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Storia di Natalia, madre-trans – Capitolo 11: Interludio gay e lesbo per Florian e Giulia


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
14.02.2023    |    4.282    |    1 9.6
"Dopo qualche minuto, Tom fece: “Vediamo un po’ se il tuo culetto è accogliente come la tua boccuccia..."
A Florian e Giulia, oltre che scopare tra loro da bravi fidanzatini ed a vivere serenamente la relazione incestuosa in famiglia con le rispettive madri (e fratello per la ragazza), alle volte si presentavano delle strane occasioni per fare sesso in altre situazioni, come nell’ambito delle rispettive attività sportive.

Infatti Florian si dedicava al nuoto e frequentava quasi quotidianamente la piscina per gli allenamenti con i compagni della squadra sportiva. Per quei ragazzi tutti coetanei era normale vedersi nudi negli spogliatoi e sotto la doccia e alle volte qualcuno indugiava sulla nudità degli altri. Anche lo stesso Florian ebbe i primi turbamenti nel vedere quegli organi maschili in libertà e proprio con un compagno di allenamenti ebbe la prima esperienza di sesso orale maschile (come citato nel primo episodio della serie “Storia di Natalia, madre-trans”, N.d.A.).
Un giorno, in piscina con loro della squadra-nuoto si erano allenati anche i componenti della squadra di pallanuoto, che erano ragazzi di qualche anno più grandi.
Dopo l’allenamento, nello spogliatoio erano rimasti alcuni di loro. Mentre Florian stava finendo la doccia, due dei pallanuotisti lo chiamarono. Erano due ragazzi sui 25 anni, che si chiamavano Tommaso e Gerardo ma erano soprannominati Tom e Jerry, e piuttosto noti come sbruffoni e prepotenti, oltre che bisessuali.
“Ehi Florian, puoi venire qui un momento ?”
Lui si stava asciugando con addosso solo un asciugamano alla cintola e rimase sorpreso, con loro non aveva mai contatti, li conosceva solo di vista.
“Volete a me?”
“Sì, proprio a te... Dai, vieni qui, vogliamo solo chiederti una cosa...”
“Va bene... eccomi, che c’è?”
I due lo guardarono come se fosse una vittima predestinata e, con un sorrisetto beffardo, gli chiesero:
“Sai Florian, è vero quel che si dice di te?... Che succhi l’uccello meglio di una donna?”
“Ma...ma... cosa dite?.... Non so chi vi abbia detto una cosa del genere... io ho la mia ragazza e... non ho altro da dirvi...” Fece per tornare al suo armadietto ma i due lo bloccarono.
“Su dai... non ci dirai che non ti piacciono anche i bei cazzi maschili... come questi!”
Così dicendo si tolsero l’accappatoio che avevano addosso, mostrando i loro membri eretti e già scappellati. Prima che Florian potesse dire altro l’uno lo prese da dietro, facendogli abbassare la testa e l’altro gli puntò l’uccello in bocca. Il malcapitato, dopo aver cercato invano di divincolarsi, non poté che aprire le labbra sotto quella spinta e ritrovarsi quel cilindro di carne in bocca
Era un cazzo di ragguardevoli dimensioni, nodoso, non depilato e con sapore di urina, con una grossa cappella che inevitabilmente Florian cominciò a leccare e poi a spompinare.
“Ecco... bravo.... vedi che ti piace?!.... Adesso ne prenderai due insieme!” disse l’altro ponendogli anche il proprio arnese in bocca e spingendogli la testa su di esso. A quel punto Florian non capì più niente; anche se inizialmente non voleva, adesso ritrovarsi con quei due cazzi lo stava eccitando e i due se ne accorsero.
“Mmm... succhi bene, caro mio... dove hai imparato?... Ne hai presi di cazzi, eh... non negarlo!” disse Tom.
Il ragazzo annuì senza volerlo e continuò a spompinare quei due prepotenti falli.

Dopo qualche minuto, Tom fece:
“Vediamo un po’ se il tuo culetto è accogliente come la tua boccuccia... Sai, le tue chiappe sono piuttosto chiacchierate ...” e gli tolse l’asciugamano che aveva intorno alla vita, da cui spuntò l’uccello in erezione.
“Da come ti sei eccitato, vuole dire che ti piace proprio prendere i cazzi, eh!”
Quindi, gli infilò un dito in culo che entrò senza difficoltà, e aggiunse:
“Ehi!... Il tuo culo ha davvero già avuto visite!... Adesso avrà anche la mia!”
Così fece mettere il povero Florian chinato e appoggiato su una panca, si passò del gel lubrificante sul glande e la appoggiò sul pertugio del ragazzo e spinse senza troppo riguardo.
Poco dopo quella grossa cappella entrò in quel culetto maschile a cui seguì tutta l’asta, così Florian si ritrovò con quel cazzo in culo che prese subito a scoparlo con forza mentre aveva sempre l’uccello del compare in bocca. Ormai succube degli altri due, ma inevitabilmente eccitato da quegli organi maschili che stavano approfittando di lui, il ragazzo emetteva dei lamenti soffocati che ben presto divennero sospiri di piacere. Con una mano si stava menando l’uccello duro, lasciando fare agli altri due i loro comodi.

