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Storia di Natalia, madre-trans – Capitolo 16: Il viaggio in Polonia e il sesso procreativo


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
29.05.2023    |    5.621    |    6 9.2
"Natalia le chiese: “Elisa che hai?..."
Venne finalmente il giorno della partenza del tanto atteso viaggio in Polonia, paese d’origine di Natalia. I quattro andarono in taxi all’aeroporto, carichi di armi e bagagli. Erano tutti allegri, tranne Elisa che era un po’ in agitazione. Natalia le chiese:
“Elisa che hai?... Ti vedo preoccupata...”
“Sì, sono un po’ in tensione... sai ho un po’ paura del viaggio in aereo...” rispose lei.
“Su, dai... non ti agitare... il viaggio dura solo un paio d’ore... avremo dei posti comodi e io sarò accanto a te...” cercò di tranquillizzarla Natalia.

In aeroporto avvenne un episodio curioso. Al momento di passare il controllo del metal-detector, quando vi transitò Giulia l’apparecchio suonò. Eppure si era liberata di monete, telefono, cintura e altri oggetti messi nelle apposite vaschette; le si avvicinò una giovane poliziotta che le passò sopra il corpo uno scanner manuale, che prese a suonare quando era all’altezza della vita.
“Ma cosa può essere?... Ho tolto tutto....Forse sono i piercing?” chiese sorpresa la ragazza.
A quel punto, come da procedura di sicurezza la poliziotta invitò Giulia a seguirla in una stanza di servizio dicendo: “No, signorina, non sono i piercing, sono troppo piccoli... Ora venga, dobbiamo fare un’altra verifica...”
“Giulia, sta tranquilla... vedrai che sarà solo qualcosa che fa contatto...” cercò di rassicurarla Elisa.
La ragazza entrò nella stanza con la poliziotta che, dopo aver controllato i documenti e il biglietto aereo le disse:
“Ora bisogna che si tolga i vestiti... dobbiamo accertarci che non abbia nulla di pericoloso sotto...”
Giulia, dapprima sicura di essere a posto, improvvisamente si ricordò che, come sua abitudine aveva indossato il suo fedele plug anale metallico e arrossì un po’, cosa per lei anomala dato che non vi vergognava di nulla. Cercò di minimizzare, dicendo:
“Mi scusi signora agente... mi sono appena ricordata di avere addosso qualcosa di metallico...”
“Ah sì?... Di cosa si tratta?”
“Ecco... ehm... io abitualmente indosso un piccolo plug... sa, è un oggetto intimo che...”
“Sì, so di cosa si tratta... ma dove ce l’ha?”
“Beh...ecco... è un plug anale!”
“Bisogna che me lo faccia vedere... sa, dobbiamo essere sicuri che non contenga droga o esplosivo...”
Così Giulia fini di spogliarsi completamente nuda e si girò mostrando il suo bel lato-B occupato da quell’oggetto con gioiello e sculettando un po’, quasi come provocazione.

“Ecco, vede? E’ lì”
“Si, vedo... ma bisogna che se lo tolga per controllarlo...”
A quel punto, Giulia lo prese quasi come una sfida e si sfilò lentamente l’oggetto, lasciando il buchino dilatato in bella vista. “Ecco qua!,,, Non è una bomba...ma solo un oggetto di piacere!... E’ un regalo di un’amica a cui tengo tanto...”
A quel punto, la poliziotta, che era anche una bella ragazza, mostrò il suo lato femminile:
“S’, riconosco che è un oggetto piacevole e a te sta anche molto bene... piace anche a me usarli... Puoi rivestirti e se vuoi puoi anche reinserirlo... però la prossima volta, toglilo prima del metal-detector per evitare inconvenienti, specie in certi paesi esteri...”
“Sì, grazie... starò più attenta...Ma per rimetterlo mi puoi aiutare tu?” fece Giulia con tono invitante; diede una leccatina al plug e lo porse alla poliziotta..
L’agente non ci pensò due volte e rispose:
“Certo che ti aiuto!... Chinati un po’...Mmm... se posso dirlo, hai un culo stupendo!”
Quindi prima saggiò il buchino di Giulia con un dito insalivato e poi vi spinse il plug all’interno con abili movimenti; evidentemente non era la prima volta che maneggiava quegli oggetti.
“Oh, sì... ecco adesso è nella posizione giusta...Molte grazie, sai è un oggetto che mi stimola in continuazione... ormai non posso più farne a meno...”
“Eh, ti capisco... ora puoi andare, Giulia....” poi aggiunse, come un invito: “Quando torni dal viaggio, se hai bisogno di me, io sono sempre qui di servizio...mi chiamo Greta...”
“Ok, agente Greta... questo è il mio numero.... magari ci rivediamo con calma...” le sussurrò Giulia lasciandole un bigliettino con il suo numero e dandole un bacio sulla guancia.
Giulia uscì dalla stanza del controllo sorridendo, e raggiunse gli altri. La madre le chiese:
“Allora?... Cos’era che ha fatto suonare?”
“Oh, niente... solo il mio plug anale!... Ma ho trovato una poliziotta comprensiva e me lo ha fatto tenere... anzi me lo ha proprio reinfilato lei!” disse allegra Giulia, lasciando la madre a bocca aperta, mentre Natalia e Florian sorridevano per la disarmante sfrontatezza della ragazza.

