così dicendo gli tolse gli slip ed estrasse il suo attrezzo: era proprio un bell’uccello già in piena erezione, leggermente ricurvo, con una grossa cappella e di diametro consistente.
“Mmm... che bel cazzo!... Adesso lo prendo tutto in bocca!” disse la ragazza, subito attratta da quel membro.
Così iniziò un abile blow job, prima passando la lingua dalla base alla punta, poi dando dei colpetti sulla cappella e quindi affondandolo tutto in bocca, per un pompino ben fatto, lento, gustoso e salivoso, con risucchi e leccate ovunque. Ci aveva proprio preso gusto, a succhiare quel cazzo.
Ludovica si era messa vicino a lei ad osservare la scena, chiedendosi come e con chi la figlia avesse imparato tale arte così bene.
Anche Mauro apprezzò tale servizio e disse: “Sei davvero brava Rebecca, un’ottima pompineuse...
Proprio come Ludovica...”
Rebecca ringraziò con lo sguardo e incrociando quello della madre di fronte a lei, e in uno slancio di generosità nel porgerle quel grosso uccello da condividere, le venne spontaneo dire:
“Dai mamma, prendilo un po’ anche tu... è così buono...”
La madre rimase di sasso nel sentire quella parola che non doveva uscire.
Mauro sgranò gli occhi e disse rivolto a Ludovica: “Eh?... Come, mamma?... Ma è davvero tua figlia?”
Lei non sapeva cosa dire, l’unica che pareva indifferente era proprio Rebecca che continuava tranquillamente a succhiare quel cazzo che a quelle parole era diventato di riflesso ancora più duro.

Ludovica dopo qualche attimo di silenzio fece un sospiro profondo e disse: “Ehm... ecco... in effetti sì, lei è mia figlia!... Ha voluto provare a fare questo lavoro, ma solo in modo occasionale... e devo dire che se la cava molto bene... Ma non pensare male, Mauro...”
Finalmente intervenne anche Rebecca, sempre continuando a tenere il cazzo in bocca, che disse:
“Sì, siamo madre e figlia... E allora? Che male c’è?... Andiamo molto d’accordo e qui siamo due donne che si stanno dedicando allo stesso lavoro...”
Mauro era ben contento e stimolato dalla situazione e rispose: “Oh, non c’è proprio niente di male, anzi... Io naturalmente apprezzo e mi compiaccio con voi... In effetti, solo ora ravviso una certa somiglianza... E vi faccio i complimenti per essere di mentalità così aperta, spontanee e disinibite l’una di fronte all’altra... Al che, se mi consentite, sorge spontanea una domanda: ma fate anche giochi tra voi?”
Ludovica rimase ancora una volta senza parole; a questa eventualità non aveva proprio pensato perché lo aveva escluso in partenza. Invece Rebecca rispose tranquillamente, senza scomporsi:
“Perché no? ... Se ci dai un incentivo, faremo tutto quello che vuoi... piace ad entrambe fare giochi tra donne...”
Nel sentire le parole della figlia, Ludovica riuscì solo a dire: “Ma cosa dici?... Siamo madre e figlia, certe cose non si possono fare...” ma la sua vagina si stava bagnando vistosamente al pensiero inconscio di essere leccata dalla figlia.
“Ma dai mamma, oramai lui sa chi siamo, è una persona a modo e terrà la cosa riservata, vero Mauro?... E se per lavoro ci divertiamo anche tra noi non ci trovo niente di male...”
“Certo care, state pure tranquille... Sono molto discreto e riservato e so riconoscere il giusto valore alle persone...” le rassicurò Mauro.
Come già accaduto, Ludovica non riusciva a convincere la figlia del contrario e quindi finiva ad essere lei a farsi convincere, anche perché questa situazione così particolare la stimolava come donna più che come madre e non voleva deludere il suo miglior cliente.
Così, alla fine, con un altro sospiro disse: “Va bene, se proprio lo vuoi lo faremo.... Ma almeno ci chiameremo con i nostri nomi d’arte, per lasciare la cosa in ambito del lavoro...”


I – CONTINUA


Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.

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