Due altri compagni della squadra di nuoto, attirati da quel trambusto si affacciarono su quel lato dello spogliatoio, vedendo la scena, ma senza pensare di intervenire.
“Ehi, ma che succede?” chiese uno di loro all’altro.
“Stanno facendo la festa a Florian.... Meglio andarcene, quei due sono dei prepotenti e anche violenti...”
“Sì, hai ragione... è meglio che ce ne andiamo... Poi a Florian pare non gli dispiaccia affatto quello che gli stanno facendo...” rispose vigliaccamente l’altro, lasciando il povero Florian al suo destino.
Intanto Tom stava continuando a sodomizzare Florian prendendolo per i fianchi ed affondando il cazzo in quel culetto di burro, che si era presto adattato a ricevere quel cilindro di carne dura.
Poi, estrasse il membro per ammirare l’opera compiuta e disse:
“Ehi!... Guarda che bel buco aperto ti ho fatto!... Forza Jerry, adesso tocca a te incularlo!”
I due cambiarono rapidamente posizione e mentre il compare infilò in un colpo quel culo violato,
Tom rimise l’uccello in bocca alla loro vittima dicendo:
“Adesso mi succhi ancora un po’ il cazzo al sapore del tuo stesso culo!”
Oramai Florian, scopato a ripetizione in bocca e in culo, non capiva più niente, ma sentiva un piacere crescente, anche se non voluto, ad essere posseduto da quei cazzi.

Tom e Jerry si alternavano nel scopare il ragazzo, uno in bocca e l’altro in culo. Andarono avanti per parecchi minuti, finché si avvicinò il momento del loro godimento. Jerry disse, anzi ordinò alla loro vittima:
“Adesso prenderai tutta la nostra sborra, da brava checca...Io ti riempirò la bocca e Tom il culo!... Sei contento, maialino?... Dai, fammi venire che sto per godere!”
Così dicendo mentre Florian gli succhiava la cappella, lui si menava l’asta, fino a che sentì lo sperma risalire il condotto interno del pene ed esplodere in una intensa sborrata in bocca e in faccia a Florian che si ritrovò ad essere una maschera di sperma, con Jerry che lo incitava:
“Ti piace eh, la sborra?!.... Ora ingoiala tutta e ripuliscimi il cazzo, da brava troia!”
Il ragazzo obbedì senza obiezioni, del resto il sapore di quello sperma non era affatto male ed era sempre in uno stato di eccitazione per quello che i due gli stavano facendo.
Intanto, da dietro Tom aumentò i colpi martoriando quel povero culo dilaniato da quel trattamento, finché anche lui arrivò a compimento e con un grugnito arrivò al godimento:
“Ggghhh... Oh sììì!....Ecco!... Ti riempio di sborraaa!” scaricando a sua volta una cospicua quantità di sperma in quella voragine anale. Quindi, dopo qualche attimo per riprendersi, estrasse il suo uccello grondante da quel caldo sborratoio, dal quale fuoriuscì una colata di sperma.

“Ehi, Florian... ti abbiamo riempito proprio bene!... Guarda quanta sborra ti esce dal culo e dalla bocca!... Ci hai proprio soddisfatto!... Adesso ce ne andiamo, ma quando avremo ancora voglia del tuo culo, ti chiameremo!... Ah, ah, ah!”
Così, Tom e Jerry si rivestirono velocemente e se ne andarono sghignazzando, lasciando il povero ragazzo senza forze sulla panca con il culo colante ma con l’uccello ancora duro.
Non aveva la forza di fare nulla, con la mente confusa da quello che era successo. Una volta usciti i due, si rivestì anche lui, senza neanche lavarsi; non voleva restare un minuto di più in quel posto.

Così, rientrò subito a casa. Era taciturno e con lo sguardo assente. Appena Natalia lo vide, si accorse subito che c’era in lui qualcosa che non andava e, preoccupata da buona madre, gli chiese.
“Florian!... Mi sembri sconvolto!... Cosa è successo?”
“Oh, niente di che... sono stato in piscina...” rispose lui evasivamente.
“Ma qualcosa è successo!... Non ti ho mai visto così!”
“E’ che... ho incontrato due ragazzi della pallanuoto, più grandi...”
“Due ragazzi... e allora?” lo incalzò Natalia.
A quel punto, il ragazzo crollò. Si sedette sul divano vicino alla madre, l’abbracciò e quasi piangente, disse:
“Mamma!... Quei due hanno approfittato di me!... Hanno voluto che facessi sesso con loro!... Sesso completo!”
Natalia si agitò a sua volta, preoccupata: “Ti hanno fatto del male?... Ti hanno violentato?”
“Ecco... ehm... all’inizio non volevo... poi...”
“Su, raccontami con calma... ci sono qua io ora a proteggerti...”
Florian, rincuorato dal tono materno, cominciò a raccontarle quanto successo, prima in modo generico poi più in dettaglio, finché Natalia capì che il suo bambino era stato scopato a fondo suo malgrado.
“Oh, povero caro!... Che brutta storia... Ci sono gli estremi per denunciare quei due... Ma adesso è tutto finito... stai tranquillo, adesso sei con me....” continuò a stringere suo figlio ed accarezzarlo amorevolmente, poi aggiunse:
“Sì, mamma...sono ancora un po’ scosso, ma adesso sto meglio... Però, pensandoci, anche se all’inizio non volevo e quei due sono proprio dei brutti ceffi prepotenti, poi mentre facevo sesso con loro... ecco, non so come dirlo... ma mi è venuta una strana sensazione di un certo piacere... e se fosse stato in altre circostanze lo avrei fatto quasi volentieri con due uomini... anzi, anche senza il “quasi”... “
“Florian... sei ancora un po’ agitato... è meglio che ci ripensi a mente fredda...”
“Mah... adesso mi viene da pensare che forse il mio destino è prendere... cazzi!.... Mentre mi scopavano, avevo l’uccello duro... e sono rimasto eccitato anche adesso!... Senti qui!” e prese la mano della madre mettendola sul pube dove sotto i pantaloni aveva effettivamente il pene in erezione, e lei non si sottrasse ad accarezzarlo lì.
“Eh, sì... lo sento... Una volta passata questa brutta avventura, se poi ti sentirai portato a fare liberamente sesso con uno o più uomini non c’è niente di male... e men che meno se ti piace fare sesso anale... come del resto piace a me...”
A quelle parole, Natalia abbracciò ancor più strettamente il figlio, sempre tastandogli il pacco, e lo baciò amorevolmente prima sulla guancia e poi in bocca. A quel punto Florian ruppe gli indugi e disse:
“Mamma... come ti ho detto e come senti sono eccitato... vorrei tanto fare l’amore con la dolcezza che solo tu mi sai dare...”
“Florian, amore di mamma... io ci sono sempre... per qualsiasi cosa... e se te la senti di dar sfogo alla tua eccitazione, io per farti stare meglio farei di tutto con te e per te!”