Superati così i dell’imbarco, il quartetto si sistemò a bordo dell’aereo della Lot,la compagnia aerea polacca.
Natalia era vicino a Elisa in una fila da due, mentre i ragazzi erano alcune file più avanti.
Mentre il velivolo cominciava il rullaggio, Elisa era piuttosto inquieta e disse a Natalia:
“Sai Natalia, ho sempre un po’ di timore e di ansia nel prendere l’aereo, specie al decollo. Posso tenerti la mano?”
Natalia cercò di rassicurarla e disse: “Ma certo mia cara, stiamo vicine e ci teniamo la mano. Sta tranquilla andrà tutto bene, sono qui con te.”
Dopo il decollo, l’aereo si stabilizzò sulla velocità di crociera, venne servito il pasto da una gentile hostess, ma Elisa non mangiò nulla ed era sempre un po’ agitata. Natalia se ne accorse e le disse:
“Elisa cara, vedo che sei ancora a disagio... So io cosa ci vuole per farti passare tutto. Adesso, mentre tutti sono impegnati a mangiare, andrai nella toilette di destra in coda all’aereo. Dopo un minuto verrò anch’io.”
Elisa obbedì senza capire bene che intenzioni avesse Natalia. Andò alla toilette, poco dopo bussò Natalia che entrò con lei. Subito la baciò e la accarezzò, sollevandole la gonna, costandole le mutandine.
“Adesso mia cara, ti faccio vedere come farti stare meglio” disse Natalia mentre inginocchiata davanti a lei iniziò un lungo e delicato cunnilingus. Elisa rimase sorpresa, ma avvertì subito un effetto benefico dal rilascio di endorfine che da una parte le calmarono l’ansia del volo, dall’altra le crearono un certo stimolo; quindi riuscì solo a dire:
“Oh Natalia, ma che fai? Qui non si può, poi non sto tanto bene per certe cose...” ma stimolata dal tocco di lingua della trans, l’eccitazione ebbe il sopravvento e così aggiunse sospirando:
“Mmm... come sei brava con la lingua... ma adesso mi sono eccitata e ho bisogno anche di qualcos’altro...”
E nel dirlo, andò con la mano sotto la gonna di Natalia a cercare il suo uccello e subito trovatolo lo prese in bocca e leccò per qualche attimo e disse: : “Mmm... è già pronto e duro... E’ il toccasana che mi ci vuole!”

Elisa accelerò il ritmo del risucchio e quando l’uccello era oramai pronto, si sfilò le micro-mutandine, che aveva indossato giusto perché era in viaggio, si appoggiò al lavandino e disse:
“Dai Natalia, adesso scopami, che abbiamo pochi minuti!”
Lei si posizionò prontamente dietro a Elisa e in un colpo affondò il suo bel cazzo nella vulva calda e già umida..
Appena iniziò a scoparla, le endorfine prodotte dall’attività sessuale ebbero un effetto analgesico ed eccitante, che di colpo fecero passare a Elisa tutte le sue inquietudini.
“Oh sì Natalia, grazie a te comincio a stare meglio... Dai, continua, che così mi passa tutto...”
“Vedi cara? Fare sesso aiuta a stare bene... E’ che non abbiamo molto tempo... dobbiamo finire prima che ci scoprano!”
Natalia aumentò il ritmo, Elisa sentiva che la vagina si stava bagnando e cominciava a colare e sussurrò:
“Sì...sììì... continua ancora che sto sbrodolando... Ma non mi venire dentro... lasciamolo per quel momento di quando mi metterai incinta, come vuole Giulia...non certo in una toilette d’aereo, per quanto eccitante...”
“Sì certo, Elisa... anch’io aspetto quel momento per farlo come si deve... vorrà dire che finirò diversamente... Intanto girati e mettiti sul lavandino!”
Elisa eseguì e in equilibrio precario sul lavandino con le gambe alzate, accolse il cazzo duro che Natalia le reinfilò di forza, aumentando il ritmo della scopata, mentre Elisa con una mano si sgrillettava il clitoride e con l’altra accarezzava il corpo della trans, stringendole le tette dopo averle slacciato il top che indossava. Quella situazione così particolare, fece comunque effetto a Elisa che, sotto i colpi di Natalia, poco dopo arrivò al godimento con un sospiro e un gemito soffocato:
“Sììì... vengooo....ahhh....!”
A quel punto, Natalia, soddisfatta di aver fatto godere l’amica, la fece inginocchiare davanti a sé, ed iniziò a menarsi violentemente il cazzo per poi farlo succhiare ancora a Elisa, finché dopo qualche altro minuto, arrivò anche lei a compimento sborrando in bocca e sul viso di Elisa.
“Mmm... Quanta sborra Natalia... E’ una medicina portentosa... adesso me la gusto tutta!... Sto ancora colando di piacere...”
“Ora stai meglio, cara?”
“Certo Natalia, grazie a te!” e la baciò infilandole la lingua in bocca, passandole un po’ di sperma.