Così Natalia iniziò a sbottonare ed abbassare i jeans del figlio; l’uccello duro già fuoriusciva dagli slip. Sorrise amorevolmente, quindi si chinò verso il membro, prima accarezzandolo e poi, finalmente, prendendolo in bocca.
Le piaceva tanto succhiare quel giovane virgulto, che sentiva pulsare tra le sue labbra. Lo leccava e lo spompinava con delicata premura ma con un coinvolgimento totale per quelle sensazioni che solo una madre, seppur trans, può provare nel dedicarsi in tal modo al proprio figlio.
Natalia alternava leccate, colpetti con la lingua e risucchi profondi, gustandosi il sapore che emanava il cazzo del figlio, il quale era già in estasi:
“Oh, mamma!... Come sei dolce e premurosa... E’ stupendo!... Solo tu me lo fai in questo modo... neanche Giulia...mmm....”
Mentre lo spompinava, con una mano Natalia accarezzava il corpo del suo ragazzo, steso sotto di lei, massaggiandogli anche le palle, cariche di sperma, e fino ad arrivare al buchino, che subito si accorse essere ancora bagnato e piuttosto aperto. Intenzionata a scoprire di più, dopo il trattamento che Florian le aveva raccontato di aver subito, Natalia distaccò la lingua dalla cappella, scendendo lentamente lungo tutta l’asta, fino allo scroto e al perineo, fino ad arrivare all’orifizio anale, che appariva piuttosto arrossato e dilatato, e disse:
“Oh, povero caro!... Guarda come ti hanno ridotto il culetto quei bruti!. Adesso ci pensa la mamma...”
Riprese a leccale delicatamente i bordi dello sfintere, per poi inserire la lingua all’interno, percependo subito lo sperma che vi era ancora depositato. Intenzionata a far sparire ogni traccia di quanto subito da suo figlio, Natalia continuò a leccare per ripulire ogni residuo di sperma, il cui sapore peraltro non le dispiaceva affatto.
Quel delicato trattamento di profondo rimming anale, aumentò ancor più l’eccitazione di Florian che, con il cazzo al massimo dell’erezione, ora voleva darne sfogo. Natalia se ne accorse e disse:
“Ecco!... Ora che ti ho ripulito il culetto da ogni traccia, se vuoi io sono pronta ad accoglierti....”

Così dicendo, si spogliò velocemente e distese a fianco a lui, alzando le gambe e mostrando la sua figa anale pronta ad offrirla al figlio. Si spalmò velocemente del gel lubrificante che aveva preso al volo, e disse in tono lascivo:
“Eccomi Florian!... Sono tutta per te!.... Forza, fallo sentire nel culo alla mamma!”
A quelle parole e con quel culo messo a sua disposizione, il ragazzo non poté resistere. Si mise alla missionaria sopra la madre, appoggiò la cappella gonfia sull’orifizio anale e spinse con decisione. Il suo cazzo entrò in un sol colpo nell’ano materno, procurando a Natalia un sospiro di piacere:
“Oh, sììì.... Che bello sentirti dentro di me... Dai, scopami!”
Florian prese subito a fottere la madre con foga, affondando i colpi come se non ci fosse un domani.
“Sì mamma, voglio scopare il tuo meraviglioso culo!... Sono eccitatissimo!”
Natalia lasciava tranquillamente fare, più i cazzi in culo erano grossi (e quello di Florian era quasi come il suo) e più forti erano i colpi e più le piaceva. Anche lei aveva il cazzo duro, che si menava lentamente con la mano, mentre Florian la inculava. Ma sapeva che con quella veemenza e con la tensione e l’eccitazione che suo figlio aveva accumulato, lui non sarebbe durato tanto.
Il ragazzo continuava a incularla con forza, e mentre sodomizzava la madre gli piaceva vederne l’espressione di piacere sul viso e il seno che si muoveva al ritmo della scopata. Allungò una mano per stringerle le tette e i capezzoli duri, dicendo:
“Oh mamma....che belle tette che hai... Qualche volta mi chiedo come sarebbe avere un seno così così... forse piacerebbe anche a me....”
Nel sentire quella frase, Natalia ebbe la sensazione che suo figlio cominciava ad avere delle inquietudini interiori che forse lo avrebbero portato ad un percorso di transizione, come era successo a lei stessa.

Ma quel momento non era quello giusto per riflessioni di quel tipo; intanto voleva che il suo ragazzo continuasse a dar sfogo alla sua eccitazione fino al godimento, unendo il più possibile i loro corpi.
Così, Natalia cambiò posizione stendendosi a pancia in giù sul letto, con le gambe leggermente divaricate e sussurrò:
“Florian, ora stenditi anche tu sopra di me e rinfilamelo nel culo!”
Il ragazzo rimase un po’ sorpreso da quella posa inedita, ma alla vista di quel flessuoso corpo sdraiato ne fu irresistibilmente attratto; si distese anche lui sopra Natalia ed avvicinò il suo uccello duro al bersaglio, scostando i glutei con le dita alla ricerca dell’entrata del nido dove farlo rientrare. In un attimo, ritornò ad occupare l’ano materno, muovendo gradualmente il bacino per continuare a scoparla.
“Mmm...mamma, che bello scoparti così, appoggiato sul tuo bellissimo culo... è così morbido!”
“Sì, amore della mamma... è stupendo anche per me, sentirti dentro di me e sopra di me.... fino ad essere una carne sola... madre e figlio, uniti per sempre!”

Continuarono così dolcemente, l’uno sopra l’altra, per diversi minuti, finché Florian, sentendo che stava per arrivare a compimento, affondò alcuni colpi ancora più potenti, gridando il suo godimento:
“Eccooo.... sììì... sto venendo!... Sì, mamma.... ti sborro nel culooo!”
Il suo cazzo esplose in una intensa sborrata, con 4-5 fiotti che riempirono il culo materno.
“Sì, amore caro... la sento la tua sborra calda... mmm, quanta ne avevi!....”
Florian restò fermo ed esanime sul corpo della madre, abbracciandola ed andando a cercare le sue labbra per baciarla. Poi Natalia si girò per abbracciare a sua volta il figlio e stringerlo ancora a sé.
Rimasero così qualche minuto, stretti stretti, finché Florian sentì sotto di sé il grosso membro materno che rimaneva duro Si spostò, lo prese in mano e disse:
“Mamma, ora sei tu a rimanere eccitata... Adesso tocca a me soddisfarti...”
E così il ragazzo iniziò a leccare l’uccello della madre, ricambiando le amorevoli attenzioni orali di poco prima. Il cazzo di Natalia era veramente grosso e Florian aveva difficoltà a prenderlo tutto in bocca, ma alla fine ci riuscì, continuando a leccarlo succhiarlo per parecchio, finché dopo qualche minuto disse:
“Mamma, ora mi vuoi scopare tu?... Voglio sentirlo tutto dentro questo bellissimo uccello femminile...”
“Sei sicuro Florian?... Il tuo culetto ha già ricevuto visite oggi e non vorrei che si irritasse troppo, date le mie misure...”
“Oh mamma, ti prego... inculami!.... Se con altri faccio sesso, con te faccio l’amore... sei sempre così dolce e delicata... Lo voglio! “
Così dicendo si mise a pecorina, mostrando il suo orifizio pronto per essere nuovamente violato.
Natalia, che voleva sempre accontentare il suo ragazzo ma senza procurargli dolore, lubrificò abbondantemente la parte e il suo membro. Quindi saggiò l’apertura con due dita, che scivolarono subito dentro senza difficoltà; suo figlio era pronto ad accoglierla.
Si mise dietro di lui, appoggiando la cappella sul bordo dello sfintere; pareva che non potesse entrarci tanto era grossa, ma da abile inculatrice sapeva come entrare in ogni culo senza provocare dolori. Così, con delicatezza e la giusta pressione, poco dopo era entrata.
“Ecco Florian!... Sono dentro di te!... Tutto bene?... Vuoi che continui?”
“Sì mamma... è stupendo sentire il tuo cazzo dentro di me... Ora scopami... aprimi il culo ancora di più!”
Avuto così il via libera e superata ogni remora, Natalia prese a sodomizzare il figlio con il suo ritmo martellante. Sentiva che Florian gemeva di piacere e si menava l’uccello tornato subito duro.
Il suo culo era caldo e accogliente, adeguatamente lubrificato così che il membro scorreva agevolmente avanti e indietro. Ogni tanto lo estraeva per verificare che non ci fosse nessuna abrasione, per poi reinserirlo a forza e darci ancora più intensamente.
“Sììì.... sììì.... sììì... mamma, inculami.... inculami...” la incitava Florian.
Dopo parecchi minuti e cambiato varie posizione, finalmente Natalia sentì che si stava avvicinando il culmine ed avvertì il figlio.
“Florian... sto per venire.... vuoi che ti venga dentro?”
“Sì, mamma.... voglio la tua sborra.... dai, vienimi nel culo!”
Natalia non se lo fece ripetere; oramai dal loro primo amplesso incestuoso ogni volta madre e figlio
si facevano riempire reciprocamente il culo di sperma.
Così, dopo altre potenti bordate, il cazzone di Natalia eruttò una colata lavica di sperma che riempì l’ampolla rettale del figlio. Quando poco dopo estrasse il cazzo, quel liquido caldo e denso cominciò a tracimare. Florian si tastò il culo con una mano, ne raccolse un po’ con il dito leccandola soddisfatto e dicendo:
“Mmmm.... che buona la tua sborra, mamma... è così dolce.....Me ne passeresti ancora in bocca?”
“Ma certo tesoro!”
Così, da buona madre, Natalia prese a leccare il culo sborrato del figlio, raccogliendo quanto più sperma possibile e quindi lo passò bocca a bocca a Florian, finendo con un intreccio di lingua bagnate al sapore di sborra, per poi assopirsi abbracciati.