Poi le due si ricomposero, si lavarono velocemente il viso e uscirono una alla volta, prima Elisa e poi Natalia. In coda all’aereo le ultime file erano vuote, non c’erano passeggeri che le avessero notate, ma Natalia incrociò lo sguardo della hostess che poco prima le aveva servito il pranzo e che ora stava sistemando il carrello dei vassoi. La ragazza, una biondina con capelli corti sui trent’anni, le sorrise in modo ammiccante, si avvicinò a lei e le sussurrò in polacco:
“ Pani, witamy w klubie 10.000 metrów!” (Signora, benvenuta nel club dei 10.000 metri!)
Natalia ricambiò il sorriso, e le rispose: “Wielkie dzięki!” (Molte grazie!”)
Tornò al suo posto, dove si era già sistemata Elisa e le disse: “Mi sa che ci hanno sgamate...”
Poco dopo, tornò da loro la stessa hostess sorridente; guardò un attimo Natalia e le porse una bottiglia di vino bianco frizzante e una piccola confezione di cioccolatini, dicendo con tono molto amichevole:
“Z komplementami dowódcy!”” (Con i complimenti del comandante!) e dandole una carezza sulla mano.
Natalia rimase un po’ sorpresa, poi rispose prontamente: “Oh, jeszcze raz dzięki!” (Grazie, ancora) ricambiando il sorriso e la carezza.

Solo in quel momento Elisa si accorse che nel sedersi velocemente la gonna piuttosto corta le era rimasta alzata e, avendo dimenticato nella fretta le mutandine nella toilette, la sua bella passerina ancora umida di effluvi era esposta all’aria ed agli sguardi ammiccanti della hostess.
Quasi arrossì per l’imbarazzo, ma nessun altro pareva avesse visto. Natalia le chiese:
“Allora Elisa, adesso ti è passata la paura dell’aereo?”
“Oh sì certo, mi sento proprio bene. Fare sesso con te, anche se in questa situazione particolare, mi distende e mi rende felice. Grazie!” E le diede un bacio sulla bocca, stringendole la mano.
“Ora brindiamo!” disse Natalia aprendo la bottiglia di vino e riempiendo i bicchieri.
In quel momento arrivò Giulia, che era passata a vedere come procedeva il volo per Elisa e Natalia. Vedendole così festose a sorseggiare il vino, disse:
“Ehi, a vedervi così allegre direi che tutto procede bene, ma cosa avete fatto per avere questo vino?”
“Siamo appena entrate nel club dei 10.000 metri...” le rispose sibillina la madre.
“Cioè?” La ragazza lì per lì non capì, poi vedendo la gonna ancora sollevata senza nulla sotto e il rivolo di sperma ancora presente sulla guancia della madre, finalmente realizzò, e aggiunse:
“Mamma!... Non vorrai dire che voi avete fatto...”
“Esatto!” disse decisa Elisa, senza farle finire la frase.
“Anche in aereo... che porcelline!” borbottò Giulia salutandole e tornando, quasi incredula al suo posto, e subito disse a Florian seduto accanto a lei:
“Le nostre madri hanno appena scopato nella toilette dell’aereo!... Lo facciamo anche noi?”
Il ragazzo la guardò incredulo; era un po’ assonnato e non aveva capito bene. Giulia lo incitò:
“Dai!... Muoviti!... Non vorrai essere da meno, no?... Almeno un po’ di preliminari e di sesso orale...”
Florian stava per alzarsi, convinto dalla sua ragazza, ma proprio in quel momento il comandante annunciò che avevano cominciato la discesa su Varsavia e si erano accese le luci di cinture allacciate. Giulia si fermò, un po’ delusa ma concluse:
“Peccato! Non possiamo muoverci... Vorrà dire che lo faremo al ritorno!”