Anche Giulia, da ragazza intraprendente e sempre aperta a nuove esperienze, coglieva ogni occasione che le si presentasse per fare sesso.
Lei giocava in una squadra di pallavolo che disputava un campionato under-21. Come non di rado accade negli sport di squadra femminili, le compagne di gioco di Giulia erano tutte lesbiche o bisessuali; alcune erano fidanzate tra loro ed anche lei aveva occasionalmente fatto sesso con qualcuna di loro. Quinti, tutte avevano un rapporto molto stretto, una sorta di “sorellanza”.
In particolare, l’allenatrice, che si chiamava Simona, era una ragazza più grande di loro, sui 28 anni, alta, palestrata, un po’ mascolina, e 100% lesbica, per questo soprannominata “Simona La Leccona” che finora formava una coppia inseparabile con la capitana, una ragazza secca e rifinita come il suo nome, Alice.
Un giorno, dopo l’allenamento, l’allenatrice riunì la squadra e disse con tono un po’ sconsolato:
“Ragazze, devo fare un annuncio: come avete visto oggi non c’era la vostra capitana Alice... Ecco, non fa più parte della nostra squadra.... Lei vi ha tradito passando alla squadra avversaria...e diventando l’amichetta della team manager... così... ehm... ha tradito anche me... Ce ne faremo una ragione e continueremo a giocare dando il massimo....”
Le ragazze rimasero piuttosto sorprese e anche dispiaciute, commentando quella notizia. Ma Simona continuò il discorso, dicendo:
“Ora per proseguire il campionato, dobbiamo nominare una nuova capitana... E io vi propongo... Giulia, esperta giocatrice e benvoluta da tutte noi!... Che ne dite?!” concludendo con un sorriso e uno sguardo invitante rivolto all’interessata.
Giulia, che aveva appena finito la doccia ed era rimasta nuda con solo un asciugamano sulle spalle nel mentre metteva a posto le sue cose, finora aveva ascoltato distrattamente ma alle parole di investitura dell’allenatrice fu colta alla sprovvista, sentendosi gli occhi di tutte addosso che la acclamavano:
“Sììì!... Brava Giulia, sei tutte noi!... Viva Giulia capitana!” dissero le compagne in un coro unanime, applaudendo.
Lei, rimanendo nuda senza alcun imbarazzo, dopo la sorpresa iniziale, prese carico della situazione e disse:
“Ehm... Grazie a tutte della vostra considerazione... non me l’aspettavano che mi avreste dato la fascia di capitana... ne sono orgogliosa e farò del mio meglio per meritarla.... Grazie ancora e viva la nostra squadra!”
Un altro lungo applauso, sancì la nomina. Ma subito dopo le si avvicinò Simona, dicendo ad alta voce:
“Giulia ora che sei diventata la capitana della squadra... sai che nella nostra squadra, anzi nella nostra sorellanza per tradizione c’è una cerimonia di iniziazione al ruolo da espletare....”
Giulia aveva partecipato tempo prima a tale cerimonia in occasione della precedente nomina di Alice, lì per lì non ci aveva pensato, ma ora che Simona aveva richiamato il cerimoniale si ritrovò subito stimolata all’idea. Infatti, Simona le ricordò quanto previsto:
“Cara Giulia, nella nostra sorellanza di squadra è tradizione che le compagne dimostrino deferenza e rendano omaggio alla nuova capitana... leccandole... la fighetta!... Sei pronta?!”
A Giulia brillarono gli occhi e sentì subito un fremito all’inguine, e rispose con entusiasmo:
“Oh sì, certo!... Con molto piacere!”
“Bene!... Mettiti pure in posizione... “ disse indicando una panca imbottita, e aggiunse alle altre:
“E voi ragazze... rendetele onore come si deve!”

Giulia si distese sulla panca a gambe larghe, appoggiandosi al muro.
Le ragazze erano ugualmente eccitate ed impazienti di dare il loro apporto, e si misero in fila.
Così una dopo l’altra si dedicarono alla dolce fighetta di Giulia; ognuna aveva il suo modo di leccarla e qualcuna già l’aveva conosciuta a fondo, attardandosi per gustarne a fondo il sapore. Tra slinguate profonde, risucchi al clitoride, ditini infilati, la figa di Giulia divenne ben presto un lago di umori e lei era sempre più eccitata. A quel punto non le bastava più farsi leccare, ma voleva anche lei assaggiare il sesso delle sue compagne; così disse:
“Ehi, ragazze!... Vi ringrazio per le attenzioni che dedicate alla mia micina che è tutta bagnata....
Ma anch’io vorrei dedicarmi alle vostre!... Posso?”
Un urlo di gioia accolse quelle parole. Le più lesbiche della squadra passarono subito all’azione, posizionandosi a cavalcioni sulla panca, offrendo il proprio sesso in bocca a Giulia, mentre le altre continuavano a leccarla a ripetizione; anzi, alcune avevano fatto anche più turni di leccatura, provocandole più di una godutina.
Così anche Giulia poteva gustare tutte quelle dolci fighette, una più succosa dell’altra.
Dopo aver assaggiato a fondo tutte le vulve delle compagna di squadra, con ancora in bocca il buon sapore che le avevano lasciato, le si avvicinò a lei Simona. Si spogliò rapidamente, mostrando il corpo snello, tonico, tatuato e inanellato; le sorrise, l’abbracciò e le sussurrò:
“E ora, Giulia, ti dedicheresti un po’ anche alla mia passerina, come io vorrei assaggiare la tua?”
La ragazza non fece in tempo a rispondere che si ritrovò in bocca la lingua dell’allenatrice. La accolse volentieri, attorcigliandoci la propria e scambiando una serie di baci reciproci; quindi riuscì a dire:
“Mmm....come baci bene, Simona... Certo che mi dedico a te... con molto piacere!”

Così allenatrice e neo-capitana iniziarono un vorticoso duo-lesbo; prima Giulia affondò la lingua nella fregna da lesbica di Simona, completamente depilata e ornata da due piercing per parte sulle labbra ed un altro ancora più grande sul clitoride. La lingua di Giulia era un frullino inarrestabile; ben presto Simona si accorse della sua abilità, e chiese:
“Oh, Giulia!... Come lecchi bene!....Sei un’esperta in questi giochi saffici, eh...”.
Giulia annuì, per poi inserire due dita nella figa colante di Simona, mentre con la lingua era scesa prima sul perineo e quindi direttamente sul buchino posteriore, che pareva un delicato fiorellino rosa ancora socchiuso.
Dopo essere stata così stimolata, ora Simona voleva anche lei esplorare con la lingua le intimità di Giulia; così si mise rapidamente sopra di lei, a 69, affondando subito la lingua nella giovane ma navigata fighetta della ragazza e adorandone il clitoride.
Subito Giulia si rese conto di come Simona leccasse divinamente la vagina, a conferma della sua fama, e disse:
“Mmm.... come sei brava con la lingua...se continui così tra poco mi fai già venire....”
“Grazie, cara!... Sono contenta che ti piaccia... Del resto non mi chiamate Simona La Leccona per niente....”
Continuarono così per diversi minuti, con le altri componenti la squadra che guardavano la scena eccitate: chi le incitava, chi si sditalinava, chi abbracciava e baciava la propria fidanzata.
Le abili cure linguistiche di Simona alla fine procurarono a Giulia, già stimolata in precedenza dalle compagne, un orgasmo clitorideo con una principio di squirtata che l’allenatrice si affrettò raccolse subito in bocca.
“Mmm.... com’è buono il sapore della tua venuta, Giulia!... ne vorrei ancora!”
“Oh sì, certo!... Se mi stimoli adeguatamente o mi penetri vedrai che squirto ancora di più”
Simona si girò, rimanendo sopra Giulia e si mise a strusciare la propria vulva sull’altra, rese scorrevoli dall’ abbondante lubrificazione naturale. I clitoridi turgidi erano come dei membri che si intrecciavano, così come le lingue delle due ragazze. Simona prese anche a stringere i capezzoli con i piercing di Giulia, dicendole:
“Oh, Giulia, anche a te come a me piacciono i piercing.... Li trovo così stimolanti....Dai, stringimi anche tu i capezzoli, mi eccita!”
“Sì Simona... li adoro, e i tuoi piercing sono anche più grossi dei miei... I tuoi più che capezzoli sono chiodi di carne.... te li mangerei!”
“Sì, dai.... stringili forte e mordili!”
Giulia non se lo fece ripetere, attratta com’era da quei capezzoloni trafitti da piercing a croce, che si ergevano dalle tette di misura contenuta (una 2a). Li leccava e li stringeva con i denti, sentendoli vivi nella sua bocca. Poi Simona le sussurrò:
“Giulia, adesso vorrei scoparti, qui davanti a tutte!... Vuoi?!”
“Sì, certo!.... La mia fighetta ha una gran voglia di essere riempita!”
Simona prese quindi dalla sua borsa un grosso dildo a doppia punta, morbido e realistico, ideale per giochi saffici.
Lo leccò e lo infilò senza indugiò nella vagina bagnata di Giulia, che lo accolse con un:
“Ohhh!.... Mmm.... Sììì, è proprio quello che ci vuole!”
La Leccona prese a muovere il dildo avanti e indietro in quella figa vogliosa, che subito si era adattata a quello strumento di piacere, ma che solo in un buco non le bastava.
Così disse all’allenatrice:
“Simona, che ne dici di infilarmi l’altra punta in culo?”
“Oh Giulia, che porca!... Certo, volentieri... prima ti lecco un po’ il buchino!”
Così, passò la sua abile lingua sul delizioso orifizio anale di Giulia, accorgendosi che non era affatto stretto. Tenendo una punta nella figa, lubrificò la seconda punta e grazie alla flessibilità del dldo, la infilò nel culo. Giulia si ritrovò così il doppio dildo piegato ad uncino infilato in entrambi i canali, con Simona che spingeva con decisione, quasi incredula di come la ragazza riuscisse a prenderli con nonchalance.
Continuò per un po’ quella doppia penetrazione, con la figa di Giulia che tracimava abbondanti effluvi vaginali..
Poi, Simona estrasse la punta infilata in culo, la rimirò un attimo per poi leccarla senza incertezze.
Quindi, si mise davanti a lei ed a sua volta si infilò l’altra punta nella propria fregna. Quando ebbe ben piantato in sé il dildo, cominciò a spingere con il bacino, mossa subito corrisposta da Giulia; così le due amanti trovarono subito la sincronia nei movimenti, penetrandosi a vicenda.
“Dai Giulia... scopiamoci così e godiamo insieme!”
La ragazza annuì tra i sospiri; scopare così con una donna la eccitava molto; pensò anche che avrebbe dovuto comprarsi un dildo a doppia punta di quel genere per usarlo nei giochi lesbici con sua mamma Elisa.