(Nota dell’Autore: i più attenti tra i lettori abituali forse ricorderanno che la “scenetta” del “Club dei 10.000 metri” era già apparsa nel racconto: “Angelica e i suoi figli – Capitolo 14: Una vacanza a Parigi – Parte II: In viaggio”. E dato che l’argomento del “sesso in aereo” è stato trattato anche sul Blog del sito con l’articolo del 23/1/23, mi è parso simpatico riproporla anche in questo racconto, con gli adattamenti ai personaggi dell’attuale serie).

Una volta atterrati e sbarcati all’aeroporto di Varsavia, i quattro si trasferirono con la navetta riservata dell’albergo, al Royal Meridien Bristol, lussuoso hotel 5 stelle con facciata neo rinascimentale, situato nel centro storico vicino al palazzo Presidenziale e lungo la cosiddetta “Strada Reale”. Per i suoi cari, Natalia non aveva badato a spese e aveva prenotato una Suite de Luxe, con due camere, due bagni, ampio salotto, terrazzo con vista panoramica sulla città, il tutto in stile Art Deco che affascinò subito Elisa e Giulia, che esclamò:
“Uaooo!... Mamma, hai visto che ambienti... che lusso... le camere da letto sono più grandi che casa nostra!... Pensa, potremo concepire i nostri figli in questo posto magnifico!... Oh Natalia, grazie per averci offerto questo viaggio e il soggiorno in questo albergo da favola....” e abbracciò Natalia, baciandola con affetto e riconoscenza.
Le due coppie madri e figli si sistemarono ognuna in una camera, ma già sapendo che avrebbero certamente utilizzato un solo letto per condividere il momento culminate del sesso procreativo. Ma sorprendentemente, fu la stessa Giulia a dire:
“Io avrei già tanta voglia di fare l’amore subito, ma i giorni in cui io e mamma saremo fertili cominciano da domani.... Quindi, direi di fare un fioretto e aspettare domani sera, che sarà il momento ideale con anche la luna piena...”
“Va bene Giulia... condivido la tua idea... Certo mi sorprende che tu dica di fare un fioretto, dato che per altre cose non sei molto “pia”... Comunque, va bene... anche a me questo ambiente mi stimola parecchio e un giorno di adattamento ci vuole, siamo anche un po’ stanche dal viaggio...” concordò Elisa, e poi anche gli altri annuirono.
Così, i quattro decisero di fare una breve passeggiata e poi di andare a cena in un ristorante nelle vicinanze, passando poi la notte tranquilla, senza cadere in tentazione.

L’indomani era una bella giornata estiva. Natalia decise di accompagnare la comitiva a una prima visita di Varsavia. Dato che l’albergo era centralissimo, tutti i luoghi turistici e monumenti più importanti erano raggiungibili a piedi. Così, durante la giornata le due coppie percorsero la “Strada Reale”, il percorso che unisce le residenze reali, percorrendo il tratto dal Castello Reale, che visitarono, fino al Parco Łazienki, per arrivare poi fino al Palazzo della Cultura e della Scienza, grattacielo di 234 metri costruito negli anni cinquanta secondo i canoni del socialismo reale . Dall’alto del 30° piano, il quartetto poté ammirare il panorama su tutta la città, con Natalia che spiegava i monumenti e i luoghi che si vedevano da lassù, facendo cogliere la vastità e il verde della capitale, tagliata in due dal corso sinuoso della Vistola. Anzi, la trans era anche un po’ emozionata, dicendo: “Ecco, miei cari, vi offro la vista di Varsavia... Spero che la città dove sono nata, vista così vi piaccia...”.
Rispose subito Florian: “Oh sì, mamma... la città è bellissima e vedendola dall’alto è ancora più suggestiva... Grazie per aver organizzato questo viaggio, merita veramente...”
Si unirono anche Elisa e Giulia: “Sì Natalia, anche noi ti ringraziamo tanto per averci invitato a venire con voi... Tutto quello che abbiamo visto è magnifico...”
E tutti e tre abbracciarono la trans e si fecero un selfie felici sullo sfondo del panorama su Varsavia.
Al ritorno, passarono per la Città Vecchia, interamente ricostruita dopo le devastazioni della guerra, con la Piazza del Mercato, chiese storiche, stradine e angoli suggestivi.
Rientrati al Bristol, si rilassarono nella spa e nella piscina interna, per poi cenare nel ristorante dell’albergo. Durante la cena, Giulia era tutta elettrizzata, e fece:
“Oggi è stata una giornata stupenda... Abbiamo visto cose bellissime e adesso ceniamo in questo magnifico posto... ma tra poco faremo qualcosa di molto importante che segnerà le nostre vite... Ci pensate?... Tra poco faremo l’amore come si deve per generare i nostri figli... Io non sto più nella pelle... sono già bagnata...”
“Su Giulia, resisti... anch’io non vedo l’ora... ma godiamoci questi momenti serviti e riveriti in un ristorante di questo livello... chissà quando ci ricapita...” le rispose Elisa, a cui si aggiunse Natalia:
“Sì, care mie... facciamo pure con calma... abbiamo tutta la notte per dedicarci l’un l’altra... E comunque anche io e Florian siamo pronte per unirci a voi, le nostre metà...”

Così più tardi il quartetto salì nella suite. Giulia prese subito l’iniziativa:
“Ci mettiamo tutti nello stesso letto, sì?”
“Come vuoi, Giulia... in effetti l’idea di farmi mettere incinta con mia figlia nello stesso letto che fa la stessa cosa, mi stimola molto...” rispose la madre.
Anche Natalia sussurrò qualcosa al figlio:
“Allora Florian, sei pronto per fare il tuo dovere?”
“Ehm... credo di sì mamma, averti vicino mi da forza... Ma penso anche che saranno le ultime volte interamente da ragazzo, per poi iniziare il percorso per diventare una trans come te...”
Natalia lo guardò dolcemente e l’abbracciò, aggiungendo: “Sì, caro... se quello sarà il tuo futuro adesso guardiamo al presente e godiamoci questo attimo irripetibile, con Giulia e Elisa!”
Giulia fu subito nuda, tenendo solo il suo abituale plug anale, e aiutò sua madre a spogliarsi; le accarezzò il corpo e il seno, baciandole le tette, poi aggiunse:
“Mamma, che ne dici se preparo l’ambiente e ti do una leccatina?”
Elisa sorrise e rispose: “Certo, Giulia... come vuoi...”
Così la ragazza affondò la lingua nella vulva materna già calda, facendola subito inumidire maggiormente.
Intanto anche Natalia era nuda con il suo grosso membro già eretto. A quella vista, Florian non resistette e fece:
“Mamma, posso anch’io dedicarmi a te un momento, così te lo preparo?”
“Sì Florian, fai pure... le tue attenzioni mi fanno sempre piacere...”

Dopo quel primo momento tra madri e figli, si ricomposero le coppie che avevano il loro obiettivo ben preciso.
Giulia e Elisa cominciarono con i preliminari classici, prendendo in bocca i cazzi rispettivamente di Florian e Natalia, già ben duri.
“Mmm... Florian, vedo che sei già bello pronto... pensa, tra poco da qui sgorgherà il seme che mi feconderà...”
Lo stesso pensava Elisa alle prese con l’ancor più grosso uccello di Natalia.
Le due donne erano già eccitate e bagnate all’idea, e pronte alla penetrazione, e non volevano perdere tempo. Così poco dopo Giulia esclamò:
“Forza, adesso facciamo l’amore e metteteci incinta!”
Quindi si mise stesa sul letto a gambe larghe con la madre accanto, a cui prese la mano.
Natalia e Florian si scambiarono un cenno d’intesa e quindi la trans diede il segnale:
“Coraggio Florian, adesso tocca a noi fare il nostro dovere!... Diamoci dentro!”
Vedendo che la ragazza aveva ancora il plug in culo, Florian chiese:
“Vuoi che ti tolga il plug?”
“Oh no!...Lascialo pure lì, mi piace e mi stimola mentre tu mi scopi da davanti!”
Così, i grossi membri di madre e figlio entrarono all’unisono in un sol colpo nelle vagine aperte di madre e figlia, facendole trasalire.
“Ecco, mamma!... Li abbiamo dentro!... Lo senti?!” gridò Giulia.
“Sììì... certo che lo sento... l’uccello di Natalia è sublime... Ora scopateci forte!”
Natalia e Florian non se lo fecero ripetere, consci che quella volta non era solo soddisfare una voglia o fare sesso fine a sé stesso, ma generare delle nuove vite.