Dopo qualche minuto, le due aumentarono reciprocamente il ritmo, fino ad arrivare, una dopo l’altra, all’orgasmo, con la prevista squirtata di Giulia che spruzzò in abbondanza il suo piacere sull’inguine e sulle gambe di Giulia.
Avevano goduto intensamente, ma Giulia voleva far provare a Simona anche un'altra forma di piacere, e le disse:
“Simona, adesso vorrei scoparti a modo mio!... Posso?!”
“Mmm.... sì, certo, cara... ma come?”
Giulia si alzò e, sotto gli occhi delle compagne, quasi incredule dello spettacolo saffico a cui stavano assistendo, prese dal borsone il suo strap-on; lo indossò velocemente e disse:
“Ecco, Simona... voglio scoparti con questo!”
“Oh... ma guarda cosa ti porti dietro in palestra... Oh, sì... non vedo l’ora di prenderlo... Dai, scopami!”
In realtà Giulia aveva lasciato lo strumento nella borsa insieme alle sue altre cose dal giorno prima, quando era andata da Florian per studiare, ma poi finirono per fare sesso, con lei che usò la sua cintura fallica sul suo ragazzo, come spesso accadeva.
Comunque, Giulia era ben contenta di usare lo strap-on su una donna, come aveva fatto con sua mamma Elisa e con altre amiche. E in quella situazione ora toccava a Simona, che si distese a gambe aperte per accogliere quell’appendice di dimensioni rispettabili.
Una volta appoggiata la punta sulla vulva ben lubrificata, Giulia diede un colpo deciso che fece sobbalzare Simona, che fece un gemito di piacere con un: “Ohhh.....”
Giulia si accorse subito che l’allenatrice aveva la vagina piuttosto stretta, non era abituata a ricevere intrusi maschili ma solo gentili attenzioni femminili, ma anche a Simona piaceva assai farsi scopare in quel modo da una donna mentre si sfregava il clitoride, e glielo disse:
“Mmm.... sììì.... sììì.... Giulia, dai scopami forte... davanti a tutte!.... Sono la tua donna da montare!”
Giulia ci aveva preso gusto a fottere quella lesbica, e se all’inizio la figa pareva strettina, poi si era adattata agli affondi del suo fallo e diventata molto più accogliente e cedevole.
Finché dopo parecchi minuti di scopata continua, alternando le posizioni, Simona raggiunse l’orgasmo con un grido soffocato:
“Sììì.... oh sìììì... godooo!” con il suo corpo che era tutto un fremito, rilasciando un principio di squirting.
Quindi, Simona socchiuse gli occhi per assaporare quel momento e Giulia si chinò sopra di lei per accarezzarla, stringerle i capezzoli con i piercing a croce e baciarla a fondo, concludendo l’amplesso con le lingue intrecciate.