Entrambi presero subito il ritmo, martellando quelle vagine ancora più calde ed elastiche del solito.
Le due donne incassavano i colpi con disinvoltura; erano abituate a quei cazzi XL ma in questa occasione l’eccitazione, che le faceva colare di piacere, aveva una connotazione particolare, più intima e quasi mistica, come se aspettassero l’Arcangelo Gabriele che le annunciasse la loro prossima maternità.
“Mmm.... sì... sììì... dai, scopateci... abbiamo bisogno del vostro cazzo e del vostro sperma che ci ingravidi.. Forza!” li incitò Giula, mentre Elisa si era ammutolita, solo gemiti di piacere.
Dopo una prima, prolungata fase alla missionaria, cambiarono posizione mettendosi alla pecorina.
In altre occasioni, quella posa era foriera di penetrazione anale automatica, ma Giulia disse:
“Immagino che così vorreste farci il culo... ma abbiamo una missione, concentratevi sulle nostre fighette... per il culo c’è tempo!”
Giulia e Elisa si erano messe vis-à-vis mentre venivano prese da dietro, così madre e figlia presero a baciarsi languidamente, e Giulia sussurrò:
“Mamma, è bellissimo farci scopare così insieme... Ti voglio bene!”
“Sì, anch’io figlia mia... è un momento stupendo... mmm... sto godendo in continuazione!”
Così, i cazzi di madre e figlio continuarono a pompare le due donne a più non posso, facendo colare di piacere le loro vagine.
Poi, per far riposare un attimo Natalia e Florian facendoli stendere sul letto, le due donne si impalarono sui loro cazzi duri, cavalcandoli come amazzoni, chinandosi spesso a baciare i loro montantori.
Giulia in quel momento ebbe un intenso orgasmo, squirtando il suo piacere sul corpo di Florian, ben lieto di aver già fatto godere la sua ragazza, mentre Elisa aveva godimenti più sommessi ma continui.
Dopo oltre 45 minuti di scopata ininterrotta, si avvicinava il momento culminante.
Ancora una volta fu Giulia a dare le indicazioni:
“Florian... Natalia... sarebbe meraviglioso se riusciste a venire insieme.... così godiamo tutti insieme contemporaneamente!”
“Ehm.... sì...in effetti... mi sa che tra poco ci siamo!” bofonchiò Florian all’apice dello sforzo.
A quelle parole del figlio, Natalia si regolò di conseguenza, riuscendo a controllare perfettamente i tempi e i modi della propria venuta e quindi aumentando gradualmente il ritmo per il finale.
E così poco dopo, a seguito di alcuni colpi intensi Florian arrivò al suo orgasmo:
“Mmm.... Oh sì!... Sto venendo...... Ecco!...E’ tutta per te Giulia!” ed eiaculò in una sborrata molto abbondante, più del solito, che riempì completamente la vagina della ragazza.
“Oh sì, Florian... mi hai fatto godere!...Quanta me ne hai data!...Sento che la tua sborra è arrivata fino in fondo... Farà subito effetto...”
Contemporaneamente, anche Natalia dopo gli ultimi colpi di ariete che sfondarono ogni resistenza di Elisa procurandole un ulteriore orgasmo, giunse a compimento, godendo con un rantolo soffocato. Dalla sua mazza ferrata, che pareva pulsare prima di esplodere, eruttò un quantitativo impressionante di lava spermatica, ancor più di quella del figlio. Elisa non si aspettava una venuta così, ma ciò la rese ancora più eccitata.
“Eccoti servita, Elisa cara....” sussurrò Natalia, baciando la sua partner, ma rimanendo inserita in lei con l’uccello ancora ben consistente.
“Mmm... Natalia, è stato stupendo... mi hai fatto godere e mi hai riempito di sperma procreativo...”

Ma Natalia aveva riservato un trattamento speciale per la sua donna, che le avrebbe donato una progenie. Il suo cazzo aveva mantenuto il vigore e la trans riprese subito il movimento scopatorio, dapprima lento e dolce per poi aumentarlo gradualmente.
“Ma cosa fai Natalia?... Sei appena venuta e già continui?” chiese stupita Elisa.
“Sì cara...continuo... per te, due senza levare!” rispose decisa la trans, che era assai eccitata e decisa a continuare in quel modo.
Anche Giulia guardò meravigliata la scena e mentre lei e Florian si stavano riprendendo dal reciproco godimento, disse:
“Florian!... Hai visto tua mamma?!... Sta continuando a scopare la mia, senza neanche estrarlo!...Oh, è stupendo vederla così....Riesci a farlo anche tu un secondo shot così?”
“Beh, mia mamma è portentosa... anche quando mi scopa viene due volte di seguito... Dammi qualche attimo che riprendiamo...”
Il potente movimento a stantuffo del cilindro di carne di Natalia aveva come effetto quello di spingere fuori lo sperma che era rimasto all’interno. Giulia se ne accorse e subito accorse a leccare quei rivoli di sborra che trafilavano dall’antro materno ancora occupato. Prima vi passò il dito, raccogliendone un po’ portandosela in bocca, poi si avvicinò il più possibile con la lingua per leccare quello che il cazzo di Natalia spingeva fuori.
Per favorire l’operazione, la trans pensò bene di estrarre per un attimo il suo attrezzo che Giulia non perse occasione di prendere in bocca, gustandone il sapore così impregnato di sperma e di umori materni. Quindi, la ragazza, si mise a 69 sulla madre per offrirle al sua volta la fighetta, colante dello sperma di Florian, dicendo:
“Mamma, me la lecchi un po’ anche tu?”
Quella scenetta eccitò subito Florian che quindi tornò pronto all’azione e reinserì di prepotenza il cazzo nella figa sborrata di Giulia.
Così, madre e figlio ripresero a scopare madre e figlia, con una successione di posizioni come in precedenza. Le due donne ebbero altri orgasmi, dato il martellamento continuo a cui erano sottoposte. Ormai non si ponevano limiti ad essere scopate senza soluzione di continuità, pregustando di farsi ancora inondare dallo sperma che presto sarebbe fuoriuscito da quei cazzi che ora avevano dentro di sé.
La monta durò ben oltre mezz’ora e anche per questo secondo shot, Natalia e Florian riuscirono a combinare il momento culminante del proprio piacere con quello delle loro due donne.
La natura intima di Elisa e Giulia fu così invasa da un’altra colata di sperma che si aggiunse a quella che era rimasta dalla precedente venuta.
Giulia, dopo aver così goduto, era tutta contenta ed espresse il suo pensiero:
“Mamma!... Pensa, in questo momento milioni di spermatozoi stanno risalendo l’utero per andare a cercare i nostri ovuli e fecondarci... Di questi milioni, uno ce la farà e noi saremo incinte!... La natura è meravigliosa!”
Natalia e Florian si misero vicini alle loro donne, abbracciandole e baciandole amorevolmente, facendosi le coccole. Tutti e quattro erano un po’ stanchi dopo oltre un’ora e mezza di scopata continua, senza soste e a senso unico, rimandando le abituali varianti e gli altri giochi erotici a un altro momento.
Così, poco dopo si addormentarono tutti insieme, stretti l’un l’altra, nel lettone della camera di Natalia ed Elisa, pensando nel subconscio che in quel preciso momento la natura stava davvero facendo il suo corso e che presto sarebbero maturati i frutti della semina.

Il giorno dopo, i quattro continuarono la visita di Varsavia, guidati da Natalia e la sera le due coppie ripeterono l’esperienza dell’amplesso a scopo procreativo, tutti insieme nello stesso letto.
Giulia era tutta contenta e disse a Elisa: “Mamma, sento che con tutto lo sperma che Natalia e Florian ci hanno donato, abbiamo già raggiunto l’obiettivo...”
“Forse sì, cara... aspettiamo che siano maturi i tempi necessari per fare un test di gravidanza...”
Concluse le visite della capitale, Natalia prese un’auto a noleggio per guidare i suoi cari alla scoperta degli altri luoghi e città più interessanti del suo paese d’origine.
La prima tappa fu Żelazowa Wola, una piccola località, situata 53 km ad ovest di Varsavia, dove era nato Fredyryk Chopin, celebre compositore e pianista polacco. Ma oltre alla visita della casa-museo di Chopin e relativo parco, il motivo della sosta era un altro, molto più personale.

Nel piccolo cimitero del villaggio, era sepolta nella nuda terra Kasandra, fidanzatina dell’epoca di Natalia, quando ella era ancora un ragazzo di nome Natan, e madre biologica di Florian, purtroppo perita in un incidente d’auto quando il bambino aveva solo tre anni (come raccontato nella prima storia della serie “Storia di Natalia, madre-trans”, N.d.A.).
Quando dopo la visita alla casa di Chopin, l’auto si fermò davanti a quel cimitero di campagna, Florian chiese: “Mamma, perché ci siamo fermati qui?”
Natalia, lo guardò negli occhi, gli prese le mani e gli disse, con un filo di emozione:
“Florian caro, qui riposa una persona a cui dobbiamo rendere omaggio e un doveroso saluto...”
Una volta entrati, Elisa e Giulia rimasero due passi indietro; avevano capito di chi trattasse e non volevano essere di troppo in quel momento di ritrovo in famiglia.
Arrivati sul posto, solo una lapide nella nuda terra con il nome, le date e una foto di lei, giovane ragazza, che sorrideva e non guardava.
“Ecco Florian, qui riposa Kasandra la mia compagna dell’epoca e tua madre biologica...”
Il ragazzo rimase in silenzio, forse se lo immaginava quel momento o forse non ci aveva pensato; però sentiva salire un sentimento interno che non aveva mai provato, infine disse:
“Oh, così lei è Kasandra, la mia mamma naturale, come tu poi lo sei sempre stata nella vita... Era davvero bellissima... sento un’emozione particolare...”
“Sì Florian... era davvero bellissima... e tu le assomigli molto... anzi penso che lo sarai ancor di più quando avrai completato il tuo percorso di transizione... Ed essere con te qui da lei a rendere omaggio alla sua memoria, fa commuovere anche me...”
A Natalia nel dire queste parole con un groppo in gola, gli scese anche qualche lacrimuccia e abbracciò ancor più strettamente suo figlio.
Poi dissero qualche preghiera, essendo lei religiosa, e pulirono la tomba mettendo qualche fiore.
Dopo qualche altro minuto di raccoglimento, Florian disse:
“Mamma, quando sarò una trans vorrò farmi chiamare con un nome femminile... come il suo, magari italianizzato in Cassandra!”
“Oh sì, che bella idea caro... E’ un bel modo per rendere omaggio alla sua memoria, portando il suo nome...”
Anche Elisa e Giulia si unirono nella preghiera finale e abbracciarono Natalia e Florian, dicendo:
“Eh, in questa situazione e in questo luogo ci siamo emozionate anche noi...”