Una volta ripresasi, tra gli applausi delle altre giocatrici che avevano assistito compiaciute a tutta la scena, Simona rimasta a tu per tu con Giulia le disse:
“Giulia cara, oltre che essere una brava pallavolista sei anche una amante formidabile.... Mi hai fatto godere in modo molto intenso....Anche se tu non sei interamente lesbica come me, mi piacerebbe che io e te potessimo frequentarci e divertirci come oggi... Che ne dici?”
“Oh, grazie per i complimenti... Anche a me è piaciuto molto quello che abbiamo fatto... Se intendi continuare a fare sesso insieme, certo!... Piacerebbe anche a me, ma... ehm... mi sa che ti dovrai mettere in fila... Sai, sono piuttosto impegnata nel fare sesso....” rispose un po’ sibillina Giulia.
Allora Simona le chiese:
“Con il tuo ragazzo?”
“Sì, con il mio ragazzo Florian, ma non solo... anche con sua madre trans, con mio fratello e... con mia mamma!”
A quelle parole Simona rimase sconcertata; cercò di capire, chiedendo:
“Come, sua madre trans?... E con tuo fratello?...E tua mamma?!?”
“Eh si, proprio così... Sai, la madre di Florian è una bellissima trans, davvero una donna con qualcosa in più che lo usa benissimo... E poi, con mia mamma e mio fratello siamo una famiglia molto unita e facciamo liberamente l’amore tra noi!” rispose Giulia senza imbarazzo e senza reticenze.
Simona restò in silenzio per qualche istante e disse:
“Oh, Giulia!... Complimenti a te, alla tua famiglia e a quella del tuo ragazzo!.... E’ bello sentire che vivete questa situazione con naturalezza e senza pregiudizi... Invece, pensa che a me mi hanno cacciata di casa quando ho rivelato di essere lesbica....E comunque tu sei davvero una ragazza straordinaria, proprio una porcellina, bisessuale e incestuosa...”
Poi, prendendo una scatolina dalla sua borsa, aggiunse:
“Ecco, vorrei farti un piccolo omaggio.. per completare la tua nomina a capitana e per ricordare questo nostro primo... ehm... amplesso...”
Le porse la piccola confezione, che Giulia aprì incuriosita: conteneva un plug anale metallico con un gioiello rosso.
Giulia guardò un po’ stupita l’oggetto e poi Simona, la quale le disse ancora
“... Spero che lo gradirai e soprattutto che lo userai, magari pensando un po’ a me...”
“Oh, sì certo che lo gradisco... molte grazie Simona!” rispose Giulia, dandole un bacio di ringraziamento, ed aggiunse: “... Anzi, mi piace tanto che me lo metto subito!”
Così la ragazza passo la lingua sul plug, insalivandolo e se lo infiò senza indugio nel buchino posteriore, rimasto lubrificato dalla penetrazione di poco prima, entrando senza difficoltà.
“Ecco fatto!... Mi dà proprio gusto sentirlo lì... Mi sta bene?” chiese provocatoriamente sculettando e allargandosi le chiappe per mostrarlo meglio.
“Oh, sì certo.. Ti sta divinamente... orna adeguatamente il tuo già magnifico culetto!” rispose con ammirazione Simona.
Quindi, le due si abbracciarono e baciarono ancora intensamente sulla bocca, dandosi appuntamento a presto per approfondire la conoscenza intima e le reciproche esperienze. Quindi si rivestirono velocemente, perché in palestra stava per arrivare un’altra squadra per il turno di allenamento successivo.

Rientrando a casa, Giulia era ancora tutta eccitata per l’avventura-lesbo che aveva vissuto e non vedeva l’ora di raccontarlo a sua madre Elisa, anzi pensando di continuare a fare sesso con lei.
La trovò che stava mettendo a posto dei vestiti in camera; corse tutta allegra a salutarla ed abbracciarla:
“Ciao mamma!”
“Ciao Giulia!... Ti vedo molto contenta... E’ andato bene l’allenamento?”
“Oh sì, molto bene...Non ho fatto altro che leccare passerine in palestra...:”
“Cosa vuoi dire a leccare passerine?” chiese incuriosita Elisa.
“Ecco, te lo volevo proprio raccontare... Vedi, le compagne di squadra mi hanno nominata capitana e abbiamo la tradizione di una cerimonia di investitura particolare... prima tra noi ragazze, poi anche con l’allenatrice... ci siamo divertite molto...”
“Ho capito... non perdi occasione per spassartela, eh?.. Ma dimmi di più....”
Giulia raccontò così in dettaglio quanto avvenuto in palestra e concluse dicendo:
“Ma sai cosa ti dico?.... Tra tante, quella che preferisco è la tua... quella da cui sono nata... e con un sapore materno così intimo che le altre non hanno... te la leccherei di continuo...” aggiunse con tono ammiccante Giulia, avvicinandosi alla madre.
Quei discorsi e le allusioni stavano eccitando Elisa, che disse:
“Dì un po’, cara la mia porcellina... lo faresti anche adesso?”
“Ma certo, mamma!... Non vedo l’ora!”
Così dicendo, Giulia spinse la madre sul letto, le tirò su rapidamente la gonna, scostò rapidamente il perizoma già bagnato ed affondò la lingua nella vagina materna, iniziando a muoverla come un frullino.
Dopo essersi spogliate completamente, Giulia si mise sopra alla madre per un 69, offrendole in bocca le proprie intimità per farsi leccare a fondo. In quella posizione Elisa vide il plug con il gioiello che spuntava dal culo della figlia, e chiese:
“E questo cos’è?”
“Oh, è un regalino dell’allenatrice si chiama Simona detta La Leccona... dopo che noi... insomma... abbiamo fatto sesso... E’ un oggettino delizioso... mi piace tanto sentirlo lì e penso che lo metterò spesso...”
“Non ti fai mancare niente, eh?.... Certo che ti sta bene... nel tuo culetto...” disse Elisa, con un pizzico di ammirazione per la disinvoltura e l’esuberanza sessuale della figlia.
Madre e figlia continuarono così a lesbicare dolcemente, con anche l’uso reciproco di due dildo fino ad arrivare al godimento finale, per poi rimanere abbracciate a letto a farsi le coccole fino all’ora di cena.
Ma la mente di Giulia stava già vagando verso nuovi orizzonti di sesso e progetti di vita, che avrebbero presto coinvolto sua mamma Elisa ed anche Natalia e Florian.


11 – CONTINUA DI SEGUITO CON IL CAP. 12: PRIMO FISTING DA TRAV PER FLORIAN E AMOREVOLI INTRECCI TRA MADRI E FIGLI



DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE (titoli provvisori):

LA VISITA DELL’AMICA TRANS
EVENTI A CATENA


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