Dopo quel toccante momento di raccoglimento, il gruppetto riprese l’auto per proseguire il viaggio, direzione Cracovia. Scesero all’Hotel Copernicus 5 stelle, dal nome del famoso astronomo polacco, sito in uno storico edificio rinascimentale. Quel pomeriggio e il giorno successivo, Natalia guidò gli altri nella visita di questa antica città, a partire dal centro storico riconosciuto dall’Unesco tra i maggiori complessi architettonici.
La sera, Giulia insistette per continuare a fare l’amore tutti insieme, dicendo:
“Eh, i giorni fertili utili sono pochi... bisogna sfruttarli come si deve...”
Natalia e Florian non fecero mancare l’apporto del loro prezioso seme alle loro compagne. Non che dispiacesse a nessuno fare l’amore in modo classico e monogamo, ma a lungo andare chi più chi meno desideravano anche riprendere a fare sesso in forma più fantasiosa come erano abituati e come peraltro piaceva a tutti. Fu la stessa Giulia, dopo l’ennesimo accoppiamento secondo i canoni, a dire agli altri:
“Tranquilli cari miei... credo che io e mamma in questi giorni abbiamo fatto il pieno di sperma che spero faccia subito il suo effetto... Così prima che finisca la vacanza possiamo riprendere le nostre abitudini... a tutto sesso.... anche in famiglia e nel lato-B che poverino ho trascurato e ora ha una certa voglia...”
Con questa prospettiva continuarono il viaggio, passando a Czestochowa, dove visitarono il santuario di Jasna Gora in cui si trova la celebra icona della Madonna Nera, che la tradizione vuole che sia stata dipinta da San Luca che essendo contemporaneo della Madonna ne avrebbe rappresentato il vero volto, venerata da secoli e meta di pellegrinaggi di fedeli da tutto il mondo. Qui, la suggestione e la misticità del luogo, toccò anche Giulia, che non era propriamente una fervente cattolica, ma accese un cero e disse una preghiera, chiedendo di intercedere per avere il dono della maternità, in particolare un maschietto per lei e una femminuccia per Elisa.
Lo disse agli altri, che si unirono a lei nella preghiera propiziatoria.

Quindi, il viaggio proseguì per la toccante visita ai campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz e Birkenau, che lasciò scioccati i giovani Florian e Giulia che ne avevano sentito parlare a scuola ma senza mai approfondire. Qui Natalia fece una rivelazione a suo figlio:
“Sai Florian, qui è stato internato mio nonno Stanislaw, il tuo bisnonno, perseguitato, come gli ebrei ed altre minoranze, perché accusato di essere omosessuale... In effetti aveva tendenze particolari e si truccava da donna, era una sorta di travestito ante-litteram... Forse io e te abbiamo preso un po’ da lui...è riuscito a sopravvivere e dopo la guerra è tornato a casa, ma l’orrore che ha vissuto l’ha segnato profondamente per il resto della sua vita...”
“Oh mamma... non lo sapevo... sono molto colpito... Questo è davvero un luogo della memoria di quanto avvenuto a cui rendere omaggio, che forse noi giovani non riusciamo a renderci conto...”

Dopo quella emozionante visita in quei luoghi tristi che pure fanno parte della storia, le due coppie cercarono di ritrovare uno spirito un po’ più allegro e ripresero la direzione nord passando per Torun, città medievale tra le più antiche della Polonia, fino a raggiungere Danzica e le coste del Mar Baltico, per poi rientrare al termine a Varsavia per gli ultimi due giorni di vacanza.


16 – CONTINUA


Ultimo episodio di prossima pubblicazione
CAP. 17: L’ultima notte di sesso anale – Il finale


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